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Autore: bUdson281    30/03/2020    2 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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<< Paparino, secondo te, io ... sono il buio? >>
 
Quando ho affrontato Asuka fuori dal locale, ero convinto di aver capito tutto, almeno tutto ciò che mi serviva comprendere. E, invece, mi è bastato imbattermi nel lato fragile della sua anima, messa definitivamente a nudo più dall'onestà di Sakura che dalla mia, per mettere in dubbio i risultati di tante riflessioni, esperienze ed insegnamenti.
So già cosa mi dirà il cacciatore, che mi capiterà ancora di avere dubbi e che è giusto così. Ma ho bisogno di porgli questa domanda e mi è indifferente che confermi il mio sospetto o che lo scacci con forza dalla testa.
 
<< Non so più in che lingua dirtelo. Ma, se insisti, prima o poi dovrò arrendermi e tenerti contento >> scherza Furia Buia. Forse non ha colto l'importanza della questione, oppure cerca di sdrammatizzare per farmi capire che sono io a dargliene troppa.
La falcata del Paparino è lunga e veloce. Non faccio fatica a seguirne il passo perché mi sono ormai abituato; tuttavia, mi chiedo che senso abbia questa sua perenne fretta che non si attenua neanche quando, come oggi, dovrebbe regnare la calma dal momento che siamo nell'unico territorio in cui la banda di Kosuke può sentirsi al sicuro.
 
 
*****
 
 
Il luogo segreto del gruppo è segnato in una immaginaria mappa del tesoro che i miei fratelli custodiscono gelosamente da anni. Qui c'è il nostro magazzino con annessa casamatta, ma soprattutto l'oggetto più prezioso in possesso del gruppo, che ora Furia Buia sta per mostrarmi.
Non ci sono recinzioni né mura che, proteggendo il luogo, ne rivelino il valore. Di trappole, invece, ce ne sono tante e di tutti i tipi, da quelle esplosive a modelli più rudimentali e primitivi, fatti di legno e acciaio o di pietre scheggiate; ce ne sono per chilometri, ma sono sistemate in modo volutamente confuso per impedire ad un incauto "viaggiatore" di scoprire che a piazzarle è stata la stessa mano.
Se poi l'incauto viaggiatore fosse così fortunato da superare indenne il campo minato, che solo i pochi eletti sono in grado di attraversare in virtù di una conoscenza che un giorno tramanderanno anche a me, si troverebbe a guardare, dall'unica via d'accesso percorribile, due ruderi di legno ormai marcito posti sulla sommità di una salita dolce e coperta in linea retta da un manto uniforme di erba.
Se un esercito caricasse lungo il viale dipinto di verde potrebbe sbaragliare il nemico con un semplice attacco frontale. Ma, come penso ormai sia chiaro, alla fase finale dell'assalto parteciperebbero in pochi.
Gli altri lati della collina sono protetti dalla natura, che ne ha reso due impraticabili anche per degli scalatori professionisti ed ha favorito il controllo del terzo, posto sul lato opposto rispetto alla salita, grazie ad un consistente e traumatico smottamento che mi sono chiesto se fosse imputabile proprio a me.
La parte di collina sprofondata a valle non rappresenta un ostacolo insormontabile, perciò i miei fratelli di tanto in tanto "curano" le zolle di terreno innaffiandole abbondantemente per mezzo di una complessa rete di tubature che trasporta in superficie enormi quantità di acqua drenata direttamente dal lago.
   
Appena le ho viste, quelle due case ad un piano con i vetri delle finestre rotti e i tetti a spiovente in parte crollati, sembravano abbandonate da tempo all'incuria e ormai prossime a crollare. Non mi sembrava vero che fossero la grotta di Alì Baba, ma ho dovuto ricredermi presto dal momento che nulla qui può considerarsi casuale; persino i buchi tra le tegole del tetto, presenti solo sul lato posto in direzione del villaggio, distante pochi chilometri, sono stati creati ad arte per consentire le comunicazioni nel caso in cui si rivelasse necessario attendere i rinforzi al chiuso.
L'interno della prima casa ha confermato, peggiorandola, l'impressione lasciata dall'esterno. Spoglia, sporca, con il pavimento deformato, le pareti gonfie e un plotone di chiodi arrugginiti pronti a saltare alla minima pressione, emanava un insopportabile tanfo di umido.
Guardandomi intorno, con il naso ben protetto dalla superficie anteriore del gomito, ho creduto che i tre cacciatori volessero prendermi in giro, fin quando Orso, muovendosi a memoria e raggiunto un orribile quadro da anonimo motel, malamente appeso sulla parete opposta alla porta, ha premuto un angolo della cornice.
Poco sulla destra è apparsa una tastiera digitale a caratteri alfanumerici.
<< Anche il codice ti verrà insegnato a tempo debito >> mi ha spiegato il cacciatore con la barba pigiando sul tasto "invio" e azionando un complicato e rumoroso meccanismo che, modificando la disposizione delle tavole che compongono il pavimento, ha rivelato sotto gli assi taglienti una botola che conduceva ad una stanza sotterranea.
 
 << E' questo il vostro rifugio? >> ho chiesto senza nascondere lo stupore.
<< E' la nostra Batcaverna >> ha risposto soddisfatto Musashi tuffandosi su un divano a quattro posti colorato di un rosso sgargiante.
<< E questo è il Batletto >> gli ha fatto il verso Orso mentre si accomodava educatamente su un vero letto che sembrava rifatto da poco.
Il vano si presentava ordinato, pulito, accogliente e più grande dell'ambiente al pian terreno. Le pareti alternavano quadri e arazzi, presi (non ho voluto chiedere a che titolo) chissà dove, a colonne di mensole piene di libri e raccoglitori di dvd. In un angolo erano sistemati con cura addirittura un televisore ad alta definizione e residuati vari di pc, alcuni probabilmente assemblati prima del second impact.
<< Spaziale! >> ho esclamato spalancando la bocca e gli occhi.
<< Non è male, vero? >> ha commentato il Paparino stravaccandosi a sua volta su una poltrona reclinabile, dello stesso colore del suo giaccone, con poggiapiedi estraibile.
<< E' questo, quindi, il vostro tesoro? >>
<< Per noi si >> ha detto Orso aprendo un libro logoro e dalla improponibile copertina gialla appena estratto dallo zaino.
<< Hai già iniziato a leggere quella robaccia? >> ha retoricamente domandato Musashi punzecchiando l'armadio.
<< La risposta è no >>. Con un tono grave e, purtroppo, familiare, Furia Buia ha corretto l'affermazione dell'armadio. Mi ha lasciato una sgradevole impressione vederlo accavallare le gambe e poggiare i gomiti sui braccioli per incrociare le mani sotto il mento come era solito fare Gendo.
<< Non sei abbastanza pazzo per imitarlo >> ho reagito dando sfogo al fastidio.
<< Paura eh? ... Un giorno potresti imitarlo meglio di me >> .
Non so descrivere l'esatta portata del disagio che in quel momento mi ha procurato lo humor nero di Furia Buia, le cui parole, unitamente alla mimica, mi suonavano come un ammonimento o un cattivo presagio. Fatto sta che, << se davvero essere il buio è il mio destino >> ho pensato, << potrei rischiare di diventare come lui, esattamente come teme Asuka >>.
<< Dipende solo da te >> il Paparino ha concluso la performance assumendo la sua posa da cacciatore con la schiena dritta, entrambi i piedi poggiati a terra, la mano sul manico del coltello e la faccia da sbruffone, seppure un po' triste. 
<< Ho capito >> ho detto << Devo scegliere in quale dei due modi dovrò sedermi >>.
<< Speravo che volessi trovare il tuo >> ha risposto un po' deluso. << Forse è ancora presto. Andiamo >> alzandosi, << ti mostrerò la vera stanza del tesoro che si trova nell'altra catapecchia. Chi di voi vuole accompagnarci? >>
<< Io no, ho da fare >> Orso senza degnarci di uno sguardo si è tirato indietro.
<< Neanch'io >> è stata la volta di Musashi che aveva appena preso da sotto un cuscino del divano alcune riviste per adulti. << Il bestione mi ha fatto venire voglia di leggere >>.
<< Quella non è lettura >> ha obiettato Orso, << è solo pornografia. Ma se vuoi restare qui, ti conviene tenere le mani bene in vista o te le taglio >>.
 
