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Autore: victoria electra black    20/06/2020    3 recensioni
° PSEUDO INTERATTIVA - in corso °
*
Uno strano rumore la fece voltare alla sua sinistra, svelando la fantomatica stanza in tutta Hogwarts che appariva e spariva di continuo: la Stanza delle Necessità.
Come mai è apparsa? Non ho bisogno di nulla in particolare.
Kat corrugò la fronte ed oltrepassò la porta di legno incuriosita, cercando di capire cosa stesse succedendo. Un particolare odore di spezie e di incenso le inondò le narici mentre uno strano rumore tentava di attrarla sempre al suo interno, al centro della stanza. Ed è proprio lì che la grifondoro si ritrovò nel giro di pochi istanti.
*
E se ad Hogwarts fosse stata rinvenuta un'antica scacchiera, con il potere di trasportarti in un mondo parallelo e vivere avventure con giocatori provenienti da altre scuole di Magia e Stregoneria, ogni mercoledì della settimana?
E se una scacchiera identica fosse stata ritrovata anche a Mahoutokoro, la scuola giapponese, e dei ragazzi iniziassero a giocarci ignari di quello che potrebbe accadere?
E se anche gli alunni di Hogwarts, in contemporanea, iniziassero a muovere le loro pedine?
Quali sono le avventure che li attendono?
Beh, se vi ho incuriositi, entrate a leggere :)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1:
Pensieri e Decisioni

 

 

Ja-far

Ja’far

 

Il fragore di un tuono e la luce di un lampo squarciarono il cielo a metà, dividendolo in due parti perfettamente uguali, ricreando le due fazioni che si sarebbe venute a creare da lì a poco.

Ja’far sorrise soddisfatto.

Finalmente qualcuno aveva rinvenuto i Tesori lasciati dai suoi Mentori nell’altra parte della Porta ed una carica di adrenalina iniziava a farsi largo dentro di lui, risalendogli tutta la schiena in pochi attimi. Un’altra avventura avrebbe preso forma sotto i suoi e non poteva chiedere di meglio in quel momento di pura noia che affliggeva la sua vita da troppo tempo.

“A chi tocca questa volta?” domandò Mirabelle, la Strega delle Dimensioni, alla sua destra sovrastando il vociare dei presenti.

Ja’far si scambiò un’occhiata veloce con il resto dei suoi “colleghi” e, con aria trionfante, affermò un secco: “A me! Questa volta è il mio turno”

Mirabelle annuì senza fiatare, concedendogli silenziosamente il consenso a procedere. Lui si inchinò leggermente, come a ringraziarla del suo tacito consenso, prima di girarsi di scatto per lasciare la sala il prima possibile.

Aveva un mondo da studiare, luoghi da visionare ed un cattivo – o cattiva – da individuare. Sperava solo che questa volta almeno si trattasse di lei, in modo da poterle dare la pace che tanto si meritava, ma che faticava ad ammettere anche a se stessa.

Si tirò su il cappuccio e si allontanò nell’ombra, senza lasciare traccia.

 

*

 

Rose-Weasley

Rose Weasley

 

Una passata di mascara, e poi un'altra, ed un'altra ancora e... et voilà, il gioco era fatto.

Perfetto.

Rose si ravvivò i capelli infuocati, nel vano tentativo di sistemarli, ma niente, c'era poco da fare, quando pioveva i suoi capelli soffrivano troppo l'elettricità per tenerli in ordine lungo le spalle. Quando succedeva così di solito la grifondoro non faceva che mettersi chili e chili di mascara sperando che, così facendo, l'attenzione dei suoi interlocutori fosse focalizzata sui suoi occhi piuttosto che sui suoi capelli da pazza. E così andava, in effetti. Andava talmente bene come piano che quasi tutti ci cascavano alla grande. Quasi perché qualcuno non ci cascava mai ed anzi sembrava che lo facesse apposta a farle notare quanto schifo facessero i suoi capelli.

E quel qualcuno aveva un nome talmente insolito che doveva essere deriso solo per quello, ma – ovviamente – figuriamoci se qualcuno osava prendere per il di dietro Scorpius Hyperion Malfoy. Specie quando tutto il gentil sesso non faceva che morirgli e sbavargli dietro.

Tsè, manco fosse Jensen Ackles, lui sì che è un figo. Queste ragazze non hanno il benché minimo senso del buon gusto.

