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Autore: TheDoctor1002    28/04/2020    4 recensioni
"Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it"
Buongiorno a tutti, pirati di ogni mare!
Questa raccolta è il mio conrtibuto alla Writing Week! 7 giorni, 14 prompt e un fantamilione di liste +1!
Manco a dirlo, non ho potuto fare a meno di scegliere la lista One Piece! Il filo rosso che collegherà le storie sarà la mia cara vecchia Artemis, ad eccezione della terza giornata. Per i lettori di Faceless sarà un volto noto, per chi ancora non ci si fosse imbattuto sarà un nuovo incontro. Potrebbe essere una conoscenza un po' confusa e spoilerosa riguardo alcuni eventi della mia long, ma spero non lo sarà al punto da convincervi a mollare!
Un altro elemento comune sarà la musica! Ho voluto farmi guidare da alcune canzoni nella scelta dei titoli e ogni storia sarà accompagnata da alcuni versi che ho trovato particolarmente calzanti.
Spero vorrete accompagnarmi in questo azzardato viaggio, saltando nello spazio e nel tempo dell'affascinante opera di Eiichiro Oda!
Benvenuti a bordo!
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati Heart
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Warning: minor spoilers della saga di Dressrosa
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You were my life

But life is far away from fair
Was I stupid to love you?

Was I reckless to help?
Was it obvious to everybody else

That I'd fallen for a lie?
You were never on my side
Fool me once, fool me twice
Are you death or paradise?
Now you'll never see me cry
There's just no time to die

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1524, 2 anni dopo la Guerra di Marineford, Terra Sacra di Marijoa

I lunghi corridoi dell'immenso castello di Pangea erano un labirinto per quasi chiunque al mondo, ma di certo non per lui. Doflamingo riusciva quasi a sentire i suoi stessi, piccoli passi calpestare quel marmo, mentre con Rosinante giocavano a fare gli eroi. 
Correvano e urlavano, i due fratelli Donquixote, mentre facevano slalom tra nobili e soldati come adorabili profanatori del sacro cuore della Nazione,. 

Chi l'avrebbe mai detto, che sarebbe finita in una maniera così miserevole?
Uno contro uno, tre proiettili, tutti dalla stessa arma.
Dopotutto, quella non l'aveva mai tradito. Né la sua pistola, né la famiglia che aveva radunato.
Non poteva certo dire lo stesso del sangue del suo sangue.
Suo padre l'aveva fatto decadere, gli aveva fatto perdere lo status di dio in quel mondo infame, l'aveva costretto a rintanarsi come un topo e a risorgere pirata, il più temibile, il più sanguinario che mai sarebbe potuto esistere. E quando anche l'onta di Donquixote Homing era stata lavata, ci aveva pensato il suo fratellino, a venderlo ai marines. 

Ricordava come fosse difficile rievocare quel posto per descriverlo, quanto aveva faticato a ripescare dalla sua memoria quelle finestre alte, quei vetri gialli e ondulati, gli infissi in ferro battuto, i dettagli che era sempre stato troppo impaziente per notare e il velluto che gli scorreva sotto le suole, mentre si avvicinava alla biblioteca che aveva sempre promesso alla sua Artemis. 
"Ce la riprenderemo, sai?" Le aveva promesso tante volte. Riusciva quasi a sentire il suo peso mentre si accoccolava sulla sua spalla, semi-assopita. Sentiva l'odore dei suoi capelli, la pelle della sua fronte sotto le labbra, le dita di lei che correvano delicate sul suo avambraccio. "Ci riprenderemo Marijoa, insieme."

Ripensandoci, anche Artemis l'aveva tradito, perfino lei apparteneva alla congiura che voleva consegnarlo al Governo. 
Ma l'avrebbe perdonata. 
Si sarebbe preso cento, mille, un milione di quelle coltellate per riaverla com'era prima. 
Per rivederla come tra le macerie di Dressrosa, caduta per mano loro. Come in un quadro, avvolta nel bel tulle e nelle piume dell'abito della Reina Blanca, la sua falce insanguinata in mano e un sorriso che era solo per lui. 
Per rivederla ai banchetti, tra i suoi ufficiali, ridendo al suo fianco. 
Per rivederla, anche solo un istante.
Trattenne il fiato, mentre il cigolio della maniglia rompeva il perfetto silenzio. Aprì l'uscio lentamente, come a temere che incrociando di nuovo il suo sguardo sarebbe sparita. Lei non alzò nemmeno gli occhi cinerei: era persa nei suoi appunti come lo era da sempre nei suoi ricordi. Certo, il tempo l'aveva cambiata: i suoi capelli si erano fatti più lunghi, il nero aveva ripreso il posto della chioma bianca che le aveva fruttato il suo nomignolo, i tratti del viso erano stati cesellati dal tempo che li aveva separati. 
"Salve, Mjosgard" salutò distratta, senza nemmeno guardare la nuova sagoma, mentre si tuffava avida tra gli scaffali.
Sentire la sua voce tirò stringhe del suo cuore che aveva ormai anestetizzato, gli tagliò il fiato. 
"Signorino", lo chiamava. Tutti lo chiamavano così, nella Family, ma soltanto la sua Artemis riusciva a dargli quell'intonazione speciale.
Ogni volta, si sentiva trascinato come la prima. Come il pifferaio magico, era sempre stata in grado di farsi seguire fino al fondo del lago, fino all'oblio. 
Il suo milione di coltellate l'aveva già riscattato, ma in quell'occasione fu ben lieto di pagare doppio.
Quando gli occhi di lei si alzarono dalla sua stessa calligrafia, gli appunti le caddero dalle mani, spargendosi al suolo, mentre un lieve sospiro di sorpresa sfuggiva dalle sue labbra. 
Doflamingo sentì il battito che aveva a lungo cercato fermarsi, così come il proprio.
In fondo, non era cambiata dal suo ultimo ricordo. L'unica vera differenza era che questa volta Artemis non stringeva più il corpo senza vita di Rocinante, implorandolo di restare.

 

   
 
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