Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    10/04/2020    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure, di Kaleia, Sky e della sua famiglia non sono certo finite, ma vi siete mai chiesti com'è stata la loro infanzia? Cosa sia successo mentre crescevano assieme alla cara Eliza? Scopritelo in questa raccolta, dove umanità e magia si intersecano di nuovo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Big-Adventures-for-little-pixies
 
 
Capitolo II
 
Voglia di imparare
 
Era un nuovo giorno al bosco di Primedia, e con il sole che faticava a mostrare il suo pallido volto, la pioggia aveva iniziato a scrosciare, e seduta nel salotto di casa, la piccola Kaleia si divertiva a guardarla rigare i vetri delle finestre. Non che quella vista le piacesse, anzi, tutt'altro, ma a soli sei anni, ne faceva spesso un gioco. Estraniandosi dal resto del mondo, fissava lo sguardo su due particolari gocce a sua scelta, e seguendo il loro movimento, improvvisava una vera e propria gara di velocità, coinvolgendo la sorella e facendo sempre il tifo per una di loro. Un gioco un pò stupida, ma pur sempre tale, che in assenza di sole e possibilità di uscire, la divertiva, come restare ferma sull'uscio di casa alla sera guardando le lucciole ballare nel cielo assieme a mamma Eliza. A dirla tutta, quella donna aveva adottato Sky e Kaleia soltanto poco tempo prima, e non sarebbe certo mai stata la loro vera madre, ma a lei non importava, e neanche alle bambine. A otto e sei anni, avevano trovato nella donna un viso e una mano amiche, e ora che erano piccole e stavano crescendo, non passava giorno in cui ringraziassero il cielo per averle aiutate, e le stelle per aver compiuto quel miracolo. Non avevano idea di cosa fosse successo ai loro veri genitori, e se ce l'avevano era così confusa da non avere una vera forma, in quanto tutto ciò che ricordavano era una luce bianca, un gran dolore alla testa, e poi tante, tante lacrime. Era andata così. Abbandonate come vecchi giocattoli, costrette a crescere prima del tempo e vivere nella foresta, e dopo un tempo che nessuna delle due era riuscita a definire, eccola. Eliza. Umana e affatto avvezza alla magia, si era avventurata in quel bosco per pura curiosità, e in quel giorno di pioggia, le aveva trovate. Da allora in poi, le aveva prese con sè, e guardandosi metaforicamente indietro, pixie e madre adottiva riuscivano a ricordarlo perfettamente, come se quella rimembranza appartenesse appena al giorno prima. Ovvio era che così non fosse, e che nella più assoluta, Kaleia non facesse altro che dondolare le gambe, sentendo l'aria muoversi e il tempo scorrere. Rapita dallo spettacolo offerto dalla pioggia, quasi non si accorse di nient'altro, ma all'improvviso, una timida imprecazione della sorella maggiore la distrasse, interrompendo bruscamente il flusso dei suoi pensieri. "Dannazione!" ringhiò Sky a sè stessa, tenendo bassa la voce per non farsi sentire dalla sorellina. A dire il vero quella non era una brutta parola, ma ad Eliza non piaceva sentire le bambine imprecare, e Sky sperava davvero che abbassare la voce le evitasse un rimprovero. "Che è successo? Che hai fatto?" le chiese Kaleia, improvvisamente curiosa e interessata. Alzando lo sguardo dal suo foglio di carta, Sky si voltò a guardarla, e stringendo la matita che teneva in mano con forza ancora maggiore, quasi si fece male. "Niente, ho sbagliato. Possibile che ancora non ci riesca?" le spiegò, finendo poi per lamentarsi di quello che era stato il suo ennesimo errore. "A fare cosa?" azzardò la bambina, sempre più curiosa. Seccata, Sky quasi la ignorò, e abbandonandosi a un sospiro di noia e frustrazione, decise di parlarle. "Scrivere. Mamma mi fa insegnare dalle fate anziane, e una di loro mi ha dato questo compito. Scrivere una frase con tutte le lettere dell'alfabeto, poi provare a leggere ad alta voce." replicò la sorella, sorridendo appena e dimenticando per un attimo la tensione accumulata. Studiare a volte poteva essere difficile, ed era vero, ma valeva davvero la pena arrabbiarsi? Per niente, o almeno non per problemi di quel genere. Scivolando nel silenzio, la piccola Kaleia annuì, poi un dubbio le balenò in mente. "Alfa... cosa?" chiese, sentendosi improvvisamente confusa come in quel nefasto giorno. "Alfabeto, Kia. Serve a parlare, scrivere e farsi capire nella nostra lingua, capito?" quella volta fu Eliza a parlare, e annunciandosi con quelle parole nel salotto, sorrise alla figlia minore, per poi spostare una sedia e invitarla ad avvicinarsi. "Su, vieni, Sky ed io possiamo insegnarti, se vuoi." Le disse, continuando a sfoggiare quel sorriso e prendendo posto su una sedia vuota accanto a quella che aveva mosso per lei. Annuendo alla madre e a sè stessa, la pixie mosse qualche passo verso di lei, e sedendosi a tavola, aguzzò la vista per sbirciare quanto la sorella aveva già fatto. Fu questione di un solo attimo, e davanti ai suoi occhi comparve una frase. "In quel buio profondo, la draghessa sforzò gli occhi ma non potè vedere nulla." Semplice e facile da imparare, le ricordava le avventure di uno dei tanti personaggi di un suo libro di favole, in cui un giovane folletto finiva per sentirsi