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Autore: Miharu_phos    15/07/2020    0 recensioni
Avete presente la storia di Georgie? Ecco, immaginatela moderna, gay e con meno drammi.
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La famiglia di Victor e Vladimir accoglie in casa un bambino, Arion, destinato a diventare il loro nuovo fratellino; con gli anni però, entrambi i due fratelli maggiori cominceranno a provare verso il minore qualcosa che va ben oltre l’affetto fraterno.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Mammina quando tornerete a casa?- aveva chiesto Arion, con il visino imbronciato e appoggiato sul letto d'ospedale di Silvia.

 

-Tra una settimana amore, in tempo per il compleanno di Vlad. Sono solo pochi giorni, vedrai che passano in fretta- lo aveva rassicurato la donna accarezzandogli i capelli sulla fronte.

 

Il bambino aveva sospirato scoraggiato e aveva poi chiuso gli occhi per godersi le carezze della madre, ma la voce fastidiosa dell'infermiera li aveva disturbati.

 

-L'orario delle visite per oggi è finito- aveva sentenziato acidamente, cominciando a risistemare le sedie all'interno della stanza.

 

-Può concederci ancora altri cinque minuti? Sono i miei figli...-

 

-Mi dispiace signora, sono stata già abbastanza clemente, le regole sono le stesse per tutti-

 

Vladimir aveva baciato entrambi i genitori sulla guancia e così aveva fatto anche Victor, mentre invece Arion si era aggrappato alla mano di Silvia senza dare alcun segno di volerla lasciar andare.

 

-Viglio ammalarmi anch'io, così rimango con voi!- aveva piagnucolato, e Mark si era alzato a fatica dal suo letto per andare a prendere in braccio il figlio più piccolo.

 

-Amore vedrai che torniamo presto, una settimana passa velocissima- gli aveva detto dolcemente.

 

"Una settimana"

 

Vladimir ascoltava quelle parole e sentiva già la nostalgia dolergli in gola.

 

Gli rimaneva soltanto una settimana da passare ancora insieme ad Axel, dopodiché i suoi genitori sarebbero tornati a casa e chissà se lui avrebbe mai più potuto rivederlo.

 

Dopotutto Axel e Kevin erano amici di Mark, e di sicuro lui avrebbe continuato a vederli anche dopo la guarigione. Vladimir però no.

 

Quella consapevolezza lo faceva soffrire, ormai contava i giorni che gli restavano da vivere con lui e già si struggeva per quelli che li avrebbero seguiti, dopo il ritorno a casa di Mark e Silvia.

 

-Oggi Kevin vi porta in piscina, non sei contento piccolino? Potrete giocare tutto il giorno- aveva detto Mark cercando di essere convincente.

 

-Non mi importa di giocare, io voglio stare con voi!- aveva insistito il bambino ormai con i lacrimoni agli occhi.

 

-Sei proprio un poppante- lo aveva preso in giro Victor, e Arion per la prima volta gli aveva risposto male, sconvolgendo tutta la famiglia.

 

-Tu stai zitto!- gli aveva gridato, scoppiando poi in un pianto isterico.

 

L'infermiera aveva sospirato intenerita e aveva alzato gli occhi al cielo.

 

-E va bene, lui può restare. Ma solo per questa volta, il resto fuori. E ovviamente al prossimo orario di visita dovrà andare via- aveva messo in chiaro, facendo sorridere con riconoscenza i due genitori.

 

Mark era andato sul letto di sua moglie con il bambino e lo avevano fatto mettere al centro come quando era piccolo, godendosi finalmente la presenza del loro figlioletto.

 

-Allora noi andiamo mamma, veniamo a riprenderlo più tardi- aveva detto Vladimir visibilmente nervoso.

 

Il pensiero di andare in piscina con Axel lo stava facendo morire di paura, ma allo stesso tempo lo entusiasmava ed anche se si vergognava a morte del proprio fisico, non vedeva l'ora.

 

-Ti odio- aveva detto Victor ad Arion mentre andava a salutare i genitori.

 

Arion lo aveva guardato male e si era voltato dal lato opposto, accucciandosi sul petto di Silvia e i due genitori avevano ridacchiato.

 

-Vedete di fare pace voi due- aveva detto Mark con fare perentorio, ma Victor si era allontanato con aria di sufficienza, ripromettendosi di prendere in giro il fratellino per il resto dei suoi giorni.

 

Vladimir invece quasi sembrava non notare tutti quei piccoli battibecchi familiari. Pensava solo ad Axel, alla piscina, al tempo che avrebbero trascorso insieme.

 

Erano giorni che voleva chiedergli di finire quello che avevano cominciato quel giorno in camera sua, ma Axel sembrava quasi averlo dimenticato e di certo Vladimir non avrebbe mai avuto il coraggio di ricordarglielo.

 

"Solo una settimana" continuava a ripetersi malinconico "solo una settimana e non ti vedrò più".

