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Autore: Nope1233    05/04/2020    1 recensioni
Provavo una profonda vergogna per quello che avevo fatto e mai ero riuscita a perdonarmi nonostante l'inesorabile scorrere degli anni.
Ritrovare quel ragazzo davanti ai miei stessi occhi fu una sfida che ogni fibra del mio corpo mi implorava di abbandonare, ma il suo animo puro e semplice era un qualcosa che mi avrebbe legata a lui nonostante tutti i miei demoni e le mie più profonde paure. Temevo me stessa e temevo ancora di più quello che mi faceva provare il suo meraviglioso ed ingenuo sorriso rivolto verso di me.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fatgum, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La mattina seguente, nonostante avessi dormito solo poche ore, mi sentivo stranamente riposata e mi preparai in fretta e furia uscendo poi di casa in perfetto orario per dirigermi verso quello che potevo finalmente chiamare il mio luogo di lavoro. Il sole era già alto nel cielo e scaldava il mio viso in quella splendida giornata primaverile ma, più mi avvicinavo all'agenzia e più mi trasmetteva sensazioni sempre più soffocanti.

Nonostante mi fossi allenata tutta la vita per quel momento, temevo che avrei commesso un qualunque errore che avrebbe potuto mettere in pericolo Toyomitsu o addirittura i civili. Era una responsabilità non da poco e tutto quello che potevo fare era riporre la mia fiducia nelle abilità che tanto avevo allenato negli anni.

Arrivata davanti alle porte scorrevoli dell'agenzia, dovetti prendere un profondo respiro prima di riuscire a varcarne la soglia. La mia prima giornata di lavoro stava per iniziare e mi sentivo incredibilmente tesa ma pronta a qualunque evenienza.

"Buongiorno, T/C! Hai già fatto colazione?" sorrise Toyomitsu comparendo da dietro una delle porte a vetri appena misi piede nel corridoio d'ingresso, come se non aspettasse altro che il mio arrivo.

"Buongiorno a te. Sì, sono a posto, ti ringrazio." risposi.

"Ci tenevo a parlare con te di alcune cose importanti, vieni nel mio ufficio!"

Seguii il ragazzo fin davanti alla sua scrivania dove mi porse un sottile plico di fogli perfettamente impilati. Notai subito che il suo sorriso si era spento lasciando sul suo volto un'espressione preoccupata.

"Si tratta del caso a cui sto lavorando insieme alla polizia." spiegò distribuendo i fogli sulla scrivania nell'angolo lasciato libero dalla piastra per i takoyaki. "Sta circolando un particolare tipo di droga che aumenta a dismisura la potenza dei quirk e ultimamente i criminali minori se ne stanno approfittando. Questa droga è capace di rendere devastante anche un'Unicità banale ed è necessario riuscire ad individuare il distributore primario, o meglio, colui che la produce."

"Avevo sentito parlare di questa sostanza." commentai. "A che punto siete arrivati con le indagini?"

"Per ora a un punto morto, purtroppo. Temiamo che la importino principalmente dall'America, ma è anche vero che devono avere un piccolo punto di produzione anche qui. Non può essere altrimenti. Purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare fonti attendibili e i criminali catturati sotto l'effetto della sostanza non ci hanno portato ad alcuna pista utile."

"Tutto chiaro." sospirai osservando i file che mi aveva messo sotto gli occhi il ragazzo che trattavano nel dettaglio i componenti della sostanza.

"Questo è tutto!" disse facendo tornare sul suo volto un grande sorriso. "Ci tenevo ad aggiornarti sulla questione."

"Hai fatto benissimo." sorrisi di rimando porgendogli i fogli che avevo appena riordinato, ma il  ragazzo parve perdersi per qualche secondo nei suoi pensieri ed io mi limitai ad osservarlo con aria interrogativa.

"S-Sì, certo!" rise imbarazzato afferrando il plico a chiudendolo in un cassetto della scrivania. "Dimenticavo, chiamami Fatgum mentre siamo in servizio! Il tuo nome da Hero, invece?"

"Hairy. Lo so, è banale."

"Affatto, a me piace moltissimo!"

"T-Ti ringrazio."

"Lo penso sul serio, non ringraziarmi. Ora andiamo, dobbiamo entrare in servizio!" disse particolarmente entusiasta alzando un pugno al cielo.

 

- - -

 

"Allora, com'era il liceo per eroi ad Hokkaido?" chiese Toyomitsu mentre camminavamo lenti lungo la via principale della nostra area di servizio.

"Niente di speciale, a dire il vero. Ma anche lì ho avuto un gran da fare."

"Non fatico a crederlo." commentò prima di addentare uno dei takoyaki che aveva acquistato ad una bancarella lungo la strada e gettò poi il vassoio vuoto in un cestino davanti ad un conbini.

Era ormai ore che percorrevamo la zona e, con mio enorme piacere, mi accorsi che la compagnia di Toyomitsu mi trasmetteva man mano sempre meno ansia e non potevo che esserne felice. Anzi, era quasi rilassante la sua compagnia che mi faceva sentire accettata ed accolta nonostante le mie paranoie, una cosa che non mi succedeva da molto tempo e che mai avrei pensato potesse accadere stando al suo fianco. Aveva un sorriso contagioso e sembrava dovesse sempre andare tutto estremamente bene.

"Fatgum!" risero in coro due bambini comparsi dal nulla poco prima di avventarsi sulle gambe dell'eroe.

Fermai la mia camminata ed il ragazzo si voltò in direzione dei bambini in divisa scolastica cercando di afferrarli, ma entrambi sfuggirono facilmente alla sua presa.

