CAPITOLO 1
PER SEMPRE INSIEME
-
D’ora in poi staremo sempre insieme!!!-
Sakura
abbracciò Shaoran in lacrime, ma quelle erano lacrime di gioia, perché
finalmente era tornato, e sarebbe rimasto sempre al suo fianco.
Rimasero
così per qualche minuto, e quando si staccarono, Sakura piangeva ancora.
-
… sono una stupida… piango sempre!- esclamò abbassando lo sguardo.
Shaoran
prese il suo fazzoletto e le asciugò le lacrime.
-
Non è vero, è normale…- poi le accarezzò la guancia, e le prese la mano.
– Andiamo a scuola, adesso!-
Il
suo sorriso era molto dolce. Sakura non lo aveva dimenticato, ma poterlo
rivedere era per lei una gioia immensa. Avrebbe preferito non andare a scuola
quel giorno, ma non riuscì ad opporsi, e annuendo lo seguì.
Camminavano
mano nella mano senza dirsi niente, perché bastava la loro presenza… non
servivano parole. Come si avvicinarono a scuola, Sakura sentì la mano di lui
stringersi più forte: erano entrambi imbarazzati, ora che si trovavano in mezzo
agli altri.
-
Non mi interessa di quello che pensano gli altri, l’importante è averti
vicino!- disse Sakura rivolgendogli uno sguardo pieno di affetto verso di lui,
uno di quelli che lo facevano arrossire a tal punto da ribollire; conosceva
molto bene il carattere di Shaoran, sapeva che era molto timido, e dicendogli
quelle cose, sperava di tranquillizzarlo. Ci riuscì: Shaoran ricambiò il
sorriso con un altro molto dolce, e si avviarono verso la scuola. Appena
entrati, dovettero dividersi.
-
Io devo andare in sala professori…- disse lui guardandosi intorno. Anche se la
scuola era la stessa di quattro anni prima non si era mai addentrato nelle
classi superiori.
-
Ma… sarai nella nostra classe, vero?- chiese lei preoccupata.
-
Sì, ma ora devo andare dal prof. che mi accompagnerà. Ci vediamo dopo!-
-
D’accordo, ciao!- esclamò Sakura, la quale subito dopo si diresse nella sua
classe con aria sognante.
-
Buongiorno!!!!- esclamò piena di vita.
-
Buongiorno Sakura… ma che ti è successo! Hai una faccia così allegra
stamattina!- Rika era sempre la prima a salutare le sue compagne. La sua
dolcezza e la sua maturità non erano affatto cambiate, anzi era sempre più
gentile e disponibile. E il suo amore sembrava non avere mai fine…
-
Dici?… beh… è una sorpresa!!!-
-
Sakura? Non è che per caso centra Li?- Tomoyo le si era avvicinata, e le
aveva parlato sottovoce. Sakura, invece le rispose urlando.
-
Ehhh!?! Come hai fatto a capirlo?-
-
Perché fai quella faccia solo quando Li ti telefona o ti manda qualche
lettera… perciò non mi resta che pensare che…-
-
Tutti seduti, ragazzi.- il prof. era entrato, e aveva interrotto Tomoyo. Non era
più lo stesso insegnante. Quando erano entrati alle scuole medie era cambiato;
la loro unica consolazione era che fortunatamente capitarono quasi tutti nella
stessa classe. Soltanto Naoko e Chiharu capitarono in una classe diversa.
-
Ragazzi – continuò il professore - oggi vi devo presentare un nuovo
studente… vieni, entra… il suo nome è…-
-
LI SHAORAN!!!- Yamazaki si era alzato in piedi, e tra lo stupore generale era
stato l’unico a riuscire ad aprire bocca. La maggior parte della classe era
stupita, solo Sakura aveva un dolce sorriso stampato sulla faccia, e guardava
con amore il suo Shaoran.
-
Vedo che lo conoscete già… meglio così, per lo meno non avrà problemi ad
ambientarsi.- disse il professore sorpreso.
-
Allora era questa la sorpresa di cui ci parlavi… è incredibile che sia
tornato, è passato così tanto tempo!- esclamò a bassa voce Tomoyo.
