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Autore: ailyn    31/05/2020    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Hinata fissava le foto poste sopra la mensola in salotto, mentre calde lacrime le rigavano il bellissimo viso. Dentro a sé, nel profondo, aveva sempre sospettato, sempre saputo, ma mai avrebbe immaginato una ferita tanto profonda, un’umiliazione così pesante, il suo orgoglio ruggiva, la sua anima di Hyuga scalpitava"
SasuHina - NaruSaku
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia
Ailyn

CAPITOLO 5: NOVITA’ ALL’ORIZZONTE

 

Hinata e Sasuke tornarono sulla riva e, guidati da istinto e passione, continuarono ad amarsi più volte quella notte e così nei giorni a seguire. Durante il giorno seguivano le tracce dei nukenin, mentre la sera stavano insieme, ma dopo un po' si fece forte l’esigenza della donna di informare i figli: non voleva tenerli all’oscuro di un avvenimento così importante in modo da non creare disagi in futuro e Sasuke ne fu pienamente d’accordo. Dopo il tradimento di Naruto e Sakura, i ragazzi non dovevano pensare che anche gli altri due genitori fossero in torto e fu così che presero la decisione di scrivere un messaggio affidato a Fanny.

I ragazzi, intanto, erano riuniti a Villa Hyuga ed erano di malumore: stavano, infatti aspettando l’ora per uscire dato che avevano acconsentito ad incontrare Keiji per la prima volta e non potevano far a meno di sentirsi a disagio; erano riusciti a far passare più di un mese dalla discussione in ospedale, evitando Naruto come la peste, cosa non facile dato che l’Hokage si era fissato e mandava tutto il giorno una copia a seguirli, tentando di avere un approccio con loro e, se con Himawari ci era riuscito facilmente, con Boruto e Sarada il compito non si era rivelato semplice. I ragazzi, infatti, capendo che si trattava di un Kage Bunshin lo attaccavano, per poi darsela a gambe. Quel giorno però riuscì a incastrarli recandosi al fast food dove in genere si riunivano con i loro amici e li richiamò ad un tavolo isolato, costringendoli a seguirlo per non disubbidire all’Hokage in pubblico. Perciò non avevano avuto scampo e, controvoglia, avevano accettato.

Quando mancava un quarto d’ora all’incontro, uscirono tutti e tre, diretti alla tenuta di Kakashi, dove trovarono il Sesto davanti all’ingresso ad aspettarli

“Ciao ragazzi” salutò allegro, ma il suo buonumore sciamò ricevendo risposta sola dalla piccola Uzumaki e notando le facce scure dei due maggiori. Si fece serio e guardandoli severamente ricordò loro che il bambino non c’entrava nulla e non era colpa sua essere venuto al mondo; li fece poi entrare e li condusse in giardino dove il piccolo stava giocando con Naruto, che vedendoli si aprì in un sorriso a trentadue denti, mentre Sakura era seduta su un divanetto e li osservava mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Benvenuti!” esclamò l’uomo, prendendo il bambino in braccio ed avvicinandosi, permettendo così ai ragazzi di vederlo meglio: era un bel bambino biondo con un viso paffutello su cui spiccavano grandi e brillanti occhi verdi “Keiji loro sono i tuo fratelli” disse il padre, posandolo a terra.

La prima ad avvicinarsi fu Himawari, mentre Boruto e Sarada rimanevano indietro “Ciao Keiji, io sono Himawari” disse dolcemente sedendosi a terra “Ciao Hima!” esclamò lui con un sorriso identico a quello del padre.

Sarada non ne poté più: stavano sbattendo loro la realtà davanti agli occhi e a lei non stava bene. Guardando poi il ventre leggermente rigonfio della madre una rabbia ceca si impadronì di lei. La ragazza si voltò facendo per andarsene, quando notò un uccello atterrare verso di loro, attirando anche l’attenzione degli altri. La ragazza si avvicinò e prese la lettera che la creatura portava, mentre questa svaniva

“è indirizzata a me, Boruto e Himawari” disse, guardando gli altri. Il ragazzo si avvicinò e lesse i nomi “è la calligrafia della mamma, aprila Sarada”

L’Uchiha non se lo fece ripetere due volte e a mano a mano che leggeva i suoi occhi si riempivano di stupore mentre un ghigno si delineava sulle sue labbra. Una volta terminato, consegnò il rotolo a Boruto e andò a salutare Keiji con un sorriso sadico. Anche il ragazzo la prese bene e sorridendo anche lui si diresse verso il bambino.