 
*****
 
 
<< Mi è venuto in mente mentre ascoltavo la conversazione tra Sakura e Shikinami >> inizio a spiegare le ragioni di quella domanda.
<< Capisco che tu ci sia rimasto male, ma non è il caso di esagerare. Ci vorrà tempo perché tra voi le cose si risolvano; tuttavia, devo dirti che mi sento moderatamente ottimista >>.
<< Prima dovrei capire cosa esattamente risolvere >>.
<< E' la parte più difficile, certo. Il resto, però, è tutto in discesa. Non preoccuparti, vedrai che ti picchierà ancora >>.
<< Chissà quando?! >> provo a scherzare per non sembrare un lagnoso poppante.
<< A questo, invece, non posso rispondere. C'è un limite anche ai miei superpoteri >> gongola Furia Buia che, evidentemente, ha deciso di non darmi corda.
<< Comunque, dicevo sul serio. E' stata poco più di una sensazione, ma molto potente; così forte che ancora adesso più ci rifletto più mi sembra di aver colto una verità >>
<< E quale sarebbe? >>
<< Destino. Io e Asuka siamo molto simili, forse troppo. Eppure siamo anche diversi. Insomma, quando per la prima volta l'ho vista piangere mi sono accorto di una importante differenza >>.
<< Che tu non piangi mai? Non è vero. Frigni come un neonato, alle volte sei quasi imbarazzante >>.
<< Non scherzo >> taglio corto. << Mi è piaciuta ancora di più. Io non ho provato alcuna compassione, ma avrei dovuto ... almeno sentirmi dispiaciuto nel vederla afflitta, quasi indifesa. E, invece ... >>
<< Se non altro non ti senti superiore a lei >>.
<< E' quello che ho pensato, ma, ascoltami! Mi sembrava che luccicasse. Lei ne ha passate tante, eppure è ancora lì a combattere, lei ha coraggio e non ha mai elemosinato per essere accudita, è sempre riuscita a cavarsela da sola >>.
<< Si, ma hai ricordato tu stesso che fingeva e non credo ti riferissi solo al "suo passato" >> ribatte il ciclope.
<< In realtà, mi riferivo a Soryu ma ... per altri motivi. Anche Shikinami, però, nascondeva la paura del dolore e di restare sola. Me lo ha confidato lei e trovo che sia normale >>.
<< E perché non dovrebbe esserlo anche per te? >>
<< Perché lei, nei momenti che contano, fa la scelta giusta. Io, invece ... >>
<< Hai fatto scelte sbagliate nel tuo passato "alternativo" e nel nostro. Ma non vuol dire che sia sempre stato così e non vuol dire che lo sarà ancora. Purtroppo, comprendi i momenti che contano solo quando sono già passati. Poi, chissà perché, per noi i momenti che contano spesso sono proprio quelli in cui abbiamo fallito. Se tu non avessi pilotato il tuo Eva, l'umanità si sarebbe estinta già quindici anni fa. E se siamo ancora qui, è perché tu combattevi >>.
<<  Ma proprio io poi ho buttato via tutto il ben fatto >>.
<< Eh si. Anche quello era uno dei tanti momenti che contavano e hai toppato alla grande. Adesso, però, smettila di prenderla così alla larga e dimmi esattamente cosa intendi quando ti riferisci a te parlando di buio >>.
Adesso che ho tutta la sua attenzione mi domando se non avessi fatto meglio a stare zitto, ma, poiché così non è stato ... << ... Asuka ... >> riesco a dire solo il suo nome.
<< ... Soryu è morta per colpa tua >> mi fredda il Paparino. << Anche quello deve essere stato un momento importante, sebbene vorrei capire come abbia fatto a resuscitare. Mi costringi a ripetere l'ovvio: non puoi tornare indietro e, come saggiamente, hai detto tu stesso alla tua Principessa, dovrai farci i conti per il resto della vita >>.
<< Io ... io ho questi poteri e una gran rabbia dentro. Provo disgusto se penso al ragazzo che sono stato. E non parlo solo di ... me, ma anche di quell'altro Shinji, quando aveva press'a poco la mia età. Non voglio più esserlo, ma ho paura >>.
<< Di cosa? >>
<< Hai visto cosa divento quando perdo il controllo? Stavo per distruggere il villaggio[1]; e prima ancora stavo per uccidere quel ragazzo[2] e mi era sembrata la cosa più naturale di questo mondo. C'è un odio feroce dentro di me. Quell'altro Shinji o il mio passato alternativo, anche lui ha conosciuto quest'odio. Non ho paura solo di uccidere, temo ... >>
<< ... Che ti risulti più facile di quanto vorresti >> conclude Furia Buia che, mentre parlavo, ha preso a guardare pensieroso i suoi scarponi.
<< Si, esatto. Tu ... tu puoi capirmi. Per questo penso che ... insomma, Asuka sia quella buona, l'eroe che combatte per un fine giusto e distrugge solo i mostri. Forse, però, posso fare qualcosa. Se nel mondo c'è tanto male, potrei essere un altro tipo di male; anzi, potrei servire il bene nell'oscurità e grazie alla mia oscurità, come ... si come Batman,  un cavaliere oscuro,  ... come te >> concludo sottovoce.
<< Io trovo interessante che tu abbia scelto la parola "destino" >> mi dice dopo averci pensato un po' apparentemente ignorando l'ultima affermazione. << Si, credo che tu fossi destinato a diventare uno di noi. Se vivrai abbastanza, infatti, capirai che per certi versi è un po' quello che siamo: la notte, se per giorno intendi tutte le brave persone che non vivono di guerra. Ma è solo un punto di vista. Preferirei, tuttavia, che non mi prendessi come modello >> come non detto. << Sono solo molto oscuro e poco cavaliere. Soprattutto, vorrei che ti ricordassi ciò che ti insegno >> il cacciatore si blocca e mi colpisce all'improvviso sulla testa con un pugno. << Non devi prenderti per il culo! >> grida.
<< Ahia, perché? >>
<< Perché te lo meriti. Però, devo darti atto che adesso stai escogitando modi più sottili per ingannarti. Vuol dire che hai fatto almeno un passo avanti >>.
<< Non capisco a cosa ti riferisci >> mi lamento massaggiandomi quello che ormai sta diventando il bersaglio preferito del cacciatore. << Io sono certo di quello che dico >>.
<< Invece no >> si arrabbia. << Lo credi e basta perché alcuni (non tutti i) ricordi te lo fanno pensare, perché ti senti in colpa soprattutto con lei e allora, ad un tratto, l'animo tormentato di Asuka è nobile, mentre il tuo non può esserlo. Pensa che sfiga: se non ti senti in colpa sei uno stronzo, se ti senti in colpa sei uno stronzo lo stesso perché ci deve essere per forza qualcosa di sbagliato in te. Beh, per me lo sei quando ti nascondi dietro un'altra maschera dal momento che crederti destinato a diventare un cavaliere oscuro non è molto diverso dal sentirsi la causa di ogni cosa che non va su questo schifoso pianeta. Smettila di sentirti inutile! Sei stato coraggioso a dire ad Asuka che non vuoi accettare la soluzione più comoda e poi ti freghi da solo in questo modo? >>
<< Dovrei assolvermi allora? >>
<< Oh no, impara a distribuire meglio colpe e meriti e, magari, considera anche che non puoi definirti in alcun modo. In base a cosa, poi? Al fatto che quando vedi Asuka, ti senti in difetto e, per inciso e per tua stessa ammissione, soprattutto quando si tratta di lei?  Certo che ti senti così, hai tanto da farti perdonare, ma Asuka ... non è tutto l'universo. Ti vedi come buio solo perché ti convince il giudizio che hai sulla bella Shikinami. Ma ammettiamo che sia come dici, allora saresti la notte solo in relazione ad Asuka. Se ti confrontassi con Gendo, ora, ne usciresti come un cavaliere della tavola rotonda; anzi come Parsifal >>.
 << Il fatto è che non riesco a non avere paura, adesso anche di me. E se sbagliassi ancora? Posso raccontarlo al mondo intero che sono pronto ad accettare il rischio, ma non è così >>.
<< Non è cercando una scusa che eviterai di temerti e non è giustificandoti in anticipo che ti assolverai dai tuoi errori. Anzi, un giorno proprio questa paura potrebbe addirittura dimostrarsi la tua migliore amica. Shinji, il mondo non si divide in bianco e nero, non ci sono da un lato, a proposito di cavalieri, gli Jedi, che affettano migliaia di persone con la loro spada laser e poi tornano a casa osannati come eroi; e dall'altra i soldati dell'impero, che devono per forza essere dei dannati bastardi anche quando salvano un gattino. La vita è più complessa di così, è relativa in un modo insopportabile. Non puoi pensare davvero di sapere qualcosa di te solo perché ti metti in relazione con una ragazza a cui hai fatto del male in questa e in un'altra vita >>.
<< Non è solo questo, lo sai >>.
<< Si, lo so. Beh, farai meglio ad imparare presto a vederla come ti sto dicendo, perché con noi ti troverai costretto a scegliere tra soluzioni che, quasi sicuramente, saranno l'una più inaccettabile dell'altra. Ci arrivo anch'io a comprendere che uccidere non è un bene, e non mi sento un dio solo perché potrei sterminare gli abitanti del nostro villaggio in un colpo solo. Credi che non pensi mai a tutte le persone a cui ho tolto la vita? Credi che mi lasci dormire anche solo il sospetto che, il giorno in cui hai combattuto per la prima volta, io abbia ucciso, oltre ai cani che ci avevano teso una trappola, anche dei semplici curiosi? >>
<< Ma quella volta non avevamo scelta >>.
<< Non è vero, noi avevamo una scelta. Potevamo andarcene, potevamo evitare di farci fregare. Io ho scelto in base alle priorità che mi sono dato e alle conseguenze che potevo sopportare. E, sai una cosa, in fondo sono contento che  la responsabilità per le mie azioni si trasformi in incubi che mi danno la caccia costringendomi a svegliarmi di soprassalto, perché vuol dire che sono ancora umano >>.
<< Ma voi avete la vostra visione >>.
<< Che inizia a piacere anche a te, perché ci vedi una possibilità di riscatto. Si, abbiamo la nostra visione, ma certe notti, quando guardo quella stramaledetta luna e il cervello non ha alcuna intenzione di concedermi un minuto di pace, mi appare come l'equivalente di quello che per te era salvare il mondo quando pilotavi il tuo evangelion. Mi piacerebbe sapere se la nostra visione abbia davvero senso. Oh, puoi stare certo, però, che per chi è dalla nostra parte o ha interesse al nostro ... momentaneo successo, noi siamo i buoni, siamo i cavalieri jedi che eliminano i cattivi e rendono il nostro angolo di inferno un posto quasi migliore. I "danni" collaterali >> continua gesticolando in modo sempre più animato << ci verranno rinfacciati quando la guerra sarà finita e il mondo, allora, non avrà più bisogno di cacciatori dai poteri infernali. E pagheremo anche le conseguenze per le morti che abbiamo volutamente causato per un fine "giusto" >> accompagnando l'aggettivo con un scatto delle dita per indicare le virgolette. << Credi che alle mogli o ai figli delle persone, le cui anime abbiamo "legittimamente" spedito nell'aldilà, sarà sufficiente dire: non è colpa nostra ma dei vostri mariti o padri, ché erano cattivi? E scusa se ti rovino la sorpresa, ma i cacciatori non sono soltanto uomini adulti. Perciò, pensa a quando ci accuseranno anche di aver ucciso donne e ragazzi e la nostra unica consolazione sarà quella di essere sopravvissuti per sentire quelle accuse ...
<< Anche tu hai scelto, Shinji, quella volta >> riprende col tono aspro che in genere usa dopo aver respinto con crudeltà la rivolta dei suoi sentimenti, << quando hai provocato il quasi impact, e il "quasi" non attenua ciò che hai fatto. Lo sai anche tu: non è importante che tu abbia compreso pienamente o, addirittura, voluto quell'evento. Hai preso una decisione e, come anche tu riconosci, ti rimarrà addosso per il resto della tua vita ... Noi siamo, innanzitutto, le esperienze che facciamo, Shinji. E' naturale che alcune ci lascino il segno. L'odio che senti dentro di te è il figlio di quelle esperienze e ti risparmio altre domande: ti rimarrà addosso anche quello fino a che non smetterai di odiarti per ciò che hai fatto, forse per ciò che credi di essere. Ma puoi decidere, puoi scegliere come guardare il mondo, cosa pensare di te e anche di quel tuo strano passato. Puoi sempre scegliere cosa farne delle tue esperienze ... senza ingannarti.  >>.
<< Da dove inizio? >>
<< Hai dichiarato ad Asuka la tua volontà? Bene! Adesso convinci la legione di Shinji che hai dentro ad obbedirti. Stabilisci le tue regole, le tue priorità, poniti le tue domande e accetta i tuoi dubbi. Poi, se ti serve una maschera, usala, ma fa' che sia una tua decisione. Avrai sempre da recriminare su di te, figurati gli altri ... >>. La pausa, lo scolorire dell'astio nella sua voce, il suo respiro più lento e profondo, le spalle che finalmente si rilassano; sono tutti indizi che la tempesta è passata. Attendo, pertanto, in silenzio che concluda. << Mi è piaciuto il discorso che le hai fatto. Credo di essere un po' invidioso perché, forse, non sarei riuscito a osare tanto. Beh, sforzati di seguirlo alla lettera e non avrai bisogno di appendere il mio poster in camera >>.
 
Giunti davanti alla seconda abitazione, Furia Buia apre la strada con un calcio alla porta. L'unico grande vano che ci accoglie sembra la copia esatta di quell'altro, tranne per una gigantesco e ben visibile passaggio sulla parete di fronte protetto da una lastra in acciaio rinforzato.
<< Che stai cercando, Ragazzo? >> mi chiede il ciclope notando che il mio interesse è concentrato dappertutto fuorché sull'accesso alla vera stanza del tesoro.
<< Cerco il quadro che attiva il meccanismo di apertura >> rispondo. In realtà, la mia attenzione è lontana da questo posto.
<< Non c'è >> mi spiega. << Abbiamo la chiave >>.
<< Ma così  troppo facile >>.
<< Così facile che nessuno ci penserebbe. Alle volte, per nascondere qualcosa basta esporla alla luce del sole. L'uomo è complicato >> continua inserendo la chiave nella toppa della porta blindata, << perciò impara a pensare fuori dagli schemi. Ora preparati! Stai per vedere il gioiello della corona >>.
<< Amuchina gel? >> domando con trepidazione.
<< Esiste davvero? >> di rimando il Paparino che, sorpreso, sgrana l'occhio buono.
<< Si, perché? >>
<< Credevo fosse una leggenda per far credere ai bambini che Babbo Natale esiste o per spaventare quelli come Orso. Ce l'hai? >>
<< Come potrei? Lo sai che, altrimenti, l'avrei condivisa volentieri >>.
<< E' vero >> ammette deluso prima di riprendersi e dare l'ultima mandata. << Comunque, il nostro gioiello è reale. Ammira! >> esclama spalancando la porta.
<< Ma quella è ... è ... >> non riesco a completare la frase.
<< Esatto! >> conferma orgoglioso Furia Buia. << E' una Ferrari >>.
<< Ma ... ma  ... >> balbetto.
<< ... E' stupenda, lo so >> commenta soddisfatto come se mi avesse presentato la moglie o la figlia.
<< No. Volevo dire: perché? >>
<< Perché è stupenda >>.
<< Questo lo vedo anch'io, ma ... a che vi serve? >>
La domanda smorza al cacciatore l'entusiasmo con cui aveva accompagnato la presentazione del bolide. << Beh ... a niente ... per ora, ma ciò che conta è che è stupenda >> ripete fissandomi troppo intensamente alla ricerca dello stupore sulla mia faccia.
<< Non ci sono strade >> faccio notare. << Dove potreste guidarla? >>
<< A dire il vero non abbiamo neanche la benzina. E' più difficile da trovare dell'lcl e alla Wille sono piuttosto taccagni. Non è che possiamo rapinarli per una macchina che non può camminare >>.
<< E allora? >>
Imbarazzato il ciclope evita il mio sguardo e massaggia nervosamente la nuca. << Allora ... ci piace entrare in macchina e fingere di ... guidarla. Sappi che è molto comoda e ci aiuta a pensare >>.
<< In pratica giocate con la "macchinina" >> tiro le somme.
<< Ho capito >> ringhia. << Ti faccio vedere il resto ... Ma come fai ad essere uno di noi >> borbotta, << non hai il senso del bello? >>
<< Ho sbagliato >> sospiro. << Non dovevo paragonarti a Batman >>.
 
