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Autore: sihu    12/06/2020    1 recensioni
1 novembre 1981 - dopo la terribile notte di Halloween casa Potter piange i suoi morti: James è morto, Lily è ancora viva e aspetta un altro bambino. Steve, il gemello di James non riesce a credere a quanto accade e insieme ai malandrini con la memoria torna all'inizio della storia. Ai tempi di Hogwards, quanto tutto è iniziato. La storia dei malandrini rivive tra passato e presente, guardando al futuro.
cap.5 - "Tornare alla realtà fu un duro colpo per Sirius. Perso nei ricordi, tutto sembrava perfetto. James era ancora vivo e loro erano soli dei mocciosi che ancora non sapevano nulla della vita, ne avevano idea dei guai e dei tormenti che li avrebbero aspettati negli anni a venire”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO 9

SPIEGAZIONI

Estate 1973.

 

Dopo la baruffa avvenuta a bordo piscina era caduto un silenzio irreale nel giardino dei Potter. Di James non c’era traccia mentre Steve era passato dalla furia più nera alla depressione nel giro di pochi istanti. Remus si ritrovò a pensare che tra i tanti problemi del ragazzo, primo tra tutti l’essere un licantropo, ci dovesse essere per forza anche il bipolarismo. Solo quello infatti poteva spiegare un cambio di umore tanto repentino.

- Qualcuno avrebbe la gentilezza di spiegare al sottoscritto che diamine sta succedendo in questa casa oggi? - 

Chiese Sirius, irritato. Nessuno dei membri della famiglia Potter sembrava essere completamente sano di mente, a partire dal signor Potter per finire con James e Steve. Forse Dorea Potter si salvava, ma dopo tutto era una Black che aveva rinunciato a tutto e abbandonato una delle famiglie più influenti per amore, e quindi tanto sana di mente non poteva essere nemmeno lei. 

- Sirius. - 

Lo richiamò Peter, cercando di calmare l’amico. Sirius sbuffò e riprese, alzando la voce.

- No, Sirius niente. Prima scopro che James ha un gemello. Ora questa discussione. Siete tutti matti qui dentro? - 

Chiese ancora Sirius, più esasperato che arrabbiato, guardandosi intorno.

- Sono un idiota. - 

Esclamò Steve, lasciandosi cadere a terra con la testa tra le mani. Sirius aprì la bocca per convenire con la sua stessa conclusione, ma Remus lo precedette.

- Quelle ferite.. - 

Iniziò Remus, incredulo. Aveva passato anni a sentirsi solo, escluso ed emarginato dal mondo per poi trovarsi di fronte un ragazzo che era nella sua stessa situazione. Il fratello di uno dei suoi migliori amici per giunta. Nonostante la situazione fosse abbastanza grave e stesse ulteriormente precipitando, Remus era felice. Non era più il solo, sapeva che al mondo esisteva qualcuno con cui poteva condividere il suo dolore, le sue paure e le sue sofferenze senza dover nascondere nulla o fingere per forza che tutto andasse bene.

- Sono un idiota. - 

Ripeté Steve, più convinto. Gli era bastato un attimo per capire tutto: anche Remus era un licantropo e James non stava facendo altro che farli prendere coscienza di questo fatto senza tradire i segreti di nessuno.

- Come te le sei fatte? - 

Riuscì a chiedere Remus alla fine, temendo e bramando allo stesso tempo una risposta.

- Proprio come te, Remus. - 

Rispose Steve, fissando il ragazzo negli occhi.

- Di che diamine state parlando? - 

Chiese Sirius, molto vicino a perdere la pazienza. James era sparito, fuggito in qualche angolo remoto della casa e ormai neppure Remus si degnava di rispondergli. Il pomeriggio aveva decisamente preso una pessima piega.

- Anche io sono un lupo mannaro. - 

Spiegò Steve, tranquillamente, stanco di mentire e di doversi nascondere. Il tempo dei segreti era finito, anche se forse non come lui e Jamie avevano pensato.

- James lo sapeva? - 

Chiese Peter, di colpo più pallido.

- Ovviamente, Peter. - 

Sbuffò Sirius alzando gli occhi al cielo, stupido dall’idiozia dell’amico.

- Ha promesso di non dirlo a nessuno, mio padre gli aveva anche fatto un incantesimo che gli proibisse di nominarmi. - 

Spiegò Steve, tristemente. Sirius sospirò, capendo improvvisamente a cosa di riferiva James poco prima quando gli diceva che non poteva spiegargli nulla.

- Per questo non ci aveva mai parlato di te.. - 

Esclamò Remus, capendo improvvisamente tante cose. Steve annuì piano, troppo agitato per aggiungere altro.

- Sono un idiota. - 

Esclamò Sirius improvvisamente, battendosi una mano sul viso.

- Mai quanto me. - 

Ribatté Steve, sconsolato.

