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Autore: PRISHILLA    15/06/2020    4 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 23



Ginny rimase lì ancora un po', il cuore a pezzi, scossa da strani tremori.

Si illuse che fosse il vento che soffiava forte, il gelo invernale, la mancanza di una giacca, o quella delle sue braccia...

Non versò neanche una lacrima.

Aveva davvero creduto per un attimo, un attimo lunghissimo, di essere riuscita a convincerlo, di riuscire a sbloccare qualunque cosa lo stesse fermando dall'uscire allo scoperto, di aver creato quello squarcio grande a sufficienza da insinuarcisi dentro. Lo aveva visto vacillare. Ma non aveva fatto i conti con la forza di volontà di un serpeverde.

Aveva perso.

Si era illusa ancora.

Le aveva detto cose orribili, non si era mai spinto tanto in là, non l'aveva mai ferita così tanto intenzionalmente, aveva esagerato, ma lei aveva sopportato, con pazienta aveva stretto i denti finché la mandibole aveva iniziato a farle male, aveva mantenuto la calma e si era convinta che quelle parole potevano anche mentire, ma i suoi occhi no.

E quando l'aveva imprigionata tra le sue braccia non aveva potuto evitare il suo sguardo di ghiaccio, plumbeo come il cielo alle loro spalle, aveva guardato quegli occhi in cui si vedeva riflessa, in cui vedeva riflesso il cielo, in cui vedeva la vita, la morte...

Non aveva più ascoltato nulla di tutto ciò che le stava sputando addosso, quel veleno non la feriva più, non la bruciava, aveva solo guardato nei suoi occhi e le era bastato per vedere l'ansia crescente, la paura, una pressante urgenza di farla finita.

E aveva capito, ne era sicura...

Aveva preso il coraggio a due mani e si era spinta fino al punto di baciarlo e... era stata la cosa più bella che avesse fatto fino ad allora.

Si portò una mano al viso, che adesso era caldo rendendosi conto di essere arrossita per i suoi stessi pensieri, al ricordo di quelle azioni che con lui venivano così spontanee.

Sentire il suo profumo così vicino, le sue labbra morbide che solleticavano le sue ad ogni sciocca parole che diceva.

Aveva riversato in quel bacio tutto ciò che aveva represso fino a quel momento. Uno sfogo, un urgenza...

L'urgenza di sentire le sue mani addosso...

-Ginny!- Si voltò in quella direzione, la stessa in cui qualche minuto prima lui era sparito alla sua vista. Adesso Hermione era li e le correva incontro. -Che succede?- le chiese trafelata. -Ero in classe quando ho sentito delle ragazza dire di averti vista trascinare via da Malfoy...- riprese un attimo fiato prima di chiederle: -Stai bene? Lui dov'è?-

Hermione.

Quanto era dolce, si preoccupava per lei. Le sorrise con un'aria così tranquilla che la vide aggrottare le sopracciglia, per la prima volta incapace di capire cosa stesse succedendo.

-Era qui, se n'è andato poco fa.- le disse con naturalezza, il viso sereno.

-E tu che ci fai qui? Che ti ha detto?- le chiese con un'ansia crescente.

Ginny fece spallucce. -Non è tanto quello che mi ha detto, ma quello che non vuole dirmi che mi da pensieri.- ammise piano. Sorrise ancora mentre Hermione era incapace di proferire alcuna parola, non capitava spesso di lasciarla senza nulla da dire. -Io l'ho baciato Herm.- una confessione che le uscì così spontanea che ormai non aveva più dubbi neanche lei, baciare Draco era la cosa più naturale del mondo adesso.

-Hai fatto cosa?- domandò Hermione sbigottita senza darsi il tempo di rifletterci troppo su. -Ma è stato lui o...-

Ginny scosse la testa. -Sono stata io, hai sentito benissimo.- sorrise soddisfatta. -E... lo rifarei... ancora e ancora...- la guardò negli occhi con uno sguardo pieno di emozioni e di promesse. -Lo rifarei milioni di volte ancora.- ridacchiò portandosi una mano alle labbra quasi scioccata da se stessa, da quello che stava dicendo, da quello che stava ammettendo, non solo a se stessa, ora anche a qualcun altro.

Adesso i pensieri avevano preso una forma, adesso erano diventate parole sussurrate ad alta voce, adesso erano una realtà innegabile. Aveva osati pronunciarle e così facendo aveva dato il permesso a quei pensieri di esistere nel mondo reale.

Non aveva più nessuna paura di ammetterlo, era inutile continuare a negare, a mentire. Lei non mentiva mai, perché farlo proprio ora. Perché farlo con se stessa?

