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Autore: miss yu    22/06/2020    2 recensioni
[Stucky | AU Omegaverse | Slash | Fluff primi capitoli | Angst senza badare a spese | H/C | No mpreg]
In un mondo in cui lo stato di diritto, deciso e gestito dagli Alpha che detengono tutte le posizioni di potere, considera gli Omega quasi alla stregua di animali domestici, Steve riceve un regalo che, anche se lui non lo sa ancora, cambierà per sempre il suo modo di pensare e di amare.
La storia penso sia comprensibile anche a chi non ha molta familiarità con questo AU o addirittura a chi non ne sa nulla.
Dal testo:
"Senta facciamo così, le dò qualche giorno di tempo, ci dorma sopra,
vada a vedere qualche altro posto, parli con qualcuno che può consigliarla,
tanto Bucky non va da nessuna parte,
come avrà capito non c’è la fila per acquistarlo.”
Genere: Angst, Omegaverse, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4:You’re the best thing about me.


Dalla notte dell’incubo, quella in cui ha temuto di essersi giocato l’occasione della vita, Bucky ha cominciato a ricredersi sulla sua teoria che in ogni essere umano si cela, più o meno ben nascosto, un mostro e ha cominciato a guardare Steve con occhi diversi, non cercando di afferrare il suo lato oscuro prima che possa uscire allo scoperto trovandolo impreparato, ma cominciando a pensare che possa essere la famosa eccezione alla regola e che forse proprio a lui è toccato l’unico Alpha ‘umano’.
Da quella notte si è trasferito nel suo letto dimostrando che ‘non tutti gli incubi vengono per nuocere’ e anche se a volte fatica ad addormentarsi o si sveglia nel cuore della notte con gli occhi spalancati non riuscendo più a riprendere sonno, i brutti sogni sembrano essersi dissolti.
Dormono vicini ma non allacciati, Steve lo bacia e poi si gira dandogli la schiena e Bucky si chiede cosa c’è che non va, finchè Steve non si decide con un po’ di imbarzzo a condividere ciò che in realtà ha già scelto per entrambi: “Ci ho pensato parecchio e mi sono convinto che sia meglio aspettare il tuo calore, sarai sicuramente più disponibile e tutto avverrà naturalmente senza che io ti debba forzare.”
“Chi ha detto che adesso mi dovresti forzare?” chiede Bucky con uno dei suoi sorrisetti da mascalzone.
“Non prendertela a male, ma non sono completamente sicuro che tutto quello che mi dici e fai sia di tuo gradimento, ho sempre il dubbio che tu lo faccia per non contraddirmi, per compiacermi, per paura di una mia reazione.”
“Io sono un Omega Steve te lo sei dimenticato? Questo è proprio quello che fa un Omega ed è il motivo per cui viene acquistato: compiacere, accondiscendere, assecondare; non è importante quello che è di mio gradimento, l’unico gradimento che conta è il tuo.”
“Non potrei mai provare piacere nel farti fare qualcosa che so che non vuoi fare, non sono quel tipo di persona.”
Bucky si morde il labbro ricacciando in gola le parole che gli stanno per uscire: sta cominciando a conoscere Steve, sa con sicurezza che è una persona corretta persino con un Omega, ma nello stesso tempo si rende conto che nonostante tutte le sue buone intenzioni rimane sempre un Alpha e come tale si comporta: ha deciso per entrambi senza neppure pensare di parlarne con lui, vuole aspettare il calore per essere sicuro che lui sia disponibile, senza neppure rendersi conto che durante il calore la priorità per ogni Omega è essere scopato mentre diventa irrilevante da chi! Vorrebbe dirgli questo e molto altro ma sta zitto perchè nessuno, neppure Steve, chiederebbe l'opinione ad un Omega.
“Quando avrai il calore sarò sicuro che gradirai le mie attenzioni, allora potremo stabilire il legame” conclude l’Alpha con un sorriso rassicurante.
“Non manca molto, fra una decina di giorni più o meno, di solito un paio di giorni prima comincio a sentire i primi sintomi, appena succede te lo dirò” mormora Bucky con un’aria funerea che non sfugge a Steve.
“Che c’è? Sembra che la cosa ti metta di malumore, non hai voglia di fare sesso con me?”