“cosa diceva la lettera?” chiese Naruto, sulle spine, avendo notato il cambio di espressione della ragazza e del figlio “quella era la fenice di Hinata”

“oh, nulla di che” rispose la mora, guardando prima lui e poi la madre ghignando “Papà e Hinata – san si sono messi insiemi e a quanto pare sono innamorati seriamente. Quella lettera era scritta a due mani”

Gli adulti ammutolirono, mentre i ragazzi facevano conoscenza con il bambino 

“Cosa?” sussurrò Saakura, guardandoli con occhi sgranati

“E chi se lo immaginava” commentò Kakashi, stupito, mentre focalizzava l’attenzione sugli altri due, notando una donna sconvolta ed un uomo incredulo, ma sereno.

Il biondo sorrise e sospirò: Hinata sarebbe riuscita a curare tutte le ferite nell’animo di Sasuke e lui non poteva che esserne contento. Certo una piccola parte del suo cuore era gelosa, dopotutto la donna era la madre dei suoi figli e colei con cui aveva condiviso anni della sua vita, ma si rendeva anche conto di non averne alcun diritto.

Anche Sakura stava riflettendo: era naturale che Sasuke avesse bisogno di una compagna, ma mai si sarebbe immaginata che avrebbe scelto Hinata. Ma lei ora, nonostante ne fosse invidiosa, aveva tutto ciò che poteva desiderare: un fidanzato amorevole con cui sarebbe convolata a nozze presto, un figlio in arrivo e uno che in quel momento stava facendo conoscenza con i suoi fratelli; doveva quindi essere felice per Hinata e Sasuke, anche se ci sarebbe voluto del tempo. Magari ora con questa novità, sarebbero potuti tornare uniti.

La donna si alzò e si avvicinò alla figlia che la osservava ghignando “togliti quel ghigno da Uchiha vendicativa dal volto” le disse, per poi sorriderle dolce “sono contenta per loro”

La ragazza la osservò stupita per poi scattare “Hinata sarà una buona madre per me!” esclamò poi, correndo via.

Anche Boruto si alzò, facendo un cenno ad Himawari, che lo seguì “Ce ne andiamo” disse il ragazzo cominciando ad avviarsi “ci rivedremo presto Keiji, ma non qui”

“Ciao Keiji, ciao papà!” esclamò la ragazzina correndogli dietro.

Sakura guardò il punto dove era sparita la figlia e calde lacrime cominciarono a rigarle il volto

“l’ho persa” sussurrò singhiozzando, mentre Keiji e Naruto le si avvicinavano

“mamma” disse il bambino, toccandole le guance con le manine

“Non dire così, Sakura. Ci vorrà del tempo” le rispose l’uomo cercando di sollevarle il morale “non è facile per loro.”

 

Passarono altre settimane e il freddo cominciava a farsi sentire, ormai lontano da Konoha, Sasuke e Hinata continuavano la caccia ai traditori. Erano una squadra formidabile e in poco tempo ne catturarono o uccisero altri, mentre la lista che venne affidata loro alla partenza si accorciava sempre più.

Una sera, mentre Hinata era indaffarata a preparare qualcosa da mangiare, Sasuke osservava i nomi di coloro che dovevano ancora cercare con fare pensieroso e con una penna ne cerchiò alcuni

“Chi sono?” domandò la donna, sedendosi a fianco a lui con due ciotole di riso in mano e un po' di carne secca

“Nukenin che non ho mai incontrato ma di cui ho sentito parlare. Sono dei pazzi che rimpiangono la realtà alternativa disegnata loro da Madara” le rispose, guardandola e notando il suo volto pallido e stanco “cos’hai?” le chiese preoccupato, mettendo di lato i fogli “Nulla, amore mio. Sono solo un po' stanca” sussurrò lei, facendolo arrossire e un sorriso dolce le increspò le labbra. Sasuke non era il tipo da imbarazzarsi per qualcosa e lei aveva il piacere di vedere il suo colorito farsi acceso ogni volta che lo chiamava in quel modo

“Sarà” borbottò l’uomo imbarazzato “domani dormiremo in una locanda” continuò avvicinandosi di più a lei.

