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Autore: LilithGrace    22/06/2020    1 recensioni
"Ci sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare".
(Oriana Fallaci)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Grayson, Jason Todd, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti!
Questo è il capitolo extra di cui vi ho parlato nel capitolo precedente. È più breve rispetto agli altri, ma ho voluto aggiungerlo ugualmente per inserire un momento leggero e di complicità tra Grace e Jason.
Spero che la storia sia stato di vostro gradimento e, davvero, vi ringrazio per averla seguita.
Le avventure di Grace, ovviamente, non finiscono qui!
Un abbraccio!


***

Festeggiammo fino all’alba e, ormai totalmente stremati, Jonathan mi riaccompagnò a casa: salii pigramente fino al mio appartamento.
Mi sfilai le scarpe lanciandole un po’ a caso nell’ingresso, lanciai il cappotto sul divano e la prima cosa che mi venne in mente di fare fu quella di prendere una delle polaroid che ci eravamo scattati durante la serata e metterla nel posticino che avevo lasciato libero.
Ce n’eravamo scattate un numero spropositato e tra tutte avevo scelto quella dove avevamo entrambi dello spumante in mano, mi sembrava di buon augurio.
Raggiunsi la mia stanza camminando un po’ barcollante a causa del dolore ai piedi e mi buttai sul letto ancora vestita: “che palle, non mi va di struccarmi”, sussurrai tra me e me.
“Ed invece faresti bene, altrimenti si potrebbe irritare la pelle…”, una voce familiare mi rispose dall’ombra di un angolo della mia stanza. Sentii il materasso pendere da un lato e capii che chi si era intrufolato nella mia casa era ormai uscito allo scoperto.
Mi alzai e mi misi seduta sul letto anche io ed alzai lo sguardo attendendo con pazienza che la mia vista si adattasse alla stanza scura.
Era di schiena e aveva in mano il foglio con le righe che gli avevo scritto e consegnato qualche ora prima: “Congratulazioni per la laurea… Ho letto la tua lettera, grazie per le belle parole che non hai detto”.
Il suo sarcasmo, dio mio glielo ficco dove non batte il sole. Nel naso, per la precisione, essendo che porta sempre un casco. Perché penso a queste cose nei momenti meno opportuni?
“O magari le ho dette, ma tu non le hai sentite”, mi avvicinai a lui e poggiai una mano sulla sua spalla: “o magari ne ho dette altre che lì non ho scritto… Chissà!”
Si avvicinò a me e mi accarezzò il viso togliendomi qualche ciocca ribelle: “Potrei sempre chiederlo a Jonathan”. Gli cinsi il collo, alzando gli angoli della bocca: “No, non puoi e sappi che non te lo direbbe mai”, mi baciò con passione e dolcezza allo stesso tempo, un bacio che da lui non mi sarei aspettata, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.
Mi alzò lentamente il vestito: “Fai l’amore con me?”, mi chiese sottovoce sulle mie labbra.
Annuii: “Solo se metterai da parte la tua rabbia per il tempo che trascorrerai con me…”
Sorrise: “Posso provarci…”
“No, ritenta. Te l’avevo detto che so essere una piattola fastidiosa, quindi se non dirai che sarai un docile agnellino, resterò impalata qui. Immobile.”
Sbuffò, divertito: “D’accordo, sarò bravissimo ok?”
“E’ così che parli ai cattivi? Perché non sei convincente neanche un po’!”
Fece finta di pensare: “Forse è per questo che non mi stanno a sentire e poi mi tocca ucciderli…”
“Probabile… ”
Non rispose più alle mie provocazioni, mi baciò portandomi sul letto con sé, sdraiandomisi accanto; con una mano mi alzò il vestito, andando alla ricerca dell’elastico degli slip che spostò abbassandoli cominciando a toccare la mia intimità lentamente. Sussultai. Socchiusi le labbra, sentendo il mio respiro farsi sempre più affannato.
Ci baciammo l’uno desideroso dell’altro, interrompendoci solo per spogliarci a vicenda, fino a ritrovarci completamente nudi, uno di fronte l’altro; mi sdraiai e lo tirai su di me: “Sì, voglio fare l’amore con te e non solo stanotte...”.


 
  
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