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Autore: SilkyeAnders    26/04/2020    0 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Teammates capitolo 6 CAPITOLO 6: La richiesta



Gotham City
Robin stava percorrendo nervosamente il corridoio di fronte alla sua vecchia camera, su e giù, senza fermarsi un attimo.
-Non ci posso credere!- esclamò :-Dimmi che non è vero Al!-.
Alfred era immobile di fronte alla porta con un abito da uomo fra le mani e un'espressione contrita.
-Queste erano le condizioni giovane maestro- disse placido.
Robin si passò nervosamente una mano fra i capelli e scosse il capo con energia :-No! Le condizioni erano che avrei fatto qualcosa per lui ma nessuno mi aveva parlato di questo!- sbottò infastidito.
Alfred sospirò alzando gli occhi al cielo :-Non vengo pagato abbastanza per questo...- borbottò.
-Maestro Dick, la prego di adempiere ai suoi doveri come promesso-.
Ecco, con enorme dispiacere di Robin, Alfred aveva usato il tono autoritario che di solito riservava a Bruce.
-Stai per caso usando lo stesso tono che usi con Bruce quando s'intestardisce sulle cose?- chiese il ragazzo sollevando un sopracciglio.
-Ci può scommettere!- rispose l'uomo raddrizzandosi sulla schiena.
-Quindi non ho scelta...- sbuffò Robin.
-Vedo che inizia a capire- sentenziò Alfred porgendogli il vestito.
-Bene allora- ringhiò il moro afferrando l'abito in modo aggressivo.
Entrò in camera e sbatté la porta alle sue spalle ricordando la conversazione di quella mattina.
FLASHBACK (STUDIO DI BRUCE WAYNE ORE 9:30)
Robin era stato convocato nello studiolo della magione, era un'area che di solito Bruce utilizzava per portare a termine qualche lavoro per la sua azienda.
Lo faceva quando era troppo pigro per andare a lavoro ma, da qualche anno a quella parte, Bruce non lasciava quasi più lo studio... Semplicemente se ne stava lì a bere scotch e guardare dalla finestra verso i giardini della villa.
Quella mattina però era tutto molto più solenne, quando Robin entrò Bruce aveva un'espressione divertita dipinta in volto e, effettivamente, non era un'espressione che assumeva spesso.
C'era qualcosa di sadico nel modo in cui sorrideva.
-Buongiorno Dick- disse asciutto.
-Buongiorno...- mormorò confuso il ragazzo.
-Ti starai chiedendo perché ti ho chiamato nello studio- asserì l'uomo.
Robin annuì.
-Ho intenzione di porti finalmente la mia richiesta, una volta che l'avrai soddisfatta io ti darò le informazioni di cui hai bisogno-.
Robin annuì di nuovo.
-Sai Dick, la gente inizia a chiedermi che fine abbia fatto mio figlio da un po' di tempo ormai...- iniziò.
Robin sapeva dove quella conversazione sarebbe andata a finire e non gli piaceva nemmeno un po'.
-Ufficialmente Richard Grayson è uno studente nel college di Jump City e studia economia... A proposito, come vanno le lezioni?- chiese.
Robin seguiva lezioni online alla facoltà di economia di Jump City, aveva preferito non dirlo ai suoi amici per ovvi motivi per cui non poteva permettersi di recarsi fisicamente alle lezioni e agli esami, non che ne avesse il tempo comunque.
-Bene, arriva al punto- tagliò corto.
-Gli studenti anche se fuori sede visitano i loro genitori Dick- asserì l'uomo.
-E infatti sono qui Bruce...- ringhiò il moro.
Bruce sorrise in modo enigmatico prima di posargli una mano sulla spalla :-Ma lo sappiamo solo io, Alfred e Barbara-.
-E il commissario Gordon- borbottò il ragazzo.
-Bingo!-.
Robin sollevò un sopracciglio.
-Ti hanno visto Dick, sei intelligente, ormai dovresti sapere che la stampa è sempre in giro a ficcanasare... Ora sanno che Richard Grayson è in città e guarda caso stasera si terrà un evento di beneficenza per l'ospedale di Gotham, ospedale al quale ho donato parecchi soldi come ben ricorderai-.
