Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Noeru    14/04/2020    1 recensioni
Un Nerd
Un Tamarro
Un Fattone
Un viaggio esteriore, interiore e soprattutto memorabile
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ivan, Max, Max (Team Magma), N, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Posso guidare io?" Domandò Herb mentre si avviavano verso il minivan pronti ad affrontare un'altra tappa di quel bizzarro viaggio intrapreso per scelta; solo la metà delle avventure e disavventure accadute loro costituiva materiale interessante per un film comico o storie ai limiti dell'incredibile da raccontare a gruppi numerosi intorno a tavolate o più spartani falò.
"Tu?!" Lo rimbeccò Ivan: "Ma se sei sempre costantemente fatto! Guarda che io ci tengo alla mia pelle!"
"Non è vero!" Replicò il più giovane: "Adesso sono a secco!" Quindici minuti dopo era come di consueto svaccato sui sedili posteriori a inalare i fumi emessi dal suo bong verde che riproduceva un Rayquaza.
Max si appoggiò al suo telo antigermi cercando di prendere sonno, ma uno spiffero di aria condizionata diretto alla sua faccia glielo impediva: "Ivan, ma che ti dice il cervello?! Sembra di stare nella grotta gelata!"
"Dillo tu, a quel fattone, di non mandarmi le sue tossine addosso visto che ci sei tanto in confidenza!" Ivan aveva notato come i due esili figuri se la intendevano contro il gigante che era lui; il leader del team magma gli aveva preso un tiro dalla canna per primo e il ragazzo coi dread gli stava quasi sempre appresso.
Stavano forse pianificando di rovinargli la vita?
"Tanto non mi sente! Piuttosto mi sposto dietro io!"
"Eh no! Ti voglio qui davanti perché così l'odore della sua erba non mi arriva direttamente!"
"Poi dici che sono io quello che si lamenta sempre!" Max spense l'aria condizionata: "Almeno il suo fumo non mi fa venire la polmonite!"
Ivan in risposta abbassò i finestrini e premette il pedale dell'acceleratore al massimo, dribblando diverse macchine e sballando pericolosamente i passeggeri e il carico della vettura.
"Guido io...che sono lucido e soprattutto...prudente!!" Lo scienziato abbracciò lo schienale del sedile e inforcò gli occhiali per non perderli: "Il pacco! Fa' attenzione almeno a quello!"
Il pirata sorrise sottecchi, rallentò un attimo ed armeggiò con la vetusta radio, riuscendo a trovare una musica a lui gradita.
Lo spazio fra le quattro portiere si riempì di un battito che faceva tremare l'imbottitura dei sedili e parole in un linguaggio scurrile che parlavano di estate, spiaggia, balli sfrenati fino all'alba e feste danzanti al mare durante la bella stagione.
Ivan alzò al massimo il volume e si sporse dal finestrino gridando alcuni versi delle canzoni, aspettandosi l'approvazione degli altri guidatori o come minimo che bloccassero la circolazione ed uscissero fuori dai loro mezzi per ballare indiavolati.
Per un attimo lasciò andare il volante, sul quale si lanciò Max in un raro momento di energia con lo scopo di preservare la loro incolumità: "Forse è meglio che metta io la musica!"
"E sentiamo cosa avresti da proporre..."
"Tu pensa a guidare, va'!" L'altro cercò la sola cassetta da riavvolgere, ma gli si presentò ben altro davanti agli occhi: "C-c-che c-ci f-fan-no d-dei p-pres..Preservat-tivi...Per giunta la confezione sembra nuova..."
"Bisogna essere pronti ad ogni evenienza!" Ivan gli strizzò l'occhio: "A quanto pare non hai mai sentito parlare di Camporella, frigido come sei! Inoltre qui ci avranno fatto schifezze non so quanti!"
Max arrossì e svicolò dietro, finendo addosso a Herb: "Si chiama amore libero!" ribadì il capo dei verdi, facendogli spazio.
