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Autore: Nao Yoshikawa    30/04/2020    11 recensioni
[Good Omens x Once upon a time]
Aziraphale ha il compito di eliminare l'oscurità da una cittadina del Maine, Storybrooke. Nonostante un'iniziale riluttanza, Crowley deciderà di seguirlo in questo viaggio, che spera duri pochi.
Una volta arrivati, però, i due si ritroveranno privi dei propri poteri, in una città abitata niente meno che dai personaggi delle fiabe.
DAL PRIMO CAPITOLO:
Henry Mills era molto giovane, ma sicuramente non si stupiva più tanto facilmente. Per questo se ne rimase tranquillo, quando vide quello strano tipo avvicinarsi.
«Ehi, ragazzino. Hai per caso visto o sentito qualcosa di strano?» gli domandò Crowley, sottovoce. «Qualcosa di oscuro e pericoloso?»
Henry parve pensarci un po’ su.
«Dipende cosa intendi. Qui c’è molto spesso qualcosa di oscuro o pericoloso.»
Crowley fu molto sorpreso da quella risposta, tanto che si voltò a guardare Aziraphale.
«Mi sta per caso prendendo in giro? Senti, siamo qui per risolvere un problema. Però… qual è il problema?!»
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3 – L’accordo
 
Aziraphale doveva ammettere che forse se ne stava un po’ approfittando. Storybrooke gli piaceva, e poi l’idea di trovarsi in mezzo ai personaggi delle fiabe lo entusiasmava troppo, voleva conoscerli tutti. Crowley non era dello stesso avviso e ciò lo aveva capito nel momento in cui aveva visto come quest’ultimo si approcciava un po’ a tutti, in particolare a Regina e Killian. Aziraphale si sarebbe fatto perdonare una volta tornati a Londra, ma per adesso aveva altro per la testa. L’angelo fu a dir poco entusiasta quando Emma lo portò a conoscere i suoi genitori, niente meno che Biancaneve e il Principe Azzurro. Certo era strano, erano così giovani, probabilmente coetanei della figlia.
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza, ma lo sapete che siete davvero una bellissima coppia?» con entusiasmo l’angelo di risolve a Mary Margaret. Era più forte di lui, non poteva trattenersi di fronte a delle coppiette innamorate.
«Oh, grazie. Sei… un angelo molto gentile!» esclamò la donna arrossendo. «Anche voi siete una bella coppia.»
Crowley sgranò gli occhi, arrossendo.
Questo era veramente troppo, glielo facevano a posta, poco ma sicuro.
«Noi non siamo una coppia! Siamo solo amici.»
«Davvero? Avrei dato per scontato che foste sposati», confidò Mery Margaret e a quel punto fu Aziraphale ad arrossire.
Emma si massaggiò le tempie. Oh sì, aveva avuto proprio una bella idea a portarli lì, non tanto per Aziraphale, quanto più per il caratteraccio di Crowley che sicuramente avrebbe dato sui nervi anche ad una tipa pacifica come Mary Margaret.
«D’accordo, tutto ciò è entusiasmante. Ad ogni modo, mi spiace tanto dovervi lasciare, purtroppo ho promesso a Ruby che staremmo saremmo uscite. Nonostante la cosa non mi vada per niente»
Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma Ruby le diceva sempre che passava troppo tempo al lavoro e poco tempo a divertirsi e quindi l’aveva accontentata.
«Davvero? E dove andate, cosa farete?» domandò Aziraphale curioso.
Emma inarcò un sopracciglio, guardandolo a braccia conserte.
«Credo che  usciremo a bere qualcosa, niente di che. Per caso vuoi unirti a noi? Perché a me farebbe piacere.»
«Ci sono!» esclamò Mery Margaret. «Possiamo organizzare una serata tra ragazze. Cioè, circa. È tanto che non lo facciamo!»
Crowley non riusciva a credere alle sue orecchie. Perché stava andando a finire in quel modo? Aziraphale lo stava scaricando!