-No, Bruce scordatelo! No!- esclamò categorico il ragazzo.
-Temo tu non abbia scelta, inoltre sarà utile farci vedere insieme dopo tanto tempo- rispose Bruce.
-Ma...-.
L'uomo bloccò Robin con un gesto della mano :-Tu verrai con me, intesi?-.
-Sì- rispose il ragazzo a denti stretti.
FINE FLASHBACK
Robin si lasciò scivolare sul letto con il vestito ancora fra le mani, odiava gli eventi sociali e odiava vestirsi da pinguino e fare conversazione con quei tizi ingessati che conosceva Bruce.
-Lo faccio per l'indagine, solo per l'indagine- iniziò a ripetersi.
Lanciò un'occhiata all'orrore che avrebbe dovuto indossare quella sera e sospirò esasperato.



-Odierò ogni singolo istante- mormorò Robin guardandosi allo specchio.
Indossava un classico smoking, niente di troppo articolato ma si sentiva comunque terribilmente a disagio.
La cosa peggiore era che Alfred l'aveva costretto a pettinare gli scomposti capelli neri all'indietro, un singolo ciuffo di capelli ricadeva ora sulla sua fronte.
-Sembro un idiota- si disse.
Decise di allontanarsi dallo specchio per evitare di farsi ancora del male e si diresse in salotto dove fu sorpreso di trovare Barbara, perfettamente agghindata con un lungo abito blu notte legato dietro al collo e che mostrava una scollatura profonda ma dignitosa.
-Che ci fai qui?- chiese Robin.
-Sono la tua dama per la serata- rispose la ragazza con una punta d'ironia nella voce.
Robin la squadrò da capo a piedi, niente male davvero...
-Smettila di sbavarmi addosso Grayson- disse lei divertita.
-Non sto sbavando e poi... Ti sta molto bene, dovresti vestirti da donna più spesso- scherzò lui di rimando.
Barbara alzò gli occhi al cielo e gli diede un piccolo spintone amichevole.
-Non stai male nemmeno tu Grayson, bei capelli a proposito- disse sorridendo.
Robin le rivolse un'occhiataccia infastidita :-Non ricordarmelo...- sbuffò.
Barbara scoppiò a ridere e si avvicinò all'amico posandogli le mani sulle spalle :-Sei perfetto-.
Robin non poté evitare di arrossire un po'. Se ne rese conto solamente in quel momento, aveva decisamente un debole per le ragazze con i capelli rossi.
A proposito di capelli rossi... Il ragazzo prese il comunicatore che teneva nella tasca interna della giacca :-Devo chiamare una persona-.
-E' per caso quella Starfire di cui non smettevi di parlare l'altro giorno?- chiese l'altra sollevando un sopracciglio e assumendo un sorriso beffardo.
-N...Ok, sì è lei- rispose il moro scomparendo in cucina.
Per ora era riuscito a scampare alle domande inevitabili che, sapeva già, sarebbero arrivate non appena sarebbe tornato in salone.
Digitò rapidamente qualcosa e attese.
Dall'altra parte gli comparse l'immagine nitida di Starfire, era in camera sua e sembrava piuttosto felice di sentirlo poi però il suo viso assunse un'espressione confusa.
Robin sapeva che non era per via degli occhi, Starfire li aveva già visti molte volte, allora cosa?
-Robin... Come sei elegante! E' un'occasione speciale?- chiese la ragazza sollevando un sopracciglio.
L'ultima volta che lo aveva visto in smoking non era stata una serata molto piacevole.
-Ehm... Diciamo... Preferirei non parlarne- disse Robin alzando gli occhi al cielo.
-Mhm... A cosa devo il piacere?-.
Era arrabbiata.
-Sei arrabbiata vero?- chiese lui.
Non che gli servisse una risposta, lo sapeva benissimo: sì.
-Non sono arrabbiata, direi piuttosto... Infastidita- confessò l'aliena.
-E' perché non mi faccio sentire da un po', vero?-.
-Bè, ci siamo sentiti l'altro giorno...- commentò amaramente la rossa.
