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Autore: Dioni    16/07/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mezzogiorno era già passato e tutti si prendevano una pausa più che meritata dopo la dura mattinata che li aveva travolti così ferocemente,prima un agguato e poi la comparsa di un folle mezzelfo che si muoveva,si comportava e sopratutto combatteva come un animale selvaggio. Milziade ricordava bene lo sguardo da rettile e gli artigli inumani con la quale combatteva,non aveva mai affrontato nulla di simile e gli era andata bene che quel piano improvvisato era riuscito perfettamente. Si trovava vicino alla cavalla e delicatamente gli stava accarezzando la criniera con la sola mano nuda.

Mi hai fatto preoccupare da morire Briseide.”

E mentre si prendeva cura della sua compagna di avventure una bassa figura gli si avvicinò e gli batte un leggero pugno sul lato della corazza, Milziade si girò infastidito e vide Gordlack,senza martello e con gli stivali di nuovo ai piedi.

Che vuoi o mio basso disturbatore?”,disse il guerriero in maniera canzonatoria.

Come facevi a sapere che quel grosso edificio era un deposito?”,Chiese il nano curioso.

Milziade reagì a quella domanda facendo un subdolo sorrisetto e tornò a occuparsi di Briseide.

Non lo sapevo.”

Gordlack non poteva credere alle sue orecchie e l'espressione esterrefatta della sua faccia barbuta era una chiara dimostrazione di quello che sentiva in quel momento.

Come?Vuoi dirmi che siamo riusciti a ingannare quel maledetto figlio di una bestia immonda e malsana con un piano campato sul momento?”

Si.”

Ti e dato di volta il cervello?Noi nani in battaglia necessitiamo di solidità quando combattiamo,tu mi hai fatto credere che avessi un piano concreto non una blanda improvvisazione.”

Se ti vuoi lamentare fallo col mio datore di lavoro,in questo caso la tua principessina e chiedigli di licenziarmi,ma sta di fatto che lei mi vuole qui. Puoi anche arrivarci da solo alla conclusione di questo dilemma,per cui....”

Milziade non si degnò di finire la frase e tornò alle attenzioni che dava alla giumenta,controllando nel frattempo che non ci fossero ferite di alcun genere e controllando se la sella e le briglie fossero apposto. A quel punto il nano non ci vide più e si allontanò mentre le sue mani fremevano dalla voglia di piantare un colpo di maglio sulla testa del mercenario.

Resta pure in compagnia del tuo ronzino,tra tutti i presenti sembra l'unico a sopportare la tua presenza.”

Disse il nano prima di incamminarsi e tornare da gli altri.

Il mercenario ignorò bellamente la provocazione del nano e rimase concentrato sulle sue faccende. Passò una ventina di minuti che passò sdraiato a terra a godersi un più che meritato attimo di riposo.

Si era tolto le protezioni di bronzo e aveva posato la spada nell'apposito spazio che aveva sulla sella e che a sua volta aveva tolto i finimenti da Briseide lasciandola libera di riposarsi un po' e di mettersi anche lei a terra, stando vicini l'uno accanto e nessuno dei due emetteva un singolo suono. Milziade osservava le fronde degli alberi mentre il suo corpo si rilassava e nel frattempo la sua mente tornava ai momenti dello scontro con quel mezzelfo. Non aveva mai visto nulla di simile e si sentiva fortunato ad esserne uscito con solo qualche graffio,dato l'inaspettato successo del suo piano poteva considerarsi soddisfatto del risultato. Il corpo di quel Nimerin,così aveva detto di chiamarsi quando lo aveva minacciato di una morte orrenda, era stato in grado mutare in maniere inaspettate,sembrava più di avere a che fare con trasformista che con un uomo da come poteva piegare i muscoli del torace o il fatto che degli artigli erano spuntati al posto delle unghie. Ricordava ancora come nella bocca del selvaggio erano apparse zanne degne di un predatore famelico e la maniera in cui schivava la sua spada in maniera tanto innaturale da fargli pensare che l'intera ossatura del mezzelfo si disarticolasse per poi tornare al proprio posto,in una maniera tale da farlo sembrare semplice ed inquietante allo stesso tempo. Ma chi era veramente quel tipo e perché mai un essere così strano dava la caccia ad una ragazzina? Lei era davvero così importante? E cosa centrava quella storia della massa brutale di uomini e mostri che sarebbero scesi dalle lontane terre selvagge?E quella cosa del Demiurgo,cosa mai poteva essere di così prezioso da farlo mettere nei guai così facilmente?Qualunque cosa fosse era chiaro che dal momento in cui aveva accettato l'incarico era ormai tardi per tornare indietro,il suo compito consisteva nel portarla ad Aegis il più presto possibile,prendere i propri soldi e andarsene,era la prima volta che desiderava di ricevere il proprio pagamento in fretta. Tranne quella volta che dovette fare la guardia a quel ricco mercante grasso come un maiale,spilorcio come pochi e che aveva la strana abitudine di vestirsi da contadina nelle sue stanze private,preferì non ricordare quella scena e tornò a osservare con più attenzione le verdi foglie attaccate agli alberi.

In che razza di situazione mi sono cacciato Briseide?”

Disse Milziade mentre continuava ad osservare quel arborea visione sopra di lui per poi chiudere gli occhi,forse una dormitina non gli avrebbe fatto così male. Passò poco meno di una decina di minuti e subito sentì qualcuno avvicinarsi a lui,aprì gli occhi e vide Lucilla sopra di lui,lei lo guardò con un espressione divertita.

E ora di andare,dobbiamo arrivare in città.”