-Herm...- la chiamò, e rise ancora. -Io lo amo...- ammise con una voce piena di tenerezza e le sorridevano gli occhi a quella consapevolezza ritrovata.

Hermione era sbigottita da quella confessione improvvisa. Lei lo sapeva da tempo che era così ma sentirselo dire era diverso. -Ginny...- esitò, probabilmente quello che aveva da dirle le morì in gola guardando l'amica così decisa, il viso illuminato da una luce diversa, gli occhi un po' più lucidi ma felici. -Glielo hai detto?- le chiese poi senza rimproveri, senza ammonizioni, semplicemente come un'amica.

Ginny scosse la testa. -No...- le uscì in un soffio. -Non ha voluto stare a sentirmi.- fece ancora spallucce mentre sentiva qualcosa spezzarsi. Era quella strana calma che l'avvolgeva che si stava spezzando pian piano. -Dice che devo dimenticarlo, che non è lui il ragazzo per me, perché non può darmi quello che cerco.- strinse le labbra. -Cosa diamine può saperne lui di quello che cerco!- le uscì amaramente.

-Ginny forse lui ha ragione, siamo in guerra e lui sarà un tuo avversario un giorno.-

-Dimenticarlo.... come crede che potrei farlo così da un momento all'altro?- chiedeva più a se stessa che all'altra. -Dimenticarlo. E' ridicolo.- e le venne in mente di quando aveva detto che quella ridicola era lei... -Sei tu ridicolo se credi che io posso dimenticarti.- continuò accigliata.

-Ginny...- la richiamò Hermione attirando finalmente la sua attenzione. -Siamo in guerra...-

Ginny scosse ancora il capo. -No Herm ti sbagli, non sarà mai mio avversario, non lo vedrò mai come una minaccia, può dirmi tutte le cattiverie che vuole io non potrò mai vederlo così. Per me lui è semplicemente Draco.- le rispose sicura.

Hermione annuì, capiva quello che intendeva ma... -E con il marchio come la mettiamo?- Ginny la guardò un attimo confusa, ma poi la consapevolezza di quel particolare dimenticato si fece largo in lei e sgranò gli occhi impaurita. -Non sai ancora se è stato marchiato o meno. Ginny per quello che ne sappiamo lui potrebbe benissimo essere un mangiamorte.- disse abbassando la voce, anche se erano sole.

-No... non lo so se ha il marchio.- ammise mentre una fitta nella stomaco le ricordava la realtà.

-Se fosse così?- insistette Hermione cercando di farla ragionare.

Si, era una possibilità. Draco per quello che sapeva poteva essere un mangiamorte, ma più ci pensava più l'idea che fosse un assassino non riusciva a farsi largo nella sua mente, non riusciva a farsi strada nel suo cuore.

Per lei era innocente.

Non poteva essere altrimenti, gli assassini non erano premurosi come lui, e aveva parecchi ricordi di Draco che l'aiutava, la curava, la stringeva quasi avesse bisogno di un'ancora di salvezza.

Lei voleva essere quell'ancora.

Non aveva scelto di essere invischiata in quella situazione, non fin quel modo almeno, non aveva mai pensato che le cose potessero mutare così tanto, che il solo parlargli una volta nella vita avrebbe causato quel caos universale nelle loro esistenze. Ma oramai era andata così. Non si tornava più indietro.

La realtà.

Doveva guardarla in faccia la realtà.

Ginny guardò Hermione negli occhi ferma, decisa, sicura, e guardò in faccia la realtà. -Io lo amo Herm.- ne era certa. -Qualunque cosa sia, chiunque lui sia, io lo amo...- gli occhi iniziarono a diventare più lucidi mentre quella consapevolezza si faceva sempre più strada nel suo cuore. -Immensamente.- aggiunse mentre quel nodo alla gola le impedì di dire altro e il cuore le sembrava esploderle in petto.

Hermione l'abbracciò. Cos'altro poteva fare? -Ginny spero davvero tu sappia quello che fai.-

Ginny ricambiò l'abbraccio stringendosi a quel corpo in cui riusciva sempre a trovare tutto il conforto di cui necessitava. Annuì sulla sua spalla.

No, non aveva idea di cosa stesse facendo in realtà, non sapeva a cosa andasse incontro, sapeva solo di volere Draco Malfoy con tutte le sue forze. Sapeva che era tutto quello che voleva e che stare senza di lui era stato troppo doloroso, e sentiva che anche lui la voleva.

Per il suo corpo? Come le aveva detto. O mentiva anche su quello?

Doveva essere così perché in quel bacio c'era più di quello che diceva, c'era più del sesso di cui lui si riempiva la bocca, c'era più di una necessità fisica...

Ma forse c'era anche quella...

