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Autore: Izzyguns    13/06/2020    1 recensioni
-Senti amico... lei ti piace!?-
-Sì, eccome se mi piace...-
-Beh, a Emily piaci tu, quindi...-
-Axl, come fai a sapere se le piaccio!? Insomma, siamo solo amici...-
-Oh, no amico... dovresti vederla...-
-Cosa stai dicendo?-
-Dovresti vederla quando sente pronunciare il tuo nome, sorride e le si vedono le scintille negli occhi-
-Magari ride perché le fa ridere il mio nome-
-Non è una risata, è un sorriso-
-Beh, se secondo te le piaccio perché sorride...-
-Non solo... non ti sei mai accorto di come ti guarda? Ti guarda diversamente da come guarda gli altri...-
-E’ solo perché la conosco da tanto... da più tempo-
-Lo vuoi capire che ti ama! Non ti basta questo!? OK!? Continuo... ti mette in ogni discorso, le brillano gli occhi quando parla di te[...]-
-Axl... io la amo da impazzire...-
-Anche lei! Adesso muovi quel culo e vai da quella ragazza!-
-Ti devo un favore-
-No, questo era il mio ringraziamento verso di te, per tutto...-
-Grazie!-
*Storia sospesa*
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Steven Adler
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 9

Questa è solo la prima parte di questo capitolo. L' ho caricata subito perché avevo paura di far passare davvero troppo tempo dal capitolo precedente! Buona lettura ;D

 
 
KATIE

Izzy aveva ragione, era davvero bello quell’ albergo!

La prima volta che venni qui a Los Angeles da Cleveland avevo ancora 17 anni, era il 1985, e mia sorella non era ancora fidanzata con Izzy. Emy mi diede un indirizzo, che poi scoprii essere l’ indirizzo dello studio di registrazione dei Guns.
Quando entrai non vidi nessuno di loro in faccia.
Erano seduti su delle poltrone e davano le spalle alla porta, Emy mi disse solo i loro nomi, che associò alle loro caratteristiche in modo che ricordassi più o meno chi era chi.
Il pel di carota era Axl, il biondo ossigenato era Duff, il biondino con il sorriso a 32 denti era Steven (anche chiamato “Pop-Corn”), il ragazzo moro, stile hippie era Izzy e quella massa informe di quelli che dubbiamente possono essere chiamati capelli era Slash.

La seconda volta che li vidi avevo compiuto da circa un mese 18 anni, era ottobre, ed Emily e Izzy erano fidanzati.
Fu la prima volta che vidi veramente i loro amici, anche se non li guardai con molta attenzione, mi concentrai di più su Izzy visto che era il ragazzo di mia sorella.

Li rividi la terza volta a marzo 1987, e notai subito Duff, cavolo, quello si che era un bel ragazzo, non che gli altri non fossero male eh, però biondo, alto, con un stile punk che adoravo e che adoro... insomma, Duff era il mio tipo!

“Poi, oggi, ha detto quelle cose e quel sorriso, wow! Ok, sembro una quattordicenne in piena crisi ormonale, ma mi piace davvero quel ragazzo, che ci posso fare...?”

Era ora di cena, ma non avevo molta fame.
Avevo mangiato prima di partire e anche appena arrivata a L.A., e poi Duff mi aveva un po’ scombussolato, con quel sorriso! Non mi ero mai innamorata così... poteva essere chiamato amore? O era semplicemente una cotta?

Fatto sta che mi addormentai quasi subito e, come spesso accadeva in quel periodo, sognai, o meglio, mentre dormivo ebbi un flashback. Me e Emily, l’ incidente della mamma  c’ era già stato...

-Io vi aspetto qui fuori, ok?-
-Ok papà, a dopo!- dissi io
-Ok...- Emy non era molto contenta...
Aprimmo la porta. Ci ritrovammo in una grande stanza, in un angolo c’ erano due divani e degli scaffali con dei libri. Quella stanza, era piena di mobili e libri. C’ era anche una scrivania, dietro la quale era seduta una donna, che ci fece segno di sederci su due poltrone rosse davanti al tavolo.
-Bene ragazze, cominciamo con le presentazioni, io mi chiamo Samantha Mary Green -
-Io mi chiamo Katie Perla Johnson-
-E tu tesoro?- chiese la donna a Emily
-Emily Sarah Johnson, anche se non so’ perché ce lo ha chiesto, visto che ha un foglio davanti con i nostri nomi e il motivo per cui siamo, qui scritti in grassetto...!- Emily non era affatto felice di trovarsi lì e non lo nascondeva, ma papà e altri lo ritenevano necessario, dopo lo shock che avevamo subito...
-Allora, adesso vi farò delle domande a cui dovrete rispondere sinceramente, ogni cosa che direte rimarrà tra noi ovviamente- spiegò la donna, io annuii mentre Emy rimase a  fissare il pavimento
-Cominciamo da te, Katie?- mi disse la signora Green
-Ok!-
-Allora...-

