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Autore: AlbAM    08/04/2020    48 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 3

È proprio lei!



Ma non è possibile” si lamentò il contadino furioso mentre con una roncola falciava furiosamente i rami di un povero cespuglio “Vi giuro che era qui, l’ho vista con i miei occhi era in piedi dietro questo cespuglio e mi guardava con quegli occhi da strega”.

Gli altri contadini si erano buttati a terra sfiniti per il lungo inseguimento e delusi per il mancato linciaggio.

Alla fine il contadino si arrese “La puttana del diavolo deve aver fatto uno dei suoi incantesimi non c’è altra spiegazione” sentenziò sudato e sconfitto.

Improvvisamente si sentì un fruscio, un cinghiale si sporse da dietro una quercia e osservò incuriosito i contadini.

Eccola è lei!” urlò il contadino barbuto indicando il cinghiale “Si è trasformata per non farsi riconoscere!”

A quel grido tutti contadini balzarono in piedi e si buttarono all’inseguimento del povero cinghiale che, vista la malaparata, schizzò via di gran carriera verso la folta vegetazione del sottobosco.

#

Alba stava riprendendo conoscenza, intorno tutto le sembrava un po' confuso.

Delle figure indistinte incombevano su di lei in modo minaccioso, cercò di allontanarle con una mano, ma non andavano via.

Una figura scura si fece spazio tra le altre “Chi sei? Ti conosco?” domandò Alba strizzando gli occhi per cercare di distinguerne il volto.

Ma tra lei e l'ombra scura si frappose un viso familiare, Alba riconobbe Marzia una collega dell'amministrazione e le sorrise debolmente.

Alba, ti sei ripresa finalmente!” commentò Marzia sospirando di sollievo.

Ma che è successo? Sono svenuta?” domandò confusa Alba rendendosi conto di essere adagiata sul letto dell'infermeria e circondata da un gruppetto di colleghi, alcuni lì in quanto componenti della squadra di primo soccorso, altri per curiosità o per poter malignare su un suo eventuale tentativo di fare un po' di scena per andare a casa prima.

Sei rimasta svenuta per quasi un'ora, non riuscivamo a rianimarti in nessun modo. Abbiamo cercato inutilmente di far arrivare un'ambulanza ma con il disastro che è successo il traffico era completamente bloccato” le spiegò il collega Marozzi dell'ufficio progetti.

Disastro?” domandò Alba, poi si ricordò del terribile incidente a cui aveva assistito “E' vero” mormorò “quel povero ragazzo...”.

E mica solo lui” commentò esaltato un collega “Anche quel poveraccio del proprietario dell'impresa di costruzioni, e poi c'è stato uno scontro pazzesco tra un'ambulanza e un taxi, che storia!”

Alba non capiva cosa ci fosse di tanto esaltante in una simile tragedia, ma d'altra parte il collega non aveva mai brillato per la sua sensibilità.

Ebbe un piccolo capogiro e per un attimo le sembrò di percepire nuovamente la presenza dell'ombra scura dall'aria familiare.

Si guardò intorno ma tutto ciò che vide furono i colleghi, un armadietto per i medicinali e un poster che ritraeva un cucciolo di elefante che si accingeva ad attraversare un fiume in piena mentre mamma elefantessa lo aspettava sull'altra riva con atteggiamento incoraggiante.

La foto era accompagnata dalla frase motivante “Tutte le cose sono difficili prima di diventare facili!”.

Qualche solerte impiegato dell'ufficio personale doveva aver concluso che in infermeria ci finissero più che altro i dipendenti che non reggevano lo stress del lavoro.

Il collega dell'ufficio progetti propose ad Alba di andare a casa, ma lei notò i sorrisetti maligni sulle labbra dei colleghi più pettegoli e rifiutò l'offerta.

Grazie, Vincenzo, ma adesso sto bene”.

Sicura?”.

Si, davvero, è tutto ok, voglio tornare nel mio ufficio!”.

Va bene, ma tra mezz'ora chiamami e confermami che è tutto a posto. Marzia per favore accompagnala”.

Tornando in ufficio Alba si rese conto che la tensione non si era ancora allentata, i colleghi continuavano a commentare l'accaduto e intorno alla macchinetta del caffè un capannello di persone discuteva la dinamica degli eventi.

Una collega dell'Ufficio personale arrivò in coppia con la sua inseparabile amica dell'Ufficio commerciale e con l'aria di chi sta per rivelare lo spoiler del secolo esclamò “Non vi immaginerete mai cosa ho saputo!”.