Rose prese un elastico per capelli ed optò per una coda alta, in modo da potersi sentire a suo agio. Dopodiché levò i tacchi, prese il libro di Trasfigurazione dal letto e si incamminò per andare a lezione.

 

*

Ramses-Shafiq
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Ramses Shafiq

 

“Ramses! Ramses dove sei?”

“Ehy ehy, Kat, calmati. Come mai sei così agitata?”

Kathleen si voltò di scatto non appena sentì le parole del suo migliore amico e, continuando a tenere ben stretta la scacchiera fra le mani, non poté che farsi sfuggire un sospiro di sollievo.

“Finalmente ti ho trovato” affermò difatti, quasi rassicurata. Dall'altra parte, Ramses Shafiq guardò di traverso la piccola grifondoro, tentando di capire per quale motivo fosse così agitata.

“Sono qui, sempre e comunque, fino alla fine dell'anno scolastico, ricordi?” tentò di scherzare lui, cercando di risollevarle il morale, come faceva sempre da quando si erano conosciuti sul treno per Hogwarts quel lungo giorno di undici anni fa. Da allora erano diventati inseparabili, talmente tanto che il fratello gemello di Ramses – Moses – ogni volta che li vedeva assieme diventava verde dalla gelosia ed iniziava a fare scenate da pazzo senza precedenti. E la cosa si era acuita col passare degli anni.

Ramses ancora se la rideva se ripensava a tutte le piazzate che il gemello aveva fatto alla povera Kat, facendosi detestare a morte dalla ragazza.

“Che hai da ridere?” gli domandò lei.

“Niente” si affrettò ad aggiungere lui “Piuttosto, dimmi, perché mi cercavi con tanta urgenza?”

Kathleen serrò di più la stretta su quella scacchiera e gliela porse con un solo gesto scattoso.

“Per questo”

Ramses si avvicinò all'oggetto, non capendo il perché turbasse tanto la ragazza. Insomma, era solo un'antica scacchiera, niente di grave. Come poteva un oggetto così piccolo scuotere così tanto il dolce animo di Kat-

Una scritta apparve di punto bianco, preceduta da una luce violacea.

Ramses corrugò la fronte, perplesso.

“Ma che ca-”

 

*

 

Scorpius-Malfoy
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Scorpius Malfoy

 

“Bel tentativo, Weasley, lo devo ammettere. Ma i tuoi capelli continuano comunque a fare schifo come al solito”

Rose roteò gli occhi al cielo.

E ti pareva che non spuntava fuori Malfoy.

Si girò verso di lui e, col sorriso più finto di tutti i tempi, cercò di replicare con educazione. D'altronde, era pur sempre una signora e non si sarebbe mai abbassata al suo livello.

“Non hai proprio niente da fare, Malfoy, invece che commentare i miei capelli elettrici per via del tempo?”

Per tutta risposta, il biondo sorrise di rimando affermando un: “Assolutamente no” che fece salire i nervi alla ragazza sempre di più.

Rose incrociò le braccia al petto, guardandolo dall'alto in basso, facendo ridere di cuore il diretto interessato dei suoi sguardi omicida.

“Ti faccio ridere, per caso?”

“Vuoi una risposta sincera o quella che ti piacerebbe ricevere, mia dolce Weasley?”

“Oh, allora è così che fai cadere le donne ai tuoi piedi. Bel tentativo, ma sappi che con me non attacca”

Scorpius sfoderò il suo sorriso da predatore e, con lente falcate, dopo aver smesso di ridere, si avvicinò alla grifondoro sfoggiando tutto il suo charme.

“Perché credi che ci stia provando con te?” le domandò a due palmi dal naso, cercando di farla arrossire a puntino come gli piaceva tanto.

Rose si irrigidì, ma non voleva darla vinta a quella lurida serpe, così si raddrizzò le spalle e gli rispose: “Non è quello che stai facendo, forse?”

Lui sogghignò scaltro prima di affermare: “Oh, dolce Weasley, ti piacerebbe che ci provassi con te, non è vero?”

Rose non ci vide più dalla rabbia e gli mollò una cinquina in pieno volto. Era la prima volta che mollava uno schiaffo, ma – a sua discolpa – Malfoy se l'era più che meritato.

Pagasse le conseguenze delle sue azioni. Uno a zero per me, Malfoy!

Dopodiché si rigirò nella sua precedente direzione e lo piantò in asso in mezzo al corridoio.

