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Autore: Mark_Criss    15/04/2020    1 recensioni
Draco è stanco di vivere la sua vita basandosi solo e soltanto sulle scelte sbagliate di suo padre. Gli viene data una possibilità per ricominciare, anche se questa sua decisione avrà un caro prezzo. Draco non sarà più Draco.
La sua storia ricomincia dal sesto anno, nei panni di un nuovo studente di Hogwarts, che si troverà a fronteggiare situazioni che non aveva previsto, amori che non aveva tenuto in conto e nuove ed inaspettate amicizie.
La scelta di non essere più Draco cambierà drasticamente gli eventi, rendendolo partecipe di una grande avventura che lo metterà nella condizione di dover scegliere fra se stesso e le persone che ha imparato ad amare.
Nulla sarà come prima.
Riuscirà a mantenere il suo segreto fino alla fine?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Erano passate oramai due settimane, la pozione polisucco era ultimata, bastava solo dargli un’ultima mescolata.
Draco era nascosto nella stanza delle necessità, lontano da occhi indiscreti.
Era stato incastrato da Potter la sera della festa di Lumacorno, un errore imperdonabile a suo parere.
“Io sono ubriaco, tu stavolta no.”
Quelle parole continuavano ad echeggiare nelle orecchie del giovane, strappandogli un sorriso. Alla fine aveva vinto lui.
“Stupido Potter, vince sempre lui.” Si ripeteva continuando a mescolare.
Stava bene, era felice, dopo tanto tempo, poteva assolutamente dire di essere felice. L’ultimo ricordo felice del ragazzo risaliva all’infanzia; addirittura prima del suo arrivo al castello, quando non si sentiva nemmeno l’odore del ritorno di Lord Voldemort.
La sua famiglia sembrava felice, sua zia pazza era ancora chiusa in carcere, così come tutta la parte marcia della sua famiglia e lui, piccolo e felice, correva per i campi permettendosi i suoi scoppi di magia involontaria, con una madre sorridente e un padre anche troppo premuroso.
Non aveva mai amato, non aveva mai provato un sentimento così profondo per qualcuno, nemmeno per un amico, non avendone mai avuti.
Era destabilizzante e allo stesso tempo così fortificante, sapere di avere un legame così speciale con una persona, saperla tua, tua e di nessun’altro.
Non aveva provato le farfalle nello stomaco che provano tutti, non aveva provato le mani sudate e la testa che gira; no, lui si era semplicemente accorto di quanto quel ragazzino con gli occhi verdi lo facesse stare bene, di quanto si sentisse leggero in sua presenza.
Non aveva fatto pensieri spinti, non aveva sentito “forti pulsioni sessuali”, aveva avvertito un formicolio diverso, più interno, vicino al cuore, ma non proprio lì. Come se quel sorrisetto beffardo gli avesse solleticato per un attimo l’anima e da quell’attimo, non avesse mai smesso di farlo.
Il loro rapporto non era così diverso, cercavano di mantenere la cosa segreta, ma era di dominio dei loro amici.
Ron, Neville, Hermione e Luna erano perfettamente coscienti della loro relazione, erano stati i primi a saperlo, con l’inaspettata reazione di Waesley, che aveva preso il tutto con profondo entusiasmo e felicità, probabilmente era un modo molto velato di dire “Grazie a Goddrich ti sei tolto Malfoy dalla testa”.
Non avevamo avuto ancora modo di esplorarci sotto altri punti di vista, ma non avevamo fretta, già il semplice conoscerci più accuratamente bastava; prima di finire nudi a letto, avremmo dovuto avere il coraggio di essere nudi, uno di fronte all’altro.
Sentì una fortissima fitta addominale, che lo costrinse a piegarsi a metà.
Erano gli effetti collaterali della nuova versione della polisucco che spariva, era come se qualcuno lo stesse prendendo a calci dall’interno.
Non riusciva a controllare il dolore, iniziò a sentire come fiamme sulla pelle, e d’improvviso venne pervaso da scariche elettriche che lo costrinsero a contorcersi come sotto l’effetto della maledizione Crucio.
Aprì gli occhi, dovevano essere passati all’incirca due minuti, che al ragazzo sembrarono ore.
Si guardò in uno specchio gettato su un catasto di roba vecchia e logora.
Si rivide.
I capelli erano ricresciuti, biondi e lisci come seta dorata; la sua pelle era candida come la neve fresca e i suoi occhi, luminosi e argentati come il mercurio vivo.
Si accarezzò. In segno di saluto, domandandosi se ai suoi nuovi amici quella versio di lui sarebbe mai piaciuta.