Adesso? Ma non dovremmo almeno mangiare?”

Tranquillo non c'è ne sarà bisogno,dai vieni e prendi il cavallo.”

E senza neanche dargli il tempo di rispondere che la ragazza si allontanò e tornò da gli altri,lasciando il mercenario confuso e scombussolato. Non sapeva nemmeno lui cosa gli prendesse a quella sacerdotessa da strapazzo e per tanto decise di non farsi troppe domande. Erano già troppi i dubbi che lo assillavano. Si rialzò e rimise la sella e le redini alla giumenta e si avvicinò agli altri,notando che tutti gli altri maschi della compagnia facevano cerchio attorno alla sacerdotessa,ritti e immobili come statue,quasi stessero aspettando qualcosa. Il nano se ne stava con il maglio stretto tra le mani e teneva la testa ben piantata contro il terreno,stessa cosa valeva per il ragazzo con il tridente,i cui rebbi sembravano volessero scavare nel terreno tanto che si erano infilati nel manto erboso e nella soffice terra. L'elfo invece teneva vicino a se il suo cavallo mentre teneva l'arco al sicuro sulla sua schiena. Alla vista di quella scena Milziade si sentì un po' spaesato.

In nome di Zeus che cosa state facendo?”

Il mercenario non ricevette risposta e di conseguenza la sua preoccupazione aumentò. Sapeva che c'era qualcosa di strano in questo gruppo,ma adesso ne aveva la conferma,si guardò attorno in attesa che accadesse qualcosa, ma non sembrava ci fosse qualcosa di insolito all'infuori di quella silenziosa riunione. Ma poi però notò qualcosa di sconcertante quando vide che la grande cerva che fino a quella mattina li aveva accompagnati lo stava fissando,poi la vide allontanarsi verso la strada percorsa in precedenza lasciandoli li,vicino al villaggio abbandonato.

Sta tranquillo....”,Disse Lucilla rivolta al guerriero, “Non c'è più bisogno dei suoi servigi.”

Di che stai parlando?”

Pronta Lucilla?”, Chiese Braxus divertito.

Si.”,rispose lei preoccupata.

Il ragazzo spostò il proprio sguardo e il suo sorriso divertito verso Milziade, “Adesso ci divertiamo amico.”

Che intendi dire?”

Lucilla chiuse gli occhi,poggiò le dita di entrambe le mani intorno al diadema e cominciò ad intonare una serie di parole.

Apollo,io ti invoco come signore della luce,tu che conduci il carro del sole,tu che scacci le tenebre della notte e del male,invoco il tuo divino aiuto per condurci alla città dalle bianche mura,invoco il tuo nome affinché mi conceda un viaggio rapido e sicuro....”

Mentre le parole venivano recitate una strana energia sembrava manifestarsi attorno al gruppo,appariva come una sorta di nebbiolina dorata che a malapena si alzava dal suolo e non sembrava che facesse nulla di male. Ma subito cominciò ad alzarsi coprendo le gambe fino al bacino. Milziade cominciò a preoccuparsi e vide la cavalla agitarsi esattamente come la cavalcatura di Nym.

Che ti succede Briseide?”

La giumenta cominciò a mordere le briglie ancora più forte,mentre vedeva nei suoi occhi equini una luce dorata impossessarsi della vista dell'animale. L'elfo invece se ne stava serio mentre con rapide mosse prese il nano e lo mise sopra il cavallo e subito dopo ci salì anche lui,nello stesso istante Braxus si mise vicino alla ragazza e si strinse a lei con lo stesso braccio con cui teneva la rete.

Sali anche tu o preferisci fartela a piedi?.”,disse Nym con ostentata ironia. Milziade da parte sua non capiva bene cosa stesse succedendo,ma d'istinto salì su Briseide e strinse forte le mani sulle briglie. I due cavalli iniziarono ad alzarsi dal suolo sollevati dall'inquietante nube lucente posta sotto il corpo dei due cavalli.

Ma che razza di....”,disse Milziade fortemente preoccupato dalla cosa,in risposta l'elfo si girò verso di lui mantenendo la stessa identica espressione di prima.

Adesso vediamo quanto fai il gradasso signor prezzolato.”

La risposta dell'elfo fece vacillare ancor di più la sicurezza di Milziade,ora era seriamente preoccupato di quello che stava per accadere.

VIENI A ME SPLENDENTE CARRO SOLARE”

La voce di Lucilla tuonò all'improvviso mentre posizionò le braccia rigide di fronte a se mentre la nebbia attorno al gruppo cominciò a muoversi in maniera frenetica e allo stesso tempo si dava una forma. Parti della nebbia si allungavano verso le selle dei due equini formando quello che all'apparenza sembravano due lunghe corde che cingevano i corpi dei due animali alla stessa maniera in cui due animali venivano legati ad una biga,con le cinghie che passavano sopra e sotto il torace e il ventre e si collegavano verso il corpo centrale del veicolo. Nel mentre la nebbia attorno ai due giovani si mosse in maniera grossolana come un cumulo di neve attorno ad una casa dopo una forte nevicata per ridefinirsi e cambiando in qualcosa di più ordinato,dando forma ad un corpo dalla forma tondeggiante sul davanti e lineare dietro e ai lati due grandi ruote nebulose affiancavano la parte centrale di quella massa composta di sola nebbia lucente. Lucilla teneva la posizione salda e ritta di fronte alla cosa.

Ho un gran brutto presentimento.”,disse Milziade rivolto di fronte a se.

VOLATE.”