"Ma com'è che sono finito con due malati di sesso?!"
"In verità..." Il ragazzo tirò una boccata dal bong: "I miei genitori adottivi mi hanno detto che ognuno di noi costituisce la metà di una mela, anche se devi essere una mela intera già di tuo affinché funzioni..."
"Che cavolo di proverbio è?!" Protestò Ivan dal posto davanti: "Nemmeno da sbronzo me ne esco con frasi simili! Ad ogni modo, mela o non mela, l'importante è che Huntail riesca ad entrare da Clamperl!"
"Chissà chi sarà la mia..." Mormorò Max, interessato al discorso: "Tu, Herb, invece hai già trovato la tua? O la persona che pensi potrebbe esserlo?"
Rimase in attesa della risposta alle sue domande strategiche; I dread coprirono gli occhi verdi dell'interlocutore, che esalò diversi anelli di fumo biancastro: "Ho già individuato con chi vorrei dividere la mia capanna nel cuore della foresta..."
Nelle sue iridi comparve un lampo e parve risvegliarsi dal torpore fumogeno: "è difficile descriverla, ma quando l'ho vista mi sono sentito un Volbeat attratto da un'Illumise...Con le sue mani aiuta la natura a crescere, ha una pelle simile alle spore
di un Whimsicott..." Sospirò sognante.
Aveva cercato di tenersi sul vago, ma il più anziano aveva già mangiato la foglia: "Sono parole molto belle, però potrebbero non bastare. Rossella è una ragazza a cui tengo particolarmente, avendola aiutata in un momento delicatissimo della sua vita. L'ho vista letteralmente rifiorire e
non potrei mai accettare che il primo uomo di passaggio se la porti via o, peggio che mai, ferisca i suoi sentimenti che sono stati tristi e inquieti troppo a lungo per un'età giovane come la sua..."
Ivan rise forte: "Ti piace, eh?"
"Piantala di vedere cose false e proiettare la tua mente ristretta su ogni aspetto della vita!"
Una fumata bianca di sollievo riempì lo spazio tra i due. Era talmente densa che Max tornò davanti ed esaminò la scatoletta liscia e minimalista dei profilattici rigirandosela tra le mani. Ancora avvolta dal cellophan protettivo, quasi gli scivolò dai palmi sudati e tremanti al pensiero di
tenere in mano un oggetto tanto profano davanti ad altra gente: "Che c'è?! Non te ne sei mai messo uno in vita tua?!"
"Ti prego, no! Non in questo momento!" Sbottò Max. A calmarlo ci volle un'ora e mezza filata di musica Synth pop che per fortuna concluse il viaggio verso Sinnoh.
Scesero dal minivan nei pressi delle rovine Sinjoh, dove sorgeva una stazione di servizio circondata dal verde di una foresta: "Non dobbiamo dare troppo nell'occhio!"
"Ma qui la gente non sa chi siamo! Anche se mi metto a ballare nudo su quel tavolo non scrivono di certo Ivan-del-team-Idro, ma..."
"...Un Simipour cerebroleso!" Max completò la frase con un sogghigno al di sopra di un caffé nero e l'altro si allontanò verso uno scaffale di riviste.
"Ma secondo te..." Herb ne approfittò per avvicinarsi: "...Ivan mi detesta? Dice che sono bravo solo a fumarmi l'erba nociva e pensa potrei fare a meno di parlare perché dico cose senza senso..."
"Lui detesta chiunque non sia all'altezza della sua muscolatura, ma tolta quella gli rimane poco altro! Dovresti sentire ciò che dice a me quando ci scontriamo...Che sono un perdente, noioso, insopportabile...E questo perché non ho mai...Fatto...Sesso con una donna!" Pronunciò le ultime quattro parole tutte d'un fiato.
Herb rimase a guardarlo, ma non era sorpreso; Max gli aveva dato l'impressione di un uomo molto solo, che non si apriva nemmeno alle persone a lui vicine quando queste facevano i salti mortali per cercare di guardargli dentro.
