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Autore: ThestralDawn    21/04/2020    1 recensioni
Cosa accadrebbe se Hermione si trasferisse in un luogo lontano, per studiare pozioni, e per caso ritrovasse qualcuno che credeva esser morto?
5 anni sono passati dalla fine della guerra e niente è più come prima; conoscenze sbagliate, amori non corrisposti, inconsce attrazioni porteranno Hermione a svelare un passato da troppo tempo taciuto.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il sole colpì Hermione in pieno volto. Aprì gli occhi lentamente; sentendo l’aria del mattino che le invadeva il corpo e tirò ancora più verso di sé la coperta. Si rannicchiò nel letto e strinse il cuscino, infondo avrebbe potuto dormire ancora qualche ora. Il tempo di formulare il pensiero e si ritrovò seduta, con le coperte per terra e gli occhi ben aperti per capire la situazione. Si guardò intorno: era nella sua stanza, distesa nel letto e sola. Come ci sono arrivata qui? Si ricordava benissimo di essere entrata, la sera prima, in una stanza vuota e buia e di essersi seduta, ma niente di più. Probabilmente doveva essersi addormentata, ma questo non spiegava l’essere, ora, nella sua stanza; forse era riuscita a smaterializzarsi prima di esaurire le forze. No, poco probabile, se lo sarebbe ricordato. Qualcuno l’aveva portata li e lei non ricordava nulla.

Hermione si preparò velocemente, in modo da riuscire a non perdere anche l’ultima lezione della mattina; era davvero tardi e non aveva nessuna scusa. Avrebbe dovuto affrontare la questione Pohneix prima o poi, ma per il momento era meglio evitarlo, anche se la sanzione non gliel’avrebbe tolta nessuno. Era riuscita a procurarsene due nel giro di un semestre, di bene in meglio.
Uscì dalla stanza e si diresse nell’aula della lezione, già piena di ragazzi che attendevano l’arrivo dell’esaminatore; sarebbe dovuta rimanere in camera anche per quell’ora, piuttosto che vedere tutti gli sguardi dei ragazzi puntati su di lei non appena messo piede nell’aula.
“Ah signorina Granger, ci degna della sua presenza per quest’ora? Quale onore.”
A quanto pare la lezione la teneva il rettore, come le precedenti, da quanto comprese la giovane. Si mise vicino ad una ragazza che seguiva gli stessi suoi corsi, Altea si chiamava. Era una ragazza piuttosto timida, docile e spensierata, faticava a farsi degli amici, ma per quanto riguardava lo studio, era tra le prime dell’istituto. Hermione dovette faticare non poco per riuscire a parlare con lei, la prima volta che si conobbero, ma le volte successive andò meglio. Si sedette negli ultimi banchi e si guardò intorno, posando lo sguardo su Daniel, intento a conversare con due ragazzi delle prime file.
“Hai saltato tutte le lezioni e dato che sono le ultime, Hallen si è infastidito.” le disse Altea, mentre Hermione si sistemava per ascoltare la lezione.
“Oh non credo sia infastidito da quello.. Ho ricevuto due sanzioni, probabilmente si aspettava di più da me.”
Non ricevendo risposta dalla ragazza, si voltò verso di lei, notando uno sguardo perplesso sul suo volto.
“Che c’è?”
“Due sanzioni? Ma Hermione, così sarai espulsa!” rispose Altea preoccupata.
“Me ne vado con tre e per tua sfortuna la terza non l’ho ancora ricevuta e non intendo riceverla.”
Lo sguardo di Altea si rasserenò e dopo aver regalato ad Hermione uno dei suoi sorrisi migliori, si mise ad ascoltare la lezione.