- Dimmi una cosa, perché gli hai tirato quel pugno? - 

Chiese Peter, fissando intensamente il ragazzo.

- Mi sono sentito ferito. Pensavo che mi avesse buttato in acqua per prendersi gioco di me.. Che si fosse dimenticato delle mie ferite e di quello che sono. Che idiota che sono! -    

Mormorò Steve con gli occhi lucidi, dandosi dello stupido. Era stato davvero un idiota a pensare quelle cose di suo fratello, la persona che lo conosceva meglio e che lo aveva sempre appoggiato da che erano nati.

- Invece lo aveva fatto per farci capire che siamo sulla stessa barca. - 

Concluse tristemente Remus per lui.

- Non voleva tradire nessun segreto. Né quello di Remus né il tuo. - 

Mormorò Peter, capendo improvvisamente di cosa stavano parlando gli amici.

- Devo andare a parlare con lui. - 

Esclamò Sirius, deciso.

- Aspetta, lasciagli qualche minuto per calmarsi. - 

Consigliò Steve. Conosceva bene il suo gemello e sapeva che aveva bisogno di stare da solo per un po’ prima di parlare con qualcuno.

- Ancora non ci credo, mi sembra tutto così strano. - 

Mormorò Sirius, fissando Steve.

- Dove sei stato in questi anni, perché non eri a scuola? - 

Chiese Remus, cercando di rimettere ordine in quella storia confusa facendo combaciare tutte le tessere di quel bizzarro puzzle.

- Stavo male. Sono stato morso circa due anni fa, qualche mese prima che iniziasse la scuola. Da allora sono sempre stato in ospedale. - 

Spiegò Steve, mogio.

- Hai passato due anni al San Mungo? - 

Chiese Peter, incredulo. 

- Sono uscito qualche mese fa. -  

Rispose Steve, annuendo. 

-Sono stato un idiota, devo cercare James e scusarmi prima che smetta di parlarmi. - 

Esclamò ancora Sirius. Improvvisamente non gli importava più di Steve e del fatto che James non gliene avesse mai parlato. Doveva trovare il suo amico perchè aveva bisogno di lui in quel momento, il resto aveva davvero poca importanza.

- Dovrebbe essere nella serra. Va sempre lì quando discute con me. - 

Mormorò Steve, distratto. Nei suoi occhi si poteva vedere una tristezza infinita. 

- Grazie mille. - 

Disse Sirius, allontanandosi verso il punto che gli era stato indicato.

Dopo che Sirius si fu allontanato i tre ragazzi rimasero a lungo in silenzio.

- Deve essere stata dura per te in questi anni. - 

Disse Remus alla fine per rompere quel silenzio così pesante. Steve annuì piano, quasi fosse incapace di parlare.

- È stato brutto stare lontano da James. È il mio gemello, siamo sempre stati molto legati. So quanto vi vuole bene. Fidati, gli è costato molto non parlarvi di me. - 

Mormorò Steve, alzando appena la testa. Remus si accorse che quando parlava del gemello lo sguardo di Steve si illuminava. Si capiva che i due si volevano un gran bene.

- Si, penso di riuscire a capire. - 

Rispose Remus, annuendo.

- Vi ho sempre invidiati molto. - 

Continuò Steve, sincero.

- Dimmi, James ci ha invitati qui perché ti conoscessimo? - 

Chiese Peter, curioso.

- Si, ma avrebbe voluto prima parlarvi. Per questo mi aveva chiesto di restare in camera, ma io ovviamente non gli ho dato retta. - 

Sbuffò Steve, pentito di non avere fatto come voleva James. 

- Come mai proprio ora le presentazioni? Perché non ha aspettato ancora, magari che ti riprendessi del tutto. - 

Chiese Remus, fissando le cicatrici non ancora del tutto chiuse che segnavano il corpo di Steve. Era la prima volta che parlava con qualcuno che aveva passato quello che aveva passato lui. James, Sirius ed il piccolo Peter erano comprensivi ma non potevano capire fino in fondo cosa significasse portare il peso di quella maledizione.

- A settembre verrò al castello con voi. - 

Rispose Steve, sorridendo. Il suo era un sorriso triste perchè era riuscito a rovinare tutto con la sua irruenza e con la sua testardaggine.

- È magnifico! - 

Esclamò Remus. Finalmente avrebbe avuto qualcuno con cui condividere il peso delle trasformazioni. Qualcuno a cui confidare ogni cosa senza paura di essere frainteso o incompreso.

- Io però  non capisco una cosa.. -

Iniziò Peter, dubbioso.

- Cosa?-

- Perché James non ti ha mai detto che Remus è un lupo mannaro? Voglio dire, sarebbe stato tutto più semplice, no? - 

 - È vero, non ci avevo pensato. - 

Esclamò Remus, stupito.

- James non parla mai della mia licantropia. Sopratutto, non ne parlerebbe mai con me. -

Spiegò Steve, abbassando la testa. 