-
Non lo dire a me!-
-
Vediamo… cerchiamo ti un posto libero…-
-
Prof., qui dietro a Kinomoto c’è un posto libero!- esclamò poi Tomoyo senza
perdere tempo. La felicità della sua amica era più importante di chiunque
altro. Shaoran, si andò a sedere dietro a Sakura, passando tra i banchi e
salutato da tutti. Una volta seduto si rivolse a lei e disse:- Tutto come
prima?-
-
Tutto come prima!- rispose lei sorridendo.
Quel
pomeriggio, Shaoran andò a casa di Sakura. Era il loro primo appuntamento, e
lei, pensandoci mentre si preparava, si accorse di arrossire.
-
Che cos’hai Sakura? Per caso non ti senti bene?- Kero-chan fece quella domanda
con tono tagliente. Si divertiva a prendere in giro la sua padrona, soprattutto
quando di mezzo c’era Shaoran. Lo deliziava il fatto che lei arrossisse e
rispondesse con vaghi monosillabi. Infatti Sakura fece un salto e gli disse
tutto d’un fiato:- Ahh!!!… n-no… che dici… sto bene…oradevoandareciao-
in un attimo uscì dalla camera, perché l’aveva salvata il campanello.
Shaoran
aveva suonato, e gli aveva aperto il fratello.
-
Ah, sei arrivato…- disse in tono indifferente: Touya non gli aveva mai
perdonato di essersi preso la cosa a cui più era legato, ma non ci poteva fare
niente. Non poteva mica tarpare le ali a sua sorella! Shaoran, che l’aveva
capito, non rispose con il solito sguardo di sfida, ma con un sorriso, e gli
disse:- Sta’ tranquillo. Tornerà a casa sana e salva. E all’orario
stabilito…-
Era
proprio lì dove Touya voleva arrivare, ma Shaoran l’aveva preceduto. Senza
però dargli soddisfazione, continuò quello che aveva cominciato lui.
-
…e mi raccomando, stai molto attento, e non andate in posti pericolos…-
-
Ma dai Touya, dove credi che andiamo!!!- Sakura stava scendendo le scale quando
aveva sentito il fratello parlare, e aveva pensato bene di interromperlo.
-
Non ti preoccupare. Prima di cena sarò a casa… e pensare che ho già 14 anni,
e devo ancora rispettare questo coprifuoco! Beh.. ciao, a dopo!!!-
Suo
fratello si allontanò con un:- Ho capito, ho capito!!! Ciao!-, e Sakura
sorridendo si avvicinò a Shaoran.
-
Allora, andiamo?- chiese mentre Shaoran annuiva sorridendo.
Erano
appena entrati nel parco, ma nessuno dei due, per qualche stupida ragione aveva
il coraggio di parlare. Quando passarono davanti alle altalene, Sakura gli prese
la mano, prima con titubanza, poi con forza.
-
Ti… ti ricordi di questo posto?-
-
E come potrei dimenticarlo! E’ stato qui che mi hai dato un’altra speranza!-
-
Già… e poi è qui che tu…- Sakura si zittì: non voleva dire quello che
aveva pensato; si sentiva molto imbarazzata, ed anche lui, con quelle parole
perse tutto il suo coraggio. Gli anni erano passati, ma i loro caratteri erano
rimasti sempre gli stessi. Se prima potevano trovare qualche argomento di cui
discutere come quando si sentivano per telefono, quando erano lontani, ora
nessuno dei due aveva il coraggio di parlare. Camminavano così, mano nella
mano, senza parlare, e guardando per terra. Ad un tratto, tutti e due trovarono
qualcosa da dire.
-
Senti io…- peccato che lo fecero contemporaneamente. Si fermarono l’uno
davanti all’altro, e di nuovo parlarono insieme. Shaoran si bloccò. Sakura
prima rise, poi riprese fiato e parlò.
