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Autore: katyastark    10/04/2020    3 recensioni
Quando Katsuki lo rivide mentre -come suo solito- era di ronda per le strade della città, rimase un po' di stucco. Non perché Deku avesse un aspetto diverso – ma lo aveva, poco ma sicuro. Neanche perché ora vestiva meglio, o perché sembrasse in salute, in forma e felice. Non era nemmeno dovuto a quella punta di terrore che vide nei suoi occhi quando incrociarono gli sguardi, sebbene la ritenesse ugualmente fuori luogo – anche quando Katsuki era stato meschino, violento e assolutamente spietato con lui, Deku non lo aveva mai guardato in quel modo. No, non era proprio niente di tutto quello. Era per quel bambino avvinghiato al suo fianco, un piccoletto con ginocchia scorticate e il volto coperto di lentiggini, dai ricci capelli biondi e penetranti occhi verdi.
[ KatsuDeku ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 4 – Dawning


Link al 4 capitolo in inglese: https://archiveofourown.org/works/22111321/chapters/52868422#workskin




Bro, a te piacciono i puzzles vero?”


Katsuki corrugò le sopracciglia confuso. Era amico di Kirishima da più di dieci anni ormai, ma ancora adesso faticava a comprendere che cosa passasse per quella sua scompigliata testa a punta.


Arriva al sodo, testa stramba.” Katsuki attraversò la strada in direzione del suo appartamento, sito in una raffinata palazzina di lusso a più piani, nella parte tranquilla della città. Aveva appena terminato il turno del mattino e, anziché sfruttare le docce dell'agenzia, aveva optato per un lungo bagno a mollo nella sua vasca. Col cazzo che Kirishima gli avrebbe rovinato i piani.


Mina ha comprato questa culla e ci sono così tanti pezzi da montare. Mi fa male il cervello e non ci capisco niente dalle istruzioni.”


Non è un po' troppo presto per montare queste boiate?”


Ashido doveva essere al massimo al quarto mese di gravidanza, difatti. Perché diamine stavano già -inutilmente- ordinando, scartando e montando cose per il bambino, così in anticipo sui tempi?


Siamo entusiasti! Tutti i libri sui neonati dicono che è come se stessimo costruendo un nido. Mina vuole che sia tutto pronto il più presto possibile, così possiamo goderci con calma il resto,” gli rispose l'altro, eccitato come un cucciolo. Katsuki poteva quasi sentirlo scodinzolare all'altro capo del telefono.


Non riesco ad immaginarmi voi due che leggete libri sui bambini,” disse, sperando di distrarre Kirishima a sufficienza dal fargli dimenticare che gli aveva chiesto una mano poco prima. Sorpassando l'androne, Katsuki sentì l'amico titubare dall'altra parte della linea. Il portiere, da dietro il bancone, lo salutò con un cenno.


Abbiamo preso gli audio libri, così da poterli ascoltare mentre giocavamo ai video games,” ammise.


Ecco, a questo ci riesco a credere,” gli rispose, con un sogghigno. “Sto per entrare in ascensore, probabilmente cadrà la linea.”


Il nostro ascensore? Sei volato qui?”


Quello di casa mia, cretino. Ho appena staccato dal lavoro.”


Ma verrai a darmi una mano, giusto?” Dalla voce pareva esausto e in sottofondo poteva quasi sentire Ashido urlare. Seguì il rumore del cellulare che veniva passato di mano e di punto in bianco le sue orecchie furono invase dalla voce di Ashido.


Bakugou, se entro i prossimi trenta minuti non sei qui a montare questa maledetta culla, ti verrò a cercare e userò i miei ormoni impazziti come scusante per cavarmela dopo aver commesso un crimine.”


Cristo... okay. Fammi fare una doccia e sarò lì più tardi.”


Falla qui e portami qualche takoyaki da quel chiosco che mi piace tanto.”


Lo sai no, che non sono io quello che ti ha ingravidata, e che quindi non mi puoi comandare come ti pare e piace? Ho dei diritti io.”


Hai dieci minuti,” replicò lei, buttandogli giù il telefono. Qualche volta, Katsuki rimpiangeva seriamente di aver voltato quella sua vecchia pagina di vita solitaria per potersi fare degli amici che non erano terrorizzati da lui. Lasciò la casa e si avviò verso il chiosco che stava sulla strada per l'appartamento della coppia.