Poco prima di uscire dall’aula Hermione fu chiamata da Hallen. Dopo che tutti uscirono, le si avvicinò.
“Hermione ho saputo delle sanzioni. Non sono affatto contento di sapere che vai male, mi aspettavo di più da una ragazza volenterosa come te. Dopo tutto quello che hai fatto per entrare qua dentro, sei davvero sicura di voler buttare via tutto?” domandò il rettore serio.
“Le assicurò che non accadrà mai più. Certo se gli esaminatori fossero più..”
“No Granger. Sei tu che devi adattarti a loro, non il contrario. Pohneix può risultare difficile come uomo, spesso ostico, ma ti devi adeguare, perché avrai lui fino alla fine dell’anno. Ora, se mi vuoi scusare, ho alcune faccende da sbrigare.” E così dicendo lasciò la stanza.
Hermione rimase li, da sola, a riflettere, finché Altea non vedendola uscire entrò nell’aula. Le ragazze si diressero in sala grande; forse un pasto sarebbero riuscite a mangiarlo. Hermione non era affamata, ma come ribadì Altea, non sarebbe dovuta rimanere senza forze; si misero in un tavolo libero e iniziarono a mangiare.
“Non mi ha raccontato com’è andata a finire con Daniel.” Disse Altea ad un tratto.
“Come credi che sia andata? Non ha capito proprio nulla e si è arrabbiato. Lo credevo più maturo, ma forse ho solo creduto che potesse essere diverso, almeno con lui.” “Mi dispiace Hermione..” disse Altea, piuttosto dispiaciuta per l’amica, che vedendola così, cercò di rassicurarla.
“Non ti preoccupare, non mi interessa più di tanto. Ora, senza nessuno intorno, avrò più tempo per lo studio.” Nessuno intorno.. non proprio vero Hermione? Pensò lei, con lo sguardo fisso verso la porta, speranzosa di vedere qualcuno in particolare a varcarla.
“Sembri così assente Hermione.”
“Oh be.. Altea io sono sempre persa in me stessa!” si misero a ridere le due giovani, attirando l’attenzione dei loro vicini.
Hermione cercò di concentrarsi sulla figura dell’amica che aveva davanti. Altea aveva un anno in più di lei, ma fisicamente ne dimostrava alcuni di meno; era molto bella, una bellezza non convenzionale e pura, che superava quella di Hermione, ormai troppo lacerata dalle lotte del passato. Anche Altea nascondeva qualcosa, dietro quel visino dolce c’era un passato orribile, fatto di stragi: figlia del conte di Svezia, Sweden, Altea nacque tra lussi e ricchezze che non voleva. Tanto viziata dai genitori, che desideravano un maschio, fecero di lei l’eletta al trono; non fu per lei un’infanzia facile, costretta a imparare cose che non voleva e vivere in modo troppo pomposo per il suo gusto. Durante la battaglia contro l’oscuro, la sua famiglia giocò un ruolo culminante nelle difese di Lord Voldemort, offrendogli la dimora quando la sua caduta si stava facendo vicina. Pregata dai genitori, perché si unisse al Signore oscuro, Altea riluttante abbandonò la famiglia e si rifugiò in Australia, desiderosa di iniziare una nuova vita; venne esiliata dall’intera famiglia e cancellata nella storia regale. Ritrovarsi ora, vicino ad una persona che aveva rinunciato a tutto nella vita per i propri ideali, era per Hermione un vero onore, lei era riuscita in qualcosa che la mezzosangue non aveva avuto il coraggio di fare.

Lasciarono la sala grande il primo pomeriggio, con l’intenzione di recarsi al paese per comprare qualche libro, Altea però si ricordò all’ultimo di dover consegnare una pozione.
“Non c’è problema, ti accompagno e poi andiamo al paese, non ho nient’altro da fare.”
Dopo averla ringraziata, Altea indicò ad Hermione la strada per la sua stanza e appena presa la fiala con la pozione, andarono dall’esaminatore.
“A chi la devi consegnare?”
“Oh.. c’è il nome sulla fiala.”
Hermione voltò la boccetta che aveva tra le mani e si fermò all’improvviso.
“S.P. Il tuo ultimo esaminatore è..”
“Severus Piton. Perché?” domandò preoccupata Altea.
“Te lo spiego più tardi, io adesso non ti posso accompagnare da lui. Ci vediamo in..” ma venne prontamente bloccata dal Altea.
“Hermione, siamo già arrivate; la stanza è quella” disse Altea indicando la porta vicina ad Hermione.
Quest’ultima prese un gran respiro, sbatté un due volte le palpebre e tentò di rilassarsi, cosa che le risultò assai difficile. Vedendola in quello stato l’amica le disse di non preoccuparsi, sarebbe comunque entrata da sola nella stanza, se davvero a lei procurava fastidio; il problema però si risolse subito: Piton non era nella stanza.
“Tutto a tuo favore Hermione, Piton non c’è! Caspita ne avevo davvero bisogno, la pozione era da consegnare entro oggi.”
“Bene bene, ora che abbiamo appurato ciò possiamo..”
“Avete bisogno di qualcosa, voi due?” si intromise una voce alle spalle delle giovani, intenzionate a tornare indietro. Hermione non avrebbe voluto sentire né vedere il proprietario di quella voce, ma per sua sfortuna, ora si trovava esattamente davanti a lei.