“Non è questo! E’ che io odio il periodo di calore e tutto quello che ne consegue.”
“E che cosa dovrebbe conseguirne, fammi capire.”
“Cazzo, lo sai Steve” gli sfugge, “Scusa non volevo dire caz… Insomma quello che ho detto.”
“Quando si tratta di te non so mai dove vuoi andare a parare, ti vuoi spiegare?”
“Io sono vissuto fino a quindici anni come un Alpha, so come ci si sente ad essere considerato una persona, poi con il calore sono diventato per tutti un animale, non pensi che basti questo per farmelo odiare?”
Steve prova una pena profonda, capisce che non ci sono parole per risanare quella ferita e cerca di dimostrargli la sua empatia abbracciandolo ma Bucky si scosta infastidito, riprendendo a parlare.
“Ma non è solo una questione personale sai… Quando noi Omega andiamo in calore è come se tutta la nostra parte razionale venisse annullata, siamo completamente dominati dall’istinto sessuale, non ci frega niente di niente, solo di scopare: con chi, come, dove, non è rilevante, abbiamo appena il tempo di dormire qualche ora che il desderio è già lì di nuovo che ci fa smaniare; io mi odio quando sono in calore, mi odio perché non ragiono più, perché sono in balia di chiunque voglia scoparmi e più mi scopano più sono contento. Quando ero al Ricovero il custode si faceva pagare sottobanco da Alpha che non vedevano l’ora di farsi un Omega in calore senza nessun riguardo… Mi hanno sbattuto in tre o quattro per volta e io quasi quasi li avrei anche ringraziati capisci?”
Si alza di scatto e si rifugia in bagno sbattendo la porta alle sue spalle.
Steve rimane di sasso sul divano, ha sempre pensato che il calore fosse un momento eccitante e divertente, un momento di godimento a cui abbandonarsi senza nessun pensiero. Non gli è mai sembrato che gli Omega dei suoi genitori lo vivessero con particolare drammaticità, addirittura anche a lui è capitato di fare questa esperienza, come quasi tutti gli Alpha prima o poi e ne ha dei bei ricordi, non certo di sopraffazione e di violenza. Il problema, riflette, non è il calore in se stesso ma come viene vissuto e a quanto pare Bucky sembra aver incontrato solo gente senza nessun principio morale, che l’ha usato ed abusato approffitando del suo stato. Sospira sentendosi impotente e non è di certo la prima volta, il fatto è che con Bucky qualsiasi argomento si tocca non si sa mai in quale girone infernale si può essere scagliati.
E’ passato ormai più di un mese da quando è venuto a stare con lui e a volte si chiede ancora se ha fatto la scelta giusta, perché Bucky è impegnativo e richiede una tattica di aggiramento mentre lui ha sempre optato per una di sfondamento. Chi è veramente Bucky non è ancora riuscito a capirlo, avvolto com’è da innumerevoli strati protettivi fatti di cinismo, freddezza, sarcasmo, orgoglio, scontrosità e testardaggine, spera solo che il calore possa permettergli di avvicinarlo intimamente, creando un legame più stretto in cui farlo sentire al sicuro.
Si riscuote dai suoi pensieri e va a bussare alla porta del bagno.
“Dai esci, mi dispiace aver toccato un argomento delicato, senti esci che ne parliamo con calma, vuoi?”
Bucky apre la porta, è teso e ancora sconvolto.
“Scusa se mi sono lasciato prendere dalla rabbia, tu non c’entri niente, sono io che a volte perdo il controllo, so che non ti piace quando lo faccio.”
“Chi te lo ha detto?”
Bucky rimane perplesso.
“Senti quello che non mi piace è un'altra cosa: é non capire chi sei veramente! Sei il Bucky che mi da sempre ragione, abbassando gli occhi o quello che vorrebbe mandarmi al diavolo imprecando? Non voglio che tu finga di essere quello che non sei per paura che io ti riporti indietro, hai capito?”
Bucky ha la testa bassa, quando alza gli occhi il suo sguardo è lontano ma non vuoto.
“Non fingo con te Steve credimi, tu riesci a fare uscire la mia parte migliore, quella che pensavo non esistesse più, a volte perdo il controllo e non mi piace, non mi piace perché rivedo quello che gli altri mi hanno fatto diventare.”
