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Autore: EleAB98    14/05/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Con suo sommo disgusto il regista aveva assistito, verso la fine di quella serata, all’ennesima scenata di Beverly, che aveva fatto di tutto per trascinarlo in camera sua con una scusa qualsiasi al fine di poter trascorrere insieme la nottata. L’uomo inorridì per l’ennesima volta a quel pensiero. Non appena si era distaccato da Jane tornando nella hall, l’attrice era tornata all’attacco, cercando ogni pretesto per guadagnarsi anche soltanto un momento di intimità con lui. Il suo comportamento assurdo aveva superato ogni limite.

Quando il regista l’aveva accompagnata sul terrazzo previa sua esplicita richiesta, ella aveva nuovamente tentato di baciarlo, cercando con lui un contatto persino più spinto. Thomas si era allontanato immediatamente, lasciandola in balia della propria solitudine. L’ultima cosa che voleva sarebbe stata quella di intrecciare un’insulsa relazione amorosa con quella donna. La sua mente e il suo cuore richiamavano costantemente la figura aggraziata e sensuale della sua studentessa, con la quale aveva intrattenuto un breve ma intenso scambio di effusioni che gli avevano arrecato un’emozione molto forte.

Un’emozione che lo aveva coinvolto in tutti i sensi e di cui portava tuttora i segni.

Non appena Thomas aprì la porta della propria stanza buia rischiarata soltanto da una luce soffusa che aveva acceso nel momento in cui vi era entrato e si guardò allo specchio, però, in esso non vide soltanto riflessa la propria immagine. A quella visione, Hunt trasalì.

Stava forse sognando?

“Thomas, finalmente... credevo non arrivassi più.”

L’uomo si voltò di scatto e per poco non ebbe un mancamento. La sua studentessa era sdraiata lì, a braccia conserte, sul di quel letto matrimoniale, con indosso il suo bellissimo vestito e la ‘bozza’ di un sorrisetto sghembo che gli fece del tutto perdere l’utilizzo della parola.

“Cosa c’è, non mi dici niente? Immagino cosa tu stia pensando, ma ti assicuro che non è come sembra” si affrettò ad aggiungere Jane, scrutando il suo sguardo sconvolto.

Dopo qualche secondo, Hunt si riprese e si schiarì con forza la voce.

“Si può sapere cosa diamine ci fai qui nella mia stanza? E soprattutto... come sei entrata?” le domandò incredulo, quasi temendo la sua risposta.

“Ti ringrazio per l’accoglienza” ridacchiò lei, trattenendosi dal prendere il suo cellulare dalla borsa per immortalare un Thomas Hunt completamente inerme e, a tratti, quasi spaventato dalla sua ‘irruzione’. “Comunque, la mia amica Addison ha avuto la crudeltà di bandirmi dalla nostra stanza al fine di trascorrere una nottata di fuoco con il suo fidanzatino, per cui... per cui mi sono ritrovata letteralmente chiusa fuori dalla mia stessa stanza. Ti è chiaro il concetto, ora?”

“Ma non potev-”

“Mi dispiace tanto, ma nella hall non avevano un altro duplicato della tessera, o meglio... temo che sia stata Addison ad appropriarsene e a tendermi, dunque questa incredibile trappola che, devo ammetterlo, gli è riuscita sin troppo bene.”

L’uomo strabuzzò gli occhi, scuotendo la testa.

“Non avevo altro posto dove andare, per cui ho chiesto la tessera della tua stanza, e... ed eccomi qui.”

“Ho visto” rispose l’uomo, non sapendo cos’altro aggiungere. Fino a pochissimi secondi fa stava pensando proprio a Jane, e ora se la ritrovava dinanzi così, senza alcuno sforzo? A quanto pare, il destino beffardo amava giocargli brutti scherzi, alle volte.

“Comunque, comportati pure come se io non ci fossi” le disse lei, cercando di celare il proprio dispiacere di fronte all’indifferenza del regista. “Io mi volterò dall’altra parte e fingerò che per me non esisti, promesso.”

A quelle parole, l’uomo chiuse gli occhi per un momento. Doveva calmarsi e affrontare con perfetta disinvoltura quell’assurda situazione in cui si trovava. Doveva fingere che il tutto gli apparisse naturale. Come aveva detto Jane, doveva fingere che lei non fosse presente in quella maledetta stanza.

Ma ci sarebbe mai riuscito?