Mi svegliai, sapevo come andava avanti il sogno, non durava ancora molto, ma non avevo voglia di rivivere quei momenti.
Guardai l’ orologio. Erano le tre... ehi, avevo 19 anni!
Emy mi aveva detto che la mattina lavorava in un negozio di musica, mi sembra dalle otto,  e pomeriggio saremmo andati in un locale vicino casa per festeggiare insieme a tutti i ragazzi probabilmente, anche perché, ripensandoci, non avevo ancora rivisto Axl e Slash...!

Qualche minuto dopo mi riaddormentai e il sogno continuò, come mi succedeva sempre.

-Allora... Katie, cominciamo analizzando le emozioni, ok? So’ che può essere difficile parlare di questa cosa ma...- disse la donna
-E lei come fa a saperlo!? Non credo che quando aveva 10 anni o 14 le è morta la madre in un incidente stradale e l’ hanno sbattuta da una psicologa!- gridò Emy, alzandosi e uscendo dalla stanza sbattendo la porta con forza. Prima che si voltasse vidi sul suo volto delle lacrime.

Il sogno terminava con Emily in lacrime tra le braccia di papà. Quella fu la nostra prima e ultima seduta.
Preferivamo andare al lavoro con papà, lui faceva il fotografo, era davvero bravo! Andavamo sul set e facevamo amicizia con le modelle.
Nostro padre, Samuel Morgan Johnson, non era uno di quegli uomini che, morta la moglie, si risposa o comunque ha altre relazioni.
Di questo io e Emy possiamo esserne certe. Passavamo tutto il giorno con lui. Gli giravano intorno molte belle ragazze, ma non le guardava mai più del dovuto e non ne ha mai portata una a casa, amava davvero nostra madre.
“Come vorrei che fosse qui...”

Dopo la morte della mamma, ci trasferimmo a Cleveland e io e papà vivevamo ancora lì, in due appartamenti vicini.
Le cose però sarebbero cambiate presto, ma dovevo ancora dirlo a mia sorella...

Guardai verso l’ orologio. Erano le quasi le sette... per esattezza le sei e cinquantanove minuti... mi ero promessa di alzarmi alle sette precise, ne prima ne dopo.
Guardai l’ orologio all’incirca un milione di volte, il tempo di distogliere lo sguardo che i miei occhi erano nuovamente puntanti sull’ orologio bianco. Fu il minuto più lungo di tutta la mia vita...
Se non fosse stato per la lancetta dei secondi che si muoveva, avrei giurato che quell’ oggetto che mi stava facendo saltare i nervi fosse rotto!
Appena scattarono le sette mi alzai, andai in bagno e mi feci una doccia.
Quando tornai in camera presi dalla piccola valigia che mi ero portata i primi pantaloni che mi capitarono sotto gli occhi e la maglietta di Sid Vicious, quanto adoravo i Sex Pistols! Furono la prima band punk che sentii, e me ne innamorai subito, di quel genere tanto particolare! Io adoravo il punk e il rock più classico, ma mi piaceva anche il rock più recente... insomma: punk e rock erano i miei generi musicali preferiti.

Stavo infilando le mie Converse nere quando sentii qualcuno bussare alla porta. Pensavo fosse qualche dipendente dell’ albergo, ma fui sorpresa di ritrovarmi davanti...