"Quindi...Non devo darci molto peso...E lo stesso vale per te. D'altronde il sesso è una scelta molto personale e l'importante è che venga rispettata..." Si disse, abituato già com'era ad essere descritto come un folle, testa fumata, capelli strani, teppista.
C'era il vecchio Walter di Ciclamipoli che quando aveva il progetto Ciclamare all'attivo stipendiava giornalisti e reporter per esaltare i suoi inquinanti affari anche ingigantendo le manifestazioni pacifiche dell'allora neonato Team Erba, formato da lui allora appena quattordicenne e le prime reclute che si radunavano di fronte alla palestra elettrica con cartelli e striscioni dipinti a mano.
Il massimo che erano arrivati a fare era stato scrivere sui muri il loro messaggio ambientalista, ma le notizie avevano sovrapposto storie che non c'entravano niente legate a spaccio e consumo di droghe pesanti e l'ignoranza popolare aveva portato ad includervi anche la cannabis e renderla così illegale in tutta Hoenn.
"Ah, allora parlava di te, Walter! Lavoravo al progetto..." Confessò Max:"...Ma ero addetto alle risosrse umane e l'impiego era l'unico adatto alle mie condizioni di salute...Già ne avevo parlato...Ed un giorno Walter capitò nel mio ufficio con più fulmini nello sguardo di un Raikou, raccontando di alcuni ragazzacci che avevano scritto sul casinò e sulla sua palestra. Io non dissi nulla; fintanto che avevo il posto di lavoro nulla mi sfiorava, ma...Chissà cosa penserebbe a sapere che due suoi ex-dipendenti si trovano dalla parte opposta..."
Herb ascoltò la vicenda: "Un fatto curioso..."
"Fatto curioso!" Max puntò il dito verso di lui e ridacchiò genuinamente, contagiandolo; solo lui poteva permettersi di scherzare sulla fattanza.
"E comunque un po' mi mancano i tempi delle manifestazioni" Sospirò il ragazzo: "è stato grazie ad esse che ho capito chi avrei voluto essere e tutte le persone aggiuntesi sono ormai parte del mio team! Quanto ai miei genitori, loro si offrirono di darci una mano e trovare un posto dove stare, oltre che darmi preziose lezioni di leadership! Quanto al lavoro...Ammetto di non aver mai lavorato presso una corporazione grande...Dopo essermi laureato in scienze erboristiche ho approfondito discipline di mio interesse facendo nel mentre, e tuttora, i dread a domicilio! Ho acconciato personalmente la metà delle mie reclute ed insegnato loro come si fanno e mantengono in ordine...Tu avresti i capelli abbastanza lunghi per..."
"Non se ne parla! Sono fuori dalla mia portata! Ad ogni modo Ho visto una buona organizzazione nel tuo team...Pensa che quel Walrein microcefalo ha promosso a tenente quell'ancora più fesso gigante solo perché amico di lunga data...e Ada..." Max non ce la fece a trattenere le risate: "...Le alzò il grado solo perché in cambio doveva sedurmi e riportargli così i nostri piani! Quando lei venne a raccontarmi tutto ci inventammo insieme una menzogna stratosferica alla quale lui abboccò come un Carvanha all'amo!"
Ada era molto bella e anche sveglia, rifletté Herb, ma non lo prendeva quanto Rossella.
Forse non era nemmeno il tipo di Max, volendo affidarsi a quell'aneddoto.
Dall'altra parte del negozietto, Ivan li guardava rodendosi il fegato e stringendo una misteriosa bottiglietta allungata fra le dita: "Bella a tutti! Ci si rimette in marcia?"
Si fermarono all'ingresso del grande Bosco Evopoli, parcheggiando in una zona ben nascosta dagli alberi: "Ricordo che durante uno dei miei viaggi incontrai una ragazza molto carina accompagnata da un Chansey...Aveva una lunga treccia verde, ma quando mi offrii per aiutarla ad attraversare la foresta e le allungai una cannetta fuggì terrorizzata..."
