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Autore: katyastark    29/05/2020    2 recensioni
Quando Katsuki lo rivide mentre -come suo solito- era di ronda per le strade della città, rimase un po' di stucco. Non perché Deku avesse un aspetto diverso – ma lo aveva, poco ma sicuro. Neanche perché ora vestiva meglio, o perché sembrasse in salute, in forma e felice. Non era nemmeno dovuto a quella punta di terrore che vide nei suoi occhi quando incrociarono gli sguardi, sebbene la ritenesse ugualmente fuori luogo – anche quando Katsuki era stato meschino, violento e assolutamente spietato con lui, Deku non lo aveva mai guardato in quel modo. No, non era proprio niente di tutto quello. Era per quel bambino avvinghiato al suo fianco, un piccoletto con ginocchia scorticate e il volto coperto di lentiggini, dai ricci capelli biondi e penetranti occhi verdi.
[ KatsuDeku ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 14 – Budding


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Fare shopping con un bimbo piccolo al seguito era, detto semplicemente, un cazzo di incubo. Aveva fatto un sogno al riguardo la sera prima, in effetti, ma era stato di gran lunga più idilliaco della realtà dei fatti. Nel suo sogno Hisami restava seduto nel carrello, puntando le cose con l'indice mentre blaterava di quanto fosse eccitato per la nuova cameretta che avrebbe avuto e Katsuki e Deku gli ruotavano attorno prendendo oggetti dagli scaffali, mettendoli nel carrello -perfettamente oliato.


Nella realtà, Hisami era un incubo infernale, un piccolo tornado di manine prensili che urlava ordini a destra e manca.


Voglio questo qui,” disse, tirando giù da un piccolo espositore una lampada da comodino, brandendola come un'arma. Deku lo riprese per essersi arrampicato sopra l'espositore, prima di recuperare la stessa lampada che chiedeva, inscatolata, e depositarla nel carrello. Non fosse che Hisami, allontanandosi come un uragano, cambiò idea dieci secondi dopo adocchiando una nuova lampada più bella. Katsuki sospirò. Di quel passo sarebbero diventati vecchi, prima che Hisami si fosse deciso sulle cose che voleva.


Che colore ti piace, Bubba?” chiese Katsuki, nel tentativo di guidare Hisami verso una direzione univoca. Quando aveva detto di volere che fosse lui a scegliersi le cose per camera sua, non si era fermato a pensare alle conseguenze, o a quanto limitata fosse la capacità di concentrazione di suo figlio.


Mi piace il verde, come i capelli di papà, o l'arancione come papà Ground Zero,” disse, arrampicandosi sul carrello come una scimmietta decisa. Katsuki lo staccò dal lato del carrello e lo mise nel seggiolino per bimbi. Hisami s'imbronciò per essere stato confinato in quella prigione, cercando immediatamente di tirare fuori le gambe dalle piccole aperture.


Okay, allora vuoi una camera in stile Ground Zero?”


Hisami annuì, dimenandosi ancora nel carrello. La lampada momentaneamente separata nel carrello era di un giallo sgargiante, perciò lanciò indietro a Deku l'incriminato soprammobile e questi lo rimise a posto sull'espositore senza fiatare. Riusciva a vedere come Deku stesse cercando di non ridergli in faccia. Si era fatto ancora più indietro quel giorno -più del suo solito- felice di lasciare che Katsuki monitorasse il comportamento di Hisami.


Okay, ecco cosa faremo, Bub. Tu terrai il sederino nel carrello,” fece una pausa, e toccò i manici per enfatizzare. “E io mi assicurerò che tu abbia tutta la roba di Ground Zero più figa che ci sia. Ci stai?”


Ma tu hai detto che potevo scegliere!”


Certo che sceglierai tu. E' la tua camera -dovrai solo scegliere stando proprio qui,” disse, pigiando un dito nella pancia di Hisami per sottolinearlo. Il bimbo ridacchiò e si contorse, ma rimase al suo posto.


Okay, papà,” rispose imbarazzato il bimbo. Deku mostrò al biondo il pollice all'insù e un sorriso d'approvazione, prima di richiamare l'attenzione di Hisami sollevando due lampade, una verde e l'altra arancione.


Hey, tesoro. Questa o quest'altra?”


Quella lì!”





Una volta che furono riusciti a tenere Hisami in un unico posto, dandogli un mare di opzioni tra cui scegliere, le cose filarono molto più lisce. Katsuki non aveva idea che esistesse così tanta merce con il suo nome. Non ricordava di aver firmato lenzuola tappezzate di bombe stilizzate e esplosioni, o aver sponsorizzato coperte con la sua caratteristica X arancione, eppure eccole lì, e sarebbero finite nella camera di suo figlio perché lui le aveva scelte. Katsuki si illuminò al pensiero e beccò Deku ad osservarlo, le labbra distese in un piccolo sorriso.


Sta zitto,” disse preventivamente, prima che Deku se ne uscisse con chissà quale cazzata.


Sono contento che tu ti stia divertendo. Sei bravo a gestirlo, sai,” disse dolcemente, gli occhi puntati su Hisami. Stava impegnando un bel po' di tempo a scegliere una nuova luce notturna, ed era sorprendente quanto ci stesse mettendo. Katsuki poteva flebilmente sentirlo mormorare una lista di pro e contro, curvo su due scatole.