-
Ascolta io volevo dir…- non finì la frase. Con grande audacia, Shaoran la
baciò. Sakura dapprima rimase sconvolta, poi gioendo del suo primo bacio, lo
ricambiò. E quello fu un bacio, puro e innocente, che servì ad entrambi. Ora
non avevano più paura e imbarazzo. Ora erano una coppia a tutti gli effetti, e
speravano che lo fosse stato per sempre…
-
Per sempre…- Sakura stava riflettendo su quelle parole, e non si accorse che
il prof. l’aveva più volte richiamata.
-
Kinomoto!!! Ritorna sulla terra!!!- tra le risate generali,
Sakura chiese scusa, e ritornò ad ascoltare la lezione. Era già da qualche
tempo che Sakura era distratta, e Tomoyo l’aveva vista ogni giorno intristirsi
sempre di più. Non riusciva a capire per quale motivo si comportasse così, per
lo meno con lei non ne aveva ancora parlato.
Si girò verso Li: era intento a seguire la lezione, e
sembrava non fare caso al rimprovero che aveva ricevuto Sakura. A Tomoyo sembrò
molto strano, ma si rese conto che già da un po’ il ragazzo si disinteressava
della sua amica, e pensò che forse la distrazione di lei, potesse in qualche
modo coincidere con l’indifferenza di lui.
Sakura,
dal canto suo, aveva ripreso a seguire la lezione, o perlomeno faceva finta,
perché i suoi pensieri erano tutti rivolti a Shaoran. Che cos’era successo?
Era trascorso appena un anno da quando era tornato, e in quel lasso di tempo avevano sempre vissuto come due fidanzati. Tra passeggiate romantiche, e convivenze scolastiche, 365 giorni erano passati in un battibaleno. Ma assieme ai giorni, sembrava che se ne fosse andato via anche l’amore. Era successo tutto d’un tratto, subito dopo il ritorno di Shaoran a scuola dopo una brutta influenza. Sakura era andata a prenderlo per andare a scuola insieme, ma non appena lo aveva incontrato aveva avvertito un’insolita freddezza in lui, e così era rimasto fino a quel giorno. Lei era molto triste, e non riusciva a capacitarsi del perché di quel cambiamento. Ma non disperava, perché conosceva Shaoran, e sapeva che lui l’amava ancora. Su questo punto la sua fermezza non aveva mai vacillato, ma ogni giorno, i suoi sguardi raggelanti, le parole in tono freddo che le rivolgeva, e gli impegni improvvisi che sicuramente inventava, non facevano altro che rovinare il suo carattere allegro e la sua sicurezza.
La
lezione era finalmente finita. Sakura non ne poteva più anche di andare a
scuola, ed incontrare quel suo sguardo gelido, perciò adesso si sentì
sollevata di poter tornar a casa. Con un sorriso stentato, si avvicinò a Tomoyo,
e con lei si avviò all’uscita.
-
Sakura… sei sicura di stare bene?- chiese l’amica preoccupata.
-
Eh… sì sì, sto benissimo… perché me lo chiedi?- rispose lei cercando di
celare ogni suo sentimento negativo con un falso sorriso.
-
Perché non mi sembra…- Sakura sospirò. A Tomoyo faceva molto male vederla
così giù, così pensò di cambiare discorso.
-
Ah, a proposito, quasi dimenticavo… ti va di venire un po’ a casa mia? Ho
degli abiti nuovi che ho confezionato, e vorrei che tu li provassi… sempre se
ti fa piacere…-
-
Per me non ci sono problemi. E poi e da tanto che non mi trovo più qualche tuo
abito, sarà come ritornare ai vecchi tempi!-
Leggermente
più sollevate, si diressero a casa di Tomoyo.
-
Così è questa la città dove vive… è piuttosto grande, non sarà facile
trovarlo…- Una figura si trovava sulla cima della torre di Tokyo. Era in
ombra, e non si riusciva a vederne l’aspetto. D’un tratto si distinse anche
un’altra figura. Anche questa era in ombra, ma dalla voce si capì che si
trattava di una donna.
-
Non ti devi preoccupare! Intanto basterà che tu sistema le sue carte… poi
saranno loro che ci porteranno da lui… non appena le userà…- la figura si
accorse che la prima stava ridendo, e gli chiese il perché.
