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Autore: EleAB98    09/04/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Jane Mcmiller!”
“Presente!”
“Brooke Wellis!”
“Presente!”
“Tom W...”
 
“Signor Stone?” lo interruppe d’improvviso una voce, facendo irruzione nella sala cinema.
“Oh, salve Hunt. Come vede, stavo facendo l’appello.”
“E come procede?”
“Può stare tranquillo. Credo siano tutti presenti.”
“Benissimo. Buona lezione, ragazzi.”

Non appena Hunt scomparì, Stone diede finalmente iniziò al suo corso. Un corso che ovviamente, pur essendo finalizzato al recupero delle carenze inerenti argomenti specifici, nascondeva al suo interno numerose insidie. Stone era un uomo assai freddo e calcolatore, al pari del suo collega, benché, a differenza di quest’ultimo, non lo palesasse direttamente.

“Benissimo ragazzi. Per comprendere meglio le vostre attitudini, compilate questo breve questionario. Non vi occorreranno più di cinque minuti.”

Trascorso il tempo previsto, gli studenti consegnarono gli elaborati al signor Stone, decisamente impaziente di mostrare ai discenti le sue nascoste qualità di insegnante. D’altronde, era la prima volta che il preside Cook gli affibbiava un compito del genere. E lui non poteva che esserne felice.

D’altro canto, la signorina McMiller continuava a  rimuginare il passato. Non sarebbe stato affatto semplice dimenticare ciò che era stato, ma forse Addison aveva ragione. Non doveva fidarsi di Thomas Hunt. Doveva assolutamente trovare il coraggio di voltare pagina, e ciò le sarebbe stato possibile soltanto se si fosse davvero ingegnata nel recuperare le mancanze che aveva accumulato negli ultimi tempi.
 

 
***

 
“Detto questo ragazzi, spero vivamente che tutti voi abbiate quasi ultimato il bozzetto da presentare nella sfilata che si terrà in questo edificio la settimana prossima.” dichiarò Priya, concludendo la sua lezione. “In caso contrario, non potrò certo manifestarvi la mia indulgenza. Arrivederci.”

Quelle ultime parole fecero breccia nel cuore di ogni studente, visibilmente emozionato per il grande evento. Ma vi era una studentessa in particolare che avrebbe di gran lunga preferito scomparire dalla faccia della terra, piuttosto che presentarsi con un elaborato di qualità scadente.  Quella studentessa era proprio Addison Sinclair.

In effetti, la ragazza non era riuscita a concludere un bel nulla nelle ultime due settimane. In suo possesso non aveva uno stralcio di disegno con il quale avrebbe potuto quantomeno aspirare a un voto discreto. Sembrava proprio che l’ispirazione si fosse volatilizzata in un lampo. Inizialmente, le fu davvero difficile capire il perché. Ma non appena vide Ethan, non ci fu più alcun bisogno di rifilarsi insulse spiegazioni.

Il ragazzo le apparve davanti come una visione istantanea: non appena si apprestò a uscire dall’università, la ragazza gridò coraggiosamente il suo nome, ma invano. Il giovane non intendeva affatto fermarsi, anzi. Voltatosi per un brevissimo istante, iniziò a correre. Per tutta risposta, Addison lo rincorse a sua volta e, a perdifiato, i due si ritrovarono nel famigerato bosco in cui erano stati insieme la prima volta.

“Ethan, fermati, ti prego! Ho bisogno di parlarti!” gridò la ragazza, con tutto il fiato che aveva in gola.

Il ragazzo rallentò il passo, ma non si fermò.

“Di cosa? Mi sembra che tu sia stata benissimo senza di me in queste ultime settimane.” replicò lui, con una punta di risentimento.

“Ti sbagli. Mi sei mancato. Terribilmente.”

“Ma davvero?”

Il tono sarcastico di Ethan - che aveva deciso di arrestare la sua corsa - ispirava profonda sfiducia nei confronti della studentessa. Ella, però, ormai certa dei propri sentimenti, continuò a parlare.

