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Autore: Illibrosulloscaffale    27/05/2020    0 recensioni
Ancor prima che l’uno sapesse dell’altra, noi ci appartenevamo.
(Friedrich Holderlin)
Dal testo: "Non capiva perché il destino voleva farlo soffrire più di quanto avesse già sofferto per Bella. Probabilmente una punizione per essersi impuntato così tanto su di lei, non comprendendo quanto fosse importante quel legame che univa indissolubilmente due anime, schernendo coloro che erano stati così fortunati da trovarlo prima di lui.
Tuttavia quando si era reso conto che in realtà il più fortunato di tutti era lui, aveva iniziato a vedere il destino come un alleato più che come un nemico. Poteva vederla crescere, essere tutto quello di cui lei avrebbe avuto bisogno durante tutta la sua vita. Avrebbe potuto darle tutto l'affetto che voleva in proporzione di quanto ne voleva. Poteva amarla in modi svariati e sempre nuovi. Poteva amarla come si ama una sorella, poteva volerle bene come amica, poteva viverla a 360°"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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《Dobbiamo andarcene Ness》

Ormai era stanco di dover ripetere la stessa frase più e più volte. Si sentiva come un genitore a cui il figlio non presta attenzione.
Nonostante l'ennesimo tentativo di convincere la ragazza, lei sembrava non ascoltarlo. Eppure sentiva tutto perfettamente, semplicemente non voleva rispondergli, cercando così di ignorare la questione.
Quando si comportava in quel modo, Jacob non vedeva altro che una bambina capricciosa. Si chiedeva a cosa le era servito crescere più velocemente se alla fine non era maturata.
Erano giorni ormai che cercava di farsi dare ascolto ma lei non pareva proprio dell'idea di concedergli la sua attenzione, per quanto ovviamente riguarda l'intenzione di un nuovo trasferimento.

《Renesmee!》

Lei lo stava tranquillamente ignorando. Sapeva che non voleva spostarsi ancora e aggirava la questione in questo modo.

《Cosa c'è?》

《Non sei sorda, lo sai benissimo cosa c'è》

La ragazza continuava a sfogliare il libro che, in quel momento, era diventato molto più interessante di qualsiasi cosa Jacob stesse dicendo.

《Perché fai così?》

《Così come?》

Sembrava che lo volesse far innervosire di proposito. Ogni frase detta dalla ragazza faceva perdere sempre di più le staffe al povero Jake. Si stava mettendo proprio d'impegno per fargli saltare i nervi.

《Per favore Ness, parliamone, discutiamo, troviamo un accordo》

《Di cosa dovremo parlare?》

《Non ne posso più ragazzina! Volevi tanto crescere, bene, adesso accetti ciò che la maturità comporta. Dimostri quasi diciotto anni, la tua mente anche di più. Smettila di comportarti come una bambina o dovrò riprendere a trattarti come tale》

Il ragazzo era uscito fuori da quella maledetta casa in cui ormai soggiornavano da tre mesi. Dannato il giorno in cui avevano deciso di tornare in America e scegliere prorpio Ratcliff come città.
Aveva sbattuto la porta, non curandosi del sobbalzo che aveva procurato alla ragazza.
Era sempre più nervoso e lei non faceva altro che accentuare il tutto. Ignorava le continue richieste di trasferirsi e ignorava i ragionamenti che Jacob faceva per convincerla.
Quella vita non poteva più andare bene, Renesmee era sempre sola, per quasi tutto il giorno. Non vedeva altri che lui e occasionalmente il commesso del market in cui andava a fare la spesa. Lui non capiva come poteva sopportare quell'esistenza in isolamento, come poteva essersi accontentata di così poco. 
Jacob si sentiva come un leone chiuso in gabbia, quella cittadina era soffocante. Non aveva idea del perché lei invece ci si trovasse così bene, da desiderare addirittura di restarci. La sua Nessie non era così, la sua piccoletta non avrebbe mai accettato una vita così scialba. A volte gli sembrava di non riconoscerla più, era cresciuta e stava piano piano diventando un'altra persona. Stava perdendo la sua forza, la sua grinta, la sua lucentezza e a Jake non piaceva per niente. Voleva indietro la sua piccola Renesmee.
Dopo averla lasciata sola in quella casa che lei tanto adorava, si era trasformato. Era dovuto andar via, non poteva permettere che lo stress e il nervosismo prendessero il sopravvento quando lei era presente, quando le era vicino. Non si sarebbe mai perdonato se l'avesse ferita, anche solo per errore.
Aveva iniziato a correre, non sapeva neanche dove stava andando o quanto si stesse allontanando. Le zampe si muovevano come se avessero vita propria, non sentiva la fatica e non gli mancava il fiato. Cercava di svuotare la mente e rilassarsi, attraverso l'unico modo a sua disposizione. Sarebbe tornato da lei una volta essersi calmato, avrebbe ripreso il discorso, ancora una volta, sperando che lei finalmente ascoltasse le sue parole.
Correva finalmente libero, così veloce che quasi le sue zampe non toccavano la terra. Mentre l'aria gli colpiva il muso e passava attraverso la sua pelliccia di cui era così fiero, non pensava a niente. Erano state proprio quella libertà e quella spensieratezza tuttavia, a non fargli notare i pericoli che i boschi abitati da cacciatori nascondevano.