Il magazzino, a differenza della "Batcaverna", dà l'impressione di essere gestito da un accumulatore seriale. Pieno al punto da sembrare in procinto di esplodere, contiene senza ordine apparente provette grandi e piccole di lcl a fianco a medicinali per lo più scaduti e a cibo in scatola a lunga conservazione. Inoltrandomi in quel dedalo di cianfrusaglie, facendo attenzione a non graffiarmi per non essere ucciso dal tetano, scorgo parecchie armi, molte delle quali forse non più utilizzabili. In mezzo al pattume, però, noto anche dei pezzi di mortaio e un paio di rpg che prendono polvere tra confezioni di proiettili di diverso calibro. Mi incuriosisce, poco distante, un enorme scatolone pieno di vecchi cellulari .
<< Si possono usare per le comunicazioni? >> chiedo prendendone uno tra pollice e indice con palese disgusto.
<< No. Anche se non siamo all'interno della barriera dimensionale >> mi informa il Paparino, << la zona non è coperta. Però, quando tutto sarà finito, potremo rivenderli. Sai, come una sorta di "riconversione economica" >>.
<< E intanto giocate a telefonarvi? >> insinuo sarcastico.
<< Non ti ho mai insegnato come comunichiamo a distanza, vero? >> domanda.
<< No. Come fate? >>
<< Non te lo dico >> ribatte risentito. << Così impari a prendere in giro i tuoi fratelli >>.
<< E se ti pagassi? >> contrattacco mostrando una mazzetta di banconote di vario conio che avevo estratto da sotto il tripode di un mortaio .
<< Viviamo in un sistema fondato sul baratto. I soldi che hai in mano sono buoni per tener vivo il fuoco. Non sei ancora pronto per apprezzare lo splendore di questo posto >>.
<< Ora mi servirebbe l'amuchina >>.
<< E basta! Ammesso che sia mai esistita, adesso è ... estinta >>.
 
 
*****
 
 
<< Allora, Ragazzo ha gradito il giro turistico? >> domanda Musashi ancora concentrato sulle immagini della rivista.
<< No >> risponde il Paparino, << le sue aspettative erano esagerate >>.
<< Gli hai fatto vedere la Ferrari? >> chiede Orso leccando la punta dell'indice per sfogliare una pagina del suo libro.
<< Si, ma non è rimasto impressionato. Sostiene che siamo infantili >>.
<< Gli hai spiegato che dentro c'è tutto il nostro esplosivo? >> chiede il Biondo finalmente lanciando un'occhiata nella nostra direzione.
<< Non meritava di saperlo >> risponde Furia Buia colpendomi con un'occhiataccia che grida "vergogna".
<< Beh, se quel bolide non gli è piaciuto, allora hai fatto bene >> commenta Orso.
<< Avete imbottito quella meraviglia di esplosivo? >> gracchio inorridito.
<< Adesso è una meraviglia, eh? ... Spiacente non te la farò provare >>.
<< E chi ci pensa? Non vorrei saltare in aria. Comunque, a parte la macchina, il vostro magazzino è davvero incasinato. Se un ladro riuscisse ad entrarvi fuggirebbe in preda al panico >>.
<< E chi ti dice che quel casino non sia voluto? >> bluffa il Paparino mentre osserva l'etichetta di un vino preso nel frattempo da un portabottiglie in legno a forma di barile.
<< Perché, è voluto? >> vedo e rilancio.
<< No >> scopre le carte il bestione. << Ci manca la donna delle pulizie >>.
<< Possiamo affidare il compito al nostro giovane rampollo >> propone il ciclope stappando la bottiglia.
<< E' un'idea >> dice Musashi. << Ragazzo, adesso hai un lavoro. Prima ci pensava il Paparino, ma alla fine abbiamo sconfitto la sua ossessione per l'ordine e la pulizia. Ehi sfregiato, versami un po' di vino >>.
<< Muovi il culo e serviti da solo! >> ringhia il ciclope prima di sistemarsi sulla poltrona.
<< Credevo fossi tu quello fissato con l'igiene >> mi rivolgo perplesso al Biondo.
<< Con l'igiene personale. Per quanto riguarda la casa, resto dell'idea che tenerla in ordine sia un lavoro che non si confà a noi cacciatori >>.
<< Perché non lo dici all'amore della tua vita? >> lo rintuzza il Paparino. << Voglio proprio vedere se non ti trasforma in un'efficiente massaia >>.
<< A proposito della mia micetta, tieni Ragazzo! >> dice Musashi lanciandomi una pila di materiale non adatto ai minori. << Rifatti gli occhi, così impari qualcosa. Ah, dovrebbero esserci delle foto di Makinami. Me le ha regalate perché non mi dimenticassi di lei >> spiega sfoggiando un sorriso fiero. << Se le trovi, avvisami. Non ricordo in mezzo a quale rivista le ho buttate >>.
<< Questo si che è un grande insegnamento, complimenti! >> sfotte salace Orso mentre strofina la schiena sul materasso per trovare una posizione più confortevole. << Comunque Ragazzo, non dar retta al nostro pervertito di corte. Fa così perché non vuole ammettere che sta cedendo inesorabilmente al fascino castrante della monogamia >>.
<< Vuoi proprio che ti risponda? >> minaccia il Biondo.
<< Ragazzi >> interviene Furia Buia che, intanto, scuote il vino all'interno del calice, << non rompete! >>
<< Stiamo solo parlando >> mugugna Musashi. << Io cerco di aiutare Ragazzo a recuperare gli anni perduti. Una rinfrescata di anatomia ed una rapida "occhiata" alla ... meccanica dell'amore non gli faranno male >>.
<< In effetti ... >> mi lascio sfuggire distratto dalla foto in copertina del periodico in prima fila.
<< Quella è semplicemente pornografia >> Orso ritorna sull'argomento dopo aver interrotto la lettura e poggiato il libro aperto sul petto. << Ti offrirà solo una visione distorta dell'amore >>.
<< Dell'amore, ma non del sesso >> scherza il Biondo.
<< Anche di quello >> si inalbera l'armadio. << L'amore non è solo una questione di "meccanica", ma coinvolge per intero due anime ... due o anche più se è possibile. Amore è, soprattutto, sentimento, è passione, è anche una questione mentale legata all'immaginazione e alla fantasia. Oserei dire che l'amore ha una dimensione prevalentemente spirituale >>.
<< Quei libercoli da casalinghe disperate ti hanno mandato in pappa il cervello >> replica maligno Musashi. << Voli sulle ali dello spirito e dimentichi la carne. E non hai neanche imparato a parlare con una donna >>.
Il pistolero ha chiaramente esagerato e rischia di pagarla cara. Evita, infatti, per un soffio il tascabile che Orso gli ha appena lanciato addosso con violenza. << Volevi uccidermi? >> urla alzandosi di scatto. << Non credevo che fossi capace di far del male ad un amico per una semplice battuta >>.
<< Ero sicuro che ti avrebbe colpito >> dico sospirando per lo scampato pericolo.
<< E io credevo ti saresti spostato >> ribatte il bestione, << così ti avrei centrato in pieno >>.
<< Io, invece, credevo che non avessi amici >> piazza la freddura il Paparino con la faccia di chi è appena sceso dalla luna.
<< Questa era carina. Stai migliorando >> ammette un po' confuso il Biondo. << Tuttavia, lo dico per il tuo bene, stupido omone. Dovresti lasciar perdere i tuoi romanzi erotici d'accatto >>.
<< Solo perché parlano d'amore e restituiscono all'unione carnale la sua naturale collocazione nella smisurata galassia di una relazione sentimentale vissuta con trasporto ed intesa in senso olistico? >>
<< Che? >> domanda Musashi prima che gli caschi la mascella.
<< Fai tanto per sembrare sofisticato ed evoluto >> gli occhi di Orso brillano di gioia alla vista del fratello per la prima volta senza la battuta in canna, << ma alla fine ti mostri per il terrapiattista che sei in realtà. Mi stupisce che tu non apra le bottiglie con i denti >>.
<< Ma le avete sentite le scempiaggini che sta dicendo? >> Musashi, colpito, chiede il nostro aiuto.
<< Beh, forse non c'è un punto di vista migliore in assoluto >> timidamente azzardo una mediazione.
<< Assolutamente no! >> esclama Orso che, alzandosi dal letto, si affretta a  recuperare il libro. << La pornografia ha a che fare con il meretricio. Eros, invece, è Amore e l'amore è poesia. Il desiderio che unisce due persone è una schiena che si inarca sinuosa, è un respiro interrotto. Persino il vino che ha in mano quel maniaco omicida del nostro fratello è una metafora della gioia e dell'ebbrezza che esaltano gli innamorati >>.
<< E la scopa che rappresenta? >> Furia Buia si abbatte sull'analisi critica di Orso come un vichingo su un prete nel bel mezzo di un'omelia.
<< Oh no! >> Musashi si afferra il capo con entrambe le mani. << Due battute semidecenti in pochi minuti. Cos'hai in mente? >>
<< Per tutte le divinità! >> scoppia l'armadio.
<< Perché >> chiedo sinceramente divertito, << che significa? >>
<< Significa che i suoi neuroni da schizofrenico >> risponde Musashi che, invece, continua ad essere agitato, << hanno partorito un'idea assurda. E quando il tuo Paparino diventa la madre di qualche follia inizia a fare battute per controllare la tensione >>.
<< E' vero? >> domando al ciclope..
<< No, non preoccuparti >> Furia Buia respinge frettolosamente l'insinuazione. << I tuoi fratelli hanno la cattiva abitudine di esagerare. Volevo solo prendere in giro Orso. Perché, io non posso farlo? >>
<< Allora sei d'accordo con me!? >> dice Musashi.
<< Beh, no >> riflette il ciclope. << Il sesso nella sua "meccanica" è solo una parte di una relazione. Molto molto molto importante, aggiungo. Tuttavia, andrebbe considerato e sperimentato nella sua dimensione più ampia che coinvolge, come ha detto giustamente Orso, passioni, sentimenti, fantasie. E' un'esperienza completa, totalizzante e, si spera, sempre appagante. E la narrativa erotica, se scritta bene, riesce a descrivere l'eros in tutte le sue sfaccettature e, perché no?, in tutta la sua poesia >>.
<< Vuoi leggere il mio libro? >> propone trionfante l'omone.
<< No >> risponde serafico il cacciatore con la benda, << preferisco i porno >>.
<< Incolto! >> sbotta Orso.
 << Io ... io ... >> balbetto alla ricerca del corretto timbro di voce << ... io vorrei scegliere in autonomia cosa pensare >>.
<< Almeno Ragazzo non è condannato come voi >>. Orso ha chiaramente interpretato le mie parole in senso eccessivamente ottimistico.
<< Sbagli! >> lo contraddice Musashi, la cui esegesi è più vicina al vero. << Vuole solo farsi una ... scorpacciata di informazioni >>.
<< Lascivo! >> finge di insultarmi il ciclope.
<< Devo compiere sedici anni >> mi difendo. << Ho il diritto di ... informarmi e magari >> riflettendo sui possibili effetti collaterali del nuovo tema d'indagine << di indossare qualcosa di più ... adatto >>.
<< Cos'ha che non va il tuo abbigliamento? >> chiede il Paparino.
<< Questi pantaloni alla "Mad Max" saranno pure fighi, ma temo siano un po' troppo ... stretti >>.
<< Hai paura di scoprire che sei maschio, vero? >> si lancia all'attacco il Biondo.
Sono ancora indeciso sulla gravità dell'insulto con cui rispondergli quando il cacciatore con un occhio e mezzo mi dà il colpo di grazia. << C'è ancora tempo >> dice << prima che il "problema" diventi ingombrante >>.
<< Almeno possiede ancora il senso del pudore, perciò ... Trattamelo bene! >> mi esorta Orso posando il suo libro sulla pila di magazine del Biondo già saldamente in mio possesso. << E' il mio tesssoro >>.
<< E con la benedizione del mostruoso Smèagol possiamo chiudere >> sbuffa il Paparino tornando ad analizzare le bottiglie sistemate all'interno del portavini. << Il nostro agente segreto ci aspetta per darci informazioni >>.
<< Chi è? >> domando.
<< Non sarebbe segreto. Tra poco lo conoscerai >>.
<< E chi spia? >>
<< gli amici del tuo amore >> risponde sornione  afferrando due bottiglie di rosso.
<<  Clap, clap, clap! >> ironizzo. << Hai perso lo smalto di pochi minuti fa >>.
<< Che devi farci col vino? >> chiede Musashi.
<< Pensavo di portarlo con noi. Non prevedo troppi spostamenti, perciò inganneremo l'attesa con un po' di questo >> indicando il prezioso succo d'uva.
<< Va così male? >> provo ad interrogare i miei fratelli pur sapendo che probabilmente mi proteggeranno ancora dalla verità.
<< Per il momento no >> Orso di nuovo concentrato stoppa la mia curiosità. << Ciò che conta è che oggi va tutto bene >>.
 