Sono un maledetto papà, Deku,” disse, un po' incredulo. Era una cosa stupida da dire, considerato che era già tecnicamente un padre da un po' di tempo. “E' ufficiale.”


Deku rise e la cosa non disturbò nemmeno Katsuki.


Vorresti un biglietto da visita? Bakugo Katsuki, Papà. Puoi darlo in giro così lo sapranno tutti.”


Va al diavolo,” mormorò, abbastanza sottovoce perché Hisami non lo sentisse. Non c'era veleno nelle sue parole, però. Era al settimo cielo e nemmeno Deku sarebbe riuscito a tirarlo giù.


C'è nient'altro che credi ci serva?” chiese Deku, percependo che Katsuki non era più dell'umore per le battute.


Pensi che gli piacerebbe dipingere la stanza?”


Penso che gli piacerebbe dipingere tutto tranne le pareti. Forse non è una buona idea.”


Katsuki fece mmh e decise di lasciar perdere. Invece, andò ad aiutare Hisami a decidersi con la luce notturna. Era pronto ad andare a casa -a mostrarla ad Hisami per la prima volta. Con un po' di fortuna il suo maledetto gatto non si sarebbe comportato male.





Il gatto non fu, grazie al cielo, un problema. Al contrario, sbucò fuori da uno dei suoi tanti nascondigli per fissare con occhi piccoli e luccicanti Hisami. Katsuki guardò l'animale a bocca aperta – sinceramente non vedeva il suo gatto da quando l'aveva portato a casa due anni fa. Era più brutto di quanto ricordasse. Con il pelo biondo malridotto e un'espressione imbronciata.


Un gattino!” strillò Hisami, ma si avvicinò lentamente, facendosi piccolo piccolo.


Uh, Bub, stai attento. Potrebbe non andare d'accordo con la gente.”


Potrebbe?” squittì Deku, i suoi sensi da genitore in fermento. Cominciò ad avanzare verso Hisami per salvarlo da un possibile gatto feroce. Nello stupore di tutti, il gatto spinse il suo brutto muso contro la mano tesa di Hisami. Il bimbo ridacchiò.


Papà, ti assomiglia.” Hisami sollevò lo stupido gatto al petto e immerse la faccia nella pelliccia.


Hah?”


Deku scoppiò a ridere e andò a sedersi accanto ad Hisami. Katsuki si sentì vendicato quando lo stupido gatto soffiò e cercò di graffiarlo.


Come si chiama?”


Non ha un nome.”


Hai un animale domestico e non gli hai mai dato un nome?” Deku sollevò un sopracciglio squadrandolo.


Oi, è semplicemente corso dentro al mio appartamento un giorno. Sta per conto suo.” Quella era una bugia bella e buona, ma Deku non doveva saperlo per forza.


E tu poi gli hai comprato del mangiare per gatti. Di conseguenza, è un animale domestico.”


Katsuki stava per ribattere quando Hisami gemette praticamente disperato, con le lacrime agli occhi, “Papà, glielo posso dare io un nome?”


Certo, Bub. Deku, aiutami con le scatole.”


Andarono nella sala per cinque minuti buoni e quando ritornarono, scatole in mano, Hisami era sdraiato sul pavimento con il gatto sulla pancia che lo osservava.


L'ho chiamato Cheeto,” disse con voce sognante.


Perché?”


Perché ho fame,” mormorò, facendo dei grattini al collo del gatto. “Papà, hai le Cheetos1?”


Katsuki si scambiò uno sguardo dubbioso con Deku. Lui fece spallucce, come se fosse una cosa perfettamente normale.


Col cazzo che lo chiamo Cheeto,” brontolò. Deku rise semplicemente. Si misero all'opera svuotando scatole, lavando lenzuola e i vestiti nuovi di Hisami.


Per tutto il tempo in cui lavorarono, Hisami restò sdraiato sul materasso spoglio, accoccolato a Cheeto. Alla fine si addormentò, e Katsuki continuò a lavorare al fianco di Deku in amichevole silenzio. Non poté fare a meno di sentirsi su di giri. Anche se Hisami non dimostrava tanto interesse per la camera, era nel suo appartamento. Aveva i suoi oggetti personali, i suoi mobili e una fiorente relazione con quel recluso del suo gatto. Perlomeno, si sentiva abbastanza a suo agio da addormentarsi.


Non era così stupido da pensare che a tutto quello non si sarebbe aggiunta tutta una serie di sfide ma, per adesso, poteva vederlo come un trionfo. Katsuki era un padre. Suo figlio era felice, per il momento. E aveva Deku, in qualche modo. Non erano realmente amici, non erano proprio niente di definito, ma sapeva di potersi fidare di lui. Forse un giorno avrebbero potuto essere più di semplici conoscenti che si destreggiavano goffamente in quel corso intensivo sul dividersi il ruolo di genitore, ma per il momento, andava bene così.


Se Katsuki non fosse stato così impegnato a festeggiare per tutte le cose che si era guadagnato, forse avrebbe notato quanto triste fosse il volto di Deku.





Note della Traduttrice:


Bello come, per tutto il capitolo, a uno cresca il sorriso a vedere i tre tutti insieme, come una famiglia felice … per poi leggere l'ultimissima frase e cadere nella disperazione totale ;___;


Un abbraccio a tutti!




1Forse lo sapete già, sono le famose patatine americane a tubetto.

   
 
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