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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    30/03/2020    1 recensioni
!! Attenzione questa fanfiction è stata rivista e migliorata che avevo pubblicato in questo account !!
Maddy Tuckerhalter è una maganò in una famiglia purosangue. Daphne, sua madre, farà di tutto per includerla, senza successo, nel mondo magico: eppure, Maddy si sente più capita nella scuola che frequenta con i babbani che non a casa. Maddy è pragmatica, la fantasia le piace fino a un certo punto e le piacciono le feste babbane.
Ci sta male, nel profondo, di non essere nata strega, rendendo la sua vita un inferno, soprattutto con la madre.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Il professor Piton, che insegnava pozioni ad Hogwarts, era una persona spregevole. Guardava tutti con fare supponente e di sufficienza. Quando dissi contenta di essere una Wasps replicò che era inutile che mi sentissi parte di qualcosa perché non lo sarei mai stata. Odiavo quando certi maghi credevano di sapere tutto su di me. Era fastidioso dover spiegare che i babbani erano amici e che non volevano rubare la magia. Piton nel complesso non mi fece una buona impressione. Lo trovavo viscido e pieno di sé.
(Estratto dal libro “Maddy Tuckerhalter: Due Vite”, Mysterios Editore, 2004)

 

 
L’ultimo giorno di scuola si svolse tranquillamente fra esami e l’uscita a Kencolm: alla fine David fece il piccioncino con Anna, si tenettero per mano ma non si baciarono. Anna era felice comunque ad essere uscita in gruppo, la sua paura era che David non accettasse Maddy ma invece propose proprio che stesse un po’ con loro. Nel gruppo c’erano pure Leigh e Mickey. Anche se Mickey era un Hornet, era stato accolto dalle ragazze comunque perché pareva meno aggressivo dei suoi compagni di squadra.
“Oggi è proprio una bella giornata” esordì Maddy.
“Hai proprio ragione” sorrise Mickey.
“Che ne dite di farci un tè freddo dalla signora Stewart?” chiese David.
“Oh sì, ne ho proprio bisogno” dissero Anna e Leigh all’unisono.
Quella mattina si erano svegliate proprio prestissimo, la professoressa di storia, la signora Gordon gli aveva aspettati in caffetteria per l’appello e li divise in gruppetti: fortunatamente Maddy, Anna, Leigh, David e Mickey erano stati raggruppati assieme. Fecero colazione con salsiccia, uova, fagioli e succo d’arancia, si misero in giardino per un’ultima chiamata per nome, li accompagnò in paese.
Si divisero nei gruppetti e alle due sarebbero tornati a scuola. Mary Morton sbuffò e chiese se potessero prolungare l’orario d’uscita. La Gordon fu irremovibile e li lasciò andare.
E ora torniamo ai ragazzi che volevano prendere un tè dalla signora Stewart. Entrarono in un pub piccolo ma accogliente, la signora Stewart fece loro strada a un tavolino vicino all’entrata.
“Come sono i tuoi genitori, Maddy?” chiese Leigh.
“Oh, loro. Sono persone apposto” rispose Maddy un po’ sulle spine.
“È vero che tua madre e tuo padre sono dei wiccan?” chiese Mickey tutto interessato.
“Sì sì”
“Ma non sembra che tu aderisca alla loro religione, vero?” chiese David tutto interessato.
“No infatti, a me non piace, sai. Ho chiesto io di darmi un’educazione come si deve”
“Oh, è interessante” disse Leigh.
“Ragazzi, vi porto qualcosa da bere?” chiese una cameriera avvicinandosi al loro tavolo.
“Sì, per me un tè freddo con patatine fritte” disse prontamente David.
“Anche per noi, vero, ragazzi?” chiese Anna e gli altri annuirono.
“Come vi siete conosciute tu ed Anna?” chiese Leigh.
“Alle elementari a Kencolm” rispose Anna.
“Oh, siete amiche d’infanzia, che bello” disse Leigh emozionata.
Continuarono a chiacchierare del più e del meno, mangiando patatine e traccannando tè. Era mezzogiorno inoltrato e due ore dopo sarebbero dovuti rientrare.
David pagò per tutti quanti e si incamminarono verso il punto che la professoressa Gordon aveva detto loro di recarsi.
Nel mentre guardarono le vetrine del centro, fra vestiti e libri vari. Maddy comprò un libro di Oscar Wilde, L’importanza di chiamarsi Ernesto pagandolo con i soldi babbani che suo padre le aveva invato.
Si radunarono tutti davanti all’entrata di Kencolm: erano in anticipo ed arrivò per prima anche Mary Morton con le sue amiche.
“Com’è tornare a Kencolm, Morton?” chiese David con tono di scherno.
“Gorme cuciti la bocca” rispose sibillina la ragazzina.