 
*****
 
 
<< Prendi l'altra strada >> mi dice il Paparino in prossimità del ponte, << quella che costeggia il lago e aspettaci in cima alla salita >>.
<< Dove hai preso il primo pugno >> precisa divertito Musashi.
<< Ti raggiungeremo presto >> chiude Orso.
<< Non mi direte perché devo andarci da solo, vero? >>
<< ... Io, al posto tuo >> risponde Furia Buia con aria dispiaciuta, << approfitterei di questi momenti, perché potrebbero non tornare ... Forza, muoviti! Il nostro contatto ti aspetterà lì >>.
<< Come faccio a riconoscerlo? >>
<< Ti riconoscerà >>.
<< Almeno >> cerco di essere ottimista, << mi state dando fiducia >>.
<< Per niente >> l'armadio abbatte il mio slancio. << Il fatto è che per fortuna non corri ancora troppi rischi >>.
<< Altrimenti, Matsuda ci avrebbe già avvertiti >> mi spiega il Biondo.
 << E poi, all'occorrenza, potrei proteggermi ... >> materializzando uno scudo di at field. Gli sguardi di biasimo che mi lanciano contemporaneamente i tre cacciatori mi strozzano in gola l'ultima parte della proposizione. << Va bene, vado! >>
Guardando i loro giacconi che si allontanano, mi sento attraversato da sentimenti contrastanti.
Da un lato non posso che esserli grato per l'impegno che mettono nel prepararmi alla vita schifosa che ci è toccata, curando nello stesso tempo di tenermi il più distante possibile (e finché possibile) dalle esperienze che potrebbero distruggere quel po' di innocenza che ho da poco riscoperto. Credo che, se potessero scegliere, preferirebbero essere loro il buio pur di permettere a me di essere luce; si farebbero uccidere piuttosto che zavorrarmi con il peso del mondo intero sulle spalle.
Dall'altro lato, però, sento che non è giusto che io mi cibi del loro sacrificio. Non voglio che perdano il diritto di vivere qualcosa di bello solo per prolungare in modo innaturale quest'infanzia posticcia. La mia vita è andata così, non è colpa loro. Non voglio che indossino il mio collare. Mi hanno già indicato una via, non quella che desideravo, ma neanche ad Asuka è toccata la vita che sognava.
Ciò nonostante, devo ammettere che << sembrano Qui, Quo e Qua. Altro che cavalieri oscuri >>.
 
E poi il sesso non è proprio un affare da bambini. Il fatto che io rischi la vita dovrebbe, anzi, stimolarmi a rubarne i piaceri. Si tratta solo di abituarsi a vivere alla giornata.
Forse, però, non avrei dovuto iniziare a documentarmi partendo dal libro di Orso. Ho capito che non è necessario indulgere troppo nei particolari, ma, dopo aver letto tre pagine di quello che dovrebbe essere un passionale amplesso tra i due protagonisti, rigorosamente descritto dalla prospettiva del tavolo della nonna di lei su cui l'atto si sta consumando; dopo aver compatito quel povero disco di legno a quattro zampe che si incurva e si piega e ondeggia e scricchiola e salta e si riabbatte sul pavimento; dopo tutto ciò, seduto sul muretto con il libro aperto in mano e le riviste del Biondo a fianco, non posso non chiedermi: << ma stanno facendo sesso o una seduta spiritica? ... Magari mi conviene dare prima un'occhiata al materiale di Musashi. Così controllo se ci sono le foto dell'amica di Asuka ... e, nel caso, ... le metterò da parte ... per lui ... Non le guarderò, ovviamente >>.
<< Che stai facendo, Shinji kun? >> mi raggiunge la voce di Sakura.
<< NIENTE! >> grido lanciando il tascabile alle mie spalle e spazzando le riviste di Musashi con l'altra mano. Solo quando sento il rumore del tomo che impatta contro l'acqua prima di esserne inghiottito, mi rendo conto che ho appena distrutto la reliquia dell'armadio. << Mi pesterà >> piango disperato in cuor mio.
<< Allora, che stavi facendo? >> domanda sorridente Suzuhara appena mi raggiunge.
<< Aspettavo ... una persona >> rispondo mettendomi in piedi e pregando che anche i giornali non siano più a vista.
<< Hanno mandato te a proteggermi? >> mi chiede con il suo consueto tono gentile.<< Sono d'accordo con loro >>.
<< Sei tu la spia? >>
<< Non è piacevole sentirsi chiamare "spia" >> mi ammonisce severa puntandomi l'indice sul naso prima di scoppiare a ridere. << Scherzo, non mi sono offesa. Comunque, io sono vostra amica, non Mata Hari >>.
<< Scusa >> sorrido imbarazzato ... per migliaia di ragioni. Una di queste è che è così vicina che mi risulta impossibile non notare quanto sia bella. Il suo volto, poi, è legato agli anni che l'altro Shinji ha vissuto dopo il Perfezionamento. Alcune immagini della sorella di Toji si affacciano alla coscienza portando con sé un fiume di emozioni, tutte piacevoli.
Mi risvegliano il ricordo di un bacio di quella Sakura e la voce del medico che ho davanti. << Stai pensando ad Asuka? >> mi chiede voltandosi di scatto verso il lago.
Ad essere sinceri, non proprio. << Beh, non posso negarlo >> scelgo la diplomatica via di una prudente bugia per evitare che si creino inutili incomprensioni. Del resto, non voglio perderla. << Non si può dire che non lasci il segno >> scherzo toccandomi la guancia che ha assorbito per ben due volte l'ira della tsundere.
<< Devi darle un po' di tempo ma, soprattutto, non devi arrenderti! >>
<< Il fatto è che ha ragione, almeno su un punto. Capisco la sua sfiducia in quanto è la mia; io ho paura di commettere altri sbagli, di farvi ancora soffrire. Ne stavo giusto parlando con Furia Bua. E, sebbene abbia cercato di far credere ad Asuka che so quello che faccio, la verità è che ho i suoi stessi dubbi. Quanto al mio passato >> senza specificarti quale, << posso solo tentare di accettarlo, sperando che non mi condizioni troppo ... o troppo poco >>.
Sakura mi guarda con tenerezza. Provo un certo disagio nel constatare che io, in questo momento e da questo ... punto di vista della mia coscienza, sono più piccolo di lei. << Non so spiegarti perché >> inizia abbracciandomi con la sua voce << ma non sono mai riuscita ad odiarti, anche quando ero convinta ... mi avevano convinta che l'unico vero responsabile di quanto accaduto fossi tu. Forse è solo una questione di ... affinità elettive. Ed è stato un bene perché ho avuto l'opportunità di osservare la realtà da un'altra prospettiva >>
<< Che intendi dire? >>
<< All'inizio pensavo che il fatto di non riuscire ad adattarmi al sentire degli altri mi rendesse strana. Poi ho compreso: non siamo solo noi le vittime, lo sei anche tu. Anzi, tu non porti soltanto il peso dei tuoi sbagli, ma anche del racconto che si è sviluppato su di te. Più di altri paghi le conseguenze di una cattiva pubblicità e delle invenzioni dei cantastorie che hanno creato il personaggio di Shinji Ikari. Molti tra noi, di nascosto e senza saperlo, sono grati a questo personaggio perché, dal confronto con l'immagine di Shinji, in qualche modo sentono di uscirne purificati, come se semplicemente il tuo nome fosse sufficiente a farli sentire migliori. Tutti riescono ... riusciamo >> si corregge imbarazzata << a considerarci un po' più  buoni o più in gamba perché (e proprio perché) tutto ciò che tu puoi fare deve essere sbagliato o per i motivi sbagliati. Il tuo mito, che poi è quello di un adolescente "difficile", non ammette che tu ne faccia una giusta. Nessuno vuole credere che Shinji Ikari sia uno dei tanti specchi fedeli su cui è facile riflettersi. Le nostre debolezze diventano più accettabili quando esiste qualcuno come te a cui possiamo evitare di perdonarle. Ognuno ci ha messo del suo, sputando su questa maschera i propri pregiudizi, le proprie colpe, i propri ideali. Alla fine la maschera ha preso vita e ha insegnato come dobbiamo giudicarti, facendoci dimenticare che esiste ... >>
<< ... Un altro punto di vista? >>
<< Si, il tuo, perché tu sei reale, non sei una favola. Sei umano e i tuoi poteri riguardano solo la portata della tue azioni, non la tua natura. E il fatto che si possa aver paura non cambia la sostanza delle cose, e cioè che anche tu, come ogni essere umano, sei egoista e altruista, coraggioso e vigliacco, intelligente e stupido, meraviglioso e odioso. Eri solo, eri spaventato, avevi bisogno di essere aiutato >> mi dice toccandomi delicatamente la guancia sinistra. Dovrei pensare ad Asuka e alle orribili, sebbene meritate, parole che sciolsero l'incantesimo, ma preferisco riposare su questo contatto perché lo sto vivendo proprio ora. << E, nonostante ciò, hai dovuto affrontare situazioni sconvolgenti per un adulto, figurarsi per un bambino >>.
 
E quello che ricordi tu non è niente.
 
<< E tutti, anche coloro che avrebbero dovuto proteggerti, anche coloro che dicevano di non aver bisogno di te, chiedevano a quel ragazzo di fare qualcosa come se solo tu potessi aiutarli, come se solo tu fossi ... >>
<< ... L'invincibile Shinji >> concludo la frase. << Peccato che ... in alcune occasioni abbia avuto il potere di fare qualcosa e ... io non l'ho sfruttato >>.
<< Non farti ossessionare dal tuo senso di colpa >> afferra anche l'altra guancia e avvicina il viso fissandomi negli occhi, << non lasciarti travolgere dal tuo passato e neanche dai giudizi degli altri o sbaglierai ancora ... Io ho paura di te >> mi confessa ridendo e piangendo, << ma sono anche sicura che tu non sia più lo Shinji di prima. Io so che stai cambiando, perché ora puoi comprendere i motivi che ti hanno spinto ad agire come hai fatto e, soprattutto, ora puoi apprezzare l'affetto che ti circonda, anche il mio. Non arrenderti, Shinji! Per il nostro bene, per il nostro futuro >> continua con tale passione da entusiasmare anche me. << Il passato non puoi modificarlo; perciò, fa' i conti con te stesso una volta per tutte, trova le tue risposte e decidi chi vuoi essere. E allora, forse, un giorno sarai proprio tu a salvarci, considerato che hai chiaramente il potere di farlo >>.
<< Ho anche il potere di distruggere tutto, probabilmente senza dover neanche salire su un Eva. Tutto ciò che faccio ha delle conseguenze >>.
<< E' così per tutti. Il tuo caso è diverso per ...  >>
<< ... Per quantità, immagino >>.
<< Si. Te l'avevano già detto? >>
<< I miei fratelli me lo dicono sempre; loro mi proteggono da sempre >> rispondo a bassa voce per non far sapere al destino quanto, in realtà, mi senta fortunato.
Le labbra di Sakura riscaldano la guancia che ha conosciuto la prima carezza di Asuka, sono morbide e promettono amore. << Ma se vuoi salvare noi >> mi sussurra all'orecchio, << devi salvare prima di tutto te stesso, Shinji Kun. I tuoi cari ti daranno una mano, ci sono i tuoi fratelli con te ...e ci sono anch'io >> battendosi il petto per dichiararsi presente.
<< Come hai fatto a cambiare idea su di me? >> chiedo strofinando la manica della maglia sugli occhi, approfittando, mio malgrado, della fine di quel contatto.
<< Te l'ho detto >> sorride. << Non l'ho mai cambiata ... Perciò >> continua con un tono più squillante << il mio caso non ti sarà utile per risolvere i tuoi problemi con Asuka >>.
<< Quindi, davvero non c'è niente che io possa fare per farle cambiare idea su di me? >>
<< A te importa? >>
<< Si >>.
<< Allora no, non c'è niente che tu possa fare. Però ... >> si ferma. Mi offre un sorriso enigmatico, appena camuffato da una confidenziale strizzata d'occhio, << quando capirai cosa significa, ti sarà sufficiente non fare niente per farle cambiare idea, perché le mostrerai lo Shinji Ikari che puoi essere >>.
 << Vista così >> penso, << non sembra un'impresa impossibile >>. Se solo riuscissi a capire cosa mi hai appena rivelato!
<< Ciao, Ragazzi! >> Sakura grida e si sbraccia per salutare i tre cacciatori che stanno risalendo lungo la strada. << Ah, Shinji >> continua a bassa voce, << quasi dimenticavo, Asuka tra poco sarà qui. Lo sai che ama fermarsi a guardare il paesaggio. Perciò, è meglio che non associ te alle riviste che hai cercato di nascondere >>.
I miei occhi individuano gli oggetti incriminati, tutt'altro che nascosti, prima che la vergogna mi paralizzi. << Non sono miei, sono del Biondo >> con la faccia arroventata sputtano senza remore il fratello. << Li tenevo per lui ... Non li ho neanche sfogliati >> non me ne hai dato il tempo.
<< Non preoccuparti >> ride sventolando imbarazzata la mano all'altezza del mio viso. << Non era mia intenzione esprimere un giudizio, volevo solo darti un consiglio. Anzi, se ... >> si ferma, indecisa e rossa, fuggendo all'improvviso i miei occhi << ... se ne accetti un altro, forse ... dovresti indossare pantaloni ... meno attillati >>.
Ero consapevole che, dopo la lettura del libro di Orso, la prospettiva di "leggere" la collezione di Musashi con annessa analisi critica degli autoscatti di Makinami, la mia fantasia che si ostinava ad assumere le forme di Asuka e il contatto ravvicinato con le labbra di Sakura, avrei avuto bisogno di tuffarmi in acqua, possibilmente contro una lastra di permafrost; ma ho preferito comunque valutare rapidamente l'entità della ... dilatazione termica.
<< Io ... tu ... lei ... >> interrompo l'elenco dei pronomi personali considerando che a) li conosce, b) non sarebbe interpretato come segno di maleducazione voltarle le spalle. << Credo >> riprendo dopo una drammatica inversione a "U" e gracchiando così forte che, se fosse il mio canto d'amore, sarei fregato. << ... credo che seguirò i tuoi consigli >>.
<< Wooooh! >> reagisce il Paparino alzando la mano per proteggersi dalla mia vista. << Ragazzo, hai vinto. Ti procurerò dei pantaloni meno aderenti >>.
<< Non c'è bisogno di arrivare alle minacce >> scherza il Biondo. << Non è vero, cavernicolo? >>
Orso riesce solo a pronunciare uno stentato "ciao" prima di essere imprigionato nella grafite. Anche lui ha compiuto un passo, ma per relazionarsi alla pari con Sakura dovrà concludere una maratona.
<< Non è bello che ti rivolga a lui in questo modo >> Sakura spezza lo slancio salace di Musashi.
<< Oh, non farci caso >> risponde. << E' riuscito a salutarti, ma adesso deve riavviare il sistema. Quand'è in questo stato non sente niente. Piuttosto, spero che Ragazzo si sia comportato bene. Sai, sta crescendo anche lui >>.
<< Me ne sono accorta >> scoppia a ridere Sakura, incurante del mantra di scuse che cerco di comunicarle telepaticamente. << A proposito, non ho ... >> tornando seria << proprio ... molto tempo. Perciò ... >>
Davanti ai nostro occhi, Suzuhara si trasforma; l'imbarazzo che mi aveva mostrato non accenna a rifluire, anzi, sembra gonfiarsi come il letto di un fiume dopo un'abbondante pioggia, mentre le sue iridi, di colpo impazzite, non riescono a concentrarsi su niente, sebbene abbia la sensazione che cerchino Furia Buia. Incrocia le mani stendendo le braccia in avanti ed inizia a dondolare come una bambina che vuole esprimere un desiderio ... e, naturalmente, fa di tutto per affascinare chi ha il potere soddisfarlo. << Se ... se volete, possiamo allontanarci un po', così ... non ci vedranno >>.
<< Allora sarà meglio che di te si occupi il Paparino >> interviene Musashi che mi prende per un braccio strozzandomi in gola un istintivo obiezione, Vostro Onore.
<< Perché io? >> chiede sorpreso e un po' spaventato il cacciatore con la benda. << Deve parlare con ... noi >>.
<< Rifletti! >> Musashi lo imita. << Orso è ancora in letargo, io voglio fare le coccole alla mia gatta e Ragazzo sta per esplodere. Quindi, sei l'unico che può prestare attenzione alla nostra amata dottoressa e dare, al contempo, l'idea che vi stiate godendo una romantica passeggiata >>.
<< Non fraintendere, scemo! >> si ribella Sakura che, però, non si lascia pregare ed arpiona con finto disappunto il braccio del Paparino per costringerlo a seguirla.
I miei occhi, carichi di un'insana gelosia, incrociano il suo, spalancato dal disagio e fisso su di noi, come se sperasse di contrastare in tal modo il corpo che al contrario asseconda la direzione imposta da Suzuhara.
<< Non ti ingelosire >> mi fa il Biondo. << Tu hai ancora la tua "missione Asuka" >>.
<< Chissà quanti secoli ci vorranno prima che riesca a completarla?! >>. E' bastato il nome del pilota per farmi sotterrare in un attimo l'ascia di guerra che avrei voluto scagliare contro il cacciatore bendato.
<< Mai quanti ne sta impiegando il dottore per far capire al nostro ottuso fratello che le piace. Muoviamoci adesso. Finché siamo a vista, al Paparino potrebbe venir voglia di fuggire >>.
<< Dobbiamo far sparire le tue riviste >> comunico al Biondo dopo aver geolocalizzato la posizione della rossa a neanche trenta metri da noi. << Se non ti dispiace ... >>
<< Ho capito, le prendo io, ma non ti aspettare che le nasconda quando incontreremo il tuo demone >>.
<< Basta che non dici che sono mie >>.
<< Mmmmmmh! Questa è musica per le mie orecchie >>.
<< Ti prego >>.
<< Perché stai implorando? >> domanda Orso.
<< Ben scongelato, fratello! Non è niente di importante, ma se vuoi ci penso io a colmare i tuoi vuoti di memoria >>.
<< Ci vuole ancora un po' per ... >>  prova a dire confuso e deluso il barbuto.
<< Ciò che conta è che stai facendo progressi >> lo rincuora Musashi, invece di finirlo.
 