E in men che non si dica i due cavalli iniziarono la loro corsa com'era nella loro natura,solo che la direzione era leggermente differente...si lanciarono verso il cielo. Milziade sentì che il proprio peso era ancora ancora in qualche modo al corpo del cavallo e che in modo o nell'altro non sarebbe potuto cadere. Ma la distanza tra lui e il suolo si faceva così ampia che la vista di quel panorama gli dava l'impressione di doversi schiantare al suolo da un momento all'altro. Il fitto tratto di foresta da lassù sembrava molto più ampio di quello che si aspettava e il vista del villaggio da quell'altezza gli fece comprendere la vera vastità del danno che Nimerin e le sue bestie avevano causato. Si stringeva forte sulle redini dell'animale mentre il suo sguardo intimorito continuava ad osservare quel pezzo di mondo sulla quale rimpiangeva di non trovarsi più.

I cavalli continuavano a correre come se fossero ancora sulla terra e nel mentre il sole sopra di loro continuava a inondarli della sua luce,che da lassù pareva ancor più fulgida e radiosa che mai,con l'aria che a quell'altezza pareva più fredda e con l'aria che gli veniva contro il mercenario aveva l'impressione che facesse più fatica a respirare,come se un vento contrario gli soffiasse contro e data la sua forza non gli facesse prendere aria. Era una situazione sgradevole. Milziade girò il volto che teneva incassata tra le spalle e si rivolse a Lucilla.

CHE RAZZA DI STREGONERIA E QUESTA?”,urlò lui in parte per farsi sentire bene da lei e in parte per il nervosismo che scorreva dentro per quella situazione inaspettata. Non gli piaceva essere preso alla sprovvista da chi doveva collaborare,sopratutto se si trattava di magia.

E UN INCANTESIMO DI MIA INVENZIONE,TI PIACE?”,disse lei con la sua solita espressione sorridente.

PER NULLA.”,e detto questo tornò a fissare il panorama di fronte a lui,subito in lontananza vide una serie di piccoli monti spadroneggiare sull'ambiente circostante,la cui pietra grigia e le vette innevate segnavano la presenza di un ambiente di montagna,infatti,sotto di loro la grande foresta lasciava spazio una serie di valli erbose e piccole catene montuose più in la sull'orizzonte. Ora ne era certo,la conclusione del suo compito era finalmente giunto,erano nel territorio della città stato Aegis. Nella mente del mercenario la prospettiva di ricevere un altissimo compenso lo ripagava pienamente di tutte le fatiche passate in una sola mattinata. Per un attimo Milziade si sentì in pace col mondo intero.


Una vasto accampamento militare,detto castrum nella lingua dell'impero,era stato montato in una valle di fronte e alla città Aegis e che occupava l'unica strada lastricata che faceva da collegamento terrestre tra la città-stato e il resto del mondo,dato che per il resto la città era protetta da nord da un alta catena montuosa,troppo ripida da sormontare. A ovest da una serie di centri abitati esterni dove principalmente vivevano contadini,allevatori,viticoltori e altre professioni legate alla terra e all'agricoltura,riuniti in piccole comunità semi autonome e che venivano protette dalla diverse squadre di ricognitori e manipoli di guardie che presidiavano la zona attraverso piccole stazioni di comando che in caso di necessità potevano lanciare l'allarme e preparare una controffensiva. Anche attaccare da li sarebbe stato inutile. A est la città era collegata ad un lago grazie ad una zona portuale che garantiva un continuo afflusso di pesce ed acqua pulita e in caso di attacchi a sorpresa dall'acqua piccole navi con a bordo soldati e alcuni maghi potevano controllare che nessun potesse prendere la città alla sprovvista,sia che l'attacco venisse a filo dell'acqua o da sotto di essa. Solo l'occupazione della zona sud,l'unica che una grande armata come la ventiduesima Legio Superba,nome che si era meritata per l'enorme efficienza della legione e dei numerosi successi militari in alcune delle battaglie più famose dell'impero,come lo scontro sulle rive del fiume Xanto contro le orde di centauri e di satiri guerrieri per il controllo del fiume,oppure nelle piane di Cleomene durante la guerra civile per il controllo dei collegamenti stradali per i porti che davano alla capitale. La Superba era penetrata all'interno delle terre della città-stato di Aegis senza incontrare resistenza alcuna riuscendo ad arrivare di fronte alle bianche mura e allestire l'accampamento in un solo giorno,non a caso quella legione era stata inviata li per mandare un messaggio che solo chi vedeva un così alto numero di soldati,formati da razze,culture e armamenti così differenti che si poteva intuire cosa volesse dire uno spettacolo simile:non sfidateci....non n'è uscireste vivi. E mentre i soldati si occupavano delle varie mansioni all'interno dell'accampamento,come scavare le buche per le latrine o occuparsi delle palizzate di legno un altra figura era impegnata nel suo difficilissimo compito. All'interno dell'area occupata dall'esercito una struttura più grande di altre sorgeva nel mezzo delle altre installazioni,il pretorium,una grande costruzione di legno e sormontata da un grande tendone rosso sulla quale erano state cucite due grandi ali di stoffa grigia,al cui interno vi erano stati messi un lungo tavolo di legno sulla quale erano posate diverse mappe e altri documenti legati alla spedizione che si stava svolgendo li,un tavolino più piccolo era situato all'angolo della stanza dove un segretario annotava tutti gli svolgimenti,gli eventi e le informazioni che aveva il compito di registrare per ordine diretto del comandante. Vi erano presenti anche una grande vasca di bronzo trasportabile dove il comandante poteva farsi un bagno,dato che l'istruzione sull'igiene era consigliato ed obbligatorio per tutti coloro che stavano all'interno di una qualsiasi armata,cosa che gli si insegnava per distinguersi dai cosiddetti <> delle culture meno civilizzate,ed infine il letto personale del comandante,nulla di troppo elaborato,solo un letto singolo con una semplice coperta di lana sopra,per quanto l'estate potesse essere calda di giorno,li in montagna c'era sempre il rischio che la notte potesse fare più freddo del solito e che era sempre meglio essere previdenti. E tra tutte quelle cose disposte in maniera ordinata e disciplinata c'era una donna umana,seduta su di una grande sedia di legno posta all'altro capo della lunga tavola, portava una corta chioma di capelli neri che gli arrivavano dietro la nuca e i suoi occhi erano marroni,indossava una semplice veste rossa senza maniche che gli si fermava a metà coscia e che scopriva le gambe,mostrando una sottile cicatrice verticale sopra la tibia destra,che non andava ad intaccare la bellezza naturale della giovane donna. La sua corporatura era minuta e ad un occhio inesperto sarebbe parsa debole e non adatta a quella vita,ma i soldati di quella legione sapevano bene che sotto quell'apparenza da ragazza indifesa si nascondeva un corpo allenato,molto più forte e resistente dei molti legionari li presenti. Stava controllando una missiva che aveva ricevuto direttamente dall'imperatore che le chiedeva degli aggiornamenti riguardo le negoziazioni con la città-stato e che le dava il permesso di parlare a nome dell'imperatore in persona per quanto riguardava le trattative,ogni parola che sarebbe uscita dalla bocca di lei sarebbe stato come se le avesse pronunciate lo stesso Silla. Improvvisamente un uomo entrò in tutta fretta all'interno del castrum,era vestito con un semplice pettorale di cuoio,un gonnellino in strisce dello stesso materiale e in una mano teneva stretta un rotolo di pergamena. Nel vederlo arrivare l'espressione del suo viso si fece serio e autoritario.