«Andate pure se volete, ad Henry ci penso io», disse gentilmente David ed allora Aziraphale guardò Crowley.
«Caro, tu non vuoi venire?»
Per l’amor di Satana, no. Sarebbe stata la cosa più fuori luogo del mondo.
«Ti ringrazio dell’offerta, ma no, angelo. Starò qui con il signor Principe Azzurro e il ragazzino.»
Non esattamente la sua idea di serata perfetta, ma almeno David sembrava simpatico. Aziraphale invece era molto contento. Era tanto che non usciva alla sera e non aveva mai avuto una comitiva di amici e… adesso ne aveva addirittura una formata dai personaggi delle fiabe, incredibile.
«Va bene, allora… sarà divertente» concluse l’angelo.
 
Mary Margaret aveva fatto un giro di telefonate. Aveva chiamato Regina, non molto felice di prendere parte a tale uscita, ma ovviamente era stata trascinata lì, ed anche Belle. L’appuntamento era al Robbit Hole, l’unico locale notturno di Storybrooke, luogo abbastanza tranquillo, ma dove potersi godere una serata in compagnia. Ecco, forse sarebbe stato luogo più gradito da Crowley, chissà perché il demone si era rifiutato di andare con lui? Che fosse ancora arrabbiato? Per cosa poi? Alla fine le cose stavano andando bene. Non poteva struggersi d’amore, non era il momento né il luogo giusto.
«Bene, allora propongo un brindisi alla nostra uscita e al nostro nuovo amico angelico!», Ruby – Cappuccetto Rosso – era una ragazza che amava indossare abiti succinti e che con l’alcol ci andava giù pesante, sicuramente con Crowley sarebbe andata d’accordo.
«Amh, grazie, ma non è necessario…!» Aziraphale arrossì, sperando silenziosamente che l’alcol non gli desse alla testa, non avrebbe avuto modo di liberarsi della sbornia in tempi brevi. Emma, Ruby e Regina mandarono giù subito il loro drink, Belle lo bevve più lentamente. Mary Margaret, dopo averlo mandato giù, sembrava già brilla a giudicare dalle guance arrossate.
«Allora, Aziraphale… vogliamo sapere tutto di te e degli angeli. Come funzionate? Avete le ali? Puoi mostrarcele?»
«Mamma, ti prego!» borbottò Emma. «Scusala Aziraphale, avevo dimenticata che è pessima a reggere l’alcol!»
«N-non fa niente!» la tranquillizzò subito l’angelo. «In realtà non c’è molto da dire, essere un angelo è molto simile a… sì, ad essere impiegato in un ufficio.»
«Wow, forte, questo rompe ogni stereotipo!» fece Ruby, mandando giù un altro drink. Belle tossì appena, sentendo la gola bruciare.
«Come mai Crowley non è qui? Pensavo lui fosse solito frequentare questo tipo di posti…»
«Giusto, Crowley!» rise Mary Margaret. «A proposito, in che rapporti siete voi due? E non provare a mentirmi.»
«D’accordo, adesso stai diventando molesta», la rimproverò di nuovo Emma. Regina, che fino a quel momento se n’era rimasta in silenzio, parve interessata a quel gossip.
«Io voglio sapere.»
Aziraphale sgranò gli occhi, guardando Belle, l’unica che effettivamente sapeva.
«Io, ecco… veramente non lo so…»
Ruby gli porse un altro bicchierino.
«Coraggio, siamo tra amiche. Manda un sorso e dicci tutto!»
Fu tentato dal farlo. Dopotutto non aveva mai avuto degli amici con cui confidarsi. Certo, aveva Crowley, ma non poteva parlare con lui… di lui!
Decise che si sarebbe lasciato andare.
 
Crowley si ritrovò a pensare che forse non era stata una buona idea. Neal, il figlio più piccolo di Mary Margaret e David, era solo un bambino e di conseguenza piangeva e aveva bisogno di attenzioni.
«Ti avverto, non guardarmi in questo modo, cosetto strano», borbottò il demone guardando il bimbo seduto sul pavimento che mordicchiava un giocattolo.