-Non mi importa più niente Hermione... il marchio, la scommessa... tutto quello che voglio è lui.- confessò stringendola più forte. I ricordi nella sua mente che si susseguivano prepotenti. -Voglio che torniamo com'eravamo prima...- disse con voce strozzata stringendola un po' più forte. -Lo voglio vicino, voglio la sua presenza, voglio i suoi sorrisi e voglio i suoi baci...- una risata imbarazzata le sfuggì dalle labbra. -Le sue carezze, la sua pelle.- rise ancora tra le lacrime sentendosi una sciocca, grata di quell'abbraccio che celava il suo viso agli occhi dell'amica dandole il coraggio di parlarle così apertamente.

-Se lui è sincero io ti appoggerò Gin...- le disse Hermione accarezzandole i capelli. -Ma se malauguratamente per lui stesse facendo il doppio gioco... se per qualche caso lui ti facesse soffrire davvero per qualcosa che ti farà... allora Ginny sarò io stessa ad ucciderlo sul campo di battaglia.- la voce severa e il cuore a mille. Ginny poteva sentire tutta l'ansia dell'amica, la sua paura, e la propria... Non era certo quello che voleva.

Ma non poté far altro che ridere più forte mentre tutto quello che le veniva in mente era che: -Eppure... io farei l'amore con lui anche adesso.-

-Ginny!- lo sguardo che Hermione le lanciò staccandosi da lei era stato impareggiabile, ma si erano spinte fino a quel punto, tanto valeva ammettere proprio tutto. -Tu sei davvero impazzita.-

-No, come dice Blaise... sono cotta!-

Hermione cercò di non ridere, Ginny poteva benissimo vedere i suoi sforzi per mantenere una certa severità, un contegno, ma in fine tutta quella faccenda era così assurda da essere quasi ridicola. E rise con lei tra un rimprovero e l'altro, implorandola di non spingersi fino a quel punto, perché non era il caso, non era il momento...

Ma Ginny non l'ascoltava mentre guardando le nuvole in cielo cariche di neve non poteva far altro che pensare a quanto le ricordassero il grigio dei suoi occhi.

Si, era cotta.






Draco aveva caldo. Sentiva la frustrazione farsi strada in ogni poro della sua pelle, in ogni organo vitale, nello stomaco, nella gola. Una nausea crescente, incontrollabile.

Si allentò la cravatta sbottonando il bottone del colletto della camicia.

Si fermò all'improvviso aprendo una finestra del piano terra, dove si era ritrovato senza rendersene conto. Da quanto stava camminando? Si era girato tutta la scuola?

Aveva bisogno di aria.

Inspirò profondamente mentre l'aria gelida gli entrava nel naso e il freddo gli pungeva il viso delicatamente congelando i suoi pensieri, calmando i suoi nervi.

L'effetto ebbe vita breve, quando riaprendo gli occhi si trovò davanti il giardino incriminato, quello in cui avrebbe baciato Ginny per la prima volta, preso da un istinto incontrollabile, se solo gli studenti non fossero tornati da Hogsmade in quel preciso momento, in quel pomeriggio mite di quello che sembrava essere tanto tempo prima...

Si ritrovò a domandarsi cosa ne sarebbe stato di loro se le cose fossero andate a quel modo.

In quell'angolo infondo, adesso ricoperto da un sottile strato di neve, erano seduti vicini. Allora non c'erano problemi, non c'erano sentimenti equivoci, complicazioni. Se volevano passare del tempo insieme potevano farlo, se l'aiutava con i compiti, se la prendeva in giro, se lei lo guardava con gli occhi di un pesce lesso innamorato, andava bene, perché per lui non era niente, era un passatempo divertente, ma nulla di più.

Non avrebbe mai dovuto farlo, ma come poteva prevedere che la piccola di casa Weasley nella sua semplicità, con i suoi modi da prepotente, da piccola arrogante piena di sé, pianta grane, da bambina, gli rubasse...

Ancora faticava a dirlo.

Faticava ad ammettere che oramai per lui non c'erano più speranze, che se lei si fosse avvicinata a lui ancora una volta sarebbe stata la fine per la sua mente già compromessa, per la sua volontà incrinata.

Rise di gusto di se stesso, dello stupido che era, che si era dimostrato, di quel debole che tutti lo consideravano. E avevano ragione.

Strinse i pugno sul davanzale mentre cercava disperatamene di rilasciare l'aria che aveva inspirato e che adesso tratteneva nei polmoni assieme a tutto il suo nervosismo.

Come c'era riuscita? Maledetta!

Maledetto lui, che non poteva semplicemente decidere di amarla e farla finita.

Qualcosa gli solleticò il viso, rabbrividì.

Era neve.

