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Autore: mask89    22/06/2020    15 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter IV

 
Sakura odiava con tutta sé stessa stare in quel luogo, ovvero la sala per le autopsie. Quell’odore di disinfettante misto alla formaldeide la disgustava. Era abituata all’odore dell’antisettico fra le corsie dell’ospedale, ma lì, nella morgue, per lei assumeva una percezione particolarmente negativa. Salutò con un cenno della testa Shizune, la responsabile del reparto, che si trovava vicino al bancone autoptico. Temeva che se avesse aperto bocca, la nausea che accusava si sarebbe trasformata in qualcos’altro. Lentamente si avvicinò, il cadavere era ancora ricoperto con un lenzuolo bianco, tirò un sospiro di sollievo, aveva ancora qualche attimo di tregua. La vecchia Tsunade tirò all’improvviso il telo, lo vide e lo stomaco cominciò a contorcersi violentemente. Aveva bisogno di un lavandino. Cominciò a correre verso il fondo della stanza, sentiva che i conati di vomito si facevano sempre più aggressivi. Riuscì finalmente ad individuarlo e cominciò a rimettere quel poco di alcool che le era rimasto della sera precedente.
“Mi devi cinquanta euro Tsunade” Disse la responsabile con un’aria trionfante. “Come previsto è durata meno di cinque secondi”.
La bionda imprecò, odiava perdere una scommessa, cosa che accadeva spesso. Irritata, tirò fuori la banconota e la passò all’assistente. Guardò con aria torva la sua pupilla, gliel’avrebbe fatta pagare molto cara.
“Allora, cosa mi sai dire? Hai qualche informazione più dettagliata su questa salma?”
“Il soggetto era un uomo di trent’anni, che godeva di un’ottima salute. Vista la massa muscolare e la bassa percentuale di grasso, si può dire che fosse un tipo sportivo, probabilmente un body builder. Dalla temperatura del fegato sono riuscita a risalire all’incirca all’ora della sua morte; questa è avvenuta tra le ventidue e le ventidue e trenta. Quindi la tua supposizione era giusta. È corretta anche la tua ipotesi sulla causa della morte, ovvero per dissanguamento, anche se sarebbe ugualmente morto, prima di esser sezionato.”
“Cosa intendi dire?”
“Prima che venissero recisi completamente i suoi arti, testa compresa, il soggetto in questione aveva subito delle forti percosse. Guarda questi lividi sul busto e sulla testa. Era difficile individuarli sul momento, poiché ricoperti completamente di sangue. Dopo il lavaggio del corpo è stato facile individuarli. L’assassino si è divertito a massacrarlo e poi a sezionarlo. Un autentico macellaio.”
“Mio Dio…”
“Sapeva molto bene cosa fare per ridurlo in quello stato, per poi divertirsi con il suo corpo. I tagli sono netti, precisi, non vi è un filo di sbavatura. Chiunque sia, è un autentico figlio di puttana fuori di testa.”
“Ipotesi sull’arma utilizzata?”
“Un oggetto molto affilato con una lama non più lunga di sessanta centimetri. Mentre, per quanto riguarda le varie contusioni…è stato massacrato a mani nude.”
“Quindi ci sono tracce dell’assassino!”
“No, ho controllato ovunque, nessuna traccia. Lo ripeto, è un tipo che sa cosa fare.”
“Sei riuscita a scoprire chi fosse?”
“No, ho provato ad inserire le sue impronte nel database, ma non risulta nulla. Ho provato a incrociare altri dati biologici in altre banche dati, ma nulla. Questo individuo è un perfetto sconosciuto.”
“Maledizione!” imprecò la bionda.
“Non ho intenzione di darmi per vinta. Nessuno uccide per poi non lasciare alcuna traccia. A costo di rivoltarlo daccapo come un calzino, ti giuro che troverò qualcosa.”
“Grazie, Shizune.”
“Sakura, se hai finito di rimettere quel poco di alcool che ti era rimasto in corpo, direi che è ora di risalire.”
L’allieva la guardò in tralice. Altro che mano, quella strega l’aveva presa per i fondelli. Si ripulì la bocca con un tovagliolo e si avviò verso l’uscita.
“Hai intenzione di tenermi il muso per tutto il tragitto, oppure ti va di fare attività più ricreative, come ad esempio parlare?”
“È stato ingiusto da parte sua, sa molto bene quanto non sopporti la vista di certe cose.”
“Sei un medico!”
“Specializzata in medicina interna.” Urlò.