Che notizie porti dal consiglio della città?”,disse lei con tono deciso e il soldato nel sentirla si portò il pugno sul cuore,come voleva la tradizione dell'esercito noviano in segno di rispetto.

Ave comandante,ho con me la risposta della città.”

Mostramela.”

Il soldato passò la pergamena arrotolata alla donna e lei notò che aveva ancora il sigillo di cera intatto,segno che il messaggio non era stato ancora letto da nessuno all'infuori del destinatario,il cui simbolo era un scudo rotondo con una folgore nel mezzo. Ruppe il sigillo e aprì la pergamena leggendo la sola ed unica riga su quel foglio bianco.

Un aquila grassa non vola lontano.”

Appena finì di leggere un moto di rabbia si fece largo sul volto di lei,che buttò a terra il foglio e rivolse al soldato.

Vai dal mio sottoposto e fallo venire qui,immediatamente..”

Obbedisco.”

E il soldato in tutta fredda si incamminò verso l'entrata. La donna si alzò in preda alla furia che gli montava dentro e si diresse verso un punto della sala posto dietro di lei,incamminandosi con passo pesante. Aveva capito il significato del messaggio da parte del consiglio di Aegis,una sorta di insulto alla grandezza dell'impero in quanto nazione largamente estesa e la sua continua espansione vista come la voracità di un animale che non è mai sazio e che in preda ad una fame senza limiti continuava a mangiare fino al punto di ingrassare e non potersi muovere,restando così vulnerabile,debole e divenendo preda di altri animali. Un simile insulto non poteva essere tollerato. Finì di camminare e giunse di fronte ad un manichino sulla quale era stata messa un armatura talmente bella che pareva essere stata fabbricata da Vulcano in persona. L'armatura era composta da un elmo la cui forma ricalcava fedelmente la testa di un aquila,con due fessure abbastanza grandi poste sugli occhi dell'animale per avere una buona visuale e al contempo un aspetto minaccioso. Il petto invece ricalcava perfettamente del tronco della sua indossatrice,accompagnato da un gonnellino rosso sangue con un rinforzo di ferro presente nella sottoveste e in più,spallacci d'acciaio ricoperte da piume di aquila reale,bracciali per la protezione degli avambracci e guanti di cuoio a mezza dita per una presa migliore sull'arma e per le gambe portava schinieri e stivaletti con rinforzi di metallo. Ma la cosa più spettacolare di quell'armatura erano gli altri quattro elementi presenti su quella meravigliosa creazione: due grandi ali dalle piume di metallo grandi quanto le ali di un giovane grifone poste dietro le spalle e su entrambi i fianchi dell'armatura era presenti due gladi riposti all'interno di due foderi d'argento,il solo guardare quella magnifica opera di esperta metallurgia simboleggiava la gloria stessa di una delle armate più importanti di cui l'impero potesse disporre. Per un istante il comandante rimase ad osservare quella splendida meraviglia dall'aura gloriosa e imponente che si poteva percepire semplicemente guardandola,poi allungò una mano verso il pettorale e riprese già come altre volte l'operazione che l'avrebbe fatta di nuovo scendere sul campo di battaglia,cominciando a vestire pezzo per pezzo le diverse componenti della splendida protezione in totale autonomia,dato che una delle caratteristiche più importanti di queste armature era il sistema in cui l'indossatore o in questo caso l'indossatrice,grazie all'attenta e minuziosa lavorazione del materiale e una buona dose di energia magica infusa durante la creazione della stessa permetteva l'assemblaggio senza alcun tipo di aiuto esterno come si faceva solitamente con le armature normali dove in alcuni casi era necessario l'assistenza di un aiutante,che nel caso di una donna in mezzo a tanti uomini non era la scelta migliore. Non una sola parte sembrava scomoda su quel corpo armonioso e allo stesso tempo forte, i gambali calzavano perfettamente mentre la corazza esaltava e valorizzava le curve di lei senza mancare nella loro funzione difensiva,le membra di lei e il lucido metallo sembravano far parte di un solo ed unico essere. Nel mentre entrò una creatura ben diversa dalle tipiche razze che giravano nell'impero: sembrava un uomo dagli occhi verdi e una folta barba marrone,ma le due grandi corna da ariete poste sopra la testa e le gambe da capra dicevano tutt'altro sulla vera natura dell'essere,reso più civile da una corta veste di nobile stoffa tenuta addosso per un sola spallina e due lunghi flauti di legno che teneva nelle mani.

