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Autore: Rohhh    25/04/2020    1 recensioni
Ashley ha 21 anni, vive con gli zii da quando ne ha 8 perchè ha perso i genitori in un incidente e lavora nel ristorante dello zio in attesa di trovare la sua strada. la sua vita adesso è tranquilla e lei crede di essere diventata immune ai cambiamenti dopo la tragedia che ha vissuto. Un giorno, però, a casa arriva un nuovo inquilino, Matt, che le dimostrerà che ci si può ancora sconvolgere positivamente per qualcosa che cambia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3: PRIMO (DISASTROSO) GIORNO

 

Matt ritorna dietro al bancone del ristorante con le braccia piene di piatti da pizza belli grandi, si è destreggiato abilmente tra i tavoli, veloce ed elegante, sfoggiando un equilibrio invidiabile per essere uno alle prime armi come cameriere. 

Persino con i clienti è stato impeccabile, gentile, sciolto e disponibile anche con quelli più esigenti. 

Ashley fa una smorfia stupita e poi sorride compiaciuta mentre lo vede riporre i piatti in cucina senza provocare alcun danno, con naturalezza e pieno controllo dei suoi movimenti. 

"Beh, impari in fretta, vedo!" commenta soddisfatta quando lui le si affianca, approfittando di un minuto di calma nel locale. 

Le labbra del biondo si piegano in un sorriso un po' sghembo mentre poggia la schiena al bancone, incrociando le braccia al petto. 

"In realtà, credo di aver imbrogliato - rivela divertito e un pizzico imbarazzato, sollevando lo sguardo e poggiandolo su Ashley, che inarca un sopracciglio, perplessa - vedi, non è esattamente la prima volta per me. Il cameriere è uno dei tanti lavoretti  che ho fatto fin da quando ho sedici anni per non pesare sulla mia famiglia. Però tu sei stata così gentile a offrirmi il tuo aiuto che rifiutare sembrava maleducato! Scusami, spero di non averti offeso, non era mia intenzione" le spiega con quel suo tono di voce suadente e calmo, arrotolandosi le maniche della camicia bianca della divisa del ristorante fino al gomito per trovare sollievo. 

Correre avanti e indietro per servire i tavoli annulla praticamente del tutto l'effetto dell'aria condizionata del locale e in più sono costretti a indossare camicia a maniche lunghe e pantaloni lunghi, una formalità necessaria per la professionalità del ristorante ma una vera e propria tortura per chi lavora d'estate. 

Il volto di Ashley non si corruccia dopo la confessione del collega. 

Il modo così naturale e ingenuo con cui l'ha detto non la fa sentire presa in giro, in Matt c'è una delicatezza innata che contrasta col suo aspetto algido e con quei lineamenti fin troppo perfetti.

Le riesce impossibile far volare qualche bella parola colorita nei suoi confronti, sospira, poi poggia i gomiti sul tavolo e con una mano si sorregge il viso, voltandosi un poco nella sua direzione. 

"Tranquillo, va tutto bene! Anzi, ti dirò, mi sento sollevata! Io ci ho messo due mesi, un paio di piatti rotti e qualche figura di merda per avere la tua scioltezza nel servizio e vedere te così bravo nel giro di due ore, beh… mi stava facendo sentire una totale incapace! Adesso si spiega tutto, per fortuna!" esclama, passandosi una mano sulla fronte in maniera così esagerata da farlo scoppiare a ridere. 

Ashley si ritrova a fissarlo e a sorridere a sua volta, quel ragazzo le infonde una serenità che non sa spiegarsi e che le manca da tempo. 

Ci ha parlato un paio di volte da quando è arrivato a casa la sera prima, compreso il tempo che stavano trascorrendo insieme a lavoro, eppure prova una dolce sensazione di familiarità quando è con lui, si sente a suo agio, libera e sicura, come se fosse in compagnia di un amico fidato. 

Sa molto poco di lui e qualche racconto dello zio fatto di tanto in tanto non può certo definirsi conoscenza ma, a pelle, la parte istintiva e irrazionale del suo essere al momento le comunica solo tranquillità. 

Di colpo si irrigidisce: non le capita di sorridere così con Thomas da mesi. 

Una sensazione come di un nodo doloroso allo stomaco la prende d'improvviso e per un secondo le gira la testa, di riflesso rafforza la presa sul bancone e il sorriso sparisce dalle sue labbra. 