“E poi dovevo fartela pagare per il tuo ritardo, no?” disse divertita la bionda.
La guardò in malo modo. Stava per risponderle, quando notò alcune sue tirocinanti camminare per il corridoio, con aria afflitta.
“Buongiorno ragazze, come mai quelle espressioni?”
“È mercoledì...” risposero desolate in coro.
“E quindi?”
“Seconda lezione della settimana con il vecchio Sarutobi “
Sakura ridacchiò, ricordava benissimo quanto potessero essere noiose le lezioni di informatica dell’anziano professore. Ore ed ore di noiose nozioni, per soli tre miseri CFU.
“Buona fortuna ragazze. Cercate di non addormentarvi durante la spiegazione. Ah, quasi dimenticavo, per questa settimana non farete tirocinio con me, bensì con la dottoressa Ino Yamanaka. Noi ci vediamo direttamente mercoledì prossimo.”
Le ragazze annuirono con la testa. Le vide andare via. Si guardò intorno per capire dove fosse finito il suo mentore. Lo trovò vicino la porta del bar e le indicava di avvicinarsi. La raggiunse.
“Devi offrirmi un’abbondante colazione, visto i soldi che mi hai fatto perdere.”
Sakura si portò una mano al capo. Il suo già esile conto bancario sarebbe stato messo a durissima prova.

 
Il viaggio di ritorno fu tutt’altro che piacevole. Non per la durata del volo o per la poca comodità del mezzo, anzi, in tutto erano all’incirca due ore di viaggio e i posti in prima classe erano stati una sorpresa molto gradita. In pieno stile Jiraiya, un tipo a cui non piaceva certo badare a spese. Mille pensieri scorrevano nella sua testa. Non riusciva ancora a capacitarsi della sua decisione. Che fosse stata avventata? Eppure, il contenuto di quella lettera…certo, non credeva che tutto ciò che fosse scritto corrispondesse alla realtà, ma se fosse stata vera, anche solo la più piccola parte…La voce dell’hostess all’altoparlante lo ridestò dai suoi pensieri, invitava i passeggeri a mettersi la cintura, in quanto prossimi alla fase di atterraggio. Guardò Kakashi che era a seduto al suo fianco. Nonostante lo conoscesse da diverso tempo, non riusciva a capacitarsi di come riuscisse a immergersi completamente nella lettura di quella schifezza di libri per adulti, in qualsiasi momento a lui utile. Guardò la copertina per leggere il titolo, “La violenza della pomiciata”, roteò gli occhi, per giunta il best seller scritto da quel vecchio pervertito del suo ex capo, nonché mentore ai tempi dell’agenzia. Forse quella era stata, veramente, una pessima decisione.
Il clima mite di aprile di Konoha, accompagnato dal caldo ma non cocente sole pomeridiano, sembrava dargli un caloroso bentornato. L’abbondante nevicata, di qualche giorno prima, era un ricordo lontano. Peccato che lui si sentisse completamente fuori posto. Una macchina nera li stava già aspettando, per portarli alla sede operativa dell’agenzia. Il traffico era abbastanza intenso a quell’ora, molte persone stavano uscendo dagli uffici per ritornare alle loro abitazioni o per prendersi un aperitivo con i proprio amici, dopo una lunga giornata lavorativa. Mentre guardava la città, attraverso il finestrino oscurato dell’auto, si trovò ad ammettere che durante la sua assenza fosse molto cambiata, decisamente in meglio. I palazzi vecchi e deteriorati avevano ceduto il passo ad edifici moderni e splendenti, che la proiettavano verso un futuro luminoso. Stentava quasi a riconoscerla. 
“Sai di cosa vuole parlarmi?”
“Non sono autorizzato a discuterne.”
“Però, ti era consentito scoprire dov’ero.” Ribatté seccato il biondo.
“Non ne avevo bisogno, l’agenzia sapeva bene dov’eri finito. Non ha mai smesso di monitorarti, dal giorno in cui te ne sei andato. La parte difficile era capire dove ti fossi nascosto di preciso.”
“Che cosa?” latrò Naruto “Come diavolo vi siete permessi? Io ho dato le dimissioni. Avete spiato un normale cittadino. Voi non avete il senso della misura. Io vi denuncio! Vi distruggo!”
“Vedo che la calma continua ad essere una delle tue virtù” ironizzò il suo ex-maestro. “E comunque, non sei un normale cittadino.”
“Ti sbagli, come ti ho già detto, ho dato le dimissioni, quindi, voi non avevate nessun diritto di spiarmi!”