Mia signora,quale melodia devo suonare oggi?”,disse la creatura senza porgere il saluto al comandante.

Di guerra e conquista,raduna gli uomini e fa sapere che Nevia Placidia Sannita ordina un attacco contro la città che osa sfidare il volere dell'imperatore,oggi questa città entrerà a a far parte dei domini di Nova una volta per tutte.”

Come desiderate,il vostro Leuco annuncerà all'esercito le vostre intenzioni.”

E svelto nell'andare come nel venire uscì aggirandosi per l'intero campo suonando entrambi i flauti nello stesso identico momento facendo un uso esperto di quella curiosa maniera di suonare.”

La donna ormai rimasta sola e con solo l'elmo da indossare chiuse gli occhi,chinò la testa,alzò le braccia con i palmi rivolti verso il volto e intonò una preghiera.

Marte signore degli eserciti,dona alla mia legione la disciplina e il coraggio in battaglia,Minerva signora della saggezza e della strategia,donami l'acume e l'astuzia per vincere sui i miei avversari più insidiosi e subdoli,possa tu Bellona ricoprirci di onore e gloria per questo scontro,poiché tuo e il nome che la guerra porta e ti rendiamo omaggio col sangue versato.”

Dopo aver finito indossò l'elmo completando così l'armatura e armata di tutto punto uscì dal castrum ritrovandosi così al centro di una grandissima area centrale totalmente sgombra da qualsiasi che non fosse un soldato. Per tutta l'area risuonava la musica dei flauti che Leuco,l'unico satiro che si accompagnava alla legione,girava per tutto l'accampamento intonando la sua musica,forte e ritmata,chiamando a se tutti gli uomini in armi e che da tempo il suono dei suoi strumenti significava una sola cosa...era giunto il tempo di fare la guerra. Rapidamente i primi a giungere alla chiamata furono i legionari,la fanteria di base dell'esercito imperiale,composta da uomini che indossavano la lorica segmentata,una corazza formata da strati di metallo sovrapposti l'uno sopra l'alto e un elaborato elmo di metallo e con lo portavano il gladio,lo scutum e due pilum,un giavellotto dalla morbida punta di metallo,utile non solo per infilzare l'avversario ma anche per incastrarsi negli scudi dei nemici,rendendoli scomodi e inutilizzabili. Dietro di loro vi erano i sagittarii,gli arcieri dell'esercito imperiale,in questa legione erano mischiati tra gli umani e gli elfi,la cui naturale efficienza nelle armi da tiro li rendeva tiratori provetti e sia gli umani che gli elfi indossavano un semplice cotta di maglia,un elmo di cuoio,un arco in legno di mareth,un tipo di albero molto conosciuto tra tutte le genti elfiche per la sua flessibilità e la sua resistenza,molto usato tra i costruttori di archi del popolo verde,altro nome con la quale erano conosciuti gli elfi. Subito dopo giunsero due squadre di equites,la cavalleria leggera noviana,specializzata negli spostamenti rapidi come sentinelle e veloci ricognitori nei momenti di pace,usati per incursioni veloci e attacchi alle truppe più lente e vulnerabili durante le battaglie. In brevissimo tempo si aggiunsero altre squadre più piccole ma altrettanto importanti come gli scavatori,che passavano sotto le mura,distruggendone le fondamenta e facendole crollare sotto il loro stesso peso,usando solo pale,picconi,asce e torce,oppure i medici da campo, che già da qualche secolo si erano inseriti come unità permanente negli eserciti di tutto l'impero,a differenza della maggior parte di tutti gli altri campi militari erano relativamente nuovi. Erano addetti al recupero dei feriti e alla loro cura,usando erbe,pozioni,bende e nei casi più gravi anche spatole,pinze e piccoli strumenti da taglio per poter aprire le carni e ispezionare l'interno,spesso quando il paziente era già morto e in molti le infezioni e la sporcizia dovuta alle ferite o alle pessime condizioni igeniche potevano portare alla morte del soggetto,anche a medicazione finita,ma nonostante ciò l'utilizzo di medici aveva permesso all'esercito di perdere meno unità,risparmiando così soldi e tempo per l'arruolamento di nuove truppe. Quando tutte le truppe interessate furono chiamate a raccolte migliaia di animali e di uomini furono chiamati a raccolta Nevia si rivolse a quella grande formazione con voce grande ed autorevole.