Robin annuì, era vero che si erano sentiti ma c'erano anche tutti gli altri e prima di quel momento lui non aveva mai chiamato.
-Ma c'erano anche gli altri... Star, lo so che ti fa piacere che conversiamo da soli quando sono via ma...-.
-Non importa Robin- disse lei asciutta.
-Sì che importa, importa a me- borbottò il ragazzo.
Starfire stava per ribattere ma Robin la bloccò.
-Ascolta, ho una buona notizia... Chiamavo per dirti che presto potrò tornare a casa- disse sperando di calmarla.
Starfire sorrise appena :-Ne sono lieta-.
-Tutto qui?- chiese lui infastidito.
-Che cosa vuoi che ti dica Robin?- Starfire aveva un'espressione dura e triste al medesimo istante :-Chiami solamente per le indagini, o in questo caso per dirmi che tornerai presto... Mai una volta mi hai chiesto come stiamo qui alla torre, né mi hai chiesto come sto io- continuò.
L'espressione di Robin cedette, non poteva sicuramente darle torto.
-In più stasera ti fai sentire dopo giorni di silenzio totale e compari ben vestito e con una pettinatura elegante, avevi detto che saresti rimasto a Gotham City per risolvere delle questioni importanti ma non hai mai menzionato che si trattasse di eventi di piacere- commentò risentita la ragazza.
-Star...-.
-Sono lieta di sapere che tornerai presto, ora perdonami ma sono molto stanca e gradirei dormire-.
La chiamata si interruppe e Robin rimase lì, immobile, a fissare lo schermo.
Fantastico, ci mancava giusto l'aliena furiosa per rendere ancora più magica questa serata... pensò il ragazzo.
Tornò in salotto con lo sguardo fisso sul pavimento.
-Oh oh... Non è andata bene come speravi?- chiese Barbara.
Robin sospirò :-Si vede?-.
-No, tranquillo... Lo nascondi benone- disse lei chiaramente ironica.
-Ok Sherlock, che vuoi sapere?- domandò lui facendo del suo meglio per non sembrare nervoso.
-Solo da quanto tempo è che ti piace- rispose l'altra sorridendo.
-Da un po'...- confessò il ragazzo.
-Mmmh... Capisco, lei lo sa?-.
Robin scosse il capo.
-E tu non glielo dimostri spesso eh?-.
Robin scosse nuovamente il capo.
-Come sospettavo- mormorò Barbara :-Sai Dick, tu hai preso moltissime qualità da Bruce, purtroppo hai preso anche moltissimi dei suoi difetti-.
-Non mi dire!- esclamò lui in tono sarcastico.
-Hey! Non fare il saputello con me Grayson, sto cercando di darti una mano- lo avvertì la ragazza.
-Scusa- disse rapido lui :-Sono tutto orecchi-.
-Se la ragazza in questione ti piace così tanto come credo di aver capito... Diglielo e basta-.
-Wow che grande aiuto Babs! Grazie, non so come avrei fatto senza di te- altra risposta sarcastica.
-Un'altra risposta così Grayson e ti faccio saltare tutti i denti-.


Bruce scese dall'auto che aveva adibito a trasporto della serata, una Maserati nera che dava piuttosto nell'occhio.
Aprì lo sportello a Barbara e le porse il braccio con fare cavalleresco per aiutarla a scendere, come se ne avesse avuto bisogno!
Robin, dal canto suo, scese dall'auto e andò ad aiutare Selina, l'accompagnatrice di Bruce.
-Ti ringrazio dolcezza- disse lei in un tono che ricordava le fusa di un gatto.
Robin le sorrise cercando di ignorare il suo modo di fare e continuò a scortarla fino all'entrata, Bruce subito al suo fianco accompagnato da Barbara.
La festa di beneficenza si teneva nel salone di un hotel appena fuori Gotham, la stampa era già all'entrata e attendeva trepidante l'arrivo di Bruce e della sua famiglia.
Un altro motivo per cui Robin odiava questi eventi era il fatto di dover essere gentile con i giornalisti prestandosi alle loro domande senza battere ciglio.
Non amava affatto la visibilità.
