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Autore: Pink Sugar    24/06/2020    1 recensioni
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato
"Catullo"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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         La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa.
                                                                           (Hermione Granger)

 
"Memento audere" pronunciò Hermione scandendo bene le parole, la signora grassa ricambiò il suo sorriso, l'apertura nel muro dietro il suo quadro si aprì rivelando la sala comune di grifondoro.
La sala era semi deserta, dopo la tempesta della sera precedente le nuvole si erano diradate abbastanza da far filtrare qualche timido raggio di sole, e probabilmente la maggior parte degli studenti si stava godendo quel pomeriggio domenicale all'esterno, nonostante l'aria pungente preannunciasse l'arrivo di un inverno freddo.
Davanti al camino acceso, Ginny era china su un libro di pozioni avanzate, che proveniva probabilmente dalla biblioteca.

"Lettura interessante?" domandò Hermione lasciandosi andare sulla poltrona libera davanti a quella che la rossa occupava.
Ginny scattò come una molla,richiudendo io libro con un tonfo, e questo quasi le scivolò dalle mani.
"Hermione, non..non ti ho sentita arrivare" balbettò nervosamente.
La più grande strinse gli occhi in due fessure.
"Va tutto bene Gin?" chiese sospettosa.
L'amica ingoiò a vuoto e scrollò le spalle assumendo un'aria innocente.
"Si, certo" disse.
Hermione non sembrava convinta.

"Cosa leggi?" domandò scrutando il libro "Almanacco delle misture avanzate" lesse ad alta voce sbirciando la copertina. "Uh, l'ho letto. Si trovano un sacco di cose interessanti, al secondo anno ci ho trovato la pozione polisucco . Non pensavo ti interessassero così tanto le pozioni" .
Ginny si prese qualche minuto per rispondere, fece vagare lo sguardo da Hermione al libro poi scosse le spalle.
"Si beh,sai è per via dei G.U.F.O. io, voglio documentarmi il più possibile".
Un sorriso illuminò il viso di Hermione "Oh Ginny, stai finalmente ripensando a quell'assurdità di dedicarti al quidditch dopo la scuola?sono contenta, non fraintendermi sei una cacciatrice fantastica e naturalmente sono felice che alcune squadre professioniste ti abbiano già proposto di unirti a loro alla fine degli studi ma, insomma, mi fa piacere che tu voglia prendere volti alti, significa che stai valutando anche altre opzioni di carriera, è positivo a mio avviso" disse la ragazza soddisfatta.
Ginny non commentò sorridendo eloquente "Si beh, grande.Ora si è fatto tardi è ora di pranzo, tu non  hai fame?" cambiò argomento.

"Oh no, ho preso un tramezzino dalla sala grande, voglio finire io tema per la professoressa Vector.
"Ok, allora, ci vediamo dopo" si affrettò la rossa e con un cenno della mano si diresse a passo spedito verso la porta ed uscì sotto lo sguardo sospettoso di Hermione .


La sala grande era tutta un vociferare, la maggior parte degli studenti si era riunita attorno ai tavoli per il pranzo.
"Qualcuno ha visto Hermione?" chiese Ron afferrando un panino al formaggio.
 "E' nella sala comune voleva finire i compiti" disse Ginny mentre prendeva posto tra lui ed Harry.
"Oh, ok, le porto qualcosa da mangiare" disse il rosso alzandosi e iniziando a riempiere un piatto.
"Ha detto di aver preso un tramezzino" fece lei distrattamente.
"Ginny, sei cresciuta con nostra madre, dovresti sapere che un tramezzino non equivale ad un pranzo" la ammonì lui.
"Come sei premuroso Ronald" lo schernì Harry ridacchiando e facendo sogghignare Seamus e Dean.
"Ecco, questo è il motivo per cui voi non avete una ragazza ed io si" Disse Ron impettito zittendo le risate.
"Hey io ce l'ho una ragazza" ribatté Harry.
"Ancora per poco, perché tu non mi porti mai il pranzo fino in sala comune?" Ginny incrociò le braccia al petto sollevando il sopracciglio severa.
Harry contrasse il bocca in una smorfia "Beh, tesoro io ti lascio il diritto di decidere da sola cosa e quando mangiare, è una questione di parità dei sessi, io rispetto la tua indipendenza" disse poi sollevando le braccia in segno di resa.
"Ridicolo" soffiò Ron.
"A me sei piaciuto, ti voterei se ti candidassi" ribatte Dean.
Ginny scosse la testa, ma l'ombra di un sorriso le si dipinse sul volto.
"Non dargli retta Ron, sei molto dolce" disse rivolta al fratello.

