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Autore: Violet20    23/06/2020    0 recensioni
Il Dottore le prese la testa fra le mani nonostante tremassero: “Donna... Ti ricordi di me?”
Fu un attimo. Donna sobbalzò, come se fosse stata colpita da un fulmine, facendo spaventare i suoi figli, ma subito dopo guardò più attentamente quello strano individuo che aveva chiesto di vederla. I suoi occhi si spalancarono per la sopresa e sulle labbra le si formò un sorriso: “Spaceman!”
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui con il finale di questa storia!
Ok, il grosso è già successo, ma volevo fare qualche piccola precisazione e chiudere al meglio questa fanfiction.
Buona lettura e ancora grazie per il supporto!


Agatha e Wilfred scoppiarono in lacrime e s’abbracciarono per farsi forza a vicenda. Il Dottore invece rimase lì dov’era, con le lacrime che continuavano a scendergli lungo le guance.
“Addio Donna Noble” le sussurrò, . Cercando di non farsi notare dai due fratelli, si dileguò dalla stanza, chiudendo gli occhi dell'amata companion, per poi asciugarsi le lacrime e dirigersi verso lo stanzino delle scope. Strano come a volte erano le ultime persone a cui potevi pensare quelle in grado di cambiarti la vita, pensò mentre camminava a testa bassa. Chi l’avrebbe detto che una precaria sulla quarantina con poca stima in sé stessa avrebbe salvato l’ultimo Signore del Tempo per ben tre volte? Donna era stata la migliore amica che avesse mai potuto avere in quel momento nella sua vita. E avrebbe sempre avuto un posto speciale nei suoi cuori, fino alla fine della sua vita.
“Almeno potresti avvisare quando esci da una stanza!” 
Il Dottore sussultò. 
“Non... Volevo essere di troppo” ribatté, avvicinandosi a testa bassa a quella che gli sembrava la versione giovanile di Donna.
“Tu non sei un peso. Hai restituito tutti i ricordi di mamma...”
“Grazie Dottore...” disse Wilfred sorridendo.
E per la seconda volta nella giornata si ritrovò placcato dal doppio abbraccio dei gemelli Temple – Noble. Un abbraccio che esprimeva tutta la loro gratitudine, molto meglio di quanto non avessero potuto fare a parole e il Dottore non oppose resistenza.
“Quindi è lì dentro?” chiese Agatha una volta sciolto l’abbraccio: “Time and relative dimension in space... La Tardis...” 
Il Dottore fece un sorrisetto malizioso: “Volete vederla?”
I due fratelli si scambiarono un’occhiata e annuirono entrambi. Il Dottore aprì la porta e una volta nello stanzino delle scope, fece per aprire la porta della sua cabina blu, ma prima si volse ai due gemelli per prepararli psicologicamente: “Quello che state per vedere è qualcosa di sconvolgente, mai visto prima. Avete letto di lei, certo, ve la siete immaginata, ma niente di tutto questo potrà reggere il confronto con l’esperienza vera e propria. Dunque... Siete pronti?” domandò. 
Agatha per tutta risposta si precipitò ad aprire la porta, seguita dal fratello e da un suo rumoroso: “OMIODDIO!!!”
“E’... E’...”
“E’ davvero più grande all’interno!” sentenziò Wilfred con gli occhi quasi fuori dalle orbite. 
“Non mi stancherò mai di sentirvelo dire!” commentò il Dottore compiaciuto richiudendo la porta.
 
“E’ bellissima” mormorò Wilfred con la bocca aperta per lo stupore.
“E’ ancora meglio che immaginarla!” aggiunse Agatha. 
I Temple – Noble avevano domandato al Dottore di portarli a vedere la Terra dallo spazio, qualcosa che sognavano di vedere da quando Donna aveva provato a raccontargli come la immaginava - inconsapevole che fosse esattamente come l'aveva descritta -. Il Dottore li guardava soddisfatto: la loro felicità gli aveva fatto momentaneamente scordare a cosa avevano appena assistito quel giorno, quando sentì qualcosa nella sua tasca: era il bio – ammortizzatore di Donna che aveva impedito il corretto funzionamento della consolle fino a quella mattina. Tutto quello che era successo fino a quel momento era stato per causa sua, per quel piccolo regalo che le aveva fatto tanto tempo fa. In quel momento si precipitò in una delle stanze attigue alla sala di comando e si mise a cercare qualcosa, buttando per aria tutto quello che non gli serviva.
“Dottore, va tutto bene?” chiese Agatha distogliendo lo sguardo dal suo pianeta natale.
“Niente, niente, Agatha... Mi serviva solo un vecchio strumento che avevo lasciato a prendere polvere quasi un secolo fa” disse ricomparendo alla vista dei gemelli mezzo impolverato e tenendo qualcosa nella mano destra: “Ora vi riporto a casa”.
 