Cercò di non soffermarsi troppo sulla questione.
Gettò le ciocche dei capelli del babbano nella pozione e tappandosi il naso buttò giù il liquido melmoso.
 
-Compiti di Difesa contro le arti oscure, prima partita di Quidditch di Ron e lezioni private con Silente, tutto in una giornata.- sbottò Harry poggiando la testa sulla spalla di Marck.
Il ragazzo non trattenne le risate.
-E poi dovrai salvare una vecchietta da un drago, due gemelli da un covo di Arpie e se non ricordo male credo di aver letto nella tua agenda che hai un incontro con il primo ministro babbano per discutere di quanto grande devono farti la statua per aver salvato il mondo. –
Harry adorava quando Marck lo prendeva in giro, si sentiva più leggero, quell’ironia lo liberava dal peso di situazioni superflue, riportandolo per un attimo nel pianeta adolescenti.
-Hai dimenticato il mio impegno più importante. – disse il moro.
-Cioè?- chiese il biondo.
-Dopo la festa, vorrei portarti in un posto, ti va? – propose Harry avvicinando le sue labbra a quel del ragazzo.
-Si- rispose senza pensarci lui, prima di strappare un bacio al suo compagno.
-NON GUARDO VI GIURO CHE NON GUARDO!- strillò Ron facendo irruzione nella stanza.
-Harry, sto per vomitare, non credo di poter giocare questa partita, morirò, vi farò perder…- iniziò a balbettare il rosso.
-No, ho la soluzione, ci vediamo in sala grande tra cinque minuti. – disse Harry.
Ron e la sua faccia sconvolta lasciarono il dormitorio, trascinando con se una marea di risate.
-Devi darmi una mano a fare una cosa. – gli disse Harry.
Marck non rispose, si alzò dal letto e si rese operativo.
 
Scesero in sala grande, dopo quella corsa per le scale a Draco sarebbe servito un defibrillatore: avere un corpo atletico, ma non avere la preparazione per usarlo era una condanna.
Lo scenario che si presentò davanti ai loro occhi fu un misto tra il tragico ed il comico; i loro amici erano interamente convogliati intorno ad un Ron pallido come un cadavere, che teneva lo sguardo fisso nel vuoto.
Harry chiese gentilmente a tutti di andare via, facendo così rimanere solo Marck ed Hermione insieme a lui.
-Ron, ho la soluzione a tutto. – disse sicuro.
Prese una fialetta dal taschino della divisa e la versò nel bicchiere dell’amico.
Il gesto catturò subito l’attenzione di Hermione, che presa da un attacco di nervosismo tirò un pugno al tavolo.
-Questo è sleale!- strillò lei.
Il viso di Ron riprese immediatamente colore, prese il bicchiere e bevve senza lasciare neanche una goccia.
-Non puoi usare la fialetta di fortuna liquida per aiutare Ron a superare la sua ansia da prestazione, è come doparlo!-
-Oh Hermione sta zitta, mi sento già molto meglio, sono pronto a vincere questa partita.-
La ragazza scosse la testa e si alzò dal tavolo, sconcertata per l’ennesimo gesto stupido del suo amico.
Marck la raggiunse, scusandosi con i due ragazzi.
-Hermione, aspetta!- disse lui cercando di tenere il passo della ragazza che oramai aveva raggiunto l’uscita della sala grande.
-No, non aspetto nulla. –
-Non è la vera Felix Felicis, abbiamo sostituito le fiale.-
Hermione parve colpita da un fulmine. Si fermò, si voltò e con l’aria di chi si sentiva troppo stupido per dire qualsiasi cosa scoppiò in una risata isterica.
-Come ho fatto a non pensarci prima?- chiese lei dandosi uno schiaffo sulla fronte.
-Come hai fatto a non pensare che tu stessa hai manomesso la selezione…-
-Oh no, non ci sono prove contro di me. – disse lei, risalendo le scale del castello.
 
La partita stava per iniziare, Harry attraversò lo spogliatoio della squadra con una velocità tale da non essere visto.
-Com’è andata la lezione con il professor Silente? – chiese Marck sotto voce, salutando il fidanzato che era intento a cambiarsi.
-Bene, ho scoperto nuove cose su Tom e devo trovare delle informazioni che solo Lumacoro può darmi, facile no? – disse lui sarcastico.
-Ti daremo una mano.- rispose il biondo.
-Lo so.- rispose il ragazzo
Diede un rapido bacio al fidanzato e si precipitò in campo.
Fu facile intuire sin dall’inizio chi avrebbe vinto, i tassorosso erano in netto svantaggio già dieci minuti dopo l’inizio.