"Si Ronnie, non dar retta ai cattivoni, corri a portare l'osso alla tua padrona prima che decida di punirti facendoti dormire fuori questa notte" La voce cantilenante di Draco Malfoy li raggiunse dal tavolo accanto. Tutti si voltarono fissando il biondo che si era evidentemente sporto per ascoltare la loro conversazione.
"Hey Weasley, credi che la Granger ti darà anche un biscottino alla fine?" rincalzò Tygher facendo sbellicare Draco, Goyle e Pansy. Blaise Zabini finse di abbaiare tra un ghigno e l'altro
"Idioti" farfugliò Harry. Ron dal canto suo scosse il capo per niente scalfito dalle loro parole e fece un cenno ai suoi amici avviandosi verso la porta con un piatto pieno di cibo.
I serpeverde ridacchiarono ancora per pochi istanti prima di concentrarsi su qualcos'altro, Draco però mutò la sua espressione in una smorfia stizzita mentre ancora fissava Ron allontanarsi.
Poi il suo sguardo cambiò la traiettoria e si fermò su Ginny che sostenne quegli occhi di ghiaccio senza tradire alcuna emozione.
I due si scrutarono a lungo e Draco sentì una strana morsa alla bocca dello stomaco, gli sembrò all'improvviso come se la piccola Weasley potesse leggergli dentro,magari si intendeva di legillmanzia, temé, o forse. Il biondo serrò la mascella, lei lo scrutava seria, e lui sentì uno strano sudore freddo imperlargli la fronte, scivolare come un serpente viscido lungo la sua schena, il respiro gli si incastrò in gola per un lunghissimo minuto, poi si riscosse.
"Che hai da guardare sgorbio" gracchiò fuori, un leggero tremolio tradiva la sua espressione arcigna.
"Bada a come parli Malfoy" fece Harry che aveva sentito "O ti faccio ingoiare la bacchetta".
I serpeverde ghignarono perdendosi in sonori "uuh", Malfoy rise.
"Che paura" soffiò sarcastico.

Harry fece per prendere la bacchetta dalla tasca ma Ginny lo fermò poggiando la mano sulla sua, poi si rivolse al biondo
"Lascia stare Harry non vale la pena finire nei guai per lui, forse dovremmo chiamare un caposcuola e lasciare che se la vedano tra pari, magari Hermione saprà come far abbassare le penne al piccolo Draco" soffiò in segno di sfida, il biondo la fissò dritto negli occhi, lei sapeva, non aveva più dubbi.
Senza ribattere, Draco si voltò tornando al suo piatto, le labbra tremanti,i palmi delle mani sudati. Prese un bicchiere con mano tremante e bevve un lungo sorso di succo di zucca sotto lo sguardo confuso dei suoi compagni e di Harry stesso.
               
                                                                                                                   
                                                                                                                      ******************
 

Nella sala comune dei grifondoro, Hermione si era distesa sul soffice tappeto davanti al camino, sfogliava il suo libro di artimanzia scrivendo di tanto in tanto su una lunga pergamena già riempita per metà, accanto a lei un piatto d'oro, con dentro i resti non consumati del pranzo che il suo fidanzato le aveva portato. Sollevò lo sguardo per qualche istante, e si soffermò ad osservare il viso di Ron leggermente arrossato dal calore del fuoco, sedeva scomposto su una poltrona, e si era appisolato. Lei aveva tentato di dirgli che non doveva per forza restare a farle compagnia ma lui aveva insistito. Gli piaceva guardarla studiare.

"Se può farlo Krum, posso farlo anche io" aveva detto impettito. Hermione aveva roteato gli occhi al cielo, non avrebbe mai superato la faccenda di Victor, anche se quel flirt tra lei ed il bulgaro risaliva a diverso tempo addietro.