Soldati,oggi e arrivato un messaggio da parte dei cittadini di Aegis e quello che ho letto non mi è piaciuto per niente. Dietro quelle mura quelli che dovrebbero essere dei fedeli figli dell'impero si sono dimostrati ancora una volta dei miserabili ribelli che non riconoscono il nostro diritto come giusti dominatori di questa città come dovrebbe essere. Altro che città-stato,questa dovrebbe essere una delle nostre città più fiorenti dell'impero e non un governo indipendente all'interno dei nostri territori e visto che si sentono così liberi dal controllo di Nova hanno deciso di ospitare una principessa ribelle,nonché sacerdotessa di Apollo che ha lasciato il tempio senza alcuna giustificazione. Per come la vedo io questa città merita una severa punizione,serrate i ranghi e marciate uniti,oggi la ventiduesima si ricoprirà di gloria ancora una volta,NOVA CAPUT MUNDI”.

L'urlo finale del comandante venne accompagnato da uno dei gladi che puntò verso il cielo mentre nel contempo le due grandi ali di metallo presero vita e si spiegarono in una maestosa esibizione di metallico splendore. La vista di quello spettacolo aveva innescato in tutti i soldati presenti un improvviso senso di fierezza crescere spontaneo nei loro cuori. “NOVA CAPUT MUNDI”, urlò la massa di soldati a sua volta,Nova capitale del mondo,era questo quello che l'antico motto degli eserciti imperiali recitavano ad ogni nuova conquista,il continuo allargarsi dell'impero ispirava visione di forza e di grandezza per la quale i soldati sarebbero potuti anche morire,se motivati nella maniera giusta. I primi reparti di fanteria si stavano riunendo nei classici squadroni formati da cento unità dette centuria,ognuna comandata da un centurione,un soldato a capo di questa squadra e che a differenza dei loro uomini portavano un armatura più elaborata e con un elmo dotato di pennacchio rosso,ma erano privi dello scudo e dovevano guidare i loro uomini posizionandosi in prima fila sulla destra,così da mostrare il loro valore in battaglia,sia agli uomini che a loro dei. E fu proprio in quel momento,quando ormai lei si sarebbe messa alla testa della Superba per l'ennesima volta vide qualcosa in lontananza sorvolare il cielo,ai suoi occhi pareva come una stella,ma non era possibile dato che erano in pieno giorno e per lo più la direzione nella quale stava avanzando passava proprio sopra la città di Aegis,non poteva essere una coincidenza e per dissipare il dubbio ricorse al potere insito nell'armatura,in particolar modo quello situato nell'elmo. La vista della donna si potenziò e i suoi occhi poterono guardare molto più lontano di quelli di una persona normale,al pari di quella di un aquila e proprio come il nobile rapace riuscì a identificare con chiarezza l'oggetto delle sue attenzioni,un grande carro che sorvolava il cielo trainato da due cavalli con in groppa tre figure non molto chiare e sul veicolo altri due figure non molto chiare,ormai non aveva più dubbi,qualcuno stava cercando di aggirare la presenza dell'esercito e lei di certo non gradiva la cosa. Le ali di metallo ricominciarono a muoversi e questa volta più forte e in movimento continuo,come fossero dotate di vita propria e prima ancora che i soldati potessero rendersi conto della cosa la loro signora balzò in aria con un potente colpo d'ali e in men che non si dica si sta già dirigendo verso la sua preda,con i gladi tra le mani,pronta a ghermire chiunque fosse,Silla gli aveva dato un ordine personale scritto di suo pugno e lei lo avrebbe portato a termine a qualunque prezzo,visto che aggirare lei in quel momento era come cercare di aggirare l'imperatore in persona e questo lei non lo avrebbe mai permesso,ne andava del suo onore e della sua credibilità,ma sopra tutto non voleva deludere il suo imperatore,la cosa non era minimamente concepibile per lei.

Sarai fiero di me, non mancherò al giuramento fatto.”

E con queste parole nel cuore e nella mente si diede una spinta maggiore dando un colpo d'ali più forte degli altri,chiunque fossero non sarebbero entrati in città...non finché ci sarebbe stata lei a impedirlo.


Il volo era da sempre il sogno che molti non avrebbero mai realizzato e che sempre avrebbero inseguito. L'idea di destreggiarsi nel cielo librandosi in aria come un uccello migratore,libero di viaggiare sospinto da venti leggeri che li aiutassero a viaggiare lontano...ma non Milziade,a lui piaceva stare coi piedi per terra,lui era ben lontano dal suolo e per la prima volta si rese che volare di certo non faceva per lui,sfortuna volle che lo scoprì sul dorso della propria giumenta che in quel momento veniva usata per condurre un carro volante insieme ad un elfo,un nano,una principessa che sapeva tanto e diceva poco e il suo probabile abbronzato amico-servitore armato di rete e tridente. In qualunque altro giorno se qualcuno gli avesse raccontato una cosa simile prima si sarebbe piegato in due dalle risate per l'assurdità della cosa e poi gli avrebbe chiesto come se ne fosse uscito con una scemenza simile. Milziade stava in groppa a Briseide completamente rigido e per nulla interessato a vedere di sotto,cosa che gli ricordava di come fosse lontana la terra da i suoi piedi,strano come in un momento simile si ricordasse di aver sempre dato per scontato la polvere delle strade di campagna o il pietrisco che si trovava sui sentieri di montagna,cominciava davvero a mancargli il semplice e comune camminare.

Come ti senti Milziade?”,chiese Lucilla diretta al mercenario.

Una meraviglia e sempre stato il mio sogno quello di affiancarmi alle nuvole e poter volare fino a raggiungere il sole e poi cadere in mare come Icaro,sfracellarmi a pelo dell'acqua,con la testa spaccata in due come un frutto maturo.”

