Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: KUBA    14/07/2020    5 recensioni
"Merda, è successo di nuovo. Di questo passo non distinguerò più il reale dall’illusione [...]"
Salve a tutti, questa è la prima volta che pubblico un testo in prosa. Questo progetto fa parte della serie "Hornets", che narra le vicende di James, un avvocato italo-americano molto ambizioso, ma che si è scontrato con la realtà dei fatti. Nella serie troverete anche delle poesie che serviranno per l'evoluzione del protagonista. Anche "Storie di vecchie poesie bruciate" è in fase di elaborazione, quindi sarà un lavoro lungo. Spero che vi possa piacere :)
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Hornets'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II

6.30. Suona la sveglia.
Cristo, di già?
Mi alzo dal letto, ho ancora i postumi della sera precedente.
Devo farmi una doccia, non posso uscire di casa con questo odore di alcol. Impiego circa venti minuti per lavarmi e asciugarmi. Il vantaggio di avere i capelli corti è che si asciugano in poco tempo.
Decido di accendermi una sigaretta, mi aiuta a pensare e ora devo capire cosa mangiare per colazione, una scelta decisamente importante. Inspiro, sento un bruciore in gola, un delizioso fastidio mattutino.
Ho deciso cosa mangiare: uova strapazzate e bacon. Un piatto decisamente grasso, ma tanto la linea è andata a puttane da molto tempo. Insieme mi bevo un caffè bollente, senza zucchero, perché così la vita mi sembra meno amara. Terminata la colazione mi lavo i denti e mi rado la barba.
Ora mi devo vestire. Opto per il mio completo migliore: un abito tre pezzi grigio fumo di Londra. Lo abbino ad una camicia bianca con colletto francese – il mio preferito – e una bella cravatta regimental nera e grigia. Oggi è un giorno importante, quindi occorre vestirsi in modo appropriato.
7.45. Sono in perfetto orario.
Esco di casa. Mi dirigo a piedi a lavoro. Gran bella comodità quella di avere lo studio a pochi minuti di strada, non trovate? Nel tragitto mi fumo un’altra sigaretta e mi fermo a comprare il giornale.
8.10. Apro la porta dell’ufficio.
Davide, il mio segretario, è già arrivato. Cristo, quanto è efficiente sto ragazzo!
Gli chiedo se sono arrivate delle chiamate, mi risponde di no.
Accendo il computer, nella speranza che siano arrivate delle e-mail. Ovviamente no.
Porca puttana, di sto passo non riuscirò a pagare l’affitto questo mese.
Mi guardo intorno, mi piace osservare il posto in cui lavoro. Non è molto grande, ma, del resto, con i miei introiti non posso permettermi uno spazio più ampio, però è ben curato.
Passo quasi tutta la mattina a girarmi i pollici. Non so cosa pensare.
11.00. Sento Davide aprire la porta.
“Mi scusi signore, c’è un cliente per lei”
“Finalmente una buona notizia! Presto, fallo entrare”.
Sento l’eccitazione, finalmente un caso.
Vedo un ragazzotto, sui diciotto anni, varcare la porta del mio studio.
Merda, sarà un altro caso del cazzo?
“Buongiorno avvocato.”
“Buongiorno a te. Prego, accomodati.”
Il giovane non si fa pregare e si avvicina alla scrivania.
“Allora, come ti chiami?”
“Valerio, signore”
“Dimmi, Valerio, come mai ti trovi qui?”
“Non so come iniziare…”
“Prenditi il tempo di cui hai bisogno, io non scappo mica. Qualunque cosa tu abbia fatto, ti prometto che resterò al tuo fianco”.
Nel mentre, comincio a pensare a quale bagatella possa aver commesso.
“Vede… ho commesso un errore e ora sono in un mare di guai!”
“Dimmi tutto, ti ascolto.”
“Sono uno spacciatore. Ieri notte ero di turno con mio fratello e la polizia ci ha fermati. Ci siamo messi a correre, ma ad un tratto lui è caduto e lo hanno arrestato. La prego, lo deve tirare fuori.”
“Va bene, però mi servono più dettagli. Che tipo di droga, in che quantità e cose simili”.