La ragazza si lasciò distrarre dalla vista, Ron aveva i capelli scompigliati, come fosse appena sceso dalla scopa, era così che gli piaceva portarli da quando i suoi successi come portiere dei grifondoro, gli erano valsi il soprannome di Re Weasley, la sua pelle era ancora leggermente colorata dall'ombra dell'abbronzatura presa probabilmente durante gli allenamenti estivi, le piccole lentiggini risaltavano sul suo viso, le labbra piene e arrossate erano socchiuse, la mascella rilassata appena. Il petto di Ron scalpitante di muscoli ben definiti sotto la felpa  attillata, si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro calmo.
Era bello.
Era davvero bello,Hermione non poteva negare quanto gli piacesse. Lo aveva sempre trovato affascinante in realtà, anche quando non era che un ragazzino magro e spilungone e stranamente goffo nei movimenti. Era dall'età di dodici anni che,  nonostante i suoi tentativi di dissimulare, non riusciva a immaginarsi accanto a nessun altro.
Se ne era accorta durante il terzo anno, quando lo aveva visto a Diagon Alley più alto di due palmi, abbronzato e arrabbiato per via dei tentativi di Grattastinchi di attaccare il suo topo, si era accorta durante i battibecchi di quei giorni che qualcosa era cambiato, con il senno di poi avrebbe ammesso a se stessa di aver iniziato ad amare Ronald da molto prima, da quando lo aveva visto in treno tentare di far diventare giallo il suo topo, si forse da quel momento, e quanto l'avevano ferita le parole di lui qualche mese dopo : "E' insopportabile, dico davvero, per forza che poi non ha amici". Ma si era fatto perdonare salvandola da un troll. Ronald era così, faceva lo stupido sempre, sempre, ma nessuno più di lui sapeva come farsi perdonare.

Mentre sorrideva dei suoi stessi pensieri, un piccolo ciocco di legno scoppiettò nel camino, Ron si scosse appena sistemandosi più comodo sulla poltrona senza aprire gli occhi, Hermione si sollevò avvicinandosi si accomodò pino sulle ginocchia del ragazzo ed appoggiò le labbra sulla sua fronte, piano iniziò a disseminare il viso di lui  con teneri baci a fior di pelle. Il rosso non aprì gli occhi ma lentamente le sue mani andarono a posarsi sulle gambe della sua fidanzata, risalendo lente i fianchi. Una si fermò sulla curva della coscia e l'altra vagò fino ai capelli stringendoli appena in una morsa decisa, poi senza preavviso le labbra di lui furono su quelle di Hermione,e reclamarono un bacio affamato che lei ricambiò prontamente.
Le mani della Granger vagavano tra il petto solido ed i capelli rossi di lui, mentre il loro bacio si infuocava, sentiva le dita del ragazzo intrecciarsi tra i suoi capelli, mentre l'altra mano risaliva sotto la stoffa della sua gonna, verso la curva del sedere. Lei si lasciò scappare un sospirò nel bacio mentre le sue guance andavano a fuoco a contatto con la pelle calda di lui.

"Sono pazzo di te" le sussurrò lui sulle labbra quando il bisogno d'aria i fece urgente e dovettero interrompere il bacio, lei sorrise sulla sua bocca riappropriandosi del suo labbro inferiore.
Era pazza di lui.

"Basta studiare" mormorò lui sollevandosi, le braccia muscolose contratte mentre teneva in braccio la sua ragazza senza alcuno sforzo.
"Si basta così" rispose lei divertita, ed eccitata dalla verve del suo fidanzato che si stava avviando su per le scale verso il dormitorio dei ragazzi tenendola ancora saldamente mentre lei gli riempiva il collo di teneri baci. Con un calcio Ron aprì la porta della sua camerata vuota, adagiò Hermione sul letto insinuandosi tra le sue gambe, lasciate ormai scoperta dalla gonna sollevata, si baciarono famelici ancora ed ancora. Poi con uno sforzo lui si staccò dalle sue labbra afferrò la sua cravatta abbandonata su uno sgabello e la appese alla maniglia della porta richiudendola.
Hermione lo guardò divertita, sollevando un sopracciglio.

"Ma che...?"
"Dean dice che i  ragazzi babbani fanno così, per far capire agli amici  che  non vogliono essere disturbati" spiegò lui scrollando le spalle mentre la guardava, bellissima, con le labbra arrossate di baci, le gambe toniche nude, i capelli spettinati e lo sguardo lucido di desiderio.
Lei rise, e lui si eccitò maggiormente. Poi la vide recuperare la bacchetta dalla tasca "Colloportus" pronunciò e la serratura della porta fece uno scatto.
"Questo lo fanno le streghe quando sanno di avere dei fidanzati con amici un po' imbranati" disse saccente.
Ron rise e si accomodò di nuovo tra le sue gambe affondando il viso nel suo collo "Hmm , quante cose sai Granger, ottanta punti a grifondoro" scherzò prima di affondare nuovamente la lingua nella bocca di lei.
 