“Prima che ve ne andiate,” disse una volta atterrati: “devo darvi una cosa” e tirò fuori dalla tasca destra due anelli dorati che consegnò a ognuno dei Temple – Noble: “L’ho duplicato in modo che ciascuno di voi potesse averlo... Apparteneva a vostra madre e non credo che ci sia bisogno di dire cosa sia...”
“Grazie Dottore!” e sulle labbra di Agatha si disegnò un gran sorriso: “Senza contare che è anche un buon modo per fare pratica quando indosserò la fede!”
“Lei e il suo fidanzato si sposeranno a settembre!” spiegò a bassa voce Wilfred. 
Il Dottore sorrise: “Felicitazioni allora. Consideralo il mio regalo di nozze...”
“... Un regalo inusuale” commentò Wilfred: “come il biglietto della lotteria vincente che hai regalato a mamma...” ma si tappò subito la bocca.
“Cosa hai detto?” chiese il Dottore.
“Spoilers!” commentò Agatha con un sorriso nervoso, per poi fulminare con lo sguardo il fratello.
Il Dottore annuì divertito: “Messaggio ricevuto”. 
Fece per rientrare nella Tardis, ma si fermò poco prima e rivolse un ultimo sguardo ai figli di Donna. Sarebbero stati dei gran companion... Ma forse dopo quello che era successo alla loro madre, non avrebbero accettato di viaggiare con lui. Pensò che però avrebbe potuto fare altro per loro. Insomma, gli avevano confermato che avrebbe rivisto Donna un’altra volta e chissà quante altre volte l’avrebbe rivista: mentre faceva shopping, al pub a bere con gli amici, in giro per le strade... Per lei sarebbe stato un perfetto sconosciuto, soprattutto se in futuro si fosse rigenerato, ma lui avrebbe potuto continuare a farle da angelo custode, e non solo per lei.
“Siate fantastici... Sempre!” e rivolgendo loro un ultimo sorriso, chiuse la porta della cabina. E mentre s’avvicinava alla consolle, vide che lo schermo era tornato a funzionare e gli mostrava una foto di una bella famiglia felice, composta da Donna, Shaun e due piccoli gemelli dai capelli rossi. Il Dottore sorrise e con due lacrime che gli scendevano lungo le guance, partì.
 
Mentre pilotava la sua cabina blu, Dottore pensò a molte cose, e non tutte erano belle, ma una cosa di quella giornata l’aveva reso particolarmente contento... Rose, la sua Rose era felice con la sua controparte umana! Era così sollevato nell’apprendere quella notizia, ma ancora non poteva dire che di averla superata del tutto. Sii felice, gli aveva detto Donna ... Doveva andare avanti: lo faceva sempre, poteva farlo anche questa volta... Con un nuovo companion al suo fianco? Ne aveva assolutamente bisogno... E poi l’aveva promesso a Donna. E conoscendola, sapeva che se non avesse rispettato l’impegno, avrebbe trovato un modo per venirlo a tormentare nei suoi sogni finché non si fosse deciso a trovarne un altro... Un’ultima lacrima gli scorse lungo la guancia e nel momento in cui se l’asciugò, sullo schermo della Tardis apparve qualcosa che attirò la sua attenzione.
“Zygon nell’Inghilterra del 1562... Chi è che governava in quell’anno? Ma certo, Elisabetta I! Chissà se la regina vergine sarà la rossa capace di tenermi testa...” e alzando lo sguardo, come se volesse rivolgersi al cielo, prima di abbassare la leva disse: “E questa avventura è anche per te, Donna Noble... Allons – y!”.
   
 
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