Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: sangueoro    04/04/2020    1 recensioni
Klaus e Caroline a spasso nel tempo?
Quali saranno i risultati delle loro avventure?
Dopo la morte di Klaus, Caroline deve fare i conti con i suoi sentimenti irrisolti e nel frattempo cercare di salvare le sue figlie dalla fusione.
Riuscirà a trovare la soluzione e a cambiare il destino del suo "ultimo amore"?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Marcel era immobilizzato sotto il corpo di Rebekah, che gli stava puntando la spada contro la giugulare.

«Vacci piano!» la rimproverò Caroline che stava assistendo all’allenamento.

«Anche perché dove lo trova un altro scriteriato che decida di prenderla in moglie» commentò in maniera impercettibile Klaus.

La vampira si girò a guardarlo.

«Non era così difficile, Love» le sghignazzò in faccia l’uomo «sulla nave mi hai detto di aver presenziato al suo recente matrimonio e mia sorella si è dichiarata una neo sposina» inclinò la testa il vampiro guardandola con il suo caratteristico sorrisetto insolente.

«E cosa hai intenzione di fare ora che lo sai?» chiese titubante Care.

«Onestamente, questa è una delle cose che sarò ben felice di dimenticare quando tornerai nella tua epoca» soppesò Klaus «e dalla tua reazione comprendo che avrò lo stesso stato d’animo quando lo scoprirò realmente…»

«I sentimenti che nasceranno tra loro saranno il motivo per il quale deciderai di trasformarlo» confessò la vampira «gli farai scegliere tra la sua immortalità, lontano da lei… e l’amore che prova per lei…»

«Questo non dovevi dirmelo, Love» cambiò atteggiamento l’uomo «Non mi piacciono le persone che si lasciano corrompere e non lottano per le cose importanti!»

«Non piacciono a nessuno» assentì Caroline «ed è il motivo per il quale si sono sposati solo un paio di mesi fa, ci hanno messo 185 anni a ritrovarsi e perdonarsi».

 

Hyde Park, nell’ora più alla moda, sembrava quasi scoppiare, così pieno di carrozze, cavalli e di persone che camminavano lungo i sentieri. 

Caroline e Rebekah ricambiarono il saluto del gentiluomo che gli si era passato accanto montando un maestoso purosangue scuro.

«Se potessi cavalcare normalmente e non fossi obbligata a farlo all’amazzone, avrei preferito anche io un cavallo, alla carrozza» si lamentò la vampira originale.

«Concordo»

«Per lo meno siamo sole! Come mai?»

«La Contessa di Rosslyn e Lady St Clair avevano delle commissioni»

«Meno male» alzò gli occhi al cielo Rebekah.

«Non essere così ingrata! Lo fanno per noi!»

«Morgan ha un motivo! Ma la Contessa?… E’ così asfissiante!»

«Nessuno si era mai affidato a lei per la presentazione a corte! Quindi ha preso l’incarico molto seriamente» ridacchiò Care «devi avere pazienza con lei»

«Molta pazienza!» sibilò l’originale «Loro non potevano esserci ma hanno mandato la cavalleria!»

Care girò la testa per seguire il suo sguardo. «Non essere sciocca! Sono tutti qui a passeggiare e a farsi vedere, è più facile dire chi non c’è!» la rimproverò sorridendo cordiale a chi si stava avvicinando.

«Vostra Grazia… Lady Bedwyn» salutò il gentiluomo togliendosi per un attimo il cappello.

«Buon pomeriggio Lord St Clair» rispose Caroline.

«Fate attenzione con il vostro cavallo, Milord» suggerì invece altezzosa Rebekah.

«Vi posso garantire che non correte alcun rischio, è un esemplare magistralmente addestrato, Milady» replicò alla stessa maniera il Barone.

L’uomo che gli era al fianco non riuscì a trattenersi dal ridere.

«Vostra Grazia, permettetemi di presentarvi il Marchese di Hallmere, un mio carissimo amico.»