La sagoma di Asuka emerge dall'ombra della piccola pineta come le immagini di una foto all'interno di una camera oscura. Cammina lentamente con un'aria vagamente distratta.
Ognuno di noi prima o poi trova un posto in cui può liberarsi dal peso dei propri doveri, dismettere i panni del personaggio che il ruolo e le conseguenti aspettative ci costringono ad indossare. Lei l'ha trovato sulle rive di questo lago.
Qui può coltivare la sua quasi trentennale amicizia con la solitudine. Non so che darei per sapere cosa pensa quand'è solo Asuka ... ammesso che dentro di lei esista una qualche entità che sia conforme alla definizione.
Perde il ritmo quando si accorge di noi, ma è il massimo dell'incertezza che ci concede perché supera presto la fase di disorientamento e rimodula subito il passo e il linguaggio del corpo affinché soprattutto io possa leggervi l'avvertimento "attenti al cane" affisso a bella posta.
<< Non mi conviene parlarle >> confido alla coppia che mi affianca mentre affondo con forza le mani nelle tasche per non farle intuire la natura delle sensazioni e delle ... fantasie che poco prima mi avevano assorbito.
<< Non ti converrà mai >> incalza Musashi. << Quindi, inventati qualcosa! Più passa il tempo ... meno occasioni avrai >>.
<< Però, mi ha colpito due volte >> replico abbassando il volume. << Anche lei ... >>
<< E se domani lei morisse? O se morissi tu? >>
<< Io non so cosa fare >> mi lamento quasi a mente quando stiamo per incrociarla.
<< Se non ti muovi, ti tiro un pugno >> sibila minaccioso Orso spegnendo ogni ragione di piagnisteo interiore. << Dille almeno "ciao" e vedi se ti risponde >>.
Non ho fatto in tempo neanche a guardarla, mi è passata accanto come se non esistessi.
<< Che cavolo! >> sbotto arrestandomi.
Lascio proseguire i due cacciatori, inspiro profondamente e cerco di calmare la corrente di emozioni che mi scuote, alimentata dalla percezione di Asuka che, come me, si è fermata a pochi passi di distanza.
<< Forse, vuole dirmi qualcosa o vuole che sia io a farlo >> mi dico meditando sui motivi che spingono me e la Second a darci sempre le spalle, almeno fino a quando uno di noi non trova il coraggio o un pretesto per girarsi. << Beh, vediamo se mi risponde >>.
<< Cercherò >> inizio con tono sostenuto e impostando il timbro per dare un "aspetto" decente a ciò che voglio dirle << ... cercherò comunque di non fare troppi casini >>.
Sto per andarmene dopo aver atteso, inutilmente per un'eternità, una parola, anche solo un cenno di vita ... dall'altra parte dell'oceano.
<< Sarà meglio >> finalmente rompe il silenzio << ... o dovrò fermarti io >>.
Non avverto l'astio della persona che non riesce a non odiarmi, né la determinazione della guerriera che mi tiene a distanza. A dire il vero non so decifrare questa ragazza, ma ciò che conta è che ha risposto
<< In quel caso te ne sarò grato >>.
Non riesco a voltarmi e so che anche lei non ha trovato il coraggio o il pretesto per farlo. << Mi sa che è finita qui >> penso. << Tutto sommato, posso accontentarmi >>.
<< Comunque >> riprende a parlare , << non è che il sogno di Orso non sia ... bello. E' solo che non mi piacerebbe passare tutta una vita così >>.
<< Come darti torto? >> mi accodo ringraziandola nel mio cuore << Alla lunga, annoierebbe anche me >>.
Potrebbe essere una coincidenza, ma ho l'impressione che quando non siamo a vista l'uno dell'altra ci sia più facile parlare. Peccato che non mi basti più.
<< Ti va ... ti va se resto con te >>.
<< ... Non esagerare! >> gracchia come la "ragazzina" ... dei miei sogni. Spero che l'altro Shinji abbia detto almeno una volta alla sua Asuka che ascoltarla non era poi un'esperienza così traumatica.
<< Ci ho provato >> rido nervosamente voltandomi il necessario per vederla con la coda dell'occhio e non solo con la mente.
Anche lei si era girata per guardarmi. << Stupido! >> esclama porgendomi di nuovo e poco gentilmente la nuca.
 
<< Pensavo peggio! >> pronuncio la formula del Paparino mentre raggiungo Orso e Musashi che mi attendono sul limitar della pineta al confine con il villaggio. Un brivido mi corre lungo la schiena << Come l'altra volta >> rifletto[3]. << Mi stanno tenendo d'occhio >>.
Non ci sono pericoli nelle vicinanze e dai loro volti distesi intuisco che più avanti non farò incontri sgraditi. Tuttavia, rimettendo assieme i tasselli, realizzo che non mi hanno mai lasciato veramente solo da quando io e Furia Buia siamo tornati dai luoghi del nostro addestramento segreto.
Ormai ne sono certo, mi hanno mentito. Sanno più di quanto vogliano farmi credere. << Come è andata? >> domanda Orso che non riesce a nascondere l'agitazione.
<< Mi ha parlato. Abbiamo scambiato poche battute, ma ... >> mi concentro sul tema che più mi sta a cuore, nonostante abbia perso l'esclusiva nella mia mente.
<< Non è finita, quindi?! >> commenta Musashi con un sorriso a trentadue denti.
<< Sarà un lungo cammino >> rispondo scoraggiato per smorzare il loro ottimismo. << Visto che si tratta di Asuka, conviene rimanere con i piedi per terra >>.
<< Finché hai anche solo una mezza possibilità ... >> mi dice l'armadio << puoi sempre fare qualcosa >>.
<< Ma si, in fondo l'ultima volta mi è andata bene >>[4].
 
 
*****
 
 
<< Mi sa che è andata male >> sospira Musashi.
Dai finestroni del locale abbiamo intravisto Suzuhara risalire a passo svelto lungo la strada che porta al quartier generale della Wille. Strofinava nervosamente una mano sulla faccia mentre l'altra stringeva il giacchino della divisa.
<< Niente, proprio non riesce a fare quel maledetto passo >> commenta amareggiato il vecchio che, dall'altro lato del bancone, ha potuto mettere meglio a fuoco l'espressione del sottufficiale.
<< Cos'è successo secondo voi? >> chiedo.
<< C'è che il tuo Paparino >> risponde il Biondo << non ne vuole proprio sapere di essere felice >>.
<< Ha paura di essere felice >> continua il vecchio, << perché in quel caso avrebbe qualcosa da perdere >>.
<< Forse ... pensa di non meritarlo >> provo a dare un senso a quelle parole immedesimandomi nel cacciatore, salvo rendermi subito conto che ho appena descritto me.
<< Hai colto nel segno, Ragazzo >> mi dice l'ex Paparino. << Il problema di quello stupido è che è un buono costretto ad essere cattivo. Non ha ancora trovato il modo di accettarlo. Speriamo che quella ragazza non decida di mollare con lui, è una delle poche che abbia il potere di salvarlo >>.
<< Da cosa? >>
<< Dal suo nome ... Forse tu potresti provare a dirgli qualcosa >> mi suggerisce il vecchio.
<< Io, perché proprio io? >> domando sorpreso.
<< Perché a noi non darebbe ascolto. Sa bene come tenerci a distanza >>.
<< E credi davvero che a me darebbe retta? >>
<< No, ma potresti contare su un vantaggio iniziale: non si aspetta di doversi difendere da te >>.
<< Ma non saprei cosa dire >> ammetto.
<< Digli la verità >> afferma Musashi. << Come, già una volta, ti ha consigliato Sakura >>.
<< Finirò in infermeria >> sbotto rassegnato. Il vecchio e i suoi due "figli" attendono di conoscere la mia decisione. E' chiaro che sono preoccupati per il cacciatore sociopatico e non vogliono lasciarlo indietro. In una famiglia ci si dovrebbe comportare sempre così e, in fondo, non mi dispiacerebbe per una volta sdebitarmi. << Tentiamo! >> pronuncio a bassa voce abbandonando il mio sgabello
 