 

*

 

Moses-Shafiq

Moses Shafiq

 

“Maledetta Weasley!”

“Beh, amico, lasciatelo dire: te le sei proprio andate a cercare” Gli occhi chiari di Scorpius saettarono verso l'altro prima di incontrare quelli del suo pseudo migliore amico – almeno molto in teoria – e sentenziare un:

“Grazie tante, Moses” pieno di disprezzo.

A quel commento, il serpeverde continuò a ridersela di gusto, provocando sempre di più il biondo che aveva davanti.

“Hai finito di stare lì impalato, sì o no?!”

“E' che proprio... Davvero amico, io non capisco”

“Non capisci cosa di preciso?”

“Puoi avere chiunque ragazza in questo castello, lo sappiamo benissimo entrambi, eppure è da mesi che sei entrato in fissa con solo una di loro... insomma, perché fissarsi proprio con la santarellina Weasley? Non ha senso!”

“Proprio perché posso avere chiunque, Moses. Mi piacciono le sfide, lo sai, e voglio dimostrare a pel di carota che, nonostante lei tenti di fare la dura e di non cedere alle mie avances, io sono più forte di lei e riuscirò a mandarla al tappeto!”

“Ah-ah. Se ne sei convinto”

“Ma che ca-” la voce inconfondibile del suo gemello attirò completamente l'attenzione di Moses. Il ragazzo affilò gli occhi nello stesso istante in cui vide Ramses parlare – ancora – con quella. Quella gatta morta di una Flower. Che cosa ci trovasse in quel pomodoro ambulante, ancora doveva capirlo. Fatto sta che, spesso e volentieri, Ramses preferiva passare del tempo con la ragazza piuttosto che con il suo stesso gemello. E la cosa Moses non riusciva proprio a digerirla.

Tutti sanno che tipo di legame può esistere fra i gemelli: è una cosa indissolubile, più potente di qualsiasi altra cosa e quasi impossibile da spezzare. Eppure quella ragazza era riuscita ad instaurare un legame al tre tanto duraturo con Ramses, in così poco tempo, che Moses davvero non riusciva a darsi pace. E sotto sotto, in realtà, anche se faticava ad ammetterlo, Moses aveva solo paura che la rossa gli portasse via ciò di cui aveva più caro al mondo: suo fratello Ramses.

Per questo non ci pensò due volte e si avvicinò ai ragazzi quasi marciando.

“Bene, bene!” esordì ad alta voce “Che cosa abbiamo qui?” strappò dalle mani della ragazza la scacchiera ed iniziò a rigerarsela fra le mani.

“Ehy! Ma che modi sono? Ridammela!” affermò Kathleen, stizzita.

“La vuoi nanerottola? Vieni a prendertela!” rispose Moses di rimando, facendo diventare dello stesso dei suoi capelli Kathleen nel giro di pochi secondi. Ma, per quanto la ragazza cercasse di afferrare la scacchiera dalle mani del ragazzo, non ci riuscì minimamente. D'altronde, sia Ramses che Moses erano di gran lunga più alti e muscolosi di lei, quindi c'era da immaginarselo.

Ramses sospirò esasperato e alla fine esclamò: “Avanti Mos, lascia stare quella scacchiera e restituiscila a Kat”

Kat, non avrà proprio niente dal sottoscritto!”

“Non osare chiamarmi in quella maniera, Shafiq!”

“Cos'hai, siamo suscettibili, Kat?”

“Giuro che la prossima volta che ci troviamo a duellare ti faccio il culo a strisce!”

“Sì, certo, ci crederò quando lo vedrò” rispose Moses con tono di scherno. A quel punto Ramses si decise ad intervenire e, visto che suo fratello era talmente distratto da non prestare attenzione a niente che non fosse Kathleen, sfruttò quel momento per strappargli di mano la scacchiera e riprendersela.

“Ma... ehy! Ramses da che parte stai?! Sono tuo fratello!”

“Vero, ma stai anche infastidendo la mia migliore amica dopo averle strappato dalle mani questo oggetto. Cosa direbbe nostra nonna se sapesse che hai accantonato le buone maniere da purosangue che ci ha insegnato da piccoli, per tirare un colpo basso ad una ragazza, per giunta?”

