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Autore: Shiida the BlackLightning    12/08/2009    2 recensioni
-+ Il demone la afferrò per il braccio, ridendo di gusto mentre le bruciva la pelle con quel solo contatto : " Dimmi Samael, cosa si prova ad essere la mano destra di Dio? " +- L'apocalisse è vicina: il dominio degli uomini sulla terra è ormai un ricordo lontano. Un'orda di demoni sempre crescente semina morte e distruzione. Dio sembra davvero aver abbandonato i suoi figli a se stessi questa volta...oppure no? Lo scontro per la salvezza dell'umanita ha inizio: è la nostra unica possibilità per redimerci... Un angelo caduto, il cinque Prescelti ed i Cavalieri dell'Inquisizione riusciranno, in una corsa contro il tempo, a sgominare Lucifero e i sui demoni? ** LEGGETE, SCOPRITELO E SOPRATTUTTO RECENSITE!!!!**
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo: L'incendio


L'auto della pattuglia percorse la strada per tutta la sua lunghezza a tutta velocità e sirene spiegate. Girò all'improvviso, rischiando quasi di ribaltarsi ma colpì un secchio dell'immondizia che fortunatamente la rimise in carreggiata.

Le luci dei lampioni facevano da unica luce in quella notte senza stelle.

<< Ci mancava solo la pioggia >> esclamò il poliziotto seduto di fianco al conducente. L'uomo afferrò con la mancina il radio-comunicatore e si sintonizzò sul canale della centrale di polizia.

<< Siamo sulla settantanovesima allo svincolo tra St. Road ed il Silver Palace >> disse premendo la levetta sul margine dell'apparecchio.

Appoggiò accuratamente l'orecchio sull'altoparlante e solo dopo qualche secondo chiuse la comunicazione riagganciando la radio al suo posto.

Un'ambulanza li sorpassò in quel medesimo istante fermandosi poi di colpo ad una decina di metri da loro.

<< Merda >> abbaiò il poliziotto estraendo l'arma d'ordinanza dalla guaina in pelle.

<< Tu resta qui ragazzo, non vorrei che ti cacciassi nei guai >> ordinò rivolgendo uno sguardo severo verso il giovane agente che si trovava alla guida.

<< Ma io posso aiutarla!! >> ribatté lui aprendo la portiera della macchina e uscendo dal veicolo.

<< Tom, per una volta, ascolta tuo padre >> lo supplicò l'uomo.

<< Papà, non sono più un bambino >> urlò lui sprezzante del pericolo.

<< Lo so, ma rimani pur sempre mio figlio >> mormorò afferrando la pistola del ragazzo e mettendosela nel proprio fodero.

<< resta qui, e non farmi pentire di averti portato con me oggi >>

Il poliziotto si allontano in direzione del palazzo dove si era propagato l'incendio.

Una pompa di benzina aveva preso fuoco, ed ormai due dei palazzi vicini erano devastati dalle fiamme. L'aria era irrespirabile e la coltre di fumo era ormai ad altezza d'uomo. Una ventina di ambulanze si erano fermate poco distanti dagli edifici, ma erano state costrette ad allontanarsi: un paio di volte erano persino state colpite da vampate di fuoco improvvise.

Tom batté entrambe le mani sul cofano dell'auto prima di estrarre una pistola nascosta sotto il pantalone, all'altezza del polpaccio sinistro.

Si precipitò davanti all'edificio con la sua calibro 22 stretta salda fra le mani ma un'altra vampata di fuoco uscì dal palazzo costringendolo ad abbassarsi.

<< Via da qui!! >> urlò un'agente svuotando il suo caricatore sulla portone dell'edificio in fiamme. L'uomo in preda al panico lanciò l'arma contro la porta e si mise a correre nella sua direzione.

Altri agenti,pompieri e civili uscirono gridano dall'edificio, come se qualcuno stesse correndo verso di loro.