"Oh, oh!" rise Toyomitsu con tono di sfida. "Cosa vedo qui? Due tremendi Villain stanno cercando di catturarmi, per caso?"

"Non ci sfuggirai questa volta!" rispose uno di loro prima di lasciarsi andare ad una grande risata. "Ti sconfiggeremo!"

"Non credo proprio!"

Con una mossa tremendamente veloce, Fatgum si inginocchiò afferrando le due piccole pesti stringendole in un abbraccio e tutti e tre si misero a ridere. Non riuscii a trattenermi davanti a tutta quella dolcezza e mi ritrovai a sorridere di cuore; sapevo che Toyomitsu era molto amato dai bambini ma non credevo fino a quel punto. Alzai gli occhi dallo sguardo allegro bambini giusto in tempo per riuscire a notare un sorriso accennato ed intenerito sul viso del ragazzo che mi osservava come se fossi la cosa più dolce sulla faccia della terra. Una fitta mi trapassò lo stomaco e non seppi identificare chiaramente di quale sentimento si trattasse, ma catalogai il tutto come semplice ansia nell'essere stata scoperta a sorridere di cuore. Non sapevo bene il perché, ma mi imbarazzava mostrarmi completamente serena in presenza di Toyomitsu, come se non meritassi di essere felice davanti a lui e a quello che gli avevo causato.

Poco dopo, salutammo i due bambini e, dato che il nostro orario di ronda si era ormai concluso, ci incamminammo verso l'agenzia nel completo silenzio. Stranamente, Toyomitsu non disse una parola e la cosa mi stupii dato che di solito per lui ogni occasione era buona per poter chiaccherare. Sospettavo che anche lui, come me, non fosse un amante del silenzio, ma in quella situazione non riuscivo a fare a meno di sentirmi comunque in imbarazzo.

Mancavano pochi isolati alla nostra destinazione, quando lo sguardo del ragazzo venne attirato dai colori vivi di una bancarella di tokoyaki lungo la strada e si avvicinò senza pensarci due volte salutando il proprietario; con assoluta possibilità conosceva tutti i rivenditori del suo cibo preferito nei dintorni dell'agenzia.

"Vieni con me, Hairy!" sorrise il ragazzo. "Offro io!"

"N-Non c'è bisogno, davvero!" dissi avvicinandomi anche io alla bancarella con un sorriso di circostanza.

"Sono ore che camminiamo, non ci credo che non hai nemmeno un po' di fame."

"Neanche un po'!" insistetti sforzando ancora di più il mio sorriso nel tentativo di renderlo il più credibile possibile.

"Uhm..."

"Sono felice di vederti molto più allegro, Fatgum!" parlò il venditore mentre era intento a rigirare velocemente alcuni takoyaki a metà cottura sulla piastra. "Nelle scorse due settimane ti ho visto parecchio giù di morale e non volevo disturbarti oltre. Era successo qualcosa? Spero nulla di grave."

"N-No affatto!" rispose imbarazzato Toyomitsu lanciandomi frequenti occhiate. "Ero solo un po' sovrappensiero, tutto qui!"

"Meno male."

Dopo che il ragazzo pagò il vassoio di takoyaki da lui ordinato, ci spostammo in una stradina secondaria dove prendemmo posto su un muretto a fianco di un distributore di bibite da cui presi un Pocari Sweat. 

Bevvi un lungo sorso della mia bibita e la mia mente riportò alla luce una domanda che avrei voluto porre al ragazzo molto tempo prima. Strinsi la bottiglietta trasparente tra le mani e presi un lungo respiro prima di dare voce ai dubbi che mi attanagliavano da fin troppi anni.

"Posso farti una domanda?" chiesi mantenendo lo sguardo rivolto verso terra.

"Certamente!" sorrise il ragazzo.

"Sappi che non sei obbligato a rispondere."

"Nessun problema!"

"Ok..." sospirai. "Hai voglia di raccontarmi cosa è successo dopo quell'incidente? Ho solo sentito delle voci e mi piacerebbe sapere come sono andate effettivamente le cose."

Toyomitsu non rispose immediatamente e fui costretta a voltare lo sguardo su di lui per tentare di capire se la mia domanda lo avesse ferito o meno, ma lo scoprii intento ad osservarmi con un sorriso intenerito, esattamente come era successo in presenza di quei due bambini.

"Se te lo racconto, mi mostrerai un altro sorriso come quello di prima?" chiese. "Era bello vederti così serena."

Non sapevo bene perché, ma mi ritrovai ad arrossire davanti alla dolcezza celata nelle sue parole e sul momento non ebbi idea di come rispondere. Era talmente puro e sincero nei miei confronti da disarmarmi completamente ogni volta e non riuscivo a capire se la sensazione che provavo era solo dovuta alla paura di espormi troppo o se a qualcosa di più profondo, ma rimandai il più possibile quei pensieri ad un secondo momento.

"Ma ovviamente non sei obbligata, è solo che..." continuò Toyomitsu dato che non aveva ottenuto risposta da parte mia.

"N-No! A me va bene. Anzi, ti ringrazio."

"Perfetto, allora. Ti racconterò ogni cosa, ma tutto ciò che dirò non deve assolutamente darti da pensare, intesi? Promettimi che non ti farai altri problemi nei miei confronti, ci tengo." precisò indicandomi con un takoyaki trafitto dallo stuzzicadenti.

"V-Va bene, lo prometto." risposi incerta.

"Ottimo."

   
 
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