- Ma perché? Voglio dire, non ha nessuno problema con me, almeno credo. - 

Mormorò Remus.

- Si, infatti. Solo.. È complicato. Vedi, pensare che io sono diventato un lupo mannaro lo fa stare male. - 

Cercò di spiegare Steve. Era difficile trovare le parole per spiegare tutto, senza contare che avrebbe rischiato di complicare ancora di più le cose con James.

- Non capisco.. - 

Mormorò Peter, confuso.

- Jamie non ha problema con chi è stato morso da un lupo mannaro, a qualche problema ad accettare che un lupo mannaro ha morso proprio me. - 

Disse alla fine Steve, chiudendo quella conversazione ed avviandosi verso casa.

Sirius aveva attraversato il giardino dei Potter di corsa, temendo di non trovare il suo amico. Un paio di volte si era anche perso, ma alla fine era arrivato nella serra. James era lì, proprio come aveva detto Steve.

- James, meno male.. - 

Esclamò Sirius, riprendendo fiato.

- Sirius, vattene. - 

Disse James, deciso.

- No, dobbiamo parlare. - 

Scandì Sirius, deciso. Il suo tono non ammetteva repliche.

- Di cosa? Sono un idiota. Non vi ho detto nulla di Steve per una stupida promessa che gli avevo fatto. Ho litigato con voi, non vi fidate più di me e quell’idiota mi ha anche preso a pugni. - 

Si sfogò James, tra le lacrime. Aveva perso le due cose a cui teneva di più al mondo, i suoi amici e suo fratello.

- Sei paranoico, sai? - 

Chiese Sirius, sorridendo.

- Che stai dicendo? - 

Mormorò James, confuso. 

- Non hai litigato con nessuno, mi fido ancora di te e ti capisco. Steve ci ha detto della promessa e dell’incantesimo di tuo padre. - 

Spiegò pazientemente Sirius, avvicinandosi all’amico e passandogli un braccio intorno alle spalle. James non disse nulla, rimase a fissare Sirius in silenzio.

- Per questo eri sempre strano e silenzioso? Era di questo che ci volevi parlare nella lettera?- 

Chiese ancora Sirius, senza forzare James a dare delle risposte.

- Io volevo solo che nessuno venisse ferito. Ho agito a fin di bene, te lo giuro. - 

Disse James, affondando la testa nella spalla dell’amico.

- Lo so, James. - 

Rispose Sirius, abbracciandolo più stretto.

- Sirius, io ti voglio bene. - 

Sussurrò James.

- Anche io James, tanto. - 

Rispose Sirius, felice di avere ritrovato il suo amico.

Remus e Peter scelsero proprio quel momento per arrivare. Steve, dopo avere visto lo stato in cui era suo fratello aveva deciso di sparire per un po’, mentre i due amici fissavano la scena chiedendosi cosa dovevano fare.

- Remus.. - 

Mormorò James, vedendo la figura sfuocata dell’amico.

- Abbraccio di gruppo? - 

Chiese Peter, lanciandosi addosso agli amici seguito a ruota da Remus.

- Ce l’hai con me? - 

Chiese James all’amico licantropo.

- Neanche per sogno. - 

Rispose Remus, deciso.

- Sicuro? - 

Chiese ancora James, spaventato.

- Certo. Sai, è simpatico tuo fratello. - 

Esclamò Remus, felice.

- Si, come No. - 

Commentò James, alzando gli occhi al cielo. In quel momento anche solo sentire nominare Steve riusciva ad infastidirlo.

- Avete anche tante cose in comune.. - 

Mormorò Sirius, sarcastico.

- Sirius! - 

Lo richiamò Peter.

- Che c’è? È vero.. Possono passare la luna piena insieme. - 

Esclamò Sirius, piegando la testa di lato.

- Ti sembra una cosa sulla quale scherzare? - 

Chiese Peter, stupito dalla poco sensibilità del ragazzo.

- Mi spiace. - 

Mormorò Sirius, con aria colpevole.

- Non fa niente. -

Lo rassicurò Remus.

- Dovresti parlare con lui. - 

Aggiunse Remus, rivolto a James.

- Neanche per sogno. - 

Dichiarò James, deciso.

- È il tuo gemello, dovete chiarire. - 

Cercò di farlo ragionare Sirius.

- Non mi Va. - 

Ribadì James.

- Non fare il bambino! - 

Lo richiamò Peter.

- È meglio che noi andiamo. 

Disse alla fine Remus.

- Ma.. - 

Provò a protestare James.

- Ci vediamo alla stazione, promesso. - 

Lo rassicurò Sirius.

- Ricorda sempre che noi ti vogliamo bene. - 

Disse Remus con uno sguardo dolce. James sospirò.

- Anche io ve ne voglio. - 

Aggiunse mentre gli amici si allontanavano lasciandolo solo nella serra. 

 
  
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