“Hai ragione, lo hai fatto. Ma Jiraiya non le ha mai ratificate, ergo, sei ancora un agente.”
Il volto di del biondo assunse dapprima un’espressione sconvolta, per poi passare alla pura rabbia. Stava per iniziare a inveire violentemente, quando fu bloccato da Kakashi.
“Non ne sapevo nulla neanche io. Me lo ha rivelato poco prima di mandarti a prendere. Se ti può consolare, neppure io sono contento di questa cosa. Però, conoscendolo, avrà avuto i suoi buoni motivi. Hai passato molto tempo con lui, sai benissimo che non fa mosse avventate, anche se le apparenze potrebbero lasciar pensare il contrario. Concedigli il beneficio del dubbio.”
Vide l’espressione del suo ex-allievo rilassarsi. Sapeva che non avrebbe mosso un dito contro Jiraiya, nonostante la veemenza delle parole usate poco prima.
Per Jiraiya, Naruto, era come un figlio, mentre per Naruto, Jiraiya, era come un secondo padre. All’interno dell’agenzia non aveva mai visto instaurarsi un rapporto del genere, ma doveva ammettere che il suo allievo era una persona speciale. Anche lui, che era considerato quasi un automa privo di sentimenti, sentiva di voler bene a quel ragazzo, e le scuse che aveva posto qualche ora prima, un fatto più unico che raro, ne era la prova lampante.
L’autista segnalò che erano arrivati a destinazione. 
Il biondo rimase a bocca aperta nel vedere dov’erano e la struttura davanti a sé. Nonostante la luce fosse ormai fioca, poiché il sole era ormai calato, nella sua mente erano molto vividi i ricordi legati a quei luoghi, anche se aveva frequentato per poco tempo quei posti.
 “Perché siamo qui, nel campus universitario? E cos’è questa struttura?”
“Questa” e Kakashi indicò l’edificio “tecnicamente è la sede del centro nazionale della ricerca scientifica e biomedica, e in parte realmente lo è, almeno nella parte visibile della struttura. Poi ci sono i tre piani interrati che, ufficialmente, servono a contenere tutto il materiale scientifico per la ricerca e i vari server. Ufficiosamente, è il cervello della “Radice”. Poi ci sono, e bada bene, questa è un’informazione strettamente riservata, altri piani sotterranei, accessibili solo a noi dell’agenzia.”
“Se vuoi nascondere una cosa, mettila bene in vista” disse sarcasticamente il biondo.  
“Vedo che ricordi ancora bene i miei insegnamenti.” Ribatté il maestro “Andiamo, Jiraiya ci aspetta.”
L’ufficio era spazioso ed arredato con mobili ed oggetti di valore. Tipico del modo di essere del suo mentore. Solo la segretaria che, se non ricordava male, lavorava da diversi anni per lui, non era in sintonia con la personalità di chi dirigeva quel posto. Una donna sulla quarantina, né bella né brutta, con poco seno e un fondoschiena normale. Fosse stato per il vecchio pervertito, l’assistente sarebbe stata presa direttamente sfogliando una rivista per adulti. Fortunatamente, non si occupava lui dei colloqui di lavoro e di valutare i vari curricula, anche se nei suoi riguardi, invece, aveva fatto un’eccezione. 
Lo vide indaffarato vicino alla scrivania, non era cambiato molto in quell’anno e mezzo in cui non si erano visti. Soltanto i capelli, ormai, erano diventati completamente bianchi ed erano ulteriormente cresciuti. Come li vide, smise di fare ciò in cui era immerso e cominciò ad avvicinarsi ai suoi due ospiti.
“Naruto, ragazzo m…”
Un pugno diretto sul naso interruppe il suo saluto e lo spedì a terra.
“Questo è per non aver accettato le mie dimissioni” disse il biondo, visibilmente alterato.
“Come…” poi si voltò verso Kakashi e lo guardò in tralice. “Avevi proprio la necessità di spifferare tutto?”
“Non l’hai classificata come informazione riservata” pronunciò il diretto interessato, con un tono molto innocente.
Jiraiya si limitò a scuotere la testa, sapeva che cercare di spuntarla con il suo miglior agente era una battaglia persa in partenza.
“Naruto, come volevo dirti, prima di dimostrarmi che la tua forza non è minimamente variata, sono contento di vederti.”
“Io molto meno”.
“Credimi, se la situazione non lo avesse richiesto non ti avrei disturbato…”
“Cosa è successo?” 