Renesmee era rimasta ferma, seduta su una poltrona posta davanti al camino e con ancora in mano quel libro, che prima gli era sembrato la sua ancora di salvezza per evitare il confronto con Jacob. Il fuoco, sorvegliato con attenzione e alimentato precedentemente dal ragazzo, ormai rilasciava gli ultimi sbuffi di fumo spegnendosi lentamente. A Nessie non sembrava comunque importare, il freddo iniziava a farsi sentire ma lei non tremava per quel motivo. I suoi brividi erano dovuti al pianto disperato a cui si era lasciata andare dopo che lui era uscito.
Non l'aveva mai visto arrabbiato -non con lei- o così tanto nervoso. Le aveva urlato, non l'aveva mai fatto prima d'ora. 
Non sapeva perché si era comportata in quel modo, non era da lei ignorare Jacob. In quel momento pensava solo al non voler abbandonare quella casa, quella vita così normale. Lui sembrava non capire i suoi desideri, non che glieli avesse mai espressi. Jake sembrava non capirla più, prima non servivano tante parole, lui sapeva sempre ciò di cui aveva bisogno o quello che desiderava. Le pareva che quella connessione con lui, che da bambina era talemnte profonda da estraniarli dal resto del mondo, si stesse sempre più affievolendo.
Prima non vedeva l'ora di crescere, in quel momento desiderava solamente tornare indietro.

Perché lui non vedeva quanto stavano bene. La loro vita era semplice, genuina, meravigliosamente normale. Jacob voleva abbandonare tutto un'altra volta, stravolgere la loro quotidianità per andare incontro all'ignoto. Forse lui non la vedeva come lei; eppure da quando si erano sistemati in quella citta, sembrava sereno, a volte persino felice.
Lei se lo ricorda il sorriso che aveva stampato sul suo viso il giorno di Natale. Lo avevano passato in quella casa, solo loro due per tutto il giorno. Non era dovuto andare a lavoro, essendo festa, e ne avevano approfittato per dormire un po' più del solito. Quella notte Jacob le aveva persino permesso di dormire con lui e non erano servita nemmeno la solita scusa dall'incubo. Al suo risveglio, mentre lui ancora dormiva, si era accorta che durante la notte il braccio del suo amico l'aveva circondata, stringendola nell'abbraccio più dolce del mondo. Aveva fatto finta di dormire quando si era svegliato lui e aveva cercato di trattenere un sorriso quando aveva sentito un bacio posarsi sulla sua fronte. Si era permessa di aprire gli occhi solo quando lui era uscito dalla camera. Ricorda ancora quella strana sensazione, di pace, di felicità e benessere durante quel piccolo contatto. Per colazione Jacob l'aveva portata a caccia, aveva insistito visto la poca quantità di sangue che lei aveva assunto durante quel periodo.
Una volta a casa avevano trascorso la giornata davanti al camino acceso, nonostante la presenza del ragazzo bastasse a tenere calda l'intera stanza.
A fine serata, poco prima si andare a dormire, Jacob le aveva dato un regalo; un piccolo ciondolo a forma di lupo da appendere al bracciale del suo compleanno. Lei invece come regalo, su richiesta del ragazzo, gli aveva mostrato attraverso il suo dono alcuni loro ricordi, proprio come aveva fatto tempo addietro prima della loro partenza.

Renesmee non capiva, erano stati bene. Erano felici. Non comprendeva perché Jacob volesse rinunciare a tutto.
Sapeva che dovevano spostarsi, lo sapeva fin troppo bene, ma non ne vedeva il motivo. Se Aro li avesse voluti morti a quell'ora lo sarebbero già stati. I Volturi avevano occhi, ma sopratutto scagnozzi, ovunque. Non ci si poteva nascondere da loro. Anche per questa ragione Nessie non voleva andarsene, non aveva intenzione di spostarsi per il resto della sua vita.

