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Autore: YallaYalla    23/04/2020    2 recensioni
for your perusing
At times confusing,
hopefully amusing
Introducing me
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione accompagnò Severus nei suoi appartamenti e si rifiutò di andarsene senza avere la certezza che l'uomo si sarebbe messo a letto a riposare. Lui si limitò ad alzare gli occhi al cielo ed obbedire. Lei lo accompagnò in camera, lo aiutò a mettersi a letto e gli rimboccò le coperte. Mancava solo il bacio della buonanotte e Severus avrebbe iniziato a chiamarla "mamma". Il pensiero lo fece rabbrividire. Hermione gli sorrise prima di andare via e l'uomo rimase per ore sveglio, senza muovere un muscolo, pensando a lei. 

Lei andò in camera sua, si lavò, si cambiò e si fece un tè; per Hermione tutto poteva essere risolto con una buona tazza di tè. In quel momento più che mai aveva bisogno di una mente lucida per riflettere su ciò che stava accadendo. Non era innamorata di lui, o almeno non credeva di esserlo, era sconvolta dalla sua gentilezza; si era aspettata di essere scaraventata fuori dalla porta per averlo guardato dormire; per la barba di Merlino gli aveva rotto il naso! Invece lui aveva riso e lei aveva pensato che fosse l'uomo più bello che avesse mai visto, naso rotto e tutto. 

La mattina dopo Hermione andò negli appartamenti di Severus per controllare come stesse, o almeno era questo che si raccontava, il vero motivo era che sentiva la sua mancanza. Era stata con lui per più di due settimane, notte e giorno a vegliare sulla sua figura dormiente. La prima notte da sola era stata orrenda, era rimasta tutto il tempo sveglia a preoccuparsi per lui.

Arrivò fuori dalla sua porta e si fermò; da un lato voleva bussare, dall'altro voleva andare il più lontano possibile da quel luogo; ma poi sentì: "Signorina Granger, vuole rimanere sul mio uscio ancora per molto o si decide ad entrare?" La donna rimase bloccata come un cervo abbagliato dai fari. Non sentendo una risposta, Severus aggiunse: "Ho del tè pronto". Quello riuscì a smuoverla ed entrò.

"Mi dispiace disturbarla, volevo solo sapere se stesse bene, come si sentisse, se si fosse alzato, beh, si è alzato, è qui davanti a me"

"Signorina Granger – la interruppe lui – la prego si segga e prenda una tazza di tè, sta farneticando" 

Hermione arrossì per la figura da idiota che stava facendo, si guardò le scarpe e poi si sedette sulla poltrona nel salotto di Severus. Lui la guardò, bevve, la guardò di nuovo e poi fece volare verso di lei una tazza. 

"Grazie, signore"

Lui le fece un cenno con la testa e si rimise a bere.

"Quindi, come si sente questa mattina?"

"Come se mi fossi svegliato come una persona diversa" disse lui, poi posò la tazza sul tavolino, incrociò le braccia sul petto, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sullo schienale della poltrona con un sospiro.

Hermione lo guardò con la tazza del tè a mezz'aria.

"Si sta godendo la vista?"

Lei arrossì di nuovo. 

Lui ebbe pietà di lei e aprì gli occhi. 

"Ha detto di essere venuta per accertarsi della mia salute, giusto?"

"Sì, esatto. Volevo sapere se aveva bisogno di qualcosa"

"No, non ho bisogno di niente"

"Ah, beh, va bene. Allora è meglio che vada, non vorrei imporre la mia presenza, lei ha bisogno di riposare"

"Signorina Granger" – la interruppe di nuovo lui dato che stava di nuovo iniziando a blaterare senza senso.

"Sì, signore?"

"Grazie per la sua gentilezza"

Lei sorrise e poi lasciò la stanza. 