“Sì, davvero. Non riesco a pensare ad altro se non a te. Ogni qualvolta mi reco all’università, io spero di incontrarti. Ogni qualvolta mi fermo a pensare e la mia mente e il mio cuore cominciano a parlarmi di te, spero che anche a te accada lo stesso.”

Non appena Addison terminò di pronunciare quelle frasi, il ragazzo si voltò, alquanto sorpreso da quella confessione. Con coraggio, la giovane gli si avvicinò.

“Ethan, non è stato affatto questo posto a ispirare la mia creatività. In realtà, sei sempre stato tu, per quanto io mi ostinassi a negarlo. Sei sempre stata tu la mia sola e unica fonte di ispirazione. E lo sarai sempre.”

A seguito di quelle parole, ne seguì un bacio inaspettato. Non appena Ethan riaprì gli occhi, vide impresso nel volto di Addison un bellissimo sorriso. Un sorriso che nessuno gli aveva mai regalato prima d’ora.

“Addison... Credevo che io e te fossimo solamente amici.”

“Vorresti che fossimo solo amici?” domandò lei, spiazzata e confusa allo stesso tempo.

“Assolutamente no.” ribatté il ragazzo, mostrando un sorriso. “Ma che tu ci creda o no, questo è stato il mio primo bacio.”

Addison tirò un sospiro di sollievo e gli cinse di nuovo le braccia al collo.

“Stai tranquillo. Lo è stato anche per me.”

“Dici sul serio?” rispose lui, sbalordito.

“Certamente. Ed è stato bellissimo.”
 

 
***

 
Le due settimane che seguirono non riservarono a Hunt particolari sorprese, se non il definitivo affacciarsi di un’incrollabile certezza che negli ultimi tempi lo aveva investito totalmente, provocando in lui un’eccitazione coniugata al senso di turbamento dovuto alla decisione finale che aveva preso da ormai qualche giorno. Avrebbe partecipato al Festival del Cinema, senza se e senza ma. Nonostante non avesse ancora maturato un’idea ben precisa riguardo il suo nuovo soggetto cinematografico, egli era sicurissimo che, ben presto, avrebbe avuto in suo possesso tutti gli strumenti di cui necessitava al fine di presentare il suo prossimo progetto. Il suo piano strategico non doveva assolutamente fallire.

Quanto al club di lettura, Hunt si era recato a entrambi gli incontri organizzati da Grace e lo stesso fece la sua studentessa, la quale si era però categoricamente rifiutata di interpretare il ruolo di Elizabeth, nonostante l’irritante insistenza di Grace. In parte, il professore giustificò la sua condotta, sebbene la cosa gli apparisse alquanto esagerata. Emerse, però, un aspetto decisamente positivo riguardante il suo rendimento accademico.

Difatti, la studentessa era riuscita a recuperare le sue lacune in tempi record, e ciò non poté non apparirgli impressionante. La ragazza aveva delle grandi potenzialità; delle potenzialità che avrebbe potuto sfruttare appieno e nel modo più giusto, se solo lo avesse voluto. Ma lui non poteva certo dirglielo direttamente. Lei e soltanto lei poteva comprendere - nonché scoprire - i propri limiti e le proprie debolezze, traducendole in punti di forza e in future ed emozionanti opportunità.

 
***

 
Reduce da un party a base di alcolici, Jane rientrò nel suo dormitorio e si accasciò sul letto, esausta ma felice. La studentessa aveva recuperato il suo debito a pieni voti e adesso non le restava altro che prepararsi alle future prove che il professor Hunt avrebbe architettato per lei. Ancora una volta, prese tra le mani l’attestato che sanciva a tutti gli effetti il recupero delle precedenti mancanze.
 
A seguito della prova sostenuta dalla signorina Jane McMiller, (matricola 00456) conseguita con la seguente valutazione: A+ , la studentessa è tenuta a partecipare come spettatrice alla prossima edizione del Festival del Cinema bandita dal Signor Malcom Stone & Company.
Firmato
Professor Thomas Hunt & Malcom Stone
 
Non riusciva ancora a crederci. Per l’ennesima volta, la ragazza guardò la firma del professor Hunt. Jane aveva giurato persino di averlo visto sorridere con aria incredibilmente soddisfatta, non appena il docente le aveva firmato quel foglio. Chissà, magari lo aveva soltanto immaginato...