«Tu gli piaci, Crowley», disse David affacciando la testa della cucina.
Certo, come no! Lui i bambini non li poteva soffrire, non sapeva mai di cosa avevano bisogno.
«Che gioia», si lamentò, a braccia conserte. «Credi che ti dispiacerebbe se andassi a fare un giro? Niente di losco.»
«Posso venire con te?» domandò prontamente Henry. Crowley fece per rispondergli malamente, ma per fortuna intervenne David.
«Mi spiace Henry, ma Emma e Regina sono state chiare, niente uscite in notturna.»
Il demone esultò silenziosamente, quel principe gli stava proprio simpatico.
Fu così che poté uscire da casa per prendere una boccata d’aria. Forse da parte sua era un po’ incosciente, considerando che era da solo e senza poteri, ma non aveva intenzione di cacciarsi nei guai. Piuttosto, gli vennero in mente le parole di Gold e la sua proposta di andare a trovarlo. Quell’uomo era simile a lui e per tal motivo Crowley avvertiva una certa affinità. E sicuramente sarebbe stato un modo per non pensare ad Aziraphale. Aveva sperato che con quel viaggio avrebbero potuto avvicinarsi, ma adesso che ci pensava, perché sarebbe dovuta andare così? Perché Aziraphale avrebbe dovuto amare lui, un demone? Lui era l’oscurità, era il male, era ovvio che un angelo tanto buono, gentile e perfetto come Aziraphale non avrebbe mai amato uno come lui. E il solo pensiero lo faceva deprimere, lo costringeva ad ingoiare il magone ogni dannata volta.
Non fu difficile trovare il negozio di Gold. Nonostante l’ora tarda, lui era ancora lì, come se lo avesse aspettato. Ed in effetti era così. Tremotino era stato sicuro fin dall’inizio che quel demone sarebbe tornato da lui, aveva scorto da subito il suo animo innamorato e tormentato. Crowley avrebbe avuto bisogno di lui, ma non lo sapeva ancora.
«Oh, salve Crowley. Allora vedo che infine sei venuto davvero a trovarmi.»
Il demone mugugnò qualcosa di incomprensibile, guardandosi intorno: un negozio d’antiquariato ben fornito e pieno di strani oggetti.
«Aziraphale mi ha scaricato per uscire. Credo ci fosse anche tua moglie, in mezzo.»
«Sì, in effetti Belle mi aveva accennato. Loro vanno molto d’accordo… sono simili. Come noi d’altronde.»
Gold parlava da dietro il bancone e Crowley gli si avvicinò, poggiandosi a quest’ultimo.
«Simili? Forse un po’, ma solo fino ad un certo punto. Tu eri cattivo, ma poi hai trovato l’amore. Io invece… bah, sono così.»
Sapeva che l’avrebbe detto. Tremotino sorrise.
«Buono e cattivo sono termini molto riduttivi. Cosa intendi con “sono così?”»
Il demone sbuffò. Non aveva voglia di lasciarsi andare ad un piagnisteo, ma in fondo non aveva mai avuto occasione di parlarne con nessuno.
«Che uno come me non potrà mai essere amato. Tantomeno da un angelo…» soffiò.
Bene, stavano andando proprio in quella direzione.
«Uno come te? Oh, suvvia. Hai visto me, no? Ti ho raccontato la mia storia.»
«Non è la stessa cosa. Tu hai smesso di essere il Signore Oscuro, io non posso scegliere di non essere più un demone.»
Il problema era quello. Probabilmente, se la sua natura fosse stata un’altra, Aziraphale avrebbe potuto amarlo, non sarebbero stati nemici naturali, costretti a starsi accanto, eppure così inevitabilmente lontani.
«Magari un modo c’è…» sussurrò appena Gold, ma Crowley lo sentì chiaramente.
«E-Ehi, che cosa vorresti dire? Una cosa del genere non è possibile.»
«Ma come? Certo che lo è. La magia può risolvere la maggior parte dei problemi.»