«Ci hanno già presentati qualche sera fa, Vostra Grazia» lo corresse cordiale il nobile «ma in simili contesti è molto difficile fare realmente conoscenza.»

«Invece mi ricordo molto bene di voi» sorrise cortese Caroline.

Il Marchese ricambiò il sorriso «Lady Bedwyn…» si rivolse poi a Rebekah «siete incantevole con quel cappellino»

«La ringrazio, Milord» rispose gentile la vampira originale.

 

«Finalmente! Mi faceva male il viso a forza di sorridere!» esclamò Rebekah quando la carrozza si lasciò il parco alle spalle e prese un’ andatura un po’ più veloce.

«Di tanto in tanto un giro a Hyde Park è obbligatorio» commentò Caroline «Ma ti devo dare ragione, è snervante!»

Dopo qualche minuto di silenzio la vampira originale sospirò.

«E così l’uomo della mia vita è Marcel…»

Caroline si girò a guardala.

«Ce l’ho anche io l’udito super sviluppato sai?»

Care scosse la testa «Non avresti dovuto saperlo…»

«Perché no?»

«Converrai che è un po’ strano…»

«Perché ora è un bambino? Non lo sono stati tutti?» rise Rebekah.

«Non posso darti torto» si unì alla risata Care.

«Non sarebbe la cosa più strana che mi sia successa» valutò l’originale con un’ alzata di spalle «ora sto parlando con una persona che viene dal futuro!»

«Di nuovo non posso darti torto!»

«Quando avremo superato tutti i problemi… mi renderà felice?» domandò Rebekah in un sussurro.

«Sì» rispose Caroline risoluta, senza nessuna esitazione e guardandola negli occhi.

 

«Vostra Grazia!» le venne incontro Cora, tutta eccitata.

«Che succede?» le chiese Caroline entrando insieme a Rebekah.

«Un onore grandissimo! Vostra Grazia…» rispose la governante.

Cora attese che la Duchessa si togliesse il cappellino e lo passasse insieme all’ombrello parasole ad una delle domestiche, poi con mano tremante le consegnò una busta elegante.

«L’invito per domani» sorrise Care aprendolo «sapevamo già di avere l’invito per il ballo del mercoledì alla Almack’s Assembly Rooms».

Cora sgranò gli occhi «Vostra Grazia! Quello non è un invito qualunque! E’ firmato da Lady Dorothea Lieven!… la Contessa di Lieven!» aggiunse notando lo sguardo perplesso di Caroline «La moglie dell’ambasciatore russo!… Vostra grazia» cominciò a spiegarle come se stesse parlando con una bambina «tutte le debuttanti oggi stanno pregando di ricevere un invito per domani sera! Ieri le Patronesse si sono riunite e hanno deciso chi può partecipare, alle più fortunate verrà recapitata una busta con il voucher standard! Quello che avete in mano non è soltanto l’invito personale di una delle Patronesse… ma di quella più influente di tutte!»

 

Caroline bussò alla porta dello studio privato del Duca di Bewcastle, il segretario personale le aprì e rispettosamente uscì dalla stanza.

«Ne sai qualcosa?» domandò la donna appena rimasero da soli, sventolando l’elegante busta.

Klaus sorrise sornione «Oggi, a pranzo da White’s … potrei avere incontrato il Conte di Lieven, l’ambasciatore Russo… e sfoggiando la mia ineccepibile pronuncia della sua lingua madre, potrei averlo convinto a chiedere a sua moglie un invito un po’ più formale…».

«A sentire Cora è l’onore più grande che si possa avere…» commentò la vampira.

«Solo il meglio, per le mie ragazze» le fece un occhiolino il vampiro.

«Questo significa che domani non ci accompagnerai?»

«Love… ma tu lo sai che una delle Patronesse ha avuto l’ardire di mettere alla porta il Duca di Wellington? Reo di aver avuto un atteggiamento non in linea con l’alto il livello di rispettabilità di Almack’s, mi caccerebbero dopo qualche secondo!»

