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Autore: flyerthanwind    22/04/2020    0 recensioni
Storia di ragazzi, scosse e vite spezzate.
Storia di sussurri, incertezze e amore.
Dal testo:
D'un tratto le allacciò le braccia intorno alla vita e la fece volteggiare sul marciapiede, come si fa con i bambini. Rose rise di gusto e osservò i passanti guardarli come se fossero due ragazzi scappati da un istituto psichiatrico.
La madre di Rose osservava divertita la scena dietro la finestra della propria abitazione. Aveva sempre pensato che quei due fossero un po' matti, quando stavano insieme. D'altra parte non riusciva a spiegarsi come Jeff prendesse dei voti alti solo quando studiava con Rose e come Rose uscisse di casa solo per stare con Jeff. Supponeva che non l'avrebbe capito mai.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«... Dunque, le scosse sono sia sussultorie che ondulatorie ed è normale che si sposti la faglia. Questo fenomeno è conosciuto come tettonica a zolle».

Un paio di risatine si sollevarono dal fondo della classe, probabilmente stupiti di come un fenomeno geologico potesse portare il nome simile all'organo sessuale femminile secondario.

Rose, da parte sua, non ci trovava nulla di divertente. Anzi, si riteneva abbastanza soddisfatta di ricordare tutto quello che la professoressa aveva spiegato con la sua vocina stridula non appena era entrata nell'aula. Le sfuggiva solo il nome del fenomeno e per questo era stata costretta ad ascoltare la spiegazione per tutta l'ora.

Jeff, dal banco accanto al suo, sussurrò qualcosa al ragazzo dietro di lui rivolgendogli un sorrisino tutt'altro che innocente.
Jeff Morgan era il suo compagno di banco da circa dieci anni. Si era trasferito nella casa accanto la sua quando aveva appena sette anni poiché i genitori avevano problemi economici e lavorativi, ed erano diventati subito migliori amici. Avevano fatto in modo che capitasse in classe con Rose e in breve tempo si era fatto il triplo dei suoi amici.

Jeff era una personcina aperta, socievole ed estroversa anche da bambino, per questo sembrava quasi si completasse con la timida e misantropa Rose. Spesso lui trascorreva i pomeriggi in casa dei vicini, dato che i genitori erano troppo impegnati a lavorare fino a tarda sera per dargli retta. Non che non gli volessero bene, sia chiaro, solo che spesso e volentieri erano costretti a trattenersi in ufficio più del dovuto. Per fortuna anche tra le due famiglie si era instaurato un buon rapporto, per cui i genitori di Rose non avevano problemi ad ospitare Jeff.

Contrariamente a quanto si possa credere, la loro amicizia era tutt'altro che platonica. All'età di nove anni Jeff aveva baciato Rose e lei lo aveva respinto, rifiutando di giocare con lui per una settimana. A quel punto erano intervenuti i genitori, ignari dell'accaduto e sospettosi di qualche futile litigio, che avevano provveduto a farli riappacificare.

Più tardi, all'età di quattordici anni, Jeff si era trovato la ragazza. Una testa calda della sua stessa età che a Rose non andava proprio a genio. Un giorno, mentre erano a casa, Rose aveva baciato Jeff e lui l'aveva scansata, sottolineando il fatto che fosse fidanzato. Rose era estremamente orgogliosa per ammettere che voleva farli lasciare, così campò in aria la scusa che voleva solo allenarlo per quando avrebbe dovuto baciare lei. Inutile dire che il giorno dopo la coppietta aveva rotto, con somma soddisfazione della ragazza.

Rose non aveva avuto dei fidanzati, considerava i ragazzi della sua età estremamente immaturi per poter godere della sua compagnia, indi per cui Jeff aveva avuto solo alcune occasionali occhiate da maschio per essere geloso.

Naturalmente nel corso degli anni erano cambiati entrambi. Rose non era più la bimba cicciottella che si nascondeva dietro le spalle del piccolo Jeff quando i compagni li prendevano in giro sostenendo che fossero fidanzati. Jeff, d'altra parte, non era più il bimbo che proteggeva col corpo la sua piccola migliore amica sperando di ricevere come premio un piccolo bacino quando nessuno avrebbe potuto vederli. Il loro rapporto, però, era rimasto invariato.

Sebbene fossero cresciuti e avessero personalità molto diverse continuavano a volersi un bene immenso. Rose aiutava Jeff con i compiti almeno tre volte la settimana e lui ogni week-end la trascinava a una festa diversa. La madre di Rose non era propriamente contenta che la figlia diciassettenne tornasse a casa alle due del mattino almeno una volta al mese, ma quando si rintanava in camera a leggere e studiare quasi pregava che Jeff la allontanasse dai libri.