Steve si sente intenerito, per momenti come questi è disposto anche ad attraversali tutti i gironi dell’inferno: “Ti prometto che questo calore sarà diverso dagli altri, ci sarò io e solo io vicino a te, poi in ogni caso potrai usare i soppressori, so che aiutano a sopportare meglio, non li hai mai presi?”
“Figurati! I miei padroni non aspettavano altro che io andassi in calore.”
“Va bene ci informeremo, vedrai andrà tutto bene, non sarà come le altre volte.”

E’ sera, i giorni sono passati uno in fila all’altro avvicinandolo sempre di più all’ultimo calore dell’anno, quando una leggera ansia interiore avverte Bucky che il momento si sta avvicinando.
“Ci siamo Steve, di solito per un paio di giorni mi sento sempre più agitato e ansioso e poi inzia il calore vero e proprio.”
“Quindi abbiamo ancora un paio di giorni per prepararci, domani passo in farmacia e chiedo informazioni su come si prendono i soppressori.”
La mattina dopo Steve esce prima del solito e Bucky rimane a letto, ma verso le dieci si alza perché il sonno gli è passato del tutto, si sente irrequieto più di quello che dovrebbe, di solito tutto inizia lentamente con dei sintomi che in capo a due giorni diventano sempre più pressanti e difficili da gestire, questa volta invece gli sembra che tutto stia avvenendo troppo velocemente.
Passa solo un’ora e già il nervosismo diventa difficile da sostenere, si sente accaldato, la pelle gli scotta e comincia a sentire un desiderio prepotente invadergli tutto il corpo, esce sul balcone con le maniche corte nonostante la temperatura sia sotto lo zero, ma non serve quasi a nulla.
All’una Steve gli telefona e lui trova faticoso persino parlargli, tanto non riesce a controllare il tono della voce.
Mangia pochissimo, ha lo stomaco chiuso, nel pomeriggio si mette sotto la doccia fredda e ci rimane finchè i polpastrelli delle dita diventano blu senza ottenere grandi benefici e a quel punto capisce che il calore è iniziato senza il solito preavviso e lui non può più farci nulla.
Vorrebbe Steve lì con lui mentre l’unica cosa che può fare è andare in bagno a masturbarsi ripetutamente con foga per cercare un po’ di sollievo. Si sente uno schifo, si odia per la consapevolezza che qualunque persona entri, fosse anche Rumlow, anche Schmidt, gli andrebbe bene purchè lo scopi; ha voglia di urlare, di prendere a pugni qualcuno, ma l’unica misera possibilità che ha è quella di prendere a pugni il muro. Alla fine l’ultima opzione che gli rimane è quella di telefonare a Steve per chiedergli se riesce a tornare un po’ più presto perché il calore è partito e lui non ha modo di fermarlo e Steve gli assicura che è già uscito dal lavoro e che è in farmacia.
Quando l’Alpha apre la porta di casa viene avvolto completamente dall’odore di Bucky che non è più l’odore di pioggia fresca e ristoratrice ma quello di quando sta per arrivare un temporale e l’aria è elettrica e pungente, l’odore febbrile che si alza dall’erba secca, dagli alberi e dalle strade quando le prime gocce di pioggia cominciano a cadere con violenza dopo giornate calde e polverose, un odore che subito gli va al cervello eccitandolo.
“Come stai?” gli chiede abbracciandolo ma è una domanda retorica, basta guardarlo in faccia per capire come sta, “Sei caldissimo, scotti, hai la frebbre?”
“Hai portato i soppressori?” chiede lui senza rispondergli, cercando di controllare la voglia di saltargli addosso.
“Mi dispiace Bucky ma il farmacista mi ha spiegato che la prima dose va presa almeno un giorno prima che inizi il calore, dopo non fa nessun effetto. Mi ha dato questi sedativi, dice che ti auteranno a dormire un po’.”
Bucky lo guarda disperato: “Vuoi dire che non posso usarli, che è troppo tardi?”