La ragazza ottenuta l'attenzione desiderata sussurrò “Indovinate chi era il passeggero del taxi investito dall'ambulanza...” fece una piccola pausa ad effetto e poi rivelò “Molinesi! E a quanto pare si trova in stato di coma al S. Eusebio!”.

Si levò un “Evvaiiii!!” corale seguito da un silenzio imbarazzato.

I presenti, evitando di guardarsi negli occhi, si dileguarono bofonchiando qualche “Beh, vado... E' tardi, devo timbrare...”.

Arrivata in ufficio Alba ringraziò Marzia e si avvicinò alle finestre, il tetto del palazzo in costruzione era deserto e in strada erano rimasti solo gli ultimi curiosi e alcuni Carabinieri che stavano finendo di delimitare la zona della disgrazia.

Improvvisamente si ricordò che doveva chiamare un fornitore, nello stesso istante squillò il telefono, Alba rispose e commentò stupita “Signor Guidotti? Che sorpresa, stavo pensando proprio a lei!”

#

Azaele atterrò sulle riva dell'Acheronte guardandosi intorno speranzoso, aveva appena trovato il modo per togliersi dai guai, non era raro infatti che qualche indisciplinato collega abbandonasse la sua “consegna” sulla riva del fiume senza preoccuparsi di affidarla personalmente a Caronte che regolarmente si infuriava e inviava messaggi di protesta agli Arcidiavoli denunciando che “Ancora una volta mi ritrovo costretto ad interrogare un "utente" sprovvisto di accompagnatore al fine di verificarne il Girone di destinazione! Ricordo che tra le mie mansioni non vi è la valutazione del curriculum del peccatore e pertanto non mi assumo alcuna responsabilità in caso di errori di consegna”.

Caronte sapeva molto bene che l'utilità di tali comunicazioni era di poco inferiore allo zero periodico, ma non voleva rinunciare al suo sacrosanto diritto di far presente ai piani alti tutte le inefficienze a cui era costretto a mettere una pezza da milioni di anni!

Azaele notò l'anima di un uomo in giacca e cravatta che si guardava intorno con aria sperduta, sogghignò e avvicinandosi gli domandò in tono amichevole “Salve, serve una mano? Mi sembri un po' in difficoltà!”.

#

Azaele si alzò in volo soddisfatto, ci sarebbero voluti secoli prima che qualcuno si accorgesse che non era lui l'addetto all'anima che aveva appena consegnato a Caronte e a quel punto non sarebbe importato più a nessuno, sempre ammesso che qualcuno se ne accorgesse.

Volò fino all'ufficio della ragazza che somigliava tanto ad Alba e quando lo vide vuoto fu preso dal panico, ma dov'era finita?

Poi sentì un impiegato occhialuto spiegare ad un collega che Alba non era ancora rientrata dall'infermeria.

Il demone trasalì, l'uomo aveva chiamato la ragazza dagli occhi verdi "Alba".

"Non può essere solo una coincidenza" pensò "questa volta l'ho ritrovata davvero!".

Ma l'infermeria dove poteva essere?

Girellò per una decina di minuti tra scale e uffici quando finalmente notò una mappa dello stabilimento.

Una cosa simile sarebbe utile anche da noi” pensò Azaele che regolarmente si perdeva tra i cuniculi infernali e si trovava costretto ad interrompere il tormento di qualche dannato per chiedere indicazioni.

I dannati in genere lo guardavano stravolti e poi gli rispondevano con un urtante sorrisetto di scherno, qualcuno si prendeva anche la soddisfazione di fornirgli le indicazioni sbagliate per ridere alle sue spalle.

Azaele però non se la prendeva più di tanto, in fondo che male c'era se quei poveretti si concedevano un breve momento di allegria in un'eternità di tormenti.

Studiò con attenzione la mappa e una volta individuata la posizione dell'infermeria si materializzò direttamente lì.

Alba, si stava riprendendo proprio in quel momento, guardò verso di lui e domandò "Chi sei? Ti conosco?".

Ma prima che Azaele riuscisse a rispondere la ragazza fu distratta da una donna alta e alquanto robusta che ostruì completamente la visuale del demone.

Ma che palle! Proprio ora che mi aveva notato” pensò, alzandosi leggermente in volo e cercando di attirare di nuovo l'attenzione della ragazza facendole un cenno di saluto accompagnato da un sorriso un po' ebete.

Ma niente, ormai Alba non sembrava più in grado di vederlo.