I giornalisti iniziarono ad accalcarsi attorno a loro, Bruce passò rapidamente a lato di Selina porgendole il braccio e sorridendole amabilmente.
Robin sorrise a Barbara cercando un po' di conforto e fu felice di notare il suo sguardo comprensivo, il ragazzo le circondò la vita con il braccio e sorrise in direzione della stampa.
-Signor Grayson! Signor Grayson! A cosa dobbiamo la sua visita qui a Gotham?- chiese una giornalista dall'aria arrogante.
Era una donna bassina e minuta con lunghi capelli biondi vaporosi sulle spalle e occhi color nocciola.
-Sono tornato approfittando delle vacanze estive e ho deciso di passare a salutare mio padre- rispose lui cercando di essere accomodante.
-La signorina Gordon è la sua dama per la serata. Voi due state insieme?-.
Robin iniziava già ad essere scocciato, la sua vita privata avrebbe dovuto essere esattamente quello: privata.
-No, io e la signorina Gordon siamo ottimi amici- rispose secco.
Rivolse alla giornalista un sorriso smagliante :-Mi perdoni ma sarebbe scortese ignorare la mia accompagnatrice, è stato un piacere- disse con tono accattivante.
Si guardò brevemente intorno e notò che anche Bruce stava iniziando a liquidare i giornalisti.
Strinse la sua presa attorno alla vita di Barbara e la scortò leggermente in avanti in modo che lo precedesse, varcarono finalmente l'entrata dell'hotel.
Robin si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
-Però, che animale da festa- lo canzonò Barbara.
-Taci- rispose lui scherzoso.
I due si voltarono verso il portone a specchio e videro che anche Selina e Bruce erano riusciti a passare.
-Oh che simpratici quei giornalisti, non trovi dolcezza?- chiese Selina, il suo tono suadente sempre presente.
Bruce le sorrise :-Se lo dici tu-.
Selina osservò prima Robin, poi Bruce e poi si rivolse a Barbara :-Questi due uomini sono a dir poco lunatici, non trovi cara?- domandò passando l'indice sulla mandibola della ragazza.
-Sono decisamente due che rimuginano parecchio- convenne Barbara.
-Mhm, non è affatto sexy tesoro... Siamo ad una festa e tu non mi porti mai fuori dolcezza, potresti almeno essere più sciolto... Per farmi piacere?- disse la donna posando una mano sul petto di Bruce.
-Selina...-.
-Se ti comporterai bene caro... Ti farò un bellissimo regalo quando torneremo a casa- sussurrò lei in tono ammiccante.
Bruce si irrigidì e annuì leggermente.
Robin si sentì invadere da un conato di vomito, troppe volte da ragazzino aveva partecipato a simili scene, Selina era la preferita di Bruce e si frequentavano da anni ormai. Robin non poteva negare che fosse una donna affascinante ma era anche molto sfrontata, a volte fin troppo.
Barbara lo prese per mano e lo trascinò lungo il corridoio fino alla sala dove si teneva l'evento.
Era una grande stanza circolare con un pavimento a specchio e delle pareti in pietra bianca, dal soffitto pendeva un magnifico lampadario in cristallo il quale era decisamente l'elemento più prezioso all'interno del salone, se ne stava lì al centro attirando l'attenzione di chiunque entrasse dalla porta.
In fondo alla sala c'era un palco in legno coperto da un sontuoso tappeto rosso, tutto attorno vi erano tavoli circolari sparsi per la stanza ricoperti con tovaglie bianche in seta e vistosi centrotavola con fiori e candele.
Vi erano svariati camerieri tutti vestiti di bianco che passavano fra le persone reggendo vassoi rotondi sui quali erano posati calici di champagne e analcolici per i più giovani.
-Vedo se riesco ad individuare il nostro tavolo- disse Barbara sorridendo.
Robin stava per pregarla di non lasciarlo lì da solo ma si bloccò non appena sentì una mano passargli sul petto abbracciandolo da dietro.
-Dolcezza, Bruce mi ha appena garantito che mi riserverai un ballo stasera...Ci conto- disse in tono sensuale.
Gli diede un bacio sulla guancia e andò in direzione di Barbara muovendosi in modo sinuoso fra la folla.