 

Kevin guidava, ridendo a crepapelle per il racconto di Victor riguardo a quello che era successo con Arion, Axel invece teneva gli occhi chiusi, con il capo appoggiato al sedile del passeggero ed il sole che gli baciava il viso abbronzato.

 

Portava gli occhiali da sole, fra i quali i capelli scompigliati dal vento non facevano che infiltrarsi, rendendo la sua figura ancora più perfetta ed angelica.

 

Non parlava, sembrava quasi che dormisse, eppure con le dita appoggiate sulla fessura del finestrino tirato giù, teneva il ritmo della canzone che passavano alla radio.

 

Vladimir non faceva che ammirarlo nel riflesso dello specchietto retrovisore, ringraziando il fratello più piccolo per essere così loquace e riuscire a tenere completamente catturata su di se l'attenzione di Kevin.

 

Vladimir sognava, guardava la pelle liscia del ragazzo più grande e volava con l'immaginazione.

 

Sognava di accarezzarlo, di baciargli la gola, il petto. Sognava di riempirlo egli stesso di succhiotti dove ormai quelli di Kevin stavano scomparendo.

 

Per una frazione di secondo Axel aprì gli occhi e lo guardò fisso nello specchietto; sembrava quasi che sapesse perfettamente dove guardare per incrociare lo sguardo di Vladimir, il quale lo aveva sostenuto con insistenza per quei brevi attimi, prima che Axel richiudesse con incuranza le proprie palpebre.

 

Il ragazzino soffriva, ogni singolo sguardo del biondo lo colpiva dritto al cuore e lo faceva sentire una nullità.

 

Doveva dirglielo, si non ce la faceva più; Axel doveva saperlo, anche se magari il tutto si sarebbe rivelato inutile a causa del rifiuto quasi certo del più grande.

 

Ma non poteva resistere oltre, tenersi dentro quel segreto era logorante, pensava ad Axel notte e giorno ed ogni singolo secondo passato con lui, per Vladimir era vita pura, vibrante, intensa.

 

Amava Axel in ogni sua sfaccettatura, ne era del tutto rapito; quella che era nata solo come un'attrazione si stava trasformando in una vera e propria cotta catastrofica, una di quelle che ti fanno sognare ad occhi aperti, dedicando ogni tuo pensiero soltanto alla persona amata. 

 

Quando finalmente erano giunti in piscina, Axel aveva completamente ignorato Vladimir, almeno inizialmente. In presenza di Kevin lui diventava diverso, tornava serio, silenzioso, concentrato.

 

Perché rideva soltanto quando erano solo lui e Vladimir? Perché gli parlava solamente se non c'era qualcun altro con loro?

 

Aveva dato la mano al suo ragazzo e aveva guardato Vladimir soltanto di sfuggita, per un attimo quasi impercettibile. Il rosa chiacchierava amabilmente con Victor che ormai sembrava aver fatto del più grande un vero e proprio mentore; insieme si trovavano benissimo, e puntualmente se c'era Kevin, Victor snobbava sia Vlad che Arion.

 

A Vladimir non importava, a lui interessava soltanto Axel. Ma erano fidanzati, quei due erano inseparabili e lo capiva da quelle due mani strette che dondolavano davanti a lui, leggiadre come farfalle ma dolorose come una pugnalata al cuore.

 

Voleva dirglielo, forse avrebbe avuto una speranza, anche se era stupido pensare ad una cosa del genere. Ma credeva che tenersi dentro tutto quanto sarebbe stato mille volte più devastante di ricevere un rifiuto.

 

Tanto lo sapeva, era troppo piccolo per lui e oltre a ciò lui aveva già un ragazzo. Ma continuare a far finta di niente sarebbe stato anche peggio di ricevere un no, perché quantomeno si sarebbe liberato di tutto.

 

Eppure il racconto di Axel riguardo al suo innamoramento con Kevin in un certo senso lo incoraggiava. Il biondo era solo un ragazzino quando si erano messi insieme e Kevin era il suo allenatore; era stato lo stesso Axel a dirgli che la differenza d'età per lui non era mai stata un ostacolo, di conseguenza a Vladimir piaceva fantasticare su quella piccola speranza, incoraggiato da quelle sue frasi.

 

Axel aveva subito raggiunto l'acqua cristallina della piscina, non appena vi avevano fatto ingresso; c'era molta gente, eppure Vlad non perdeva d'occhio nemmeno per un secondo la figura veloce e guizzante del biondo, che come una creatura marina scivolava nella distesa azzurra con eleganza.

 

Come al solito Kevin e Victor si erano messi a giocare con la palla anche in acqua, Vladimir invece se ne stava in disparte, seduto sul bordo con i piedi immersi in acqua.

 

Solo quando Kevin si era diretto verso il bar con il più piccolo, Axel si era avvicinato al ragazzino.

 

-Non ti fai il bagno?- aveva domandato.

 

Aveva portato i lunghi capelli bagnati all'indietro sulla testa ed il viso gocciolante quasi brillava sotto la luce del sole.