Caroline scoppiò a ridere.

«Mi manderai ad un ballo, senza la tua supervisione…»

«Ti mando alla Almack’s Assembly Rooms, senza la mia supervisione! Un luogo assolutamente rispettabile perché vigilato e organizzato da un manipolo di dame che conoscono ogni minimo dettaglio della vita dei loro ospiti, conoscono ogni scandalo e ogni più piccola macchia che possa esistere sulla loro reputazione, e loro non fanno neanche avvicinare sulla soglia d’entrata… chi non ce l’ha perfettamente immacolata!»

«Ah sì…» soppesò Caroline «Hai presente l’attuale Principe del Galles? Giorgio Augusto Federico di Hannover? Tra meno di un anno diventerà il Re Giorgio IV e si scoprirà che la sua amante più illustre fosse una certa Sarah Villiers, Contessa di Jersey … sono amanti da molto prima che salisse sul trono, quindi teoricamente potrebbero avere un incontro amoroso anche domani sera… in mia presenza, visto che Lady Jersey sarà impegnata a vigilare sulla rispettabilità del Ton, dall’alto della sua posizione di Patronessa di Almack’s!»

Klaus scoppiò a ridere «Come hai detto nel 1993? Il bue che dice cornuto all’asino?»

«Sì» rise anche Care «Ma qui ci sta molto meglio il “Predica bene e razzola male”»

«Come ti ho promesso, me le segno tutte le tue perle di saggezza!»

«Che hai in mano?» domandò Caroline sgranando gli occhi.

«La mia nuova penna! Guarda, Love… questa ha addirittura il serbatoio con un meccanismo che lo fa ritrarre, semplice ma ingegnoso, usa una molla come quella degli orologi astronomici! Ma la cosa più strabiliante è che non ha il pennino! C’è questa minuscola sfera che ruotando si imbeve dell’inchiostro… geniale!»

Caroline lo guardò a bocca aperta.

«E poi è leggerissima…»

«E’ una penna di plastica!»

«E’ la penna di una banca… la Central National Bank, Waco, Texas» lesse Klaus.

«Fammi capire, tu sei andato nel 1993… è la cosa più interessante che hai pensato di riportarti è quella?»

«Love, avrei voluto prendere l’automobile, la televisione, il personal computer o il telefono… ma non avrei potuto usarli»

«Ma una penna un po’ più bella non l’hai trovata?»

«Quando mi hai mandato a soggiogare i bambini ho preso anche questi» confessò divertito, tirando fuori dal cassetto della scrivania una piccola manciata di matite colorate. «Al momento di lapis si conoscono solo quelli con le graffiti nere…»

«Spero che non li hai chiamati “lapis” davanti a loro…»

«Non riesco proprio a comprenderti, Love» la fissò Klaus con uno strano sguardo «vieni da una epoca dove per illuminare una stanza non devi accendere candele o lumi a gas, in questi duecento anni ci sono state talmente tante invenzioni, puoi coprire grandi distanze in poche ore, parlare con persone che stanno a miglia di distanza come se fossero di fronte a te… eppure tu sei tranquilla e serena, non ti sei adattata… è come se… fossi nata in questa epoca…»

«Vivo in un bellissimo palazzo» rispose Caroline con un’ alzata di spalle «E’ una situazione piuttosto agiata» continuò sedendosi di fronte all’uomo «vado a feste, balli, ricevimenti… passeggio nel parco, sai… a Waco non li usavano, ma esistono telefoni ancora più innovativi che non hanno bisogno di essere attaccati con un filo ad una parete, si chiamano cellulari e possono essere usati ovunque… si tengono in tasca… e tu li odiavi!» rise «Non mi dispiace essermi presa una pausa da quelle cose, se qualcuno ha bisogno di me, viene qui e se non mi trova ripassa in un altro momento! Non mi chiama con il telefono chiedendomi come prima cosa “dove sei?” L’ho sempre trovato da maleducati!»