Fa in tempo a voltarsi per nascondere il viso, che il suo sguardo cade sulla porta del locale appena aperta, e l'oggetto dei suoi pensieri confusi si materializza ai suoi occhi. 

Già, aveva dimenticato che Thomas doveva venire a trovarla, o per meglio dire, a controllare la situazione. 

Sbuffa e socchiude gli occhi prima di massaggiarsi la base del naso con pollice e indice e rimettersi dritta con la schiena, sperando di trovare la freddezza necessaria per affrontare quella che non si prospettava di certo come una piacevole presentazione di cortesia. 

Matt la guarda incuriosito, non gli è sfuggito il cambiamento di espressione della ragazza, i suoi occhi castano chiaro si erano velati di un grigiore improvviso, come se qualcosa fosse emerso e le avesse offuscato la luce che vi aveva visto prima. 

Thomas intanto la intercetta neanche avesse un radar incorporato nella retina, si avvicina e lancia un'occhiataccia a Matt. 

Non viene spesso al locale ma quel tipo non lo ricorda, quindi non ci mette molto a dedurre che si tratti del famoso ospite indesiderato. 

Matt non fa una piega, non ha idea di cosa stia succedendo e di chi sia quel ragazzo che lo guarda in cagnesco, Thomas invece sposta l'attenzione su Ashley, il suo sguardo è molto eloquente e la rossa finisce per roteare gli occhi, scocciata. 

"Ciao Thomas" saluta, cercando di camuffare un tono annoiato mentre riprende a pulire il tavolo come niente fosse. 

"Ciao, amore" risponde lui, calcando sulla seconda parola, in modo che il ragazzo sconosciuto capisse bene il messaggio, poi fa il giro del bancone e raggiunge Ashley per stringerle i fianchi con un braccio e darle un bacio appassionato. 

Ashley diventa un pezzo di legno, strabuzza gli occhi e si stacca da lui dopo qualche secondo, guardandosi attorno imbarazzata. 

Da quando Tom era così platealmente focoso? 

"Che stai facendo?" gli sussurra rossa in viso, sistemandosi nervosamente qualche ciuffo dei capelli che si era scomposto a causa dell'impeto del suo ragazzo. 

Thomas fa spallucce. 

"Saluto la mia fidanzata, mi pare evidente!" esclama, volutamente a voce alta. 

Matt lo osserva in maniera vaga, per poi tornare a lavorare. 

Ashley si volta a guardarlo, sta morendo dalla vergogna per il comportamento idiota e stupidamente geloso del suo ragazzo, in quel momento vorrebbe solo scomparire sotto il pavimento. 

I colleghi di Ashley guardano incuriositi la scena, la povera malcapitata sente qualche bisbiglio e un paio di risatine sommesse. 

Thomas non è mai stato il tipo da smancerie in pubblico e adesso gli viene in mente di infilarle la lingua in bocca davanti a tutto il personale del locale?

Sa per quale motivo l'ha fatto e la cosa la manda in bestia. 

"Beh, non puoi stare qui dietro, sto lavorando" ribatte secca, senza guardarlo in viso e scansandolo per riprendere a fare quello che il suo bacio aveva interrotto. 

Thomas ubbidisce, fa il giro del bancone ma non accenna ad andare. 

"Non mi presenti nessuno?" domanda a bassa voce, indicando con un rapido cenno del viso Matt, intento a riporre una pila di bicchieri puliti. 

Ashley deve fare uno sforzo incredibile per evitare di mandarlo a quel paese ed attirare nuovamente l'attenzione di mezzo ristorante. 

Si schiarisce la voce  di malavoglia. 

"Ehm, Matt… Lui è Thomas" dice come se qualcuno la obbligasse con una pistola alla tempia. 

"Sono il fidanzato di Ashley" precisa lui, allungando una mano con un sorriso finto stampato sulla faccia. 

"Piacere di conoscerti - ricambia Matt, tranquillo, stringendogliela, poi alcuni clienti fanno un cenno da lontano - scusate ora devo andare, tolgo il disturbo!" dice con un sorriso per poi allontanarsi. 

Ashley lo guarda sparire tra i tavoli, poi si accanisce a lucidare il bancone per sfogare i nervi. 

Il suo ragazzo non si sposta. 

"Alla fine avevo ragione io" gli sente dire a un certo punto e stavolta vuole morire. 

"Su cosa?" domanda senza sollevare lo sguardo, facendo finta di non capire. 