“Ah, gli effetti dell’alcol...” sussurrò infine la giovane che, in preda a un forte mal di testa, si lasciò cadere in un sonno profondo.

 
***

 
Il giorno seguente, non appena varcò la soglia della Hollywood U e prese posto in aula, Jane si accorse di non avere con sé il quaderno contenente i suoi preziosissimi appunti. Doveva sicuramente averlo lasciato nel laboratorio di cinema. Ancor prima che cominciasse la lezione, decise di andare a controllare. Il corridoio era deserto, così come le aule adiacenti. Ciò le parve davvero molto strano.

Aveva forse dimenticato qualcosa?

Con aria interrogativa, si avviò verso il laboratorio. Aprì la porta. Il quaderno era proprio lì, poggiato sul tavolo, nel punto esatto in cui l’aveva lasciato. D’un tratto, la porta si chiuse e la giovane sussultò, voltandosi di scatto.

“Signorina McMiller... Che cosa ci fa qui?” esordì una voce severa.

“Ecco...” farfuglio lei, in preda al panico.

“Non si agiti...” le rispose Hunt “La mia è soltanto una domanda.”

“Ero soltanto venuta a riprendere il quaderno di appunti che avevo lasciato qui l’altro ieri... Adesso, se non le dispiace, dovrei andare a lezione. Le auguro una buona giornata.” disse lei, simulando perfetta indifferenza e avviandosi in fretta verso la porta.

“Mi dispiace informarla che le lezioni sono sospese per oggi.” rispose Hunt, in tono piatto.

Jane lo guardò con aria confusa.

“Non lo sapeva? Quest’oggi era prevista la disinfestazione.” continuò lui, aggirandosi per la stanza.

“No, veramente non ne sapevo niente... Beh, in tal caso, la ringrazio per l’informazione.” rispose lei aprendo la porta, desiderosa di scomparire il prima possibile dalla sua vista.

“Aspetti un momento...” riprese Hunt, alzando la voce.

La ragazza rimase immobile e chiuse di nuovo la porta.

“Mi dica...”

“Non lascerò che lei se ne vada e che debba tornarsene a casa a mani vuote e senza alcuna nozione in tasca. Venga con me. Le mostro una cosa.”

Jane rimase letteralmente allibita. Cosa voleva mostrarle il professor Hunt? Con fare incerto, si avvicinò verso il tavolo di lavoro, dove il suo professore si apprestava a sistemare la sua costosissima attrezzatura. Jane non riuscì a non ammirare la sua disinvoltura e la sua classe, persino mentre si apprestava a compiere un’operazione che per lui doveva essere di ordinaria routine.

Dopo qualche istante, l’uomo accese il videoregistratore, scelse una videocassetta e la inserì dentro. Jane lesse il titolo del film: “Una vita per dimenticare”. Senza dire una parola, Thomas prese il telecomando e premette il tasto PLAY. La prima scena si prospettò ai loro occhi e, d’un tratto, l’uomo prese in mano la sceneggiatura contenuta all’interno della confezione della suddetta cassetta. Hunt cominciò a leggerla ad alta voce con fare solenne, girovagando tranquillamente per la stanza.

Nel frattempo, Jane continuava a domandarsi cosa diavolo avesse in mente il suo professore.
 
 
 
Incipit:
Un uomo e una donna si trovano in soggiorno e si perdono a discutere animatamente del loro passato. D’un tratto, nella mente della donna si affaccia un triste ricordo. Un lontano ricordo il cui dolore poteva però essere ancora vivamente percepito dal suo cuore ferito e sconsolato. Un cuore desideroso di attenzioni e di affetto.
 
 
Hunt posò la sceneggiatura sul tavolino e i suoi occhi tornarono a concentrarsi sulla scena del film.
 