Era l'unico a riuscirci. Diceva sempre che aveva una pessima influenza su di lei, ma continuava a salutarlo con l'abbraccio più caloroso di cui fosse capace ogni volta che varcava la porta di casa. Se solo avesse saputo che la figlia fuggiva da quelle feste a gambe levate non appena Jeff si intratteneva a parlare con qualche ragazza per chiudersi in macchina a leggere.

Anche dal punto di vista fisico erano molto cambiati. Rose era diventata una donna slanciata di un metro e settanta dalle forme prosperose e giusto qualche chilo di troppo. I riccioli biondi le ricadevano fin sotto le spalle e gli occhioni marroni brillanti le donavano un’aura di dolcezza che difficilmente passava inosservata.

Jeff, d'altro canto, era uno sportivo il cui unico muscolo meno sviluppato era il cervello, ma solo perché non aveva mai voglia di applicarsi. La sua zazzera di capelli corvini aveva iniziato ad essere tale quando suo madre non aveva più potuto metterci le mani e i suoi occhioni verdi gli illuminavano il viso. Sembrava un bambino nel corpo di un giocatore di basket di un metro e novanta, ma un leggero strato di barba iniziava ad ombreggiargli il viso.

Come di consuetudine, i due stavano tornando a casa a piedi dopo la fine delle lezioni e Jeff le stava ampiamente spiegando come il fenomeno della tettonica a zolle potesse essere collegato all'atto sessuale.
«Pensaci Rosie, i movimenti sussultori e ondulatori potrebbero essere assimilati ai movimenti del letto e dunque il movimento delle faglie...» si apprestò a spiegare con rinnovato interesse mentre Rose scuoteva la testa, rassegnata.

«Non verrò a letto con te per dimostrartelo, Jeff» sibilò sorridendo all'amico, colto con le mani nel sacco. Non era nuovo a proposte del genere, ma Rose si era rassegnata al fatto che il suo migliore amico a volte sembrasse più un menomato mentale che un ragazzo di diciassette anni non più vergine quasi per miracolo.
Era successo a una delle feste a cui aveva preso parte anche Rose. Lei stava tentando di allontanare un compagno di scuola particolarmente molesto mentre il suo migliore amico si stava divertendo con la padrona di casa in una stanza imprecisata della sua immensa villa. Naturalmente lei l'aveva mollato subito dopo aver smaltito la sbronza, il giorno seguente.

«Ma dai, perché no? Meglio perdere la verginità con un amico» continuò imperterrito dato che ormai era stato colto in flagrante.

«Perché no» ribadì Rose con un sorrisetto. Erano quasi arrivati a casa e lui continuava a girarle intorno per esporle le strane idee che gli ronzavano in testa. Se non lo conoscesse da qualcosa come dieci anni avrebbe avuto timore per la propria incolumità data la sua insistenza. Ma d'altronde era stato lui a insegnarle a difendersi.

D'un tratto le allacciò le braccia intorno alla vita e la fece volteggiare sul marciapiede, come si fa con i bambini. Rose rise di gusto e osservò i passanti guardarli come se fossero due ragazzi scappati da un istituto psichiatrico.
La madre di Rose osservava divertita la scena dietro la finestra della propria abitazione. Aveva sempre pensato che quei due fossero un po' matti, quando stavano insieme. D'altra parte non riusciva a spiegarsi come Jeff prendesse dei voti alti solo quando studiava con Rose e come Rose uscisse di casa solo per stare con Jeff. Supponeva che non l'avrebbe capito mai.
La donna guardò indispettita i due che entravano a casa dei Morgan pensando che Rose sapeva benissimo che alle due c'era il pranzo. Si premurò di farglielo notare se non fosse arrivata a casa puntuale e si allontanò dalla finestra.

Jeff l'aveva letteralmente trascinata all'interno dell'abitazione, lontano dagli sguardi curiosi, mentre la ragazza era ancora in preda alle risate. La sollevò delicatamente per farla sedere sul piano cucina in modo che fosse più alta. Raramente Rose riusciva a guardarlo dall'alto in basso e gli rivolse un sorrisino compiaciuto mentre incrociava braccia e gambe con aria di superiorità.

«Dunque, Morgan, che vuoi?» domandò inarcando le sopracciglia per sottolineare la sua posizione.
Per tutta risposta Jeff la baciò delicatamente sulle labbra, facendola sussultare. Non era la prima volta che si baciavano, ma non se l'aspettava. Volò giù dal piano cucina reggendosi alle spalle del ragazzo, che l'accompagnò tenendole la vita. Si guardarono un po' intimoriti per qualche secondo, poi Jeff sciolse la tensione con un ampio sorriso.

Per un attimo, solo un attimo, Rose sperò che non fosse mai successo e contemporaneamente che ricominciasse a baciarla, ma era arrivata l'ora di pranzo e non voleva farsi fare una ramanzina da sua madre.
   
 
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