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Autore: fujitoid    23/04/2020    0 recensioni
Annamaria Venturi è una ragazza italiana di 23 anni, bolognese di nascita, nata in una bella nottata primaverile del 25 aprile del 1994, con genitori divorziati ma benestanti: Francesco il padre di 50 anni laureato in scienze politiche ed ex politico con la professione di commerciante e titolare di una concessionaria di automobili sia antiche che moderne e la madre Arianna una donna di 48 anni eletta alla Camera dei Deputati, durante le elezioni politiche del 2013 ma di professione avvocato e diventata successivamente sottosegretaria del Ministero degli Esteri per il nuovo governo appena formatosi.
Annamaria, non conobbe mai suo nonno; morto nel 1980 all’età di 42 anni a causa d’un infarto che lo colse all’improvviso. Di lui, tramite il padre sapeva molte cose o quanto meno pensava così, per come glielo descriveva sempre.
Una volta conseguita la laurea, Annamaria, volle entrare nel progetto di questa invenzione trasferendosi a New York; a spingerla in questo viaggio una scoperta che fece per puro caso a casa sua.
In qualche modo l’invenzione della macchina del tempo e suo nonno c’entravano qualcosa e voleva sapere come.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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12° Capitolo La presentazione del progetto-Fidarsi è bene ma… (New York novembre 2017)
Qualche giorno dopo della lettura del diario, i due gemelli dovettero recarsi presso gli uffici della Nasa.
Era mattina presto per fortuna non pioveva, l’orologio scoccava le 8.30, Annamaria ed Alex si recarono presso gl’uffici della nasa dove attenderli c’era lo scienziato Charles Johnson. La madre non li accompagnò, su imposizione della figlia stessa e del nipote. Non essendo menzionata nel testamento di nonno Alberto, non aveva il diritto ad assistere alla creazione del progetto.
Una volta arrivati e presi l’ascensore salirono fino al 42° piano dell’edificio della Nasa, arrivati raggiunsero l’ufficio interessato, bussando alla porta.
Johnson si trovava all’in piedi con accanto alla sua sinistra, seduto alla scrivania un altro collega ed anche progettista – Come in! – Si sentì da dentro la stanza.
Questo suo collega era leggermente più vecchio di qualche anno di Johnson, aveva l’aria e l’espressione burbera.
Si presentava come il classico tipo mai sorridente, che non amava scherzare con il prossimo. Amava prendere seriamente il suo lavoro, ufficialmente in pensione decise di continuare lo stesso a stare accanto a tutti i suoi colleghi. Percependo la pensione non aveva diritto a nessuna retribuzione dallo stato o dalla Nasa direttamente; ma a lui non interessava.
Se ne stava eretto con le mani unite e lo sguardo di un generale dell’esercito pronto ad una ramanzina verso un soldato.
Johnson li accolse con un sorriso smagliante – Oh! Good Morning! We were expecting you! You are very punctual. It is something we admire very much. Please, come closer! – L’invitò con un semplice gesto della mano indicando le poltrone pronte per loro. Il collega s’aggiusto gl’occhiali riponendo le mani verso gl’ospiti – Good morning! Welcome to the offices of the American NASA. I am Dr. James Williams. Take a seat! – Si presentò alzandosi per qualche secondo dalla poltrona in pelle marrone.
Salutò educatamente Annamaria con il bacio mano ed il fratello con una semplice stretta di mano per poi risedersi nuovamente. Alex fu il primo a presentarsi ricambiando il saluto – I’m Alessandro Rossi. This is my sister: Annamaria. Nice too meet you, Dr. Williams!Si sedette in una delle due poltrone avvicinandosi alla scrivania. Stessa cosa fece la sorella, rimase per quel saluto tanto cordiale – Good Morning! You're very kind. – Rispondendo molto imbarazzata.
Il dr. Williams andò subito al dunque era famoso anche per questo, non tirarla troppo per lunghe raggiungendo subito l’argomento interessato.
Si schiari la voce prendendo il fascicolo con su scritto il titolo “Progetto Regina” - In this booklet, you can see the entire project invented by Mr. Venturi Alberto. – Sfogliando il fascicolo indico il disegno di una macchina del tempo - This is the plan. – Beccò con lo sguardo, i visi stupiti dei due gemelli. Non dicevano niente ascoltando attentamente
In effetti era a tutti gli effetti un’automobile trasformata in qualcosa di particolare. Annamaria guardava, leggermente chinata, quel disegno come se vedesse un quadro di qualche pittore famoso visto per la prima volta di persona. Al contrario Alex non batté ciglio rimanendo eretto nella sua posizione.