 
<< Ha fatto in fretta Sakura. Almeno ti ha dato notizie importanti? >> avvio cautamente la discussione.
Furia Buia è seduto sul muretto ed occupa il posto preferito da Asuka. Stringe un ginocchio vicino al petto e, di spalle al lago, fissa la mia mano destra che tradisce la tensione del momento con un incessante movimento di apertura e chiusura. E' più buio del solito e resta in silenzio. Non mi ero mai accorto di quanto la solitudine fosse opprimente anche per lui.
<< Si >> risponde dopo un po' ancora distratto. << Mi ha riferito ciò che mi serviva sapere >>.
E' costretto a guardarmi negli occhi quando lo sveglio dall'ipnosi nascondendo la mano dietro la schiena.
<< Sei seduto al posto di Asuka >> gli faccio notare.
<< L'ho vista andarsene. Forse non voleva incontrarmi. Devo averla disturbata >>.
<< Il posto non è male >> dico. << Magari è giusto goderselo da soli. Perché, però, guardi dall'altra parte? >>
<< Perché non ho voglia di guardare niente >>.
<< Ti va se sto un po' qui con te? >> gli chiedo con calma mentre già penso alla contromossa da attuare in caso di risposta negativa. Non temo il suo rifiuto, ho paura di lasciarlo solo.
<< La verità è che ti capisco >> inaspettata arriva la confessione. << Io ho ancora paura di ciò che è in mio potere fare. Eppure quella paura è un bene. Abbiamo tutti bisogno di ... "un senso morale" con  cui fare i conti, di un grillo parlante anche se quasi sempre si presenta come il più severo dei giudici. Abbiamo bisogno di una regola, di stabilire i confini che devono delimitare il nostro cammino, di una bussola che ci aiuti a decidere come comportarci, cosa scegliere soprattutto quando non abbiamo il tempo di valutare le possibilità a nostra disposizione.
<< Il mio nome mi piaceva >> continua dopo aver stimato, credo solo a proprio beneficio, il valore dell'equilibrio, << perché mi faceva illudere che in questa vita ci fosse un posto anche per uno come me, ma il fatto che qualcosa abbia senso per noi, non vuol dire che ce l'abbia veramente. Ora, però, mi sta stretto, mi crea disagio perché non può riassumere ciò che sono. Grazie alle persone che mi vogliono vene ... beh, riflettendo sulla "relazione" che ci unisce, mi viene da pensare che potrei essere qualcosa di più di un ... cacciatore dal pessimo carattere >>.
<< Per questo, stamattina, sapevi come rispondere alla mia domanda >>.
<< Che vuoi farci? Tu mi costringi a spremermi le meningi più del necessario perché non posso trasmetterti solo la mia esperienza. Perciò devo provare ad insegnarti anche ciò che ancora non so o non sono capace di mettere in pratica. E di questo ti sono grato >> conclude stirando il volto per mostrare una serenità che, invece, serve solo a celare sconforto e stanchezza.
<< Immagino non sia facile assumere il controllo della propria maschera >>.
<< E' maledettamente difficile >>.
<< E' la tua maschera che ti impedisce di dire a Sakura che ti piace o sei tu? >>
In questi mesi, a forza di subirla, ho imparato la tecnica di gestione del discorso di Furia Buia: secca e mirata.
Il cacciatore accusa il colpo, non è abituato a trovarsi dall'altra parte ed ora non sa decidere se arrabbiarsi o accettare il nuovo ruolo. << Vorrei dirti >> forse ha scelto la seconda opzione<< che non sai di cosa parli, ma non lo credo. Però, resta il fatto che le relazioni tra adulti sono complicate >>.
<< Non so cosa significhi essere adulti, mi chiedo se riuscirò mai veramente a capirlo. Tuttavia, inizio ad essere curioso >>.
<< Un altro passo in avanti >> si rilassa Furia Buia.
<< Credo che, comunque, avrò sempre paura delle relazioni >> continuo ripensando ad Asuka. << In realtà, non so niente di te e non so neanche se posso esserti utile in questo momento. Perciò, mi limiterò a dirti soltanto quello che penso >>.
<< Non sei molto fortunato quando lo fai >>.
<< Non avrò mai una risposta giusta e non sono nessuno per dare consigli ... figurarsi giudicare come una persona conduce la sua vita. Però mi avete insegnato a non mentire a me stesso, quindi, dirò a te quello che ho confessato a me >>.
<< Spara! >> esclama con apparente leggerezza il cacciatore che, invece, concentra tutta l'attenzione su di me come se si aspettasse un'illuminazione. Respiro per non lasciarmi condizionare dalla sua speranza che è anche mia.
<< Da dove comincio? >> fingo di riflettere mentre la mano destra è di nuovo posseduta e riprende a stendersi e a contrarsi. << Io ho paura di deludere non solo le persone che mi sono care, ma tutti; ho paura di fare del male, di non arrivare in tempo; ho paura di essere un inetto e, quindi, di essere condannato a fallire, vuoi perché tra due possibilità finirò per scegliere quella sbagliata, oppure perché, anche se scegliessi la cosa giusta, non sarei capace di portarla a termine. Alle volte non riesco a dormire o mi sveglio nel cuore della notte pensando a tutte le persone che confidavano in me, perché non avevano altra scelta, e alla loro delusione. Ho paura che vada tutto male e ho paura che possa andare tutto bene perché non lo merito e perché la fortuna potrebbe voltarmi le spalle.
<< Ah, e non ti ho detto ... >> serro i denti fin quasi a spezzarmeli per mantenere la concentrazione sul mio fratello << ... che, poiché temo ancora di essere un inetto, ho paura del rifiuto, dell'abbandono, della fine di tutto ciò che è bello. Insomma, ho paura di soffrire, Furia Buia! L'ho sempre avuta, per questo ho sempre tenuto tutti a distanza, per questo ho sempre odiato il cambiamento, per questo ... ho sempre rifiutato la responsabilità. Ma guai se a qualcuno fosse venuto in mente di liberarmi da quel peso, perché quel peso era la mia assicurazione, mi dava la certezza che non sarei stato buttato >>.
La mia mano, ora ferma, è chiusa così saldamente a pugno che sento le dita infilzare il palmo.
<< E' parecchia roba >> riflette il Paparino. Voleva rientrare nel personaggio e riconquistare il ruolo del padre che per un figlio è come dio. Mi piace credere che si sforzi di essere dio almeno per me, ma mi piace ancora di più constatare che non ci riesce. Un figlio dovrebbe accettare che anche il padre sia un uomo e alleggerirlo del fardello dell'infallibilità.
Osservo ora il mio fratello con la consapevolezza di trattare con un mio pari, un altro essere umano come me. Anche lui continua a porsi domande, a cercare risposte; anche lui si sforza di imparare a vivere.
<< Scegli tu >> riprendo a parlare << quella che ti piace, decidi tu in quale paura ti riconosci ... se ce n'è una. Vedi, non è che non condivida il tuo modo di ragionare >> insisto per impedirgli di dire la sua, visto che anche Furia Buia, all'occorrenza, si posiziona. << E' solo che il mio parte da una prospettiva differente. Ricordi quante volte mi hai detto che la nostra aspettativa di vita è bassa, che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo? Beh, invece, ti chiedo: e se riuscissimo per qualche miracolo a sopravvivere per cento ... no, addirittura per mille anni, come giudicheresti la tua vita, cosa diresti pensando a ciò che non hai voluto vivere, a ciò che ti sei lasciato sfuggire? Soprattutto, cosa diresti se si trattasse di persone che hai amato? >>
<< Che, forse, grazie alla mia ... scelta avranno trovato la felicità incontrando qualcuno che non fosse me >>.
<< Davvero vuoi chiamarla scelta? E, se anche fosse così, ti soddisfa questa risposta? Perché a me non andrebbe proprio giù >>.
<< Perché pensi da egoista >> cerca di scherzare il Paparino il cui volto trattiene, invece, tutta la fatica che fa per non mostrarsi apertamente. Lo capisco, perché anche lui, come me, ha paura; usa il suo pessimo carattere, la sua logica e l'ironia, ma il fine è sempre lo stesso: proteggersi.
Fa male sentirsi vulnerabili. Io e Asuka non siamo speciali neanche in questo.
<< Oh si >> rispondo a tono. << E lo faccio a fin di bene. Se mi sacrificassi, anzi, se rinunciassi a qualcosa senza volerlo veramente, finirei per arrabbiarmi, per starci male e forse per fare del male. Considerato, poi, che parliamo di me, al mondo conviene che io sia un po' egoista >>.
Furia Buia, finalmente, si lascia andare ad una risata amara, ma al contempo liberatoria. << Non fa una piega, Ragazzo >>.
<< Non credo ci sia niente di male nel volere qualcosa di bello. Perché dovremmo lasciarlo agli altri senza combattere? >>
<< E se poi lo perdessi ? Se la felicità, in vena di scherzi, volesse solo farmi un saluto per poi fuggire? Se io non fossi in grado di rendere felici le persone a cui voglio bene? >>. Ecco che il suo buio ha trovato la strada per uscire alla luce del sole.
<< Ti tirerei un pugno in testa se non avessi la certezza che finirebbe male per me >> grido cercando di imitare la sua voce e i suoi modi. << Continui a distrarti. Hai appena descritto la versione standard di Shinji. Se vuoi il modello full optional devi aggiungere tutte le altre voci dell'elenco esemplificativo, ma non esaustivo, che ti ho appena descritto ... Sai, grazie a voi riesco anche a riderci su. Io non voglio confondere >> dico tornando ad impersonare soltanto Shinji << la mia paura di provare esperienze spiacevoli con l'altruismo. Non è questo che mi avete insegnato. L'ho fatto tante volte solo perché non avevo il coraggio di rischiare e, quando è arrivato il momento della verità, non sono stato pronto sia in questa che in un'altra vita. La mia menzogna si è ritorta contro di me e contro di voi >>.
<< Ti rendi conto che mi stai dando del vigliacco e dell'ipocrita? >>.
<< No ... cioè, forse un po' si. E' che ... insomma, non ti va di scoprire se esiste un altro punto di vista, se puoi vivere in un altro modo? O preferisci arricchire la collezione di rimpianti? >>
Furia Buia sospira mentre osserva pensieroso i resti del manto stradale sotto i nostri piedi; rialza lentamente la testa guardando me e la pineta alle mie spalle. Dopo alcuni respiri lenti e profondi, si rimette lentamente in piedi. << Va bene >> esclama a bassa voce. << Tentiamo! ... Ragazzo, ti dà fastidio se, mentre me ne vado, ti do una spallata per mostrarti tutto il mio disappunto? >>
<< No. E a te dà fastidio se cerco di schivarla? >>
<< No >>.
 
La spallata non è mai partita e io non ho dovuto spostarmi per lasciar passare il cacciatore.
 Approfittando della momentanea solitudine ho messo in allerta le mie capacità di visualizzazione per controllare l'ambiente circostante e materializzato un invisibile guscio di at field, sufficientemente intenso da permettere al Paparino di non distrarsi dal suo proposito con la scusa di doversi occupare della mia sicurezza.
Al diavolo, devo pur imparare a cavarmela da solo.
Ha ragione Asuka, il panorama da questo punto del lungolago e a quest'ora, quando il sole inizia ad inabissarsi, è veramente stupendo.
Eppure mi annoia stare fermo a contemplare i colori della natura, mi sento agitato e a nulla vale ricordare che mi è sempre stato facile perdermi nella visione di un paesaggio, possibilmente lontano da altri esseri viventi. E' una strana sensazione quella che mi pervade. Sono solo, in pace, addirittura soddisfatto perché per la prima volta il Paparino sono stato proprio io. Eppure mi manca qualcosa, desidero la compagnia e mi muovo sempre più scomposto, sempre più deconcentrato senza riuscire a decidermi se restare o andarmene. Avverto tutto il peso della separazione dagli altri, il mondo mi adesca come il canto di una sirena che mi infiamma di passione. Non mi basta vedere il bello, che gusto c'è a guardarlo da soli?
 
