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Autore: K ANTHOS    16/07/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

-Tu invece Lisa cosa prendi?- chiese Nicola dopo aver servito Riccardo e Ginevra.

-Un’acqua tonica va bene, grazie-

-Ok, in arrivo un’acqua tonica…- Nicola si muoveva disinvolto come un barman consumato davanti a bottiglie e bicchieri.

-Siete molto fortunati a possedere una villetta in un posto come questo…- fece Lisa.

-Mio padre la comprò che ero molto piccolo… Sì, è stata una gran cosa, è un posto meraviglioso-

-Nicola?-

-Dimmi Giorgio-

-La mamma mi vuole portare a tagliare i capelli la prossima settimana… non me li potresti tagliare tu? Sei un parrucchiere, vero?-

-Giorgio! Ma cosa dici?- fece Lisa per la sfacciataggine del figlio.

-Certo che glieli posso tagliare io, che problema c’è… se vuoi lo possiamo fare anche subito, non appena avrò finito di bere-

-Veramente?-

-Sì, certo, che mi ci vuole? Ti farò un taglio da gran galà con un bel ciuffo lucido e alto… sempre se la tua mamma è d’accordo però-

-Figurati Nicola, per me hai campo libero…-

 

Mentre Nicola era tutto preso dal taglio, Lisa cercò di sondare il campo, era la prima volta che rimaneva in disparte con l’amico del cuore di Sara.

-Hai una mano incredibile… diventerai un grande hairstylist- ammise Lisa.

-Grazie, lo spero veramente…-

-E’ bellissimo osservarvi insieme… intendo te e Sara, avete un’amicizia profonda, quasi simbiotica, siete molto fortunati perché non capita spesso una cosa del genere-

-Sì, siamo molto fortunati, più che un’amica la considero una sorella oramai-

Giorgio era rimasto ben fermo ad aspettare che Nicola portasse a termine il suo lavoro, era molto contento di tutte quelle attenzioni nei suoi confronti.

-Com’è Sara? E’ speciale come sembra?- gli chiese Lisa incuriosita.

-Per me lo è, e anche molto… Ha un candore disarmante e una sensibilità verso gli altri notevole. Ha sofferto molto e tende a chiudersi con le persone che non conosce per proteggersi ma con me tira fuori tutta la sua esuberanza vitale, con me è felice e non ha pensieri…- Nicola parlava di lei con ammirazione, si capiva che le voleva molto bene.

-Possibile che una ragazza così non abbia un fidanzato?- indagò lei.

-Per ora non ci pensa… è tutta lavoro e famiglia, soprattutto dopo la morte della madre…- ammise Nicola.

-Mi stai dicendo che non vuole implicazioni sentimentali?- chiese ancora Lisa.

-Sì, è così. Secondo me difficilmente incontrerà qualcuno adatto a lei. Le voglio un bene pazzesco, se mi piacessero le ragazze non me la sarei fatta scappare. Sono molto protettivo con lei, è l’unica persona che mi fa sentire bene con me stesso… ovviamente dopo Andrea- puntualizzò lui con aria innamorata pensando al suo ragazzo.

Nicola aveva finito: un ciuffo ben modellato e lucido sovrastava la fronte di Giorgio, mentre i lati erano perfettamente scalati. Il ragazzino corse al più vicino specchio per rimirarsi.

-Wow, sono fighissimo… zio, zio… come sto?-

-Sembri più grande… e più alto!- rise Riccardo.

-Stai veramente bene così- gli disse Sara.

-Faticheremo a tenere lontane le bambine in spiaggia… almeno fino a domenica… Peccato, le vacanze stanno per finire e dovrò tornare sui libri…- disse dispiaciuta Ginevra.

Si era trovata molto bene in compagnia di quella piccola comitiva: si era velocemente affezionata a Nicola e a Sara e aveva anche avuto la possibilità di stare vicino a Riccardo che non vedeva praticamente mai. Si era anzi resa conto di divertirsi molto in sua presenza, trovava oltremodo stimolante condividere la giornata con il fratello nonostante il continuo punzecchiarsi.

-Anche io devo tornare, mi hanno richiamata in azienda per un altro contratto- fece Sara.

-Quando rientri?- le chiese Riccardo.