Grazie a Dio,” esordì Kirishima quando aprì la porta di casa sua e fece passare dentro Katsuki. Da come era messo l'appartamento sembrava che avessero svaligiato un intero negozio per la prima infanzia: una piramide di scatole torreggiava in un angolo e, al centro della stanza degli ospiti -la nuova nursery-, sparsi per terra, quelli che il biondo supponeva fossero i pezzi della culla.


Ashido si materializzò dietro di lui per rubargli dalle mani i takoyaki unti, ancora prima di degnarsi di salutarlo.


Grazie, Baku. Darò il tuo nome a questo piccolo parassita.” Mina lo avvolse in un abbraccio, appoggiando per qualche secondo la testa sulla sua spalla. Il gesto gli ricordò Hisami.


Non dare il mio nome alla tua progenie aliena.”


Ti avverto, amico. Ultimamente sono sempre in preda a questi strani istinti paterni, se insulti di nuovo il mio piccolo dovremo fare a botte,” disse Kirishima, sventolandogli contro le istruzioni per l'assemblaggio. Katsuki si fece scappare una sonora risata, ma accettò il manuale e si sedette sul pavimento per cominciare a lavorare.


Allora, che mi dici di nuovo? Mi sembrano passate settimane dall'ultima volta che ti ho visto.”


Katsuki mugugnò e scosse le spalle, mentre identificava le viti giuste per la prima parte del montaggio.


Lavoro. Ho visto i miei genitori qualche settimana fa. Abbiamo pranzato con degli amici di famiglia.” Katsuki fu volutamente vago. Avrebbe mentito dicendo che non stava più pensando a quel pranzo. Deku e la sua esuberante progenie riuscivano a intrufolarsi spesso nei suoi pensieri.


Amici di famiglia, huh? Stiamo parlando di quell'amico di famiglia?”


Katsui palesò una smorfia. Aveva raccontato a Kirishima tutto riguardo a Deku durante il loro secondo anno, giusto quando aveva realizzato che razza di stronzo fosse veramente. In quell'anno era maturato molto, con Kirishima a fargli 'fastidiosamente' supporto.


Già, quello. Ha un figlio ora, ed è...” lasciò la frase in sospeso, più occupato a cercare un modo per esprimere ciò che sentiva senza mostrarsi debole. “Diciamo che mi sta fottendo il cervello.”


Kirishima, che fino a quel momento aveva fatto finta di dare una mano muovendo di tanto in tanto pezzi della culla per il pavimento, si immobilizzò. Guardò Katsuki con aria interrogativa.


Cos'ha di stranuccio?”


Ugh. Riformula la frase, ma senza parlare come un dannato marmocchio.”


Perché la cosa ti turba?”


Katsuki sapeva perché la cosa lo infastidiva -almeno, un po'- ma non sapeva come fare a spiegarlo a Kirishima. Sapeva di non avere alcun diritto di essere aggiornato su Deku e la sua vita, ma ciò non cambiava il fatto che si sentisse lo stesso un po' raggirato, essendo rimasto all'oscuro di qualcosa di così fondamentale per l'altro, per non parlare poi della faccenda del suo Quirk. Si sentiva tagliato fuori, dopo aver scoperto che i suoi genitori erano coinvolti nella vita di Deku e lui non ne era mai stato al corrente. Si domandava ora quante altre cose si fosse perso nel corso degli anni, consumato com'era dai suoi obiettivi.


E' solo che... è una grossa faccenda. Suo figlio poi, è strambo, ma non in modo così tanto tremendo. Mi fa ripensare a come eravamo io e lui a quell'età. Stavamo praticamente incollati l'uno all'altro, mentre ora...”


Ora, avete due vite completamente separate l'una dall'altra,” proseguì Kirishima, piegandosi all'indietro per appoggiarsi sulle mani.


E' una cosa stupida.”


Ma è la verità. Pensi che sia perché ti senti responsabile della distanza creatasi tra voi due?


Katsuki fu grato di essere occupato con i chiodi, le viti e gli sparsi pezzi di plastica che stava cercando di montare, perché questo significava poter non guardare in faccia Kirishima. Era sempre stato più facile parlare di se stesso quando qualcos'altro lo impegnava. Fece un gesto poco convinto con le spalle, ma tanto bastò perché il rosso lo prendesse come un riluttante assenso.