Klaus sorrise.

«Inoltre… » la donna ricambiò il sorriso «sono qui con voi, mi sento al sicuro… sono con degli amici, anche se non si ricordano di me… voi potete anche non sapere chi sono e quello che abbiamo condiviso… ma io ho tutto ben impresso nella memoria»

Caroline abbassò lo sguardo «Ti ho pianto per un anno, Klaus… insieme alle tue sorelle, a tua figlia e a tutte le persone che ti volevano bene, ma ora sto vivendo un piccolo miracolo, ti sto parlando… sei di fronte a me… e francamente non mi importa in che epoca avviene… »

La donna rialzò lo sguardo ed incontrò quello del vampiro, per qualche istante si fissarono in silenzio.

«Certo… non so che darei per una bella doccia calda!» tornò a parlare Care cambiando tono «Non l’ho potuta fare neanche in Texas! Quei pazzi dei davidiani ritenevano che fosse una cosa un po’ viziosa, un lusso superfluo».

«Una doccia… » annuì l’uomo assecondandola «Se David Koresh pensava che fosse una cosa peccaminosa… devo confessarti di essere curioso, Love!».

«L’ha inventata il medico di una prigione francese con lo scopo di garantire un’ igiene migliore ai prigionieri!» spiegò la vampira «Non può essere una cosa così licenziosa… non trovi?»

«Ma ti manca…»

«Sì, perché è piacevole il getto dell’acqua calda che ti viene addosso… è rilassante e al tempo stesso corroborante»

«Come se fosse una piccola cascata…»

«Esatto, non una troppo alta ovviamente, il getto sarebbe troppo violento… che c’è?» chiese Caroline notando lo sguardo ironico dell’uomo.

«C’è un piccolo fiume nel sud della Francia, il Le Céou… lungo il suo corso genera piccoli laghetti con delle cascatelle, mi sto immaginando la scena di te che ti immergi… e te lo devo dire, Love… mi duole molto ammetterlo, ma devo dare ragione a Koresh, è un pensiero piuttosto lascivo…».

Caroline scosse la testa, poi contagiata dallo sguardo divertito dell’uomo gli fece un radioso sorriso.

 

 

«E così questa è la famosissima Almack’s Assembly Rooms» sospirò Rebekah davanti all’edificio a tre piani in King Street, nel quartiere di St. James, uno dei migliori di Londra.

«Fra i primi club londinesi ad ammettere sia uomini che donne, un perfetto connubio tra i club maschili, dove gli uomini potevano incontrarsi e discorrere di caccia, affari, politica… e i salotti femminili in cui le signore parlavano di moda e di pettegolezzi.
Il terreno di caccia al marito per antonomasia, qui le debuttanti potevano interagire più liberamente con i gentiluomini…».

«Hai ingoiato un libro?» la interruppe Rebekah divertita.

«Sì!» sghignazzò Caroline «Morgan mi aveva dato delle cose da approfondire e studiare, questo posto era in cima alla lista!»

«Andiamo a vedere se è proprio come hai letto…» la prese sottobraccio la vampira originale.

Il salone di ricevimento, posto al piano terra era gremito, Caroline e Rebekah si avvicinarono alle stanze del guardaroba per lasciare i loro mantelli.

Ai piedi della scalinata che portava ai piani superiori c’erano delle donne allineate che venivano rispettosamente salutate da tutti gli avventori.

«Quelle sono…» sussurrò Rebekah.

«… le sette dragonesse…» rispose Caroline.

«Viste così… fanno davvero spavento».

«Non farti suggestionare… sono meno integerrime e morigerate di quello che si pensi…».

«Non darti pensiero! Io non ho provato deferenza neanche davanti alla Regina… figurati se mi faccio asservire da queste Lady che giocano con il futuro di centinaia di giovani donne, decidono dei loro matrimoni e sulla loro possibilità di entrare stabilmente nell’alta società e a che titolo?
Sono semplicemente mogli, figlie o sorelle di uomini di potere, di loro non ci hanno messo nulla, tranne il mostrarsi belle, educate ed eleganti… un po’ poco per avere il mio rispetto!»

