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Autore: fallinginthedarkness    25/04/2020    0 recensioni
Stessa storia.
Due nuovi personaggi.
Nessun nome.
Nessuna domanda personale.
Nessuna relazione personale.
E così io divenni Virginia.
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ogni ora stampavamo otto milioni di euro. 
Millequattrocento risme di cartamoneta, ognuna in grado di produrre 140.000 banconote da cinque euro. 
All’alba la situazione era talmente calma, che il piano sembrava procedere bene. 
-Siamo chiusi qui, e non so per quanto tempo questa storia potrà durare, ma finchè non mi spareranno in testa io mi prenderò cura di voi. A patto che voi non cerchiate di imbrogliarmi o di comunicare con il mondo esterno, andrà tutto bene.- iniziò Berlino. 
Si sentì una donna piangere. 
-Starebbe meglio se le dessi un ansiolitico?- gli chiese in modo calmo. 
-Sì, per favore.- rispose la donna singhiozzando. 
-Qualcun altro ha altre richieste?- domandò ancora. 
-Una pillola abortiva, ha detto che non sa quanto tempo staremo qui dentro e vorrei cavarmela subito.- 
Era Monica Gatzambide a parlare, Berlino la guardò con aria comprensiva. 
-Okay, gliela farò avere in giornata.-
-Io ho una richiesta, vorrei cancellare una foto su internet…- parlò l’agnellino.
-Non è possibile.- rispose freddo Berlino. 
-Sono stata ingannata.- 
-Ascoltatemi bene, vi darò la possibilità a tutti di registrare un video per i vostri familiari.- finì Berlino.
Io non facevo altro che pensare ad Alison, era solo una ragazzina e benchè tutto il mondo stesse parlando di noi, potevo benissimo comprendere il suo disagio nell’aver diffuso erroneamente una foto intima. Avrei voluto cancellarla io, ma non mi era permesso. 
Rio prese Alison e la portò in una stanza a registrare il messaggio. 
-Non dare troppa importanza a quella foto, è come quando sei in topless in una spiaggia. Non importa a nessuno.- cercò di consolarla. 
-Io non mi metto in topless, né mi metto a pomiciare in un bagno dentro un museo. La cosa più emozionante di quest’anno è stata quando mi sono rotta il braccio.- ammise Alison, sull’orlo di una crisi di nervi. 
-Un sequestro è più emozionante.- Tokyo spuntò fuori dal nulla, per controllare Rio.
-Tranquilla, fai con calma. Pensa a cosa vuoi dire ai tuoi genitori.- disse Rio allontanandosi con Tokyo. 
-Sei strano, cos’hai?- gli chiese.
-Sono un ragazzino, mi hai usato solo per scopare.- 
Tokyo se ne andò, forse ferita. Non sapeva nemmeno lei come spiegare i suoi sentimenti a Rio o forse non sapeva nemmeno ciò che provava.
Rio si girò e vide Alison con il telefono in mano, era entrata su internet, e con velocità glielo tolse dalle mani. 
-Ma che cazzo fai?- urlò.
Io ero nascosta dietro la porta e avevo visto tutto. Anche io ero presa dalla loro discussione, che ho distolto lo sguardo da Alison e mi sentivo in parte in colpa. 
-Rio, calmati. L’hai spento?- dissi cercando di tranquillizzarlo. 
-Sì, l’ho fatto.- 
-Bene, non diciamo nulla a Berlino, okay? Il telefono è rimasto acceso per pochi secondi, potrebbero non essere entrati.- 
-Dici che stiamo facendo la cosa giusta?- 
-Non credo, ma siamo in una rapina. Ricordi?- 
-C’è sempre un eroe che crede di poter salvare tutti gli altri, che pensa che nessuno scoprirà la sua strategia di mettersi in contatto con la polizia. È stato registrato un video, non so ancora chi sia stato ma lo scoprirò presto. Helsinki spoglia questo uomo, Denver spogliala.- ordinò Berlino mentre lui cercava di spogliare Alison. 
Rio andò da Berlino e sottovoce gli disse di seguirlo, che doveva dirgli una cosa importante. 
-So cosa è successo. Mi sono distratto e ho visto che Alison voleva cancellare una foto, ho fatto una cazzata.- ammise. Berlino ride e Rio si tranquillizza, perché non lo conosce. 
-Soffri di deficit dell’attenzione?- 
-Non ho nessun problema, è entrata Tokyo…-
-Ora capisco, tutto si riduce ancora una volta ad un problema di cuore.- ride. 
Rio si gira e vede Helsinki ed Oslo armati, dovevano picchiarlo.
-Senti Berlino, è anche colpa mia…Io stavo spiando Rio e Tokyo e non mi sono resa conto di quello che stava facendo Alison. Ho sottovalutato il problema e in questa storia siamo colpevoli tutti, quindi non farlo. Non è picchiandolo che gli farai capire l’errore.- 
-Virginia, ascoltami bene. Sei entrata in questa banda perché ti abbiamo sempre reputata una persona pensante, astuta, perspicace e determinata. Quindi per quale cazzo di motivo ti stai comportando così?- mi urlò contro. Era la prima volta che Berlino mi urlava addosso e io rimasi un attimo stizzita. 
-Ho sbagliato. Io non sono perfetta, Berlino. Volevo semplicemente controllare Rio e ho sottovalutato la situazione… Cazzo, smettete di picchiarlo!- urlai. 
-Cos’è, non ti basta Boston? Vuoi pure scoparti Rio?- 
-Mi fai schifo. Riduci tutto ad una questione di sesso. Beh, se vuoi fare del male a Rio per quello che è successo, allora picchia anche me.-
-Perfetto, se è quello che vuoi. Boston, procedi.- mi guardò con aria di sfida. 
Non so se sapesse che Boston non mi avrebbe mai ferita o se fosse proprio quello il suo scopo, che Boston ammise i suoi sentimenti. 
-Io non seguo i tuoi ordini, Berlino.- rispose.
-Peccato, perché purtroppo è proprio quello che devi fare. Ci sono io al comando, non tu.- 
-Berlino, ma che cazzo vuoi? Hai intenzione di farci fuori tutti allora? Fidati, pure io sono incazzato nero. Forse sono quello che più di tutti ha una voglia fottuta di uscire da questa trappola per topi, ma non è facendoci del male a vicenda che risolveremo la situazione.- 
L’amore è sempre una buona ragione per mandare all’aria tutto. 
-Non si risolve la situazione ma si dà una bella lezione, così magari la prossima volta ci pensate due volte prima di distrarvi.- Berlino era ormai spazientito. -picchiala, ora.-
-Berlino, tu non hai nessuno. Tu non ti preoccupi di nessuno se non di te stesso. Io non ci sto. Non faccio del male alle persone che amo.- 
Io dopo quella confessione me ne andai, non sapevo cosa dire, né cosa fare. So solo che il sorriso beffardo di Berlino mi disgustava ed ero stanca, non dormivo da quasi quarantotto ore. 