-Lunedì mattina, devo essere a lavoro alle otto, quindi penso che domenica subito dopo pranzo dovrò tornare a casa per sistemare i bagagli-

-Ti trovi bene in un posto del genere?-

-Sì, è un ambiente prettamente maschile, c’è solo un’altra donna, la ragioniera, ma per fortuna lavoro con persone simpatiche e sto molto all’aria aperta-

Riccardo valutava sempre le sue risposte e l’espressione che le accompagnava: le era sembrata sempre sincera e più aveva modo di starle accanto, più si persuadeva di essersi sbagliato, di aver in qualche modo forzato il suo coinvolgimento nel caso Rocci.

Ma le sue considerazioni stavano maturando anche da un altro punto di vista: la forte attrazione che aveva provato sin dalla prima volta che aveva posato gli occhi su di lei si stava ora trasformando in qualcosa di più profondo.

Si era accorto di cercarla inconsapevolmente con lo sguardo in ogni momento della giornata, assecondando l’intima esigenza di sapere dove fosse e cosa stesse facendo: ogni scusa era buona per starle accanto, che fosse uno scambio di passaggi a beach volley o una passeggiata sulla riva nel tardo pomeriggio.

Pur continuando a comportarsi in modo molto discreto, Riccardo era diventato inconsapevolmente più attento e premuroso nei suoi confronti, quando era con lei il suo sguardo glaciale e distaccato acquisiva una sfumatura addolcita, quasi protettiva.

Anche Sara gradiva la sua presenza, non poteva nascondere a se stessa che si sentisse oltremodo appagata e felice accanto a lui eppure, nonostante questo, aveva deciso di rimanere fedele alla promessa di cercare di trattenersi dal manifestarlo, di provare a non tradire una qualsivoglia avvisaglia di interesse nei suoi confronti.

Questo assiduo frequentarsi stava però diventando un reale tormento per entrambi poiché ad uno che non poteva per forza di cose permettersi di fare il primo passo, corrispondeva un’altra che per un profondo senso di inadeguatezza non osava farlo.

Nella testa di Riccardo andava profilandosi l’intenzione di corteggiarla una volta rientrati in città, avendo comunque ben chiari tutti i limiti che gli si prospettavano.

Sara avrebbe presto scoperto che le aveva mentito sulla sua identità, e questo non sarebbe stato di certo un buon inizio, poi avrebbe dovuto interrogarla, e anche questo sarebbe stato imbarazzante, però, una volta chiarita la situazione, avrebbe trovato il modo di avvicinarla per confessarle i suoi sentimenti. Sentiva di poterlo fare perché aveva capito di essere ricambiato.  

Mai avrebbe immaginato che indagando e conoscendola più a fondo avrebbe completamente perso la testa per lei.

Era la prima volta che si ritrovava ostaggio di una passione così prepotente e despota e questo lo destabilizzava un poco, contemporaneamente il senso del dovere, quello che lo aveva condotto in quella situazione a dir poco scomoda, lo richiamava perennemente all’ordine.

-Tu quando rientri Riccardo?- gli chiese Lisa ridestandolo dai suoi pensieri.

-Anche io lunedì mattina lavoro… ma dovrò partire presto domenica, ho molte cose da fare prima di rientrare- fece lui distratto dai suoi ragionamenti.

L’espressione di Sara divenne malinconica, Nicola se ne accorse subito.

-Vogliamo fare una cena d’addio sabato sera? Posso accendere il barbecue in giardino e preparare pesce alla griglia e verdure scottate… sono il maestro della griglia io!- propose di slancio Nicola.

Il ragazzo voleva sfruttare tutto il tempo a sua disposizione per riuscire a scuotere Riccardo dalla sua apparente stasi.

-Sì, è un’ottima idea… che ne pensate?- fece Lisa.

Riccardo, Ginevra ed il figlio si guardarono e furono subito concordi nel dare il loro consenso.

-Sì mamma, mi diverto tanto con loro…-

-Però domani sera il pesce lo porto io... altrimenti non se ne fa nulla- sentenziò lei.

-Ok, noi penseremo al resto, vino compreso… sono contento… vi metterò di fronte alla mia maestria…- Nicola metteva in campo le sue doti di stratega per dare un’ultima chance al commesso imbranato.

 

Venerdì in serata Riccardo telefonò all’ispettore Salieri.

-Ciao Riccardo, tutto bene?-

-Sì Ivan, tutto bene. Mi sono goduto qualche giorno di mare in famiglia…-

-Ti sei rilassato allora…-

-Sì. Seppur breve, credo che mi abbia fatto bene questa pausa…-

Riccardo aveva davanti a sé il computer aperto.