La donna annuì e gli porse la sua ciotola, invitandolo a continuare ciò che stava dicendo sui traditori

“temo che si siano uniti” le ripose l’Uchiha tornando pensieroso “da soli potremmo sconfiggerli, ma se avessero formato una coalizione diventerebbe più complicato. Non sono semplici shinobi, ma guerrieri potenti”

“Dovremo approfondire la questione, allora” disse la donna cominciando a mangiare, per poi fermarsi di colpo, attirando lo sguardo attento dell’uomo.

Hinata si alzò di scatto e corse fuori dalla caverna seguita dall’Uchiha, dove si inginocchiò, dando di stomaco.

Sasuke la guardò preoccupato e le tenne ferma la testa, raccogliendole i capelli all’indietro e, non sapendo che altro fare, attese che lei finisse di rimettere quel poco che aveva mangiato; una volta che i conati si fermarono, Hinata si alzò e guardò il compagno stanca “Non è la prima volta” sussurrò, pallida mentre le forze venivano meno e chiudeva gli occhi, svenendo fra le braccia dell’Uchiha che la guardava terrorizzato.

L’uomo la prese in braccio e torno di scatto dentro, raccogliendo le loro poche cose in fretta e furia, dopodiché la riabbracciò e si fiondò fuori dal nascondiglio, correndo veloce, col cuore in gola, mentre la donna cominciava lentamente ad aprire gli occhi “Sasuke…” sussurrò lei, colta da un altro capogiro “Tranquilla, il villaggio della Roccia è vicino” disse lui, accelerando.

Arrivarono dopo due ore di corsa, in cui Sasuke aveva continuato a muoversi a ritmo sostenuto, mosso dalla preoccupazione per quella donna che era diventata per lui, come ossigeno: sentiva di non poter più vivere un solo giorno senza di lei e la paura di perderla lo fece muovere sforzando il corpo a reggere il ritmo e la stanchezza. Al portone principale del villaggio, le sentinelle lo fermarono, ma notando la donna visibilmente pallida, lo fecero scortare in ospedale, dove un medico la visitò immediatamente sotto l’occhio vigile dello shinobi, che ringhiava ogni volta che l’uomo toccava troppo il corpo della compagna

“Se fa così, la dovrò allontanare!” sbottò il medico infastidito “La sto solo visitando. E comunque nel suo stato non dovrebbe affaticarsi troppo”

“stato?” domandò Sasuke, guardandolo stupito

“La sua compagna è incinta” rispose il dottore, concentrando maggiormente il flusso di chakra verde sull’addome della donna “una gravidanza gemellare, a quanto sembra. Ma è diversa da ogni cosa io abbia mai percepito. La placenta è circondata da una sfera di chakra spessissima e non avevo mai visto una cosa del genere, probabilmente è data da questo fatto la stanchezza della signora” continuò, spostando lo sguardo sull’Uchiha che aveva sgranato gli occhi shockato. Hinata era incinta. Hinata era incinta di due gemelli. Che lui si ricordi non si era mai verificato un parto gemellare nel clan Uchiha.

“Starà bene?” domandò poi, rivolto all’uomo

“Ha bisogno di riposo. Dovremo darle degli integratori e delle vitamine e non dovrà viaggiare per le prossime due settimane almeno”

Sasuke annuì, mentre notava che la compagna cominciava ad aprire lentamente gli occhi “Sasuke” sussurrò lei cercando di mettersi seduta, ma l’uomo le sorrise impedendoglielo “siamo nell’ospedale del Villaggio della Roccia. Ti hanno appena visitata e sei incinta, Hinata. Ora hai bisogno di riposo”

Lei sospirò: l’aveva intuito, ma non desiderava interrompere la missione per così poco. Insomma, lei era uno kunoichi, sarebbe dovuta essere in grado di muoversi nonostante la sua condizione.