"Sul fatto che madre natura sembra essere stata molto generosa col vostro nuovo coinquilino." chiarisce, con un sorrisetto amaro. 

"Mah, è un ragazzo carino, normale. E comunque mi pare che su questo punto fossimo stati chiari. Non mi interessa nessuno, sto con te, ok?" ribatte, ma sembra più una forzatura - tu, piuttosto, non vieni quasi mai a trovarmi e stasera avevi tutta questa voglia di presentarti qui e dare nell'occhio?" 

Thomas fa nuovamente spallucce, quella sera sembra essere il suo sport preferito. 

"Volevo solo passare a salutarti, amore. Non ti fa piacere?" chiede poi, quasi offeso. 

"Ma si che mi fa piacere ma… ho l'impressione che il motivo fosse un altro" insinua, non c'è bisogno nemmeno che Tom risponda, entrambi hanno già capito che la vera ragione della visita è Matt. 

"Non mi offri niente?" continua lui, sembra deciso a mettere le radici. 

"Tom, se non l'avessi capito non sono qui in vacanza, sto lavorando e così anche gli altri miei colleghi - sbotta, indicando il via vai del personale nella zona cucine - anzi, è meglio se adesso vai o mio zio si arrabbierà con me, non vuole distrazioni qui!" puntualizza schietta e dura, sollevando una lunga pila di piatti da lavare. 

"Se lavorassi anche io qui adesso potremmo stare insieme ma tuo zio ha preferito qualcun altro" borbotta mettendosi le mani in tasca, con l'aria di un bambino viziato. 

Ashley non crede alle sue orecchie, poggia i piatti sul tavolo un po' troppo violentemente, facendo un discreto rumore. 

"Ma se mio zio ti ha sempre proposto di lavorare per lui ai tempi dell'università e tu hai rifiutato ogni volta perché dicevi di non averne bisogno, che i tuoi stavano bene economicamente e che le  tue ambizioni erano altre!" esclama, mordendosi la lingua per evitare di urlargli in faccia. 

"Ed è la verità, io ho ben altri progetti che stare a servire tavoli e lavare piatti, lo sai" conferma, senza rendersi conto di essersi appena contraddetto. 

"E allora perché diavolo hai appena detto che ti dà fastidio non lavorare con me?" ribatte Ashley spazientita, fissandolo dritto negli occhi, sembra quasi stia per ucciderlo col solo sguardo. 

Finalmente un po' di buon senso pare far di nuovo capolino nella testa di Thomas perché il ragazzo si rende conto di essere indifendibile e di avere un tantino esagerato. 

"Scusami per averti disturbato. Allora mi sa che adesso vado, ti lascio lavorare" mormora, abbassando lo sguardo colpevole. 

Ashley sospira, finalmente Tom ha riacquistato la razionalità che lo contraddistintingue. 

"Grazie - gli dice sorridendo, poi scorge gli occhi scuri e tristi di Thomas e si sporge per tirargli la maglia - e stai tranquillo, va bene? Non c'è nessuna minaccia alla nostra relazione" 

Nessuna minaccia che non fosse lei stessa e i suoi sentimenti che ormai stavano cambiando. 

Lui scuote il capo in senso affermativo, Ashley gli posa un bacio delicato sulle labbra poi lo lascia andare. 

Quando lo vede sparire dietro la porta torna a respirare. 

Con Matt non ci parla più per tutta la serata, si sente troppo in imbarazzo per la scenata da geloso patentato del suo ragazzo e per il fatto che così abbia insinuato che tra loro potesse nascere qualcosa. 

Si vergogna da morire e prova rabbia perché Thomas di solito non è così, non è mai stato il tipo di ragazzo possessivo o geloso dei suoi amici, è il fatto di non poter andare via da casa con lei che lo sta rendendo frustrato e insicuro, senza capire che tra loro le cose non vanno più bene come un tempo. 

"Ashley, devo uscire prima oggi! Ho lasciato istruzioni in cucina, puoi chiudere tu stasera? - la voce di suo zio la distrae dai pensieri - ah e riesci a trovare un passaggio per tornare a casa? Abbiamo un impegno importante con Katya a casa dei suoi e l'avevo proprio dimenticato!" continua, mentre in preda alla fretta recupera le sue cose e tutto agitato si dirige verso l'uscita del retro. 

" Ah, ok…certo. Chiamerò Thomas - farfuglia presa alla sprovvista - sempre se vorrà ancora vedermi stasera" dà voce ai suoi pensieri senza rendersene conto. 