Beh, forse questa è l'occasione per ripartire da zero. Magari per chiedere finalmente scusa?”


All'idea di dover chiedere scusa a qualcuno, qualcosa dentro al biondo si contorceva in preda all'orrore. Il pensiero di doversi scusare con Deku –la sola persona della sua vita che, con ogni probabilità, meritava in assoluto delle sentite e sincere scuse- faceva salire la nausea a Katsuki. Tentò di cambiare discorso.


Dirige una clinica per donne, a quanto pare. Roba di ginecologia, FIVET, cose così. Suppongo che abbia usato una surrogata per suo figlio.”


Dopo essere rimasto fino a tarda notte su Google a cercare cose come clinica Midoriya Musutafu, era arrivato alla conclusione che chiamarla clinica fosse un po' fuorviante. Si trattava essenzialmente di una fabbrica sforna-bebè di alto livello, frequentata con ogni probabilità da gente molto ricca. Aveva sede in un gigantesco edificio con studi individuali, laboratori, uffici e alloggi per i loro surrogati e lo staff di turno. Katsuki realizzò di colpo che Deku doveva essere maledettamente ricco -molto probabilmente non quanto lui, ma davvero poche persone potevano arrivare ad avere uno stipendio come quello di un eroe professionista nella top ten.


Mina e io stiamo cercando una nuova ostetricia. Magari possiamo rivolgerci a lui?”

“E' il tuo feto. Fa quello che vuoi,” borbottò il biondo.


Sto cercando di darti un pretesto. Lo capisci, vero?”


Non ho bisogno di un pretesto e non ho decisamente bisogno di essere coinvolto nei tuoi cazzi. Questa stupida culla è già abbastanza straziante.”


Kirishima rise, facendo rotolare qualche vite sparsa per terra. I due, e per due Katsuki intendeva lui solo, lavorarono in silenzio, riuscendo a montare la base della culla prima che Kirishima la facesse finita di aiutare per finta e tirasse fuori il cellulare.


Ripeti un po', com'è che si chiama?” chiese il rosso, con sufficiente innocenza. Katsuki lo guardò con sospetto da sopra il manuale delle istruzioni.

Midoriya Izuku,” gli rispose, sapendo bene che Kirishima stava digitando il suo nome nella barra di ricerca dell'app di questo o quel social media.


Il suo account non è privato!”


Katsuki si sporse con più nonchalance possibile per dare un'occhiata al cellulare di Kirishima, ma la sua curiosità ebbe la meglio su di lui. Katsuki non aveva FaceSpace, era fermamente convinto che i social media rendessero le persone più stupide, questo in particolare poi era per vecchie persone lagnose, ma il profilo di Deku era piuttosto scarno, fatta eccezione per alcune foto sue, di sua mamma e di Hisami.


Quello è suo figlio, Hisami.”


E' adorabile.”


E' un piccola merda.”


Mi ricorda... un po' te. Gesù, è stata tua madre a donare l'ovulo?”

“Chiudi quella cazzo di bocca,” replicò, inorridito. Sentire Kirishima dar voce a quello che pensava costantemente ogni volta che si trovava a interagire con quel bambino lo turbava nel profondo. Prese il cellulare dell'amico per scorrere attraverso foto di compleanni, vacanze e una in cui un irritato Hisami mostrava alla fotocamera il suo braccio ingessato. Quello era lo stesso piccolo broncio di quando Katsuki lo aveva tenuto sollevato dopo il pranzo, e il modo in cui curvava la bocca ricordava all'inverosimile un piccolo Katsuki che teneva il muso.


Una strana sensazione lo assalì nel profondo dello stomaco. Raccolse nuovamente nella testa tutto ciò che sapeva di Hisami e sul Quirk di Deku. Aveva specificatamente detto che il suo Quirk funzionava su coppie dello stesso sesso e Hisami aveva tre anni... e... e-


E loro si erano incontrati poco più di quattro anni prima. Deku aveva accesso a surrogati. Era anche passato un po' troppo vicino a Katsuki al momento di salutarsi, e se il suo Quirk si attivava con il solo tocco, allora aveva avuto di sicuro un'opportunità.