Caroline sorrise «Ho incontrato Rebekah prima dell’ultima missione…» rise «o forse dovrei dire ti ho incontrato…»

La vampira originale scoppiò a ridere «E’ surreale!»

«Un po’ lo è… ma in effetti mi ha proprio ricordato che tu e lei siete la stessa persona e, dopo quanto hai detto ora… non posso che darle ragione».

Caroline si avvicinò ad un uomo in livrea e gli porse il loro invito.

«Sua Grazia la Duchessa di Bewcastle e Lady Rebekah Bedwyn» esclamò cerimonioso facendo un inchino.

Una donna uscì dalle fila delle patronesse «Sono lieta che abbiate accettato il mio invito.»

Caroline guardò la donna in silenzio, senza neanche l’accenno di un saluto.

«Vostra Grazia» si affrettò ad aggiungere la gentildonna.

«Lady Lieven, immagino, è un piacere fare la vostra conoscenza e vi sono grata dell’attestato di stima che avete avuto la compiacenza di rivolgere a mia cognata».

Rebekah fece una piccola riverenza, mentre Caroline era rimasta dritta, altera… nessuna delle patronesse aveva il suo rango, furono loro a farle un inchino e con un sorriso tirato augurarle di trascorrere una bella serata.

«Sei stata fantastica» sghignazzò Rebekah salendo le strade. «Si poteva vedere il fumo che gli usciva dalle orecchie».

«Una di loro era la Contessa Esterházy e nel 1833 diventerà una Principessa» mormorò Caroline divertita «ma noi non glielo diciamo e ci godiamo l’inchino che è obbligata a farmi!».

Rebekah stava per entrare nel salone al primo piano, Caroline la trattenne per un braccio.

«Sì, ma non sfidiamo la sorte» le sussurrò «saliamo direttamente al secondo piano dove ci sono le sale da ballo».

«Ma qui ci sono i tavoli da gioco! L’unico posto pubblico dove è permesso che giochino a carte anche le donne!».

«Ci verremo più tardi o la prossima volta… ammesso che ci invitino!».

 

«Questo posto è di una noia mortale» si lamentò Rebekah avvicinandosi dopo aver ballato una quadriglia con un attempato gentiluomo.

«Il decoro e l’alta moralità ha un prezzo» commentò sghignazzando Care.

«Ora capisco perché neanche Elijah e Kol ci hanno voluto accompagnare!» sbuffò Becca.

«Gli uomini che vedi qui sono quelli che hanno veramente desiderio di trovare una moglie» si intromise Morgan «messi alle strette dall’età che avanza, dalla famiglia… o da una situazione finanziaria da risollevare.
Gli uomini più interessanti in questo momento sono da White’s a fare scommesse su chi di questi poveretti presenti si ritroverà per primo con un cappio al collo».

«Beh… non tutti» commentò Caroline guardando alle sue spalle.

«Lady St. Clair…» sussurrò il Marchese di Hallmere con un elegante inchino «Voglio sperare che non siate già impegnata per il prossimo ballo»

«No Milord…» rispose Morgan guardandolo.

L’uomo le sorrise porgendole la mano.

«Quella… strega si è accaparrata l’unico decente» commentò Rebekah, quando si furono allontanati «o forse no…» aggiunse con uno sguardo ambiguo.

Caroline si girò per vedere chi stesse guardando «Pensavo che non lo sopportassi…» valutò stupita.

«Ed è così… ma ho un conto in sospeso con quell’uomo! Mi ha chiamata Miss Mikaelson»

«Lord St Clair sa tutto! Morgan è stata costretta a dirglielo… ti ha semplicemente chiamato con il tuo nome!»

