Anime & Manga > Naruto
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Autore: Voglioungufo    01/05/2020    1 recensioni
Raccolta multishipping | Canonverse | Soulmate!AU
1. TobiKaga: "Se non fossi stato un Uchiha avrei potuto amarti".
2. SakuHina: "Una volta Kurenai-sensei mi ha detto che vediamo solo l'amore che vogliamo accettare."
3. ObiNaru: Sakura si corrucciò, ma poi si sciolse in una risata. “È buffo, ma incontrerai la tua anima gemella poche ore prima del tuo diciassettesimo compleanno”.
4. GaaLee: Gaara non sapeva cosa significasse piangere. Almeno finché non incontrò lui.
5. SaiIno: “Tu sei molto più bravo a esprimere le tue emozioni con i tuoi quadri” spiegò. “Perché non lo fai anche ora? Dipingi sul tuo braccio, così le trasmetterai qualcosa di te stesso”.
6. ObiNaru: “Astronauta?” ripeté esterrefatto ed esasperato insieme. “Perché in ogni tua dannata vita devi avere un sogno megalomane?!”
7. ShiIta: Sono shinobi, c’è solo un modo che conoscono per esprimere il proprio cuore: con la guerra.
[Questa storia partecipa alla #TheWritingWeek di Fanwriter.it ]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sakura Haruno, Shisui/Itachi | Coppie: Sai/Ino
Note: AU, Missing Moments, Raccolta, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Prompt: Diario Scriversi sul corpo.
Pairing: Sai/Ino, accenno ObiNaru.
Contesto: Canonverse.
Rating: giallo.
Avvertimenti: tanto fluff?
Descrizione: Scrivendosi sul corpo, la nostra anima gemella riceverà il messaggio.
Note: Okay, questa è molto fluff e scemotta, con un finale che ho aggiunto a casissimo solo perché mi faceva troppo ridere l’idea. Spero che vi piaccia!
Il titolo viene dalla canzone “write on me” delle Fifht Harmony.
 
 
 