-…ho letto il referto dell’autopsia della ragazza nigeriana-

-E’ lo stesso uomo Riccardo…-

-Già, ma questa volta vedo che abbiamo molto di più per riuscire a stanarlo…-

-Infatti, sono riusciti ad isolare delle tracce biologiche, la dottoressa Longhi è stata bravissima. Nonostante la sua furbizia, la fretta non gli ha permesso di tagliare con scrupolo le sue unghie e qualcosa è riuscita a prelevare-

-Ottimo… Vedo che ha anche ritrovato i frammenti di paglia…-

-Deve sicuramente aver portato questa ragazza nello stesso posto delle altre… e poi ci sono le tracce del battistrada, diverse da quelle che abbiamo, ma perfettamente compatibili con il mezzo del video…-

-Le deve aver cambiate, è ovvio. Che mi dici delle tracce in campo aperto? Cosa ha scoperto la scientifica?-

-L’orma indica una scarpa tra il 42 ed il 43, mentre per la pressione sulla terra lavorata hanno stimato un peso tra i 75 e gli 85 chilogrammi…-

-Potrebbe averla colpita proprio lì su quel campo per cercare di fermarla… Continuate con i posti di blocco, sono fondamentali, e anche con la ricerca di immagini dalle telecamere di videosorveglianza lungo le strade che potrebbe aver percorso da quella piazzola di sosta. Lo dobbiamo trovare quel bastardo, si sente proprio sicuro di sé…-

-Stiamo procedendo… tu invece, sei riuscito ad unire l’utile al dilettevole?-

-A proposito di questo Ivan, ti ho chiamato anche per metterti al corrente delle mie impressioni riguardo Sara Morelli in vista della sua prossima convocazione. Volevo dirti che al novantanove per cento mi sono sbagliato, sono sempre più convinto della sua estraneità al caso Rocci. Più la conosco e più sono sicuro che ho preso un abbaglio, non può essere stata complice di un omicidio, sotto qualunque tipo di aspetto. E’ una ragazza sincera, non mi ha mai mentito riguardo la sua vita, tutto coincide con quanto abbiamo saputo di lei. Credo che potremmo anche non convocarla, ma è solo per scrupolo che voglio portare a termine questa cosa, così chiuderemo subito l’indagine che la riguarda-

-Meglio così, perché nelle ricerche che ho fatto è risultata sempre una brava ragazza, senza tanti grilli per la testa. Conosco Germano che lavora nell’azienda di Monterazzano e me l’ha descritta come una ragazza affidabile e volenterosa- confermò lui.

-Benissimo, ne sono contento. Rientrerò domenica a pranzo e se non ci sono problemi ci vediamo direttamente lunedì mattina in ufficio… Ok?-

-A lunedì allora-

-A lunedì-

 

Mentre preparava la cena con la sorella, Ginevra sentì la necessità di confrontarsi con lei.

-Ti sei accorta anche tu di un certo interesse di Riccardo per Sara?-

-L’ho notato…- Lisa le rispose in modo prudente e vago, non poteva sbottonarsi in merito.

-E non ti sorprendi? Non mi hai detto nulla…-

-Non so… non è il suo tipo che io sappia, forse gli è solo molto simpatica…- per lei non potevano esserci fraintendimenti, anche se, guardandoli insieme, qualche dubbio le era venuto.

-Hai visto che espressione ha fatto Riccardo mentre le spalmava la crema solare? E mentre le massaggiava la mano? Lo hai mai visto così… così zerbino? Sembra quasi sottomesso a lei… e lei non se lo fila di pezzo! Qui gatta ci cova…- considerò Ginevra.

-Dici che le piace?- Lisa valutò che effettivamente c’era qualcosa nel suo comportamento che non le tornava.

Di solito avvicinava le ragazze con fare sicuro e disinvolto e le conquistava facilmente non solo per la sua presenza fisica ma anche per il suo modo di fare calmo e ponderato, per il senso di sicurezza che infondeva loro e non da ultimo per la sua innata capacità di ascolto.

Aveva sempre saputo gestire gli approcci con le donne ma vicino a Sara sembrava in difficoltà, pareva aver perso la sua solita sicurezza.

-Direi proprio di sì. Strano però… come dici tu non rientra nel tipo di donne che frequenta… donne in carriera che non cercano altro che una notte di sesso!- valutò Ginevra con occhi a fessura.