Johnson continuò - As you can see! Mr. Venturi wanted to create something that could have the ability to travel through time. -Mentre parlava, il dottore sfogliava le pagine, ritornando più volte al disegno - Once completed, go back over the years and study the medieval era… – Dovette smettere di parlare, bloccato dal collega - A lot of money was, spent on creating this project. Mr. Venturi was financed by the American state; as interested in this realization of the magnificent time machine, they accepted the idea. Thus giving authorization to the start. – Uno dei motivi che lo convinse a rimanere a lavorare anche dopo la pensione fu anche per questo motivo. A Questo punto Alex volle togliersi una curiosità che lo tormentava da tanto tempo - You have been clear enough. But did I want to ask some questions? What does "Queen Project" mean? Why "Regina"?  - Questo nome lo incuriosiva parecchio.
Era uguale a quello della ragazza riportata sul diario; che si trattasse d’una coincidenza o c’era qualche riferimento in particolare? Queste domande se le poneva anche la sorella, non solo lui. Era da chiarire il perché venne scelto quel nome per quest’invenzione.
L’unica risposta che ricevettero fu - We don’t know! We do not know! We never knew why the name was chosen. – Esclamò il dr. Williams; molto probabilmente mentiva.
Annamaria cercava di leggere all’incontrario tutto quello che riusciva a capire non voleva dare conto ma quel fascicolo era pieno di appunti alcuni scritti a mano altri al computer. Riconosceva la grafia di suo nonno e quei suoi appunti non erano scritti in inglese ma in Italiano e non le venne difficile interpretare la sua scrittura.
Nel mentre domandò - I wanted to ask: Has this time machine already been built? has it been used before? I catch a glimpse of the dates on the notes. – Con questa domanda avrebbe capito se si potesse fidare o no di quel tizio.
A primo impatto non gli ispirò molta fiducia.
Il dr. Williams per un attimo la guardò non rispose subito come se si dovesse preparare una risposta si tolse gl’occhiali per poi rimetterli – No, fino ad ora mai! – Incredibilmente le rispose in italiano; questo voleva dire che la loro lingua la capiva perfettamente anche se la parlava molto poco e con qualche difetto.
Quella risposta breve e data al rallentatore non convinse molto la ragazza la quale guardò il fratello. I due si capirono al volo.
Dovevano vedere al più presto, dal vivo, la macchina del tempo ma non era il momento prima doveva leggere con attenzione quegl’appunti.
Alex chiuse il discorso – Dottor Williams! Le parlo in italiano. Questo fascicolo lo prendiamo noi. Tanto voi avrete sicuramente una copia. Ne abbiamo il diritto. – Continuò la sorella – Non credo che sarete tanto sciocchi da mostrarci l’originale? Anche se fosse non cambierebbe niente. – Tirò un sospiro alzandosi dalla poltrona.
Il fratello prese il fascicolo e senza dare il tempo di far rispondere i due colleghi salutò seguito dalla sorella. Uscirono richiudendo la porta dietro di loro, mentre i due scienziati li guardavano.
I gemelli avevano intuito che c’era qualcosa di nascosto e se loro stessi avevano evitato di menzionare una determinata cosa un motivo c’era e presto l’avrebbero scoperto.
Una volta andati via il dr. Williams ordinò a Johnson – Johnson engineer! Those two guys are very smart; they must not understand that this machine will be used for other purposes. Soon they will find out that their grandfather has already used that car, but that doesn't matter. – Era abbastanza preoccupato sotto quel progetto c’era altro e ben presto si sarebbe creata una guerra diplomatica se fosse venuto a galla. Johnson lo tranquillizzò – Calm down doctor! He will see that they will never know the truth. At the moment they have other things on their mind. I assure you. ­– Gli mise una mano sulla spalla ed i due si guardarono negl’occhi.
Altri problemi sarebbero venuti fuori, gente che voleva guadagnare con i progetti degli altri. Questo i due gemelli ancora non lo sospettavano ma i dubbi c’erano.   
Comunque una cosa era certa, il mondo non era così prima e le varie rovine ed i libri n’erano la prova. Sarebbe davvero bello sapere cosa portava l’uomo a prendersi tutto, il motivo per la quale tutti gl’esseri umani si facevano la guerra.