“Non pensarci nemmeno. Sei in attesa di gemelli, Hinata e a quanto pare sono protetti da uno spesso strato di chakra. Questo ti indebolisce” disse Sasuke, intuendo i pensieri della donna che alzò gli occhi al cielo esasperata “Tipico Hyuga” esclamò “le gravidanze gemellari, intendo” continuò, accorgendosi della confusione degli uomini. L’Uchiha le regalò uno dei suoi rari e veri sorrisi “grazie” sussurrò, poi, chinandosi a baciarla.

Il medico cominciò a sentirsi di troppo in quella stanza e schiarendosi la gola, interruppe i due “Allora signora…?”

“Uchiha” rispose Sasuke, facendo strabuzzare gli occhi dell’uomo sorpreso e attirando lo sguardo felice della donna

“U…Uchiha? Quindi Voi siete Sasuke Uchiha?” domandò, impallidendo al cenno affermativo del suo interlocutore “Oh. È un enorme onore avere un eroe di guerra da noi.” Commentò estasiato “la vostra compagna è di dieci settimane, quindi è già nel terzo mese di gestazione. Vi conviene rimanere al villaggio fino alla tredicesima settimana, cioè quando entrerà nel quarto mese.”

“ma…” cominciò Hinata, venendo interrotta dal compagno “niente ma, Hinata. Hai bisogno di energie, io intanto continuerò a fare delle ricerche” e la donna annuì a malincuore, capendo che non aveva altra scelta.

Una volta dimessa la Hyuga, Sasuke prese una stanza in una locanda accogliente dove avrebbero potuto alloggiare indisturbati. Durante il giorno lui usciva a fare le sue ricerche, ma non ci volle molto per capire che non sarebbe andato da nessuna parte in quella maniera e così decise di discuterne con la donna che appena capì che sarebbe andato via per giorni andò nel panico

“No…No! Non lasciarmi sola qui!” esclamò mentre un senso di angoscia si impadroniva di lei

“Hinata, cerca di capire” disse l’uomo combattendo anche contro il suo desiderio di rimanere lì

“NO!” urlò la donna mentre il byakungan si attivava e un vortice di chakra si addensava davanti a lei, per poi espandersi per tutta la stanza e, successivamente per tutto il villaggio e le terre confinanti nel raggio di chilometri.

E mentre Sasuke la osservava esterrefatto, incapace di far alcun che, il potere della sua mente vagava e cercava, entrando a contatto con i pensieri della gente di quel luogo e, quando individuò le menti di chi cercava, le manipolò ordinando loro di recarsi al Villaggio della roccia. Una volta fatto ciò l’abilità oculare si disattivò e Hinata perse i sensi, allarmando l’Uchiha che si precipitò da lei. Lentamente lei aprì gli occhi, puntando lo sguardo sul compagno “ne ho trovati quindici” sussurrò “saranno alle porte del villaggio all’alba”

Sasuke la osservò sbigottito, rendendosi conto dell’enorme potere del byakugan della compagna che lo aveva attivato in preda alla paura di rimanere senza di lui. L’uomo sorrise e la face stendere sul fouton in attesa dell’alba e, appena sorse il sole, si recò nel posto indicato dalla compagna, dove poco dopo cominciarono ad arrivare i nukenin, proprio come aveva detto Hinata. I traditori furono immediatamente resi inoffensivi dall’Uchiha che successivamente li condusse dalle Autorità competenti, per poi tornare alla locanda dove trovò la donna ancora addormentata. Prese due rotoli e scrisse dei messaggi, affidati a due falchi diversi, per poi prendere posto vicino alla sua donna ed addormentarsi, abbracciandola.

Era una bella giornata a Konoha e un venticello autunnale scuoteva le foglie degli alberi. Naruto si trovava nel suo studio, immerso nelle scartoffie, pensieroso: era fine luglio quando Hinata e Sasuke erano partiti e in quattro mesi erano riusciti a catturare tantissimi traditori e Naruto si chiedeva come avessero fatto in così poco tempo a consegnare ben venti prigionieri, riducendo sensibilmente la lista. Inoltre era preoccupato per il summit dei Kage che si sarebbe tenuto fra una settimana, in cui avrebbe dovuto informarli del suo divorzio e del suo prossimo matrimonio e non era sicuro di come l’opinione pubblica l’avrebbe presa. Doveva perciò cominciare a preparare un discorso alla nazione in cui sottolineava il fatto che era Hokage non per assersi sposato, ma per i suoi meriti in battaglia e, anche se non gli piaceva giocarsi la carta dell’eroe, sapeva che era l’unico modo per sedare gli animi dato anche il fatto che praticamente tutti adoravano la dolce Hinata.