-
Rido perché sarà uno scherzo metterlo fuori combattimento… e solo allora
potrò veramente usare tutto il mio potere… successore di Clow, preparati a
soccombere!!!- dopo di che tese le mani al cielo, e una nube scura si formò
sopra quella figura.
-
Oscuri sigilli, io vi richiamo… attaccate le sue carte… e ritorcetele contro
il suo padrone… Andate!!!- e dalla nube tetra vennero fuori dei cerchi neri,
funesti; e tra le risate cattive delle due ombre, si avviarono verso un’unica
direzione… verso il quartiere di Tomoeda… verso una abitazione a noi nota…
-
Allora, che ne pensi? Questo è quello che preferisco di più!- Sakura aveva
indossato uno degli abiti di Tomoyo; era di un colore tra il rosa e il viola
chiaro; i volant della gonna, davano quel movimento che il corpetto aderente,
che lasciava intravedere le forme del corpo ormai sviluppato di Sakura, non
riusciva a dare, perché era tutto intarsiato di perline. Le scarpe e il
cappello erano violetto, e come al solito, su di esse
erano messe in mostra due stelle per ogni lato, per simboleggiare la
provenienza del suo potere.
-
Tomoyo, è bellissimo!!! Ho quasi paura ad indossarlo… non vorrei
rovinarlo!!!-
-
E se non lo indossi tu, chi dovrebbe farlo!!!-
-
Ragazze, che ne dite di prendere il the con me? Ho anche comprato una torta!-
propose la madre di Tomoyo che era appena entrata;
-
Caspita Sakura, questo vestito ti sta benissimo! Tomoyo diventa sempre più
brava ogni giorno che passa!!! – esclamò sorpresa mentre Sakura e Tomoyo
arrossivano in tandem - Su ora andiamo!-
-
Un attimo che mi cambio e…-
-
Non fa niente, vieni così… tanto stai benissimo!!!- esclamò ancora la madre
e trascinò le due ragazze in giardino.
Erano
trascorse già un paio d’ore tra chiacchiere e fette di torta, e intanto la
madre di Tomoyo, aveva travolto Sakura di domande su suo padre, e le aveva
chiesto diverse volte se vivevano sempre felici; Sakura alla fine si accorse,
che da un lato del grande giardino, un rampicante si stava ormai seccando, e
rendeva la parete esterna spoglia e triste.
-
Che strano… tutto il giardino è rigoglioso e solo quell’edera è così
spoglia…-
-
Lo so, Sakura, ma vedi non ho il coraggio di tagliarla, perché quell’edera è
un ricordo di tua madre. Pensa che tante volte ci si arrampicava sopra per
salire in quella che era la sua camera; purtroppo qualche mese fa, il nostro
giardiniere si è accorto che era stata attaccata da un virus, ma non ha potuto
fare niente, perché a quanto pare, è molto raro, e la pianta, col tempo si è
seccata, ed è quasi morta… mi duole se penso che così morirà anche un
ricordo di Nadeshiko…-
-
Mi dispiace… per quella pianta…-
-
Su, non ti preoccupare! Dopotutto ci sei sempre tu che me la ricordi, no?-
Sakura riprese a sorridere, ma quando la donna dovette allontanarsi, si avvicinò
a Tomoyo, perché le era venuta in mente un’idea.
-
Tomoyo, che ne pensi se uso la carta del fiore per far rivivere l’edera?-
-
Sarebbe un’ottima idea, ma non possiamo farlo adesso, perché c’è troppa
gente in giro. Magari potremmo farlo di notte; oggi mia madre neanche c’è!-
-
Perfetto, allora aspettami per questa notte.-
-
Verrai qui volando?-
-
No, penso di no. E’ da parecchio che non uso la carta del volo, e non vorrei
schiantarmi per terra, mentre vengo da te. Verrò a piedi, tanto la strada non
è molto lunga!-
Quella
notte, Sakura e Tomoyo, si trovarono davanti al rampicante. Sakura aveva indosso
l’abito del pomeriggio, e Tomoyo, era pronta a filmarlo. Non si sentivano così
da tanto tempo: sembrava che tutto fosse tornato come una volta.