Altea non era mai stata tanto grata all’esaminatore come in quel momento. Era seriamente intenzionata ad andare a cercarlo, qualora non lo avesse trovato nella sua stanza, ma la fortuna oggi era dalla sua parte.
Uscì da dietro le spalle di Hermione e rispose subito alla domanda.
“Buongiorno. In effetti la stavo proprio cercando; vede le devo consegnare la mia pozione e..”
“Signorina Sweden, cattive compagnie la stanno conducendo su una brutta strada. È il primo ritardo di consegna da quando la conosco.” E dicendo questo, Severus Piton volse lo sguardo ad Hermione, che risentita stava per controbattere.
“Oh no, le assicuro che è stata tutta colpa mia, non ho calibrato bene il tempo.” Disse prontamente Altea.
“Mi delude Sweden, ma d'altronde non è la prima persona che lo fa.” Disse lui sempre con lo sguardo fisso sulla mezzosangue. Questa non voleva abbassare lo sguardo, si sentiva troppo fiera, troppo arrabbiata con lui per potergliela dare vinta; fu Piton il primo a distogliere lo sguardo e a rivolgerlo ad Altea.
“Signorina, ha intenzione di darmi la pozione o devo metterle un voto in base alle mie supposizioni?” disse lui impaziente di andarsene.
“Oh si, certo mi scusi. Ecco l’avevo messa.. ah già! Hermione l’avevo data a te!” disse Altea voltandosi verso l’amica, ancora intenta a lanciare sguardi omicidi verso l’uomo.
Colta di sorpresa, Hermione si riscosse subito e da una tasca tirò fuori la pozione di Altea; la contemplò per un istante e subito dopo la consegnò a Piton. Un passo avanti e si trovò esattamente difronte all’uomo, più alto di lei che la fronteggiò; un gesto di pochi istanti, che ad Hermione sembrarono ore, fu sufficiente alla giovane per paralizzarsi, nel bel mezzo del corridoio. Le loro mani si erano sfiorate appena e se per Hermione ebbe quell’effetto, per Piton si può dire altrettanto. Non solo rimase confuso per qualche secondo davanti ad Hermione, ma lasciò le due giovani quasi sconvolto.
“A-arrivederci.”

*

“Bella giornata, non trovi?” disse Hermione interrompendo il silenzio che era calato tra lei ed Altea non appena si furono allontanate dall’istituto.
Stavano camminando per le strade del paese, in silenzio, troppo prese ognuna dai propri pensieri; se Hermione era ancora assorta nel rimembrare le parole di Piton, Altea tentava di dare una spiegazione al comportamento di quest’ultimo.
“Hermione, dimmi..” cominciò Altea facendo finta di non aver sentito le parole dell’amica “Che problema hai con Piton? Ti ha guardato in cagnesco da quando ci ha notate nel corridoio e gli è bastato toccarti per mettersi a balbettare. Questo non è normale, lo devi ammettere.”
“Ma infatti Piton non è normale.” Tentò di chiudere la questione Hermione, con scarsi risultati, perché Altea era fortemente intenzionata a voler sapere di più.
“Vedi, io non ho mai avuto problemi di nessun genere con quell’esaminatore. Certo ho sempre pensato fosse un po’ scorbutico e selettivo, ma io vivo la mia vita e lui la sua, senza crearci fastidi a vicenda. Da quando sei arrivata tu però, ha iniziato a comportarsi sempre peggio. All’inizio non ci badavo più di tanto, infondo poteva capitare a tutti una settimana storta, poi ho notato che la situazione invece che migliorare, stava degenerando.. caspita Hermione, c’eri anche tu in aula quando ha schiantato diversi banchi.”
Hermione che la stava ascoltando, aveva lo sguardo perso davanti a sé.
“Altea, Piton era in fase di guarigione in quel periodo e la pozione che aveva fatto era sbagliata. Può capitare a tutti di sbagliare, solo che lui se l’è presa troppo; è fatto così.”
“No Hermione.” Disse improvvisamente Altea, fermandosi in mezzo alla strada. “Da quando lo conosco io, Piton non ha mai dato dei segni di squilibrio. Non è un uomo che si atteggia, ne vanta, almeno fino a quando non sei arrivata tu.”
“Mi stai accusando di qualcosa?” la attaccò Hermione, infastidita dalla piega che stava prendendo il discorso. Perché dovevano farsi rovinare la giornata da quell’uomo, quando avrebbero tranquillamente potuto passare un pomeriggio perse in biblioteca? Hermione non voleva litigare anche con Altea, ma c’era qualcosa sotto tutto quel discorso e lei voleva scoprire di cosa si trattava.
Ci fu un attimo di pausa, in qui entrambe le giovani presero un gran respiro; Altea si avvicinò ad Hermione, in modo che solo lei la sentisse.
“Lo conoscevi già, prima averlo come esaminatore all’istituto?” Doveva rispondere?
Hermione non ebbe il tempo di pensare la risposta che fu interrotta dalla voce di un uomo, che la stava chiamando dall’altra parte della strada. La giovane si voltò di scatto, infastidita, ma ciò che vide non fece altro che aumentare quella sensazione: Lucius Malfoy la stava osservando divertito.
  
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