 Nel frattempo anche il resto della scuola si godeva al meglio ciò che restava del pomeriggio.
La mano di Harry le accarezzò una ciocca di capelli rossi, osservandone i riflessi alla luce delle candele mentre lei se ne stava appoggiata al muro appena fuori dalla sala grande.
"Che ne dici, andiamo al settimo piano a vedere se la stanza delle necessità ha qualche bella sorpresa da mostrarci?" le sussurrò lui con un sorriso sornione.
Ginny rispose al sorriso ed Harry corse a baciarle leggero una fossetta sula guancia.
"Perché non vai avanti tu e mi fai una sorpresa?" propose lasciva.
"Potrei stupirti" affermò lui malizioso.
"Non vedo l'ora, ma niente letti di paglia, l'ultima volta ho starnutito per ore" rispose lei. Il ragazzo ridacchiò e prese ad indietreggiare senza smettere di guardarla, " Dammi cinque minuti" disse poi, e sparì su per le scale. La sua fidanzata lo seguì con lo sguardo finché non fu sparito.

A metà della scala il giovane grifondoro si scontrò con Draco Malfoy che scendeva di fretta come se avesse dimenticato qualcosa di estremamente prezioso.
Con una spallata il biondo urtò l'altro senza mostrare il minimo rimorso, né prestargli attenzione.
"Sempre a sbattermi addosso, se non ti conoscessi direi che hai un'ossessione per me Malfoy,sono ancora etero mi dispiace" disse sprezzante il prescelto, scocciato dall'atteggiamento del suo acerrimo nemico.
Il biondo arrestò la sua discesa e si voltò per guardarlo con disgusto.
"Ti piacerebbe questo bel bocconcino eh sfregiato?continua pure a sognare" disse senza nemmeno guardarlo.
Harry lasciò perdere riprendendo a salire.
Draco invece scese fino al corridoio della sala grande, voltò un paio di volte la testa e finalmente vide quello che cercava.

Con due falcate attraversò il poco spazio che lo separava da Ginny Weasley che parlava cordialmente con Ser. Nicholas.
"Dobbiamo parlare" disse imperativo.
Il fantasma lo guardò offeso mentre Ginny sgranò gli occhi solo per un istante prima di salutare Nik e affrettarsi a superare Draco.
"Ho detto che dobbiamo parlare, sei sorda pel di carota?" fece lui a denti stretti.
"Non ho nulla da dirti Malfoy, levati di torno" disse lei seria guardandolo dritto negli occhi.
Il ragazzo prese un profondo respiro, sembrava spaventato.
"Senti, brutta specie di.."
la bacchetta di Ginny fu puntata alla gola di lui prima che potesse dire altro, il ragazzo si zittì sollevando il mento e guardandola torvo.

"Ti consiglio di non andare oltre Malfoy, se non vuoi che spifferi a tutta la scuola che non sei in grado nemmeno di mettere ko un molliccio" sibilò la ragazza con aria di sfida, sollevando un sopracciglio eloquente. Poi un ghigno le si dipinse in volto quando vide il viso di Draco diventare più pallido del normale, il ragazzo ingoiò a vuoto incapace di dire nulla, era come se una sorta di colla magica gli avesse serrato le labbra.
I suoi sospetti allora erano reali, la rossa sapeva, conosceva il suo segreto. Una rabbia incontrollata montò in lui e cerco la bacchetta tastando alla cieca la tasca del mantello, ma Ginny se ne accorse e  spinse la punta della sua bacchetta più forte contro la pelle di alabastro di lui.

"Non lo farei davvero fossi in te." disse a denti stretti, lo sguardo ancora più minaccioso.
Poi in un secondo la ragazza si allontanò mettendo via la sua arma e fingendo disinvoltura mentre la professoressa Sprite passava accanto a loro sistemandosi il cappello distrattamente.
Draco guardò la donna allontanarsi con la coda dell'occhio, ma quando il suo sguardo ricadde su Ginny, la ragazza era già lontana. Serrò la mascella e di nuovo la gola gli si annodò in un morso più stretto del suo cravattino. Prese aria dal naso allargando le narici in una smorfia stizzita e digrignò i denti incamminandosi dall'altra parte.
 

                                                                                                                DUE SETTIMANE PRIMA.
 
