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Autore: Devil_san    14/04/2020    0 recensioni
AU di AU.
Ovvero, tutte le storie alternative, i "cosa se" e i "cosa ma" che sarebbero potuti succedere in The Treasure's Series se un evento, o anche un solo dettaglio fosse stato diverso.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: ASL
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Treasure's Series'
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Alternative Treasures



 


AU 2

Sabo & Ichigo, più Ace e Luffy; Luogo: in uno dei quattro Blues; Tempo: poco tempo dopo in cui Ichigo è stato adottato come zio dagli ASL; Una discussione sulla vera natura dei D. e cosa comporta fare un patto con loro.






A Deal With The Devil




"Sei stato molto fortunato Sabo, lo sai? Se quel giorno io non mi fossi presentato in quel momento e non avessi fermato tuo padre dal riportarti in quella gabbia di famiglia, ora tu saresti in guai seri."

Sabo inclinò la testa, confuso "Io… non capisco?"

Il loro Occhan di nuova acquisizione sospirò stanco, e indicò con un cenno della testa verso i suoi due fratelli addormentati in una pila accanto al falò "Tu hai fatto un giuramento di fratellanza con loro due." Affermò Ichigo e Sabo annuì, non sicuro di dove volesse andare a parare "Ma quel giorno non avete soltanto giurato di essere fratelli, vero? Avete giurato anche qualcos'altro… dico bene?"

Sabo annuì, non ancora certo a cosa stesse implicando.

"E scommetto che l'altra parte del patto che avete fatto quel giorno in cui siete diventati fratelli è in completa contradizione con quello che stavi per fare quando ti stavi per consegnare a tuo padre."

Sabo lo guardò spiazzato. Come diamine faceva Occhan a sapere di tutti gli aspetti del loro patto? Lui mica c'era quel giorno. Lo avevano incontrato solo settimane più tardi!

"Lo sai che stavi per beccarti una brutta maledizione addosso?"

"Io… cosa?"

Indicando col dito verso i due mori, spiegò "Quei due sono dei D. Nessuno stringe un patto con un D. senza un qualche tipo di conseguenza. Soprattutto se non si mantiene la parola data."

Guardandolo solennemente negli occhi gli disse "Se si è fortunati, ci si becca una maledizione. Nei casi peggiori, si muore."

Sabo boccheggiò "Co-co-come sarebbe a dire morte! O-o-o-o-o maledizione!?"

Ichigo inclinò la testa, e lo guardò come se lo stesse vedendo per la prima volta "Tu non hai la minima idea di cosa sto parlando, vero?"

Sabo scosse negativamente la testa, freneticamente.

Ichigo sospirò nuovamente, ma questo era un sospiro stanco, in cui la persona che ha sospirato sente su di sé tutti gli anni che si porta addosso.

"Lo sai come vengono anche chiamati le persone che portano la D. nel nome?"

Sabo scosse nuovamente negativamente la testa, però con più lentezza questa volta.

"Diavoli. Vengono chiamati anche Diavoli."

"Diavoli?" chiese confuso ed incerto il biondo "Perché Diavoli?"

"Perché un patto con loro è vincolante. E porta con sé sempre delle conseguenze. Sia buone, che cattive." Guardandolo con un sopracciglio alzato chiese con tono divertito "Perché credi che esiste il detto 'fare un patto col diavolo' ?"

Sabo lo guardò a bocca spalancata, prima di bofonchiare "E' per questo che esiste quel modo di dire?"

Ichigo fece spallucce "Che vuoi farci, tradizioni popolari vecchie di secoli." Commentò prima di incrociare le braccia e prendere un tono più serio "Ma non siamo qui per discutere sullo sviluppo delle lingue nei secoli, ma del perché i D. vengono chiamati Diavoli e cosa comporta."

Indicando verso gli altri due suoi nipotini di nuova acquisizione dichiarò "Sinceramente trovo che chiamarli Diavoli sia inesatto. Se proprio si volesse usare un termine più adatto, penso che Mostro sia la parola che più si avvicina a descrivere la loro vera natura."