Everything is blank until you draw me
 
Una delle cose che Sai stava imparando a conoscere era il sole e l’estate. Aveva passato così tanto tempo nascosto nei sotterranei di Root da non conoscere la sensazione del calore estivo sulla pelle, il sudore insopportabile e il desiderio di spogliarsi per gettarsi nel fiume per un bagno. Durante l’allenamento per il lavoro di squadra con il Team 7 succedeva molto spesso. Solitamente però lui osservava dall’ombra di un albero, partecipando a distanza all’allegria dei suoi nuovi amici. Una cosa che gli piaceva molto fare era dipingere in quei momenti di calma, dove dalla sua mente non uscivano paesaggi oscuri e tenebrosi, ma giornate di sole come quella.
Appena tirò fuori la tela, Sakura uscì dal fiume gocciolando con i capelli per osservarlo. All’inizio aveva trovato frustrante sentire occhi estranei fissarlo mentre dipingeva, ma si era presto abituato anche a quello. A Sakura piace vederlo dipingere e Sai aveva letto in qualche libro che per fare amicizia era importante condividere certi momenti.
Fu proprio mentre spargeva la basa d’acqua sulla tela che sentì il familiare prurito all’interno del braccio. In un caso normale non ci avrebbe fatto caso, come era stato addestrato, ma in quella calda giornata estiva non indossava la sua solita giacca e Sakura poté subito vedere le tracce d’inchiostro.
Con un gridolino di gioia che richiamò perfino Naruto gli afferrò il braccio.
“Sai-kun! La tua anima gemella ti sta scrivendo”.
Spostò appena pigramente gli occhi sulla sua pelle bianchissima, osservando con un cipiglio disinteressato il messaggio.
Che giornata meravigliosa!
Sai pensò che avesse ragione, era davvero una bella giornata, ma non capì cosa avesse di così speciale rispetto alle altre da spingere qualcuno a scriverlo sul proprio braccio. Tornò a concentrarsi sulla sua tela prima che l’acqua si asciugasse del tutto.
“Ehi!” lo richiamò Sakura aggrottando la fronte. “Non le rispondi?”
Nel frattempo anche Naruto era arrivato e stava scrollando i capelli dall’acqua come un labrador.
“No” rispose senza inclinazione.
Non si aspettò il pugno di Sakura alla testa, né lo sbraitare di Naruto furioso.
“Cheee?!” gli puntò contro il dito accusatorio. “Sei una di quelle anime gemelle stronze che non risponde?!”
Sai guardò risentito Sakura e istintivamente tentò di ritrarsi, non era mai un buon segno stare vicino alla ragazza quando aveva quell’espressione fumante.
“Sono uno shinobi” rispose sbattendo le palpebre, confuso di dover sottolineare l’ovvio.
“E questo che c’entra dattebayo!” strepitò Naruto.
Sai spostò lo sguardo su Sakura cercando un riscontro, ma anche lei sembrava perplessa dalla sua spiegazione e lo guardava come se volesse prenderlo ancora a pugni.
“Gli shinobi non possono provare emozioni” disse quindi, ripetendo quello che gli aveva insegnato Danzo-sama. “Non dobbiamo rispondere ai messaggi delle nostre anime gemelle perché siamo shinobi, dobbiamo restare concentrati sulle missioni e basta. Le anime gemelle non devono distrarci”.
“Questa è la spiegazione più stupida che abbia sentito” Naruto incrociò le braccia. “Se fosse davvero così perché allora le anime gemelle esistono?”
Sakura annuì, stranamente d’accordo con l’amico. “Se non fossimo destinati a incontrarla gli dei non ci avrebbero mai permesso di comunicare con loro in questo modo” concluse.
Sai ci pensò su e si accorse che avevano ragione, non l’aveva mai vista da questa prospettiva. Era davvero fortunato ad avere incontrato quei due, gli stavano facendo davvero il mondo in modi che non aveva mai considerato.
“Quindi voi comunicate con la vostra anima gemella?” chiese curioso.
Sakura mise su una faccia imbarazzata. “A volte”.
Invece Naruto si oscurò e accentuò il broncio. “La mia non mi risponde mai” ringhiò furioso. “Ho provato a scrivere di tutto ma continua a ignorarmi! È frustrante! Per questo dico che sei stronzo, dattebayo” si lagnò.
Sai non capì. “Perché?”
La faccia di Naruto sembrò voler esplodere da quanto divenne rossa. “Perché la tua anima gemella ti scrive e tu non rispondi!”
Tentò di giustificarsi, spiegando che era Danzo-sama che aveva proibito a lui e ogni membro di Root di comunicare con la propria anima gemella. Però le parole non uscirono e fece solo una smorfia pensando che fosse per via del sigillo sulla lingua.
Tornò quindi a concentrarsi sul braccio, dove l’inchiostro di chakra brillava ancora.
“Dovrei rispondere?” chiese quindi incerto.
“Assolutamente!” lo spronò Naruto con un sorrisone.
Allora prese il proprio pennello e lo intinse nell’inchiostro, fece per scrivere una risposta sul proprio braccio, ma Sakura lo afferrò al polso.
“Fermo!” ordinò.
“Sakura-chan?” domandò Naruto confuso.
Gli occhi verdi della ragazza erano pensosi. “Questo sarà il tuo primo messaggio all’anima gemella, vero?”
Sai confermò annuendo solo una volta. Nel gesto fece gocciolare un goccia di inchiostro sul braccio, ma nessuno sembrò farci davvero caso.
“Allora deve fare qualcosa di davvero speciale” considerò alla fine Sakura con un sorriso romantico. “Il primo messaggio è sempre quello più importante! Devi comunicare qualcosa con le parole”.
“Cosa?” chiese Sai sentendo una strana sensazione sconosciuta che gli pungolava il cuore.
“Uhm…” la prese molto seriamente Naruto. “Perché non ti presenti?”
Sakura lo colpì. “Ma sei scemo?!” lo insultò.
“Questo perché?” piagnucolò.
“Non bisogna mai presentarsi” spiegò Sakura solennemente, alzò l’indice come se stesse per dare un’importante lezione. “Non subito almeno, bisogna aspettare. L’attesa e la ricerca fa parte del brivido dell’anima gemella. Se ti presenti subito che gusto c’è?”
“Io mi sono presentato subito” obiettò Naruto.
“Infatti non ti risponde!” confermò Sakura con un ghigno. “Vedi che ho ragione?”
L’amico fu costretto ad ammetterlo con un borbottio poco convinto. Sai continuò a fissare il proprio braccio, chiedendosi quindi cosa dovesse scriverci. Non era mai stato molto bravo con le parole e non capiva cosa intendesse Sakura con qualcosa di speciale.