 
*****
 
 
E' ormai buio già da un pezzo e, nonostante il mio animo in fermento, sono ancora qui di fronte al lago rischiarato soltanto dalla luce bianca della luna. Mi sono perso l'ultimo bagliore del sole mentre colava a picco con la sua barca e ho continuato a dondolare come un pazzo senza attaccarmi ad alcun pensiero.
Mi colpisco in testa per punirmi quando mi rendo conto di essermi distratto disattivando sia i miei sensi umani che il sistema di protezione aggiuntivo. << Non va bene >> mi dico. << Forse è meglio tornare >>.
La brama di relazioni con altri esseri umani si è placata, ma non l'agitazione; perciò indugio sul viale principale del villaggio, costeggiando il piccolo boschetto sulla sinistra accompagnato solo dal rumore dei miei passi.
Non c'è nessuno a portata di sensi, nessuno a portata di fucile, nessuno nascosto dietro un albero per tendere un'imboscata, nessuno ... tranne Ayanami.
L'ho riconosciuta per istinto, dal momento che faccio fatica a "concentrarmi". E' seduta a terra in mezzo a due alberi, la schiena è leggermente incurvata in avanti e le gambe sono piegate. Non so se stia osservando il cielo o le ginocchia, ma, se non fosse per gli abiti della seconda superpotenza che indossa, mi volterei a cercare Ramiel[5].
<< Che ci fai qui? >> le chiedo quando mi accorgo che ha avvertito la mia presenza.
<< Mi perdo >> risponde chiudendosi quasi a uovo.
<< In che modo? >>
<< Guardo, penso, ascolto. E allo stesso tempo non faccio niente di tutto ciò >>.
<< Ci vieni spesso? >>
<< Quando posso, sempre di sera >>.
<< Ti disturbo? >> domando accomodandomi accanto a lei, senza aspettare la risposta.
<< Non lo so ... Se cerchi il dottore e il cacciatore, sono nell'infermeria. Dovevano parlare e li ho lasciati soli >>.
<< E' da molto che sei qui? >>
<< Non saprei dire >>.
Sorrido, nonostante il fastidio provocato da un'altra fiammata che risale dallo stomaco.
<< Se devi parlare con loro, puoi usare i tuoi poteri per sapere se hanno finito >> mi dice candidamente la First.
E' vero, potrei, ma anche mio fratello ha diritto alla sua privacy. << Come fai a sapere dei miei poteri? >>
<< Li sento ... da quando il comandante Shikinami ci ha condotti qui >>.
<< E quando mi hai incontrato alla Nerv? >>
Rei mi fissa interdetta come se non comprendesse la domanda. << Non fa niente! >> le dico. << E' inutile ricordare quei giorni. Piuttosto, per favore non parlarne con nessuno, tranne con Sakura chiaramente. Lei è nostra amica ... anche tua >>.
<< Me lo dice spesso >>.
<< E per te lei è un'amica? >>
<< Non so ancora bene cosa significhi. Però, mi piace stare con lei >>.
<< Ne sono lieto. E io sono felice che tu sia qui, al villaggio >> e non tra le grinfie di quel maledetto.   
<< Mi piace anche averti vicino >> afferma con un'ingenuità che non dà adito a fraintendimenti ma che mi coglie ugualmente di sorpresa. Lei è pur sempre un clone di quell'altra Ayanami, la ragazza che volevo salvare al prezzo dell'estinzione della vita sul pianeta; a sua volta quella Rei, che aveva svegliato in me i primi, crudi e incerti, desideri da adulto, era il parto di menti malate che giocavano a imitare dio mischiando i geni di un angelo con quelli ... di mia madre. Sei un pazzo, ... Gendo.
<< Anche ... anche a me ... >> provo a ricambiare.
<< Tu puoi capirmi >> mi spiazza ancora guardandomi con i suoi occhi innocenti e gelidi. << Come me, neanche tu sai chi sei. Ma le somiglianze finiscono qui >> prosegue puntando di nuovo davanti a sé. << Io non dovrei esserci, io non esisto >>.
Forse si riferisce al fatto che ci sono state altre Rei Ayanami prima di lei. L'ha scoperto all'improvviso, nel modo peggiore, guardando la faccia di Lilith. Io so solo che di Ayanami ne ho conosciute molte e, in quell'altra vita, anch'io ho visto il suo volto in quello dell'angelo prima che ogni cosa cessasse di essere.
Poggio le mani a terra per non perdere l'equilibrio e trovare sollievo nel contatto con il freddo del terreno affinché mi confermi che sono qui e che esisto.
Mi raggiunge l'eco di ciò che (non) ho vissuto in quei momenti, di tutte le voci, i pensieri e le azioni che sono stato. Tutto e niente contemporaneamente in un arco di tempo infinito eppure concentrato in un minuscolo punto inesistente.
La voce di Asuka mi svegliò da un sonno mai fatto eppure reale ed eterno.
Con te, neanche morta!
Quel rifiuto segnò la frattura dell'unità indistinta che percorrevo senza muovermi, squarciò il velo della non esistenza distinguendo l'alto dal basso, la destra dalla sinistra. La mia rossa dovette assumersi l'onere della creazione pronunciando il Fiat Lux che generò lo spazio per la manifestazione della forma.
Non capii subito, perché ero ancora stordito a causa della ferita provocata da quelle parole. Rammento soltanto che mi ritrovai da solo nel nulla, già separato dal nulla, ma nel momento in cui immaginai di nuovo me stesso come Shinji il nulla si adattò e divenne qualcosa, concentrandosi nella figura di Rei, l'altra faccia di mia madre.
Era bello averla sopra di me, non avvertivo nessun rimorso, nessun senso di colpa, ma sentivo il peso del conforto di quel grembo materno che negava il mio diritto a venire al mondo. Avevo scoperto di nuovo me stesso e provai simpatia per quella speciale alchimia dell'universo conosciuta come Shinji Ikari. E amai la sua possibilità di vivere e amai la lacerazione della separazione che avrebbe trasformato quella possibilità in realtà.
Non provai disgusto per l'abbraccio di mia madre, né dolore per la pressione che Ayanami continuava ad esercitare perché io rimanessi in lei. Provai, invece, gratitudine perché mi aveva concesso l'occasione di sapere e di scegliere. E io scelsi ... di (ri)nascere.
L'universo intero non esisterebbe se non mi percepissi come entità separata, non potrebbe travolgermi con la sua bellezza, con il suo caos, con la sua insensata indifferenza se non possedessi la coscienza di me.
Non so se riuscirò mai a rispondere alla domanda: "chi sono?"; non so neanche se questa forma di coscienza, che ora parla con questa unica Ayanami a pochi metri da un villaggio sperduto alla periferia di un mondo che forse non è reale, sia vera o no.
E non mi importa, dal momento che, se ad essere vero fosse l'altro Shinji (o il mio passato) che dialoga con me come una voce fuori campo, allora dovrebbe fare i conti con ciò che sto imparando, con tutte queste esperienze che sono mie.
<< Io so chi sei >> le dico alzandomi.
Rei mi fissa stupita, poi meccanicamente mi imita.
<< Tu sei Rei Ayanami >> rivelo solenne come se le mie parole, se l'imposizione del nome, potessero far (ri)nascere anche lei. In fondo riconoscere l'altro ed essere a propria volta riconosciuti sono due facce del medesimo potere, creativo e generativo. << Non una della tante, infinite, che sono già esistite, ma questa. Sei unica e preziosa, sei le tue e solo le tue esperienze, le tue relazioni. Sei ciò che puoi pensare ... no, sei ciò che puoi scegliere di essere. E sono felice di stare qui con te, ora, in questo mondo perché, se ci sei tu, so che ci sono io >> grazie ad Asuka ... e a me.
<< Tu hai scelto chi vuoi essere? >> mi domanda immobile con quelle iridi rossastre che assomigliano alle porte del tutto e del niente.
<< Ancora no >> le dico prendendole la mano. << Ma per adesso ... va bene così >>.
<< Grazie di tutto >> suona una voce dentro di me quando la sua mano stringe la mia.
La First sorride come l'altra Ayanami (come le due Ayanami che ho conosciuto) quando forzai l'entryplug dello 00 al termine dello scontro con il quinto angelo.
<< Adesso, però, torniamo >> la esorto con la gentilezza nella voce e un'emozionata serenità nell'anima. << Se hanno bisogno di più tempo, la prossima volta faranno bene ad appendere il cartello "non disturbare" sul pomello della porta >>.
 
 
Mi fermo a pochi passi dall'infermeria, subito emulato dall'ex pilota; imposto due vigorosi colpi di tosse confidando che bastino ad attivare le antenne di Furia Buia ed una qualunque reazione chiarificatrice.
<< Arrivo, Ragazzo! >>
La sua voce mi suona più squillante del solito, così come più intenso mi appare il campo di forze che ha appena ripristinato per monitorare la zona.
Blocco Ayanami, che evidentemente aveva interpretato quell'arrivo come un'autorizzazione ad entrare. Io, invece, sono consapevole che, se avesse voluto proporci un simile invito, avrebbe usato una formula più appropriata.
Il cacciatore esce aggiustandosi i capelli leggermente spettinati con una mano, mentre con ostentata (e, devo dire, malriuscita) nonchalance usa l'altra per richiudere la porta alle proprie spalle. << Ragazzi >> ci saluta cordialmente con l'occhio ancora lucido e un lampante rossore che gli colora la faccia, << come va? >>
<< Bene >> rispondo incerto se scoppiare a ridere o incazzarmi. << E a te? >>
<< Non c'è male >> risponde controllando la cintura con annessa fondina prima di avvicinarsi.
<< E in famiglia tutto a posto? Se vuoi parliamo del tempo >>
<< Ma tu lo sopporti? >> Furia Buia, colpito e affondato, si rivolge ad Ayanami che, però,  non riesce ad abbassarsi al nostro livello. << Io non ce la faccio >>.
<< Ayanami stava sentendo freddo >> invento una scusa al momento perché sento il bisogno di giustificare la nostra presenza.
<< Oh, fa ... fa bene allora a rientrare. Io e Sak .. Suzuhara abbiamo appena finito di parlare di questioni importanti >> spiega arrampicandosi chiaramente sugli specchi.
<< Non te l'abbiamo chiesto. Perché ce lo dici? >>
<< Così ... >> risponde sottovoce chinando la testa. << Pensavo voleste saperlo. Abbiamo parlato molto di te e di Asuka >> si riprende. << Lo sai che ci teniamo a voi >>.
<< Essere altruisti ha i suoi vantaggi >> commento sarcastico, ma solo perché non sono riuscito a trattenermi. Adesso basta, non è giusto torturarlo così. E' troppo facile. << Comunque, se dovete riprendere a ... "parlare", io e Ayanami possiamo farci una passeggiata o andare a mangiare qualcosa >>.
Il cacciatore sta ancora riflettendo sulla mia proposta quando esce Sakura. Anche i suoi capelli, come e più di quelli di Furia Buia, non la raccontano giusta; ha le guance rosse, gli occhi e il sorriso sono scintillanti. Non ci corre incontro ma resta ferma sull'uscio e prende a giocare con una ciocca ribelle fingendo di guardarsi intorno. << Ragazzi >> parte con un'impressionante impennata della voce, << come va? >>
<< Va bene, Sakura >> rispondo colto da un improvviso senso di vergogna, avendo notato che il medico, a causa della evidentemente concitata "conversazione", ha indossato la maglia al contrario. Non credevo che il mio cuore potesse essere così volubile; eppure, sono contento di vederli brillare.
<< Noi dobbiamo cenare >>  Furia Buia dà a malincuore il segnale di smobilitazione. << Sakura ... poi ... mi fai sapere ... >>
<< Ah si ... >> si anima il dottore, << per l'appuntamento ti faccio sapere presto. Vedrai che riuscirò a conv ... >>
<< Fammi solo sapere quando! >> la interrompe bruscamente il Paparino.
<< Certo, certo >> si controlla Suzuhara dopo aver metabolizzato l'affermazione del cacciatore e lanciato una fugace occhiata nella mia direzione. << Ti faccio sapere ... >>.
<< Allora ... noi ... andiamo ... >> tentenna il cacciatore, cadendo all'indietro con un passo per costringere il suo corpo ad obbedire.
Sakura non ci sta a chiuderla così, perde di vista il contesto e raggiunge rapidamente Furia Buia baciandolo teneramente e a lungo sulla guancia.
Il Paparino ci rimane male. Anche lui dimentico degli spettatori, aveva infatti cercato di incontrare le sue labbra, ma era riuscito solo ad afferrarle una mano e ora la stringe come se gli appartenesse.
Data l'intensità con cui si cercano e la difficoltà che incontrano a staccarsi, mi pare evidente che desiderano continuare la ... conversazione.
Sto per andarmene, deciso a portarmi dietro Ayanami, quando il cacciatore con uno scatto dei suoi abbandona l'eden che gli era letteralmente corso incontro e mi fa segno che è pronto a muoversi.
<< Ci ... ci vedia ... No, io ... io ti ... >> farfuglia impacciato un saluto potenziale che non intende trasformare in attuale.
<< Ti aspetto! >> Suzuhara lo toglie dai guai rispondendo alle parole che lui non era riuscito a dire.
 
