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Autore: Akiko chan    17/05/2020    0 recensioni
A Camelot se ne stava colui che il destino le aveva assegnato come meta, la risposta a molte, forse tutte, le sue speranze, la chiave di un mondo a cui lei voleva, anzi doveva, assolutamente accedere. Per il suo popolo prima che per se stessa. Il cuore le palpitò in petto vivo e carico di aspettativa...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Insomma con quelle tende, possibile che non siano ancora montati?- sbottò Ginevra passandosi affannata il dorso della mano sulla fronte imperlata di sudore. Il salone del palazzo reale di Camelot era immerso nella confusione più totale. Il pullulare frenetico dei domestici ricordava un alveare in piena attività con lei come improbabile regina. Alcune serve si affaccendavano con spazzoloni e secchi di detersivo alla lavanda, altri servitori erano abbarbicati su instabili scale di legno, altri ancora intenti ad issare i pesanti tendaggi commissionati dal sovrano per l’occasione. Mancavano solo poche ore all’arrivo della principessa Virginia di Gore e Ginevra dubitava fortemente di riuscire ad ultimare tutto per tempo.



La ragazza sospirò rassegnata. Perché re Uther era così ansioso di tirare a lucido il palazzo? Chi era questa principessa e soprattutto perché veniva a Camelot? Nessuno lo diceva apertamente ma Gwen era convinta di sapere come stavano le cose. Probabilmente la nobile dama veniva a Camelot con un intento ben preciso: il principe Artù.



Varcò la porta finestra che dava sulla terrazza affacciata alla piazza di Camelot, l’unica che aveva già i preziosi tendaggi di velluto rosso rubino perfettamente allineati e fermati da fermagli intarsiati. Uscì nel terrazzo beandosi dell’ aria ancora fresca del primo mattino, che le donò un po’ di sollievo dal caldo afoso del salone. Il solo pensiero di Artù le chiudeva la gola e le faceva male al cuore. Eppure lo sapeva che quello era un amore impossibile, una principessa era il destino ineluttabile di Artù e molto probabilmente questa principessa stava arrivando. Ginevra si appoggiò alla balaustra e il suo sguardo corse all’estremità meridionale della piazza dove sapeva avrebbe trovato il suo principe. I suoi occhi abituati a cercarlo, non ci impiegarono molto ad individuare la sagoma familiare tra alcuni cavalieri della corte e, un po’ discosto, con le briglie del cavallo in mano, Merlino, il suo inseparabile servitore.



Quant’era bello quel giovane principe. I capelli biondi rilucevano al sole come oro colato, i lineamenti delicati e nobili, le spalle larghe messe in risalto dalla semplice casacca da giorno che indossava, i fianchi stretti, le gambe muscolose pronte a scattare con inaudita forza. Ai suoi occhi tutto in Artù sprizzava virilità e, purtroppo per lei, che nobile non lo era affatto, i suoi regali natali.



-Gwen dove sei?- la voce familiare di lady Morgana la distolse bruscamente e rientrò di corsa nel palazzo –Sono qui, ero uscita a prendere una boccata d’aria- si scusò sentendosi presa in fallo. Ma Lady Morgana le sorrise con la consueta dolcezza -Oh non ti scusare cara Gwen, qui fa davvero caldo, vedo che i preparativi procedono celermente…-

-Dite? A me sembra ancora tutto in alto mare, non credo ce la faremo per mezzogiorno…-

-Sciocchezze cara, vedrai che in mezz’ora i nostri bravi servitori avranno sistemato tutto. Ero venuta a vedere se avevi bisogno di una mano, posso aiutare in qualche cosa?-

-Oh signora assolutamente no! Non dovete affaticarvi con queste inezie…-

-Non far niente mi affatica! In più questi incubi che non mi fanno dormire e così passo metà della notte e tutto il giorno a non far nulla!-

-Il rimedio di Gaius non ha funzionato?-

-No, ma mi ha mandato a chiamare sembra che abbia pensato ad un altro intruglio, ma sto perdendo le speranze, comunque sto andando da lui, vuoi accompagnarmi?- gli occhi della bella dama si illuminarono al pensiero di uscire dal castello e Gwen sorrise tra sé e sé. Da un po’ di tempo sospettava di un particolare interesse di Lady Morgana per il figlio adottivo di Gaius, Merlino. Eppure quell’amore le sembrava impossibile quanto il suo. Era vero che Lady Morgana era la figliastra del sovrano e non sarebbe mai stata regina, ma la sorella del principe ereditario non poteva certo sposare il servo di suo fratello! In ogni caso le faceva piacere vedere un po’ di colore sulle gote mortalmente pallide della sua signora. Quello che per Gwen era un punto buio, erano invece i sentimenti di Merlino verso Lady Morgana. Dubitava che il ragazzo si fosse accorto di questo interesse, anzi era certissima che Merlino non lo immaginasse neppure. D’altronde gli uomini non si potevano proprio definire intuitivi per certe cose anche se, doveva ammetterlo, Merlino disponeva di una sensibilità particolare. Era il suo migliore amico, nondimeno vi erano aspetti di lui che celava con cura ma aveva comunque la certezza che pure i suoi lati oscuri non potessero nascondere nulla di male, quel ragazzo era la persona più buona e generosa che lei avesse mai incontrato.



-Allora vado Gwen, sicura che non vuoi venire con me?-

-No signora non mi muoverò da qui sino a quando l’ultimo drappo non sarà sistemato e l’ultimo angolo addobbato…-



La giovane dama le rivolse un ultimo sorriso di commiato e con passo elegante uscì dalla stanza. Gwen guardò oltre la finestra, il sole era quasi alto e presto, troppo presto, la fine del suo sogno d’amore sarebbe giunta a corte.
  
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