"Se ci fossi stato io si sarebbe fidata! E la vicenda avrebbe avuto risvolti..." Ammiccò Ivan goliardico: "Grazie per avermelo detto, Herb!"
"Ma taci, che sei allergico all'erba e faresti una pessima figura!" Lo prese in giro Max, voltandosi verso destra, dove una presenza femminile li fissava indecisa se farsi avanti o meno, le mani strette al petto in modo protettivo.
Il pirata spinse via gli altri due, gonfiò il petto e avanzò verso di lei, ma uno starnuto violento gli rovinò la scena e le strappò una risata.
"Buongiorno...Signorina...Se hai bisogno di una mano..." Max la salutò, il gomito incollato al fianco e gli occhiali appannati dall'umidità: "Noi veniamo da Hoenn..."
"Mi chiamo Demetra" La giovane si lisciò pacatamente la treccia: "Di solito amo passeggiare in questa foresta, ma quando c'è nebbia possono capitare imprevisti e mi spaventa un pochino...Inoltre c'è l'antico Chateau, che pare sia infestato dagli spettri..."
"Ergo stai cercando un accompagn...EEEHTCI!" Ivan venne di nuovo messo fuorigioco dall'allergia.
"E non conosci questo posto!" Sottolineò il più grande dei tre: "E nemmeno io...Chiedo venia...è la prima volta che capito qui..."
Gli sguardi dei due rivali caddero su Herb: "Se non ci sono problemi per te, mi offro io!"
"Uh...Va bene..." Demetra alzò un sopracciglio; quel bizzarro ragazzo non le era nuovo ed il fatto che fosse insieme a due individui mai visti a Sinnoh non faceva che aumentare i suoi sospetti.
Ivan gli sventolò i profilattici, ma Herb declinò l'offerta: "Ci limitiamo a fare una passeggiata...Poi andrò a trovare Gardenia. Tornerò più tardi!"
"Anvedi il fattone dove infila il suo Serperior..."Ivan guardò Max sottecchi non appena il ragazzo fu abbastanza lontano: "E poi lo farà strisciare anche..."
"TU NON SAI NIENTE!" Gli gridò Max: "Io ho avuto modo di parlarci e ho scoperto che non è il fricchettone drogato che pensavo fosse all'inizio! Alla sua età ha già degli ideali solidi! Tu invece dov'eri e cosa facevi?"
Ivan si sentì inchiodato ad una parete di scomodità: "...E tu mi fai fare sempre brutta figura!"
"Dovrei dirlo io di te!" Il leader dei rossi si rifugiò stizzito sui sedili posteriori dove Herb era solito a stendersi, ma rimase raggomitolato col mento appoggiato alle ginocchia; non ne poteva proprio più di Ivan e delle sue rozze maniere, del suo linguaggio incensurato e della sua mancanza di tatto.
Rifletté a lungo sulla storia di violenza che questi aveva sviscerato, chiedendosi come un episodio di tali proporzioni avesse potuto renderlo così maleducato, brutale, sguaiato e volto a perpetrare dinamiche tossiche all'interno del suo stesso team.
Nel Team Magma erano entrate un paio di reclute con trascorsi turbolenti, ma erano tutte servizievoli e ci pensavano due volte prima di aprir bocca.
Da parte sua, Ivan rimase fuori e si appoggiò contro la portiera accarezzandosi la barba pensieroso. Gli succedeva raramente, ma in quelle occasioni le sue idee assumevano la profondità dell'oceano; Max aveva maledettamente ragione a considerarlo un idiota e riconosceva da solo quanto fossero sbagliati certi suoi comportamenti, ma come avrebbe potuto cambiarli se non conosceva alternative?
Cercava il sesso dalle sue reclute femminili risvegliandosi sempre insoddisfatto e allora ne esigeva di più e ci beveva sopra per trovare quell'ebbrezza che distanziasse il suo cervello da una realtà noiosa, opprimente e avversa.