«E’ stato per il modo» ponderò Rebekah con un’espressione sempre più sibillina «A noi due… Wulfric…» sussurrò con un sorriso diabolico.

«Dove vai?!» cercò di bloccarla invano Caroline.

 

«Lady Rosslyn…»

Caroline, che stava conversando con la Contessa e suo nipote, si girò per vedere chi avesse richiamato l’attenzione della gentildonna.

«Volevo informarvi che alla vostra protetta, Lady Bedwyn, è stato accordato il permesso di danzare il valzer» comunicò Lady Dorothea Lieven ad alta voce, con un tono stranamente cortese «Avete fatto un lavoro egregio e le Patronesse di Almack’s ritengono che questo sia il giusto riconoscimento per i vostro operato».

«V-vi ringrazio per l’apprezzamento, Milady» balbettò la Contessa stupefatta «Vi sono molto grata per l’inestimabile attestato di stima che avete voluto riconoscermi».

Lady Lieven fece un impercettibile movimento del capo e poi si congedò.

Caroline scrutò Rebekah che era stata tutto il tempo alle spalle della Patronessa con un sorriso sornione «Il prossimo set è per l’appunto un valzer» annunciò la vampira originale fissando Lord St. Clair.

L’uomo sostenne lo sguardo per dei lunghissimi secondi, poi prese un bel respiro « Lady Bedwyn… mi vorreste concedere l’onore del prossimo ballo?».

«Con piacere, Milord».

«Vogliate scusarmi» intervenne Care «devo parlare qualche minuto con mia cognata» spiegò con un sorriso prendendo l’originale per un braccio.

«Hai soggiogato le Patronesse?» chiese quando erano a qualche metro di distanza.

«Ovviamente…»

«Ma perché?»

«Non posso certo sedurlo con un reel o un minuetto!»

«Sedurlo?» sgranò gli occhi Caroline «Ma sei impazzita?»

«Tu e Nik avete la vostra missione» rispose con un’alzata di spalle «Me ne sono trovata una anche io!»

«E sarebbe?»

«Vendetta!» annunciò compiaciuta Rebekah «Preventiva!» aggiunse con un sorriso insolente.

Care la guardò confusa scuotendo il capo.

«Voglio far capitolare quel bellimbusto altezzoso che mi guarda dall’alto in basso! Sembra freddo e distaccato… ma non lo è! La nasconde molto bene… ma io l’ho vista la scintilla che arde in quegli occhi di ghiaccio e prima che ce ne andiamo da qui, la farò divampare!»

«E tutto perché ti ha chiamato Miss Mikaelson?»

«Non è di lui che mi voglio vendicare… ma di Marcel! Per tutto il male che mi farà!»

«Ma è poco più di un ragazzino! Che c’entra lui con il sedurre il Barone St. Clair?» domandò Care.

«Sai come funziona no? Corrispondenza segreta… appuntamenti clandestini, mi servirà uno chaperon e un emissario… sarà Marcel ad aiutarmi a farlo capitolare! Se lo merita no?»

«Ma neanche se lo ricorderà!» allargò le braccia Caroline «E neanche tu!»

«Quindi non avrà conseguenze, giusto?» chiese ironica Rebekah «Ma tu… gli racconterai tutto nel 2020! E con dovizia di particolari! Promettimelo Caroline!»

La vampira scosse la testa a bocca aperta «Se ti dico che lo farai penare moltissimo prima di accettare la sua proposta di matrimonio, accantonerai questo folle piano?»

«No… ma mi rallegra!» sogghignò Rebekah «Ma poi… guarda Lady Rosslyn quanto è felice! E’ la Regina del ballo! L’americana senza un briciolo di classe che sbaraglia tutte facendo fare una scalata vertiginosa alla sua protetta, talmente ben introdotta che ha conquistato le patronesse al primo colpo!».

Caroline sorrise guardando la Contessa attorniata da tutte le Lady «Si sta prendendo una bella rivincita».