Probabilmente mi vede solo quando non è del tutto cosciente! Anche un attimo prima di svenire ha visto sia me che Michele, ne sono sicuro” rifletté Azaele rattristandosi al ricordo del litigio con l'amico, non poteva credere che la loro secolare amicizia si fosse interrotta così bruscamente.

No, non era possibile, avrebbe trovato il modo di farsi perdonare da Michele, ne era sicuro... prima però doveva avvicinare Alba e farsi riconoscere.

Ma come?

Ormai era una donna del ventunesimo secolo e malgrado quello che aveva detto Michele, era improbabile che si ricordasse di lui e della vita precedente in cui si erano incontrati.

Apparire nella sua forma diabolica era assolutamente da escludere, l'avrebbe traumatizzata per sempre.

Presentarsi nella sua forma umana e domandarle “Ciao ti ricordi di me?”

Lasciamo perdere, era il tipico approccio da maschio senza fantasia. Lo avrebbe liquidato in mezzo secondo.

Seguirla fino a casa cercando di farsi notare?

Meno che mai, avrebbe fatto la figura dello stalker demoniaco.

Trasferirsi a casa sua e cercare di abituarla alla sua presenza prima di apparirle?

Si vabbè, più che un romantico tentativo di riconquistarla sarebbe sembrata la trama dell'Esorcista1!

Azaele sbuffò "Eppure un modo per avvicinarla senza spaventarla ci deve essere!".

Mentre rifletteva sul da farsi, aveva cominciato a seguire Marzia e Alba tra i corridoi della Ditta.

Arrivato alla macchinetta del caffè una voce allegra lo distrasse dai suoi pensieri "Ehilà, Azaele, sei in cerca di conquiste?".

Il demone si voltò e riconobbe due colleghi "Conquiste?" domandò fingendo di non capire.

"Dai non fare il timido, lo sappiamo tutti che voi del secondo girone avete un debole per le belle ragazze umane!" ridacchiarono i colleghi strizzandogli l'occhio.

Azaele pensò che fosse meglio stare allo scherzo, se avesse cercato di negare avrebbe rischiato di insospettirli e di attirare la loro attenzione su Alba.

"Vabbè, che male c'è se tra un ritiro e l'altro si organizza un giochino a tre per rilassarsi?".

"Hai proprio ragione!" risero i colleghi divertiti.

In quel momento sentì una giovane umana comunicare una notizia piuttosto interessante agli impiegati riuniti davanti alla macchinetta del caffè.

Il tizio che aveva posseduto poche ore prima, il passeggero del taxi, svolgeva un incarico proprio nell'azienda di Alba.

Notizia ancora migliore: al momento non poteva continuare a svolgere tale incarico perché era stato portato in coma all'ospedale S. Eusebio.

Eccola lì la soluzione al suo problema!

L'anima di un umano in coma lasciava il corpo e rimaneva sospesa nel limbo fino al suo risveglio, il che significava che avrebbe potuto impossessarsi del corpo di Molinesi, avvicinare Alba, conquistare la sua fiducia, risvegliare i ricordi della vita precedente e infine al momento giusto abbandonare il corpo dell'umano e riacquistare il suo vero aspetto. A quel punto lei finalmente...”

Il demone sospirò al pensiero di Alba che lo stringeva di nuovo tra le braccia.

Sorridendo si smaterializzò senza neanche salutare i due demoni che osservarono perplessi il suo sorriso soddisfatto aleggiare nell'aria ancora per qualche secondo e poi si diressero ognuno verso l'ufficio del proprio utente.

#

Azaele si materializzò davanti al Pronto Soccorso del S. Eusebio, si concentrò per assumere un’espressione il più disperata possibile quindi entrò e si diresse verso la reception.

Mi scusi” domandò all'infermiera “mio fratello, il Sig. Molinesi è stato appena portato qui in coma per un incidente terribile dove si trova?”

La donna diede una breve scorsa al registro davanti a lei “Chirurgia d'Urgenza piano terra, camera 10, corridoio a sinist… Ma dov'è finito?" si chiese guardandosi intorno stupita.

Azaele volò veloce come un fulmine tra i corridoi del reparto di chirurgia d'urgenza, svoltò l'angolo dell'ultimo corridoio che lo separava dalla camera numero 10 e si fermò bruscamente.

Poco più avanti un angelo dall'aria contrita subiva una ramanzina da un altro angelo più anziano e dal profilo vagamente dantesco.