Piuttosto che chiamare Thomas andrà a piedi, per quella sera non ha più voglia di vederlo, hanno entrambi bisogno di smaltire le proprie emozioni da soli. 

Anche se il suo è stato un lieve mormorio, tanto basta a Matt per sentirlo e non può ignorarlo. 

"Ashley, puoi tornare a casa con me, se vuoi" azzarda, la rossa si volta di scatto, arrossisce appena al ricordo di prima. 

"Ma no, tranquillo, non voglio darti disturbo"

"Disturbo?- esclama lui ridendo - ma se dobbiamo andare praticamente nello stesso posto!" le fa notare e smentirlo è impossibile. 

Ashley ha quasi dimenticato che vivono sotto lo stesso tetto. 

"Già, hai ragione. Beh, allora in tal caso… accetto il passaggio, grazie" si convince, in qualche modo sente che il ghiaccio creato dalla situazione bizzarra di prima si sta sciogliendo. 

Sono le due di notte quando finalmente, dopo le solite incombenze della chiusura, tutto il personale torna a casa ed Ashley può  togliersi di dosso quella divisa soffocante. 

Indossa alla velocità della luce un paio di shorts di jeans e una t-shirt, chiude a chiave le porte, aiutata da Matt, attiva i vari sistemi di sicurezza e insieme a lui si dirige verso la sua macchina. 

In auto cala il silenzio, l'aria fresca della sera solletica la guancia di Ashley, che con l'espressione pensosa guarda fuori dal finestrino senza però fissare niente in particolare. Ha lo sguardo vuoto, assente. 

Ci sono circa cinque minuti scarsi per arrivare a casa ma il solo pensiero la soffoca. 

Non le va di tornare, rinchiudersi in camera e cercare di prendere sonno. 

Di colpo si volta verso il biondo alla guida. 

"Conosci la città?" domanda di getto, lui sembra colto di sorpresa, forse aveva rinunciato a poter intraprendere qualsiasi conversazione visto l'andamento della serata. 

Non la conosce ma ha intuito che tra lei e il suo ragazzo ci fosse qualcosa che non andava e che in qualche modo aveva coinvolto anche lui. 

"Ah, no… Sono venuto poche volte da piccolo con mio padre ma non ricordo quasi nulla" risponde senza staccare gli occhi dalla strada. 

"Se non sei stanco… ti va di fare un veloce giro turistico?" continua lei, improvvisamente piena di vitalità, Matt si volta appena con un'espressione un po' stupita, sta per aprire bocca ma Ashley lo anticipa prima che possa andare oltre - è una città di mare, c'è gente fuori fino a tardi d'estate" 

In effetti non ha tutti i torti. Sono le due di notte ma i loro coetanei fanno le ore piccole in quei mesi caldi. 

La osserva un momento, adesso gli occhi di Ashley non sono più spenti ma sembrano brillare di una fioca speranza e capisce che forse, oltre all'offerta di fargli da guida, c'è una velata richiesta di aiuto che non può ignorare. 

"D'accordo" risponde e la vede sorridere di profilo, mentre si stiracchia le braccia. 

"Bene, cominciamo allora." 

 

La città non è molto grande e mezz'ora in auto è più che sufficiente per toccare i punti più rilevanti e interessanti. 

Ashley scende dall'auto e aspetta che il suo compagno di serata faccia lo stesso. 

Sono giunti all'ultima tappa del tour. 

"Qui c'è la scogliera, non sarà la classica spiaggia ma ti assicuro che è molto più suggestiva. Di giorno il mare è stupendo, di un verde limpidissimo, avrai modo di accorgertene… ma di notte ha un fascino tutto suo. Una volta che hai imparato a conoscerla non avrai più paura di ruzzolare sugli scogli, io ci sono cresciuta e per me è casa" gli illustra con gli occhi persi nel nero impressionante del mare notturno. 

Anche gli scogli sono praticamente quasi al buio, ad eccezione della lieve luminosità che proviene dai lampioni della strada e da un timido spicchio di luna. 

Ashley però vi saltella sopra come se stesse passeggiando su un prato e non su una superficie irregolare e spigolosa e per di più poco illuminata. 

Si accorge che Matt tentenna, allora si volta con una genuina spontaneità ritrovata e gli allunga una mano. 

"Vieni, ti aiuto io, conosco questo posto a memoria!" esclama, il suo viso è sereno, disteso ed è bella con quella leggerezza nuova che l'ha invasa. 