I fiocchi bianchi cadevano dal cielo ricoperto da grosse nuvole paffute. Era come vedere quelle lacrime gelide che non voleva versare, che non poteva versare, era il cielo che piangeva per lui, che non poteva farlo.

Pensò a quelle labbra premute sulle sue, quel bacio tanto voluto, tanto cercato, che rappresentava la fine per entrambi. Una cosa tanto casta così nociva.

Se chiudeva gli occhi ancora poteva sentire quel corpicino stretto tra le sue braccia, le sue mani a sfiorarle la schiena, i capelli...

Era riuscito a respingerla per miracolo quell'impertinente.

-Draco.- un sussurro alle sue spalle. Una voce che conosceva fin troppo bene. Gli occhi che si fecero stretti al punto da non riuscire quasi più a vedere e la rabbia fino a quel momento repressa che saliva lungo il petto e finiva nella sua gola in un esplosione bruciante.

Ed era proprio così, perché la sua rabbia era assolutamente cieca.

E non ci vide più quando voltandosi trovò quelli che dovevano essere i suoi amici, i suoi “migliori” amici, che ad un passo da lui lo guardavano con uno sguardo che a parere suo voleva dimostrare vicinanza per quello che stava succedendo nella sua vita.

Peccato solo che fossero stati proprio loro a rendere le cose peggiori di quello che già erano!

-Voi...- disse loro sentendo il fiato corto, la voce strozzata che usciva tremante in quello che pareva essere più un ringhio sommesso. -Come avete osato!- ringhiò ancora con ferocia crescente sentendo poi quel nodo alla gola che la chiudeva impedendogli di proseguire.

-Dra... aspetta un attimo.- tentò Blaise, la sua calma gli diede fastidio.

-Aspettare cosa Blaise?- urlò afferrandolo per il colletto della camicia stringendo così forte da farsi male.

-Ma perché finisce sempre così...- si lamentò quello. -Non puoi prendertela con Theo per una volta tanto?- piagnucolò.

-Blaise!- urlò, ma questa volta la voce gli era uscita più squillante di quello che avrebbe voluto, per nulla divertito dal suo umorismo scadente. -Io vi credevo miei amici!- e quel nodo in gola lo colse con prepotenza impedendogli di continuare. Draco sentì la bocca impastata e la saliva amara.

-Draco è quello che siamo.- Theo gli aveva posato la mano sulla sua che ancora teneva stretta la camicia dell'amico. Lo guardò spaesato. Come potevano ritenersi suoi amici e fargli quello che gli avevano fatto. -Lascialo.- gli disse piano Theo guardandolo serio. -Lascialo...- ripeté in un sussurro. Draco avvertì le forze venirgli meno e mollò la presa abbassando le mani lentamente.

-Dra come hai potuto anche solo pensare che noi due potessimo fare qualcosa per ferirti?- gli domandò Blaise accigliato risistemandosi alla bene e meglio la camicia ormai sgualcita. -Tutto quello che facciamo, lo facciamo per te.- Draco era allibito, sembrava serio. Era assurdo.

-Ti avevo chiesto un'unica cosa Blaise, ti avevo chiesto di lasciarla perdere, ti avevo detto che avevi una scuola a disposizione ma tu sei cocciuto!- la voce era uscita rotta, sperò vivamente che non se ne accorgessero. Gesticolava in preda all'agitazione. -Ma tu no... dovevi avere proprio lei!- abbassò la voce tremante. -Tu l'hai usata... e hai usato me.-

-E' lei che ha usato me Draco.- gli urlò Blaise in preda ad un improvviso vigore colpendosi il petto più volte per sottolineare maggiormente la cosa. -E' lei che ha fatto tutto quello che era in suo potere per ritornare da te!- Blaise gli urlava contro esasperato. -Apri gli occhi! Sei l'unico a non vederlo che lei pende dalle tue labbra! Se non riesci a vederlo sei un cieco Draco Malfoy!-la sua alterazione era visibile. Non era da lui. -Io non ho fatto altro che spingerla da te!- ammise esasperato.

-E hai fatto malissimo Blaise!-

-Non avrei rischiato di compromettere la nostra amicizia se non avessi creduto che fosse necessario intervenire!-

-Necessario per cosa? Sai benissimo come la penso...- si urlavano addosso, vomitando colpe e incertezze, mezze parole, sussurri. -Io non voglio perderla Blaise!- urlò Draco infine riempendosi la bocca con ogni singola parola, sentendo le lacrime pungere ai lati degli occhi che si arrossavano. Distolse lo sguardo sollevando il capo per ricacciarle indentro nascondendosi alla loro vista respirando profondamente.