Tom non riuscì a credere ai suoi occhi quando un'enorme lingua di fuoco munita di artigli incandescente si fece spazio fra gli stipiti del portone del palazzo in fiamme. Un enorme creatura fiammeggiante ghermì ululando quante più persone poté e se le cacciò fra le fauci infuocare, macchiando di sangue e carne l'asfalto sotto di se.

Il ragazzo rimase pietrificato, persino la pistola iniziò quasi a scivolargli dalle mani quanto erano sudate.

L'autopompa dei vigili del fuoco lanciò un getto d'acqua contro il mostro ma quello invece di scappare, si fece bagnare per benino rivelando la sua vera forma.

Una creatura imponete, ricoperta di un materiale nero melmoso, simile al petrolio con un paio di occhi rossi come tizzoni ardenti.

<< Tom!! >> urlò suo padre correndogli in contro.

Il giovane poliziotto ritornò alla realtà e prese la mira per colpire il mostro.

<< Fermati Tom, non farlo, rischierai solo di farti ammazzare >> tuonò il padre afferrandolo per un braccio ed impedendogli di sparare.

<< Ci sono dei civili laggiù!! >> gridò il ragazzo fulminando l'uomo con la sguardo.

<< Non possiamo fare nulla, non lo capisci?? >>

<< Ti sbagli, qualcosa possiamo fare >> disse lanciandosi contro la creatura sparando.

La belva lasciò cadere i resti dell'uomo che teneva fra gli artigli e si rivolse nella direzione degli spari. I suoi occhi infuocati gli oltrepassarono la carne e le ossa lanciandogli una terribile fitta al cervello.

Tom si portò una mano alla testa e chiuse gli occhi per l'improvviso dolore.

Il mostro si lanciò verso di lui atterrandogli proprio sopra. Il ragazzo sparò a casaccio contro la massa informe della creatura senza alcun risultato. Cercò di strisciare lontano un artiglio acuminato lo agguantò per un braccio trascinandolo indietro.

Tom gridò di dolore quando la melma nera incandescente gli colò sul braccio ferito.

<< lascialo stare!!! >> urlò il padre sparando contro la bestia. Ma quella gli sputò addosso una lingua di fuoco che per poco non lo colpì in pieno.

Una pallottola argentata perforò la spalla del mostro proprio quando quello stava per infierire nuovamente sul ragazzo. Due uomini con degli abiti cremisi, iniziarono a sparare contro la creatura mentre un terzo lo afferrò per la maglia tirandolo via da li.

<< Stattene buono qui ok? >> ordinò rivolgendogli un mezzo sorriso.

L'uomo afferrò con entrambe le mani l'enorme croce bianca che teneva legata alla schiena e pronunciando una serie di parole a lui incomprensibili si lanciò contro la belva. La croce si illuminò poco prima dell'impatto con la pelle melmosa dell'avversario mutando in una specie di lama la parte più lunga dell'oggetto: come fosse una spada.

La lama luminosa si scontrò con il liquame nero che prese fuoco; ma recise comunque l'arto al mostro. Quello ululò di dolore e cercò di colpire l'uomo ma quello con un balzo si portò indietro. Uno degli altri due uomini vestiti di cremisi rimasti in disparte aveva estratto una nuova pistola argentata; mentre l'altro era entrato nell'edificio in fiamme con un libro fra le mani.

La croce si abbatté nuovamente sulla bestia colpendola al petto e costringendola a voltarsi per battere in ritirata; ma quando si voltò si trovò di fronte l'uomo con la pistola.

Il tizio gli sparò un'altra pallottola argentata nella fronte, proprio in mezzo agli occhi infuocati spappolandogli la testa melmosa. Lo spadaccino con aria annoiata gli piantò la croce nel petto mentre il terzo uomo uscì dall'edificio che come per magia non era più in fiamme.

<< Amen >> esclamò recuperando l'arma e facendo evaporare la bestia.

  
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