~ ~ ~ ~ ~
-E così tu sei brava con le armi?- disse Boston.
-A quanto pare.- risposi freddamente. 
Nessuna relazione personale.
-Eppure con questa faccia angelica non si direbbe.- 
-Non sottovalutarmi, Boston.- 
-Non lo sto facendo, voglio solo conversare con te, Virginia. Ma che hai, sei nervosa? Non riesci a reggere la pressione?- 
-Senti, il Professore non vuole che ci parliamo. E io non ho intenzione di conoscerti.-
-Rilassati, volevo solo conversare. Ma fai come vuoi, rimani pure chiusa nella tua stanza. Li passerai bene questi mesi.- e se ne andò sbattendo la porta.
Forse ha ragione, forse non dovrei essere così dura e forse mi farebbe bene scambiare quattro chiacchiere. Lo rincorsi. 
-Boston…- sussurrai e lui si girò sorridendomi.
-Forse sono disposta a parlarti, ma ad una eccezione.- 
-E quale sarebbe?- 
-Che sarebbe meglio indossassi una maglietta. Non ti fa bene girare a petto nudo, poi prendi freddo e stai male.- risposi arrossendo. 
~ ~ ~ ~ ~


-Magari non ti importa di quello che sto per dirti, ma non credo che abortire sia una buona idea. Perché vuoi farlo? Ti sta fottendo la vita? Meglio fartela fottere da tuo figlio che da questi figli di puttana, o da me.- Denver aveva ormai preso a cuore la gravidanza di Monica. 
-Che ne sai che un figlio non può rovinarmi, che ne sai?- rispose Monica, sulle sue.
-Mia madre voleva abortire. Aspettava me, ma si è sniffata la cocaina con i soldi che doveva usare per abortire. E tra carcere, droga e polizia sono nato io. Che cosa fai di così importante che non puoi fare con un figlio? E se il padre non lo vuole, meglio. Avrai il suo amore tutto per te, e sai quanto te ne può dare un figlio?- finì il suo discorso proprio mentre stava arrivando Berlino.
-Cosa state facendo?- chiese.
-Le sto dando la pillola abortiva.-
-E ha bisogno di una mano per mettersela in bocca?-
-L’aborto è una cosa privata. Sceglie la donna, ma non davanti a tutti.- chiuse Denver.
-Grazie, ci penserò su.- rispose Monica.
-Fantastico, sono molto contento che tu abbia deciso di portare avanti la gravidanza.- 
E mentre Monica si stava allontanando, il telefono di Arturo che aveva in tasca suonò. 
Berlino si avvicinò. Non era la prima volte che metteva le mani tra le mutande di una donna onesta. Tuttavia era la prima volta che le tolse così in fretta, prendendo il cellulare. Forse Monica avrebbe preferito che si lasciasse andare, dimenticandosi del cellulare che aveva in mezzo alle gambe, ma non fu così. Persino Berlino sapeva la differenza tra piacere e dovere. 
-Uccidila.- e se ne andò. 

Tokyo appena vide Rio conciato in quel modo andò su tutte le furie. Sparò a quattro telecamere e chiamò il Professore. 
-Se qualcuno osa ancora fargli del male, giuro su Dio che la prossima pallottola sarà per Helsinki, Berlino o te. Tu sei lassù, non stai rischiando la vita con noi in questa fottuta topaia.- urlò. 
Entrarono Helsinki ed Oslo armati e le intimarono di abbassare l’arma e smetterla di urlare.
-La vostra storia d’amore ha mandato a puttane il piano di fuga. Siete fregati, la polizia sa chi siete. Siete su tutti i telegiornali.- e il Professore ammutolì Tokyo, che non si aspettava minimamente una notizia del genere. 


   
 
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