-Lo sappiamo.- Theo aveva sempre quell'aria pacata, in tutto quel tram tram aveva la forza di mantenere una calma snervante. -Draco tu menti a te stesso, menti a lei... ma come puoi credere di poter mentire a noi?-

Draco sorrise amaramente. Avevano ragione. Lui era come loro, e loro erano come lui. Erano legati da un vincolo d'amicizia e disperazione che li aveva tenuti uniti per tutti quegli anni. Sapevano tutto l'uno degli altri, ma...

-Non si può fare Theo.- gli disse voltandosi verso di lui. -Vi ho già detto che non voglio che le accada qualcosa, e questa storia potrebbe ucciderla.- il viso di Draco era una maschera d'orrore. Non riusciva più a reprimere, a nascondere quello che provava, era un urgenza, un esigenza fisica quello che provava per lei, irreprimibile, insaziabile, incontenibile. -Non voglio che muoia... non voglio perderla così.- ripeté con la bocca impastata contorta in una smorfia di dolore.

-Draco le cose potrebbero andare diversamente.- gli fece notare.

-No! Smettetela voi non capite!- urlò portando le mani a coprirsi le orecchie. -Se le dovesse succedere qualcosa io ne morirei!- le lacrime che aveva tentato di fermare iniziarono a cadere come i fiocchi di neve che entravano dalla finestra ancora aperta. -Io l'amo.- un sussurro doloroso, venuto fuori senza una reale intenzione, in quello che fu un sospiro di rassegnazione più che una dichiarazione d'amore.

Ma era finalmente riuscito a dirlo, lo aveva ammesso mentre le mani gli tremavano per la vergogna, l'imbarazzo di ammettere qualcosa di così intimo, qualcosa di cui infondo conosceva così poco e che gli metteva una paura snervante addosso.

Non poteva più fingere, adesso si sentiva smascherato, messo alle strette, da loro, da lei, e peggio ancora, da se stesso...

Si appoggiò al muro chiudendo gli occhi forte lasciando cadere stancamente quelle lacrime contro cui aveva combattuto, perdendo ancora un'altra battaglia, come sempre, perdente come sempre, lasciandosi scivolare poi per terra fino a ritrovarsi seduto sulla dura pietra, la testa tra le mani, piangeva come un bambino, davanti a un pubblico, come non aveva mai fatto in vita sua, tra singhiozzi e singulti imbarazzanti.

-Io non ce la faccio più...- ammise, il cuore in gola.

-Lo sappiamo.- Blaise gli si affiancò. -Cosa credi che stiamo a fare noi qua?- disse l'amico con voce dolce, cosa che lo fece piangere di più se possibile. Non riusciva a parlare. -Andrà tutto bene.-

-Come!- urlò in preda a spasmi. -Come, maledizione! Come possono andare bene le cose!?- domandava sconfitto. -E poi perché lo fate? Perché avete tenuto così tanto che io ammettessi i miei sentimenti per lei?- voleva sapere, capire. -Perché?- chiese tra le lacrime.

-Perché è bello vederti innamorato perso e piagnucolante in un corridoio pubblico.- gli rispose Theo con semplicità portandosi anche lui a sedersi accanto all'amico. Blaise rise, e anche a Draco sfuggì quella che sembrava una mezza risata strozzata.

-Così la condannate.- disse poi tornato serio. -Non vi importa proprio niente di lei?- domandò rivolto più a Blaise, che in quel periodo pareva essersi avvicinato molto a lei. -Se vi importa di me allora vi deve importare di lei.- gli fece notare quasi fosse un'intimazione, che in quel momento però pareva essere la frase più dolce del mondo.

-Dra io non vorrei mai mettere Ginny in pericolo.- ammise Blaise. -E' mia amica... ci tengo.- inconsapevolmente Draco venne punto da una fitta di gelosia pensando a Ginny e Blaise insieme, a tutto il tempo che trascorrevano a tenersi compagnia, alla libertà che avevano di poterlo fare, all'affetto che lui sembrava davvero provare per lei, e a quello che sicuramente lei provava per lui, ricordando che un tempo era lui quello che occupava le sue giornate, che le stava accanto... ma cercò di non darlo a vedere.

-A me non importa molto di lei sinceramente.- fece notare Theo sincero beccandosi qualche occhiataccia. -Ma di te si. E noi abbiamo visto del potenziale in tutto questo...-

Draco non capiva. Di che diamine stavano parlando? Blaise e Theo intanto si lanciavano sguardi complici e lui non capiva, non poteva. -Parlate accidenti!- gli intimò urlando, ritrovando un po' della forza perduta.

Theo sospirò prendendo fiato mentre Blaise gli faceva cenno con la testa di parlare. -Draco, tu non vuoi davvero fare quello che ti hanno ordinato di fare... non è così?- gli chiese ingoiando l'eccessiva saliva per la bocca impastata.