All’improvviso un picchiettio sul vetro attirò la sua attenzione e voltandosi vide l’animale di Sasuke alla finestra. Senza pensarci due volte, andò a prendere il rotolo che portava, cominciando subito a leggere il messaggio.

 

“Dobe, gli ultimi avvenimenti che hanno interessato

le nostre famiglie hanno rappresentato un duro colpo.

Ora però siamo entrambi felici e anche Sakura e Hinata lo sono.

Con le missioni svolte in tutti questi anni, ho messo da parte una bella somma

non avendo bisogno di molto per sopravvivere, e considerando anche l’eredità

del mio clan, posso anche definirmi benestante.

Ti scrivo per chiederti di trovare un terreno lontano dal centro cittadino, dove costruire

la dimora mia e della mia compagna, sperando che tu riesca a farne ideare una idonea.

Ti avverto che deve essere grande, Hinata è incinta di due gemelli e ci servirà spazio.

ho provveduto a mandare un messaggio alla mia banca per avvisarli che ti ho autorizzato

ad attingere dal denaro versato.

S.U.”

 

Naruto, fece cadere il rotolo dalle mani sorpreso dalla notizia della gravidanza e dalle indicazioni di Sasuke: Sakura aveva dovuto chiedere un mutuo per comprare casa, mentre lui aveva così tanto denaro messo da parte. Ormai era più che lampante che Sasuke non aveva mai pensato di stare accanto a Sakura più del dovuto e questo risvegliava in lui una rabbia immensa poiché sapeva che la donna non solo aveva sofferto molto, ma la paura di essere abbandonata l’aveva fatta comportare come la donna che non era. Fortunatamente ora, però, stava meglio e lentamente stava tornando ad essere la Sakura di un tempo. Comunque, l’Hokage non aveva scelta, se non soddisfare le richieste dell’Uchiha e si sarebbe messo subito all’opera per trovare il luogo e l’architetto adatto, anche se dentro di lui un guizzò di gelosia si fece sentire e la sua mente immagino il corpo di Hinata che, però, ormai non gli apparteneva più.

Il tempo passò veloce e, mentre Naruto si occupava del suo matrimonio con Sakura, della costruzione di Villa Uchiha e degli affari di Stato, aiutato da Shikamaru, Hinata si era ripresa e lei e Sasuke si rimisero in viaggio. La donna aveva informato i figli e Sarda della gravidanza e loro si erano sentiti alquanto straniti dalla cosa, anche se non erano propriamente arrabbiati con i genitori: semplicemente tutta quella storia era difficile da digerire, ma capivano che sia Hinata che Sasuke non avevano fatto nulla di male.

Hiashi invece sorrise soddisfatto alla notizia: la profezia si stava avverando e nessuno avrebbe mai immaginato che fosse Hinata la portatrice del gene originale. Dopotutto era sempre stata una ragazzina timida e dal cuore troppo dolce e gentile che le impediva di combattere al cento per cento, ma a quanto sembra il suo vero potere era celato.

Passò così l’inverno e la coppia era ancora intenta a rintracciare i nomi sulla lista: Sasuke aveva impedito ad Hinata di riutilizzare il byakungan per paura che consumasse troppo chakra, perciò dovettero ricorrere ai metodi tradizionali.

Fu nei pressi del villaggio della Nebbia che seppero del matrimonio di Naruto e dello scandalo che ne derivò. In molti non erano contenti del comportamento dell’Hokage e a Konoha ci furono diverse manifestazioni per farlo dimettere dai suoi incarichi. Gli animi si acquetarono dopo un discorso duro di Naruto che fece leva sul fatto che lui non doveva essere giudicato per la sua vita privata ma per il suo operato, giocandosi anche la carta della guerra. Poco tempo dopo appresero anche della nascita di sua figlia, ma nessuno dei due ne fu turbato e Sasuke era felice del fatto che ormai il biondo era acqua passata per la donna.