-Per favore Ginevra, ora non esageriamo. Sono rapporti aperti… meglio così che sposarsi con qualcuno di cui non sei convinta per poi separarti dopo qualche mese con tutto quello che ne consegue!-

-Hai ragione, ma ciò non toglie che lo vedo a disagio di fronte a lei e questo non puoi negarlo!-

-Effettivamente…- ammise lei.

-Lo ammetti anche tu allora… Hai notato quante domande le fa? Può essersi innamorato? Possibile?- fece Ginevra guardando meravigliata la sorella, come se avesse fatto una scoperta clamorosa.    

Lisa emise un profondo sospiro e smise di apparecchiare.

-Hai visto quando le metteva la crema sulle spalle? Ha alzato il sopracciglio… si è comportato allo stesso modo quando si è ritrovato davanti alla vetrina della Ducati in un concessionario di Roma: venti minuti dopo quella moto in vetrina era sua…- Lisa si era persa in quel ricordo.

-Sì me lo hai raccontato…- fece Ginevra guardando attraverso la finestra della veranda il fratello ed il nipote giocare a pallone.

-“Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni” mi disse citando Wilde-

-E’ un osso duro… forse una ragazza normale come lei è l’unica che può incrinare la sua corazza individualista ed egocentrica… ma secondo te Sara ricambia i suoi sentimenti?- le chiese Ginevra.

-Vedrai Ginni che ci stiamo sbagliando… ci stiamo immaginando una storia che non esiste… - fece Lisa prudente mentre condiva una grossa ciotola d’insalata.

-Credo, come dici tu, che il suo tipo sia più quella donna francese che da giorni lo fissa con due occhi così e sembra volerselo mangiare… mi sembra infatti strano che Riccardo non ne abbia approfittato… E’ bella, libera, una relazione senza coinvolgimenti sentimentali… il suo ideale. Che strano però!- valutò pensosa.

Lisa non poteva rivelarle che Sara era proprio la persona su cui stava indagando Riccardo durante quella breve vacanza ma, allo stesso tempo, non poteva negare che lui manifestasse un interesse particolare verso di lei, un interesse che sembrava andare oltre la semplice indagine. Lo vedeva cambiato, discreto e trattenuto di sicuro in presenza di Sara ma anche più rilassato e spensierato, il suo sguardo le sembrava meno freddo e distaccato del solito.

Poi un’ipotesi si fece largo nella sua mente mentre lo osservava giocare con il figlio, e di certo un’ipotesi non encomiabile.  Riccardo stava mettendo in atto una strategia di avvicinamento basata sul corteggiamento? La stava avvicinando per le sue indagini facendole credere di essere interessato a lei? Se fosse stato così lo giudicò un atteggiamento riprovevole e indelicato da parte sua, non era corretto per lei giocare con i sentimenti di una donna, per nessuna finalità, mai. Cominciò ad essere preoccupata e si ripromise alla prima occasione di parlargli.

-Sai… a me non dispiacerebbe affatto se Riccardo si innamorasse di Sara… anzi… mi piace tanto sia lei che Nicola e se potessimo frequentarci anche dopo le vacanze sarebbe veramente bello…- Mentre Ginevra si lasciava trasportare dai suoi desideri, Lisa assunse un’espressione preoccupata.

 

Sabato mattina Nicola e Sara non furono più soli, in spiaggia il loro duo si era allargato ed ora comprendeva anche Riccardo e la sua famiglia.

I due ragazzi parlavano di moto e Ginevra, dopo le valutazioni illuminanti che aveva fatto la sera precedente con la sorella, sentiva prepotente la necessità di parlare con Sara.

Non era mai riuscita fino a quel momento ad avvicinarla da sola tanto da permettersi lo scambio di qualche confidenza e certamente non voleva partire da quel posto senza aver prima sondato i suoi sentimenti verso il fratello.

Ginevra infatti non aveva solamente notato l’insolito interesse di Riccardo per lei, la cosa che più di tutti la lasciava sconcertata era il comportamento distaccato, al limite dell’indifferenza, di Sara nei suoi confronti.

Sembrava essere stranamente immune al suo fascino, scambiava con lui poche parole e pareva quasi che cercasse di evitarlo, ma sapeva bene che il fratello non passava mai inosservato.

Era diventata per Ginevra una questione di vitale importanza, la curiosità che da sempre la dominava la consumava dentro.

