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Autore: MissOphelia    08/05/2020    1 recensioni
[AN HARRY POTTER SPIN-OFF]
Tutto cambia, niente muore.
«Di fronte al vero amore dobbiamo essere nudi, cioè sinceri ed autentici, pronti a donarci interamente, affinchè riesca ad emergere la parte migliore di noi.» fece una breve pausa, avvicinandosi ad Helen e fissandola dritta negli occhi.
«Al tempo stesso la decisione di abbandonarci all'Amore richiede sempre una scelta da parte nostra, la scelta di non cedere alla paura, ma seguire ció che il nostro cuore realmente desidera. Dunque, solo attraverso una scelta coraggiosa, giunge la possibilità dell'Unione».
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Il fischio del treno destó Helen dal sonno. Non ricordava ne' come ne' quando si fosse appisolata, sapeva solo che il finestrino del vagone non era per niente comodo. 
Si portó le mani al volto, schiaffeggiandosi ripetutamente le guance, come se questo gesto potesse risvegliarla totalmente. 
Mentre emetteva un rumoroso sbadiglio, si girò e scrutò l'esterno. 
Erano arrivati. 
Il binario 9 e 3/4 della stazione di King's Cross brulicava di gente. Helen immaginava fossero tutte persone che attendevano l'arrivo dei propri figli di ritorno da Hogwarts. 
Vide una signora, appoggiata ad un uomo, probabilmente il marito, che sventolava animatamente la mano nella direzione del treno.
La prima volta che tornò per le vacanze natalizie, suo fratello e suo padre prepararono un imbarazzante cartello con scritto "HELEN SIAMO QUI". 
Sorrise. Che pazzi. 
Uno scuotere leggero la richiamó alla realtà. 
«Terra chiama Helen. Non vuoi mica tornare ad Hogwarts?» 
Era Adeline, la sua migliore amica. Una Grifondoro anche lei, dolce, disponibile, le voleva un gran bene. 
Helen la guardó mentre l'amica rideva, insieme ai Gemelli Weasley. Non era la prima volta che si trovava in quella situazione, Helen spesso si perdeva nel proprio mondo, nel proprio flusso di coscienza. 
«Secondo noi, tu pensi troppo.» disse Fred. 
«Già, pensi troppo.» continuó George.
I gemelli chiusero gli occhi, per poi iniziare ad agitare le mani verso di lei con movimenti ondulatori, come ad imitare la professoressa Cooman.
«Libera la mente Helen, libera la menteee.» 
Fecero volare scintille da chissà dove, per poi scoppiare a ridere. 
Helen fece altrettanto; i gemelli sapevano sempre come smorzare qualsiasi situazione e farla ridere. 
La voce metallica proveniente dalla stazione li avvisò dell'arrivo in banchina del treno e invitò i passeggeri ad affrettarsi prima della ripartenza. 
Prese il proprio baule e seguì i suoi amici, mentre si dirigevano verso l'uscita.
Scesero. Helen si guardó intorno sperando di non dover percorrere tutta la banchina prima di vedere una faccia familiare e di non doversi aspettare un chissà quale cartello o striscione di bentornata. 
Percorse qualche metro quando vide un agglomerato di teste color carota: i Weasley. Era incredibile come quella famiglia si distinguesse ovunque. 
Inizió a camminare nella loro direzione. 
"Se ci sono i Weasley, allora...
Non terminò nemmeno il pensiero che un paio di mani gli coprironi gli occhi. 
Trasalì, poi le analizzò, facendo scorrere le proprie dita lungo i contorni. Erano piuttosto grandi, un po' rovinate, forse graffiate, sicuramente mani maschili. 
Maschili e rovinate! 
Si voltó di scatto. 
«JACOB!» 
Si buttó tra le braccia del fratello. Finalmente, le era mancato tantissimo e era lí, non in una delle sue fantasie. 
Si fece invadere dal suo profumo così intenso. Era reale. 
Quando si staccò, lo guardò, notando quanto fosse cambiato. I suoi capelli castani erano cresciuti, sembrava diverso, più uomo. Per quanto fossero fratelli Jacob ed Helen non si somigliavano affatto: Jacob era molto simile al padre, capelli scuri e occhi chiari, alto e robusto (anche a causa del lavoro prettamente fisico che svolgeva); Helen, invece, era bionda con gli occhi chiari, non molto alta ed esile, il padre diceva che fosse uguale a sua madre da giovane. 
«Helen sei cambiata! Sei diversa, sei...cresciuta.» 
Jacob le prese la mano, facendola girare.
