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Autore: sihu    19/06/2020    3 recensioni
Rose è infuriata: se sono quel giorno le cose fossero andate diversamente, la sua famiglia adesso non sarebbe divisa. Anni dopo l'aggressione a di Jasper a Bella, i Cullen sono partiti e non sono mai tornati. Da allora, la famiglia è divisa e distrutta. Tuttavia, il destino vuole dare una seconda opportunità alla famiglia di vampiri. Ed anche a Bella. (what if/ con nuovi personaggi inventati dalla sottoscritta)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Alice/Edward, Bella/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 3

Edward è pensieroso

Emmett guidava il silenzio. Celeste, seduta al suo fianco sorrideva senza parlare. Di tanto in tanto accarezzava la mano dell'enorme vampiro, quasi volesse calmarlo o semplicemente fargli sapere che lei c'era ed era felice di essere al suo fianco.

Non è di molte parole, la ragazza.

Si ritrovò a pensare Alice. Qualcosa in quella ragazza la affascinava. Non solo il suo aspetto, anche il suo modo di fare era splendido. Aveva preso le loro difese, con decisione e logica, eppure non aveva chiesto nulla. Era stata in silenzio al suo posto, obbedendo a tutto quello che Emmett aveva deciso.

Lo chiamava zio, eppure il loro legame sembrava essere molto più stretto. Molto di più di quanto lo fosse quello che legava loro due solo dieci anni prima. Possibile che questa ragazzina in pochi anni fosse riuscita a rubare il posto che lei si era conquistata in quasi cinquanta anni di vita comune? E poi c'era Rose. Cosa ne pensava lei, così gelosa del suo Emmett, di questo legame tanto strano?

Edward non rispose a nessuno dei quesiti mentali di Alice, preso come era a cercare di intercettare i pensieri del fratello. La mente di Emmett, di solito la più facile da leggere, era ora un mistero.

Era concentrato sulla guida in modo maniacale. Non pensava, o forse non voleva pensare, ad altro.

Freno, frizione e poi cambio marcia. A cento metri c'è una rotonda, poi devo girare a destra.

Il suono del telefono irruppe all'improvviso, stupendo tutti i presenti.

- Credo sia il tuo, è Rose.

Osservò Celeste, rivolta ad Emmett.

- Puoi rispondere tu, per favore?

La ragazza sorrise, sfilando con delicatezza il telefono dalla tasca del grosso vampiro.

- Stiamo tornando zia, pochi minuti e siamo a casa. Abbiamo fatto un po' tardi perchè io volevo un gelato e lo zio stava parlando con alcune persone.

- Persone o vampiri?

Chiese Rose, improvvisamente gelida.

- Vampiri..

Rispose Celeste, restando vaga. Dall’altra parte la vampira si fece ancora più rigida.

- Ne parliamo più tardi.

Disse solo. 

- Direi tra poco. Avvisi tu Esme e Carlisle che abbiamo ospiti?

Chiese la ragazza, giocherellando con il filo del caricabatterie del telefono.

- Lascia fare a me.

Concluse Rose prima di attaccare. Il suo tono era gelido, glaciale. Non aveva urlato o ringhiato, solo chiuso la conversazione. Qualunque cose la vampira bionda avesse avuto in mente, non era nulla di buono.

Ora lo sa, tanti auguri ragazzi.

Lesse Edward nella mente di Emmett.

- Grazie Emmett, tu si che sei un fratello.

Sbuffò Edward, di colpo più stanco. Tra tutti, Rose era quella di cui aveva più paura. Il loro rapporto da sempre era stato complicato. Poi, una volta trovato un equilibrio era arrivata Bella e di nuovo erano riprese le liti. 

- Non ho la minima intenzione di schierarmi contro Rose e prendere le vostre difese. Per due semplici motivi: amo lei e voi avete torto marcio.

Rispose Emmett, brutalmente sincero ma allo stesso tempo molto pacato. 

- Ma tu hai detto..

Protestò Alice, subito bloccata dall’altro vampiro. 

- Ho detto che vi perdonavo, ma questo non cambia il fatto che avete sbagliato. Lo sapete meglio di me, con gli altri non sarà così semplice. Vi faccio i miei migliori auguri, ma non prenderò le vostre difese.

Disse Emmett, continuando a guidare. Era felice che Edward e Alice fossero tornati, e lo stesso sarebbe stato per gli altri. Anche se forse non proprio da subito.

- Non vi preoccupate così tanto, andrà bene. 

Mormorò la biondina. Edward la fissò imbambolato, senza riuscire a dire nulla. Aveva sempre una parola buona per tutti, anche se loro due non la meritavano di certo. 

Alice fissò la ragazza, senza riuscire a vedere nulla. Per la prima volta i suoi poteri facevano cilecca, eppure non riusciva ad avercela con lei. Qualcosa la bloccava. Era come se la ragazza fosse circondata da un’aura positiva che la proteggeva da tutto.

- Non ci siamo presentate, io sono Alice e questo è mio fratello Edward.

Esclamò Alice, allegra e vitale. Emmett lanciò al piccolo elfo un'occhiataccia, ma non disse nulla.

- So chi siete, sento spesso parlare di voi. Io sono Celeste.

Rispose la ragazza, allungando la mano verso la piccola vampira. Alice la strinse e sentì chiaramente il battito della ragazza ed il sangue scorrerle nelle vene. Era viva, eppure non sembrava fragile e delicata come gli altri umani. Aveva qualcosa di indefinito che la rendeva unica, in un modo che Alice non riusciva ancora a capire.

- Allora sarai già al corrente del lungo elenco di errori, cattiverie e mancanze.

Borbottò Edward, cupo. Celeste lo guardò e scoppiò a ridere.

- Si, direi di si.

Disse la ragazza, tirandosi indietro i capelli. Non sembrava turbata, e nemmeno arrabbiata. 

- Hai preso lo stesso le nostre difese, come mai?

Chiese Alice, affascinata da quella strana creatura.

- Non vi conosco, so solo che avete preso decisioni sbagliate. Se siete qui vuole dire che siete pronti a riconoscere i vostri errori e rimediare. Se invece volete fare del male alla mia famiglia.. beh, non credo che ve lo permetteranno una seconda volta.

Continuò Celeste, con piglio deciso. 

- Decisa la piccola, vero Emmett?

Esclamò Alice, ammirata da quella creatura. Edward la guardava in silenzio. In lei rivedeva lo stesso piglio deciso di Bella, ma tuttavia non vi era traccia dell’umana fragilità che aveva così tanto amato nella ragazza. Celeste era forte, decisa. Sapeva il fatto suo e non aveva paura di rivendicare il suo posto nel mondo.

- Lasciare stare e non darle fastidio.

Ringhiò Emmett, con fare protettivo. Celeste si mise a ridere, divertita da quella scena.

- Ti voglio bene anche io, non c'è bisogno che ringhi sempre per difendermi.

Lo canzonò la ragazza, stringendo la sua mano con fare affettuoso.

- Non hai bisogno di essere difesa, lo so bene.

Mormorò Emmett, improvvisamente calmo. Erano arrivati a casa.

 
  
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