«Lady Crane è in tinta con il suo orribile vestito verdognolo» sghignazzò Becca.

«L’allieva che batte la maestra» annuì compiaciuta Care. «E sai che ti dico? Rimetti al suo posto quel Barone! Colpirne uno per educarne cento!».

«Eh?»

«Niente… è un modo di dire della mia epoca, ricordami di spiegarlo a tuo fratello!».

«Unum castigabis, centum emendabis… è una locuzione latina, Love… tra l’altro uno dei miei motti!».

«E tu? Da dove spunti?»

«Mi annoiavo da White’s»

Rebekah spostò lo sguardo da Klaus a Caroline e viceversa «Ho il via libera cognatina?»

«Senza pietà!» annuì Care «Non dargli scampo!»

Becca le fece un occhiolino e si allontanò.

«Ho paura di chiederti cosa state architettando, Love»

«Non chiedermelo perché non te lo dirò, My Dear…»

Il vampiro sorrise.

Era bellissimo quando era rilassato, ed era magnifico in abito da sera, le gambe fasciate nel pantalone attillato al ginocchio non avevano bisogno di quelle imbottiture che molti dovevano usare per farle sembrare più muscolose.

Caroline si guardò intorno e passò in rassegna le donne in sala, qualcuna pudicamente da dietro un ventaglio, altre più sfacciatamente, se lo stavamo mangiando letteralmente con gli occhi.

La vampira sospirò contrariata.

Il vampiro la guardò di sottecchi.

«Invitami a ballare prima che salto al collo di qualcuno» mormorò Care.

«Che è successo, Love?» chiese Klaus porgendole il palmo della mano «Una persona ti ha fatto innervosire e hai pensato bene di scatenargli contro mia sorella?»

Caroline rise apertamente ancorandosi alle sue spalle con fare possessivo.

«Non che mi dispiaccia, Love…» la scrutò il vampiro «Ma credo che questa non sia la distanza corretta da tenere, specialmente qui!»

«Certo!» commentò nervosa «Da Almack’s queste cose non si fanno! Vorrei tanto ricordarlo a tutte le gran dame presenti» aggiunse piccata.

«Ma cosa hai?»

«Non potevi rimanere da White’s, con Elijah e Kol?»

«Cosa avevi intenzione di fare? Ti ho rovinato i piani?» la guardò infuriato il vampiro.

«Quali piani?»

«Non lo so… dimmelo tu, Love!»

«Non avevo nessun piano! Ce li ha qualcun’altro!»

«Chi?»

«Ogni donna presente in questa sala, che si sta rifacendo gli occhi, vista la scarsità di cose interessanti da guardare… prima che arrivassi!»

Klaus alzò un sopracciglio fissandola ad un passo dallo scoppiare a riderle in faccia.

«Smettila!»

«Sei gelosa… e sei adorabile, Love»

Caroline lo guardò minacciosa.

«Ti vorrei ricordare che sono un uomo sposato… non sono terreno di caccia»

«E questo ti rende perfetto per un altro tipo di caccia! Quella che non necessita di un anello al dito!» ribatté piccata la vampira.

L’uomo non replicò, si portò il palmo della mano della donna alla bocca e invece di distendere di nuovo il braccio se lo portò al petto, le loro mani intrecciate come unica barriera tra i loro corpi… al diavolo Almack’s e tutte le sue regole.

 

«La correttezza mi impone di avvertivi, Milady… ho preso l’abitudine di mettere qualche foglia di verbena nel the».

«E perché la cosa dovrebbe interessarmi, Milord?»

«Nel caso che vorreste disporre della mia mente, come avete appena fatto con le Patronesse, e vi trovaste a chiedervi il perché non siete riuscita nell’intento»

Rebekah lo fissò «Vi do la mia parola, Lord St Clair» sorrise insolente «Non userò le mie capacità sovrannaturali per togliervi la capacità di pensare lucidamente… ma questo non significa che non riesca a farlo in ogni caso» si avvicinò con uno sguardo malizioso «usando altri metodi…» aggiunse allusiva in un sussurro.