Durava sempre troppo poco però e dopo averlo fatto si risvegliava appesantito e ancora più stanco, come un Houndoom che inseguiva una macchina solo perché essa era in movimento.
Max si incurvò ancora di più. Aveva tolto gli occhiali e li aveva riposti nella tasca del cappotto lasciando il buio gli facesse visualizzare il rumore che si sentiva nel cervello.
Voleva estrarlo chirurgicamente come se fosse stato un organo non più funzionale al corpo umano, ma purtroppo non era tangibile.
Ricordava quando gli era stata asportata l'appendice ed era rimasto diversi giorni incosciente sotto antidolorifici: Vedeva solo nero e qualsiasi attività provasse a fare interrompeva dopo pochi minuti crollando addormentato senza fare sogni o incubi.
"Ancora arrabbiato?" Due parole ed un palmo che esercitava pressione sulla testa interruppero la sua meditazione malinconica facendolo ritrarre ancora di più verso lo schienale del sedile, dove avvertì un gonfiore che gli frenava la comodità.
Senza porsi troppe domande infilò la mano in uno squarcio dell'imbottitura e ne estrasse una busta di plastica sigillata dalla quale usciva una finissima polvere giallo fluo: "Che cos'è questa roba qui?!"
"Che vuoi che ne sappia io! Ce l'avrà messa il fattone! Da' qua!"  Ivan gliela strappò di mano e le sue dita la impastarono cercando di decifrarne il contenuto; non era sabbia perché nessuna spiaggia era così fina e soprattutto presentava una tonalità cromatica apparentemente artificiale.
"Fossi in te non la mangerei!" L'altro tentò di riprendersela: "Mi sembra più tossica di...certe..tue
"Ah però!" L'uomo di mare si ricoprì tutta l'impronta digitale del pollice e la strisciò lungo il naso: "Lascia il segno! Vuoi provar..."
Max lo respinse con una manata, rompendo il delicato involucro di plastica in mezzo a loro due. La polverina esplose in una nube di corpuscoli che si deposero sulle mani e le facce di entrambi.
"Oh no!" Esclamò con l'ultimo barlume di lucidità: "E adesso cosa dirà Herb?!" Tentò di sgusciare fuori, ma Ivan se lo trascinò addosso e mise a tacere ogni parola e pensiero con un bacio forse agognato da entrambi in quanto Max non oppose resistenza ed accompagnò il gesto salendogli sopra a cavalcioni.
In cerca di più spazio uscirono e il geologo si distese sul cofano, invogliando il rivale a continuare laddove si era interrotto, aggiungendo lingua, denti e carezze che si trasformavano in prese e graffi accompagnate da un desiderio sessuale gonfiato a dismisura da voglia di trasgressione ed anni di astinenza.
Ivan baciava con una foga predatoria, come se volesse marchiare il corpo dell'altro di sua proprietà e manifestava il suo interesse attraverso morsi sul collo, comportamento simile a quello degli Sharpedo che si accoppiavano nelle acque tra Verdeazzupoli e Ceneride durante la bella stagione.
Le mani scesero sotto i vestiti, che volarono tutti intorno sporchi di sudore e polvere misteriosa mentre i corpi si stringevano l'uno all'altro guidati solo da un istinto primordiale che offuscava la ragione e i reciproci sentimenti di astio portati avanti dalla notte dei tempi.
Ivan allungò una mano verso il cruscotto e ne tirò fuori profilattici e gel: "Fortuna che non li ho dati al fattone... biascicò, ricevendo un'unghiata sulla schiena che pretendeva l'esclusività di quel rapporto; essere reclamato come proprietà gli stava meglio, si accorse Ivan, di essere condiviso da un numero più elevato di persone che non erano mai le stesse.
Erano passati troppi anni dall'ultima volta in cui Max aveva sperimentato un elevato livello di unione e i ricordi, oltre a sbiadirsi col tempo, stavano venendo soppiantati da quell'inaspettato momento rimandato fin troppo in là, ma che la linea del tempo e il fato mai avrebbero cancellato.