“Dai tranquillo, adesso ci sono qui io, ho preso tre giorni di permesso dal lavoro e sono tutto per te, avanti cerchiamo di vivere al meglio questa esperienza, io non vedevo l’ora, dormirti vicino senza fare sesso stava cominciando a diventare difficile, fammi fare una doccia e sono tutto tuo.”
“Niente doccia io non ce la faccio più ad aspettare.”
Steve ride poi si fa trascinare in camera e buttare sul letto: “Non fare niente ti spoglio io” ansima Bucky con una voce dalle tonalità basse e roche che gli fa scorrere brividi in tutto il corpo.
Non ci sono preliminari, durante il calore gli Omega sono lubrificati naturalmente e abbondantemente, ma Steve si è fatto molti film sulla loro prima volta pensando a qualcosa di passionale ma tenero, invece si deve subito ricredere perché Bucky non è in vena di romanticismi, ma solo di qualcuno che lo soddisfi e che duri il più a lungo possibile.
Non ha mai fatto sesso in questo modo così furibondo e selvaggio, non si è mai sentito così eccitato e recettivo, meravigliandosi di se stesso per quanto riesca a durare prima dell’orgasmo.
E’notte quando si alzano affaticati.
“Devo mangiare qualcosa, ho una fame da lupi” dice Steve, “E sto morendo di sete.”
Bucky lo segue in cucina finalmente più tranquillo, stando ad osservarlo mentre mangia e bevendo solo un paio di bicchieri d’acqua.
“Ok ed ora che ne dici di farci una bella doccia e dormire un po?” propone Steve dando al compagno due pillole di sedativo e mettendosi a letto sfinito.
Il farmaco fa effetto solo per un paio d’ore e prima dell’alba Bucky si sveglia con nello stomaco una smania che comincia a scendergli all’inguine. Guarda con tenerezza Steve, che dorme accanto a lui avviluppato alle belle e meglio tra le coperte sfatte. Non si capacita di come il calore lo abbia assalito senza preavviso e l’eccitazione sia così prepotente, ma Steve non si è risparmiato e gli ha regalato il sesso migliore che abbia mai fatto in tutta la sua vita e per questo merita di riposare tranquillo ancora per un po’.
Si alza e si fa una doccia fredda poi si mette il giaccone e va sul balcone; il cielo è ancora scuro e fa freddo, alza il bavero della giacca e chiude gli occhi con la schiena appoggiata al muro e le gambe contro il petto. Rimane lì finchè l’alba scolora il cielo e il sole cerca un pertugio tra il grigio, a contemplare assorto le nuvolette ghiacciate in cui si trasforma il suo respiro, quando Steve esce con un’espressione preoccupata in faccia.
“E’ mezz’ora che ti cerco in giro per la casa, ma sei per caso impazzito? Da quanto sei qui fuori?”
Bucky cerca di sorridere: “ Non da molto” mente.
“Vieni dentro, muoviti” lo tira per un braccio per aiutarlo ad alzarsi, “Sei congelato, hai dormito un po’?”
“Qualche ora e tu ti sei riposato?”
Steve ridacchia: “Abbastanza, però prima facciamo colazione.”
“Mangia tu, io non ho fame.”
“Da quanto non mangi?”
“Da un po’ ma è tutto normale, ho lo stomaco chiuso, vomiterei se mangiassi qualcosa.”
Steve lo obbliga a bere una tazza di the caldo e zuccherato.
“Oggi è il secondo giorno, il peggiore” balbetta cupamente Bucky.
“Dipende dai punti di vista, potrebbe anche essere il migliore.”
“Mi dirai questa sera.”
“Penso che tu mi stia sottovalutando, caro mio: sono giovane, sano, forte e prestante, sono pronto ad affrontare la sfida, oggi poi è il gran giorno, sei pronto per legarti a me?”
Bucky finge di sorridere, odia il legame quanto il calore, lo odia perché per lui non c’è mai stata la possibilità di scegliere ma solo di sottostare al desiderio di un altro; Steve è la cosa migliore che gli sia capitata ed è sicuro che se si opponesse lui certo non lo obbligherebbe... Ma dopo? Non è altrettanto sicuro che anche un tipo a posto come Steve accetterebbe un Omega che non vuole essere legato, un Omega che pretende di decidere per conto suo, è certo che lo considererebbe un ingrato, un irriconoscente che non si merita niente, qualcuno da rimandare indietro da dove è venuto; per questo si allaccia a lui infilandogli le mani sotto la t-shirt.