Se ti accadesse io non resterei dispiaciuto della cosa,se non altro sarà l'unica cosa buona che mi ricorderei di te.”,disse Nym con voce piatta,mentre scrutava tranquillamente il paesaggio intorno a se.”

Grazie per l'interessamento spaventapasseri,sei un vero duro con l'arco,forse se ti avvicini ancora un po' non ti sentiresti così sicuro di te stesso.”

Quanta sicurezza da un uomo che si porta tutto quel bronzo addosso,sicuro che non ti abbia ossidato il cervello? Oltre che la poca simpatia che susciti negli altri individui sia ormai arrugginita da tempo,dammi retta,da vicino o da lontano non avresti speranze contro un elfo degno di questo nome.”

In questo caso non avrò problemi contro di te.”

E mentre il guerriero stava litigando con l'arciere si accorse che il nano lo stava fissando intensamente e preso dalla cosa si rivolse anche a lui.

Anche tu vorresti dirmi qualcosa di carino?”

Restando in silenzio Gordlack cominciò a fare uno strano verso con la bocca,come se si stesse strozzando,indietreggiò con la testa e in men che non si dica la spinse in avanti facendo forza col collo e poi sputò una goccia di saliva così grossa che aveva le dimensioni di un moscone. Milziade lo schivò appena in tempo e fissò il nano con aria di sfida.

Ah peccato,ti servirà qualcosa di più grosso per potermi pren....”

Non fece in tempo a finire la provocazione che effettivamente qualcosa di più grosso gli venne contro,non fece in tempo a capire che cos'era poiché le uniche cose che riuscì a vedere furono due grosse ali e un corpo non ben definito passargli accanto ad una velocità inaudita. I cavalli si spaventarono e cominciarono a imbizzarrirsi senza tuttavia rallentare la marcia e per istinto cominciarono a correre di più.

COS'E ERA QUELL'AFFARE?”

Urlò Braxus in preda allo spavento per la cosa che aveva appena intravisto,non fece in tempo a identificarla con niente di quello che conosceva,era velocissima,questa era l'unica certezza sulla quale chiunque di quel gruppo avrebbe confermato quello che aveva visto. La videro fermarsi di colpo e notare per prima cosa le grandi ali riflettere la luce del sole dandole un aspetto mitico,poi videro tutte le altri parti del corpo che ai loro occhi parve metallico,fu per breve tempo data la velocità con la quale viaggiavano,ma tutti si fecero un idea generale di quello che stava succedendo e sapevano benissimo che vicino alla città un esercito era pronto ad un assedio,quindi il fatto che fosse comparsa voleva dire una sola cosa,c'era ancora un ultimo ostacolo da superare prima di entrare ad Aegis.

CORRETE.”,urlò Lucilla rivolta ai due cavalli e questi si lanciarono ancora più veloci verso il loro obiettivo. Ma il carro non fece in tempo a volare più rapidamente che l'essere volante si lanciò di nuovo all'inseguimento,cominciando così una folle corsa sopra i cieli di quel paesaggio di montagna. Il carro procedeva a grande velocità mentre lo strano essere continuava a stargli dietro con la tenacia di un predatore tanto feroce quanto determinato. Braxus teneva il tridente tra le mani in attesa che l'essere volante si avvicinasse a tal punto da fargli assaggiare le punte della sua arma,ma se era facile a dirsi a farsi invece era tutta un altra storia, considerando le netti differenze tra lui e il mostro volante. I movimenti del carro per quanto bruschi e improvvisi fossero di volta in volta per sfuggire alla creatura non impedirono al ragazzo di restare ancorato al luminoso veicolo,la cui magia impediva ai conducenti e ai loro accompagnatori di perdere l'equilibrio,rendendo così più agevole e fluido la guida del carro,questo Lucilla lo sapeva bene,dato che non era la prima volta che ne faceva uso. L'essere alato si diede un colpo d'ali più forte e in uno scatto improvviso raggiunse il

carro dove Braxus attendeva di ingaggiare battaglia,eppure il mostro sembrò puntare alla ragazza muovendo un colpo verso di lei,ma il ragazzo intervenne in tempo per parare l'attacco andando a scontrarsi così con quello che all'inizio aveva scambiato per un grosso artiglio. I rebbi del suo tridente cozzarono contro una spada corta dalla lama dritta e dal metallo di splendida fattura,poi capì con cosa,o meglio chi aveva a che fare,non era un mostro,era un soldato dell'impero noviano e questa comprensione aumentò in lui la voglia di infilzare quello che hai suoi occhi non era altro che uno spregevole sgherro imperiale e con questo pensiero in testa passò al contrattacco. Pur tenendo la rete nelle mano sinistra l'aprì abbastanza da poter tenere l'arma con entrambi le mani e far forza per colpire l'aggressore metallico,ma a malapena sfiorò una spalliera dell'armatura che il colpo venne bloccato dall'altro gladio,della quale non si era ancora accorto e con il gladio destro muovere un fendente verso il collo di Braxus,ma lui fece in tempo a piegare la testa prima che il filo tagliente gli recidesse la testa e con la rete non ancora aperta far incastrare la lama nella trama metallica. Il tentativo riuscì rimase impigliata tra le catenelle e sentendosi in vantaggio nello scontro il ragazzo avvolse il braccio nella rete,ingarbugliando l'avversario nel sua trappola e rendendogli arduo l'impugnatura sulla spada.

Adesso non mi scappi dannato.”

Ne sei sicuro?”,disse il suo avversario provocatoriamente,facendo così notare la voce femminile,seppur coperta dall'elmo.