L’amica sembrò rendersi conto della sua confusione, perché gli venne incontro un sorriso rassicurante.
“Lei ti ha scritto spesso?” chiese.
Corrucciò la fronte. “Credo… di sì?” strinse gli occhi davvero confuso. “Sì, ma non so cosa mi scriveva. Non guardavo mai”.
“Che stronzo” borbottò Naruto, ma non aggiunse altro quando Sakura lo minacciò con lo sguardo.
“Allora devi farti perdonare” risolse.
“Ma come?”
Sakura ci pensò un po’ su prima di trovare una soluzione. “Dipingi!”
“Cosa?” l’esclamazione arrivò gemella sia da parte di Sai che di Naruto, l’uno più pacato l’altro più esuberante, e la ragazza scoppiò in una piccola risata serena.
“Tu sei molto più bravo a esprimere le tue emozioni con i tuoi quadri” spiegò. “Perché non lo fai anche ora? Dipingi sul tuo braccio, così le trasmetterai qualcosa di te stesso”.
Sai ci pensò su ragionando. Se avesse dipinto sul proprio braccio non avrebbe potuto tenere il disegno, perché dopo lavandosi se lo sarebbe sciacquato via. Però questa cosa dell’anima gemella stava assumendo le sfumature di una missione importante, perciò non poteva tirarsi indietro.
Prese quindi la scatola di colori, pulì le setole del pennello dall’inchiostro nero e poi lo sporcò con l’azzurro. Guardò con gli occhi socchiusi il paesaggio che aveva di fronte a sé, la scena estiva che aveva deciso in primo luogo di imprimere sulla tela, e poi cominciò a lavorare sulla propria pelle.
Si accorse presto che dipingere sul braccio era molto più complicato che sulla tela. La pelle aveva una consistenza strana e si muoveva a ogni spennellata. L’acqua e il colore non venivano ben assorbiti, per questo rischiava di sbavare se non stava attento. Il suo stile di disegno era molto impressionista, non puntava mai sull’eccessivo realismo, ma alla fine sul suo braccio le figure gli parvero ancora più indefinite del solito. Tutto sommato però si ritrovò a essere soddisfatto e attese insieme ai compagni di team una risposta.
Nei secondi di attesa si sentì il palmo delle mani sudare, ma era certo non c’entrasse per nulla la calura estiva, visto che si trovava all’ombra ed era senza maglietta. Per qualche motivo anche il suo cuore sembrava andare più veloce, come se avesse appena finito di correre.
Un verso di gioia uscì dalle labbra di Sakura quando sulla pelle si tracciò la prima risposta.
È meraviglioso! L’hai fatto tu?
“No, mi madre” borbottò Naruto alzando gli occhi al cielo.
Sakura lo colpì in testa e fu abbastanza veloce da impedire a Sai di rispondere in quel modo, visto che credeva fosse un suggerimento. Quindi scrisse un semplice:
Sì.
“Dai, aggiungi qualcosa” lo spronò Sakura.
Ti piace?
Lo adoro! Quindi sei un pittore?
Sai guardò Sakura in cerca di aiuto. “Io sono uno shinobi”.
“Sì, ma sei anche un pittore!”
Rispose quindi affermativamente, aggiungendo:
Cosa ti piace?
“Che domanda è?” sbottò Naruto.
“Ho letto in un libro che un buon modo per avviare una conversazione è spingere l’interlocutore a parlare dei propri interessi e di quello che lo appassiona”.
“Shhh, sta rispondendo!”
Adoro i fiori!
Sai questa volta non ebbe bisogno del suggerimento di Sakura e riprese il proprio pennello, cominciando a dipingere nuovamente tanti fiori diversi sulla pelle. Ormai stava però esaurendo lo spazio e per questo fu costretto e capovolgerlo per leggere la risposta.
Sono bellissimi!
Posso dipingere quello che vuoi.
Sakura ghignò e alzò al pollice in apprezzamento per l’ultima risposta di Sai. Ricambiò il sorriso un po’ incerto, ma la sua attenzione tornò subito sulle nuove parole sul braccio.
Potresti dipingere me… ;)
Sakura strillò portandosi le mani alla bocca, mentre Naruto saltò sul posto per l’emozione. A giudicare dalle loro reazioni doveva essere una cosa buona, ma lui si accigliò.
“Come faccio a dipingerla se non so chi sia?” domandò giustamente.
Un sorriso sibillino si disegnò sulle labbra della sua amica. “È arrivato il momento di indagare sulla sua identità!”
Ma quando provò a chiederle qualcosa, la sua anima gemella rimase sul misterioso senza sbilanciarsi. Forse voleva ripagarlo per gli anni in cui non le aveva mai risposto.
“Non ci resta che cercarla” meditò Sakura.
“Chiedile se è di Konoha” propose Naruto.
Annuì pensando che aveva ragione. Le anime gemelle erano sparse per tutte il continente, poteva perfino far parte di un villaggio nemico. Questo era uno degli altri motivi per cui Danzo-sama non aveva mai voluto che comunicassero.
Fortunatamente, però, gli dei dovevano essere stati magnanimi nella scelta perché la risposta che arrivò era positiva.
“Andiamo al Villaggio!” propose Naruto alzandosi in piedi.
“Ma come facciamo a trovarla?” obiettò tranquillo Sai, calmo come in ogni missione.
“Be’, sarà la persona con un intero braccio pasticciato” spiegò Naruto indicandolo.
“E se ha delle maniche lunghe?”
“Fa troppo caldo per delle maniche lunghe!”
Sakura però prese seriamente quell’obiezione e cominciò a pensare a una soluzione reggendosi il mento con una mano. Una piccola luce di vittoria animò i suoi occhi ma non gli piacque per nulla il modo in cui lo stava guardando.
“Sai-kun” flautò candidamente, “avvicinati”.
Sai non voleva affatto avvicinarsi, ma immaginava di non avere molta scelta, quindi fece come voleva sforzandosi per mantenere un sorriso sulle labbra. Chiuse gli occhi quando lei con un pennarello cominciò a disegnargli qualcosa sulla pelle.
“Sakura-chan?” chiese accigliato e preoccupato, ma il sorriso ancora costretto sulle labbra.
“Potrà anche indossare la maschera di Kakashi-sensei, ma così non ci sarà verso per non riconoscerla!” garantì Sakura tenendosi la lingua tra le labbra.
Sai capì di aver ragione a essere preoccupato quando, dopo avergli lanciato una rapida occhiata, Naruto scoppiò a ridere senza freno.
Non osò guardarsi allo specchio per capire cosa avesse disegnato sulla sua faccia.
 