Crowley – che di solito tentava – si ritrovò tentato dalle sue parole e apparve ad un tratto interessato.
«E in che modo la magia potrebbe aiutarmi, in questo caso?»
Tremotino sapeva bene che una persona poteva arrivare a fare e a rinunciare a qualsiasi cosa per amore.
«Noi potremmo fare un accordo. Tu dai a me la tua essenza da demone e io ti do la magia oscura.»
Crowley non poté credere alle sue orecchie. Che razza di accordo era quello? Rinunciare ad essere un demone per avere la magia?
«Intendi… la tua? Ma non avevi rin-oh, non mi dire, hai mentito, vero?»
«Finché il pugnale rimane a me, sono ancora io il Signore Oscuro. Ma se lo passo a te, cambia tutto. Pensaci, è conveniente per entrambi. Tu non saresti più un demone, ma avresti comunque dei grandi poteri. E io in questo modo mi libererei definitivamente del mio passato.»
Il demone scosse il capo, intontito da tutte quelle parole. Come aveva anche solo potuto pensare di fidarsi di lui? Eppure avrebbe dovuto immaginarlo, considerando che gli aveva raccontato tutta la storia. Fare uno scambio di ruoli? No, questo era a dir poco assurdo.
«Questo è ridicolo, io non lo farò mai. No, non esiste, mi rifiuto.»
Gold non si scompose più di tanto. Si era immaginato una reazione del genere, ma sapeva anche di aver insinuato il dubbio in Crowley.
«Allora temo che dovrai accontentarti di rimanere un demone. E dopotutto si sa, gli angeli non possono amare i demoni.»
Se solo avesse avuto i suoi poteri, Crowley avrebbe fatto qualcosa di inconsulto. Ma non c’era niente che poteva fare, era vittima della rabbia, perché in fondo Gold aveva ragione.
 
Aziraphale si era sciolto facilmente dopo aver ingerito un po’ di sano alcol. E lui e le altre avevano preso a parlare come se fossero sue amici da sempre. Si era lasciato andare parecchio anche in chiacchiere.
«Vedete, io non so come farglielo capire. Non sono neanche sicuro che sia giusto amare un demone…» biascicò, con il viso poggiato ad una mano.
«Oh, Aziraphale. Guarda, io ho sposato il Signore Oscuro, quindi forse anche per te è possibile», lo rassicurò Belle, leggermente brilla.
«Infatti! E io dico che devi sedurlo!» esclamò Ruby. «Insomma, il sesso fra creature sovrannaturali deve essere qualcosa di ancestrale.»
«Per l’amor di Dio», si lamentò Emma. «Aziraphale, ti prego, non darle retta.»
«E cosa dovrebbe fare? Attendere ancora? Ha aspettato per seimila anni!» ribatté l’amica.
«Mi duole dirlo Swan, ma Ruby ha ragione», singhiozzò Regina. «È bene… agire, tu concordi con me, Mary Margaret?»
Quest’ultima però era semi-accasciata sul tavolo.
«Sì… evviva», disse debolmente, sollevando un braccio. Nonostante fosse brillo, Aziraphale era abbastanza lucido da capire che avevano ragione, tutte loro. Il massimo che poteva ricevere era un rifiuto, non sarebbe stata una tragedia.
«Oh, guarda. C’è Crowley», annunciò ad un tratto Emma.
«Quello è Crowley?» chiese Ruby, assumendo poi un’espressione maliziosa. «Ah, adesso capisco perché ti piace, è figo.»
«C-Crowley?» balbettò l’angelo alzandosi goffamente. Già, in effetti il demone era appena entrato al Rabbit Hole, puntandolo. Gli sembrava un po’ sconvolto, per quanto riuscisse a capire con tutto quell’alcol in corpo. Gli si avvicinò piano, attento a non cadere.
«Oh, caro. Hai deciso di unirti a noi?»
«No, è che non… sapevo dove andare…» disse vago. «Ma si può sapere cos’hai combinato? Tu non reggi l’alcol.»