Per qualche istante gli occhi azzurri del Barone presero la colorazione di un mare in tempesta ma con una mossa repentina ed autoritaria la fece piroettare, riacquistando il suo aplomb.

 

Il valzer era terminato, Klaus stava scortando Caroline ai bordi della sala quando si immobilizzò.

«Sembra un plotone di esecuzione» mormorò divertito «Ora ci cacceranno, Love»

«Se salti tu salto anche io, Jack!» sghignazzò Caroline prendendolo per mano.

«Eh?»

«Niente… è la frase di un film» sorrise divertita la vampira «Significa uniti nella disgrazia! Fino alla fine!»

Klaus alzò gli occhi al cielo scoppiando a ridere «D’accordo, Love» mormorò «ma devo conoscere il nemico per batterlo!»

«La prima, con il vestito azzurro» replicò Care « Emily Lamb, Lady Cowper, sorella del Primo Ministro Lord Melbourne e moglie di un futuro Primo Ministro, Lord Palmerston»

Il vampiro annuì.

«Maria Molyneux, moglie del Marchese di Sefton… Amelia Stewart la Viscontessa di Castlereagh… Sarah Villiers, Contessa di Jersey…»

«L’amante del Principe del Galles.»

«Esatto… la Contessa Esterházy, moglie dell'ambasciatore austriaco, il principe Paul Anton Esterházy… Sarah Clementina Drummond-Burrell, Lady Willoughby de Eresby, suo marito erediterà il titolo di Barone tra un anno e passerà alla storia come uno dei dandy più ricercati ed eleganti, e nonostante la sua giovane età e il parere della nostra Cora… ti posso assicurare che è lei la Regina delle Patronesse! E a chiudere le fila Lady Dorothea Lieven, Contessa di Lieven…

«La moglie dell’ambasciatore che ho soggiogato…»

«Non fare quella faccia compiaciuta, tua sorella ti ha battuto… le ha soggiogate tutte e sette per ballare il valzer…»

Klaus si girò a guardarla e Caroline annuì.

«Vostra Grazia…» allungò entrambe le mani la Contessa di Lieven andandogli incontro «ci avete fatto l’onore della vostra presenza, ve ne siamo molto grate…»

«Ma dobbiamo sgridarvi per non aver condotto con voi anche i vostri fratelli» si intromise civettuola Lady Cowper.

«Sarà per il prossimo mercoledì» replicò Klaus gentile.

«Sarebbe magnifico, Vostra Grazia» si intromise Lady Willoughby de Eresby «Vedrò di riservare il ballo di apertura a due giovani nobildonne, che sceglierò con particolare cura»

«Sono sicuro che ve ne saranno grati, Milady»

«Kol farà i salti di gioia» mormorò impercettibilmente Caroline.

«Adoro questo minuetto» sospirò la Contessa di Jersey fissando il vampiro.

«Concordo con voi» annuì l’uomo «Il minuetto in Sol maggiore di Bach è uno dei miei preferiti, non so se lo sapete, ma la seconda parte sembrerebbe da attribuire al compositore Christian Petzold» ammiccò come se stesse svelando un segreto inconfessabile.

«My Love…» fece poi un sorriso alla moglie «gradite che vi accompagni al tavolo dei rinfreschi?»

«Con immenso piacere, My Dear»

«Però è gratificante che mi preferisca al Principe del Galles!» assentì compiaciuto quando si furono allontanati.

«Lo hai mai incontrato il futuro Re Giorgio IV?» commentò Caroline «Non si può certo definire un adone! Non è questa gran cosa che ti reputi più carino…»

«Carino?»

«Gradevole?» suggerì la vampira.

«A pensarci bene potrei chiedere a Morgan di accompagnarti ai tavoli del rinfresco!»

Caroline lo trattenne per un braccio, facendolo scoppiare a ridere.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: sangueoro