Maggio lasciò il posto a giugno e sulla lista rimanevano solo una ventina di nomi, che Sasuke aveva cerchiato: erano i nostalgici dello Tsukuyomi.

“Non li affronteremo mentre sei incinta Hinata. Ormai sei al nono mese e manca poco, dovremo dirigerci verso Konoha.” Disse Sasuke una notte e la donna non poté che concordare “comunque le informazioni che abbiamo sono molto valide e il villaggio dispone di buoni ninja spia che si muoveranno, ora come ora voglio pensare a te, ai bambini e a recuperare del tempo con Sarada”

Hinata sorrise contenta al compagno e lo seguì sul falco che aveva evocato per viaggiare, ma proprio mentre sorvolavano i deserti dei forti dolori cominciarono a farsi sentire e furono costretti a dirigersi a Suna.

Gaara appena seppe della presenza di Sasuke, andò personalmente ad accoglierlo e si sorprese non poco a vederlo reggere una Hinata molto incinta.

“Kazekage, hai intenzione di fissarci ancora per molto? La mia donna sta per partorire” esclamò l’Uchiha scortese mentre il rosso era sempre più stupefatto.

Nonostante lo sbigottimento, però, diede subito ordine di portare la Hyuga in ospedale dove cominciò un travaglio di settantadue ore.

Erano le 3 del mattino del dieci giugno e Sasuke era un uomo disperato: vedere Hinata in quelle condizioni lo stava distruggendo e il non poter far nulla per alleviarle il dolore lo fece sentire inutile. Quando poi vide le infermiere correre a chiamare la primaria si spaventò a morte

“è ora!” esclamò una donna minuta e anziana “tranquillo figliolo, andrà tutto bene”

Hinata urlava sfinita e in preda ai dolori e dopo una mezz’oretta un primo vagito riempì la stanza, ma non ci fu tempo per respirare che nuovamente le contrazioni si fecero sentire e dopo poco venne alla luce una seconda testa dai capelli scuri.

Hinata si accasciò esausta e col fiato corto, mentre Sasuke la guardava per accertarsi che stesse bene e solo dopo aver visto il suo sorriso stanco, prestò attenzione ai figli

“Congratulazioni!” esclamò la stessa donna di prima “sono due bei maschietti sani” e così dicendo li mise sul petto della madre che aveva gli occhi lucidi di felicità

“Ciao” sussurrò Sasuke, abbassandosi su di loro

“Itachi e Neji” disse Hinata, facendo sgranare gli occhi al compagno “benvenuti, che il vostro futuro sia radioso”

Sasuke la guardò e le lacrime cominciarono a rigargli il viso. Era felice, estremamente felice e il fatto che ci sarebbe stato di nuovo un Itachi Uchiha a Konoha lo riempiva di orgoglio e gratitudine per quella donna che gli aveva fatto un regalo tanto grande.

Rimasero a Suna per un mese, durante il quale Hinata si riprese. I piccoli erano semplicemente meravigliosi: avevano i capelli scuri e gli occhi di colori diversi, uno perlato e uno nero. Crescevano a buon ritmo e i genitori erano al settimo celo.

Venne però il momento di tornare a casa e, dato che i bambini non potevano viaggiare via aerea, optarono per muoversi tramite il fulmitreno, anche se l’uomo detestava farlo. Prima di partire Sasuke andò a comprare degli abiti nuovi per la compagna e dei lunghi mantelli per poter proteggere meglio i bambini.

Hinata raccolse i lunghi capelli in uno chignon lasciando la frangetta adagiata sul copri fronte e indossò i pantaloni neri attillati che le aveva portato l’uomo e una maglia senza maniche anch’essa nera, che le mostrava il fisico longilineo e formoso, ma quando la vide, l’uomo fu tentato di farle rindossare la vecchia tenuta, conscio di quanto attraente fosse la compagna.

Indossarono i mantelli, sistemarono i bambini sul petto di ciascuno e salutarono il Kazekage dirigendosi all’entrata del mezzo: era giunta l’ora di tornare a Konoha.

  
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