Annamaria lungo il tragitto verso casa era al quanto pensierosa - Forse se fosse come nei libri e nelle favole il nonno sarebbe stato con me ed i miei genitori, non sarebbe morto ed ancora al mio fianco per proteggermi. Sono sicura che mi guarderebbe ancora con i suoi occhi pieni di apprensione. – Questo pensava, appoggiata con il braccio al bordo del finestrino della macchina.
Alex la guardava senza dire, la lasciò sommersa nei suoi pensieri ma anche lui pensava a tante cose ma non era dato sapere. Era molto misterioso, ma si poteva solo immaginare. Anche a lui quella risposta non piacque, di sicuro nascondevano qualcosa e testa dura com’era prima o poi l’avrebbe scoperto.
Alla Nasa, proseguivano i lavori per la sistemazione del veicolo scelto molti anni addietro per il viaggio nel tempo ed all’interno scienziati ed ingegneri proseguivano come se niente fosse. Le ultime riparazioni dovevano essere rimesse a nuovo al più presto perché l’autovettura doveva tornare operativa al più presto non potevano ancora ritardare. Dall’ultimo viaggio i danni alla macchina furono parecchi e dalla morte di Alberto non fu più usata; solo recentemente, il progetto era ricominciato e senza nemmeno l’autorizzazione dei familiari. 
Il dr. Williams, era impegnato a visionare i dipendenti intenti in un delicato intervento all’automobile, visionato dalla presenza del ingegner Johnson, ogni tanto amava assistere a queste operazioni anche per vedere se i meccanici assunti fossero all’altezza del loro compito. L’intervento consisteva nel sistemare i circuiti del tempo seriamente danneggiati.
Mentre osservavano i due colleghi parlavano fra loro - Doctor Williams! How far are your house renovations going? - Accanto a Johnson lui una laureata in ingegneria aerospaziale.
Una ragazza giovane sui 28 anni con i capelli ricci castani e due occhi neri come la notte che indirizzava agl’operai le attrezzature da usare per aggiustare il pezzo rimanendo per tutto il tempo molto attenta, indossava nel viso una mascherina. Il dr. Williams guardava l’andamento dell’intervento notando la sua bravura - They go on but slowly, dear Johnson! But, we are friends; there must be no distances between colleagues. I must remember me to notify the other colleagues too. The fire created some problems in the rooms facing the garden. We were forced to buy new furniture and equipment. - Gli rispose in modo molto educato e gentile.
Il dr. Williams, grande uomo e luminare della scienza, quando cominciò con questo progetto, all’epoca aveva 23 anni.
Classe 1952, amante della scienza fin da ragazzino, sposò la signora Mary di due anni più piccola all’età di 22 anni - But did you manage to discover the criminals of this damage? What does the police say? - Conosceva Williams da molto tempo laureati entrambi con il massimo dei voti lo conobbe tramite il padre di lui quando prese servizio alla Nasa di New York. Williams controllava gli operai, stesi sotto la macchina intenti a lavorare - Not yet! But I personally have my suspicions. I don't have proof and therefore I don't want to name. - I nomi nella sua mente era tanti ma erano poche le persone che si sarebbero azzardate a fare tanto e lui un nome in particolare l’aveva scolpito nella mente.
Annamaria era a casa, con una amica di suo fratello più giovane di lei di 10 anni. Si trovavano nella sua stanza a parlare. Sua madre in quel momento non c’era con una scusa di distrarsi la mente, andò a cercare sua cognata.
Passarono le ore e divenne sera. I gemelli si buttarono esausti sul letto dopo 4 ore di lavoro per cercare di decifrare quegli appunti sembrate però 8 per quanto lavoro c’era.
La loro amica era rimasta per cena, conclusa dopo qualche minuto andò via anche la nuova amica si addormentò subito in camera appena ritornata a casa dei suoi zii. I capelli neri di questa donna coprivano l’intero cuscino fino a farli risaltare. Sembrava stare molto comoda, non doveva mai aver dormito su un letto estraneo o se l’avesse fatto era da tanto che non lo succedeva. La madre Arianna ci mise un po’ prima d’addormentarsi, provò a non farlo voleva sistemare la stanza ma quando appoggiò la testa sul cuscino del letto matrimoniale il sonno prese il sopravvento.
Fine 12° capitolo
   
 
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