“Vendevamo cocaina, non avevamo tanti grammi a testa. Noi siamo piccoli spacciatori, là fuori non contiamo quasi nulla.”
“Allora il caso non è molto complicato. Rientra nella competenza del Tribunale in composizione monocratica e, visto che il fatto è di lieve entità, dovrei poter richiedere il patteggiamento. In questo modo dovrebbe risolversi in fretta. Adesso passiamo alla questione economica. Per un caso del genere la mia parcella è di circa 800 euro, compreso di studio e istruttoria. La tua famiglia può permettersi questa spesa?”
“Io e mio fratello siamo orfani, ma i soldi non sono un problema. Siamo membri degli Hornets, quindi pagheremo tutto, glielo prometto.”
Gli Hornets? Dove ho già sentito questo nome?
Comincio a battere ritmicamente le dita su una cartella, comincio a sentirmi particolarmente nervoso.
“Molto bene, allora direi che posso cominciare a lavorare. Davide, accompagna il ragazzo all’uscita.”
La mia voce sta tremando. Ma che cazzo succede?
“Grazie mille signor avvocato, spero che riesca a tirare mio fratello fuori di prigione.”
I due escono e li guardo allontanarsi.
Ho bisogno di bere qualcosa. Vado al bar. Ordino un negroni sbagliato, mi aiuta a calmarmi. Mi fumo una sigaretta prima di rientrare in ufficio. Sono ancora scosso.
Il resto della giornata trascorre tra la noia e l’attesa.
19.00 Finalmente posso staccare dal lavoro. Ora inizia la parte interessante della giornata.
Vi ho detto che oggi sarebbe stata una giornata importante, no? Il motivo è che ho un appuntamento con una mia vecchia fiamma. Non che mi importi di lei, ma non vado a segno da diverso tempo e oggi finalmente ho un’occasione. Penserete che io sia meschino e, forse, avete ragione, ma un uomo che non scopa è sicuramente un uomo frustrato. Non ci vediamo dall’università e da allora non ci siamo più sentiti, quindi non sa che sono un fallito.
Torno a casa per prendere le chiavi della macchina e per darmi una rinfrescata. Metto il deodorante e mi spruzzo il mio profumo preferito, “Terre d’Hermès”. Cristo! Sta finendo. Non potrò ricomprarlo per un po’.
Alle 19.30 sono sotto casa di Sara, le do un colpo di telefono per avvisarla che sono arrivato.
Dopo pochi minuti scende, è una vera gnocca. Indossa un vestito davvero sexy, chissà forse la serata finirà ancora meglio del previsto. Entra in macchina e andiamo al ristorante.
Passiamo la cena a parlare di noi, quei classici discorsi inutili, ma utili per portarti a letto una donna come lei. Per riuscire a resistere a quella tortura ordino un paio di bottiglie di vino. Mi racconta del suo lavoro, del suo ultimo fidanzato e di come si sente in questo momento. Che palle, cazzo!
Per buona parte della conversazione faccio solo finta di essere interessato – limitandomi a sorridere – prestando attenzione solo all’ultima frase, che poi ripeto per farle credere di aver ascoltato tutto il suo discorso. Chiacchieriamo un po’ del mio lavoro e fingo spudoratamente di stare bene. In realtà, non vedo l’ora di andare a casa e concludere. Continuo a bere, mi aiuta a sopportarla. Probabilmente sono ubriaco.
Finalmente arriva il momento di pagare e guardo il conto… Mi aspettavo di peggio sinceramente. Meno male, almeno riesco a risparmiare qualcosa.
Le apro la portiera. Una volta in macchina comincia a baciarmi con ardore. Finalmente arriva la parte che mi piace. Guido con una certa fretta, voglio arrivare velocemente a casa.
Apro la porta, siamo talmente ubriachi ed eccitati che non facciamo nemmeno caso al disordine. Ci lasciamo trasportare dal desiderio. Ci andiamo pesanti per tutta la notte.

III
Ho trascorso tutta la notte a scopare con Sara.
Oggi non ho voglia di fare un cazzo. Da domani comincerò a lavorare sul caso.


 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: KUBA