Era davvero contenta di poter passare il tempo con lui, aveva davvero tanto da raccontargli. 
Si voltò verso il padre, che nel frattempo aveva preso il baule e si era fermato ad assistere alla scena sorridente. 
«Ciao papà.» 
Abbracció anche lui. 
«Mi siete mancati.» 
«Anche tu tesoro. Credo sia ora di andare, altrimenti Arthur potrebbe lasciarci qui.» 
Rise, avviandosi poi in direzione della famiglia Weasley. 
Quel Natale non erano al completo, infatti solo Ginny e i gemelli erano tornati da Hogwarts, così come lei. Ron aveva espresso la volontà di passare il Natale al castello, in compagnia dei suoi amici Harry ed Hermione. Percy aveva detto ai genitori, in quanto caposcuola, che Hogwarts avesse bisogno del suo impareggiabile aiuto.
Poi c'era Charlie.
Helen lo fissó per qualche istante, era cambiato anche lui, molto: i capelli erano cresciuti e sembrava avessero vita propria per quanto fossero scompigliati, eppure gli donavano, pensò.
Anche il viso era cambiato: la mascella era diventata più prorompente, gli dava un'aria molto più virile. 
Era diverso, era piú...uomo.
Charlie le sorrise, forse lo aveva fissato più del dovuto. 
Distolse velocemente lo sguardo e sentì un leggero calore avampare a livello delle guance. 
«Avanti gente, tutti alla macchina.» 
Arthur Weasley sventolava la mano, come se fosse a capo di un gruppo di turisti. 
«Al bolide vorrai dire.»
Echeggiarono Fred e George.
Si diressero verso l'esterno della stazione, fino a raggiungere un'auto rossa. Era diversa da quella vecchia, dopo l'incidente dell'anno precedente, il signor Weasley aveva dovuto cambiarla, non che ne fosse dispiaciuto, su questa aveva apportato molte più modifiche e perfezionato il turbo invisibile (ovviamente ad insaputa della moglie). 
Iniziarono a sistemare i bagagli. 
«Allora, miei adorati FRED E GEORGE...» inizió la signora Weasley, alzando il tono della voce quando pronunció i nomi dei gemelli, i quali, notò Helen, indietreggiarono lentamente, acquistando una distanza di sicurezza dalla madre. 
«Sono ansiosa di sapere cos'è questa storia del signor Gazza!»
Molly si avvicinò lentamente. I gemelli si guardarono un istante, decidendo mentalmente chi dei due avrebbe dovuto esporsi per primo 
«È possibile...» dissero all'unisono «che, forse noi...» 
«Ripeto, forse» puntualizzò Fred. 
«...abbiamo piazzato una caccabomba nell'ufficio di Gazza.» completarono la frase. 
«Ma è una possibilità molto remota.» disse George 
«Nell'eventualità che fosse davvero successo, sarebbe stato per legittima difesa.» aggiunse Fred. 
«FRED E GEORGE!» Tuonò la signora Weasley, mentre acciuffava prontamente i figli, già in procinto di darsela a gambe. 
Li teneva per le orecchie. 
«COSA DEVE FARE UNA MADRE PER NON RICEVERE SEMPRE LETTERE DI AMMONIZIONE?» 
«Via via Molly, è stata una semplice bravata.» si intromise il signor Weasley. 
«Arthur non esistono scusanti!» 
Helen osservava la scena divertita, non era la prima volta d'altronde che si trova ad assistere al teatrino di mamma Weasley e i gemelli. 
«Mamma cara» Charlie si avvicinó sorridendo, poggiandole le mani sulle spalle.
Molly sembrò addolcirsi e lasció andare le orecchie dei due mascalzoni, i quali sgattaiolarono nell'auto prima che la donna potesse nuovamente posare l'attenzione su di loro. 
«Devi rilassarti. È il momento di andare a casa, non credi?» Continuò Charlie con voce melliflua. 
«Si tesoro, hai ragione. Forza forza, tutti in macchina.» disse, aprendo la portiera e sedendosi accanto al marito. 
Helen fece lo stesso, si meravigliava sempre di quanto in realtà quella macchina fosse spaziosa all'interno, grazie ad un incantesimo distensore.
Jacob e Charlie erano seduti alla sua destra, parlavano dell'ultimo drago con cui avessero avuto a che fare: Ironbelly Ucraino. Dall'altro lato i gemelli, i quali, vide, stavano architettando qualche nuova bravata. 
«E Arthur, mio ​​caro... non ti azzardare a far volare quest'auto.» 
«Ma Molly...»
«Non mi interessa!» 
Helen poggió la testa sulla spalla di Jacob. 
Il viaggio senza magia sarebbe stato più lungo del previsto, e la signora Weasley non ne avrebbe permesso in alcun modo, e per nessuna ragione, l'uso.

 

   
 
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