«Lo so bene, però mi sento così bene e oh… non essere arrabbiato, okay?»
Arrabbiato con lui? Non avrebbe mai potuto. Aziraphale si strinse ai suoi vestiti, guardandolo negli occhi. Forse le ragazze avevano ragione? Doveva lasciarsi andare e parlare? Avrebbe tanto voluto, ma la paura lo bloccava, nonostante l’alcol ingerito.
«Crowley, io…»
«Cosa, angelo?» domandò, incatenando gli occhi ai suoi. Aziraphale prese un respiro profondo. Avrebbe così voluto, così voluto, eppure quel maledetto qualcosa era sempre lì, ad impedirgli di parlare.
«Amh, volevo solo dirti grazie per avermi accompagnato. Non so come avrei fatto senza di te…»
Si sentì stupido e Crowley  avvertì un profondo senso di delusione. Che cosa si aspettava? Di ricevere una splendida dichiarazione d’amore? Era stupido sì, decisamente.
Perché Aziraphale era un angelo e lui invece un demone.
«Si beh… prego, non c’è di che», sospirò, staccandosi appena. «Ero solo passato perché… per vedere come stavi. Non esagerare e non fare tardi.»
Quando Crowley scivolò via dalla sua stretta, Aziraphale si sentì svuotato. E si sentì anche maledettamente stupido. Tornò dalle ragazze, con un’espressione stravolta.
«Ha detto che è venuto qui per vedere come stavo.»
«Ah, com’è romantico», Belle si portò una mano sul petto. «E tu che gli hai detto?»
Lui scosse il capo.
«Niente, sono uno stupido.»
 
Cowley non poteva essere tentato dalla proposta di Gold. Non solo non aveva senso, ma non poteva neanche immaginare quali sarebbero state le conseguenze. Ma doveva ammettere, però, che l’idea di perdere la sua natura da demone, pur avendo comunque poteri illimitati, lo allettava non poco. Ma doveva esserci una fregatura. Era troppo, troppo conveniente. Ma che motivo aveva Gold di fregarlo?
E che se ne farebbe dei miei poteri demoniaci? Saranno diversi dai suoi?
Mille domande gli affollavano la mente. Era sicuro che Gold fosse ancora in negozio. Malgrado avesse rifiutato, forse avrebbe potuto chiedere qualche informazione.
In verità stette a rimuginarci per un bel po’, fino a quando non decise di smettere di pensare. Gold lo attendeva, lo sapeva, una persona per amore poteva arrivare  a fare tutto. E il demone tornò al suo negozio dopo un po’.
«Ah, chissà perché mi aspettavo che saresti tornato.»
«E va bene. Ora stammi bene a sentire», Crowley gli si avvicinò, con il dito puntato contro. «Non so cos’hai in mente, ma sembri molto simile a me. E sì, hai capito bene, io sono innamorato di Aziraphale. Così com’è  vero che per lui farei di tutto. Come funziona questa cosa?»
Bingo.
Gold sorrise gentilmente come sempre.
«Non è nulla di difficile o doloroso. Io prendo il tuo potere e tu prendi il mio.»
A quel punto l’uomo tirò fuori il pugnale che teneva sotto il bancone. Crowley lesse subito il suo nome e in un primo momento fu tentato di indietreggiare.
«Ah, non preoccuparti, non voglio farti male. Vedi, questo è il mio pugnale, appartiene al Signore Oscuro. Ma se adesso lo cedo a te, diventerà tuo. Avrai il mio potere, E hai visto anche tu che non è poco.»
Le pupille di Crowley si dilatarono. Effettivamente quel pugnale emanava un potere simile al suo ma anche profondamente diverso, lo tentava. Allungò una mano come per afferrarlo, ma Tremotino lo spostò.
«E io avrò il tuo.»
Crowley parve ritornare in sé.
«E cosa faresti con il mio potere? Diventeresti un demone.»