Correva a perdifiato lungo i corridoi disseminati di studenti intenti a sfrecciare in direzioni varie diretti alle loro sale comuni, le lezioni erano finite e gli altri componenti della squadra la aspettavano per gli allenamenti, non poteva credere di aver dimenticato la borsa contenente la sua divisa nell'aula di pozioni. Non aveva fatto che pensare all'allenamento per tutto il tempo mentre il professor Piton blaterava di antidoti per il veleno di cromantula, e alla fine aveva lasciato sotto il tavolo da lavoro la tracolla di cuoio con l'occorrente.
Arrivò davanti alla pesante porta della classe, semi chiusa, pregò in silenzio che il professor Piton fosse già andato via, non avrebbe sopportato di trovarsi da sola con quell'uomo in una stanza neanche per due secondi, sapeva essere davvero inquietante.
Quando aprì la porta per fortuna trovò l'aula vuota, con un sospiro di sollievo si avvicinò al tavolo dove poco prima era seduta con le sue compagne e si abbassò per recuperare la sua borsa che giaceva li dove l'aveva lasciata. Un rumore sordo la fece sobbalzare, istintivamente si inginocchiò per terra sotto il tavolo, non seppe neanche lei perché, forse sperava solo di non dover incontrare il professore, con sua grande sorpresa però quando sbirciò dal suo nascondiglio vide solo Draco Malfoy che dopo essere entrato aveva richiuso pesantemente  la porta alle sue spalle e si guardava attorno con aria circospetta, poi rapido come se stesse commettendo un reato, cercò tra gli scaffali qualcosa, e parve trovarla. Ginny aguzzò la vista per vedere di che si trattasse, il ragazzo aveva preso una boccetta verde smeraldo da uno scaffale in cima alla grossa credenza che giaceva sul fondo dell'aula, aveva poi estratto una fiala vuota dal taschino e velocemente fece scivolare un po' del contenuto della boccetta nella fiala. Si affrettò a rimettere il tutto a posto, poi fece un'identica operazione con un altra boccetta color ocra, che aveva trovato qualche scaffale più in basso.
Furtivo e guardingo, il ragazzo richiuse la credenza e senza accorgersi minimamente di essere stato osservato, si era apprestato a sparire dietro la porta.
Con un monito di curiosità Ginny uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso la credenza per scoprire cosa il serpeverde avesse rubato. Rimase alquanto interdetta, la boccetta verde sembrava contenere acqua di luna, e quella ocra, peperoncino in polvere. Cercò di riflettere su una pozione che potesse contenere entrambi gli ingredienti, ma non ne aveva idea, si ripromise di spulciare il libro di pozioni per cercare una risposta, la curiosità la stuzzicava.
Poi si riscosse, sicuramente il biondo stava facendo qualcosa di illegale, o di folle, perché di follia doveva trattarsi, nessuno sano di mente avrebbe mai trafugato qualcosa di nascosto dall'aula del professor Severus Piton.

La rossa uscì dall'aula incerta sul da farsi, vide il biondo in lontananza scendere ancora più in basso verso la parte più lontana dei sotterranei e si domandò se non fosse il caso di lasciar perdere con i sospetti e raggiungere il campo per gli allenamenti. Soppesò le sue opzioni per qualche minuto poi sbuffò, maledetto Harry, stare con lui la stava davvero suggestionando, oramai vedeva potenziali maghi oscuri dovunque, chi va con lo zoppo, si disse mentalmente. In fondo avrebbe solo dato una veloce occhiata, Harry non si sarebbe arrabbiato per il suo ritardo.

Scivolò lungo i muri silenziosa, tenendosi a distanza da Malfoy che non sembrava sospettare di essere seguito, a quell'ora in effetti tutti erano occupati a finire i compiti o a dedicarsi alle attività exstra scolastiche prima dell'ora di cena,era l'orario perfetto per combinare qualcosa senza dare nell'occhio.
Il ragazzo scivolò dietro la statua malconcia di una vecchia strega gobba che picchiava un serpente con il suo bastone da passeggio, ed aprì la piccola porta di quello che sembrava uno stanzino per le scope. La ragazza vide il giovane chiudere la porta alle sue spalle scivolando nella penombra, e così si accucciò contro il legno scuro appoggiando cautamente l'occhio sul buco della serratura abbastanza larga da avere una buona visuale,  trattenne il respiro.

Sembrava davvero uno sgabuzzino per le scope, c'erano dentro vecchi banchi inutilizzati e qualche strofinaccio,scope muffite ed un mobiletto simile ad un comodino, dalla sua posizione Ginny lo vedeva chiaramente perché  doveva essere proprio davanti alla porta. Vide l'orlo del mantello di Malfoy svolazzare nella sua visuale per un secondo, poi aguzzò la vista, la minuscola finestrella faceva filtrare pochissima luce, tutto era molto sfocato, ma cercò di concentrarsi.
Il comodino parve muoversi un po', Ginny capì che qualcosa si agitava al suo interno, "Un molliccio" disse muovendo le labbra senza usare la voce. Che diavolo ci faceva Malfoy chiuso in uno sgabuzzino con un molliccio?