Ron era una furia, non lasciava passare una palla ed Hermione sembrava davvero fiera di lui.
La partita finì dopo circa quarantacinque minuti, il cercatore dei grifondoro aveva preso il boccino, portando così a casa la vittoria.
La festa dagli spalti, si spostò alla sala comune, dove tra cori e risate tutti gridavano i nomi di Weasley e Potter.
La serata continuò così tra fiumi di birra e vino importati abusivamente dalle cantine della scuola.
Quei grifondoro erano davvero degli assi ad organizzare feste, come facessero a trafugare tutto quell’alcol per Draco restava un mistero.
Nell’euforia generale si ritrovò solo e sobrio, ancora una volta seduto sulle scale del dormitorio.
-Anche tu hai deciso di non bere per non essere ko alle lezioni di domani mattina? – chiese Hermione sededosi vicino al ragazzo.
-Si, mi piace essere attento in aula. – rispose lui mentendo, la vera motivazione erano i tragici effetti collaterali della pozione polisucco che ancora gli provocava nausea.
-Guardali, sono un sacco felici…- disse lei con un po’ di tristezza negli occhi.
-…vorrei poter condividere questa felicità con Ron-
-E allora parlagli- le consigliò l’amico.
Hermione non fece in tempo a rispondere.
Si drizzò sulla schiena e la sua espressione parve diventare sempre più cupa, come se avesse visto un morto resuscitare dalla tomba.
-Marck…noi dobbiamo andare…- disse cercando di non far voltare l’amico.
-Andare dove, che stai dicendo Hermione? – chiese lui confuso.
Per quanto la riccia si fosse sforzata, fu impossibile mantenere lo sguardo del ragazzo fisso su di lei.
Preso dalla curiosità Marck girò la testa e ciò che vide lo lasciò senza parole.
Ginny e Lavanda avevano avvicinato Harry e Ron, che ubriachi com’erano non avrebbero distinto un mangiamorte da un dissenatore.
Le mani di Lavanda erano impegnate nei capelli di Ron, mentre con la bocca sembrava mangiargli la faccia; e Ginny era seduta sulle gambe di Harry, mentre continuava a baciargli il collo in modo provocante.
Draco sentì un nodo allo stomaco, era squarciato a metà.
Harry lo stava tradendo e lo stava tradendo davanti ai suoi occhi.
La giovane Weasley alzò lo sguardo, in direzione dei due seduti sulle scale, quasi come a denotare il fatto che avesse vinto la sfida, lei e Lavanda avevano ottenuto ciò che volevano.
Hermione non riuscì a trattenere le lacrime e Draco la strinse in un abbraccio che silenziosamente chiedeva aiuto.
Sentiva il mondo crollargli sotto i piedi, senza che la terra tremasse.
Non versò una lacrima, non era da lui piangere in pubblico.
Si tirò su, prese la sua amica e si incamminò verso l’uscita del dormitorio, passando accanto alle due nuove coppiette che amoreggiavano tranquillamente sulle poltrone della sala comune.
Harry intercettò il passaggio di Marck, ebbe un attimo di lucidità e cercò di chiamarlo, ma lui non si voltò nemmeno per sbaglio.
Raggiunsero la torre di astronomia e si appollaiarono vicino ad una vetrata.
-Lei lo sapeva!- strillò Hermione.
-Lei sapeva tutto, le avevo detto quello che provavo per Ron e le avevo detto di te ed Harry, lei sapeva tutto!-
Draco era sconcertato, non sapeva cosa dire, mentre continuava ad accarezzare la sua amica, cercando di darle conforto.
-Io la credevo mia amica, stupida Ginny!- girdò lei.
Prima che Draco potesse dire qualcosa Harry e Ron irruppero nella torre, con la delicatezza di un troll.
-Ragazzi…siete qui…- disse Harry.
-Va via. – lo intimidì Marck.
-Marck, ho bisogno di parlarti…-
-No, mi fai schifo. – disse lui.
-Non ero conscio di quello che stava succedendo. – si giustificò il prescelto.
Hermione si alzò in piedi, tirò fuori la bacchetta e prima che qualcuno potesse dire qualcosa girdò: -Avis!-
Uno stormo di uccelli di carta sfrecciò come proiettili contro i due ragazzi, che abbassarono tempestivamente la testa.
-Sono pazzi Harry, sono pazzi!-
Disse Ron andando via.
-Vattene anche tu, con me hai chiuso…-
-…mi hai sentito Potter? Va’ via! –
Non trattenne le lacrime.
Harry se ne andò, lasciandoli soli.

  
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