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Autore: Lady S    06/04/2020    0 recensioni
Cadde sul letto, atterrando sulla caviglia dolente, ma il dolore che aveva nel cuore era molto peggio. Lacrime amare ricominciarono a scenderle dagli occhi mentre veniva scossa da violenti spasmi.
-Basta Marinette, ti prego..- la implorò Tikki, volando nel suo campo visivo, ma la ragazza si limitò ad alzare il capo verso si lei.
Le sue pupille erano incredibilmente strette.
-Ti prego Marinette, parla con me..-
-No, Tikki, NO!- esplose di nuovo -Non voglio parlare, io voglio URLARE!- strillò, alzandosi dal letto e alzando le braccia -Perché?- chiese ancora -Tikki dimmi per quale motivo proprio Adrien doveva essere Chat Noir?!-
Ma Tikki non riuscì a risponderle.
Marinette aveva lanciato i suoi orecchini dall'altra parte della stanza.
***
Incuriositi? Almeno un pochino?
Bhè, ci spero!
Che dire, dopo l'uscita del trailer di Frozer il mio cervello ha cominciato a galoppare e questa storia si sta LETTERALMENTE scrivendo da sola (le mie dita hanno ormai una volontà propria).
POTREBBERO ESSERCI DEGLI SPOILER!
Spero di regalarvi un'avventura da vivere insieme.
Un saluto a tutti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4 - Parigi


 

Marinette lo aveva sentito, forte e chiaro quel tonfo che proveniva dalla botola che conduceva al balcone della sua camera da letto. C'era una sola persona che poteva arrivare da li.

 

Non era pronta ad affrontarlo.

 

Allontanò il viso dalla piccola kwami, asciugandosi il viso dalle lacrime che ancora scendevano. Cosa era venuto a fare quella sera?

Piano piano, si alzò dalla chaise longue rosa per andare a fare i gradini che la separavano dal suo letto e quindi, dalla botola. Ci mise una vita, a causa della sua caviglia che la costringeva a non poter camminare normalmente. Nel frattempo, Tikki le si posò sulla spalla destra, nel silenzio più assoluto.

Fin lei aveva capito che non era il momento di parlare.

 

Cosa avrebbe dovuto dirgli?

 

Finalmente arrivò al suo letto, si inginocchiò sul materasso e, lentamente, aprì la botola. Lo vide li, che gli dava la schiena. Non si era neanche accorto che era li e, considerando l'udito di Chat noir, questo voleva dire che era immensamente distratto dai suoi pensieri.

 

Lo sentì sbuffare sonoramente e lo vide prepararsi ad andare via.

 

Ottimo, se non fosse stato per qualcosa che scattò nel suo cervello e che le fece dire

-Adrien, cosa ci fai qui?- con tono distaccato.

 

Lo vide irrigidirsi e bloccarsi di colpo. Si girò con fare strano, probabilmente con l'intenzione di non apparire a disagio come, lei ormai aveva imparato a vedere, era.

 

 

***

 

Adrien realizzò davvero che Marinette era Ladybug.

Il giorno prima era stato tutto così frettoloso, casuale e sconvolgente, ma adesso..lei era li, in pigiama, che lo fissava con aria vuota, con un kwami, IL KWAMI, sulla sua spalla.

 

Poi realizzò che suo suo viso erano presenti i segni di ore di pianto e si sentì ancora peggio.

Era tutta colpa sua. Era stato lui a ridurla in quello stato.

 

Fece un passo verso di lei e la vide irrigidirsi. Inevitabilmente, lei perse anche l'equilibrio, richiando di cadere all'indietro.

Balzò quindi verso Marinette, prendendola in braccio e sedendola sull'apertura della botola. Lo fece istintivamente, senza pensarci, ma quando vide il volto di lei, indietreggiò, andando a mettersi dalla parte opposta.

 

-Io..scusa, ho saputo della tua caviglia oggi, a scuola..- blaterò a mo di scusa, mangiandosi la metà delle parole -..mi dispiace Marinette, deve farti molto male- terminò con un filo di voce.