Moses rabbrividì all’istante al solo pensiero di Madame Nefertiri Shafiq che lo bacchettava per bene per tale avventatezza. La loro nonna era una nobildonna fissata con l’alta società e le buone maniere, per questo si era assicurata fin da quando erano piccoli che tutti i suoi nipoti ricevessero un’educazione impeccabile, pagando decine e decine di tutori provenienti da qualsiasi parte del globo. E tale progetto aveva incluso anche loro talmente tanto da aver quasi traumatizzato a vita Moses che, il solo pensiero di essere bacchettato nuovamente dalla donna, gli faceva gelare il sangue nelle vene.

“Va bene, va bene, hai vinto. Alzo le mani” commentò, infatti, il serpeverde più per pararsi il culo piuttosto perché afflitto realmente dalla situazione.

Dal canto suo Kat affilò i suoi occhi chiari per iniziare a guardarlo malissimo dall’alto in basso, ed il suo sguardo non passò di certo inosservato al serpeverde il quale la guardò male a sua volta.

Era palese a tutta Hogwarts che quei due non si sopportavano proprio.

Ramses sospirò profondamente, senza speranza, e cercò di riportare l’attenzione all’oggetto che tanto l’aveva colpito poco prima: la scacchiera.

“Sentite” iniziò “Invece di continuare a guardarvi come se foste due cani rabbiosi, che ne dite di cercare di capire qualcosa di più riguardo questa scacchiera?”

“Che scacchiera?” domandò il suo gemello leggermente confuso.

Questa scacchiera” Ramses gliela porse e, quando gli mostrò ciò che anche lui aveva visto poco prima, la reazione fu più o meno la stessa.

“Ma che diavoleria è mai questa?”

 

*

 

Mahoutokoro, stesso istante…

 

Yuri

Yurij Watanabe

 

Yurij prese un bel respiro dalla sua sigaretta prima di rilasciare il fumo appena inalato nei polmoni e lasciarlo libero di librarsi verso il cielo in tante strane forme.

Appoggiò i gomiti sulla ringhiera del balcone della sua stanza ed iniziò a scrutare il cielo notturno e tutte le stelle contenute al suo interno. Era sempre stato un amante delle stesse, fin da quando ne aveva memoria. Spesso, quando era piccolo, suo nonno lo portava in cima alla collina vicino casa sua, per ammirarle e per insegnargli i nomi di tutte loro. L'orsa maggiore, l'orsa minore, la costellazione dei pesci... tutte, nessuna esclusa.

Sorrise ricordando il volto sereno di suo nonno mentre, cercando di fargli da maestro di astronomia, lo incitava con pazienza a fare sempre di più; sempre del suo meglio in qualsiasi situazione. Fosse stata imparare le stelle o vincere in un duello.

Suo nonno era davvero una brava. Peccato che la morte l'avesse reclamato a sé prima del previsto, lasciando un povero Yurij in balia a due genitori più ragazzini di lui.

Il ragazzo prese un'altra boccata dalla sua sigaretta e, dopo pochi secondi, risputò il fumo trasparente nuovamente libero di volare altrove. Poi guardò dietro di sé, verso il comodino accanto al suo letto, indeciso ancora sul da farsi.

Quella stessa mattina gli era stato recapitato un pacco a suo nome, un pacco che portava come mittente proprio suo nonno, Akira Watanabe, nonostante lo stesso fosse morto ormai da dieci anni. Per questo si era stranito fin dal principio e la lettera che vi era stata allegata, recante la calligrafia del suo vecchio, non aveva fatto che renderlo sempre più sospettoso. Soprattutto la frase finale: “Spero che tu riesca a vincere e diventare Signore della Guerra come feci io alla tua età”.

Ma vincere cosa? E cosa significava quel diventare Signore della Guerra? In tanti anni che era stato con lui, in tante estati che avevano passato insieme non gli aveva mai raccontato niente di ciò che fosse presente nella lettera recapitatagli quello stesso giorno. Per questo ancora non si era deciso ad aprire il pacco e lo teneva sigillato sulla superficie del suo comodino.

 

Ethan-Blanc-Nelson-ANGELO

Ethan Blanc-Nelson

 

“Quella cosa finirà per ucciderti, lo sai vero?”