**
 
Una volta al Villaggio, tutti i passanti cominciarono a fissarli perplessi e con disapprovazione. Sai aveva fatto del suo meglio per tenere fisso il suo collaudato sorriso sereno, anche se cominciava ad agitarsi un poco. Immaginava che l’incontro con l’anima gemella richiedesse anche un’interazione con essa, ma lui non era ancora molto bravo in quel genere di dinamiche. Purtroppo quando aveva chiesto a Sakura di lasciarlo prima passare in libreria per trovare un libro che lo informasse sull’argomento lei lo aveva liquidato senza nemmeno rispondergli.
Invece della biblioteca, lo portò al negozio di fiori degli Yamanaka.
“Perché siamo qui?” chiese Naruto osservando i fiori esposti e aggrottando le sopracciglia.
“La sua anima gemella ha detto di amare i fiori. Sicuramente guadagnerebbe punti se si presentasse con un bel mazzo di rose!” spiegò Sakura elettrizzata.
Naruto approvò in apprezzamento e cominciò a spingere Sai perché entrasse nel negozio di fiori. Sakura li aveva già preceduti.
“Yamanaka-san!” la sentirono gridare. “C’è Ino? Ci serve il suo aiuto”.
“Ciao, Sakura” salutò la signora. “Mi dispiace, ma Ino in questo momento…”
La donna al balcone si bloccò proprio nel momento esatto in cui entrarono, gli occhi sbarrati su Sai. Tentò un sorriso affabile e ancora una volta si chiese che cosa diamine gli avesse scritto sopra Sakura da far avere a tutti quella reazione.
“Tu…” commentò la signora Yamanaka con le guance che si chiazzavano di rosso. Poi però si riscosse e, senza dare spiegazioni, fuggì nel retro bottega chiamando a gran voce la figlia.
Sakura e Naruto si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Sai non prestò attenzione a quell’atteggiamento strambo e si mise a osservare i fiori curioso. Sapeva che era una pratica molto diffusa regalarli, ma ancora gli sfuggiva il senso di farlo visto che, recisi com’erano, in poco tempo sarebbero morti. Perché a qualcuno avrebbe dovuto far piacere riceverli? Doveva informarsi a riguardo.
“Si può sapere il perché di questo baccano?!” sbraitò una forte voce femminile che lo distrasse dalla contemplazione di un mazzo di girasoli.
Aveva già incontrato Ino una volta, dove aveva malamente tentato i suoi approcci amichevoli, ed era sicura che quella volta non avesse fiorellini e immagini stilizzate di conigli per tutta la faccia. Si chiese perché se le fosse disegnate con il pennarello, era una cosa molto curiosa. Sicuramente avrebbe catturato l’attenzione delle persone conciata in quel modo, proprio come stava capitando a lui.
Si bloccò.
Oh.
Abbassò gli occhi sulle sua braccia scoperte e vide la sinistra piena di scarabocchi.
OH.
Alzò di nuovo lo sguardo sul suo viso e scoprì che dalla sorpresa non stava più sorridendo. Si apprestò a rimediare e socchiuse anche gli occhi, in una imitazione di Kakashi.
“Ciao, anima gemella”.
Non sapeva cosa aspettarsi. Davvero, Sakura non gli aveva permesso di leggere un libro che parlasse del primo incontro con la propria anima gemella, non aveva proprio idea di cosa sarebbe successo. Quindi costatò curioso quando Ino lo raggiunse a grandi falcate e lo afferrò per il colletto iniziando a strapazzarlo.
“Che cosa ti salta in mente di disegnarci sulla faccia questa obbrobri?!” gli strillò contro furiosa.
Non abbandonò il sorriso sereno. “Oh, ma è stata Sakura-san. Io disegno meglio”.
“FRONTE SPAZIOSA!” sbraitò lasciandolo andare di colpo.
Ma Sakura non riusciva a smettere di ridere e non valsero a nulla le minacce dell’amica riguardo la sua faccia che era un disastro completo. Sai continuò a osservarle pacifico, dubbioso su cosa dovesse fare. Si voltò verso Naruto, che aveva uno sguardo molto concentrato.
“Be’, però ha funzionato” osò e bastarono quelle parole ad attirare Ino verso di lui.
“Ho la faccia che è un disastro!” tentò di picchiarlo. “Che cosa avrebbe funzionato?!”
Naruto sbiancò ed evitò i colpi facendo cadere un paio di vasi.
“L’anima gemella!” strepitò spaventato dalla furia femminile. “L’anima gemella. Hai trovato la tua anima gemella!”
Ino bloccò il pugno a pochi centimetri del suo naso, ma Naruto non osò tirare il sospiro di sollievo. La guardò sudando mentre la ragazza poco alla volta realizzava quelle parole.
In tutto questo Sakura continuava a ridere incapace di fermarsi, trovando troppo comico che l’anima gemella di Ino-pig fosse proprio un incapace sociale alla stregua di Sai. Quando gli dei avevano scelto le coppie dovevano essersi sentiti molto burloni nel farlo.
Ino guardò attenta Sai, valutandolo. “Tu sei la mia anima gemella…?”
Annuì, non sapendo cosa fare. Subito dopo si trovò le braccia della ragazza al collo ma non per ucciderlo, stava compiendo quell’azione che i suoi libri descrivevano come abbraccio. Sorrise, più genuino del solito, perché quella era sempre indicata come una cosa positiva. Ricambiò l’abbraccio, mentre Sakura gli strizzava l’occhio in segno di vittoria.
 