-
Ah, che bello! Finalmente potrò riprendere le emozionanti avventure della maga
più potente del mondo!!! Questa sera, la nostra eroina, salverà la vita ad una
povera pianta, ricordo di sua madre!!!- disse Tomoyo con una strana luce negli
occhi. Sakura era sconcertata, e pensava che la sua amica fosse impazzita.
-
Tomoyo, non devo mica salvare il pianeta, devo solo aiutare una povera
pianta…- niente da fare: l’amica continuava a sognare e a parlare da sola.
Sakura
prese il suo scettro. Era da molto tempo che non lo usava, ma ricordava
perfettamente la formula magica.
Alzò
il braccio in aria e disse ad alta voce:- Chiave che possiedi la forza delle
stelle, mostrami il tuo vero aspetto, è Sakura che te lo ordina! Release!
Rescissione del sigillo!!!- il ciondolo divenne uno scettro, e Sakura prese la
carta del fiore:- Flower! Fiore!!!- dalla carta uscì la figura del fiore. Stava
per chiederle di far rivivere la pianta, quando la carta si voltò verso di lei.
Il suo sguardo non era quello di sempre; era più duro, quasi cattivo. Eppure
quella era una carta felice e spensierata. Sakura cominciò a preoccuparsi, e
non appena vide che la carta stava per attaccarla, le sue angosce accrebbero.
Mandò una pioggia di petali contro la ragazza, dopo di che sparì
nell’oscurità della notte. Per fortuna, il fiore, non essendo una carta
d’attacco, non fece alcun danno a Sakura, che era ancora a terra, allibita e
inquieta. Che cos’era successo alla carta? Lei era la sua padrona, allora come
mai non le aveva obbedito, anzi l’aveva addirittura attaccata? Tomoyo le si
avvicinò. Anche lei era spaventata e preoccupata per gli stessi motivi.
-
Ch-che cosa è successo!?! Le carte non hanno mai fatto così!!!-
-
Non lo so, Tomoyo, ma il suo sguardo mi ha spaventato moltissimo. Penso… penso
sia meglio andare da Kero-chan…-
-
Non adesso. Sicuramente starà dormendo, e tu sei sconvolta. Rimandiamo tutto a
domattina. A mente fresca si ragiona anche meglio, e poi visto che è domenica
potrò venire e farvi vedere la registrazione che ho fatto…- Tomoyo si fermò.
Stava per nominare Li, e pensò che forse Sakura non voleva vederlo, ma…
-
…E chiameremo anche Shaoran. Forse lui potrebbe dirci qualcosa.-continuò la
stessa Sakura. Ci aveva pensato lei da sola.
Così,
ancora un po’ spaventate, tornarono alle loro abitazioni, in attesa del giorno
che sarebbe arrivato di lì a qualche ora.
Intanto,
in una vecchia villa ormai anche sigillata da travi di legno, perché
pericolante, in una stanza dove non filtrava la luce, la sagoma di una persona,
sedeva ad una poltrona, posta al centro di una stanza.
-
Non aveva un grande gusto il mio parente…- disse una voce sprezzante. Intanto
una ragazza era entrata nella stanza.
-
Che buio che c’è qua dentro!!! Ma perché ti ostini a rimanere in questo
postaccio e non esci a vivere! Pensa che io domani andrò anche a scuola. Sarà
uno spasso!!!-
-
Sai bene che io sono superiore e non mi abbasserei mai a stare con della gente
comune. Io sono superiore, perché ho il potere…-
-
Beh, fai come vuoi… piuttosto, con quella carta non hai combinato un granché.
Non ha creato nessun danno al suo possessore, visto che il tuo potere non è
accresciuto, e poi non è nemmeno venuta qui…-
-
Non ti preoccupare, la carta del fiore non è d’attacco. E’ normale che non
gli abbia fatto niente. E poi, vedrai, tornerà… anche con cattiveria, a
quella carta piace sempre giocare, vedrai che tornerà…-
-
Resta comunque il fatto che non hai concluso niente!-
-
Per oggi, ma in futuro… non appena userà una carta d’attacco vedrai che
andrà maglio… e sento che ciò avverrà molto, molto presto!!!-…
Continua…