La voce di uno dei suoi migliori amici, nonché compagno di stanza, lo fece sorridere leggermente. Ethan Blanc-Nelson era l’incarnazione vivente del bravo ragazzo. Sempre gentile con tutti, sempre sorridente, sempre disponibile… eppure, quando gli si iniziava a porgli delle domande riguardo la sua famiglia, cercava sempre di sviare il discorso. Come se, in un certo qual modo, si vergognasse dei suoi stessi genitori. E visto che anche Yurij non era di certo fiero della sua situazione famigliare, aveva come intravisto dentro di lui una certa similitudine che l’aveva fatto apprezzare sempre di più come persona. Per questo erano diventati migliori amici fin da subito. Anche se il biondo passava più tempo a bacchettarlo per il fumo che altro, ma vabbè, nessuno poteva essere perfetto al cento per cento.

Prese un’altra boccata dalla sua sigaretta, prima di spegnerla sul parapetto del balcone e buttarla di sotto.

“Non vorrei essere pesante, ma lo sai che così scopriranno che fumi, vero? Basterà trovare il cadavere della cicca per risalire a chi è che fuma nella scuola, nonostante il divieto”

Yurij rise di gusto.

Il cadavere della cicca? Merlino, questa sì che fa ridere. Non l’avevo mai sentita” e continuò nella sua risata, trascinando involontariamente anche Ethan appresso a sé.

“Beh, lo sai che so essere molto poetico quando mi impegno, anche se si tratta di una sigaretta”

“Sì, lo so, per questo sei uno dei miei migliori amici”

Continuarono a ridere per un altro po’ e a chiacchierare del più e del meno, fino a quando, almeno, Ethan non riportò l’attenzione al pacco che Yurij aveva ricevuto quel giorno.

“Secondo me dovresti aprirlo. Alla fine, se ci pensi, è una sorta di eredità che tuo nonno si è assicurato che tu ricevessi il giorno dopo il tuo compleanno, come da sue disposizioni nella lettera”

“Lo so” Yurijj sospirò.

“Allora che aspetti ad aprirlo?”

“E’ che… non ti sembra strano? Insomma perché proprio il giorno dopo che ho raggiunto la maggiore età magica mi viene recapitato questo pacco? Che cosa contiene veramente al suo interno? E soprattutto, perché non me ne ha mai parlato prima? Ci sono così tante domande, ma così poche risposte…”

Gli occhi azzurri di Ethan squadrarono per bene il ragazzo alla sua destra.

“Beh…” iniziò dopo averci pensato per bene “Se non apri il pacco non saprai mai niente e le tue domande rimarranno sempre senza risposte. Aprendolo, invece, potrai almeno cercare di capire il perché lui ne fosse così entusiasta nella lettera. Almeno, così, forse, avrai alcune risposte. Ma se non agisci mai, non lo saprai mai”

Ed anche questo era vero.

Yurij sospirò ancora, si resse la fronte con una mano ed iniziò a guardare il vuoto sotto di sé, oltre le onde dell’oceano che circondavano la scuola di Mahoutokoro. Rifletté e ripensò alle parole di Ethan e, nonostante una parte del suo io non volesse sapere cosa contenesse il suo pacco al suo interno – forse per paura – l’altra parte di lui non vedeva l’ora di aprirlo ed esplorare tutto il contenuto che suo nonno gli aveva descritto nella lettera.

Ci pensò sù per bene, ma alla fine una delle due parti ebbe il sopravvento sull’altra.

“E va bene, apriamo questo pacco”

 

 

Angolo Autrice:

Bonjour a tutti!

Chiedo perdono per il ritardo del capitolo, ma sto passando un periodo dove la voglia di scrivere non è molta, quindi anche questa storia ne ha risentito. Mi spiace. Spero possiate perdonarmi, soprattutto anche se il capitolo non è dei migliori. Stiamo solo all’inizio, ma spero di procedere per bene nella storia, quindi perdonate se alcune parti saranno più lente di altri.

Come vedete (chi se lo ricorda) Mirabelle fa solo una piccola entrata in scena ed al suo posto ho deciso di mettere un altro personaggio, Ja’far (in onore al figherrimo cattivo Disney per cui avevo una cotta da piccola assieme a Scar del Re Leone, ehm, coff-coff). 

Inoltre ho deciso di inserire anche una coppia “base” (Rose-Scorpius, che ho sempre amato) all’interno della storia, per chi magari volesse leggere anche di loro, ecco.

Gli altri personaggi compariranno più avanti, quindi se non li vedete qua, non preoccupatevi. Ci sono!

Detto ciò, vi auguro un buon week end <3

Alla prossima, Baci, Vic ^^

 

  
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