Katsuki lasciò cadere il cellulare. Non poteva più guardare in faccia quel bambino. Se lo avesse fatto, gli sarebbero tornati alla mente il suo modo di fare, la forma dei suoi occhi, i suoi arruffati ricci biondi e il suo amore per il cibo piccante,


Porca puttana.” Le parole gli uscirono come un sibilo, appena udibili. Katsuki o stava avendo un attacco di cuore, o stava sperimentando una crisi esistenziale. Forse entrambe le cose.


Huh?” domandò Kirishima. Katsuki non poteva più toccare l'argomento. Non credeva nemmeno di poter più montare la culla, ma avrebbe tentato volentieri pur di distrarre la mente dalla sua nuova rivelazione.


Era una cosa da pazzi. Fottutamente fuori di testa; ma da un lato no, e quella era la cosa che lo spaventava.


Finiamo di montare questa culla. Ho delle cose da fare più tardi,” mormorò, immergendosi completamente nell'impresa. Doveva parlare con Deku -magari strozzarlo, anche.


Cazzo,” sussurrò, con il terrore che gli montava sullo stomaco.





Izuku controllò di nuovo l'ora, picchiettando con la suola della scarpa il pavimento in legno massiccio del suo ufficio. La sua ultima seduta era terminata circa un quarto d'ora prima e, probabilmente, da allora aveva guardato l'orologio ogni singolo minuto. Mancava ancora un'ora al termine del suo orario d'ufficio e doveva andare a casa di sua madre per prendere Hisami. Era passato più o meno un mese da quel disastroso pranzo di famiglia, e Izuku non riusciva a togliersi Kacchan dalla testa. Aveva cercato di trovare il coraggio e fargli una telefonata, ma per adesso era riuscito soltanto a chiedere a sua mamma il numero di cellulare.


Doveva fare la cosa giusta, ma farlo poteva letteralmente rovinargli la vita e, di conseguenza, anche quella di suo figlio. Non aveva idea di come avrebbe potuto reagire Kacchan. Gli sarebbe importato qualcosa? Si sarebbe sentito in dovere di far parte della vita di Hisami? Avrebbe mentito negando che non si era mai immaginato uno scenario di quel tipo nel corso degli anni, ma quella fantasia era meglio tenerla nascosta nei più profondi anfratti della sua mente. Lo scenario più plausibile prevedeva che il biondo andasse su tutte le furie, cosa che, sinceramente, non gli avrebbe potuto rimproverare per niente. Gli avrebbe probabilmente tirato un pugno, facendo risorgere l'ostilità dei tempi delle medie, e magari avrebbe reso la cosa pubblica, costringendo la clinica a chiudere e facendogli ritirare la licenza. Poteva sopportare tutto quello. Quello che non poteva sopportare era la possibilità di perdere suo figlio, e le chance che ciò accadesse erano più concrete di quello che gli sarebbe piaciuto ammettere. Era ciò che lo bloccava dal cercare l'altro e dire la verità. Sospirò pesantemente nascondendo il viso tra le mani.


La porta del suo ufficio si spalancò con una forza tale da picchiare contro il muro e, improvvisamente, come se Izuku fosse riuscito con il solo pensiero a evocarlo, si trovò faccia a faccia con un Kacchan in preda alla rabbia più nera, dopo di lui la sua receptionist trafelata.


Mi dispiace tantissimo, Midoriya. E' arrivato di colpo-”


Dobbiamo avere una cazzo di conversazione noi due,” gli disse e dalla voce sembrava che Kacchan si stesse aggrappando a fatica a quell'ultimo straccio di sanità mentale che gli restava. Tutto quello che Izuku riuscì a fare fu congedare velocemente la sua receptionist e chiudere dietro di lei la porta. Ecco cosa succedeva a rimandare le cose.




Note della Traduttrice:



Ci tenevo a ringraziare tanto le persone che stanno commentando la storia, tenendomi in contatto con l'autrice originale le sto facendo sapere come procede ed è davvero felice anche lei!

Se vi andasse di fare due chiacchiere in più, ho aggiunto il link al mio IG nella pagina del profilo. Mi farebbe davvero molto piacere poter interagire con altri fan di BNHA (e della Bakudeku, perché in verità conosco giusto UNA sola persona che la supporta ;; ).

Vi mando un abbraccio virtuale, alla prossima e Buona Pasqua!

   
 
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