Nei giorni successivi Hermione andò ogni mattina nelle stanze di Severus. A principio era imbarazzata, non parlava quasi per nulla, rimaneva giusto il tempo di una tazza di tè e guardava quasi tutto il tempo le sue scarpe. Severus era confuso dal comportamento della donna. Lei gli aveva salvato la vita, lo aveva portato a casa sua, gli aveva parlato mentre era incosciente, aveva letto per lui, aveva curato le sue ferite, minacciato chiunque fosse irrispettoso nei suoi confronti e ora non riusciva neanche a fare conversazione con lui? Beh, non ci stava. 

Una mattina, una settimana circa dopo che Severus era stato dimesso, Hermione arrivò nelle sue stanze e vicino alla tazza di tè trovò un biglietto, dell'uomo invece non c'era traccia. 

Signorina Granger, buongiorno. Sono nel mio studio, seconda porta a destra. Mi raggiunga dopo aver bevuto il suo tè. Severus Snape. 

Lesse la nota circa 5 volte, trangugiò il tè come se non bevesse da un mese e andò verso lo studio. Una volta aperta la porta avrebbe voluto salutare, dire qualcosa, ma riuscì soltanto a spalancare gli occhi e fissare la stanza. In quel momento comprese cosa avesse provato Belle quando la Bestia le aveva mostrato la biblioteca. La stanza in cui si trovava aveva tre piani, scale a chiocciola negli angoli per salire ai piani superiori e ogni millimetro delle pareti era ricoperto di libri. Si mise a roteare su se stessa mentre Severus la guardava e sorrideva tra sé e sé per l'idea che aveva avuto. Hermione sorrideva come lo Stregatto e lui si rese conto che il suo piano era perfettamente riuscito; aveva bisogno di qualcosa che facesse sentire la donna a suo agio, e nulla era meglio dei libri. Menomale che l'uomo disponeva di una biblioteca personale da fare invidia a quella di Hogwarts. 

"Buongiorno, signorina Granger"

"Buongiorno, signore"

"La prego, si senta libera di prendere qualsiasi libro desideri. Devo avvertirla, però, che questi volumi non possono superare la soglia dei miei appartamenti quindi se vuole leggerli dovrà farlo per forza qui, temo"

La mente di Hermione si era fermata a "qualsiasi libro desideri" e mentre lui finiva di parlare lei era già corsa verso gli scaffali e stava accarezzando le copertine. 

Severus si sedette, riprese il libro che stava leggendo e sorrise fra sé e sé. 

Hermione scelse un libro e si sedette sul sofà accanto al fuoco, mise le gambe sotto di sé e iniziò a leggere. I due rimasero così per ore. Vennero interrotti verso ora di pranzo quando un elfo domestico portò loro del cibo. Mangiarono in silenzio e poi si rimisero a leggere. La stessa scena si ripeté anche a cena.

Qualche ora dopo aver mangiato, Hermione si stiracchiò sul divano e sbadigliò.

"Gradirebbe una tazza di tè, signorina Granger?"

"Oh sì, grazie mille" rispose e lui fece apparire un servizio da tè, riempì le tazze e gliene passò una.

"Grazie mille, signore, per il tè e per i libri"

"Non c'è di che, signorina Granger"

"Hermione"

"Mi scusi?"

"Ho detto che il mio nome è Hermione"

"Sono perfettamente conscio di quale sia il suo nome" rispose lui fingendo di non capire. Ovviamente aveva afferrato cosa lei stesse cercando di dire, ma non le avrebbe reso le cose facili. 

Lei alzò gli occhi al cielo e sbuffò, quell'uomo poteva essere davvero insopportabile a volte. Lui si limitò a sorridere.

"Intendo che può chiamarmi Hermione, non sono più una sua studentessa"

"Eh già, non lo è più"

Lei strabuzzò gli occhi e lo guardò mentre lui fece un sorriso sardonico e bevve.

"Ora è meglio che vada. Buonanotte, signore"

"Buonanotte, Hermione"

La donna si bloccò sulla porta. Lui sorrise e si rimise a leggere.

  
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