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Autore: KillerGirl    11/08/2009    1 recensioni
«Dopo la morte di Sasuke pensavo che tutto sarebbe finito, invece tu, tu mi hai raccolto nel tuo caldo abbraccio e mi hai portato via con te, e adesso, sto rivivendo la storia da capo, perchè il mio amore per te adesso non finirà mai» *Perdonate l' orrore, è la prima fic* [ItaNaru]
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 Spalancai gli occhi, un odore forte entrò nelle mie narici, «La brace» esclamai con tono preoccupato, Itachi non era più steso sul divano, corsi in cucina, il fuoco si era impossessato della stanza, l’ odore di fumo era ovunque, corsi in cantina per prendere un estintore, scesi le scale due o tre per volta, quando aprii l’ armadietto dove conservavo l’ estintore lo trovai vuoto, l’ unica mia salvezza era sparita, corsi nuovamente al piano di sopra, gridai il nome di Itachi per tutta la casa, sembrava essersene andato. Mi diressi di corsa verso la porta d’ entrata, girai la maniglia, nessuno scatto, la porta era chiusa dall’ esterno, ero in trappola, aprii le tende di tutte le finestre di casa mia erano tutte chiuse da sigilli esplosivi. Possibile che Itachi volesse uccidermi veramente, in casa mia poi, i miei polmoni erano rigonfi di fumo, i miei riflessi mi abbandonavano, caddi in mezzo al salotto svenuto.

Le voci intorno a me erano basse, sembrava come se si sussurrassero, cercai inutilmente di aprire gli occhi, mi bruciavano terribilmente, strinsi un pugno, le dita mi facevano male, come se non le muovessi da giorni, il mio respiro era lento, affaticato, percepii con la mano la superficie morbida sotto il mio corpo steso, aprii la bocca ma non ne uscì alcun suono, mi rassegnai al silenzio e mi dovetti privare anche della vista, i miei occhi dovevano essere infiammati. Mossi la testa, il collo mi faceva malissimo, mi fermai subito rassegnato una lacrima mi scese per la guancia, la sentii cadere sul cuscino «Naruto?» una voce piacevole e famigliare mi fece trasalire, Itachi era li con me e doveva esserci anche qualcun’ altro assieme a lui. Lentamente e faticosamente aprii gli occhi per vedere il suo volto, solo per qualche secondo però, gli occhi bruciavano troppo, li richiusi subito e li strinsi forte, scesero altre lacrime di dolore. Itachi chiamò l’ infermiera a gran voce,dovevo essere in ospedale, le chiese di darmi del collirio per sfiammare gli occhi, l’ infermiera camminò verso il carrello delle medicine nella stanza, mi aprì gli occhi con le dita esili nonostante la mia resistenza, il liquido fresco mi diede sollievo dalle fiamme, le stesse fiamma che mi avevano portato qui. Passò circa mezz’ ora, Itachi camminava su e giù per la stanza mentre l’ altra figura era seduta non distante da me. Presi forza e aprii gli occhi, Itachi mi si catapultò di fronte «Naruto!» mi sorrise sollevato, ricambiai il sorriso a fatica, quindi tentai di girare il collo per vedere l’ altra persona nella stanza, Itachi mi fermò con la mano «Per ora non fare movimenti azzardati» mi sorrise poi si sedette sulla sedia affianco a me e cominciò a parlare «Qualcuno voleva ucciderti Naruto, pensiamo che questo mostro abbia prima ucciso Sakura e Sasuke e ora voglia finire l’ opera, tu… sai se qualcuno vi era così ostile da uccidervi?» aprii la bocca e i suoni uscirono lenti in un sussurro appena percettibile «No» Itachi annuii, quindi ricominciò «L’ incendio non è stato causato dalla brace, quando me ne sono andato avevo spento il fuoco, quel pazzo deve essere entrato dopo che io sono uscito, ha piazzato i sigilli, rubato l’ estintore e chiuso la porta dall’ esterno con le tue chiavi che sono state poi ritrovate in giardino» lo guardai inespressivo «Itachi, chi è stato?» domandò l’ uomo senza identità al mio fianco «Se lo sapessi non sarei qui» rispose Itachi trattenendo la rabbia. «Quanto… quanto devo rimanere qui?» domandai con voce roca strozzata dalla tosse «Hai una grave ustione alla mano e un trauma cranico causato dalla caduta, non lo so quanto rimarrai» Itachi sembrava rattristato dalla situazione, forse pensava che fosse lui la causa di tutto questo. Dopo un’ ora l’ uomo misterioso se ne andò salutando Itachi con un cenno, lo intuii perché lui rispose, feci solo in tempo a vedere la veste a nuvole rosse con la coda dell’ occhio «Chi era?» chiesi curioso «Non è importante…» mi si avvicinò e mi baciò togliendomi il fiato, sperava forse di distrarmi dalla mia curiosità verso quell’ uomo. Effettivamente ci riuscì.