Aspetta ma tu sei....”Ma la sua avversaria non gli diede il tempo di comprendere appieno la situazione che lei diede uno strattone col braccio intrappolato talmente forte,da rompere la rete metallica,spargendo in aria i diversi anelli che la componevano rendendola così inutilizzabile,poi con lo stesso braccio mosse due fendenti,uno alla vita e l'altro all'altezza del volto lasciando un taglio alla base del ventre e una ferita superficiale su di una guancia,dato che braxus aveva fatto in tempo a pararsi il viso,incassando la testa tra le spalle e facendo in modo che il gladio colpisse il suo spallaccio,piuttosto che aprirgli la testa in due. Oramai non poteva più fare uso della rete e quindi dovette affidarsi solo alla sua abilità col tridente,riprese l'arma con entrambe le mani e ripartì all'attacco portando diversi attacchi di punta molto rapidi e precisi,ma lei potendo contare su due armi e la libertà del movimento aereo riusciva a parare o deviare i colpi con grande facilità e nel mentre rispondeva con veloci e brevi stoccate con entrambe le spade mentre continuava a volare come se nulla fosse. Il corpo di Nevia restava in una posizione orizzontale mentre con le ali aveva assunto una posizione lineare e rigida per sfruttare le correnti aeree senza dover costantemente preoccuparsi della velocità e affidando giusto qualche pensiero alle manovre di volo,cosa che risultava piuttosto strana visto che gli umani per loro natura non potevano volare e che sapersi destreggiare con quell'arte era un impresa non da pochi,non per nulla era il comandante della Superba e che sapersi muovere in quella maniera aveva richiesto tempo ed un impegno costante,il risultato furono l'efficienza che aveva nello sfruttare il grande potenziale dell'armatura. Il ragazzo invece da parte sua non poteva far altro che stare a contatto con il nebuloso veicolo e che doveva accontentarsi dello spazio che gli era disponibile e la mancanza di un armatura gli permetteva grandi spostamenti e manovre evasive quando aveva a disposizione un spazio abbastanza largo per poter schivare gli attacchi con schivate e continui cambi di posizione,ma in quel momento si sentì limitato dallo spazio ristretto e quindi non riusciva a combattere al meglio delle sue capacità,cosa che lo svantaggiava notevolmente. Tutto ciò che poté fare era restare sulla difesa e sperare di riuscire a colpirla,nella speranza di assestarle un colpo che potesse offrirgli uno spiraglio di speranza,ma sapeva bene che non sarebbe stato facile,tutto ciò che poteva fare per il momento era difendersi.

Lucilla sapeva bene che se la situazione andava avanti in quella maniera c'era il rischio che il suo amico rischiava di essere ammazzato,tutto ciò che poteva fare era controllare il carro con la forza dei suoi poteri,a parte condurre la corsa non c'era nulla che potesse tentare. Ma in quello stesso istante,quando pensava di essere in balia degli eventi che più in basso vide la speranza farsi più forte di prima e prendere forma come mai non si sarebbe mai immaginata potesse vedere,con l'aspetto di spesse mura più bianche del marmo e resistenti come le montagne che la circondavano,con un altissima torre che sorgeva al centro di quattro grandi strade che si incrociavano formando così una croce,riconosceva l'edificio e se la memoria non la ingannava c'era una cosa che poteva ancora per sfuggire dalle grinfie di quella donna,lei non aveva l'accuratezza nel combattimento a distanza di Nym,la forza di Gordlack o la leggerezza di Braxus,a parte i suoi poteri l'unica cosa che poteva fare adesso era rischiare tutto ciò per cui stava mettendo in gioco la sua vita e quella di chi l'aveva scortata fin li,che l'avesse seguita per fedeltà o per ricevere una ricompensa. Il destino del suo viaggio sarebbe dipeso dalla sua decisione.

REGGETEVI FORTE.”,Urlò lei,più a se stessa che a gli altri e in meno di un battito di ciglia i cavalli cambiarono direzione,questa volta verso il basso. Tutti gli altri membri della squadra si preoccuparono non poco quando l'improvvisa discesa sorprese tutti,che non ebbero nemmeno il tempo di chiedergli cosa avesse intenzione di fare,i loro corpi furono schiacciati dalla pressione dell'aria mentre il vento soffiava forte sui loro visi che sentivano le fredde correnti raffreddare le loro membra e la velocità farsi sempre più pesante sui loro corpi.

Ma cosa...”,si chiese la comandante mentre osservava l'assurdità della scena con fare sbigottito,ma non aveva tempo da perdere con le supposizioni che stava già perdendo la sua vicinanza con l'obbiettivo,perciò drizzò le ali dietro la schiena a e si lasciò cadere anche lei verso il mondo sotto di lei. Milziade da parte sua strinse ancora di più le gambe attorno al corpo della giumenta mentre guardava la città sotto di lui farsi sempre più grande e sempre più in fretta,gli occhi gli cominciarono a lacrimare mentre l'aria soffiava contro quest'ultimi e nel mentre una forte sensazione di vuoto lo prese allo stomaco e persino respirare gli riusciva difficile data tutta l'aria che gli veniva in faccia e che non riusciva a inalare. L'unica cosa alla quale riusciva a pensare e che presto sarebbe morto,in compagnia di un elfo,di un nano,di una ragazza che nascondeva troppe cose e di un ragazzo che...in effetti il ragazzo non sapeva nemmeno che tipo di persona era e nemmeno gli interessava,tanto se anche lui faceva parte del gruppo non gli sarebbe andato tanto a genio,esattamente come gli altri,per la fine che stava per fare,tra di loro,non se ne salvava uno.

  
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