“Ecco, è questo il momento.” disse poi, leggermente estasiato. “Ora mi dica, signorina McMiller... Cosa vede sullo schermo?”

“Che cosa intend...”

“Cosa vede?” insisté Hunt.

“Vedo un uomo elegante e una giovane donna che discutono in soggiorno.” rispose Jane, cercando di mostrargli sicurezza.

“Benissimo. Poi?”

“Vedo... Che l’uomo ha appena posato le sue mani sulle guance della donna per consolarla.”

In quell’istante, Hunt la guardò intensamente, voltandosi verso di lei. Jane rimase ipnotizzata da quello sguardo, non sapendo proprio cosa aspettarsi.

“Perfetto. Poi?” sussurrò Hunt.

“Vedo...”

Senza alcun preavviso, il regista le si avvicinò e Jane lo guardò all'istante negli occhi, ma indietreggiò leggermente, sbattendo contro il tavolo. Thomas, dal canto suo, avanzò con sicurezza di un altro passo e, questa volta, anche Jane imitò la sua mossa.

“Vedo...” farfugliò lei, cercando di mantenere il controllo di se stessa - nonché di ascoltare la parte razionale del suo cervello che le suggeriva, anzi gridava, di stargli lontano -.

“Avanti... Lo dica.” ordinò il professore, mantenendo il contatto visivo con la studentessa.

Guardando lo schermo con la coda dell’occhio, Jane rispose finalmente alla sua domanda, ostentando una sicurezza fuori dal comune.

“Vedo che l’uomo si è avvicinato a lei e le ha strappato un bacio.”

Non appena Jane terminò di rispondere, Hunt si avvicinò ulteriormente al suo viso. Anche questa volta, i due si trovavano davvero vicini, e l’attrazione che si respirava nell’aria era estremamente tangibile. Entrambi, però, brancolavano nell’indecisione, sebbene l’espressione di Hunt risultasse a tratti indecifrabile e a dir poco indifferente. La studentessa, comunque sia, non riusciva proprio a scostare lo sguardo da lui e da quei penetranti occhi color nocciola le cui sfumature, tinte di un verde scuro che mai aveva visto in precedenza, annebbiarono completamente il suo proposito di allontanarsi da lui.

A cagione di ciò e senza perdersi in ulteriori riflessioni che il suo cuore avrebbe giudicato sin troppo inutili, Jane chiuse gli occhi e, lasciandosi trasportare dall’emozione, gli diede un bacio. Per quanto le sembrasse strano, Thomas rispose immediatamente a quell’indomito gesto e, d’istinto, 'intrappolò' Jane per i fianchi. Quel tocco delicato - ma comunque deciso - la mandò letteralmente a fuoco e questo la spinse ad abbandonarsi del tutto a quel bacio.

La mano di Jane sfiorò il petto di Thomas con una leggerezza tale che la studentessa aveva sperato con tutta se stessa che lui non se ne fosse accorto, temendo che in caso contrario potesse tirarsi indietro come la prima volta. Le sue aspettative vennero invece ‘deluse’: Thomas posò la propria mano sopra quella della ragazza guidandola sino al collo della propria camicia a quadri per poi rilasciarla, mentre l’altra continuava a tenerla ben salda nel fianco destro di Jane. La ragazza fece il resto, cingendo le proprie braccia al collo dell’uomo che, per un breve momento, sfiorò la guancia di Jane, per poi tornare a depositare la propria mano sull’altro fianco della giovane, stringendola di nuovo a sé e continuando a baciarla per un altro indefinibile attimo.

Quando l’uomo interruppe il bacio, entrambi si guardarono negli occhi per l’ennesima volta. Nel silenzio, Jane pensò quanto fosse bellissimo trovarsi lì, davanti a lui, anche senza dirsi una parola. Eppure sapeva che, in qualche modo, quel magico ‘idillio’ sarebbe dovuto finire. Effettivamente, dopo qualche secondo Thomas si distaccò da lei e riprese a girovagare per il laboratorio, rompendo il silenzio.