Mentre asciugava le ultime lacrime che uscivano dai suoi occhi pensando a come scusarsi con il suo Jake, un ululato aveva spezzato il silenzio della sera. Il sangue le si era gelato nelle vene rendendosi conto che durante quei mesi non aveva sentito nessun ululato e quindi, capendo che quel verso poteva appartenere a un solo lupo.
 

La ragazza aveva scostato velocemente quella coperta, ormai sua compagna di viaggio da parecchio tempo. Era stata di sua madre, a tratti se ne poteva sentire ancora l'odore, sembrava fatta a mano unendo assieme varie stoffe tutte con nomi di diverse località. A volte se la metteva addosso non tanto perché sentiva freddo, ma per il profumo di casa che ancora conservava nonostante i vari lavaggi.
In quel momento tuttavia non si era concentrata su quella vecchia coperta, non le importava nemmeno che fosse finita a terra. Il suo unico pensiero, divenuto preoccupazione, era Jacob.
Era uscito di casa talmente nervoso che lei non aveva avuto il coraggio di fermarlo e per un solo minuscolo istante ne aveva persino avuto paura. Non l'aveva mai visto in collera con lei, nonostante tutto quello che gli faceva passare. Ogni capriccio, ogni comportamento sbagliato, ogni cosa che non andava bene il suo Jake l'aveva sempre liquidata con un'alzata di spalle e una piccola spiegazione del perché aveva sbagliato. Non si era mai arrabbiato con lei e la ragazza, quasi viziatamente, aveva pensato che qualunque suo comportamento non avrebbe cambiato la situazione.
Forse aveva ragione lui, era cresciuta ma a volte la bambina che non era potuta essere, sì presentava prepotentemente per combinare guai.
Maturare non era la semplicemente la crescita fisica ma anche quella mentale, soprattutto quella.

Era uscita di casa pure lei, nonostante il freddo e il buio che ormai era già calato. Dalle poche case presenti nella zona non vedeva nemmeno una luce accesa, non era infatti nelle abitudini di quella comunità di lavoratori attardarsi la sera.
Correva seguendo i guaiti, troppo lontani perché qualcuno della città potesse sentirli. Sentiva che era successo qualcosa al suo Jake, uno strano peso nel petto le rendeva difficile correre e persino respirare. Sentiva il terrore di perderlo prendere il sopravvento nella sua mente. Se non l'avesse raggiunto presto non sarebbe più riuscita a ragionare lucidamente. Non sapeva cosa gli era capitato ma era certa che senza di lui lei non sarebbe riuscita ad andare avanti.
Correva più veloce che poteva, il ragazzo si era allontanato molto, sicuramente non si era accorto di averlo fatto, troppo impegnato a rilassarsi e farsi guidare dalla natura che lo circondava.

Sentiva la sua scia, percepiva il suo odore, l'avrebbe riconosciuto tra mille. Il profumo famigliare del suo Jacob, ne era sempre stata assuefatta. Si ricorda come da bambina i suoi famigliari storcevano il naso quando si avvicinava a loro dopo un'intera giornata passata con il ragazzo. Non è mai riuscita a capire perché a loro quel magnifico odore non piacesse. A Renesmee invece piaceva sentirlo ovunque, nella sua stanza, nei suoi vestiti, nell'aria che respirava. 
Mentre seguiva quella scia che l'avrebbe portata fino al suo migliore amico, un altro odore si era unito a quello famigliare del suo lupo. Non lo conosceva, uno sconosciuto che non aveva mai incontrato prima, tuttavia non c'era bisogno di conoscerlo per capire che era uno della sua specie, beh, la sua metà specie.
Un vampiro aveva incrociato il cammino con quello di Jake.
Non erano lontani, gli odori erano sempre più forti, così come sempre più forte era il battuto del suo cuore terrorizzato all'idea che Jacob si potesse essere fatto del male.
Le lacrime avevano già iniziato ad appannarle la vista, non voleva nemmeno pensare a quella stupida evenienza. Jacob era nato per combattere i vampiri, per quanto le costasse ammettere. Erano nemici naturali, la natura voleva mantenere il suo equilibrio anteponendo agli immortali creature che potessero annientarli.

《Jake!》

Il grande lupo era steso su un fianco e guaiva leggermente. La ragazza poteva vedere come la pelliccia si alzasse e si abbassasse a un ritmo frenetico, piccoli respiri corti a distanza molto ravvicinata.