«Avevo promesso a Belle che mi sarei liberato di questo pugnale. Ma… come puoi ben comprendere, liberarsene non è facile. È sempre lì… pronto a tentarmi. Belle non sarebbe felice di saperlo. In questo caso vinciamo tutti. Tu smetti di essere un demone e io mi libero del pugnale. E per quanto riguarda il tuo potere… saprò come usarlo.»
Crowley respirò profondamente. Tutto quadrava. Ancora c’era qualcosa che non lo convinceva del tutto, ma Gold aveva la capacità di essere molto convincente.
«Forse… lo farei anche, però… i miei poteri… credo di averli persi quando sono arrivato qui.»
Gold allor si fece più vicino. Probabilmente la magia in qualche modo contrastava il potere di una creatura demoniaca, ma dubitava che fosse scomparso. Di fatti gli bastò avvicinarsi per capire che il suo potere era intatto.
«È ancora qui, non devi preoccuparti. Allora, Crowley? Sei disposto a questo? Devi sapere che la magia ha sempre un prezzo.»
Il demone incatenò gli occhi ai suoi. Qualsiasi prezzo, avrebbe pagato qualsiasi prezzo pur di essere felice. Anche a rinunciare alla sua essenza.
«E sia. Facciamo questo scambio», dichiarò.
Soddisfatto, Gold poggiò una mano sul suo petto. Aveva un grande potere, tanto quanto il suo, anzi, probabilmente era maggiore, e soprattutto era diverso. Crowley ben presto capì che l’altro stava prosciugando il suo potere demoniaco, la sua essenza, tutto ciò che fino a quel momento era stato. E improvvisamente si sentì debole, tanto da non riuscire a stare in piedi. Se ne sarebbe accorto in seguito, ma anche i suoi occhi dorati mutarono, divenendo più umani, di un castano
con sfumature durate. D’altro canto, Gold si sentiva invece invincibile. Aveva assimilato il potere di un demone, una creatura sovrannaturale.
«Davvero affascinante…» constatò.
«D’accordo, ma adesso dammi il pugnale…» boccheggiò, capendo quanto odiasse sentirsi debole. Gold glielo concesse subito, oramai non avrebbe avuto più motivo di tenerlo. Anche se evitò di dirgli una certa cosa molto importante.
«D’accordo, Crowley. Il pugnale adesso è tuo. Adesso sei tu il Signore Oscuro.»
Lo prese in mano e immediatamente la forza iniziò a fluire in lui. Una forza sì potente, ma molto diversa da quella di prima. E, soprattutto, il nome di Tremotino scomparve e apparve il suo, lì sul pugnale.
Lo tenne stretto con una mano, guardando poi Tremotino. I suoi occhi erano di un colore diverso, di un rosso simile a quello del sangue.
«È… è….» sussurrò, stupito.
«Questo è il nostro accordo, Crowley. Lo scambio dei nostri ruoli… in nome delle persone che amiamo» affermò Tremotino, con tono amabile.
La magia aveva sempre un prezzo, proprio così.
 
Nota dell’autrice
Allora, lo so, tutto questo è molto WTF, ma giuro che nella mia testa ha un senso. Sappiamo tutti che Tremotino è leggermente dipendente dalla magia oscura e che per questo mente spesso a Belle. E Crowley invece, pensa che se non fosse un demone, le cose andrebbero bene. Forse sarà stato ingenuo, ma Gold ha ragione a dire che per amore si fa di tutto. Il loro non è stato solo uno scambio di poteri. Di fatto Crowley non è più un demone e Gold non è più il Signore Oscuro, uno scambio di ruoli in tutto e per tutto. Il fatto è che Gold ha omesso una piccola cosa, tipo il fatto che la magia, non solo ha sempre un prezzo, ma ti consuma anche (specie quell’oscura). E si è pure dimenticato a dire che Crowley potrebbe essere controllato attraverso il pugnale. Insomma, al solito suo.
Il momento trash tra Aziraphale e le altre ragazze dovevo metterlo, per me sarebbe troppo canon, così com’è canon il fatto che l’unico che sta simpatico a Crowley è proprio David, ma come si fa a non amarlo?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto :)
   
 
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