Robin si pulì la guancia e alzò gli occhi al cielo, gli stava simpatica Selina però quando faceva così era insopportabile.
Bruce gli posò una mano sulla spalla e fece spallucce prima di andare anche lui dietro alle due donne.
-Sarà una lunghissima, interminabile, fastidiosissima serata- borbottò Robin fra sé.



La pista da ballo era gremita di persone, non era facile muoversi e a Robin non piaceva ballare.
Mentre stringeva Barbara a sé e dondolava insieme a lei a ritmo di musica i suoi pensieri si rivolsero a Starfire, ricordò la serata in cui ballò con lei e sorrise, era una delle sue memorie preferite.
Ricordò anche il suo splendido vestito lilla e come le stesse bene addosso, pensò anche che nulla addosso all'aliena poteva sfigurare e per quanto ne sapeva quel vestito poteva anche essere una tenda ma su di lei era senz'altro la tenda più bella che avesse mai visto.
-Pensi alla tua ragazza?- chiese Barbara :-Non è molto carino- borbottò facendo finta di essere infastidita.
-Non è la mia ragazza- si limitò a dire lui.
-Non ancora- lo corresse lei.
Barbara posò la testa sul petto di Robin e sospirò rilassata.
-Lo sai come la penso sulle relazioni Babs- sbuffò lui.
-Lo so. E so anche che la pensi così per colpa di Bruce- rispose lei.
-Ho paura che possa succederle qualcosa... I criminali sono infimi, se per arrivare a me potessero servirsi di lei non esiterebbero nemmeno per un attimo e nessuno lo sa meglio di te- spiegò il ragazzo.
-Vivi un po' Dick! Da quello che mi hai detto questa ragazza è una macchina da guerra che indossa un graziosissimo vestitino viola, penso che sappia badare a se stessa-.
-Babs, scusa se te lo dico ma non pensi che tutta questa situazione non sia affar tuo?- sbottò lui in tono nervoso.
La ragazza si scostò appena da lui per guardarlo negli occhi.
-Non è affar mio, hai ragione... Però io sono tua amica e non voglio che diventi come tuo padre- disse lei seria :-Dick, sei giovane e sei un ragazzo meraviglioso... Dovresti poter avere una relazione se ne hai voglia-.
-Possiamo smettere di parlarne?- incalzò lui.
Barbara scosse il capo alzando gli occhi al cielo :-Sei impossibile-.
-Lo so- rispose quasi rassegnato.
I due continuarono a danzare in silenzio finché Selina non arrivò a reclamare il ballo che le era stato promesso.
Robin si sentì di nuovo sull'orlo di una crisi di nervi quando anche la donna iniziò ad interrogarlo a proposito della sua vita sentimentale, riuscì comunque ad evitare tutte le domande scomode.
La festa finì alle tre del mattino e ad ogni metro percorso che li separava dalla villa Robin sentiva il suo spirito risollevarsi, non vedeva l'ora di rientrare e togliersi quei maledetti vestiti.
Prima di scomparire in camera sua si voltò verso Bruce con sguardo serio :-Ricordati che hai promesso, domani mattina mi darai le informazioni che voglio e per l'ora del tè io sarò già comodamente sistemato nella mia casa, con i miei amici e con la mia missione-.
Non attese nemmeno una risposta e si precipitò nella sua stanza togliendosi i vestiti lungo il corridoio.
Non appena posò la testa sul cuscino cadde in un sonno profondo e si svegliò solamente l'indomani all'ora di pranzo.
Scese in cucina iniziando già a sentire l'odore delizioso dei bagel di Alfred.
Si accomodò a tavola e notò subito una rivista di gossip posizionata davanti alla sua sedia, sbuffò e cercò l'articolo che parlava di lui.
Tutto normale: Richard Grayson ha fatto visita a suo padre e da bravo donnaiolo ha iniziato a frequentare la dolce Barbara Gordon, figlia del commissario di polizia, per poi tentare di "soffiare" la dama al suo adorato benefattore.
Tutto normale appunto.
Lo aspettava una lunga mattinata...



   
 
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