Ariel e Ysrafael? Per la miseria, questo è un problema!” pensò Azaele nascondendosi dietro l'angolo e sporgendosi leggermente per ascoltare il dialogo tra i due angeli.

Soprattutto da uno con la tua esperienza, proprio non mi sarei aspettato un simile errore... me lo posso aspettare da Michele, che purtroppo è sempre accecato da quella assurda amicizia, ma da te?”

Mi dispiace Ysrafael, so di non avere scuse, ma ti assicuro che mi sono distratto solo per un attimo e all'improvviso è scoppiato il finimondo. Ho visto Michele che cercava di fermare Azaele e davvero non ho capito cosa stesse succedendo finché quel piccolo bastardello mi ha posseduto l'utente e...”.

Basta così Ariel, come hai potuto distrarti? Sai molto bene che questo tipo di umani sono i più inclini a tendere verso i nostri avversari, i più difficili da portare dalla nostra parte e i più facili da perdere!”

Azaele sorrise soddisfatto, Ariel era un insopportabile presuntuoso e trattava sempre Michele con sufficienza, scoprire di averlo messo in difficoltà era un vero piacere.

Ma ora c'era un grosso problema da risolvere, come avrebbe potuto insinuarsi nel corpo di Molinesi e uscire dall'Ospedale senza che i due angeli se ne accorgessero?

Le sue riflessioni furono interrotte da una potente pacca sulla spalla che lo fece volare contro il muro.

Regazzino, che ci fai qui?” gli domandò un possente diavolo osservandolo divertito mentre si rialzava intontito. Il diavolo, alto quasi due metri, indossava un gilet di pelle nero direttamente sul petto nudo ricoperto di peli rossi, Jeans neri attillati e stivali neri “western” El Charro che Azaele non aveva più visto indosso a nessuno almeno dai primi anni novanta.

Razel? E tu che ci fai? Da quando ti hanno assegnato ai recuperi?” rispose massaggiandosi la fronte.

Di un po' davvero ti sembro il tipo che può farsi destinare ai recuperi? Io non sono un imbranato come te, regazzino! Sono qui per rubare sotto il naso di quell'algido fighetto di Ysrafael un po' di anime, è una cosa che lo fa imbestialire! Uhahahahahah!”

Azaele ridacchiò, Razel e Ysrafael si rubavano vicendevolmente le anime da millenni, da molto prima che fosse creata Roma.

Non mi hai ancora spiegato che ci fai qui, a proposito dov'è il frocetto biondo che ti para sempre le spalle?” domandò Razel guardandosi intorno.

Non lo so dov'è, anche lui ha i suoi impegni e comunque piantala di offenderlo!” lo apostrofò Azaele avvicinandosi con aria di sfida.

Altrimenti?” rise Razel afferrandolo per la collottola e scuotendolo come un pupazzo.

Come si arrabbia il piccoletto, quando gli toccano il fratellino biondo!”.

Lasciami Razel!".

Tu dimmi cosa ci fai qui e io deciderò se lasciarti o meno!”

V… va bene, hai vinto!“ balbettò Azaele mezzo soffocato.

E bravo il piccoletto, lo sai che con me non devi scherzà, allora che sei venuto a fare qui?” disse Razel riportandolo a terra e allentando un po' la presa.

Io... sono venuto per quel fesso di Ariel”.

Ariel, intendi il damerino che sta subendo la ramanzina di Ysrafael?”

Si, è dai tempi delle Termopili che non ci sopportiamo, è un presuntuoso spaccaballe”

E quindi?” domandò Razel.

Quindi ho pensato di fregargli un utente in coma prendendomi il corpo fintanto che l'anima è sospesa nel limbo, così quando il tizio si sveglia lo consegno direttamente ad uno dei nostri ragazzi delle custodie speciali. Tanto alla fine chi può dimostrare che la procedura non è stata seguita correttamente?” Azaele evitò di spiegare il suo vero obiettivo, Razel aveva conosciuto Alba e non era certo il caso che venisse a sapere che la ragazza era tornata, almeno per il momento.

Regazzì…” commentò Razel divertito “Nonostante tutto, tu mi sorprendi sempre!”.

"Allora mi lasci andare adesso?".

Razel mollò finalmente il collo di Azaele e concluse con un sorriso complice "Se vuoi fregare un corpo datti una mossa, non riuscirò a distrarre quei due damerini a lungo, Ysrafael a differenza di Ariel non è affatto un fesso!"


Nota 1: L'esorcista (1973) di Wlliam Friedkin

   
 
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