Naruto osservò i due abbracciarsi stretti e ragionò sulle sue stesse parole. Aveva funzionato. Scriversi sulla faccia aveva funzionato.
“Yamanaka-san” chiamò distratto, “mi può prestare un pennarello?”
La donna lo accontentò senza domande, immaginando che volesse comunicare qualcosa alla propria anima gemella dopo quel ritrovo così toccate, ma rimase sorpresa quando lo vide specchiarsi sul vetro e segnarsi qualcosa sul viso.
“Prendi questa, anima gemella stronza ‘tebayo” borbottò fra sé.
 
 
Nello stesso momento, ad Ame…
 
Obito rientrò di umore nero nel nascondiglio dell’Akatsuki, era completamente sporco di sangue dopo che aveva trucidato un gruppo di mercenari che aveva tentato di attaccare la loro base.
“Brutta giornata?” domandò Zetsu divertito mentre lasciava cadere la pesante cappa sporca.
Non rispose e si tolse la maschera per ripulirla dal sangue viscido, scoprendo per una rara volta il suo viso. Tanto nella stanza c’era solo Zetsu, che conosceva la sua reale identità, quindi poteva permetterlo.
Ma, per qualche motivo, il clone di Hashirama cominciò a ridere a crepapelle non appena gli occhi gialli si posarono su di lui.
Che diavolo…
Cercò velocemente uno specchio per capire che cosa ci fosse di così divertente sul suo viso e quando si specchiò lasciò quasi cadere l’arnese con un gemito esasperato. Su tutta la sua faccia era stato scritto con un indelebile arancione: Sono Uzumaki Naruto e ti troverò ovunque tu sia brutta anima gemella stronza, credici!
Lanciò un’occhiata di fuoco a Zetsu mentre si accasciava esasperato a terra, meditando l’imminente distruzione di Konoha e di un suo abitante in particolare…

 

   
 
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