Trovò il coraggio e le chiese:

-Sara mi accompagneresti a fare una passeggiata? Lasciamoli chiacchierare da soli di moto e motori…-

-Certo, fammi prendere il cappello però…-

Nicola era un tipo molto arguto e comprese le intenzioni di Ginevra da una semplice occhiata: capì di aver trovato senza volerlo nella ragazza un valido ed inaspettato sostegno.

Riccardo le guardò allontanarsi non senza una certa trepidazione: i ragionamenti di Ginevra gli erano completamente oscuri e il dubbio che avrebbe potuto involontariamente rivelarle la sua identità lo colse. 

Lisa percepì chiaramente il malumore del fratello.

Raggiunsero il bagnasciuga e Ginevra aprì il discorso.

-Mio fratello sa essere veramente noioso… ha una passione sfrenata per le moto e quando comincia a parlarne non si ferma più… e non parliamo poi se trova qualcuno che gli dà spago come Nicola…-

-E’ bello avere delle passioni nella vita… ognuno ha le sue del resto- le fece notare Sara.

-Già… ma mio fratello è un tipo molto inquadrato, quando lo conosci sai che non ti puoi aspettare qualcosa di diverso…-

Ginevra stava cercando di strapparle una opinione.

-Alcune volte fa anche piacere conoscere delle persone che sanno quello che vogliono… tuo fratello emana calma e autorevolezza, sembra una persona molto affidabile, per lo meno è l’impressione che ha dato a me finora - Ginevra si rincuorò nel sentirla esternare queste considerazioni.

-Ha un grosso difetto però…-

-Veramente?- fece Sara meravigliata.

-Sì… vedi… ha sempre saputo quello che voleva fare nella vita…-

-Stai parlando di fare il commesso?- le chiese con disappunto Sara.

-Non solo… nel senso che è ambizioso ed il suo lavoro viene sempre prima di ogni altra cosa… non dico sia anaffettivo, ma le donne che ha frequentato non si sono accontentate di essere al secondo posto e tutte lo hanno lasciato…-

-Io mi accontenterei anche di essere al terzo… - pensò Sara.

-Come vedi non ti puoi aspettare molto da un tipo come lui, ti dà sicurezza ma sa essere anche molto freddo ed imperscrutabile… hai notato che sguardo ha?- le fece notare Ginevra.

-Sì, l’ho notato…- Sara cercava di non sbilanciarsi più di tanto e non intendeva assolutamente esprimersi in merito al suo sguardo: era forse la cosa di lui che più l’aveva attirata e sedotta.

-Da piccola quasi mi faceva paura… invece Lisa lo ha sempre adorato… tra loro c’è una intesa incredibile…- ammise lei.

-Sì, si nota facilmente guardandoli insieme…- osservò Sara.

-Anche se è un tipo razionale, sa anche essere molto dolce e affettuoso però… Giorgio pende letteralmente dalle sue labbra…-

Sara aveva ascoltato le osservazioni di Ginevra fino a quando le venne spontaneamente da chiedere:

-Ma perché mi racconti tutte queste cose di tuo fratello?-

Ginevra non si era resa conto di aver forse insistito un po’ troppo sull’argomento e si ritrovò a dover inventare su due piedi una scusa plausibile.

-Te le racconto… per giustificare il suo modo un po’ freddo e distaccato di fare…-

-Tuo fratello mi sembra tutto tranne che freddo e distaccato…- le sfuggì d’impeto.

-Ah sì?-  chiese Ginevra sorpresa.

-Sì… ecco… mi dà l’impressione di essere una persona in grado di dominare le sue passioni, non di non averne affatto…- precisò Sara.

-Credo che tu lo abbia saputo… comprendere più di quanto abbiano saputo fare altri…- Ginevra guardò Sara e finalmente le fu chiaro che anche lei lo aveva osservato e valutato molto accuratamente in quei pochi giorni che si erano frequentati.

Il suo apparente disinteresse scaturiva quindi da un carattere discreto e taciturno, ciononostante la domanda che più la pressava era ancora senza risposta: lei era attratta o no dal fratello?

Quando raggiunsero di nuovo il gruppo in spiaggia, il testimone passò da Ginevra a Nicola.

-Ginevra… voglio offrire da bere a tutti, mi accompagni al bar?-

La guardò per un istante e fu più che sufficiente per scambiarsi uno sguardo d’intesa.