“Non gli hai detto nulla?” disse il direttore rivolgendosi a Kakashi. 
“Hai classificato tu le informazioni come di livello S…” 
Il capo dell’agenzia si portò una mano al viso, quell’uomo sapeva essere veramente irritante quando voleva.
“C’è stato un omicidio, un'autentica mattanza, in una delle stanze server dove vengono convogliati i dati sensibili dell’agenzia.”
“Quindi? Non mi occupo di omicidi.”
“Infatti, non sei qui per questo motivo. Crediamo che ci sia stata una fuga di dati.”
“Avete controllato il sistema?”
“Si, e non risulta nessuna anomalia.”
“Allora non capisco cosa ci faccia qui”.
“Non sono convinto di ciò e tu sei l’unico che può dar conferma ai miei sospetti”.
“Se il sistema non ha riportato nulla di anomalo, allora non c’è stata nessuna fuga di dati.” Asserì seccato il biondo.
“Non dire cazzate Naruto, tu sei il più grande hacker in circolazione, meglio conosciuto come la Volpe. Uno che all’età di sedici anni ha hackerato i server della difesa, senza che nessuno se ne accorgesse. Ci hanno impiegato mesi per individuarti e altrettanti per risalire alla tua identità.”
“Già, e quando mi avete preso mi avete dato due possibilità: unirmi a voi o passare il resto della mia vita in carcere.” 
“Bhe, non mi sembra che ti sia dispiaciuto unirti a noi. Sei diventato il nostro miglior analista e uno dei nostri agenti operativi più abili, al pari di Kakashi. Ma non sono qui per rivangare i tempi passati. Per caso, hai letto la lettera?”
“Si, il contenuto corrisponde al vero?”
“Ti ho mai mentito?”
“No.”
“Se decidi di accettare questo caso, quello che ti ho promesso sarà vero. Ti garantirò tutti i livelli di accesso di cui avrai bisogno, per controllare ed esaminare qualsiasi dato dell’agenzia di cui necessiti.”
“Quindi…”
“Potrai anche dedicarti a quell’indagine che ti negai un anno e mezzo fa.”
“Perché ora?”
“Ho commesso un errore nei tuoi confronti e voglio rimediare, e poi…non passa giorno che non pensi a quella ra…”
“Basta così” disse il biondo con tono pieno di risentimento.
“Mi dispiace per quello che è successo.”
“Ho detto basta così. Accetto le tue scuse e l’incarico, ma non provare mai più a parlare di lei, chiaro?”
“Chiarissimo.”
“Quale sarà la mia copertura?”
“Nessuna, sarai te stesso.”
Naruto lo guardò sorpreso.
“Me stesso? E come faccio ad accedere a questa struttura se sono semplicemente me stesso.”
“Hai una laurea in informatica o ricordo male?”
“Si, l’ho presa mentre mi addestravo con voi.”
“Appunto. Da lunedì, sarai il nuovo docente di sistemi informatici presso questa università. Prenderai il posto del vecchio Sarutobi, che non vede l’ora di andare in pensione.”
“Ma se non ho partecipato a nessun concorso?!”
“Invece si” e gli mostrò un foglio con la graduatoria del concorso per professore di seconda fascia. “Complimenti, sei arrivato primo.” 
“Ma è falso.”
“Per niente, il documento è originale, il rettore stesso dell’università l’ha firmato.”
“Non ci posso credere…”
“E potrà essere veramente il tuo lavoro se lo vorrai, ovviamente, ad incarico terminato.”
“Grazie” balbettò il biondo.
“Ah, c’è un’ultima novità. Al termine della missione consegnerò le tue dimissioni.”
“Cos…”
“Meriti di essere felice e, finché sguazzerai in questa fogna e sarei costretto ad essere a contatto con questa merda, difficilmente lo sarai. Ora, puoi anche andare. Kakashi tu rimani qui, ho alcune cose di cui discutere con te.”
Naruto cominciò ad avviarsi verso la porta, era quasi arrivato quando sentì Jiraiya che lo chiamava.
“Un’ultima cosa...Bentornato, mi sei mancato.”
Sorrise. Forse la sua permanenza a Konoha non sarebbe stata così disastrosa, o almeno così si augurava.


Note dell'autore

Ciao a tutti! Come ogni lunedì ecco puntuale il capitolo.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e/o seguono la storia.
Come al solito, sarei felice di conoscere la vostra opionione.
A presto, spero!
   
 
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