È così diversa da prima. 

Matt non riesce a staccare gli occhi da lei, le prende la mano e si fa trascinare lungo quel percorso scosceso, rischiando più volte di slogarsi una caviglia o di spaccarsi la faccia. 

Si meraviglia nel vedere che non sono affatto soli ma che la superficie della scogliera è piena di gruppetti più o meno folti di ragazzi. 

Deve essere un'abitudine del luogo, evidentemente. 

Ashley cammina finché non trova un pezzetto di scoglio libero e abbastanza liscio da potercisi sdraiare sopra senza sembrare di stare su un letto di chiodi, poi si guarda intorno e per un attimo si fa seria. 

Con quel buio non riesce a vedere bene i volti delle persone e non sa se c'è qualcuno che la conosce e che potrebbe pensare molto male vedendola in quel posto, a quell'ora della notte e in compagnia di un bel ragazzo. 

Il paese non è molto grande e molti non sono capaci di farsi gli affaracci propri. 

Si siede, fruga nella borsa, estrae il cellulare e fa per premere un tasto quando si blocca, le sue dita non riescono ad andare avanti. 

Tentenna, respira profondamente e si morde le labbra, indecisa. 

Vorrebbe avvisare Thomas ma che diavolo dovrebbe dirgli? 

Che sono quasi le tre di notte e lei è sugli scogli da sola con Matt?

La descrizione di un suicidio, in pratica. 

In fondo non deve fare niente di male, vuole solo stare un po' fuori con qualcuno che non la conosca abbastanza da giudicarla. 

Con un movimento rapido della mano seppellisce il telefono nella borsa e si stringe le ginocchia nude con le braccia. 

Matt la osserva, percepisce quel nervosismo, la battaglia interiore che pare attanagliarla, poi di scatto Ashley volta la testa verso di lui, lo coglie a fissarla ma nemmeno ci fa caso. 

Ha il viso chiaro, illuminato dalla debole luce della luna, qualche lentiggine è appena evidente, si porta i capelli ramati su un lato del collo e gli sorride. 

"Allora, ti piace qui?" gli domanda. 

" Ho quasi rischiato di ammazzarmi ma… devo dire che ne è valsa la pena, è davvero bello, infonde calma" risponde il biondo, socchiudendo gli occhi e concentrandosi sul rumore del mare. 

"Scusa, sono andata troppo veloce! - ridacchia Ashley - è che ci sono abituata, sono praticamente cresciuta qui sopra! Sai quante cadute e ginocchia sbucciate ho collezionato da bambina!" esclama, è felice quando ripensa al passato, gli occhi le si fanno lucidi al ricordo della sua infanzia, al ricordo dei suoi genitori. 

" Già, posso immaginare " le sorride Matt, ha già capito e non ha bisogno di farle altre domande. 

Ashley si sdraia, incrocia le braccia dietro la testa e fissa il cielo nero, terso, punteggiato di stelle. 

Sente le risate, il chiacchiericcio e le parole sussurrate degli altri ragazzi. 

C'è chi è in gruppo per bere qualcosa e divertirsi, chi cerca un po' di sollievo dal caldo, chi un posto riservato e poco illuminato per scambiarsi effusioni col proprio amore…e lei? 

Lei che cavolo ci è venuta a fare lì? 

Forse vuole solo scappare dai problemi ma si sente una stupida perché domani busseranno di nuovo alla sua porta e non potrà ignorarli. 

Si mette a sedere di scatto, gira la testa e incontra il blu degli occhi di Matt, sono così chiari che anche al buio riesce a distinguerne il loro colore. 

Ha un leggero brivido che le corre su per la schiena, un brivido bello, che la fa sentire viva. 

Sembra che i suoi occhi le scavino dentro. 

Chissà cosa penserà di lei dopo questa notte disastrata. 

Lui esita poi dischiude le labbra cautamente. 

"Va tutto bene?" prova a chiedere, non vuole sembrare invadente ma sono lì da soli e lei continua a sembrare irrequieta. 

"Si, scusa...è solo che… mi dispiace per prima al locale, per come si è comportato il mio ragazzo. Di solito non è così antipatico - trova il coraggio di dire, non può tacere ancora - non è un bel periodo per lui" prova a giustificarlo. 

Matt annuisce poi incrocia le gambe, cercando una posizione comoda. 

"State insieme da molto?" domanda. 