Reclinò lo schienale del sedile di guida e permise al rivale di divaricargli le gambe spalancando la portiera: "I tuoi occhi...hanno il colore...delle piume di Altaria..." esalarono le labbra arrossate poco prima di lasciarsi travolgere dallo tsunami e trasportare dal fiume in piena.
"Allora quando ricapiterai qui fammelo sapere!" Gardenia sorrise dall'uscio della sua palestra, cedendo una pokeball decorata da alcuni adesivi: "ad Evopoli sarai sempre il benvenuto!"
"Grazie a te e scusa la mancanza di preavviso!" Sorrise Herb: "è stata una cosa molto...Improvvisata...E grazie ancora per avermi aiutato! è un bel trend, quello che avete delle capsule...Anche se i Roselia ce li abbiamo pure a Hoenn..." Si strinse nelle spalle.
"Non starci a pensare troppo e vai, che non aspetta altro!" Le parole incoraggianti di Demetra stemperarono ulteriormente i suoi dubbi; restava solo Max da convincere Il giovane ritornò nella foresta e mandò in campo Shedinja per ritrovare l'altro ingresso; a Hoenn non c'erano grandi foreste dove smarrirsi, al contrario di Johto, Sinnoh e Unima che con le loro dimensioni maggiori e minore presenza del mare presentavano superfici alberate più estese e protette da pokemon leggendari o misteriosi.
Trovare una base stabile per il suo team era stata un'impresa: erano stati nel Bosco Petalo finché le forze dell'ordine non avevano attuato uno sgombero e avevano cercato a lungo prima di trovare pianta stabile nei pressi di Forestopoli, un'area frequentata da poche persone nella quale una congrega di individui accomunati da ideali pacifisti non avrebbe dato nell'occhio.
Creare un quartier generale degno di rispetto era stato un lavoro lungo e non ancora terminato, ma ripensare a com'erano riusciti a ritagliarsi il loro spazio e soprattutto a collaborare coi pokemon già presenti era un motivo d'orgoglio.
Shedinja fluttuava silenzioso al di sopra dell'erba alta indicandogli la via; Nincada era stato il suo secondo pokemon ed il primo trovato e catturato a Hoenn.
Poi lo aveva fatto evolvere e aveva donato Ninjask ad una delle primissime reclute del suo team, tenendosi Shedinja sorpreso di tale processo evolutivo mai riscontrato in altri pokemon.
Finalmente scorse un fanale verso cui il suo coleottero volò più veloce del vento, fermandosi davanti al cofano allarmato.
Quando avvertiva un pericolo girava su sé stesso rimanendo sul posto: "Qualcosa non va?!" domandò il giovane allarmato mentre l'insetto fantasma continuava a mandare il segnale.
Davanti ai suoi occhi verdi si presentarono i vestiti spiegazzati ed impolverati di Max e la muta scollata di Ivan anch'essa coperta di polverina fluorescente: "Ragazzi! Dove siete?!"
Nessuna risposta.
Herb riconobbe le spore ricavate da Shiinotic; qualcuno doveva essersi introdotto a bordo del minivan e averle somministrate ai suoi compagni per appropriarsi del pacco destinato a Giovanni, ma la scatola misteriosa era ancora nel bagagliaio.
Fu tentato da aprirla, ma senza la loro consultazione suonava una cattiva idea: "Breloom, in guardia! Vai ad ispezionare da quella parte!"
Il pokemon fungo balzò a quasi due metri sulle zampe quando vide una portiera quasi scardinata: "Nel nome di Arceus..." il ragazzo si sporse preoccupatissimo.
Addormentati abbracciati sull'imbottitura ed entrambi nudi, Max e Ivan non erano mai stati così sereni, vicini e soprattutto rilassati l'uno in compagnia dell'altro.
Era uno spettacolo silenzioso troppo bello per non essere immortalato.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Noeru