Sabo si voltò a guardarlo con occhi ardenti di giusta indignazione, prima di ribattere con un animato "I miei fratelli non sono dei mostri!"

Ichigo gli lanciò un occhiata indifferente prima di tornare a puntare i suoi occhi sui due mori "Non era inteso in maniera offensiva. E' solo l'aggettivo che più si avvicina a quello che davvero sono." E si girò a guardarlo con occhio saccente "Perché non penso che tu non abbia notato che quando Luffy sbadiglia si ha come l'impressione che un Abisso si sia appena spalancato, o che se lo guardi negli occhi troppo a lungo si ha come l'impressione che ti stia guardando dentro l'anima? O che dire di Ace, che è sfuggente come i sogni, che quando ride la sua risata sa di Libertà, e che quando piange le sue lacrime riflettono i dolori del mondo?" appoggiandosi contro il tronco dell'albero aggiunse "E che dire di Garp? Che con le sue mille ali e mille occhi è l'incarnazione della Giustizia?"

Sabo si impietrì, incapace di confutare le parole del suo nuovo zio. Perché tutto quello che aveva detto, era vero. Dopo tutto questo tempo, non poteva negare di non aver notato tutti questi snervanti dettagli sulla sua famiglia adottiva, e per quanto cercasse di trovare una spiegazione logica in tutto questo, ancora oggi, non l'aveva ancora trovata.

Sconfitto e con voce sottile, chiese "Che cosa sono?"

"Te l'ho detto: Mostri. Gli stessi mostri che popolano le fiabe della gente. Loro sono le incarnazioni di idee e concetti, il cui vero aspetto è nascosto dietro quello che viene comunemente chiamato Velo." Scrollando le spalle commentò "Sinceramente i D. non sono poi così diversi dai normali umani. Loro hanno solo… qualcosa in più."

E guardandolo di sottecchi aggiunse "E che grazie al tipo di patto che hai fatto con quei due ora quel qualcosa in più lo possiedi anche tu."

Sabo, per l'ennesima volta quella sera, lo guardò senza capire "Io…cosa?"

Guardandolo con aria divertita, indicò col dito verso una vecchia cicatrice che il biondo si era rimarginata da poco "Non hai notato che da quando sei diventato loro fratello, tutte le tue cicatrici hanno un colore metallico?"

"Che cosa!?" esclamò Sabo tirandosi giù le maniche per controllare se quello che gli aveva appena detto Occhan fosse vero. Con suo grande sgomento, sotto la luce del fuoco, le sue cicatrici rilucevano del colore dell'oro, dell'argento e di tutti gli altri metalli preziosi.

E mentre Sabo boccheggiava come un pesce fuor d'acqua alla nuova scoperta, Ichigo commentò "Penso che tu possa essere considerato la personificazione del concetto di Tesoro. E visto che nell'immaginario comune i Tesori sono composti da oro, argento, gemme preziose e simili…"

"…il mio aspetto rifletterà tale concezione." Concluse a voce bassa Sabo.

Ichigo annuì.

Un silenzio pesante scese su di loro, un silenzio in cui il biondo rimuginava sulle implicazioni di tali nuove informazioni. Erano passati diversi minuti prima che, a capo chino, Sabo chiedesse "Tale trasformazione cambierà anche chi sono?"

"No." Fu la risposta decisa di Ichigo, facendolo sospirare di sollievo "Non importa che mutazione il tuo aspetto prenderà nel tempo, nel cuore rimarrai sempre lo stesso."

Girandosi a guardare i suoi fratelli, che non si erano svegliati per un attimo nonostante i suoi schiamazzi sorpresi durante la chiacchierata tra lui e il loro novello zio, chiese "Perché non mi hanno detto le implicazioni dietro al patto?"