Draco strabuzzò gli occhi distogliendo lo sguardo.

Un silenzio innaturale era calato su di loro. Non era mai successo prima. Erano soliti raccontarsi tutto, ma in quel momento sembrava che l'ombra della morte vegliasse sui tre, che muti guardavano qualunque cosa non fosse il viso dell'amico.

-Devo farlo.- disse poi serio dopo un tempo indefinibile.

-Ma non vorresti.- insistette Blaise portando finalmente il suo sguardo su di lui.

-Non importa ciò che voglio o ciò che non voglio Blaise, importa solo ciò che devo fare.- gli disse esasperato, sperando che lo capisse, ma quello sguardo era insistente, cosa doveva fare?

Non poteva semplicemente guardare i suoi amici e ammettere che di quella guerra a lui non importava un accidente! Erano tutti dalla stessa parte, dovevano esserlo, erano schierati con il signore oscuro!

Era così.

Era così?

Per lui non era più così da un pezzo ormai.

Ma loro..?

Di Blaise era quasi certo, ma Theo?

-Draco...- lo chiamò Theo. -Spero vivamente che questo non rovini la nostra amicizia ma...- esitava, per la prima volta vedeva Theo esitante, insicuro, titubante, incapace di scegliere le giuste parole. La cosa lo spaventò.

-Avanti Theo parla dannazione.- lo spronò parlando tra i denti per reprimere l'agitazione.

-Io credo... noi, crediamo- aggiunse guardando Blaise che aveva un sorriso tirato sul viso. -Che questa guerra in realtà interessi a te quanto interessi a noi...-

Draco li guardò allibiti. Non poteva essere. -Mi prendete in giro.- disse incredulo. Ed era certo che non poteva essere così. Sarebbe stato dannatamente fortunato se quei due davvero non avessero alcun interesse in quella guerra. Ma lui nella fortuna non aveva mai creduto, nel tradimento invece si... -Questa è una trappola, è un tranello.- disse levandosi da terra. Non poteva essere vero. Chi li aveva corrotti a quel modo? -Non lo tradirò. Porterò a termine il mio compito! Avete la mia parola, questa storia non comprometterà l'esito della missione.-

-Draco smettila. Datti una calmata vuoi?- disse esasperato Blaise mentre si avvicinava a lui che aveva preso a tremare visibilmente. -Noi non combatteremo con...-

-Shh.. abbassa la voce Blaise.- l'ammonì Theo. -Però è così Dra. Perché avremmo fatto tanto per avvicinare la Weasley?-

-Perché sapevamo bene che era l'unica in grado di farti cambiare idea.- concluse Blaise soddisfatto.

Li guardava senza in realtà vederli.

Così quello era stato un piano architettato da quei due per... per cosa? Per farli condannare tutti?

-Ma siete impazziti!- gli urlò. -Volete farci ammazzare tutti?- gli domandò in preda al panico. -E quel che è peggio... avete coinvolto Ginny!- erano imperdonabili. -Avete messo lei in pericolo!-

-Draco c'è sempre una scelta, non sei costretto a...-

-Hanno mia madre Theo!- urlò ancora incurante del luogo in cui si trovavano. -Potrebbero ucciderla se solo sospettassero...- abbassò la voce guardandosi intorno con terrore. Sapeva bene di cosa erano capaci, li aveva visti in azione, a casa sua, lo avevano costretto ad assistere...

Il ribrezzo, la nausea, l'angoscia che aveva provato quel giorno erano ineguagliabili, indescrivibili. Pensò davvero che fu quel maledetto giorno ad uccidere il mangiamorte che era in lui, ogni desiderio di grandezza, di potere, ogni onore ottenuto a quel modo non lo riguardavano più, non lo allettavano più. Aveva solo tanta voglia di normalità...

Ma poi...

L'arresto di suo padre, il loro nome infangato, la precarietà della loro situazione, sua madre, i mangiamorte...

-Potresti andare da Silente e dirgli tutto... potresti stare con Ginny.- gli disse Blaise entusiasta.

Draco scuoteva il capo incredulo. Non poteva credere a quello che sentiva. Erano impazziti, questo era certo. Ma loro non avevano assistito, non avevano visto quegli orrori, non potevano sapere.

Non sarebbe stato a quel gioco.