-Ciao Duff!-
-Ciao Katie! Auguri!-
-Grazie Duff! Ma... come facevi a sapere il numero della mia stanza?-
-Facile! Il direttore di questo posto è un amico di Izzy, quindi di conseguenza lo conosco anche io, perciò sono venuto qui e gli ho chiesto in quale stanza si trovava la ragazza a cui Izzy e Emily avevano pagato l’ alloggio!-
-Ah... e te lo ha detto così? Insomma... potevi avere cattive intenzioni...!-
-Ah no, beh, quando chiediamo di una ragazza non ci sono mai buone intenzioni, ovviamente, però Mike ci conosce quindi-
Non lo feci finire di parlare -Quindi hai cattive intenzione? In pratica mi hai appena detto così...-
-Oh, beh... se per cattive intenzioni intendi che voglio darti il tuo regalo di compleanno...-
-Ah, davvero?- chiesi sorridendo
-Sì! Spero ti piaccia... avevo in mente di farci un giro per la città, io e te... non è molto ma...-
-Che bello! Anche se sono venuta qui varie volte, non l’ ho mai vista veramente... Grazie! E poi con te sarà molto più bello-
Duff sorrise maliziosamente.
-Ehi... ho notato solo ora la maglietta...! Sid Vicious!-
-Ti piace?-
-Se mi piace?! È semplicemente il bassista più figo della storia!-
-Lo penso anche io!-
Parlammo per un po’ di musica, quando mi venne da chiedergli una cosa
-Duff... sono le otto di mattina... a che ora ti sei svegliato?-
-Beh... presto...-
-Tu ti sei svegliato presto... per venire qui e farmi il regalo...?-
-Sì, credo di sì...-

Duff mi guardò con certi occhi... non seppi resistere. Mi alzai sulle punte dei piedi, anche se ero alta non lo ero quanto lui, e lo baciai. Le sue mani mi cinsero la vita, stringendomi dolcemente.

-Forse prima di uscire mi farai un altro regalo...- dissi, staccandomi lentamente dalle sue labbra così morbide, che sapevano leggermente di vodka. Mi sorrise e mi lanciò, con delicatezza, sul letto della mia stanza.
-Ooh, tesoro... sarà il regalo più bello di tutta la tua vita!-
*
-Duff... non respiro...-
-In senso buono o in senso cattivo?-
-Nel senso che mi stai schiacciando-

Cosa intendeva con quella frase? Come poteva essere in senso buono il fatto che non respiravo perché mi stava schiacciando? Fui presa dal chiederglielo, quando una voce nel mio cervello mi disse “Questa è una di quelle cose che vuoi chiedere, ma che nel profondo sai di non voler sapere”. Decisi di dare ascolto al cervello e non chiesi nulla.

-Oh... scusa- rise e si spostò un po’,  continuando comunque a baciarmi il collo. Era ancora  più bello quando rideva.
*
-Duff...? Posso dirti una cosa?- gli chiesi, cercando la mia maglietta che, senza troppi problemi, precedentemente lui aveva lanciato
-Certo! Dimmi pure- lui indossava solo i pantaloni e non dava segno di rimettersi la maglietta
“Se non si mette la maglietta entro cinque minuti, rischio di saltargli (di nuovo) addosso!”
-Allora... devi promettermi che non lo dirai a nessuno, è una sorpresa, ok?-
-Ok!-
-Mi trasferisco qui, a Los Angeles-
“Ecco la mia maglietta!”
-Davvero?!-
-Beh, sì! In realtà io non volevo venire, ma mio padre mi ha detto che io e Emy non ci vediamo praticamente mai... quindi verrò a vivere qui! Ogni tanto andrò a Cleveland da lui, ma comunque vivrò qui...-
-È fantastico! E dove starai?-
-Beh... ci sarebbe una casa, ma costa troppo...-
-Ho un’ idea!-
-Dimmi-
-Allora, tu vieni a stare da me, nel frattempo possiamo cercarti un lavoro, pensavo che potresti andare a lavorare nel negozio dove lavora anche Emily, se vuoi... così fai un po’ di soldi e puoi prenderti la casa! Ovviamente se ti trovi bene a casa mia, per me puoi anche rimanere...-
-Oh, Duff! Dici sul serio?!-
-Certo che sì!-
-Aah, grazie!-
-Figurati!-
Lo abbracciai fortissimo
-Ora sono io quello che non respira-
-Ah, scusa ahah-
-Anche io devo dirti una cosa-
-Sono tutta orecchi-
-Il mio vero nome è Michael, mi chiamo Michael McKagan, ma quando ero piccolo mio padre mi ha soprannominato Duff e quindi per tutti sono Duff-
-Michael Duff McKagan... sai che suona proprio bene?-
*
Avevamo visto quasi tutta Los Angeles ed ero veramente stanca
-Bene, io sono sfinito, perciò il tour finisce qui se non ti dispiace-
-Anche io sono molto stanca... solo un’ ultima tappa: il lavoro di Emy. Possiamo andare a trovarla?-
-Ok! Fortunatamente non è molto lontano...-
-Come si chiama il negozio?-
-Forse lo hai anche visto... si trova sulla stessa strada del Rainbow e del Roxy...-
-Aspetta... non starai parlando del Tower Records?!-
-Sì, proprio quello-
-Wow! Prima ne hai parlato come se fosse un negozio dove non va’ nessuno... insomma, il Tower Records è probabilmente il negozio di musica più conosciuto! -
Duff rise.
“Ok, è ufficiale: quando ride è bellissimo, ancora più del solito!”
-Sai... tempo fa ci lavorava Slash... quei tizi hanno visto talmente tanta gente che non ricordavano nemmeno di averlo bandito ahah-
-Come... ma... perché lo avevano bandito dal Tower?-
-Cleptomane... beccato da piccolo mentre cercava di svuotare il negozio, sai com’ è-
-Oh...-
-Infatti noi non ci entriamo spesso.. dovesse venirgli il lampo di genio e ricordarsi chi siamo! È per questo che siamo contenti che tua sorella lavori lì... una sua amica lavorava già lì, le ha detto che cercavano del personale e lei ha colto l’ occasione... Emily sarà la nostra “venditrice personale”... lei ci compra le cose e noi poi le ridiamo i soldi...-
-Wow, siete organizzati!-
-Dobbiamo esserlo...- mi guardò e mi sorrise -Benvenuta nella giungla, peggiora ogni giorno qui, impari a vivere come un’ animale...-
-Duff, lo sai che conosco la canzone vero?-
-Aah! Quindi conosci i Guns!-
-Certo! Adoro Appetite for Destruction, credevi davvero che non avrei riconosciuto Welcome to the Jungle?- stavolta risi io
Si fermò, così. In mezzo al marciapiede.
-Tanto non c’ è nessuno dietro di noi- spiegò
Si fermò, si girò verso di me e mi baciò. Fu un bacio molto lungo, e non mi dispiacque affatto!
Poco dopo ci ritrovammo davanti alla porta di un enorme negozio. Il Tower Records.
-Tu puoi entrare?-
-Farò un’eccezione... per te-
-Che romantico ahah-
-Lo so’- aprì la porta -Dopo di lei signorina-
-Questa cosa che le donne vanno avanti è solo una scusa per far vedere il culo ai maschi, sai?-
-Certo! Dai entra- rise, diavolo, se andavo a vivere con lui avrei visto ogni giorno quel sorriso... sarei morta, ne ero certa.
-Eccola lì!- stava sistemando delle cassette
-Vai, io ti aspetto qui-
-Ok!-