Steve sente la pelle calda di Bucky e il suo odore così forte da stordirlo, lo trascina sul pavimento e lo penetra e mentre spinge gli solleva i capelli sudati dal collo e con le dita tasta un piccolo rigonfiamento alla base della nuca. Avvicina la bocca e anche se non vuole fargli del male l’istinto gli impone di mordere, mentre Bucky soffoca un urlo che subito si spegne tra gli ansiti di piacere.
E’ pomeriggio quando Steve si stiracchia indolenzito: “Che ne dici se facciamo un sonnellino? Ho bisogno di dormire qualche ora e anche tu e mi raccomando basta uscite sul balcone, non voglio che ti prenda una polmonite.”
Gli dà le solite pillole sperando che facciano un effetto più prolungato e si addormenta con il petto contro la schiena del compagno e il braccio a trattenerlo accanto a lui in un gesto di protezione e possesso.
Si sveglia che è tardi e Bucky sta ancora dormendo, sorride prima di accorgersi che ha preso di sua iniziativa altre due pastiglie, lo scuote con la paura che abbia esagerato la dose, lui mugugna nel sonno e si volta dall’altra parte, non sembra stare male e Steve più tranquillo si alza e mangia qualcosa.
Si sente alla grande, pieno di energia e di desiderio, anche per lui è il primo periodo di calore passato con un Omega e certo è molto più impegnativo che farsi una scopata e poi tornarsene a casa come gli era capitato in passato, ma l’odore di Bucky che trasuda feromoni penetra nel suo ipotalamo alzando il livello di attrazione sessuale, facendolo sentire più recettivo, con una maggiore fiducia in se stesso e un desiderio latente che basta un nonnulla per risvegliare completamente.
Bucky ha torto a pensare che il calore faccia diventare solo gli Omega più simili ad animali che a persone, in realtà anche per gli Alpha significa una perdita di razionalità e un ritorno ad istinti primordiali; l’odore che gli Omega sviluppano funziona come un filtro afrodisiaco a cui nessuno di loro riesce a resistere. Nei tempi antichi proprio per questo il calore era un momento molto complesso sia per gli Omega che rischiavano di essere stuprati a più riprese fino a morirne, che per gli Alpha che si trovavano a lottare a morte tra loro per accoppiarsi con un Omega. Per questo ogni società civile ha emanato leggi per regolamentare l’evento: uno dei reati peggiori in cui può incorrere un Omega è infatti quello di andarsene in giro durante il periodo di calore senza essere ‘legato’ ed è per questo che ogni Alpha si preoccupa di rinnovare il legame con il suo Omega mordendolo, in modo tale che la produzione di feromoni si blocchi e l’odore diventi privo di attrazione per gli altri Alpha.
Il morso sancisce un possesso che va ben oltre quello del contratto legale, che in fondo è solo un pezzo di carta, il morso crea un legame olfattivo, è come se urlasse a tutti gli altri Alpha: 'State alla larga, questo Omega è mio e porta il mio odore'.
Ripulito e sazio Steve si accosta a Bucky che ha il viso molto stanco segnato da occhiaie scure e si sta svegliando.
“Ehi cosa ti è venuto in mente di prendere altre pillole? Sai che è pericoloso superare le dosi consigliate, non voglio doverti portare in ospedale per una lavanda gastrica.”
“Le prima due non mi avevano fatto nessun effetto, ho dovuto prenderle.”
“Come stai?”
“Ho sete.”
“Stai qui ti porto io qualcosa.”
Torna con un bicchiere di spremuta che Bucky beve d’un fiato.
“Ed ora sono pronto tesoro” ride scherzosamente Steve, sdraiandolo sul letto.
Bucky è stanco, gli fanno male tutti i muscoli, ha la pelle arrossata per gli sfregamenti subiti e pagherebbe oro per poter avere qualche ora di pausa da quella frenesia che gli morde dentro, ma invece l’unica cosa che riesce a pensare è che Steve lo scopi di nuovo e poi di nuovo e di nuovo. Fino a quel momento è riuscito a non dare di matto completamente, ma sente che sta raggiungendo l’apice e da quel momento in poi sa che ogni pretesa di controllarsi andrà a puttane.