 

-Non mi va...- aveva risposto Vladimir per fare un po' l'escluso. Sapeva che Axel adorava spronarlo praticamente per qualsiasi cosa, e quindi era stato lieto di vedere che in quella maniera fosse riuscito ad attirare la sua attenzione.

 

-Dai, è così bello. Dì la verità non sai nuotare- lo aveva stuzzicato, ma Vladimir aveva sorriso imbarazzato e aveva scosso la testa.

 

-Non è quello, so nuotare ma non è esattamente il mio ambiente questo- aveva detto soltanto.

 

Axel gli si era avvicinato, posizionandosi fra le sue gambe e prendendo ad accarezzargli le caviglie celate dall'acqua.

 

Vladimir aveva rabbrividito ed aveva guardato intensamente il maggiore, il quale aveva ricambiato il suo sguardo.

 

Era uno sguardo strano però quello di Axel; voleva avvicinarsi a Vladimir ma aveva paura, voleva parlargli, stare con lui. Qualcosa però lo intimoriva, lo frenava.

 

Aveva deglutito e aveva poi lasciato le sue gambe per allontanarsi e tornare a nuotare.

 

Vladimir aveva sospirato pesantemente. Il cuore gli batteva nel petto all'impazzata, avrebbe potuto esplodere se solo quel contatto col maggiore fosse continuato.

 

Kevin non tornava ancora, così Vladimir decise di buttarsi ed immergersi in acqua. Nuotò fino ad Axel che si era appoggiato a bordo piscina, confondendosi con le altre persone; Vlad però non aveva perso di vista il suo corpo neanche per un secondo, quindi lo raggiunse senza problemi.

 

-Alla fine ti sei tuffato- aveva commentato Axel.

 

Vladimir aveva abbassato lo sguardo mordendosi il labbro inferiore, poi lo aveva guardato nuovamente, del tutto incantato dal suo viso.

 

-Facciamo una gara?-

 

-Okay- aveva risposto il minore, poi aveva seguito il biondo ed avevano cominciato a nuotare.

 

Nel frattempo Kevin era tornato e aveva chiamato i due ragazzi per mangiare insieme lo spuntino che aveva preso al bar.

 

Vladimir in quel momento odiò profondamente il rosa; aveva rovinato un momento bellissimo, erano stati soltanto lui ed Axel per pochi minuti e tutto era stato distrutto dal ragazzo più grande.

 

Solo in quel momento, mentre stuzzicava gli spiedini nel suo piatto, aveva notato lo sguardo perso del fratellino minore.

 

Guardava nel vuoto, masticando in modo svogliato.

 

-Che hai?- gli aveva domandato.

 

-Mi mancano mamma e papà- aveva mentito il ragazzino, e Vladimir aveva subito sorriso, perché ormai abilissimo nel leggere le emozioni del fratello.

 

-Ma certo, mamma e papà. È Arion che ti manca, non è vero?-

 

-Ma che dici! Neanche per sogno, io non lo sopporto quel moccioso anzi sono felice che sia rimasto con mamma!-

 

Poi si era alzato in piedi per andare a gettare il piattino e se n'era andato lontano, con le braccia conserte sul ventre.

 

-Che permaloso- aveva osservato Axel, ma il suo ragazzo si era preoccupato e si era affrettato a mettersi in piedi per andare a recuperarlo.

 

Erano di nuovo lui ed Axel soli adesso, e puntualmente il biondo aveva ripreso a guardare il minore.

 

-Continuiamo la gara?-

 

-No, ho appena mangiato quindi voglio riposarmi- aveva spiegato il più grande annoiato.

 

Si era steso sulla sedia a sdraio ed aveva incrociato le braccia sotto al collo, chiudendo gli occhi contro la luce del sole.

 

Vladimir era rimasto a fissarlo dall'acqua per tutto il tempo, ammirando il suo corpo che si asciugava ed il suo ventre che si alzava ed abbassava per il respiro.

 

Invidiava il suo fisico, lui era sempre stato troppo magro nonostante avesse un'altezza non indifferente.

 

Restò ad ammirarlo fino al ritorno di Kevin, che per convincere il piccolo a tornare gli aveva comprato un gelato.

 

Si era poi piegato verso il suo fidanzato e gli aveva baciato le labbra, accarezzandogli con le mani larghe e ruvide il ventre scolpito.

 

-Mi fai impazzire se ti metti così e lo sai, mi stai provocando eh? Appena torniamo a casa mi vendico- gli aveva detto a bassa voce.

 

Vlad però aveva ascoltato tutto e si era sentito morire. Cosa avrebbero fatto? Se lo sarebbe portato a letto come minimo.

 

Vladimir aveva sentito l'istinto di piangere e si era allontanato con uno scatto, tornando a nuotare ma più lontano; Axel lo aveva guardato ed aveva respinto il fidanzato.

 

-Non in pubblico, scemo- gli aveva detto per poi girarsi su di un fianco e chiudere gli occhi.

   
 
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