 
“Signorina... Il concetto di ‘primissimo piano’ riguarda esattamente questo.” esordì l’insegnante, cercando di spiegarle chiaramente ciò che pareva aver elaborato nella sua mente a seguito di quell’episodio. “Il regista non deve solamente trasporre le proprie opere in filmati, cortometraggi  o anteprime. Il regista deve ‘sentire’. Sentire il personaggio, vivere i suoi tormenti, captare i suoi reali sentimenti attuando una consistente compenetrazione di questi applicandoli ai vari personaggi del film, comprendendone appieno la psicologia. Si ricordi di questo mio consiglio, la prossima volta che decide di elaborare un’analisi critica riguardante un aspetto legato alle tipologie di piano cinematografico.”

Jane rimase a dir poco sbigottita.

“Mi scusi professore, ma... non ho forse scritto... ciò che lei mi ha appena riferito nella mia relazione?” le rispose poi, simulando anch'essa la sua consueta vena di professionalità.

Lo sguardo di Hunt fu alquanto tagliente.

Ancora non ci siamo, signorina McMiller... Non sono soddisfatto. Può fare molto, molto di più. Ed è questo ciò che mi aspetto da lei nelle prossime settimane. Perciò, stia in allerta.”

La ragazza si limitò ad annuire, nascondendo le molteplici domande che stavano cominciando a torturarle la mente.

“Può andare, signorina... La lezione è finita.” sentenziò Hunt, guardandola a malapena e aspettandosi che Jane non battesse ciglio.

“Arrivederla, professore... E la ringrazio molto per la sua infinita disponibilità.” ribatté invece la studentessa con aria di sfida e con velato sarcasmo, mentre si apprestava a uscire dal laboratorio a seguito di quello strano episodio.

 
***

 
Nella sua stanza, Jane continuava a riflettere riguardo ciò che le aveva detto il suo professore ma, soprattutto, sulla strana situazione creatasi tra i due poco prima. Incredibile come una scena romantica avesse avuto su di loro quell’effetto, un effetto che chiaramente non era stato premeditato o, almeno, non le era sembrato così. D’un tratto, la ragazza si ricordò che quella scena riprodotta in quel filmato equivaleva proprio a quella del loro primo bacio a casa di Hunt, in un momento spiacevole della sua vita. Diversi i protagonisti, medesime le circostanze... Per quale motivo Hunt aveva scelto proprio quella scena?

In effetti, la studentessa non aveva affatto dimenticato quell’episodio. Lo aveva soltanto archiviato in un angolino della sua mente sperando che, con il tempo, potesse riuscire a cancellarlo definitivamente. Ma adesso, distesa sul letto e con lo sguardo perso sul soffitto, riusciva a vederlo in modo nitido. E riusciva persino a sentirne un’emozione. Un’emozione rinnovatasi dal quell’inaspettato bacio che i due si erano scambiati per la seconda volta.

Jane scosse la testa.

“Forse mi sto soltanto facendo suggestionare... Sono così confusa... Lui è il mio professore e io non voglio avere nulla a che fare con lui, così come lui non vuole averne con me... Devo soltanto limitare il mio rapporto con lui al solo contesto accademico... Ma per quanto ci provi, per quale motivo alla fine mi ritrovo sempre assieme a lui, lasciandomi coinvolgere nelle situazioni più inappropriate?”

La ragazza non riusciva ancora a trovare delle rispose a quell’ultimo interrogativo, però ormai era certo che lei si sentiva attratta da lui, e lui... Lui, invece? In cuor suo, Jane credeva che non lo avrebbe mai saputo, ma era pur vero che si trattava di una situazione alquanto pericolosa: alimentarla non avrebbe fatto altro che spingere uno tra le braccia dell’altra, sempre ammesso che Hunt non la stesse solamente usando per chissà quali scopi... Forse, si trattava semplicemente di un’attrazione reciproca derivante da idee comuni e personalità differenti quanto complementari. Ma non c’era nulla di più, disse poi a se stessa, cercando disperatamente di convincersene.

Tutto questo, continuava a ripetersi, doveva finire.
   
 
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