Le fece una linguaccia.
“Dimmi, Tuckerhalter, come mai i tuoi genitori non si curano minimamente di te?” chiese Mary con tono di scherno “Hanno paura che una figlia così brutta sfiguri la loro reputazione?”
“Stai zitta” disse Maddy “non sono affari che ti riguardano”
“Oh beh, per essere uno spaventapasseri sai il fatto tuo. E dimmi come mai ti porti dietro miss Asia e miss maiale con te? Vuoi sentirti migliore?” domandò Mary
“Senti se non stai zitta volano mani ok?” disse Maddy alterandosi.
“Vuoi rissa? Se vuoi ti accontento”
Il silenzio piombò come un velo sottile: continuarono a guardarsi in cagnesco.
“Calme ragazze” disse la professoressa Gordon arrivando con altri studenti. “Allora, adesso si torna a scuola. Ricordatevi che sta sera verranno i vostri genitori a prendervi, quindi andate subito a prepararvi le valigie. D’accordo?”
Gli studenti annuirono sommessi.
Arrivati a scuola schizzarono tutti nelle loro stanze, prepararono i bagagli per due ore abbondanti dopodiché Maddy, Leigh e Anna andarono in giardino ad aspettare un po’ prima di cena.
“Sapete ragazze” disse Leigh con un fiore in bocca “mi mancherete in questo mese. Tornare nel Surrey non sarà facile”
“Ci terremmo in contatto via telefono, vero?” domandò Anna
“Certamente” asserì Maddy in tono convinto.
Erano arrivate le sei e la campana della torre suonò l’ora.
“Dai, andiamo a mangiare” disse Anna leggermente stanca.
“Spero ci sia un po’ di haggis” disse Leigh speranzosa.
Si avviarono verso la caffetteria e si sedettero alla tavolata: si servirono alla tavola del buffet e mangiarono zuppa patate e cipolle, pesce azzurro e verdura cotta.
Dopo mangiato andarono nelle loro stanze, presero le valigie e si avviarono verso il cancello.
La signora Kang salutò calorosamente Maddy e Leigh. Anna sparì dentro la Mini bianca della madre. Leigh invece prese un taxi per l’aeroporto di Edimburgo, mentre Maddy aspettò per qualche minuto ed arrivò Albert, che con un sorriso le aprì la portiera della macchina.
Nel ritorno a casa, ascoltarono Celestina Warbeck Un calderone pieno di forte amor bollente.
Tornare nel mondo dei maghi sarebbe stata dura: Albert la cantava a squarciagola e incitava Maddy a cantarla pure lei.
“ … vieni, mescola il mio calderone e, se con passione ti riuscirà, il mio forte amor bollente questa notte ti scalderà.” Sorrise Maddy cantandola appassionatamente.
Arrivati a casa, sulla soglia, aspettavano Adonis, Daphne e Wimpy.
“Oh, tesoro quanto ci sei mancata” l’abbracciò Adonis “domani andiamo tutti e tre a Hogsmeade da Madama Rosmerta a bere della burrobirra”
“Tesoro …” incominciò Daphne ma Maddy schivò il suo abbraccio.
“Mamma sono stanca” disse piano la mora “ci vediamo domani”
Detto questo si diresse nella sua camera che era rimasta intatta, per fortuna.
“Che le hai scritto Daphne?”
“Adonis! Niente!”
“E allora perché ha schivato il tuo abbraccio?”
“Devo averle accennato il fatto che potrebbe avere la magia se il Signore Oscuro ritorna”
“Ti sei rincretinita” disse Adonis sconcertato “è una magonò, devi scenderci a patti con questo”
“MAI” urlò la donna in preda al panico.
“Devi” replicò piano suo padre.
Quella sera Maddy si addormentò con difficoltà eppure sperò che il giorno dopo sarebbe andato per il verso giusto.


Sabato cominciò nel migliore dei modi, dopotutto. Maddy si svegliò con il rumore dei piatti che Wimpy riponeva sulla tavola del soggiorno. Il suo primo giorno di vacanza era cominciato e sarebbe andata a Hogsmeade con la famiglia. Mise i calzini e un golfino e poi scese giù.
L’odore di torta di melassa invadeva la cucina. “È un piacere vederla di buon umore, padroncina”
“Wimpy, quante volte ti ho detto di chiamarmi Maddy”
“Non mi permetterei mai, padroncina”
Maddy sbuffò e si sedette a tavola. C’erano la torta di melassa, porridge, succo di zucca e biscottini gufici. Tutto ciò che amava.
“Buongiorno” disse Adonis sbadigliando.
“Buongiorno papà”
“Pronta per l’uscita ad Hogsmeade?” disse suo padre tutto emozionato.