"Da tre anni - risponde lei con un sospiro, come se fossero invece almeno dieci pesanti anni di relazione - lui non riesce a trovare lavoro qui per adesso. È laureato in ingegneria e…beh è stanco, vorrebbe andare via da casa, vorrebbe andare a vivere con me" confessa, con un nodo alla gola. 

Matt la osserva mentre lei abbassa lo sguardo, non sembra per niente felice di quei progetti. 

"Anche tu lo vuoi?" 

"No" risponde secca, si meraviglia di quanto le sia venuto naturale dirlo così, come se non avesse nemmeno avuto bisogno di rifletterci sopra tanto ne è sicura. 

Guarda Matt negli occhi, ci annega dentro, ha appena confessato a un perfetto quasi sconosciuto che non vuole andare a stare col suo fidanzato e non prova neanche un briciolo di pentimento. 

Come è messa male! 

"E tu invece? Lo zio mi ha detto che vuoi mettere dei soldi da parte per studiare" cambia argomento, non le va di affrontare ancora quel discorso per ora. 

"Già, ho sempre voluto studiare chimica ma, con un fratellino piccolo e un solo stipendio a casa mia non navigavamo nell'oro, così ho sempre cercato di aiutarli, lavorando a mia volta per mantenermi e rifiutando ogni loro offerta di pagarmi l'università. Sapevano cosa mi piacesse ma io ho sempre negato per evitare  che si privassero di qualcosa per me, se solo avessi detto il contrario sono sicuro che si sarebbero fatti in quattro e io non volevo" racconta, adesso è il suo turno di mettersi a nudo, abbassa lo sguardo poi però lo rialza fiducioso. 

"Spero che adesso le cose possano cambiare!" esclama, Ashley gli legge dentro tanta forza di volontà e coraggio. 

Nonostante le avversità, Matt è stato capace di fare sacrifici fin da molto giovane e non si è mai lasciato abbattere dagli imprevisti, nemmeno dal peggiore, la malattia che gli ha portato via suo padre. 

Non riesce a non fare il paragone con il suo ragazzo, Thomas al contrario le sembra un viziato figlio di papà. 

Ha sempre avuto tutto in un battito di ciglia, non ha mai avuto bisogno di lavorare e adesso piagnucola perché non ottiene ciò che vuole quando lo vuole lui. 

È più grande di Matt eppure rispetto a lui sembra un ragazzino.   

Ha sempre cercato di capirlo e giustificarlo ma di fronte alle semplici parole di quel ragazzo non ha quasi più voglia di farlo. 

"Non ti conosco molto ma sembri in gamba, sono sicura che riuscirai" lo incoraggia a bassa voce, carezzandogli un braccio. 

Non sa nemmeno perché lo sta facendo ma le è venuto spontaneo ed è troppo tardi quando si accorge che forse ha esagerato. 

Ritira la mano, Matt sorride ma cerca di non farglielo notare. 

Ashley si sdraia di nuovo, cala il silenzio tra loro, poi sente l'odore del fumo di sigaretta, luu deve averne accesa una. 

"Ne hai anche per me?" gli chiede, Matt non risponde ma Ashley sente un fruscio, ne sta sfilando una e gliela porge, lei la stringe tra le labbra, poi vede un' ombra su di lei. 

Matt si è abbassato, ha il suo viso davanti, è terribilmente vicino che può sentire il profumo dei suoi capelli poi sente un click e la fiamma dell'accendino illumina il suo volto. 

È così bello e la sua espressione così intensa che il cuore di Ashley perde un colpo. 

Deglutisce, non dovrebbe provare quelle sensazioni, è fidanzata e non è appropriato guardare così un ragazzo che non è il suo. 

Però in fondo che male c'è, sta solo guardando. 

Socchiude gli occhi mentre Matt avvicina l'accendino alla sua sigaretta, Ashley la serra tra le labbra, aspira poi li riapre, rilasciando una nuvola di fumo. 

Matt non c'è più, si è allontanato e adesso è sdraiato accanto a lei. 

"Di solito non fumo ma oggi sono un disastro" dice soltanto, sperando che lui non si sia accorto di niente, che non abbia notato quanto il suo respiro avesse accelerato mentre le era vicino, così tanto che se solo avesse voluto avrebbe potuto baciarlo. 

Non l'avrebbe mai fatto, non ne è il tipo. 

Lei sta con Thomas e lo ama, non è così? 

Matt sorride, annuisce e respira quell'aria che sa di mare e di lei. 

E fa finta di non aver capito. 

 
  
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