Seguendo l’istinto, si recò per un momento in bagno e si sciacquò accuratamente la faccia con l’acqua gelida del rubinetto. Dopodiché, si guardò nuovamente allo specchio. No, quello non era affatto un sogno, anzi… a dirla tutta, si trattava di un allettante incubo che lo stava facendo diventare pazzo. Dopo una quindicina di minuti in cui il regista vagò senza meta attraverso la piccola stanzetta cercando di distrarsi dal pensiero che la sua studentessa fosse lì, ecco che un tocco leggero sulla spalla lo ridestò dal quel proposito.

Non appena si voltò, si accorse della tristezza che aleggiava negli occhi di Jane.

“Thomas, mi dispiace tanto... non volevo che andasse così. Lo so che ho sbagliato, ma non sapevo dov-”

L’uomo la interruppe all’istante.

“Jane, quello che dici non è affatto vero... tu non hai sbagliato niente, anzi. Sei perfetta… temo soltanto che se cominciassi a baciarti per me sarebbe alquanto difficile fermarmi, e Dio sa quanto desidererei farlo in questo momento” le disse poi, sussurrando. “Riesci a capirmi?”

Jane arrossì leggermente a quel suo slancio di sincerità.

“Sì Thomas, io ti capisco e ti assicuro che per me sarebbe lo stesso.  Ma nonostante tutto...”
“Cosa?” replicò lui, cingendole con dolcezza la vita.

“Nonostante questo, vorrei anch’io che tu mi dessi un bacio... in questo preciso istante.”

Dinanzi a quell’esplicita richiesta, Thomas smise di pensare e le regalò un dolce bacio. Dopo qualche secondo, però, entrambi si lasciarono andare a un bacio sempre più appassionato e incontrollato. Senza nemmeno rendersene conto, ecco che entrambi si ritrovarono leggermente avvinghiati l’un l’altra, su di quel letto nel quale avrebbero dovuto trascorrere una nottata tranquilla.

Non appena Jane si ritrovò con la testa sopra il cuscino, si accorse che l’uomo non aveva affatto smesso di baciarla. Con leggerezza e devozione, aveva preso ad accarezzare le sue forme, gentili e sinuose, sfiorandole i punti più delicati senza però soffermarvisi troppo, mentre le dispensava dei baci leggeri sul collo. Non appena se ne rese pienamente conto, la giovane provo un’emozione così intensa che quasi faticò a mantenere il controllo del proprio respiro.

Quei baci erano per lei fuoco ardente, una meravigliosa tortura della quale non avrebbe mai voluto sbarazzarsi.

Non appena la ragazza prese a sbottonare la camicia del regista, però, egli si riscosse, ed entrambi si guardarono negli occhi.

 
***

 
Nello specifico, Thomas contemplò ogni singolo dettaglio della sua studentessa, come volesse imprimere per sempre nella sua memoria quel momento così emozionante.

“Thomas...” proruppe Jane, perdendosi in quell’intenso contatto visivo.

Per la prima volta, la pronuncia del suo nome suonò strana alle sue orecchie. Sembrava che la ragazza lo stesse implicitamente implorando di lasciarsi andare alle proprie emozioni. Ma per quanto l’uomo lo volesse, non poteva farlo. Non ancora.

“Jane, ormai lo hai appurato... ti desidero moltissimo e non sai quante volte ho immaginato di vivere con te un momento di intimità più profondo, ma...”

“Anch’io ti desidero, Thomas...” gli confessò la giovane, dando finalmente voce al proprio a quando covava nel cuore. “E ti confesso che per me sarebbe la prima volta in assoluto, però mi fido ciecamente di te...”

L’uomo la guardò profondamente negli occhi, dispensandole un breve sorriso. Ammetteva di doversi ancora abituare alle attenzioni di quella ragazza, così come lui doveva ‘abituarsi’ a manifestarle dolcezza, passione e rispetto profondi. Negli ultimi tre anni, non si era concesso nemmeno il lusso di vivere una squallida avventura di una notte, perché in effetti non era quello che voleva. Per ben tre anni, non si era concesso a nessuna donna, o meglio: aveva impedito che una donna si concedesse a lui, perché di certo le occasioni non erano mancate. Molte di loro, in particolare, si erano mostrate a dir poco sfacciate e irriverenti e questo non aveva fatto altro che alimentare il suo proposito di non instaurare più alcun tipo di rapporto con loro, se non di esclusivo lavoro.