Cerca di mordersi le labbra per non fare uscire oltre ai gemiti anche le parole che gli si formano nella testa spontaneamente senza però riuscirci: “Più forte Steve, più forte, prendimi, non fermarti” urla senza riuscire più frenarsi, senza riconoscersi più sia nelle parole che pronuncia che nella voce che è diventata così bassa da sembrare un ringhio.
-Dio, fa che finisca tutto il più in fretta possibile-, riesce a pensare e poi non ci sono più parole, ma solo Steve dentro di lui.
Quando i pensieri riprendono ad abitare il suo cervello gira la testa e vede che è buio, non sa che ora sia ne che giorno, sa solo che la smania dentro alle sue viscere sta lentamente scemando come una marea che a poco a poco si ritira.
E’esausto, non potrebbe alzare un dito neanche volendolo, ha la gola in fiamme, gli occhi che gli bruciano, la testa che gli scoppia, brividi lungo la schiena, è nudo e coperto solo da un lenzuolo, il calore sta passando e questa significa che il terzo giorno sta finendo.
Gira la testa con fatica, il letto è vuoto, la casa silenziosa, non ha la forza di preoccuparsi ne quella di vergognarsi, il tempo ci sarà dopo.
Cerca di farsi uscire un po’ di voce per chiamare Steve ma non ci riesce, dopo qualche minuto si apre la porta e la sagoma dell’Alpha si staglia sulla soglia, gli si avvicina e gli mette una mano sulla fronte.
“Ehi” riesce a biascicare Bucky.
“Sei sveglio? Come stai?”
“Sta passando” la sua voce è gracchiante e rotta, come quasi tutto dentro di lui.
“Bene” ridacchia Steve, “Non penso che ce l’avrei fatta un'altra notte. Ce la fai ad alzarti? Devi farti una bella doccia e intanto io cambio il letto.”
Bucky geme.
“Avanti fai uno sforzo, ti aiuto io, vedrai che dopo starai meglio.”
Si alza a fatica, si trascina sotto la doccia, ci rimane finchè Steve non viene a tirarlo fuori e a infilargli l’accappatoio.
“Dai vieni a tavola.”
“No, non mi va niente.”
“Sono tre giorni che non mangi, ora se non vuoi che mi arrabbi, ti siederai a tavola, aprirai quella bocca e manderai giù qualcosa. Ho ordinato giapponese mentre dormivi, il ramen ti è sempre piaciuto” e gli mette sotto il naso una tazza fumante.
Bucky annusa la pietanza e il profumo aromatico gli fa brontolare lo stomaco, si accorge di stare morendo di sete, beve un paio di bicchieri d’acqua e poi mangia tutta la zuppa.
“Tu come stai?” sussurra guardandolo di sottecchi.
“Benone, mai stato meglio ed ora a nanna, domani dopo una bella dormita ti sentirai meglio vedrai.”
Bucky sa per esperienza che per riprendersi completamente ci vorranno almeno un paio di giorni, però pensando che lo aspetta un letto con le lenzuola pulite e Steve accanto a lui si sente già molto meglio.
Al caldo sotto al piumone tra le braccia di Steve, si gira a guardarlo: “Mi vergogno un sacco Steve, ad un certo punto non mi ricordo neanche più che cosa ho fatto.”
“E’ andato tutto bene, io sono molto felice, stanco e un po’acciaccato ma felice. La prossima volta prenderai per tempo i soppressori così sarà un po’ meno, come dire, sfrenato, non che mi sia dispiaciuto ma è piuttosto impegnativo.”
“E’ stato un calore più intenso del solito anche per me” sussurra Bucky, “E senza preavviso.”
“E’ perché avevi vicino un Alpha che ti eccitava.”
Bucky ridacchia.
“Non c’è niente da ridere è una verità scentifica, me lo ha detto il farmacista.”
“E’ la prima volta che mi capita” mormora con la voce già piena di sonno e Steve si commuove nel sentirlo così sincero e senza difese.
“Sono contento che sia successo con me” si china a baciarlo sulla fronte e Bucky ha già gli occhi chiusi e il respiro regolare di chi non ha più paura.
  
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