I giorni passavano lenti in quel letto di ospedale, infermieri e dottori sempre su e giù per il corridoio e Itachi sempre più provato dalla situazione continuamente al mio fianco, ad assillarmi con richieste di aiuto e quant’ altro; quasi non sembrava più lui, il vecchio Itachi, quello serio, bellissimo e irraggiungibile. Oh certo bellissimo era sempre bellissimo. «Non lo sopporto più!» sbottai d’ improvviso, con la mia voce, la mia vera voce finalmente tornata «Cosa? Che cosa non sopporti?» credo di averlo spaventato perché mi stava urlando contro «L’ ospedale. E’ così… così vuoto, mi manca la mia casetta.» sorrise addolcito dall’ ultima frase uscita dalla mia bocca in un tono un poco infantile «Ti adoro quando fai così!»feci un broncio «Non mi prendi mai sul serio» in uno scatto si catapultò accanto al mio letto e spinse l’ interruttore di chiamata «Ok, allora se vuoi tornare a casa, ti porterò a casa!» sgranai gli occhi ma non feci in tempo a dire nulla perché l’ infermiera entrò in stanza «Ditemi!» disse squillante la giovane donna «Vorrei continuare le cure di Naruto Uzumaki nella sua dimora dove sicuramente la guarigione sarà più veloce.» l’ infermiera prese dal fondo del mio letto la mia cartella clinica le diede un’ occhiata poi me la poggio vicino ai piedi e io di scatto mi alzai strisciando la schiena contro il cuscino e poggiando la testa al muro «Chiamo il dottore per piccoli accertamenti e poi la rimandiamo a casa, va bene signor Uzumaki?» «Emh.. e va bene certo.» parlai velocemente un po’ in imbarazzo per quel “signor”. «Hai visto?» mi disse Itachi soddisfatto«Basta solo chiedere!» quindi mi sorrise per la prima volta dopo il mio incidente. Un dottore di bassa statura e molto magro entrò in stanza guardò per qualche secondo Itachi poi prese la mia cartella clinica e la guardò torvo «Accidenti ragazzo, che cosa ti è successo?» mi voltai a guardarlo con sguardo assente «Emh… un incendio.» dissi sempre più in imbarazzo, che avrei dovuto dirgli, “qualcuno ha dato fuoco al mio appartamento ma non ho la più pallida idea di chi sia stato”? «18 anni?! E vivi già da solo, sei un ragazzo responsabile!» mi sorrise «Grazie» cercai di mimare una specie di sorriso ma venne fuori una specie di smorfia. Mi prese la mano ustionata tolse tutte le fasce e guardò la pelle bruciata sul dorso, poi cercò di farmi muovere un dito ma la mia risposta fu un vesto di tremendo dolore «Mh… si pui tornare a casa, ma devi fare estrema attenzione, non potrai usare la mano ancora per molto, forse quando non ti farà più male sarebbe meglio tu venissi qui per la riabilitazione e…» «Sicuramente» lo interruppe Itachi che ne frattempo stava preparando la mia borsa. Il dottore uscì dalla stanza salutandoci entrambi, quindi Itachi lanciò dei vestiti sul letto e mi si avvicinò per aiutarmi ad indossarli. Mi tolse accuratamente il pigiama bianco e lo ripose nella borsa, poi mi infilò con la stessa cura un paio di pantaloni da ginnastica e una maglietta a maniche corte per non rischiare di farmi male alla mano. Misi un foulard attorno al collo e ci infilai dentro la mano, quindi io e Itachi uscimmo dall’ ospedale diretti a casa sua perché al mia purtroppo era inagibile.
  
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