 

-Si, in effetti fa molto male, Adrien- rispose lei, fredda. Il suo viso era tornato ad essere stato una statua di pietra -Non mi hai ancora detto perché sei qui-

 

-Ecco io..- cominciò il ragazzo, grattandosi distrattamente la testa -..io credo di essere venuto per vedere come stavi e se era tutto a posto, immagino..-

 

-Immagini?- ribattè Marinette, incalzandolo

 

-Si insomma, credo che sia questo..in più volevo parlarti ma..-

 

-Ma te ne stavi andando- concluse lei

-Bene, quindi ora che hai visto che sono ancora viva e vegeta, penso che tu possa tornare a casa, Chat- lo bloccò terminando con -..e buona no..!- ma fu costretta a fermarsi.

 

A qualche metro da casa sua, qualcosa era appena esploso.

 

-Oh, ma dai, davvero?!- esclamò Marinette, esasperata.

 

Perfetto, la prima emozione che esprimeva dimostrava quanta poca voglia avesse di averlo tra i piedi.

Fantastico.

 

 

***

 

 

-Oh, ma dai, davvero?!- esclamò al limite dell'incredulità. Era mai possibile che non potesse avere un giorno di pace da Papillon?

Era già stato difficile mantenere un certo contegno per tutta la conversazione, considerando il tempismo di una caduta quasi evitata in cui era finita tra le braccia del ragazzo. E menomale che Chat aveva mantenuto le sue sembianza da super eroe, perché altrimenti sarebbe stato tutto molto più difficile per lei.

E ora questo. Perché l'universo ce l'aveva con lei?

 

Menomale che dovrei essere la coccinella della fortuna!

 

Fece un respiro profondo per cercare di calmarsi. Parigi aveva bisogno del suo aiuto, anzi, del loro.

 

-Chat, dobbiamo andare- esordì entrando mentalmente in modalità Ladybug -e dobbiamo essere un team. Non possiamo permetterci distrazioni, Papillon è sempre più forte e determinato, non possiamo permetterci errori. Andiamo, prendiamo l'akuma e poi torniamo ai nostri problemi. Può andarti bene come piano, Chat noir?- chiese con tono neutro, il meno ostile possibile, considerato il suo stato d'animo attuale.

 

Il ragazzo sembrò imbambolarsi per un momento, ma fu solo un istante.

 

-Perfetto M'Lady, mi sembra un piano- apparentemente parve tornare il solito Chat, ma era diverso.

Pronunciò le sue parole con il solito charme, ma non si avvicinò a Marinette, non provò neanche a prenderle la mano.

La ragazza sentì una fitta allo stomaco che non si seppe spiegare.

Scrollò il capo e si voltò verso la sua piccola Kwami

-Tikki, sei pronta?- le chiese prima di pronunciare la fatidica -Tikki, trasformami!-

 

Si trasformò velocemente in Ladybug, ben consapevole di avere gli occhi di Chat noir puntati addosso. Nell'alzarsi si dimenticò ancora una volta della propria caviglia e, questa volta, vacillò emettendo un acuto lamento di dolore al quale il ragazzo rispose cingendola per la vita, ancora una volta, ma questa volta non si allontanò come in precedenza.

 

-Marinette..-

 

-Ladybug, io sono Ladybug- lo corresse

 

-Si ok, Ladybug- riformulò Chat -Come pensi di combattere con quela caviglia così malconcia?-

 

-Non è un problema tuo- gli rispose, secca. Poi se rese conto che la sua emotività aveva avuto la meglio e si affrettò a dire -Nel senso, il mio miraculous si basa sulla fortuna. In qualche modo farò-

 

Chat la guardò ancora un po' cercando qualcosa sul suo volto, forse cenni di dolore o segni di cedimenti che non avrebbe mai mostrato.

 

Un urlo si alzò sulla città e questo mise parecchia fretta ai nostri eroi.

 

-Va bene Ladybug, mi fido di te, ma almeno permettimi di accompagnarti. Il più vicino possibile al luogo dose si trova la vittima, poi ci adatteremo a quello che vedremo. Cosa ne pensi?- le chiese con aria preoccupata.

 

Marinette cercò di distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì e tutta la preoccupazione del ragazzo la investì. Non potè fare altro che fare un cenno di assenso, mettendogli le braccia al collo.

 

Un momento dopo stavano volando, insieme, per salvare Parigi.

 

   
 
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