-Certo… ti accompagno volentieri-

-Posso accompagnarti io…- gli fece notare Sara.

-No… mentre sono al bar dovresti finirmi il cruciverba… in alcuni punti non sono riuscito a trovare le soluzioni…-

-Come vuoi…- fece lei prendendo la rivista.

-Noi due invece dobbiamo andare… ci vediamo dopo ragazzi…- Lisa si alzò per accompagnare il figlio alla lezione di vela.

-Ciao Giorgio…- Sara lo guardò allontanarsi contento.

Rimase sola con Riccardo e questo la rese un po’ nervosa: si impose di sembrare più rilassata e disinvolta possibile, quindi si concentrò assorta sulle definizioni irrisolte di Nicola.

Senza rendersene conto Riccardo si ritrovò ad osservarla: quella ragazza gli piaceva, più la guardava e più ne era attratto.

Le sue labbra, che mimavano impercettibilmente quello che leggeva, lo attiravano in modo ipnotico e lo stesso effetto subiva nel vedere come Sara si tormentasse il labbro superiore con l’estremità della penna mentre valutava gli incroci di parole.

Passò qualche minuto a godersi la sua silenziosa presenza poi decise di richiamarla dai suoi pensieri, il motivo per cui era lì in vacanza riaffiorava sempre nella sua mente:

-Hai fatto altri incubi Sara?- esordì lui.

Lei lo guardò diffidente:

-No per fortuna…-

-E’ sempre lo stesso o sono sempre diversi?-

-Sempre diversi…-

-Tutti raccapriccianti?-

-Sì… -

-Ti andrebbe di parlarne?-

-No… preferisco di no…-  Sara si irrigidì.

-Ma da dove veniva tutta quell’adrenalina che avevi addosso?-

-Non lo so… credo sia una mia reazione alla paura…- non era la verità ma Sara la reputò una risposta soddisfacente.

-Accompagna sempre i tuoi incubi?- insistette lui.

-Sì…- il suo sguardo divenne assorto.

Sara cercava sempre di scacciare dai suoi pensieri quelle immagini agghiaccianti, almeno durante l’arco del giorno voleva credersi una persona normale: se da una parte le faceva piacere il suo interessamento, dall’altra la disturbava, la metteva a disagio e voleva che smettesse.

-Mi stai facendo un mucchio di domande… sembri un detective più che un commesso…- esordì lei guardandolo seria.

-Ah sì?- Sara lo aveva lasciato per un attimo senza parole.

-Mi mette a disagio parlarne… lo evito se posso- ammise lei.

-Non ne vuoi parlare per non doverli affrontare di nuovo… è così che fai di solito Sara?-

-Sì… è così…- ammise lei.

-Non è la soluzione giusta… i problemi non affrontati diventano con il tempo più grandi di noi… e poi ingestibili-

-Forse…- tagliò corto Sara scarabocchiando nervosamente il bordo del cruciverba.

-Non hai mai avuto una relazione seria vero?- considerò lui.

Lei lo guardò spiazzata.

-Perché? Che cosa vuoi dire?-

-La tua paura… non può fare altro che dominare la tua vita, lei decide per te e l’unica tua reazione in questo caso è nasconderti… dietro il silenzio, dietro la tua famiglia, dietro Nicola…-

-Vivere senza legami sentimentali mi mette nella condizione di non dover dare spiegazioni…- Sara lo guardò con disappunto, non capiva perché insistesse tanto sull’argomento.

-E tu invece? Sembra che tu abbia la necessità morbosa di dare una spiegazione logica e razionale a tutto quello che accade…- aggiunse amareggiata.

La sua vita era pura irrazionalità, qualsiasi ragionamento, qualsiasi valutazione razionale veniva a scontrarsi con la violenza psicologica delle sue visioni illogiche ed incontrollabili.

-Hai ragione… scusami- Riccardo la vide alterata, reputò opportuno fare un passo indietro e cambiare argomento per tranquillizzarla.

-Di cosa parlavate tu e Ginevra?- le chiese poi.

-Ginevra mi raccontava del tuo modo di fare con le donne… di come vengano sempre dopo il tuo lavoro- riassunse lei cercando di ritrovare la calma.        

-Deve essere venuta fuori una sorta di agiografia, conoscendo mia sorella…- fece lui sarcastico.

-Ha parlato molto bene di te invece…- Sara aveva già avuto modo di notare il loro rapporto un po’ difficoltoso.