Affrettai il passo e la raggiunsi. Mi dava le spalle e non si accorse di me
-Buongiorno, sto’ cercando un album dei Guns N’ Roses, può darmi una mano?-
-Cert... Katie!-
-Ahah! Ciao!-
-Auguri! Come ti senti più vecchia?-
-Ricorda che sono quattro anni più giovane di te, cara-
-Non sei più una diciottenne però!-
-Già...!-
-Che ci fai qui?-
-Beh... diciamo che Duff come regalo di compleanno mi ha fatto un piccolo viaggio a Los Angeles- quello che dissi dopo lo dissi MOLTO MOLTO piano -mi ha fatto anche un altro fantastico regalo- finsi una tosse, molto poco credibile
-Come hai detto?-
-Niente, niente...-
-Ah, mi è sembrato... vabbè, allora... stasera alle otto ti va’ di andare al Rainbow? Festeggiamo il tuo compleanno! Se non ti dispiace vengono anche i ragazzi...-
-Certo! Ci vediamo alle otto!- le diedi un bacio sulla guancia e mentre mi giravo per tornare da Duff mi venne in mente una cosa -Ah, poi stasera ti dirò una cosa che credo ti piacerà!-
-Ok!-
-Ciao!-
-Ciao!- mi salutò con un gesto della mano e andai da Duff, che mi stava aspettando vicino alla porta.
 



Nota: Ciao! Capitolo molto importante per lo svolgimento della storia! Ora si sanno anche più cose di Emy e Katie!
Questa è solo la prima parte del capitolo, probabilmente domani o lunedì caricherò la seconda.
Oggi è il caro Duff il protagonista delle gif (XD), il primo è preso da una piccola intervista fatta al bassista, mentre il secondo è preso dal Live at the Ritz ('88).
Per ora questo è il mio capitolo preferito e spero sia piaciuto anche a voi! Sono molto soddisfatta di questo capitolo, anche perché è venuto molto più lungo degli altri :D Non esitate a farmi notare errori, se ne trovate. Critiche e consigli sono sempre ben accetti. Mi aiutano molto! :)
Perciò... Welcome to the Jungle gente, recensite e ditemi cosa ne pensate!
Grazie di averlo letto ;)
Izzyguns
  
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