“Sì dai” disse Maddy con il cuore pesante “Sempre che Madama Rosmerta non mi banni per l’ennesima volta”
“Lo so che ti ha offeso ma spero che l’atmosfera sia cambiata”
“Speriamo” concluse Maddy addentando dei biscottini gufici.
“Buongiorno a tutti” salutò assonnata Daphne.
“Buongiorno a te, cara” disse Adonis dandole un bacio.
Daphne si versò il succo di zucca, prese un pezzo di torta alla melassa e si sedette vicino alla finestra, sulla poltrona.
Quando finirono di rifocillarsi erano già le nove, si sbrigarono a vestirsi e Daphne urlò a sua figlia che o si metteva i vestiti da strega o non sarebbero usciti.
Per non scontentarla, Maddy scelse il vestito color magenta che aveva rifiutato tempo addietro.
Sembro un lampadario uffa, pensò la ragazzina in preda allo sconforto.
Suo padre preparò le scope e fece salire dietro di sé Maddy
Volare le faceva venire i capogiri e non appena atterrarono al villaggio ringraziò il cielo che esistessero le macchine.
“Bene” disse sua madre “Tutti da Madama Rosmerta, su”
Si incamminarono verso la locanda.
Quando entrarono ai Tre Manici di Scopa, madama Rosmerta squadrò Maddy: “Non ti avevo bannata, magonò?”
“Sì” rispose Maddy intimorita.
“Senti, Rosmerta, mia figlia è al primo giorno di vacanza e vorremmo bere delle burrobirre e le tue sono le migliori” disse Adonis accondiscendente.
“Vacanza di cosa che non frequenta Hogwarts?” schernì Rosmerta.
“Va in una scuola babbana” intervenne Daphne.
“Cosa? Veramente mandate a studiare un essere del genere? Sapete che non sarà mai come noi?” fece una pausa e sputò velenosa: “Come l’avete conciata? Non saprà mai menare una bacchetta, cosa la vestite da strega a fare?”
Adonis disse nel tono più pacato possibile: “Vorremmo solo tre burrobirre, Rosmerta”
“E va bene” disse la donna e li fece accomodare vicino alle cucine.
Rosmerta ritornò al bancone e fece preparare le bevande, facendole apparire al loro tavolo non appena furono pronte.
“Doveva fare una scenata del genere?” disse un signore dai capelli rossi.
“Arthur!”
“Molly, tesoro, non erano cose da fare sinceramente. Poteva essere più garbata! Per quelle poche volte che veniamo ad Hogsmeade durante le vacanze …”
L’uomo che si chiamava Arthur si rivolse a Maddy con dolcezza: “Dimmi cara, dove frequenti la scuola?”
Maddy rispose titubante un “Kencolm, qui vicino”
“Voi siete Arthur Weasley, giusto?” chiese dolcemente Adonis. “Vi ho visto spesso al ministero”
“Ah, voi siete Tuckerhalter? Non sapevo aveste una figlia” disse Arthur felice.
“Un Weasley?” disse in tono preoccupato Daphne “Sono traditori del loro sangue, Adonis” sussurrò poi.
“Daphne ce la fai a fare a meno di essere una Black per cinque minuti?” disse Adonis a denti stretti.
Arthur tossì e fece segno alla moglie di sbrigarsi per tornare a casa.
“Weasley, ci si trova al ministero?” chiese speranzoso Adonis.
“Oh, certamente!” disse Arthur rasserenato.
Se ne andarono comunque, con grande rammarico di Maddy.
In quel momento entrò un uomo sulla trentina, dai capelli neri e un naso aquilino. Daphne lo salutò con un: “Severus”
“Oh, l’ex prefetto di Serpeverde, Daphne Black” disse mellifluo l’uomo “chi è questa ragazzina? Non l’ho ancora vista ad Hogwarts”
Prima che sua madre potesse parlare, Maddy disse orgogliosa: “Veramente, io frequento la Bingham Avery School. Sono una Wasps”
“Ah, una magonò quindi. Metti via l’orgoglio. Non sarai mai una babbana né una strega. È inutile che ti senta parte di qualcosa. Non sarai mai parte di nulla”
Detto questo lui continuò a conversare con sua madre.
Maddy invece di piangere prese, si scusò con i genitori e uscì dalla locanda, rassicurando che sarebbe andata a fare una passeggiata.
Si avviò verso la stazione e da lontano vide Hogwarts. La poteva vedere ed era il suo dolore più grande: se per alcuni quella era la loro casa, dove si sentivano protetti per lei era invece un incubo ricorrente.
Chiuse gli occhi e i volti dei suoi amici apparvero nella sua mente.
Gli riaprì e una nota di fierezza apparve nei suoi occhi.
“Loro mi vogliono bene” mormorò Maddy e fieramente continuò la sua passeggiata.
   
 
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