-Avete parlato di me tutto il tempo?- fece lui con disappunto.

-Sì e anche della passione che hai per le moto…-

-Che problema c’è se mi piacciono?-

-Ma niente… tua sorella credo sia preoccupata per te… non ha parlato d’altro…Vorrebbe che lavorassi di meno e ti occupassi di più della tua vita privata-

-Effettivamente era da tanto che non mi prendevo una vacanza ed in questi giorni mi sono sorprendentemente riavvicinato a lei…-

-Non è poi così difficile come vedi, ci vuole solo un po’ d’impegno da parte tua- Sara si era rilassata e accennò ad un sorriso.

-Posso farti una domanda?- aggiunse poi.

-Certamente- fece Riccardo.

-Ogni tanto sparisci in casa… cosa vai a fare?-

-Sono in contatto con i colleghi del negozio… ho comunque delle responsabilità a cui non posso sottrarmi- fece lui cercando le giuste parole per sembrare sincero.

-Già… il tuo lavoro… sei sempre stato così ligio al dovere e poco propenso ai divertimenti nella tua vita?- indagò questa volta lei.

-Non sono sempre stato prevedibile e noioso se è questo che intendi…- le rispose un po’ piccato.

-Non volevo dire questo…-

-Se ti va ti racconto una delle mie tante bravate giovanili… Forse ti ricrederai… peccato non ci sia qui Lisa a raccontartela-

-Sono curiosa… sentiamo!-

-Bene… In quarta liceo andai in discoteca con dei miei amici… avevo promesso a mio padre che sarei rientrato per l’una invece eravamo così brilli a quell’ora che decidemmo, giustamente per la nostra incolumità, di dormire qualche ora e ci fermammo in una piazzola di sosta. Un mio amico aveva mandato un messaggio alla madre chiedendole di informare del cambiamento di programma anche gli altri genitori ma era così cotto che lo scrisse però si dimenticò di inviarlo! Verso le quattro ci svegliammo e poco tempo dopo giungemmo a casa. Mi ricordo che ero talmente sbronzo che non riuscivo nemmeno ad infilare la chiave nella toppa… mia madre si accorse del mio arrivo e mi aprì, mi guardò e non disse nulla… feci le scale barcollando ed entrai in camera senza neanche accendere la luce… volevo buttarmi sul letto ma mio padre era proprio lì dentro ad aspettarmi... Non so dirti precisamente quante me ne ha date… forse è stata una fortuna che fossi ancora confuso dall’alcol…- Riccardo si aprì in un ampio sorriso a quel ricordo.

Sara rimase invece senza parole per qualche istante.

-Ma allora… anche tu sei stato un irresponsabile…- constatò lei con disappunto.

-Credo che, chi più  chi meno, lo siamo stati tutti a quell’età- sentenziò lui.

Riccardo e Sara si scambiarono uno sguardo divertito e complice, la tensione dei discorsi precedenti era svanita nel nulla con una semplice risata, poi lei lo guardò a filo di visiera e aggiunse:

-Stranamente mi rilassi, sei una persona molto disponibile all’ascolto e sei anche un bravo narratore! E’ sempre piacevole parlare con te Riccardo. Il tuo unico difetto, se posso dirtelo, è che fai troppe domande…- sorrise lei.

-Ti ringrazio… anche per l’appunto che mi fai… – Riccardo ripensò per un attimo a quante ore di interrogatori aveva presenziato in quasi due anni come commissario.

 

-Credo che sia giunto il momento di portare da bere… li vedo di nuovo rilassati…- fece Nicola con un sorriso compiaciuto.

-Sì, altrimenti si insospettiranno…- gli sorrise di rimando Ginevra.

 

-Eccoci…- appoggiarono le bibite sul piccolo tavolino.

-Finalmente… ma dove eravate finiti!- fece Sara.

-C’era una gran fila…- mentì Ginevra.

-Nicola… prima di pranzo vorrei andare al mercatino per cercare qualcosa da portare a Filippo, mi accompagni?- fece Sara.

-Certo, voglio comprare anch’io qualcosa per Andrea…-

-Potremmo andare tutti insieme… non ci sono mai stata ancora… che ne pensi Riccardo?- gli chiese Ginevra.

-Come vuoi… ne approfitto per cercare la bandana che ho promesso a Giorgio…-

-Allora ci vediamo lì tra circa un’ora… il tempo di fare la doccia e cambiarci…- stabilì Nicola.

   
 
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