《Jacob, cosa è successo?》

Renesmee gli si era avvicinata velocemente, anche troppo, rischiando di cadergli addosso e peggiorare una possibile situazione già critica. Aveva iniziato a passare delicatamente le sue mani lungo tutto il corpo dell'animale, dimenticandosi quasi che quello era il ragazzo che poco prima gli aveva urlato contro. A volte tendeva stupidamente a scindere Jacob e il lupo, come se fossero due entità separate. Non lo faceva di proposito ed erano solo brevi istanti di confusione, ma c'erano.
Il lupo a quel contatto amico aveva iniziato a muovere la coda e a respirare un po' più lentamente, come se il solo tocco della ragazza riuscisse in qualche modo a farlo stare meglio. Tuttavia era probabile che in quel momento il dolore stesse passando semplicemente grazie alla guarigione accelerata. Anche se quella era la più probabile delle ipotesi la ragazza voleva pensare che almeno in parte fosse merito suo e che la sua vicinanza facesse veramente del bene al ragazzo.

Dopo alcuni minuti sembrava stare già meglio, non respirava più a fatica e aveva ripreso a muovere le zampe. Ancora la ragazza non sapeva tuttavia quale fosse il problema che comunque sembrava persistere. Jacob non si era voluto ritrasformare, probabilmente vergognandosi di farlo davanti a lei. Si era trasformato preso da uno scatto d'ira e non si era curato di far attenzione ai suoi vestiti o di portarsi appresso un cambio, quindi riprendere le sue sembianze umane difronte alla ragazza era fuori discussione.
Renesmee inizialmente non aveva pensato a quel piccolo problema, solo quando ragionando si era accorta che Jacob non avrebbe avuto nulla per coprirsi, le sue guancia avevano iniziato ad assumere un leggero colore rosato.
Col passare di altri interminabili minuti, Jake aveva ripreso la maggior parte delle sue funzioni. A breve sarebbe riuscito persino a correre fino a casa loro. Tuttavia Renesmee era stata intransigente su quel punto, sarebbero tornati camminando, nessuno sforzo inutile.

Camminavano fianco a fianco e forse anche troppo lentamente per i gusti del ragazzo. 
Renesmee si sentiva stranamente in imbarazzo, sia per la discussione che avevano avuto poco tempo prima e che ancora non erano riusciti a chiarire, sia per ciò che si era presentato nella sua mente poco tempo prima al solo pensiero di cosa sarebbe successo se Jacob si fosse trasformato.
Era una sensazione strana. Non aveva mai provato imbarazzo con lui e soprattutto non credeva di poterlo provare per via di pensieri riguardanti Jake, il suo amico, suo fratello. 
Il rossore continuava a dipingere le sue guance, più ci rimuginava sopra più ovviamente tornava a quei pensieri.
Nonostante nessuno le avesse mai spiegato niente, alcune cose le sapeva, a grandi linee e con tutto l'affidamento che si poteva fare sui libri. Non poteva essere certa di tutte le cose che aveva letto, però di sicuro non avrebbe chiesto conferme a Jacob. Si sarebbe sotterrata per l'imbarazzo se solo il discorso fosse venuto fuori. 
Capiva il perché non si era voluto ritrasformare, sapeva che la nudità faceva parte di certe pratiche tra due persone molto intime fra di loro.  Sarebbe stato totalmente sbagliato se fosse capitato ai due, il cui rapporto era quasi quello tra due fratelli. Eppure il pensiero che per un attimo era apparso nella mente di Renesmee non le aveva dato la sensazione di essere così sbagliato.

Volendosi liberare di almeno uno dei problemi che in quel momento le stavano attanagliando la testa e approfittando del fatto che Jacob in quella condizione non potesse risponderle, aveva deciso di scusarsi con lui e riprendere quel discorso che aveva lottato per evitare.

《Jake, mi dispiace. Se non mi fossi comportata come una bambina tu non ti saresti fatto male. Magari a quest'ora saremmo a guardarci un film al calduccio》

Il lupo aveva voltato lo sguardo verso di lei e per un attimo quegli occhi erano riusciti a metterla in soggezione.

《Io non vorrei lasciare questa città, penso che si sia intuito. Avrei potuto sicuramente trovare un modo migliore per fartelo capire》

Uno sbuffo o qualcosa che lo sembrava, era arrivato alle orecchie della ragazza. Non poteva parlare ma si faceva ugualmente capire molto bene.

《Sono veramente dispiaciuta Jake! A volte penso di essere ormai un'adulta e poi mi comporto come una bambina viziata. Non riesco a trovare il giusto equilibrio e con questo non voglio cercare di giustificarmi ma...》

Renesmee non era riuscita a terminare la frase perché il lupo aveva iniziato a leccarle la faccia. Il suo modo per dirle che ormai l'aveva perdonata.
Sapeva che la questione del trasferimento sarebbe presto ritornata, per il momento tuttavia era felice di sapere che Jacob non era arrabbiato con lei.

 

   
 
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