in colpa dopo aver allontanato una madre dai suoi cuccioli, e preso dal rimorso, aveva preso con sè le uova rimaste orfane, scaldandole e prendendosene cura fino a vederle schiudersi e liberare tre piccoli draghi. Forse un pò cruda per una bambina come lei, e anche se corta, incredibilmente significativa, in quanto descrivendo anche i giorni di divertimento del folletto con quei dolci cuccioli di drago dal dorso e dalle scaglie color del fuoco, insegnava valori mai desueti come la gentilezza, l'amore, e la forza di volontà nel fare la cosa giusta. Per sua fortuna era un libro illustrato, ragion per cui nessuna delle scene la spaventava nonostante alcuni dei contenuti, e che per un periodo si era fatta leggere dalla mamma ogni sera prima di andare a dormire. A quel solo pensiero, la bambina sorrise, e afferrando una matita dall'astuccio della sorella, attese. Alzandosi in piedi, Eliza sparì dalla sua vista per alcuni minuti, portando con sè un'intera risma di fogli. Non poteva dirlo con certezza, e forse cinquecento erano addirittura troppi, ma stando ai ricordi della donna, Kaleia  tendeva a farsi prendere troppo dalla fantasia, ragion per cui le lettere avrebbero potuto assumere la forma di qualunque animale del bosco. Ridacchiando a quell'eventualità, Eliza nascose quei pensieri, e senza dire altro, si sedette con la figlia, e tenendole stretta la mano senza però farle alcun male, la guidò sapientemente in quella sorta di missione. Una per una, le lettere presero forma. Una sotto l'altra, in perfetto ordine. A, B, C, e così via, fino alla Z. In totale ben ventisei, ognuna con un proprio suono. A lavoro finito, madre e figlia posarono la matita, e dopo altri tentativi, alla pixie toccò lasciare la mano della mamma e completare quel percorso da sola. Le ci volle del tempo, ma quando ci riuscì, decise di provare a passare alle frasi. Secondo la madre e la sorella era decisamente troppo presto per farlo, ma testarda come pochi, la piccola non volle sentire ragioni. "Posso farcela, e posso anche imparare a leggere." Dichiarò, fiduciosa. Non provando che orgoglio per quella figlia tanto determinata, Eliza sorrise ancora, e senza proferire parola, le posò una mano sulla spalla. "Puoi farcela." Sembrò voler dire, pur mantenendo il silenzio. Quasi leggendole nel pensiero, Kaleia ricambiò quel sorriso, e senza una parola proprio come la mamma, tentò di ricalcare ognuna delle lettere già create in precedenza. Iniziò dalla A e finì con la Z, proprio come le era appena stato insegnato. Così, altri minuti scomparvero dalla sua vita, e dopo l'ennesima riscrittura di quell'ormai famosa frase, fu per lei tempo di leggere, o almeno provarci. Nel farlo, però, balbettò inconsapevolmente, sbagliando anche qualche parola. "In quel buio... porfondo... la... la darghessa...." provò a dire, sentendo poi la gola secca e la lingua impastata. Stringendo i pugni, quasi si ferì piantandosi le unghiette nel palmo della mano, e con le lacrime già agli occhi, allontanò da sè il foglio che stava usando. "No, non ci riesco! piagnucolò, arrabbiata con sè stessa e con i suoi occhioni azzurri. Aveva sei anni, era ancora piccola, ma perchè sua sorella ci riusciva e lei no? Era strano, strano e anche ingiusto. Ferita, la piccola incrociò le braccine al petto, poi udì la voce della madre. "Pixie, tranquilla. Stai ancora imparando, va tutto bene. Non preoccuparti, anche Sky ha avuto i suoi problemi. "Le disse, tentando di spiegarle quella realtà in termini semplici e comprensibili ad una bambina. "Non è vero. Lei ci riesce." Protestò la piccola, seccata. Mantenendo il silenzio, Eliza si limitò a guardarla, e sospirando, cercò gli occhi della figlia maggiore sperando di trovarvi conforto e aiuto. Silenziosa, Sky raccolse il muto appello della madre, e in un istante, la mano della sorella fu nella sua. "Kia, avanti. Riprovaci." Le disse in un sussurro, carezzandole la mano arrossata dai graffi che si era procurata da sola. Sorridendo debolmente, la bambina si scambiò con la sorella un'occhiata d'intesa, e attimi più tardi, le due provarono insieme. Quella volta la frase fluì chiara dalle labbra della bambina, e ormai sicura di poterla aiutare da sola, Sky l'accompagnò nella sua stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Rimasta sola con la sorellina, riprovò quella sorta di scena infinite volte, e a sera, tutti i dubbi e le insicurezze erano ormai spariti. La mattina dopo, di nuovo al cospetto di una delle fate anziane, Sky dimostrò le sue capacità eccellendo a pieni voti, e come lei anche Kaleia, che finalmente, dopo migliaia o forse milioni di tentativi era riuscita grazie a mamma e sorella a soddisfare la sua voglia di imparare.
 
 
Seconda storia di questa raccolta, che reminiscente della prima, racconta di come a sei anni Kaleia sia incuriosita dalla sorella e da ciò che impara studiando con le fate più anziane. Più piccola, non sa scrivere nè leggere, ma sogna di imparare, e vede il suo desiderio realizzarsi dopo aver unito impegno, perseveranza e amicizia con la sorella maggiore. Dolce e semplice, ma molto bella da scrivere, devo dirlo. Vi è piaciuta?
 
Emmastory :)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory