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Autore: Piumadoro    26/04/2020    1 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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“Oggi ci sarà un’uscita ad Hogsmeade?” Domandò Sirius stupito per la terza volta. 

“Esatto.” Rispose Remus, di nuovo. 

“E noi non ne sapevamo niente?” Ripeté James sconvolto. 

“Proprio così.” Remus era davvero stanco di quella conversazione. Era iniziata quando i suoi due amici, appena scesi in Sala Comune, avevano notato l’allegro fermento che riempie la sala nei giorni dell’uscita, e andava avanti da un po'. Fortunatamente fu interrotta da Star che scese di corsa le scale del dormitorio femminile precipitandosi da loro. 

“Ok, non vi arrabbiate...” Cominciò chiaramente dispiaciuta. “Non è che non volessi dirvelo è che mi sono totalmente dimenticata della cosa...” Continuò ora lievemente nervosa. 

“Pensi di dircelo entro domani?” Sbuffò suo fratello divertito, e se James era divertito allora non c’era pericolo che fosse qualcosa di grave. 

“Oggi io e Lily andiamo ad Hogsmeade.” Sputò lei, talmente rapida da risultare a malapena comprensibile. 

“E?” Chiese James. 

Remus li fissava stranito, era impressionante la loro connessione. 

“Incontreremo dei ragazzi lì.” Concluse Star. 

“Dei ragazzi? Nel senso che esci con qualcuno? Credevo non volessi più farlo finchè non avessi provato qualcosa.” Si sorprese Sirius. 

Bhe... si... ma...” Cominciò la ragazza a disagio.    

Sirius le sorrise. “Non ci andrai mica vestita così, vero?” Le chiese poi. 

Forse doveva essere un gesto gentile ma Star guardò disperata verso il basso allargando le braccia. “Perché? Cosa c’è di male?”  

Chiunque, letteralmente qualsiasi essere umano sulla faccia della terra e molto probabilmente anche qualunque altro essere dotato di intelligenza, avrebbe risposto “Niente. Sei perfetta!”, ma non Sirius Black. Il ragazzo piegò le labbra nel suo tipico mezzo sorriso e disse “Sei un disastro.” 

Fu così che i Malandrini si recarono a dormitorio maschile del quinto anno. Era una calda giornata di aprile inoltrato quindi Sirius le fece indossare uno degli abitini a fiori comprati da Susan, era color panna con piccoli e graziosi non ti scordar di me del tipico azzurro.  

“Direi che puoi mettere le tue All Star cobalto.” Commentò il giovane Black. 

“Scarpe da ginnastica con un vestito?” Si intromise incredulo Peter. 

“Solo con una modella abbastanza sicura di sé.” Replicò Sirius lanciando uno sguardo d’intesa a Star come a ricordarle qual era la sua missione. Una volta pronta vestita di tutto punto il giovane le fece sciogliere i capelli, le intrecciò qualche ciocca e gliele sistemò a dovere incrociandole dietro la testa. Poi le si mise di fronte e le portò davanti alle spalle qualche boccolo. “Meravigliosa.” Mormorò. “Ora vai, o farai tardi.” 

“Grazie.” Replicò lei in un sussurro prima di scendere in Sala Comune. Lily la aspettava lì in imbarazzo; evidentemente Alice e Mary l’avevano costretta ad indossare un vestito a tema floreale di un bel verde pastello. 

“Sembriamo abbinate.” Constatò Lily lievemente agitata mentre si incamminavano insieme verso il portone di ingresso. “E’ esagerato?” 

“Usciamo con dei gemelli, non credo noteranno che indossiamo entrambe un vestito a fiori.” La tranquillizzò Star. 

“Giusto." Concordò la rossa. 

Le amiche raggiunsero il portone e salirono sulla prima carrozza disponibile. Lily si stava tormentando la punta delle dita della mano destra con la sinistra e mentre Star giocherellava con una ciocca di capelli, le due incrociarono gli sguardi e risero. 

“Sei nervosa anche tu?” Domandò Lily sorpresa. 

Bhe, certo.” Replicò Star. 

“E di cosa ti preoccupi, di essere troppo carina e simpatica?” Scherzò la rossa. 

“Intanto tu non mi trovavi molto simpatica all’inizio, e poi la bellezza è soggettiva, magari a loro Reece non piaccio.” 

“Ah quindi hai scelto Reece?” Lily rise. Avevano scherzato molto in quei giorni sul fatto che, dopo una così breve chiacchierata, non sapevano molto dei due gemelli e quindi per loro era ancora indifferente l’uno o l’altro. Alice aveva fatto notare che invece ii due ragazzi potevano avere già una preferenza su d loro, questo aveva messo le amiche in agitazione ma Sophia ava risolto con “Se per voi sono uguali allora lasciate che scelgano loro.”, che forse non era un buon inizio per una romantica storia d’amore ma era di certo pratico. 

Quando scesero dalla carrozza Lily si ricordò che non avevano deciso dove incontrarsi, ma non fu un problema: i due ragazzi le stavano aspettando qualche metro più in là scandagliando gli studenti uno ad uno. 

“Ciao!” Esordì Star.  

Kyle e Reece salutarono a loro volta. “Vi portiamo a vedere una parte di Hogsmeade che sicuro non avete mai visto.” Proposero in coro. 

“Abbiamo pensato di fare un pic-nic.” Aggiunse Kyle. 

“Sappiamo cucinare molto bene.” Assicurò Reece. 

“E’ un’idea molto carina.” Commentò Lily con un sorriso mozzafiato. Star capiva perfettamente perché suo fratello avesse perso la testa per lei; quando era serena il suo sorriso illuminava la stanza, aveva una risata bellissima e contagiosa, i capelli rossi le contornavano il viso dolce e gli occhi di un verde luminoso. Lily era decisamente una bella ragazza, ma era anche gentile e divertente. Mentre i giovani le conducevano per le vie secondarie, Star rimase qualche passo indietro a guardare Lily intavolare una conversazione perfettamente normale, senza alcuna pretesa di sedurre o di prendere in giro. La mora rifletté sul fatto che era in grado di fare così solo con i Malandrini. 

“Non sembravi così tranquilla l’altro giorno.” Commentò Kyle fermandosi insieme a suo fratello e Lily e voltandosi indietro verso Star. 

“In effetti sembravi una tipa piuttosto peperina, quasi pericolosa.” Ricordò Reeece. 

Pericolosa... si... questo aggettivo andava bene. 

“E’ innamorata di un ragazzo.” Replicò Lily trattenendo a malapena il suo disappunto. 

“Lily!” Sbottò Star. 

“Oh, non volevamo distrarti da lui.” Fece Kyle. 

“Non è corrisposto. Il mio amore.” Mormorò la mora, lo sguardo basso. Improvvisamente le tornò alla memoria il sorriso di Sirius, il suo sguardo calmo mentre le faceva dei complimenti, nessuna emozione. Star alzò piano il viso. “Perciò...non ha senso pensare ai lui, no?” La ragazza mostrò il sorriso più smagliante del suo repertorio e si riavvicinò al gruppetto. 

Kyle e Reece camminavano un paio di passi avanti alle due amiche e continuavano a scambiarsi tra loro voltandosi indietro a chiacchierare con l’una o con l’altra mostrando alcuni luoghi davvero interessanti. 

Sophia aveva torto, si scambiano di continuo, perché lo fanno?” Sussurrò Lily all’orecchio della sua amica. 

“Forse non hanno ancora scelto nemmeno loro." Mormorò Star in risposta. Lily alzò le spalle perplessa. “Hem, scusate... ma voi avete una certa preferenza? Tra noi due intendo?” Domandò la mora ad alta voce, gli occhi verdi della rossa cercavano una via di fuga da quell’imbarazzo. Oh, un dirupo! 

Bhe, no.” Ammise Kyle passandosi una mano sulla nuca in imbarazzo. 

“E’ che siete molto simili, volevamo conoscerci meglio.” Aggiunse Reece. 

“Simili?” Replicò Lily perplessa fronteggiando la sua amica; non solo avevano due colori di capelli totalmente differenti ma anche nel fisico, nella carnagione, nella fisionomia del volto non avevano niente in comune.  

I due gemelli risero nel vederle così.  

“Non fisicamente, siamo piuttosto bravi a trovare dei tratti differenti, ma caratterialmente.” Spiegò Reece. 

“Ah, è chiaro.” Mormorò Lily arrossendo. 

“In tal caso è perfetto, anche noi volevamo conoscervi meglio!" Si entusiasmò Star.  

I ragazzi risero e tornò l’allegria. Camminarono in una via dove le case si distaccavano l’una dall’altra sempre di più finché non si infilarono in una via tra i boschi. Giunsero ad una radura, Star l’aveva già vista dall’alto una notte di luna piena ma cercò di imitare la faccia stupida di Lily per non sembrare scortese, o destare sospetti. 

Kyle e Reece stesero una morbida coperta sull’erba, alcune margherite spuntavano a ciuffetti in mezzo a tutto quel verde, e il vento soffiava piano tra le foglie degli alberi.  

Ora che avevano parlato un po' Star aveva capito che Reece e Kyle avevano qualche differenza, Kyle era più spigliato e divertente mentre Reece più premuroso e dolce.  

Per questo Kyle aveva puntato gli occhi su Star, l’umorismo della ragazza lo attirava molto e anche il luccichio un po' folle sul fondo dei suoi occhi cobalto. Reece invece si avvicinava a Lily con la stessa delicatezza con cui si tratta un fiore prezioso. Il cibo era davvero buono, e il clima piacevole. Per Star era strano vedere la sua amica così a suo agio con Reece quando con James era l’essere più ostile sulla faccia della terra, ma capiva anche che James non aveva ancora raggiunto quella maturità in cui gli uomini realizzano che non devono essere forti e possenti in ogni momento per essere attraenti. 

Star si ritrovò davanti gli azzurri occhi di Kyle e maledisse le Deran, dove erano finiti tutti i suoi riflessi? Alastor sarebbe stato davvero deluso da lei. 

“Stai ancora pensando a quel tipo?” Le chiese. 

La ragazza scosse la testa. “Stavo pensando a mio fratello, e al fatto che è ancora lontano dall’essere così maturo.” 

“Ci consideri maturi?” Domandò. 

“Si, direi di si.” 

“Credo che ti stia sbagliando. Su di me, su mio fratello non molto. Lui è il tipo che pensa ad una casa e ad una famiglia.” Replicò Kyle. 

“E tu?” 

“Io sono più il tipo che si gode il presente.” Rispose il giovane avvicinando pericolosamente il suo viso a quello della ragazza. “Il che è un bene dal momento che la mia accompagnatrice è follemente innamorata di un altro.” 

“Non sono follemente innamorata.” Sbottò Star. 

“No, non negarlo. Credo sia una cosa bella, anche se... se questo tipo non è innamorato di una come te è proprio un citrullo.”  

La ragazza rise, Kyle ci sapeva fare davvero. 

“Vieni, ti mostro una cosa.” la invitò lui alzandosi e tendendole la mano. La ragazza la accettò e lo seguì di nuovo nel sentiero nel bosco. Quella zona era davvero particolare: gli alberi erano pieni di fiori bianchi e rosa e i petali cadevano a terra come fiocchi di neve. 

“Dimmi un po'…” Kyle si fermò all’improvviso, i capelli castani illuminati da raggi solitari che trapassavano la cortina di rami e foglio sopra di loro. “Anche se continui a pensare a lui usciresti con me?” Il ragazzo le si avvicinò di nuovo. 

“Lui non mi ama, no? Dovrò pur farmene una ragione...” Replicò Star, gli occhi azzurri di lui erano davvero bellissimi. 

“Concordo.” Kyle le carezzò la guancia e poi chinò il viso verso quello della ragazza. 

Hei! C’è Star! Guardate!” Una voce incredibilmente familiare interruppe quello che con tutta probabilità sarebbe stato un gran bel bacio. Star si guardò attorno individuando suo fratello e gli altri Malandrini, o forse era meglio dire il suo EX fratello o il suo fratello defunto. 

Hei, ragazzi.” Li salutò la giovane senza entusiasmo. 

Kyle le avvicinò le labbra all’orecchio per sussurrarle: “Il ragazzo a cui pensi sempre è tra questi?” 

Star annuì senza staccare lo sguardo da James che, in testa al gruppo, si avvicinava sempre di più. 

“Allora scopriamo se è vero che non ti ama, come dici tu?” Le propose. 

La ragazza gli lanciò uno sguardo perplesso ma lui sorrise e la prese per mano conducendola vicino ai suoi amici. 

“Ciao, sono Kyle.” Si presentò poi. 

“Io sono James, e loro sono RemusSirius e Peter.” James sorrideva tranquillo, sembrava totalmente ignaro di aver interrotto un appuntamento importante. 

“Non credevo che gli studenti conoscessero questo posto.” Commentò il ragazzo. 

“Oh, noi si. Girovaghiamo molto.” Replicò il giovane Potter. 

“Ah.” Kyle guardò Star che cercò accuratamente di evitare il suo sguardo. “Gentile da parte tua cercare di non farmi sentire uno schifo.” La ringraziò. 

 “Oh, forse non te lo ha detto perché siamo venuti di nascosto, di notte.” Spiegò James. 

“Oh, sei una che infrange spesso le regole allora. Si, lo avevo intuito quando ci siamo incontrati ma averne la certezza ora... mi piace.” Kyle aveva gli occhi fissi sulla ragazza alla quale teneva ancora la mano e quando pronunciò le ultime parole Star si decise a lanciargli uno sguardo divertito. Poi ne lanciò uno molto meno amichevole a suo fratello. 

“Allora cosa stavate facendo? Possiamo unirci a vo...” Incominciò a chiedere James nella speranza di interrompere il contatto visivo fra Kyle e sua sorella, ma fu lui a essere interrotto da Sirius: 

“Non rompere il cazzo, James. Andiamo.” Sbottò il giovane Black afferrando il suo amico per un braccio pronto a trascinarlo via. “Buona giornata.” Augurò alla coppietta prima di voltarsi portandosi dietro James. Peter li seguì rapido e Remus si fermò giusto il tempo di lanciare un sorriso mortificato alla sua amica prima di raggiungere i suoi amici. 

“Ecco, visto? Nessuna reazione.” Commentò Star quando i Malandrini si furono allontanati. 

Sirius? A te piace Sirius Black?” Si stupì Kyle. 

“Si, lo so. E' ridicolo che mi piaccia lui. Lo so che piace tipo a chiunque, non so come sia successo.” Assicurò lei. “Però... è più del suo aspetto... è quel lato di lui che credo conosciamo solo noi che gli siamo amici da molto...” La ragazza sorrise, poi si ricordò di essere ad un appuntamento, con un ragazzo carino. “Allora... dove eravamo rimasti?” 

Kyle le afferrò il viso tra le mani e si piegò di nuovo verso di lei. E la baciò. Era un bacio davvero niente male, anche se molto superficiale. Proprio per questo Star non riuscì a fare a meno di pensare all’unico ragazzo che era andato più a fondo: Sirius. E si maledisse per questo. 

“Comunque ti sbagli.” La informò Kyle staccandosi da lei. “Lui è completamente innamorato di te.” 

Star lo guardò sorpresa per un secondo poi gli angoli della sua bocca salirono verso l’alto, non riuscì proprio a trattenersi, e rise. Rise fino alle lacrime sotto lo sguardo perplesso e divertito del ragazzo. “Si, certo. Questa era proprio bella.” 

Kyle alzò le spalle sorridendo. “Se non ci credi meglio per me.” 

Tornarono da Lily e Reece e li aiutarono a raccogliere il cibo avanzato e la tovaglia. Passeggiarono ancora insieme nel bosco e poi i due gemelli le riaccompagnarono a prendere le carrozze e regalarono ad entrambe una scatola di fragole ricoperte di cioccolato. Le ragazze ringraziarono e salirono sulla carrozza. 

“Sembrano deliziose.” Mormorò Star osservando le sue fragole. 

“Mai deliziose come le labbra di Kyle.” Replicò Lily. 

“Come sai che mi ha baciata?” Si stupì la mora. 

“Non lo sapevo per certo, Reece mi ha detto che Kyle ci avrebbe provato, ma grazie per la conferma.” Replicò la rossa. “Com’è stato?” 

“Bello ma...” 

“Oh, no. Non dirmi che hai pensato a Black.” 

Non servì una risposta, l’aria colpevole della sua amica bastò. 

“Almeno ci siamo baciati.” Sbottò Star. 

“E chi ti dice che io e Reece non lo abbiamo fatto?” Ribatté la rossa. 

“Lily! Wow!” La giovane si finse scandalizzata dalle chiacchiere della sua amica. Entrambe risero di cuore. 

“Grazie.” Disse Lily dopo un po'. “Senza di te non avrei vissuto niente di tutto questo.” 

Star fece per dire qualcosa ma la sua amica la interruppe. “Ma non farmi più infrangere le regole, e domani studio doppio in vista dei G.U.F.O., quando hai il colloquio a proposito?” 

La mora sorrise. “Non ti posso promettere niente, ma ok, domani si studia. Il colloquio... giovedì prima di cena, tu?” 

“Io domani sera.” Lily sembrava sicura di sé, era chiaro che aveva dei progetti ben delineati per il suo futuro. Salirono a cambiarsi e poi scesero a pranzare insieme. Dopo cena Star entrò a passo di carica nel dormitorio maschile del quinto anno. 

“Sei un cretino, James Potter.”  

“Cavolo! La Evans deve essere contagiosa, per un attimo mi sei sembrata proprio lei.” Scherzò Sirius. 

“Sono sicura che approverebbe la mia entrata.” Replicò Star mentre suo fratello le sorrideva tranquillo infilandosi i pantaloni del pigiama. 

“Non ho fatto niente di male, vi siete baciati comunque, no?”  

“Maledetta quella volta che ho pensato fosse una buona idea avere una connessione con te.” Sbuffò la ragazza sedendosi sul letto di Remus. 

Peter uscì dalla doccia in accappatoio proprio in quel momento e vedendo Star rientrò subito in bagno. Sirius afferrò i vestiti del suo amico aprendo la porta quel tanto che bastava per porgerglieli. 

“Dovresti venire più spesso, Peter è un buon amico ma non un bello spettacolo.” Commentò Sirius tornando a stendersi nel suo letto. Ovviamente era a petto nudo. Perché doveva sempre essere a petto nudo? Si chiese Star, poi si ricordò che era lì per sgridare suo fratello, ma non ne aveva più voglia.  “Cosa avete fatto oggi?” Chiese allora. 

La ragazza passò la sera ad ascoltare le chiacchiere infinite di Peter su quanto era bravo James a giocare a Quidditch, era evidente che il capitano aveva indetto un allenamento speciale quella mattina. Star si addormentò sul letto di James, accanto a lui, le era mancato quel profumo di legno, cera per manici di scopa, cuoio e metallo. 

 

 

…................................. 

 

La professoressa McGranitt si considerava una donna severa ma piuttosto paziente, eppure i colloqui pre-G.U.F.O. mettevano sempre a dura prova la sua calma. Nonostante la Sala Comune fosse stata riempita di opuscoli, doveva vedersela con una bella fetta di studenti che sembrava riuscito ad evitare alla perfezione ogni foglietto ripiegato. Entravano senza la minima idea di che cosa volevano fare, oppure sparavano un lavoro a caso, forse quello dei loro genitori, completamente ignari di non avere la media adatta. Per questo adorò Lily Evans ancora di più quando questa si presentò con un piano dettagliato di cosa fare in futuro e la perfetta conoscenza dei voti necessari per raggiungere i suoi obiettivi. Inoltre, il programma di ripasso per gli esami, del quale non aveva assolutamente bisogno, che le snocciolò a memoria la fece sentire la professoressa più fortunata del mondo. Ciò non bastò a cancellarle dalla mente l’incontro avuto con Sirius Black quella stessa mattina. Il ragazzo era svogliato, strafottente, sembrava non voler nemmeno prendere in considerazione che se ne sarebbe dovuto andare da Hogwarts un giorno. Ad un certo punto le aveva detto “Farò qualsiasi lavoro che non abbia fatto nessun membro della mia famiglia.”, peccato che i Black fossero vissuti per secoli e avessero intrapreso qualunque tipo di carriera. “Se odia così tanto la magia oscura, Signor Black, allora faccia l’Auror.” si era ritrovata a dire dopo altri minuti di infernali risposte sarcastiche. Gli occhi del giovane di fronte a lei si erano allargati, come riempiti di speranza e gioia, e il ragazzo sembrava rinato, “Davvero Lei crede che potrei fare l’Auror?”. Minerva non si era mai sentita così triste in vita sua, aveva davanti a sé un ragazzo che aveva avuto il destino segnato all’oscurità fin dalla nascita, invece era diventato un Grifondoro e, a parte qualche bravata, si era tenuto ben lontano dalla magia oscura, nonostante questo non credeva che avrebbe potuto combattere contro la Magia Oscura. “Ma certo, Signor Black, dovrà solo migliorare in Pozioni, e fare più attenzione ad incantesimi, per il resto la sua media è più che accettabile.” gli aveva detto e lui si era alzato sorpreso e felice, era evidente che nessuno aveva mai creduto che lui potesse essere altro che l’erede dei Black. La sua espressione, Minerva, non l’avrebbe mai dimenticata. 

Quella con Remus Lupin fu un’esperienza ancora più disastrosa: sembrava impossibile convincere il giovane che avrebbe potuto trovare un lavoro e avere una vita normale. Più Minerva gli parlava della sua vita fuori da Hogwarts più lui si chiudeva a riccio in un tenebroso e oscuro mondo.  

“Forse dovremmo fissare un altro colloquio.” Decretò infine la professoressa, Remus annuì e si ritirò abbattuto. “Guardi gli opuscol..” Cercò di ricordargli ma lui aveva già chiuso la porta e la donna sospirò forte. 

L’incontro con Peter Minus fu rapido, almeno. Quel giovane non voleva lasciare James Potter nemmeno fuori dalla scuola quindi decise che avrebbe fatto l’Auror come il suo amico. Inutile dire che la professoressa impiegò il resto del colloquio a convincerlo che, vista la sua media, sarebbe stato meglio puntare a essere un impiegato in qualche altro Ufficio del Ministero. 

Il giovedì Minerva era già di pessimo umore, la aspettava l’incontro con i due Potter.  

Il primo fu James, incredibilmente si mostrò molto risoluto nella sua decisione di diventare Auror e le spiegò che si stava già facendo aiutare dalla sorella a migliorare in Pozioni. Non si poteva certo dire che gli altri voti non fossero sufficienti, chissà come quel ragazzo aveva una delle medie migliori della scuola, se solo fosse cresciuto un po'! 

“Ho intenzione di proteggere le persone a cui voglio bene, e tutti gli innocenti, chi non può difendersi da solo.” James stava così concludendo la risposta alla domanda “Perché l’Auror?” quando si zittì all’improvviso. “Remus dovrà fare un altro incontro?” 

“Il signor Lupin glielo avrà accennato.” Replicò la professoressa acida. 

“Già...ma non ha detto perché...” Incalzò James. 

“Queste sono informazioni che non la riguardano.” Ribatté Minerva. 

Il ragazzo abbassò lo sguardo in silenzio, sospirò forte e poi mormorò: “La prego non gli permetta di credere che non può avere un futuro fuori da qui. Lo convinca che può fare tutto, ha visto la sua media, no? Può fare tutto quello che vuole!” Ora James stava guardando la professoressa negli occhi, le guance arrossate per il furore e uno sguardo supplichevole. 

“Certo...” Balbettò la professoressa. 

“Mi scusi.” Sussurrò il giovane e poi uscì di corsa, evidentemente convinto di essere sul punto di beccarsi una punizione. 

Subito dopo di lui entrò sua sorella, con aria perplessa si sedette sulla sedia. 

“Mi faccia indovinare, signorina White: vuole fare l’Auror. I suoi voti le permettono di fare quello che vuole quindi vada pure...” Iniziò la donna sbrigativa. 

“Potter.” La interruppe la giovane. “E in realtà sarei più interessata ad una carriera in campo medico.” 

La professoressa la fissò sorpresa. “Vorrebbe fare la Guaritrice?” 

Star annuì. “Ho promesso che avrei cercato di fare del bene e questo mi sembrava il modo migliore...” 

“Certo. D’accordo...” Minerva passò a spiegarle il procedimento che avrebbe dovuto attuare una volta uscita dalla scuola e quando finì la ragazza sembrava determinata e soddisfatta. 

 “Grazie...” Prima di alzarsi Star notò un foglio pieno di cuoricini sulla cattedra, tra tutti quei segni spuntava il nome di un certo suo amico. “Ehm.. Quello...” Cercò di dire lei. 

“L’ho sequestrato ad una studentessa stamane a lezione.” Rispose rapidamente la professoressa seguendo lo sguardo della giovane. 

“Ovviamente... non è che potrei averlo?” Chiese Star. La donna annuì impassibile e poi la spedì fuori dal suo ufficio. La ragazza sorrise soddisfatta guardando il foglio, poi riaprì la porta e infilò la testa di nuovo nella stanza “E dica a Remus che può diventare chiunque lui voglia!” detto questo di dileguò alla ricerca di suo fratello. Lo trovò in dormitorio con i suoi amici.  

“Oh, eccola! Il nostro Medimago di successo!” La accolse James. 

“Qualcuno dovrà pur ricucirvi, Auror.” Sbottò lei. “Quando avrai il prossimo colloquio, Rem?” Chiese poi. 

“La prossima settimana.” Rispose Remus cupo. 

Remus, dovrai scegliere cosa fare prima o poi...” Commentò James. 

“Potresti insegnare.” Propose Sirius. Tutti si voltarono a guardarlo. “Dicevo che... insomma... lui è molto bravo a spiegarci le lezioni e...” 

“E’ un’ottima idea davvero!” Si stupì James.  

“Già, sei molto bravo Remus.” Concordò Peter entusiasta. 

“Certo, ottima idea... un lupo mannaro che insegna a dei bambini innocenti.” Sbottò l’interessato sarcastico. 

“Perché, hai paura di mangiarteli tutti? Non sarà diverso da ora.” Replicò James scocciato. 

“Non ne parliamo più per favore.” Sospirò Remus. 

“Ok, ho un argomento migliore!” Si entusiasmò Star, poi estrasse dalla tasca della divisa un foglio spiegazzato e lo stese per bene in modo da poterlo mostrare a tutti.  

James, Remus e Peter scoppiarono a ridere, invece Sirius si alzò di scatto e strappò il foglio dalle mani della ragazza. “Dove hai trovato una robaccia simile?” Sbuffò. 

“Nell’ufficio della McGranitt, lo ha sequestrato a una ragazzina.” Spiegò la ragazza ridendo. 

“Minnie dice così ma io so che l’ha scritto lei, le sono rimasto nel cuore.” Sirius cambiò rapidamente comportamento; tornò a essere sereno e divertente come non lo era da un po'. Star se ne accorse solo allora; si rese conto di come Sirius fosse stato più cupo nell’ultimo periodo. Lui e Remus erano un disastro, sembrava fossero seguiti da una nuvola scura. La ragazza pensò che fosse solo a causa dei colloqui per i G.U.F.O. ma non si permise troppo di cullarsi in quell’idea. 

Il resto della serata trascorse senza intoppi e senza troppa tristezza. Star dormì con James e il mattino dopo, al suo risveglio, si lasciò stringere da lui un po'. 

“Sei in vena di coccole questa mattina?” le chiese suo fratello senza nemmeno aprire gli occhi. 

“Si, un po'.” Star inspirò profondamente, subito dopo si alzò in piedi con un balzo inspirò a pieni polmoni e gridò: “SVEGLIAAAAAAA!” 

Peter non si mosse, Remus sollevò il busto di scatto e Sirius scattò in piedi ed era a petto nudo, ovviamente.  

In breve tempo i ragazzi si vestirono, tra proteste e brontolii, e scesero in Sala Comune dove un gruppetto di ragazzine si stava affollando attorno ad un tavolo.  

“Che bolide succede questa mattina?” Domandò Sirius perplesso. 

Star sbirciò oltre le teste delle ragazze e ridacchiò. “Tu, credo.” Rispose. 

James incuriosito si avvicinò al tavolo e afferrò un giornalino tra i tanti poggiati su di esso, lo fissò e rise a sua volta lanciandolo a Sirius. 

Bhe, è una gran bella foto.” Commentò questo dopo aver dato un’occhiata alla copertina del giornale che ritraeva sé stesso ricoperto di panna il giorno di Pasqua. 

“Il ragazzo più sexy della settimana.” Remus lesse il titolo scritto a caratteri cubitali. 

“Oh, aspetta, dice che c’è un articolo su di te a pagina tre.” Star indicò l’angolo in basso della copertina. 

James riafferrò il giornalino dalle mani dell’amico e lo sfogliò rapido. “C’è un’altra foto, e non sei solo.” Annunciò voltando il giornale verso di loro. Una foto occupava buona parte di pagina tre, era quella scattata a Sirius e Star il primo aprile, quando erano ancora in pigiama con le mazze da battitori in mano, lei che spingeva giocosamente via lui, il ragazzo che la teneva stretta a sé per la vita. 

“E’ una foto stupenda!” Esclamò Sirius entusiasta. 

Peter aveva preso un’altra copia del giornalino e fissava perplesso la copertina. “Avevi davvero la camicia così inumidita dalla panna?” Domandò stupito. 

Sirius guardò di nuovo il sé stesso in copertina che sorrideva ammiccante tra la candida panna, la cravatta allentata sul collo e la camicia che gli aderiva addosso. “Non penso, forse hanno fatto un qualche incantesimo.” 

“Oh, no. Eri proprio così.” Lo smentì Star. 

In quel momento due studentesse del primo anno si avvicinarono ai Malandrini. “Scusaci...” Iniziò una timidamente rivolgendosi a Sirius come se il resto delle persone li attorno fossero state invisibili. “Possiamo avere un tuo autografo?” 

“Un autografo!” Ripetè James cercando di trattenersi dal ridere mentre Sirius accontentava le due ragazze. 

“Non essere scortese, Jame, ora Sirius deve occuparsi delle sue ammiratrici.” Scherzò Star, nel frattempo uscirono dalla Sala Comune e si diressero lungo i corridoi già affollati. 

Bhe, scusate se sono troppo bello e troppo sexy per passare inosservato come voi.” Sbottò il ragazzo, si spostò una ciocca di capelli dalla fronte con un gesto elegante, e Star si chiese se si rendesse davvero conto di quanto era attraente o se semplicemente si divertiva a scherzarci sopra senza comprenderlo. 

Non si sapeva bene come ma moltissime ragazzine parevano aver già visto il giornale, anche quelle di altre Case. Si erano radunate tutte nei pressi della torre di Grifondoro per cercare di vedere Sirius. 

“Hai ragione, sei troppo bello, ti lasciamo in buone mani allora.” Replicò Remus dopo essersi accorto degli sguardi su di loro, poi annunciò a gran voce: “Sirius Black firma autografi sulla sua foto in copertina!”  

In poco tempo il loro amico fu circondato dalle ragazzine, come se si fosse spezzato l’incantesimo di protezione che le aveva tenute alla larga fin ora.  Il resto dei Malandrini sgattaiolò via lasciando il loro amico in balia delle sue ammiratrici.  

“Sei stato perfido, Remus!” Commentò James estasiato da quell’attacco di malizia nel suo amico. 

“Un genio.” Gli fece eco Peter. 

“Un genio che dovrebbe essere un Prefetto.” Lily li sorpassò fermandosi più avanti e sbarrando loro la strada. 

Star stava per replicare qualcosa, sorpresa del fatto che la sua amica avesse da ridire, quando la rossa cominciò a ridere. È stato divertente, comunque.” Commentò poi. 

“Felice che ti piacciano i nostri scherzi, Evans.” Replicò James. 

“Questo è uno scherzo fatto da Remus, e oltre ad avere come vittima uno di voi, ha anche delle conseguenze molto leggere. I vostri scherzi, Potter, li trovo ignobili e assolutamente non divertenti.” Sbottò Lily girando sui tacchi e sparendo tra la folla. James per tutta risposta si passò la mano tra i capelli e sorrise ammiccante ad un gruppo di ragazzine; non aveva il fascino quasi inconsapevole di Sirius ma era comunque un gran bel ragazzo, anche Capitano della squadra oltretutto. 

“Non la conquisterai mai così.” Gli fece notare sua sorella dopo aver seguito il suo sguardo mentre proseguivano verso la Sala Grande. 

“E cosa dovrei fare, di grazia?” Sbuffò il giovane Potter. 

“Crescere. Ad esempio.” Ribatté Remus. 

“James è perfetto così com’è.” Si intromise Peter. 

“James è un rimbambito, e con le altre persone fa al figura dell’arrogante.” Replicò Star paziente arruffando con la mano i capelli di suo fratello. 

“Non è vero!” Proprio mentre pronunciava queste parole James spostò di peso un ragazzino del primo anno, facendolo scivolare lungo panca accostata al tavolo dei Grifondoro, per potersi sedere più comodamente. Star e Remus lo fissarono entrambi con un sopracciglio inarcato.  

James stava per dire qualcosa in sua difesa quando Sirius si gettò di peso sulla panca tra lui e Peter.  

“Oh sei vivo.” Notò Remus con scarso entusiasmo, accomodandosi di fronte al loro con Star.  

“Mi hanno rubato i calzini!” Annunciò Sirius con l’aria più stralunata del mondo. In effetti il giovane aveva perso anche la cravatta e qualche bottone della camicia che ora giaceva semi aperta sul suo petto, il mantello era sparito.  

“Ti senti violato?” Scherzò Star. 

“Io non so bene cosa sia successo, ma sono certo che le loro mani hanno toccato parti di me che non dovrebbero essere toccate.” Raccontò lui sconvolto. 

“Tipo il cuore?” Chiese la sua amica facendo ridere gli altri Malandrini, Sirius le lanciò uno sguardo stupefatto. “Scusa ma non riesco a pensare a nessuna altra parte del tuo corpo che non sia già stata toccata.” Si spiegò lei. 

“Oggi siete tutti incredibilmente cattivi con me.” Si lamentò lui. 

Al e Fill giunsero vicino a loro interrompendo le risate.  

“Ci scusi Capitano.” Cominciò Fill con un inchino.  

“E incantevole sorella del Capitano.” Aggiunse Al inchinandosi ancora più a fondo. 

“Ma volevamo sapere quando inizieremo ad organizzare le Giornata dei Grifondoro.” Concluse Fill. 

Inutile dire che a James quasi prese un colpo. Era venerdì 23 aprile e la Giornata dei Grifondoro sarebbe stata il 28 aprile.  

“Cinque giorni...” Balbettò il Capitano. “E non ho nemmeno chiesto il permesso alla McGranitt...” Senza dire altro il ragazzo partì di gran carriera fuori dalla Sala. 

Al e Fill rimasero stupiti a fissare i restanti Malandrini che continuarono a mangiare con calma.  

“Oh, Sirius ha già chiesto il permesso alla McGranitt.” Spiegò Star. 

“E hanno già fatto il disegno per le magliette.” Aggiunse Remus. 

“Questo weekend, dopo gli allenamenti, vi spiego l’incantesimo e vi fermerete a fare le maglie con noi.” Sirius estrasse dalla borsa una maglia già finita e la passò ai ragazzi che entusiasti andarono a mostrarla ai loro compagni di squadra. 

James li raggiunse in aula, rosso in viso, era evidente che la professoressa McGranitt gli aveva riferito che Sirius aveva già ottenuto il permesso. “Potevate dirmelo.” Sbottò sedendosi accanto ai suoi amici nei banchi infondo. 

“Non sarebbe stato divertente.” Replicò Star tranquilla.  

La McGranitt entrò subito dopo James. “Cinque punti in meno per il ritardo, signor Potter.” Decretò prima ancora di raggiungere la cattedra. 

“Ma anche Lei è in ritardo!” Ribatté il ragazzo. 

“Perché lei mi ha fatto arrivare in ritardo, signor Potter. Quindi altri cinque punti in meno per questo. Aprite i libri.” 

Sirius cercò di trattenersi dal ridere, non per rispetto della lezione, ma per il semplice fatto che i corridoi erano ancora pieni di ragazzine assatanate e lui non era certo che i suoi pantaloni gli sarebbero rimasti addosso se James avesse voluto vendicarsi. 

Una volta concluse le lezioni il Capitano mise subito all’opera la squadra per finire di organizzare il Raduno in Volo. Sarebbe stata di mercoledì quindi la professoressa McGranitt voleva concedere ai Grifondoro solo il pomeriggio di libertà, ma Silente le fece notare che avevano avanzato un giorno intero di vacanza avendo fatto una pausa Natalizia più breve, così venne data a tutta Hogwarts una giornata di riposo. I Tassorosso presero d’esempio i Grifondoro e decisero di trascorrere anche loro la giornata insieme. I Corvonero, venuti a saperlo, prenotarono la biblioteca. I Serpeverde provarono ad organizzare qualcosa sotto consiglio di Lumacorno ma non tutti aderirono.  

Giunse infine mercoledì, i componenti della squadra si recarono per primi in campo già indossando le loro maglie rosse con un leone con una mazza da Battitore in mano, la Pluffa sotto il braccio e un boccino che gli svolazzava attorno alla testa, ovviamente c’era anche il conteggio magico dei minuti in volo. Star era con loro, la squadra aveva insistito visto l’impegno impiegato dalla ragazza per preparare le magliette; Mary la fissava in modo strano, meno odioso rispetto agli ultimi tempi. 

“Ok, prepariamo le scope per chi non le ha, i tavoli per il pranzo e tutte le decorazioni.” Ordinò James guardandosi intorno allegro. Star respirò a fondo, adorava organizzare le cose di prima mattina: era una bella giornata e l’aria era frizzante ma non pungente, si prospettava un aumento di temperatura. Tutti intorno alla ragazza si misero al lavoro e lei iniziò ad aiutare qua e là. Star cercò di vivere al meglio quella sensazione particolare che le percorreva il corpo, i preparativi di qualcosa di importante che avrebbe reso felici molte persone la facevano sentire bene, emozionata, felice. Si, quello era il momento della giornata che preferiva in assoluto.  

“Star, vieni un attimo per favore?” La chiamò Sirius alle prese con uno stendardo che non voleva farsi appendere dritto. Quando lei si avvicinò il ragazzo incrociò le mani posizionandole con i palmi in alto e piegò un po' le ginocchia tenendo le mani più in basso possibile. “Salta su.” La incoraggiò. 

Star poggiò un piede sulle sue mani e si sentì sollevare immediatamente, svelta sistemò lo striscione che si era attorcigliato e poi Sirius la afferrò per i fianchi accompagnandola a terra. 

“Grazie. Ottimo lavoro.” Le disse lui sorridendo.  

“Non c’è di che.” Rispose la ragazza. In quel momento arrivarono i primi Grifondoro e la squadra si adoperò per aiutarli. Lily e le altre ragazze giunsero al campo più tardi e Mary le accolse subito, Alice e Lily, però, chiesero l’aiuto di Star. Non che la loro bionda amica non fosse brava, ma era poco paziente, la mora invece non aveva problemi ad aiutarle con calma. 

“Non ho mai capito perché dobbiamo fare questo raduno proprio in volo.” Si Lamentò Lily reggendosi con forza alla sua scopa. 

Star rise volgendo il viso alla carezza del vento. “Perché è un Raduno in Volo.” Spiegò semplicemente. 

“Sai Star, vorrei vederti alle prese con una cosa che ti viene difficile.” Scherzò Alice. 

“Basta che la guardi alle prese con i suoi sentimenti con Black.” Commentò Lily. 

Shhhhhh!” Fece Star guardandosi intorno agitata. 

“Dai, non puoi essere così pessima nelle relazioni.” Replicò Alice. 

“Decisamente si. E, Lily, usa un nome in codice se proprio vuoi parlare di lui, ha un udito davvero molto fine.” La mora rimproverò la rossa dopo essersi accertata che Sirius fosse dall’altra parte del campo. 

“Ok, lo chiamerò l’Idiota Cieco.” La accontentò Lily. 

“Gli si addice.” Replicò Star con un sospiro sconsolato. 

Bhe, non si può incolparlo di essere cieco visto il modo in cui ti ostini a non dare traccia dei toui sentimenti.” Fece notare Alice. 

“E che dovrei fare? Morirgli dietro come tutte le altre?” Sbottò la mora. 

“Esiste una via di mezzo.” Le ricordò Lily. 

“Non mi piace civettare.” Ribatté Star. 

“Basta che tu faccia quello che hai fatto al compleanno di tuo fratello.” Commentò Alice. 

“Buon giorno signorine.” Sirius si fermò in volo accanto a loro con un sorriso smagliante. “Tuo fratello, nonché capo supremo, ti attende.” Riferì alla sua amica. 

“Sentite la mia mancanza, vero?” Scherzò Star. 

“Come l’aria.” Rispose Sirius nello stesso tono. 

La mora rise, salutò le ragazze e volò rapida verso James schivando tutti gli inesperti Grifondoro che incontrò nel tragitto. 

“A rapporto, Capo.” Annunciò scherzosa la ragazza. 

James le si avvicinò il più possibile. “Le hai indicato me? Oggi sto volando proprio bene. Le hai fatto notare quanto sono agile? A proposito, come sto?” Le sussurrò all'orecchio poi prese a passarsi la mano tra i capelli e produsse il suo sorriso più falso in direzione di Lily, era quello che gli usciva quando cercava di imitare il sexy e sfrontato mezzo sorriso di SiriusLa rossa, che stava guardando da quella parte per capire se la sua amica sarebbe tornata, sbuffò e distolse lo sguardo. 

“Non mi può sopportare!” Si disperò il giovane Potter. 

“È perché ti comporti così. Stai fermo con quei capelli. E sorridi in modo normale!” Sbottò Star esasperata. 

“Non ci riesco!” James era davvero un fascio di nervi, era raro vederlo così. 

“Ma che ti prende oggi?” Gli chiese. 

È che lei non viene mai alle partite. E oggi pensavo… dopo quello che è successo la sera del ballo e anche a Pasqua… io pensavo che mi avrebbe guardato in modo diverso.” Spiegò lui. 

Sua sorella sorrise dolcemente. “Farò quel che potrò. Ma tu smettila di atteggiarti cercando di imitare Sirius.” 

“Ma con le altre funziona sempre…” Sospirò rassegnato James. 

“Ah, Lily è come le altre allora?” Domandò lei. 

“No, ma certo che no.” Replicò il ragazzo con aria offesa. 

Star stava per dirgli qualcosa ma poi si arrese e scuotendo la testa tornò dalle sue amiche.  

“Cosa voleva?” La accolse Alice curiosa. 

“Cose da fratelli.” Rispose la mora. 

“Ah, non è giusto! Deve essere davvero un legame speciale quello che ci lega. L'ho capito bene alla partita; quella in cui ti sei gettata dalla scopa.” Protestò Alice con un pizzico di invidia. 

“Chissà chi ti prenderebbe lo facessi oggi?” Si domandò Lily. 

“James.” Star non aveva dubbi. 

“Io non ne sarei così sicura.” Alice cercava di insinuarle un dubbio, infatti riprese subito dopo: “Credo che oggi ti prenderebbe Sirius.” 

“Tu sogni.” Replicò la mora ridendo. 

“Bhe, non puoi saperlo.” Le fece notare Lily. 

“Ve lo dimostro allora.” Replicò Star convinta. 

“Oh, no! Sei impazzita? C'è troppa gente oggi, e se nessuno ti prendesse?” Si agitò Alice. 

“Sono piuttosto brava con gli incantesimi, mi fermerò da sola prima di spappolarmi, promesso.” Le assicurò la ragazza dagli occhi cobalto, poi si voltò e volò verso l’alto, sopra tutti i partecipanti al raduno. Era davvero molta gente, ma per fortuna in quel momento arrivò il pranzo e tutti scesero di quota; il cielo era libero.  

Star sapeva che James la stava cercando, poteva quasi percepire i suoi occhi nocciola scandagliare i dintorni per trovarla. La ragazza prese un respiro profondo, il sole le scaldava la pelle ma il vento fresco le impedica di soffrire il caldo. E si lasciò andare.  

Cadere nel vuoto era una sensazione terrificante e bellissima al tempo stesso, sembrava che il tempo rallentasse, poteva sentirsi pensare ad una lentezza incredibile, guardò il suolo e si chiese da quanti secondi ormai stava precipitando. Braccia forti la afferrarono per la vita e degli applausi partirono da quei pochi che avevano notato la scena, convinti che fosse un tributo alla prima partita del Capitano. Star sorrise e salì sulla scopa dietro il suo salvatore; suo fratello.  

“Dovresti avvertirmi quando fai queste cose. Avrei potuto non accorgermene.” Commentò James, ma il suo sorriso tranquillo dimostrava che aveva compreso le intenzioni di sua sorella ben prima che lei si buttasse. 

“Tutto bene? Mi hai fatto prendere un colpo.” Sirius era accanto a loro, Star non sapeva da quanto tempo, e il suo viso, al contrario di quello di James, era solcato da un’ombra di preoccupazione. 

“Oh, si. Volevo solo... sai, la nostra prima partita. James è stato incredibile, ha preso il boccino e me.” Raccontò lei come scusante. 

“Andiamo a prendere la tua scopa.” Propose James accennando con il mento al manico bloccato in aria alcuni metri sopra di loro. Sua sorella annuì e sorrise a Sirius come per rassicurarlo. 

Il pranzo si svolse in volo per pochi temerari e a terra per gli altri studenti meno avvezzi ai manici di scopa. Nonostante questo fu estremamente divertente. Al e Fill intrattennero i Grifondoro recitando una scenetta allegra di una vecchietta e sua nipote, vederli fingersi l’uno un’anziana e l’altro una bambina era la cosa più esilarante del teatrino improvvisato. 

Dopo pranzo tutti rimontarono sulle scope, la giornata era splendida. Dall’alto si potevano vedere i Tassorosso radunati in riva al Lago Nero che si godevano il sole su coperte gialle e immergevano i piedi nell’acqua fresca.  

“Star?” La voce di Sirius riscosse la ragazza dal torpore in cui era caduta osservando il parco dall’alto.  

“Dimmi.” 

“E’ da un po’ di giorni che volevo chiedertelo ma...” Iniziò lui, ma fu interrotto da Sophia che nonostante fosse instabile sulla scopa si era presa la briga di volare fin lassù solo per chiedere con aria strabiliata: “Tu e Lily siete usciti con dei ragazzi più grandi il giorno dopo Pasqua?” 

“Già.” Replicò la mora. 

“Mary ha detto di averli visti, sono davvero così belli come dice? Ha detto che hanno degli occhi azzurri pazzeschi.” Continuò Sophia. 

“Sono effettivamente molto belli.” Confermò Star. 

Ahhh! Tu e Lily vi beccate sempre i migliori!” Protestò la ragazza. 

La mora sorrise e la guardò tornare verso il basso pregando che non si facesse male. 

“Quindi è andata bene l’uscita alla fine.” Constatò Sirius. 

“Lo sai com’è andata. Ci siamo baciati e...” Replicò Star ma il suo amico scosse la testa.  

“No, intendo dire... ti piace, quel ragazzo, nonostante avessi detto che non saresti più uscita con nessuno.” Spiegò lui. 

La ragazza guardò verso il basso, qualche metro sotto di lei i suoi compagni Grifondoro ridevano e scherzavano. “E’ bello, si... mi piace direi.” 

“Bene.” Sirius sembrava desideroso di chiudere quel discorso. “Volevo chiederti: hai mai letto di una magia che può impedirti di scoprire un luogo, di disegnarlo su una mappa intendo.” 

Star ci pensò su. “Hogwarts è protetta da una magia simile, no?”  

“Ma noi stiamo disegnando la mappa di Hogwrts.” Ribatté lui. 

“Si, ma non la stiamo posizionando su una carta geografica intendo. Non si può fare questo.”  

Il giovane parve deluso. “Nemmeno tu puoi farlo? Nel senso; non puoi rompere l’incantesimo?” 

“Non ci ho mai provato. Forse si, ma se lo facessi metterei a rischio la sicurezza di Hogwarts.” Spiegò lei. “Perchè mi chiedi questo?” Si incuriosì poi. 

Sirius le sorrise. “Ho trovato una stanza, una che credo non abbia mai trovato nemmeno James.” 

Per un attimo Star perse un battito: e se il suo amico aveva trovato la Torre? 

“Si trova al settimo piano, dietro il ritratto di quel tipo che cerca di insegnare la danza ai troll.” Rivelò il giovane e la ragazza si sentì sollevata. 

“Ci sono passata di lì, in una stanza lì vicino mi sono allenata per... bhe... ok... e quindi?” 

Il sorriso del ragazzo si allargò. “Quindi è incantata, non si può disegnare, inoltre ci trovi dentro tutto ciò di cui hai bisogno.” 

“Cosa?” Si stupì lei. 

“Esatto. L'ho scoperta giorni fa, avevo voglia di suonare un po' ma non ci sono strumenti qui ad Hogwarts e tu non eri nei paraggi per farli apparire, mi sono perso in quel dannato corridoio e sono tornato indietro sempre alla ricerca di un posto dove suonare, poi ho capito dov’ero e ci sono passato di nuovo, davanti all’arazzo intendo. In quel momento è apparsa una porta, sono entrato e c’era una stanza piena di strumenti. Sono uscito per cercare di ricordami bene dove fosse la stanza ma allora la porta è sparita, così ho fatto una prova desiderando un posto per nascondermi ed è apparso una stanza molto confortevole, come se pensasse che ci avrei passato del tempo. Poi sono uscito e la porta non c’era.” Sirius raccontò tutto ciò senza quasi prendere fiato. 

“Ma è fantastico. Dobbiamo andarci!”  Si esaltò la ragazza. 

“Volevo farvi una sorpresa e disegnarla sulla mappa, ma non ci sono riuscito.” Si rammaricò lui. 

“Se preferisci possiamo andarci solo noi due, così posso vedere se riesco ad aggirare quell’incantesimo.” Propose Star. 

“E’ un’ottima idea.” Acconsentì il giovane.  

“Di che blaterate voi due?" James si avvicinò a loro tenendo d’occhio un insicuro Remus e un troppo entusiasta per le sue capacità Peter.  

“Di quanto sei patetico.” Rispose sua sorella sorridendo. 

“Ha-ah, mai patetico quanto te sorellina.” Replicò James.  

Senza che Remus se ne rendesse conto presto si trovò da solo ad un’altezza considerevole mentre i suoi amici erano partiti a gareggiare tra loro seguiti da un esaltato Peter che rischiava di cadere ogni metro e sbatteva contro chiunque. Il giovane sospirò e cercò, con calma, di scendere di quota.  

Star fermò la sua corsa quando fu chiamata da Alice; si unì al gruppo di ragazze che stavano allegramente chiacchierando di compiti e ragazzi.   

“L’idiota cieco è venuto a salvarti, hai visto?” Le sussurrò all’orecchio Lily. 

“No, James mi ha salvata, come dicevo io.” Replicò la giovane. 

“Si, ma non hai visto la corsa che il tuo amico ha fatto?” Si intromise Alice sporgendosi verso di loro. 

Lo sguardo ingenuo di Star fu una risposta eloquente.  

“Si è voltato verso di te nell’esatto istante in cui hai lasciato la scopa, è partito in volo talmente velocemente che era quasi impossibile vederlo, è arrivato un secondo dopo di James ma solo perché tuo fratello è partito ancora prima che tu ti lasciassi cadere.” Il racconto di Lily sorprese Star anche se lei finse di no. 

Bhe, lo ha fatto perché a differenza di James non sapeva che mi ero gettata appositamente, era molto preoccupato quando ci ha raggiunto.” Spiegò poi. 

Alice la guardava con un’aria talmente scettica che le sue sopracciglia erano quasi finite sotto la sua frangia. 

“Kyle e Reece, vero?” Chiese Ann a Lily in quel momento, distogliendo le tre dalle loro chiacchiere. 

“Si, si chiamano così.” Rispose la rossa. 

“Sono cariniiiii, io li ho visti.” Commentò Marlene. 

“Sono molto affascinanti in effetti, e intelligenti. Sapeste che libro stanno scrivendo! E’ fantastico.” Raccontò Lily. 

“Sarà quello giusto?” Le chiese Mary maliziosa. 

“Mah, è troppo presto per dirlo, per ora so che è una persona molto gradevole e mi piace uscirci, se me lo richiedesse ci uscirei di nuovo.” Rispose la rossa con lieve imbarazzo. 

“E tu che ne pensi di Kyle, Star?” Domandò Emmeline curiosa. 

“Più o meno lo stesso. Mi chiedo se usciremo ancora insieme.” La ragazza dagli occhi cobalto fissò in alto. Il sole stava tramontando e i Grifondoro cominciavano ad atterrare e a salutarsi. 

“Io mi ritiro.” Annunciò Alice scendendo dalla scopa con aria infelice. Frank le fu subito accanto e le avvolse le spalle con un braccio conducendola fuori dal campo. I due si allontanarono chiacchierando allegramente, sembravano davvero felice, lui le baciò la guancia e lei sorrise in modo stupendo, gli occhi di entrambi sembravano luccicare. 

“Una cosa così la vorrei anche io.” Mormorò Lily. Star si voltò verso di lei. “Anche io.” Replicò con un sorriso amaro. “Ma un giorno succederà anche a noi.” 

Lily e Star si salutarono. La rossa andò a cenare mentre la mora rimase a sistemare il campo con la squadra. Andarono a cena molto tardi e riuscirono a malapena a mangiare qualcosa prima di tornare in dormitorio. Alcuni ragazzi del sesto anno ne approfittarono per fare un festino ma nessuno del quinto o del sesto vi partecipò. Star filò a letto distrutta dopo aver salutato Malandrini, non dormire non la stancava, e nemmeno la fatica fisica, ma cercare di nascondere i suoi sentimenti per Sirius... quello la distruggeva. Si addormentò subito e si godette un sonno profondo e ristoratore. 

 

 

............ 

 

Le lezioni ripresero e il giorno dopo prima di cena Remus salutò i suoi amici per recarsi, sconsolato, al colloquio.  Il ragazzo camminava lentamente, era partito con largo anticipo, ma non aveva nessuna voglia di arrivare a destinazione. Che lavoro poteva fare un lupo Mannaro? Forse il distruggi documenti in qualche buio angolo di discarica. Nonostante cercasse di perdersi nei corridoi arrivò comunque all’Ufficio della McGranitt, almeno non era in anticipo. Spinse la porta ed entrò, pronto ad un colloquio interminabile quanto inutile, ma quando entrò trovò i suoi amici in piedi attorno alla scrivania della professoressa. 

“Che cosa ci fate qui?” Domandò il giovane perplesso. 

“I signori e la signorina sono venuti a parlarmi di una certa idea per il suo futuro.” Rispose Minerva.  

I Malandrini sorrisero. “Dovresti pensarci davvero, ad insegnare qui ad Hogwarts.” Aggiunse James. 

Remus era senza parole, ma riuscì comunque a balbettare un rifiuto. “Non è saggio.” 

“Io trovo, invece, che sia una splendida idea.” Commentò l’insegnante. 

“Sei sempre molto paziente con me.” Raccontò Peter. 

“E anche con me.” Aggiunse Sirius. 

“E io, purtroppo per te, so che ti piacerebbe insegnare.” Concluse Star. 

“Ma non è sicuro.” Protestò Remus. 

“Io personalmente mi occuperò della sua sicurezza, Signor Lupin. E mi occuperò anche di scrivere una lettera di raccomandazione per il professor Silente quando sarà il momento.” La professoressa era a dir poco determinata.  

“Io... io...” Balbettò Remus. 

“Tu accetti.” Completò James per lui poggiandogli un braccio sulle spalle. 

“E ringrazi.” Concluse Sirius. 

“Diventerai professore.” Si entusiasmò Star. 

Remus era sull’orlo delle lacrime. “Non sono sicuro di poterci riuscire... voi... vi fidate troppo di me ma senza Star io...”  

“La signorina White?” Chiese la professoressa McGranitt perplessa. Remus si rese conto di aver messo a rischio la sua amica e le loro lune piene. 

“Lo curo... dopo Madama Chips e anche la sera prima della luna.” Rispose rapida Star. 

“Questo spiega perché il signor Lupin è sempre meno stanco e si ferisce meno. Non dovreste tenerlo nascosto, può recarsi alla Stamberga con Madama la sera e la mattina, signorina White.” Per quanto gentile e premurosa questa decisione di Minerva mise a serio rischio tutti i piani dei Malandrini. 

“Comunque, Rem, se diventerò una Guaritrice non mi scorderò di certo del mio paziente preferito. Io sarò qui se questo ti fa sentire più tranquillo, sarò al tuo fianco ogni mese.” Promise Star. 

“Ha sentito, signor Lupin? Non c’è nessun pericolo.” La professoressa si alzò. “Quindi ora che ha scelto la sua carriera mi aspetto il massimo impegno da lei nei G.U.F.O., qualunque materia deciderà di insegnare non può essere impreparato in tutte le altre.” Detto questo indicò la porta a tutti i ragazzi li riuniti. Remus stava piangendo, grosse e dolci lacrime che scendevano sulle sue guance incrociandosi sul mento. “Ma sono certa che non mi deluderà.” La donna lo guardava sorridendo dolcemente. Remus abbassò lo sguardo ma annuì e in silenzio uscì insieme agli altri Malandrini. 

“Su su, non è così grave, anche se non sarai un Auror sexy come me e Sirius non vuol dire che non troverai mai una moglie.” Scherzò James una volta richiusa la porta alle loro spalle. 

Remus singhiozzò ma sorrise. “Forse... forse non prima di te... ma prima di Sirius...” 

“Prima di me cosa?” Domandò il giovane Black. 

“Mi sposerò prima di te.” Sbuffò Remus cercando di frenare le lacrime asciugandole con i bordi delle maniche. 

“Sono certa che sarà così.” Concordò Star porgendogli un fazzoletto. 

“Andiamo a mangiare?” Propose Peter. 

I ragazzi risero e si incamminarono verso la Sala Grande. Dopo cena Remus li costrinse a studiare, con i preparativi del Raduno in Volo i suoi amici avevano messo da parte i compiti e ora si erano accumulati a dismisura. Nonostante lo studio erano tutti sereni, anche se avevano fatto i conti con la prima tappa di una crescita personale, per quella sera i loro desideri per il futuro erano ancora sogni lontani, e loro erano solo dei ragazzi che si prendevano in giro interrogandosi a vicenda sui libri di testo nella calda e accogliente Sala Comune dei Grifondoro. 

 

 

................. 

 

L’ultima settimana di aprile si era conclusa con la partita Serpeverde contro Corvonero. Restava solo da giocare quella Grifondoro contro Serpeverde, da sempre la più agguerrita. Inutile dire che James stava facendo sfiancare la sua squadra a suon di allenamenti e che per questo motivo lui e Sirius si ritrovavano a studiare fino a tarda sera. Nonostante tutto, la missione Mappa non era stata messa da parte e i ragazzi contavano di essere invitati alla festa di Lumacorno il primo weekend di maggio. Per questo motivo si stavano davvero impegnando in Pozioni, venerdì pomeriggio era la loro ultima chance. 

“Ok gente, Piumadoro con Lunastorta, io con Felpato.” Pianificò James a pranzo. 

“Se facciamo così Remus non verrà mai invitato, il professore non crederà che sia merito suo.” Protestò Star. 

“Non fa niente, non è il suo solito raduno del Lumaclub in cui invita solo i migliori, è una festa, sicuramente chiederà ad ognuno di noi di invitare qualcuno. Tu inviti Remus, io e Sirius cercheremo di fare del nostro meglio per essere invita a nostra volta.” Replicò suo fratello. 

“E poi uno di vuoi due inviterà me.” Concluse Peter emozionato.  

“Ma sei pazzo? Nessuno di noi due si presenterà accompagnato da un ragazzo, me che meno da te. Noi ti faremo intrufolare con il mio mantello. E bada di non perderlo o rovinarlo.” Sbottò James impaziente. 

“Lily con chi ci andrà?” Chiese Remus. 

“Con Severus credo.” Rispose Star. 

“Ok, possiamo concentrarci su come prendere un bel voto?” Sbuffò Sirius, l’unico con il libro aperto per un ripasso dell’ultimo minuto. 

Quando entrarono nelle segrete notarono subito svariati calderoni e contenitori fumanti da cui si levavano diversi profumi e odori.  

“Oggi ho in mente una cosa un po' speciale, darò un premio a chi di voi riuscirà a riconoscere le pozioni che ho preparato per voi.” Annunciò Lumacorno giovale mentre gli studenti prendevano posto. 

“Chi vorrebbe provar...?”  

“Io.” 

Lily e Severus erano scattati in piedi contemporaneamente pronti ad offrirsi volontari, ma il più veloce a proporsi non era stato uno di loro, bensì Sirius. 

“Prego signor Black.” Lo invitò Lumacorno piacevolmente sorpreso mentre Severus sussurrava qualcosa di maligno su di lui a Lily. E con gran sollievo Star notò che la sua amica finse di sorridere. 

“Questa è pozione Polisucco, utile per assumere le sembianze di qualcun altro.” Iniziò Sirius sicuro indicando il primo calderone pieno di una fanghiglia densa e scura. 

“Ottimo!” Lo incoraggiò Lumacorno. 

“Questa è Pozione ricostituente alla Mandragola, serve a riportare alla normalità chi è stato accidentalmente pietrificato.” Proseguì il ragazzo, Lumacorno annuì entusiasta. 

“Pozione Invecchiante, penso sia ovvio a cosa serve.” Sirius stava guardando un contenitore contenente un liquido verde, ancora una volta il professore annuì. 

“Qui abbiamo Pozione Obliviosa, l’ho capito dall’odore di valeriana, e Bevanda della Pace.” Il giovane Black era ormai giunto alla fine del tavolo, si voltò verso l’ultimo calderone dal quale il fumo si sollevava a spirale. Senza che nessuno potesse prevederlo il ragazzo sbincò e fece un passo indietro. “E’ Amortentia, vero?” Sirius guardava il calderone con un misto di rabbia e circospezione. 

“Si esatto! Ha indentificato correttamente tutte le pozioni...” Lumacorno sembrava davvero felice dei progressi del suo allievo. Ma Sirius non ascoltò una parola.  

“Signor Black... Signor Black, vuole dirci cosa sente?” Il professore stava cercando di richiamarlo, Sirius lo sentì lontano, come se non fosse davvero lì. Strinse i pugni; la rabbia montava sempre di più. Senza nemmeno rendersene conto uscì di corsa dal sotterraneo, forse aveva gettato a terra il libro di un Serpeverde prima di andarsene, forse quel Serpeverde era Mocciosus, ma non gli importava. 

Star si voltò preoccupata verso suo fratello, Lumacorno balbettava sorpreso cercando di capacitarsi di quanto accaduto. James balzò verso di lui.  “Lo scusi professore, l’Amortentia, sa bene che effetto fa solo il suo profumo e Sirius... sta attraversando un brutto periodo in amore.” 

Il professore sorrise rassicurato. “Ma certo, certo. Problemi giovanili. Sono infatti sicuro che l’Amortentia sia la Pozione più pericolosa in questo sotterraneo.” Dopo aver annunciato questo si chinò verso James e sussurrò: “Si assicuri che il signor Black stia bene, e gli dica che gli assegnerò il suo premio alla mia festa domani sera, e che può portare chi vuole così si distrarrà.” 

Il giovane Potter ringraziò il professore e uscì a sua volta. Star e Remus fecero del loro meglio per non pensarci troppo e far proseguire il piano. Ovviamente uscirono dall’aula vittoriosi: anche Star aveva ricevuto un invito alla festa. Prima di cena cercarono James e Sirius, invano, così si misero a studiare con Lily in biblioteca. Si diressero in Sala Grande per mangiare con Lily e le altre ragazze, e solo quando la Sala cominciò a svuotarsi incontrarono James e Peter. 

“E Sirius? Che gli è preso?” Domandò Remus preoccupato. 

“L’ho cercato tutto il pomeriggio, sembra svanito nel nulla. Sono andato anche alla Stamberga, niente.” Rispose James amareggiato. 

Star si illuminò. “Forse so dov’è, fidatevi di me.” Senza aggiungere altro partì di corsa. Salì un’infinità di scale ma alla fine arrivò al settimo piano, fissò l’arazzo con i troll e prese un respiro profondo. Avevano aspettato talmente tanto a cena che nel giro di un’oretta sarebbe scatto il coprifuoco, quindi sperò davvero di trovare Sirius al più presto; sarebbe stato strano dover spiegare alla gente perché faceva avanti e indietro in un corridoio in piena notte. Scacciò i brutti pensieri e cercò di concentrarsi per chiedere al muro di far comparire una stanza dove poter suonare. Era decisamente ridicolo camminare su e giù ma alla terza volta una porta apparve. La ragazza bussò, senza nemmeno sapere perché, controllò che il corridoio fosse vuoto, e poi entrò. Sirius era seduto al pianoforte, le sue mani però erano distanti dai testi, e gli occhi grigi erano puntati su di lei. 

“Non credevo te lo ricordassi, ti ho aspettato per venirci insieme la sera del raduno.” La accolse Sirius aspramente. 

“Oh.” Fu questo l’unico suono che la giovane riuscì a produrre, il viso puntato verso le sue scarpe, ripetendosi mentalmente quando era stata stupida. “Mi dispiace.” Riuscì ad aggiungere poi. 

Nel silenzio che seguì nessuno dei due si mosse. Alla fine Star si sedette accanto al ragazzo e posò un dito su un tasto; un Sol chiarissimo vibrò nell’aria. 

“Come stai?” Chiese lei. “A parte la scenata di oggi è da un po' che ti vedo giù di corda.” 

“Mio zio ha smesso di rispondermi alle lettere, non ho sue notizie da un po'.” Rispose Sirius, lui stesso si stupì di quanto detto; teneva quel segreto nascosto da tempo e gli era bastato che lei domandasse per sputare il rospo. 

Star lo guardò con i suoi occhi cobalto pieni di preoccupazione. “Spero che stia bene, è un uomo saggio e un abile mago, sono certa che non ti scrive per non farsi rintracciare.”  

“Grazie.” Mormorò il giovane, premette anche lui un tasto, tanto per fare. LA. 

“E Mary? Hai sentito il suo profumo nella pozione?” La ragazza stava guardando le dita di lui posate delicatamente sui tasti, in posizione, pronte per produrre musica. 

“Stavo con lei perché pensavo di non meritare altro. Ma non era giusto per lei. Non merito nemmeno lei.” La voce di lui era poco più di un sussurro. 

“Perché pensi di non meritare la persona che ami?” Insistette Star. 

“Dovevo dimostrare di essere più di un ragazzo inebriato dal sesso e dall’alcol ma non ce l’ho fatta.” Rispose Sirius con semplicità. 

“Cioè non la meriti solo perché non sei fatto per l’astinenza?” La ragazza trattenne uno sbuffo divertito. 

“No... È perché... e se stando con lei la obbligassi a fare sesso prima di quando vuole?” Il giovane Black si alzò di scatto posando la mano sui toni più cupi della tastiera, un bell’effetto drammatico. 

“Lo faresti?” Chiese lei. 

“No, ma forse farei sesso con altre ragazze...” Sirius guardò in basso, sorpreso da sé stesso.  

“Riusciresti a fare sesso con altre persone mentre stai costruendo un’intesa di veri sentimenti con la persona che ami? Sei troppo emotivo per riuscirci, credo.” Replicò la giovane tranquilla. 

“Cosa intendi?” Il ragazzo si voltò a guardarla, era ancora seduta e sorrideva serena, sicura di sé. 

“Che fai sesso perché ti piace la sensazione, ma non crei mai un legame vero con le persone con cui lo fai.” Gli leggeva dentro, Sirius ne era convinto. “Io so che la rabbia che hai dentro non è l’unico sentimento che nascondi. Quindi dimmi: se fossi sicuro di amare e essere amato ti importerebbe del sesso?” 

“Credevo di no. Ma anche se amo questa persona ho ceduto comunque.” Rispose lui, c’era una durezza tale nel suo tono da essere quasi solida, graffiante. 

Perchè non ti sei mai dichiarato!” Sbottò Star spazientita. “Non sai nemmeno se questa persona prova lo stesso per te. Ma se fosse così; se ti amasse nello stesso pazzo, forte e incredibile modo con cui la ami tu, di cosa ti importerebbe?” 

“Solo di lei. Anche ora mi importa solo di lei... non mi importa del sesso.” Il tono del giovane diventò improvvisamente forte e alto, tanto da rimbombare nella grande stanza. 

“Allora perché lo fai?” 

“Perchè è divertente, mi fa sentire bene.... ” 

“E perché stai male?” Lo interruppe lei. 

“Perché HO PAURA CHE LEI NON MI AMERA’ MAI. E soprattutto perché non ho il coraggio di dirle che io la amo.” Gridò Sirius. 

“E se tu lo trovassi il coraggio? E lei ti amasse?” Quella domanda rimbombò nella testa del giovane per dei lunghissimi secondi. E se lei lo avesse amato. Doveva scoprirlo. 

“Hai ragione... Devo scoprire cosa prova per me, solo così potrò mettermi il cuore in pace.” 

Star rise. “Sembri così convinto che lei ti rifiuterà, chi è? E’ Rosmerta?”  

Il giovane arrossì lievemente. “Come fai a sapere di lei?” Domandò in preda al panico. 

“Sono amica di una sua amica, un giorno siamo uscite e l’ho sentita parlare di te. Allora, ho indovinato? Hai paura perché lei è più grande? O solo perché è bellissima?” 

“Non hai indovinato. Sono uscito con lei solo una notte.” Sirius sorrise. “Però lo farò, dirò alla donna che amo quello che sento. Così tu, James e Remus smetterete di assillarmi.” 

“Sei incredibile, ti sei creato tutti i tuoi problemi da solo.” La ragazza rise ancora. “Comunque... cosa hai suonato quando sei venuto qui la prima volta?” 

Il cambio repentino di argomento lo sorprese tanto che non trovò una risposta abbastanza rapida. 

“Intendo dire che... se hai trovato questa stanza... credo che tu avessi davvero bisogno di suonare, mi sbaglio?” Continuò Star guardandosi finalmente attorno. 

“Ho scritto una nuova canzone.” Rispose lui. 

Gli occhi della giovane si illuminarono. “Oh, ti andrebbe di farmela sentire? È da questa estate che non ti sento suonare.” Lo pregò poi. 

“Non è vero, ho suonato anche … in quel posto.” L’amarezza nelle sue parole rendeva chiaro il riferimento a Casa Black. 

Impossibile per Star dimenticare quelle esibizioni. “Si, ma non eri tu davvero. Eri molto più sereno da noi.” 

“E a San Valentino.” Le ricordò il ragazzo. 

“Si, ma lì ho suonato con te, quindi non conta.” Insistette lei. 

Sirius sospirò e tornò a sedersi accanto alla sua amica. “Non dovrai prendermi in giro se te la faccio sentire, ok?” 

“Non ti prenderei mai in giro...” 

“Mi hai sventolato in faccia quel dannato foglietto coi cuori per una giornata intera." Replicò lui. 

“Non ti prenderei mai in giro per la tua musica.” Si corresse Star dopo aver riflettuto un attimo. 

Il ragazzo rise piano scuotendo la testa incredulo, poi smise di guardarla e si concentrò sui tasti; impresa non facile. Prese un respiro profondo e iniziò a suonare. 