Si avvicinò a loro, parlò piano, ponderò le parole, non negò più nulla. -Io non vorrei mai metterla in pericolo, piuttosto che saperla in pericolo darei la mia vita... la mia stessa vita!- e questo in realtà gli costava molto, perché Draco Malfoy non era noto propriamente per il suo coraggio da leone... -Io sono innamorato di lei.- faticarono quelle parole ad uscire, gli tremò la voce, ma erano ormai inevitabili. -I miei sentimenti per lei sono sinceri, non sono mai stati così sinceri.- la voce era rotta, tremante, ansiosa, ma continuò. -Se potessi annullerei il mondo per lei, ma questo fardello sulle mie spalle è troppo grande...- strinse gli occhi a due fessure. -Devo farlo. Devo farlo perché altrimenti le persone più importanti della mia vita saranno in pericolo e sarà tutta colpa mia... perché non lo capite?- riprese a piangere, non aveva più un briciolo di forze. -Devo farlo.- li guardò con disperazione. -Io l'amo davvero...- una confessione non facile. Se qualche tempo prima glielo avessero detto non ci avrebbe mai creduto, come non avrebbe mai creduto che qualcuno che gli tirasse fuori quei sentimenti, che non credeva neanche di avere, esistesse davvero.

E invece...

Era lei, Ginevra Weasley, quella che faceva diventare Draco Malfoy un leone.

Theo e Blaise abbracciarono Draco in uno slancio d'affetto sincero ed improvviso. Forse non era stato un buon piano infondo, forse avevano sbagliato tutto, forse Draco aveva ragione e gli avevano solo complicato le cose, ma ora sapevano che se Draco avesse potuto scegliere avrebbe scelto l'altro lato.

Ora sapevano.


 


 


 


 

La colazione quella mattina non era un gran che, come non lo era stato negli ultimi giorni, trascorsi, vuoti, miseri, insapore.

O forse era solo che Ginny non aveva molta fame, giocherellava con i cereali rigirandoli nella ciotola. Il aveva visti mutare da freschi e croccanti a molli, appiccicosi e spappolati.

-Ginny dovresti mangiare il cibo non giocarci.- le fece notare Ron con aria importante.

-Non sei la mamma Ronald.- lo rimbeccò con una smorfia di fastidio.

-No ma faccio le sue veci quando lei non c'è... ricordati che sei sotto...-

-”La mia custodia.”- gli fece eco lei. -Lo so, lo so. Ti sei davvero convinto di questa cosa e io sono troppo stanca per contrastarti.- sbuffò lasciando il cucchiaio.

Ron la guardò per qualche minuto, storse il labbro ma poi le chiese: -Non hai dormito?- continuando a mangiare con falsa indifferenza.

-Non molto.- ammise lei prendendo a sbadigliare.

-Dovresti dormire di più la notte.-

-Non è che non vorrei... se sono sveglia è perché non ci riesco.- gli uscì un tantino più acido di quello che avrebbe voluto. Povero Ron, lui si era solo preoccupato per lei. -Scusa.- gli disse con un sorriso tirato ma sinceramente dispiaciuto. -Sono un pochino tesa.- fece spallucce mentre Ron le sorrideva continuando a mangiare.

-Ah, non ne posso più di tutto questo chiacchiericcio.- annunciò un Hermione esasperata raggiungendoli al tavolo e sedendosi com'era consuetudine accanto a Ron.

-Di che parli?- le chiese Ron distrattamente.

-Già, noi non abbiamo sentito proprio niente.-

Hermione si sistemò meglio sulla panca portando i capelli dietro le spalle. -Se ne parla in tutti i corridoi. Non potevo non apprendere questa “importantissima” notizia.- calcò sulla parole evidenziandone l'importanza. Ginny ridacchiò, si stava già preparando a sentire qualcosa di molto stupido. -Lo scoop fantasmagorico di oggi è...- fece il verso delle trombette suonanti per creare attesa mente Ginny rideva ancora. -Pansy Parkinson ha avuto un due di picche da niente popò di meno che... Draco Malfoy.- aprì le braccia come a rendere l'idea si essersi svuotata un peso dal cuore, mentre Ron chiedeva “tutto qui?” con la più totale indifferenza isolandosi poi totalmente dal discorso prendendo a parlare con Harry che non le aveva dato affatto ascolto.

Ginny nel sentire il suo nome si irrigidì un attimo, ma prese a ridere piano per mascherare l'effetto che le faceva anche solo sentirlo nominare. Quando guardò Hermione vide in quel sorriso più del semplice divertimento, c'era complicità. Voleva farle sapere quella notizia, non voleva aspettare ne destare sospetti, e aveva architettato quel modo simpatico di far perdere a Ron l'interesse nel discorso.

Era un genio.

-E non è finita qui...- prese a dire mentre si serviva della macedonia in una scodella. -Non è la prima volta.- disse portandosi un cucchiaio alla bocca. -Eh no, perché si racconta ogni singolo particolare di questa storia nei corridoi, o tutto o niente.- disse con finto disinteresse e ironia. -La rifiuta da un bel po' di tempo, tanto che lei inizia a perdere la pazienza, ma lui non cede.- concluse sorridendole soddisfatta.