 
<< Di che ... appuntamento parlava? >> chiedo a pochi metri dal saloon
<< Ho ... ho pensato di chiedere a Sakura >> mi dice passandosi una mano tra i capelli << di ... accettare di uscire con te >>.
Mi prendi per il culo? << Senti, Paparino. sei gentile, ma non mi sembra il caso >>.
<< Perché? >> si arresta Furia Buia.
<< Perché è evidente che ... dovresti uscirci tu con lei. A che mi servirebbe? >> oltre al fatto che non mi va di fare da  terzo incomodo.
<< Tu vorresti un appuntamento con Asuka? >>
<< A dire la verità, no. Ho capito che niente sta andando bene, contrariamente a quanto cercate di farmi credere. Forse dovrei preoccuparmi di questo e non di proteggermi dall'ira di Shikinami, senza contare che non credo riuscirò a prenderle ancora senza reagire. Se non altro ci ho provato. E' andata male, con lei ... va sempre male >>.
<< Appunto perché niente sta andando bene, non sarebbe una cattiva idea vivere un'esperienza piacevole, ed è indifferente che tu parta dal mio o dal tuo punto di vista. Considera poi un altro vantaggio: potresti imparare qualche trucco per gestire meglio un altro eventuale faccia a faccia con lei >>.
<< Sakura non è Shikinami. E per Sakura non provo ... cioè provo qualcosa ma ... non so spiegarlo. Comunque, non ritengo che un ... incontro con lei mi tornerebbe utile per portare a termine la "missione Asuka", e non è necessario spiegare che non sarebbe onesto da parte mia ... >>
<< Sono d'accordo con te, ma, visto che non vuoi sfidare la sorte ed invitare Asuka, ho pensato fosse il caso di aggirare l'ostacolo. E poi ... non è stato difficile convincere Suzuhara >>.
Non me la bevo. << Ascolta! Se davvero tu hai sprecato tutto questo tempo con lei per parlare dei miei problemi sentimentali, GIURO che ti tiro un pugno in faccia >>.
<< Devi togliere Asuka dal piedistallo! >> ribatte di nuovo sicuro il cacciatore. << E non ci riuscirai fino a quando la tua Shikinami rimarrà confinata nella tua testa o, peggio, fino a quando parlerai di donne solo con noi tre. E' naturale che ti sembri un sole, in fin dei conti sei un adolescente. C'è una certa poesia nella prima cotta, ma tu non puoi permettertelo perché c'è il vostro passato di mezzo, perché la vita è stronza e tra poco sarai costretto ad occuparti di altro >>.
<< Pensi che, facendo come dici, riuscirei a non provare più disagio? >>
<< Oh no, ne proverai ancora. E' questo il bello, ma, se riesci a cacciarla dal trono su cui l'hai insediata nel tuo cervello da squilibrato, invece di bramare o temere l'Asuka che hai dentro di te, potresti finalmente guardare la ragazza che hai di fronte, potresti anche capirla o, se così non fosse, smetterai almeno di vedere le tue colpe e le tue paure e non dovrai più posizionarti contro di lei >>.
<< Questo l'avevo già capito >>.
<< E allora? Visto che hai fatto un passo, fanne un altro. Se non vuoi farlo per te, fallo per noi ... La "missione Asuka" non è ancora conclusa e non ha perso la sua importanza >>.
<< E se dovessi fallire? >> dovrebbe esserti chiaro che è questa la mia paura. Del resto te ne ho parlato solo un paio di ore fa.
<< Anche a me piaceva Asuka >> mi spiazza il cacciatore << tanti anni fa. Non è stato l'odio che provavo per lei a impedirmi di ... pensare ad un futuro diverso. Semplicemente, non avevo il coraggio che hai dimostrato tu. L'hai appena detto: ci hai provato e l'hai fatto nonostante le tue paure. Come te anch'io pensavo di essere il buio e ho spacciato per altruismo la mia vigliaccheria. Avevi ragione, io ho sempre avuto paura di soffrire. Ma la verità è ... >>
<< Io ho avuto voi >> provo a giustificarlo.
<< ... Mancavi tu, adesso ne sono sicuro >> dichiara Furia Buia con fermezza. << C'è una ragione se viviamo tutto questo. Shikinami non poteva essere mia, perché non spetta a me salvarla. Il mio compito è aiutarti, io ... te l'avevo promesso anche se non so quando. Ci siamo già incontrati in un'altra vita, Shinji. Noi quattro abbiamo già combattuto insieme, dovevamo solo ritrovarci >>.
<< Ricordi qualcosa? >> chiedo, emozionato al pensiero di poter conoscere un altro tassello della mia vita e non da poco dal momento che riguarderebbe loro.
<< Non proprio >> risponde commosso. << Ma sono convinto che sia così, sento che è sempre stato così. Perciò, lo prenderò come un indizio del mio passato. E nel nostro passato c'è anche lei >>.
<< ... Ne sono convinto anch'io ... fratello >>. Non era proprio ciò che mi aspettavo ma me lo faccio bastare. La sua convinzione mi dà forza perché dimostra che non sono mai stato veramente solo, neanche quando ero l'altro Shinji.
<< Allora? >> domanda.
<< Allora, uscirò con Sakura >>.
 
<< Ah, sia chiaro >> avverte il Paparino salendo i gradini che portano all'entrata. << Comportati bene. Se mai dovessi provarci con lei, sarò io a tirarti un pugno >>.
<< Non ce ne sarà bisogno. Sono molto più giovane di te. Mi basterà essere paziente e aspettare che ti lasci ... sempre ammesso che stiate insieme, perché altrimenti ci proverò subito e tu non potrai picchiarmi >>.
<< Che bastardo! Allora ci proverò con Asuka. Male che vada non finirò al tappeto come te >>.
<< Ah Paparino, fammi un favore >> non mi serve cercare una risposta ad effetto perché ce l'ho davanti. << La prossima volta che ... mi organizzi un appuntamento con Sakura ricordati almeno di riallacciarti gli scarponi >>.
Dopo aver verificato che non lo stavo prendendo in giro, Furia Buia si piega per nascondere le tracce. << Non una parola! >> sibila a disagio.
E' a metà dell'opera quando si blocca e prende a fissarmi, stranito e spaventato come se volesse chiedere aiuto.
<< Furia Buia >> non so per quale motivo sento la necessità di chiamarlo per nome.
<< Lascia stare! >> mi blocca scuotendo la testa. << Una sensazione strana, bella e brutta allo stesso tempo >>.
<< Un altro ricordo? >>
<< Non lo so >> dice intrecciando rapidamente l'ultimo nodo. << E' passato >>.
 
 
*****
 
 
<< Domani è il gran giorno >> annuncia Musashi. << Facciamo un ultimo ripasso >>.
Per "ultimo ripasso" intende un'altra imbarazzante ora di lezione di ballo con me ad impersonare la dama.
E' ormai notte fonda e nella sala ci siamo solo noi quattro, l'oste che sbadiglia ogni due minuti per ricordarci educatamente che è già passato l'orario di chiusura. Il vecchio s'è dato per vinto un paio di ore fa e si è trasferito nelle sue stanze al piano di sopra.
<< Credo di aver imparato abbastanza >> mi oppongo.
<< Voglio solo essere sicuro che saprai come muoverti >> insiste il Biondo.
<< Non devo essere perfetto. Non credo che ... >> mi blocco prima di pronunciare il nome di Sakura davanti ad Orso che fuma il suo mezzo sigaro appoggiato al bancone. Finora non si è espresso, forse perché si fida di me. Se sapesse che la concorrenza per la conquista del cuore del dottore è più agguerrita di quanto immagini e, soprattutto, che la guerra l'ha appena vinta il fratello con l'occhio magico, reagirebbe diversamente. Tuttavia, preferisco non stuzzicarlo troppo. << Non credo che mi darà il voto alla fine della performance. L'importante è che non le calpesti i piedi >>.
<< Hai ancora tanto da imparare, Ragazzo. Per questo ci sono io ad aiutarti >>.
<< Buffone! >> sbotta il bestione senza voltarsi.
<< Invece di insultare, fa' partire un po' di musica! Tranquillo, Ragazzo, ti ho preparato una compilation da acchiappo imbattibile. Solo i brani migliori tra quelli che abbiamo provato >>.
Con letargica lentezza l'omone abbandona la postazione per attivare il mini impianto stereo montato solo due giorni fa per scandire le fasi del mio nuovo addestramento. Ma, invece di far partire la consueta musica da "lento", ci spara un pezzo black metal con il volume al massimo >>.
<< Finiscila! >> grida Mami che era quasi riuscita ad addormentarsi in piedi.
<< Sarebbe divertente >> commento << se ascoltassimo qualcosa del genere. Darebbe maggior brio alla serata >>.
<< Non stai affrontando la questione con lo spirito giusto >> mi rimprovera il Biondo iniziando il ... ripasso senza il mio consenso.
<< E' vero >> interviene Furia Buia che, sgranocchiando un fiammifero, si diverte a guardare me e il Biondo mano nella mano. << Se il tuo fratello dai costumi licenziosi vuole stingerti a sé, dovresti prestargli più attenzione >>.
<< Adesso fai il grande >> sfotte Musashi << solo perché anche tu hai scoperto di essere entrato nella pubertà >>.
<< E cerca di non dimenticarlo! >> sorride malizioso il Paparino.
<< Avanti, Orso >> riprende il cacciatore dalla criniera dorata, << rimetti la nostra musica. Devo insegnare a Ragazzo il casquet finale con annesso bacio appassionato >>.
<< Provaci! >> lo minaccio puntandogli addosso i miei occhi rossi.
<< Spegni quei fari! >> mi intima Mami pulendo la cenere che Orso aveva distrattamente lasciato cadere sul bancone. << Diventi brutto come quell'altro mostriciattolo mangiafiammiferi >>.
<< Ehi >> reagisce Furia Buia fingendo di arrabbiarsi. << Io non mangio i fiammiferi >>.
<< Vai col tango >> esclama Orso senza alcun entusiasmo prima di tornare al suo posto. << Scusami, Mami. Mi passi un portacenere? >>.
<< Spegni quella schifezza piuttosto >>
<< Va bene, Ragazzo >> il Biondo si concentra nuovamente su di me. << Niente mosse azzardate e soprattutto niente reazioni violente. Ricorda i passi base, mantieni il ritmo e fa' molta, molta, molta attenzione a controllare la respirazione. Durante il ballo devi riuscire a parlarle e a farti capire senza rantolarle nell'orecchio o sbavarle sul collo >> .
<< Sempre ammesso che ci arrivi >> sentenzia Orso.
<< Non essere pessimista >>.
<< Diglielo, Paparino, che con ... lei non ho motivo di preoccuparmi >> invoco il cacciatore affinché confermi la mia convinzione.
<< Meglio ... >> Furia Buia sputa il fiammifero con un colpo di tosse << meglio essere pronti, non credi? ... Così non dovrai più partecipare a queste ... sedute di allenamento >>.
<< Giusto >> conviene Musashi. << Anzi, Ragazzo, adesso ti insegno una tecnica infallibile per portare il bacino a contatto senza fare la figura del maniaco sessuale >>.
<< Ti do una testata! >>
<< Ti prego, dagliene una anche per me >> implora Orso.
<< Ok, questo significa che è ormai pronto >> taglia corto Furia Buia che, intanto, con un cenno invita la giunonica padrona di casa ad avvicinarsi. << E poi domani deve svegliarsi presto per cucinare >>.
<< Non ho ancora capito perché non posso farlo io >> si lamenta l'oste.
<< Perché la cucina è anche un suo punto di forza e domani sera avrà bisogno di giocarsi tutte le carte migliori. Per favore, Mami ... sai già cosa devo chiederti >>.
<< Si, lo so. Ho preparato i vestiti ... un'altra volta. Ma perché non gli comprate qualcosa di decente? >>
<< O almeno lasciate che sia io a farlo >> mi intrometto. << Non pretendo di partecipare agli utili, ma visto che mi fate ... lavorare tanto, potreste almeno riconoscermi una paghetta >>.
<< Parlane con il sindacato >> mi snobba il Paparino.
<< E poi anche quei pantaloni sono troppo ... >> stretti << ... davvero troppo per me >> modifico la frase dopo aver spento con un sorriso da cucciolo e un complimento fasullo l'occhiata al lanciafiamme del donnone.
<< Te li presto ... abbastanza volentieri >> risponde Mami che, ovviamente, non ha compreso la mia reale preoccupazione. << A proposito, chi è la  ... fortunata? >>
Un silenzio spettrale cala all'interno dell'ampio locale, complice la pausa tra un brano e l'altro dell'lp.
Il ciclope si avvicina all'orecchio dell'oste dopo averle afferrato un braccio.
<< Ma ... ma >> balbetta sconvolta Mami. << Io li rivoglio indietro ... interi >>.
 
Come sarebbe a dire?!
 
<< Non preoccuparti! >> la rassicura Furia Buia accarezzandole una mano. << Abbiamo un piano >>.
<< Se è un tuo piano è la fine >> ansima in preda al panico. << E' rischioso. Lo sai che ci tengo ai vestiti di mio figlio >>.
Ehi, stiamo parlando di Sakura: un metro e sessanta con i tacchi e quarantacinque chili con le scarpe e la divisa bagnate. Uscire con lei non è rischioso; Sakura semmai è la persona che chiami perché ti riaggiusti quando hai già preso i tuoi rischi. Che sia io il vero pericolo?
<< Nulla è stato lasciato al caso! >> il Biondo mi gela il sangue ripetendo l'infelice battuta del primo, strano e unico appuntamento a cui abbia mai preso parte.
<< Poveri ragazzi! >> scuote la testa Mami.
 
Non pensavo fosse così terribile uscire con me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[1] Cfr Capitolo X
[2] Cfr Capitolo VIII
[3]  Cfr Capitolo IX
[4] Cfr ultima parte Cap X
[5] Cfr puntata n. 6 della serie o primo film della Nuova Versione Cinematografica.
   
 
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