We both lie silently still 
In the dead of the night 
Although we both lie close together 
We feel miles apart inside 

La melodia era lenta e piacevole, la voce del ragazzo dolce e triste. 

Was it something I said or something I did 
Did the words not come out right 
Though I tried not to hurt you 
Though I tried 
But I guess that's why they say 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Dopo l’ultima strofa il giovane lasciò il piano e afferrò una chitarra poggiata lì vicino allontanando il sedile dal primo strumento si mise a passare le dita sulle corde, il ritmo era forse poco più rapido ma la cosa più importante è che le note prendevano una forza differente con la chitarra.  

“Yeah it does 
listen to our favorite song 
Playing on the radio 
Hear the DJ say loves a game of easy come and 
Easy go 
But I wonder does he know 
Has he ever felt like this 
And I know that you'd be here right now 
If I could have let you know somehow I guess” 

Star si alzò per lasciargli il suo spazio e si sedette sul pianoforte di fronte a lui, da quella prospettiva lo vedeva piegato sullo strumento, completamente assorto dalla musica. 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Though it's been a while now 
I can still feel so much pain 
Like a knife that cuts you the wound heals 
But the scarthat scar remains 

I know I could have saved a love that night 
If I'd known what to say 
Instead of makin' love 
We both made our separate ways” 

La ragazza aveva chiuso gli occhi e stava leggermente ondeggiando a ritmo, ma si fermò quando Sirius riprese con: 

But now I hear you found somebody new 
And that I never meant that much to you 
To hear that tears me up inside 
And to see you cuts me like a knife I guess 

La durezza che lui aveva messo in quelle parole le fece battere il cuore forte, sentiva quasi la sua sofferenza, fu per questo che quando riconobbe il ritornello lo canticchiò a bocca chiusa facendogli da supporto. 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

 

“Che ne pensi?” Chiese Sirius riappoggiando la chitarra e riavvicinando il sedile al piano, una pessima idea visto che si trovò di fianco le lunghe gambe della ragazza lasciate scoperte dalla gonna della divisa.  

“Che sei parecchio incasinato. La tipa che ti piace sembra davvero non dardi molte attenzioni, sta con un altro, giusto?” Star si piegò in avanti avvicinando il viso a quello di lui, gli occhi cobalto che lo scrutavano indagatori; che senso aveva mentire. 

“Non proprio, esce con un altro, ma non so cosa sia.” Spiegò Sirius. 

“Oh, se è per questo allora non dovresti disperare. Io sono uscita con Kyle ma non ho la più pallida idea di cosa provo, magari anche lei è una piuttosto indecisa.” Lo rassicurò lei. 

“È probabile.” Rise il giovane. “Comunque ora sono meno incasinato di quando ho scritto questa... sento come se avessi ben chiaro in mente cosa fare per la prima volta da moltissimo tempo, quindi grazie.” 

Star gli regalò un sorriso bello da mozzare il fiato e poi saltò giù dal pianoforte aggirandosi per la stanza. “Sono abbastanza certa di aver fatto esplodere questo posto, ma non sembra affatto. Forse la mia magia non ha effetto qua dentro." Constatò guardandosi attorno. 

“Non credi di poterla disegnare, quindi?” 

“No.” La giovane fece spallucce. “Ma almeno tu sai che cosa fare della tua vita. Credo di aver avuto successo.” Si avvicinò scherzosamente a Sirius per sistemargli la cravatta della divisa. 

“Io ho sempre saputo cosa fare della mia vita.” Ribatté chinando il viso verso quello dell’amica. “Ora so anche cosa fare con i miei sentimenti.” 

La ragazza lo fissò negli occhi e con l’ari più seria che riuscì ad esibire disse: “Ma Sirius Black non ha sentimenti.” 

“Divertente.” Replicò lui. In un battito di ciglia Star provò un’incredibile quantità di emozioni derivate dal susseguirsi rapido di svariati eventi: il primo fu le labbra di Sirius pericolosamente vicine alle sue mentre pronunciavano “Potrei dimostrarti il contrario.”, le quali le causarono una folle agitazione, poi ci fu lo spavento incredibile che prese quando la porta si aprì di scatto, subito sostituito dal sollievo nel vedere James, Remus e Peter sull’uscio, immediatamente rimpiazzato dall’imbarazzo nel notare che stavano guardando lei e Sirius decisamente troppo vicini l’uno all’altra. 

Con un dignitoso passo indietro si allontanò dal suo amico per accogliere gli altri Malandrini. “Finalmente siete arrivati.” Commentò. 

“Li hai chiamati tu?” Chiese Sirius perplesso.  

Bhe, James sa sempre dove mi trovo e siamo qui da un po'.” Rispose lei. 

James, che stava infilando il Mantello dell’Invisibilità nella borsa, sorrise in modo strano. “Ti ho cercato tutta la sera. Il piano è fallito.” 

Sirius cercò di scusarsi ma James lo interruppe. “Oh, tu sei riuscito a farti invitare, ma io no.” 

“Ma anche Star è invitata.” Fece notare Remus. 

“Si, quindi voi due potrete entrare, mentre per me è Peter sarà ben più difficile, con tutta la gente che ci sarà la vedo dura stare in due sotto il Mantello.” Spiegò il giovane Potter. 

“Puoi sempre accompagnare Sirius, stareste bene con dei completi da sera abbinati.” Scherzò Star. 

“Ma ragazzi...” Cercò di richiamare la loro attenzione Remus. 

“Pensi che non avrei il coraggio di presentarmi con quel cornuto come accompagnatore?” Sbottò Sirius. 

“Nessuno di voi due ne avrebbe il coraggio.” Li sfidò lei. 

“Ragazzi?” Continuò Remus. 

“Ok, ci sto. Facciamolo. Ti mostreremo chi siamo.” Accolse la sfida James. 

“Ma avevate detto che nessuno di voi due ci sarebbe andato con un ragazzo!” Protestò Peter. 

“Gente?” Provò ancora Remus. 

“Bizzarro il destino, vero?” Li prese in giro Star. 

“Noi non siamo ragazzi, siamo uomini, uomini virili.” Commentò James sicuro di sé. 

“Non abbiamo paura di niente.” Lo appoggiò Sirius con il suo sorriso più strafottente 

“HEI! CHE RAZZA DI POSTO È QUESTO?” Sbottò Remus gridando e riuscendo finalmente ad attirare l’attenzione dei suoi amici.  

James si avvicinò a lui con aria preoccupata e le mani in avanti come se stesse trattando con una bestia pericolosa. “A cuccia.” Scherzò, i Malandrini risero ma poi James e Peter si guardarono intorno perplessi. 

“E’ un’ottima domanda comunque.” Constatò James. 

“L’ha scoperta Sirius.” Spiegò Star. 

“Teoricamente appare solo quando qualcuno ha bisogno di qualcosa. Ma … come avete fatto ad entrare?” Raccontò Sirius. 

James fece per rispondere ma poi si bloccò.  

“Ha fatto avanti e indietro come uno scemo.” Spiegò Remus. 

“Si, e ho pensato a fare musica, credo...” Confessò James confuso. 

“Ah, bene.” Star chiuse lì il discorso ma Sirius era molto più sconvolto: “Il vostro legame è incredibile!” Esclamò. 

“Si sta rafforzando in effetti, non mi stupisce.” Confermò lei. 

“E’ piuttosto interessante, però.” Remus aveva preso a guardare i due fratelli con un che di scientifico negli occhi. 

“Andiamo ad esplorare.” Star prese per mano il giovane Lupin e lo condusse con sé in giro per la grande stanza. Il resto dei Malandrini li seguì e quando furono soddisfatti tornarono alla Torre. Star li salutò e salì nel dormitorio delle ragazze, i suoi amici salirono verso i loro letti. Peter si addormentò appena poggiò la testa sul cuscino e James si stese sotto le coperte con un sospiro. 

“Come stai?” Chiese. 

“Ho sentito il suo profumo, in quella dannata pozione.” Spiegò Sirius. 

Remus li ascoltava seduto sul suo letto e lanciò una barretta di cioccolato al suo amico che la aprì ringraziandolo con un cenno. 

“Quindi cosa hai intenzione di fare?” Continuò James. 

“Credo che sia giunto il momento di dichiararmi. Spero solo che questo non rovini tutto.” Rispose il ragazzo dagli occhi grigi.  

“Non succederà niente di male, Star tiene a te come amico, ti conosce e sa che non vuoi ferirla, se non prova amore per te non avrà problemi a restarti comunque amica.” Lo rassicurò Remus. 

“Già, e tu hai detto che se lei non ti amasse non rimarresti fermo con i tuoi sentimenti.” Gli ricordò James. 

“Certo che non lo farei, l’amore vero è un sentimento condiviso. Se lei mi rifiuterà io saprò andare avanti, vorrebbe dire che non era la ragazza giusta.” Sirius si gettò di schiena sul suo letto. “Anche se vorrei con tutto me stesso che lei sia la ragazza giusta, ora come ora sento che non potrei provare niente del genere per nessun’altra.” Raccontò Sirius. 

“Quando le dirai tutto?” Gli domandò Remus curioso. 

“Bhe, non posso dirle quello che provo così su due piedi, l’amore è un gioco di attrazioni e seduzioni, voglio prima...” Cercò di spiegare l’innamorato. 

“Vuoi sedurre mia sorella?” Lo interruppe James. 

“No! Voglio... corteggiarla.” Replicò Sirius offeso. 

“Che significa sedurla con delicatezza e rispetto credo.” Tradusse Remus con un sorriso. 

“Esatto!” Si esaltò Sirius felice di essere stato compreso. 

“Non mi suona molto meglio.” Mormorò James poco convinto. 

“La cosa importante è che le dirai tutto. Comunque vada, no?” Chiese conferma Remus. 

“Si.” Rispose Sirius felice. “Non importa cosa succederà, le dirò quel che provo.” 

“Ottimo, buona fortuna.” Commentò James girandosi di lato e spegnendo la luce.  

“La considero con una promessa, buona notte.” Concluse Remus prima di infilarsi velocemente a letto. 

“Mi darete il tormento se non lo farò, vero?” Realizzò Sirius. 

“Si.” Risposero i suoi due amici in coro. La stanza calò nel buio. 

 

 

 

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Ta-dan! 

E’ andato anche questo. Non so quando aggiornerò di nuovo perché ora iniziano gli esami, ma siamo ad un punto interessante quindi spero di non lasciarvi in sospeso a lungo.  

Per ora è tutto. 

Ciao ciao. 

  
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