Sentì Draco sussurrare appena, "alohomora", l'armadietto si aprì, una piccola coltre di fumo nero riempì lo spazio o almeno così parve a Ginny, gli occhi le si chiusero automaticamente infastiditi, poi li riaprì tornando a sbirciare. Non sapeva cosa avrebbe visto, era quasi certa che il molliccio di Malfoy fosse suo padre Lucius, e come avrebbe potuto biasimarlo, quell'uomo era agghiacciante.
Ma quello che Ginny si trovò davanti la spaventò ed inorridì ancora più di Malfoy senior, più di Piton e dei dissennatori, persino più del suo  molliccio, che era per inciso il diario di Tom Riddle.

In piedi, nello sgabuzzino delle scope, davanti a Draco Malfoy, c'era Hermione Granger.

La sua Hermione, la sua migliore amica,la caposcuola del grifondoro, la migliore amica del suo fidanzato, l'amore della vita di suo fratello, la più brillante strega della sua età, quella Hermione . Anzi non proprio lei, era certamente la Granger ma il suo piglio era diverso dal solito, indossava lo stesso abito color pervinca che aveva messo al ballo del ceppo anni addietro, solo che sembrava starle più attillato di come Ginny lo ricordava, i capelli erano sciolti  e distribuiti in boccoli ordinati che le cadevano lungo le spalle scoperte, le sue sopracciglia erano sollevate appena e sul viso le si era dipinto un sorriso malizioso, che fece arrossire perfino la rossa, soprattutto quando il molliccio/Hermione, con gli occhi di fuoco puntati nella direzione in cui doveva esserci il biondo,  si leccò le labbra in un gesto malizioso.
Sentì la porta vibrare appena, Draco doveva essersi appoggiato ad essa con tutto il peso, ed ora il molliccio con le sembianze della Granger avanzava verso di lui. Dalla sua posizione Ginny non poté vedere l'espressione di Draco, né ciò che accadde,sentì un respiro mozzato ed il silenzio quando i due furono vicini, e vide le loro mani intrecciarsi.
Spalancò la bocca con sorpresa, poi dopo un lunghissimo minuto sentì il biondo sussurrare sconfitto un "Riddiculus" poco convinto, ma non accadde nulla, i due corpi erano ancora vicini, le mani intrecciate, uno strano rumore, come uno schiocco di labbra, Ginny sentì il suo stomaco accartocciarsi su se stesso.
"Riddiculus" mormorò di nuovo Draco, ma sembrava davvero poco convinto ed infatti il molliccio fece due passi indietro senza però scomporsi e rise dei tentativi del ragazzo, la stessa risata cristallina di Hermione.
La rossa vide le dita di Draco contrarsi in una morsa, poi rilassarsi.
"Riddiculus" disse. ma non accadde nulla.
 Per un istante Ginny si chiese cosa il serpeverde combinasse con quel molliccio, dopo aver chiaramente sentito rumore di baci pensò al peggio, e soffocò un conato di vomito. Per fortuna nessuno dei suoi più torbidi sospetti si avverò.

Lui sbuffò e con uno schiantesimo fece rotolare all'indietro la figura di Hermione che sparì di nuovo dentro il comodino, quest'ultimo riprese a muoversi.
Ginny sussultò, non si aspettava quel colpo secco, il suo scatto aveva generato un piccolo gridolino, si portò le mani alla bocca e senza pensarci due volte si lanciò in una corsa.
Sentì la porta fare uno scatto alle sue spalle, ma non si voltò sparendo su per le scale.

Era stata vista? non poteva saperlo, ma di certo sapeva cosa aveva visto lei e dovette fermarsi ad un certo punto della sua corsa e nascondersi dietro una colonna nel corridoio principale per respirare ed elaborare il tutto.
 
                                                                                                                        ++++++*******++++++++
 

NOTE:
Allora, eccoci al secondo capitolo.
Dunque intanto ringrazio chi ha commentato il primo e chi silenziosamente ha letto ed apprezzato (si spera) questo piccolo esperimento.
Se avete letto anche questo capitolo fino alla fine e avete voglia di dirmi cosa ne pensate, non esitate.
Alla prossima :-)
 
 
  
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