Dopo la fine della relazione con Priya, aveva infatti giurato a se stesso che avrebbe chiuso per sempre con le donne. E invece, a distanza di tre anni, eccolo lì, su di quel letto, con quella donna, o meglio quella piccola donna che continuava a scrutarlo con quei magnifici occhi azzurri sin dentro l’anima, quasi volesse comprendere a cosa egli stesse pensando.

Esatto, ‘quella Jane’ era davvero una donna diversa
O almeno, lo era per lui.

Quella donna aveva visto in lui una luce nuova, una luce che sembrava essersi del tutto spenta ma che, invece, si trovava ‘soltanto’ in uno stato di profonda quiescenza. Quella donna - quella meravigliosa donna - lo aveva analizzato nel profondo come nessun’altra aveva mai fatto, e questo in parte lo ‘spaventava’ ancora.

D’altro canto, non riusciva nemmeno a spiegarsi la propria esitazione di fronte a quell’invitante prospettiva in cui era incappato. Anni addietro, in gioventù, non ne avrebbe fatto certo un problema.

Eppure, sentiva che con lei doveva essere diverso e, per qualche oscura ragione che il cuore non conosceva ancora, a dir poco speciale. Sentiva che con lei sarebbe stato diverso.  

In effetti, sebbene negli ultimi tempi l’istinto gli avesse spesso suggerito di abbandonarsi finalmente a una notte di passione con Jane, analizzando il tutto in modo lucido si era reso conto che voleva andarci piano, che desiderava conoscere tutti gli aspetti di quella ragazza e starle più accanto possibile, senza però spingersi troppo oltre, o almeno, non senza averle donato prima una certezza inerente i suoi sentimenti per lei. Ed effettivamente lo stava facendo, sebbene questo non fosse stato certo da lui, in passato. Non che egli fosse un uomo avvezzo alla mondanità o alla superficialità, anzi.

La verità era ‘semplicemente’ un’altra.

In effetti, ciò che maggiormente ‘lo spaventava’ di quella ‘strana’ situazione, o meglio confondeva oltre misura, era proprio questa sua ‘folle’ esitazione nei confronti di quel suo lasciarsi andare.

Perché lasciarsi andare fisicamente con lei significava, in quella circostanza, lasciarsi indietro il suo burrascoso passato, abbandonare una volta per sempre il ricordo di quelle sofferenze che lo avevano segnato, che gli avevano squartato il cuore in mille pezzi. Lasciarsi andare con lei significava semplicemente ‘libertà’.

Ma questa libertà – l’essenza del profumo di quella stessa libertà che portava il nome di Jane – doveva guadagnarsela.

E fu così che, in quel preciso istante, il tutto gli apparve sin troppo chiaro e un qualcosa si accese, dentro di lui. Una forte consapevolezza lo pervase, scuotendolo nel profondo: lui non voleva soltanto il suo corpo. D’altronde, durante tutti quei mesi glielo aveva dimostrato.

Ma c’era (ancora) dell’altro.

In effetti, se fino a quel momento gli era bastato che quella frequentazione non ufficiale con Jane continuasse tuttora ad arrecargli delle forti emozioni riuscendo, dopo moltissimi anni, a farlo sentire di nuovo vivo, dall’altra parte voleva assicurare a se stesso di restituirle tutto quello che nei primissimi mesi non aveva potuto – né voluto – concederle.

Voleva – ma soprattutto, doveva – farle vedere chi fosse il vero Thomas Hunt. Proprio per questo, doveva assolutamente parlarle e raccontarle, almeno in parte, la sua storia.

“Mia dolce Jane, ascoltami... non credere che non mi costi non privarti di questo vestito che hai indosso al punto di lasciarmi andare con te, ma...” L’uomo inspirò profondamente, combattuto tra il cieco desiderio che aveva di lei e il dovere di raccontarle ogni cosa. “Ma voglio che tu conosca la mia storia, perché... perché tu hai il diritto di sapere.”

 
La ragazza spalancò gli occhi, visibilmente confusa. Nel frattempo, Thomas si scostò da lei, contemplandone l’espressione. Sarebbe stata la prima volta che l’uomo avrebbe parlato ad alta voce di quando capitatogli in passato e da una parte, stentava ancora a crederci. Lui, che per tutti quegli anni di sconfortante solitudine aveva costantemente evitato di affrontare quello scomodo argomento, stava per compiere uno dei passi più importanti della sua vita. Un passo che concerneva lo sbarazzarsi in via definitiva del suo primo trascorso amoroso che tanto lo aveva tormentato.
   
 
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