Sabo non lo vide, ma poteva percepire Ichigo che scrollava le spalle "Sono dei D. Queste cose per loro sono naturali, naturali come lo è respirare. Per loro, tutto questo, semplicemente è. Non è niente di strano, o particolare o eccezionale. Solamente è."

Roteando gli occhi, brontolò "E' così intrinseco nel loro essere, che più spesso che no si dimenticano che gli altri non hanno tale istintiva conoscenza e quindi si dimenticano di spiegare tutte le conseguenze che comporta nel fare un patto con loro."

Incurioso da tale commento, Sabo si voltò a guardarlo. Sembrava quasi una conclusione nata dall'esperienza "Occhan… com'è che sai così tanto sui Patti con i D.?"

Ichigo fece un cenno con la testa verso i due mori "Grazie ai genitori di Ace. Avevo fatto un giuramento a sua madre che si contradiceva con un altro che avevo fatto precedentemente a suo padre e… diciamo che c'è voluto un po' per districarci con la matassa ingarbugliata dei vincoli che avevo fatto con le promesse impulsive che avevo fatto in momenti diversi e… lo ammetto, non è stato il quarto d'ora più bello della mia vita." Massaggiandosi la fronte col pollice ammise "Alla fine l'ingarbuglio che avevo inconsapevolmente creato lo abbiamo risolto, cambiando alcuni termini della mia ultima promessa con il benestare di Rogue, ma ti assicuro che neanche il mio essere morto mi avrebbe salvato dalle conseguenze del non riuscire a mantenere le promesse che avevo fatto."

Guardandolo solennemente affermò "E da questo ho imparato che bisogna fare grande attenzione a come si fraseggia una promessa quando la si fa ad un D. Perché si rischia di finire ingarbugliati dentro a una tela di promesse da cui non possiamo più disintrecciarci, con amare conseguenze per tutti."

E agitandogli l'indice contro con un che, che sapeva di rimprovero gli chiese "Quindi adesso capisci cosa intendevo prima quando ho detto che sei stato fortunato?"

Sabo annuì lentamente con la testa, assorbendo da tale storia la lezione che Occhan stava cercando di impartirgli. Che quando si fa un Patto con un D., di fare sempre attenzione, poiché ci saranno sempre delle conseguenze. Sia belle, che brutte.

Occhan annuì soddisfatto, e mettendosi comodo contro il tronco dell'albero, sbadigliò sonnolento.

"Bene. Allora penso proprio che sia ora di andare a nanna." Chiudendo gli occhi aggiunse "E se hai ancora delle domande, ne riparliamo domani mattina." E con questo, si addormentò.

O almeno, se non lo era, ne faceva una perfetta imitazione.

Ma il biondo capì l'antifona; che per stanotte, il discorso era chiuso.

Sabo arrancò a gattoni dove i suoi due fratelli si erano aggrovigliati mentre dormivano e si infilò tra di loro.

Per chi sa quanto tempo, rimase sveglio a rimuginare sulle nuove informazioni che il loro Occhan gli aveva dato quella notte, ma quando si sentì avvolgere nell'abbraccio dei suoi due fratelli giurati, la sua irrequietezza si calmò.

E in pochi minuti, si addormentò avvolto dal calore della sua famiglia.



 

 

 


Note dell'Autrice:
...e andiamo con una seconda AU. Questa in cui i D. sono tutti umani ma con caratteristiche sovrannaturali. E sono chiamati Diavoli anche se sono più simili a personificazioni di concetti e idee, che mostri o diavoli o simili.
...il motivo per cui a Sabo gli ho dato l'appellativo di Tesoro è perché Luffy e Ace considerano la famiglia composta in particolare da loro tre, come il più grande Tesoro che potessero mai avere dalla Vita; e così... visto che lui era l'unico normale dei tre, ne è diventato il riflesso delle loro concezioni.
...l'ispirazione di questa AU è nata da tutte quelle storie di One Piece in cui vengono proposte idee simili, sia quelle in cui sono sol possedere caratteristiche innaturali, o anche altri personaggi.

E detto questo vi saluto.

 
  
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