-Povera ragazza incompresa.- disse Ginny e questa volta quell'acidità era assolutamente voluta, ben le stava. Era grata ad Hermione per quell'informazione. Erano mesi che ormai nella sua mente le scene più piccanti di Pansy e Draco insieme le davano il tormento, e non la facevano dormire.

Sollevò lo sguardo su Hermione sorridendole felice della notizia, ma il suo sguardo passò rapidamente da lei alla figura che, qualche tavolo dietro la sua testa, faceva la sua comparsa in sala.

Vide Draco prendere posto al suo tavolo e prepararsi la solita coazione come ogni mattina: un caffè con poco latte, due zollette di zucchero e un cucchiaino di miele.

Ginny storse il naso, quel caffè doveva essere davvero dolcissimo.

Sembrava tranquillo, sembrava la solita persona di sempre, sicuro di se, un po' snob, altezzoso. Tutto nella norma insomma.

Blaise attirò la sua attenzione sventolando la mano e una volta ottenuta le fece segno di stare a guardare.

Non aveva idea di cosa volesse, o di dove volesse, arrivare a parare, ma con Blaise era così, un'eterna giostra in cui non sapevi mai cosa poteva succedere dopo.

Lo vide chinarsi sull'orecchio di Draco, lui prese a bere il suo caffè ad occhi chiusi gustandolo come era solito fare. D'un tratto dopo che Blaise gli ebbe sussurrato qualcosa nell'orecchio lo vide sul punto di strozzarsi, si era affogato.

Afferrò un tovagliolo e se lo portò alle labbra tossicchiando un po'. Si voltò a dire qualcosa a Blaise che fece spallucce, e poi si voltò verso Pansy che gli sedeva accanto l'afferrò per un gomito e le disse qualcosa in quello che da quella distanza sembrava cagnesco.

Blaise approfittò del fatto che era voltato di spalle per ridere di gusto con lei puntando il dito su Draco.

Quando si stava per girare lo avvisò e si ricompose in tutta fretta, Draco lo guardò con sguardo dubbioso e senza preavviso si voltò verso di lei.

Ginny capì in quel momento che Blaise aveva detto a Draco dello scoop di quella mattina, delle chiacchiere che andavano circolando per i corridoi.

Non riusciva a decifrare la sua espressione da quella distanza, ma il semplice fatto che la stesse guardando per lei significava che probabilmente si stava domandando se lei sapesse.

Sorrise sorniona per fargli intendere che sapeva già tutto.

Lo vide distogliere lo sguardo e riprendere a bere il suo caffè. Hermione si era voltata per vedere cosa stesse guardando e aveva assistito anche lei alla scena ridacchiando con Ginny quando si fu voltata nella sua direzione.

Quello che le ragazze non videro fu lo sguardo furioso di Pansy puntato su un'ignara Ginny che prese finalmente a mangiare soddisfatta.

Quella pappina apparentemente disgustosa era la colazione più buona che avesse mangiato nell'ultimo periodo. La rese felice.

Ancora più felice era la consapevolezza di avere ancora qualche speranza, e quella più grande di sapere che il sonno le stava tornando e che quella notte avrebbe dormito serena e perché no? Felice.

 


 


 


 


 

Ciao a tutti!!! ^.^

Eccomi!

Allora, in realtà il capitolo finiva senza l'ultimo paragrafetto, ma mi pareva così corto da non darmi soddisfazione (per voi si intende) e allora ho deciso di incorporarvi anche quest'ultimo pezzettino :) (Mi auguro che non siano davvero troppo brevi, e che la lunghezza valga l'attesa di una settimana...).

Ci siamo, i sentimento sono adesso verbali oltre che sentiti emozionalmente, le cose stanno mutando, evolvendo... un passo avanti, due indietro... ma è la vita no? Un passo alla volta e arriveremo probabilmente dove tutti voi volete che arriviamo XD (perché tanto so dove tutti volete andare a parare!!! Serpi!!XD)

Ma tranquilli infondo anche noi quando scriviamo abbiamo quel capitolo in mente che non vediamo l'ora di raggiungere, ma prima dobbiamo passare da tutti questi altri capitolini che per quando belli non sono proprio quelli che ci fanno esplodere il cuore di emozione...

Spero intanto che questo necessario capitolo vi sia piaciuto e che commentiate in tanti!

Grazie a tutti quelli che lo fanno già, che mi seguono e me lo dicono! E a tutti quelli che leggono silenziosi, ma interessati, e forse un pochino silenziosamente emozionati.

Un bacio a tutti alla prossima settimana!!!

  
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