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Autore: serejane    17/07/2020    1 recensioni
Chiunque abbia letto la saga di Harry Potter conosce Remus Lupin e Ninfadora Tonks, quello che però non sa è come sia nato il loro amore. Lei sempre solare, positiva, energica, pronta a contagiare tutti con il suo sorriso; lui riservato, inquieto, passa il tempo ad autocommiserarsi a causa della sua malattia.
Due poli opposti, il bianco e il nero, o meglio il rosa e il marrone; in che modo avranno trovato un punto d'incontro e Dora sarà riuscita a farlo capitolare?
Nella mia fan fiction vi condurrò, passo passo, lungo il percorso della loro storia e vi racconterò come due persone con, all'apparenza, nulla di simile, abbiano trovato la loro completezza insieme! ❤️
Ogni confronto è sempre ben accetto, aspetto i vostri commenti!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Alastor Moody, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo

Una terribile tempesta infuriava nel cielo quel pomeriggio di inizio agosto. Non era particolarmente strano, a Londra il tempo cambiava in continuazione, poteva esserci un sole splendente e, pochi attimi dopo, una pioggerellina fine e fastidiosa. Nel sottosuolo della città, all'interno del Ministero della Magia, i dipendenti ne erano ignari, ben protetti e nascosti da tutto e da tutti.

In quel momento, però, c'era qualcuno irritato quasi quanto la bufera che imperversava fuori. Ninfadora Tonks era intenta ad analizzare un'infinita pila di documenti e di certo quella non era una delle sue attività preferite. Era diventata Auror per poter combattere attivamente contro i criminali, non per stare seduta alla scrivania. I suoi capelli, che cambiavano colore in base alle sue emozioni, erano rossi come ogni volta che doveva affrontare qualcosa di terribilmente seccante. 
«Per la barba di Merlino! Nessuno mi aveva avvisata di tutte queste scartoffie», imprecò sbattendo un pugno sulla scrivania e facendo volare dei fogli per terra. 

«Ecco ci mancava solo questa, accidenti a me e alla mia sbadataggine!» 

Iniziava a innervosirsi sempre di più, ma dato che in quel momento si trovava da sola in ufficio poteva dare libero sfogo alla propria frustrazione. Divideva la stanza con il suo superiore, Kingsley Shacklebolt, un mago di bell'aspetto ma soprattutto simpatico e disponibile. Per la ragazza era più un amico che un capo, con lei era sempre stato alla mano e pronto ad aiutarla e indirizzarla. All'inizio di un nuovo lavoro è difficile per tutti adattarsi, ambienti e persone sconosciute mettono a dura prova chiunque, ma Kingsley l'aveva presa per mano e l'aveva affiancata. L'aveva fatta sentire meno sola e l'aveva trattata da pari. Di solito Tonks non aveva quindi problemi a lasciarsi andare davanti a lui, ma si sentiva più a suo agio senza la sua presenza.

Tre colpi ben decisi contro la porta la fecero sussultare. Non aveva idea di chi potesse essere.

«Chi è?»  

«Alastor»   , rispose una voce dura e inconfondibile.

«Entra!»  

La ragazza gli corse incontro abbracciandolo. Chi conosceva Alastor Malocchio Moody sapeva quanto fosse burbero e poco incline ad esternazioni affettuose. Ninfadora però costituiva un'eccezione per lui, era stato il suo mentore durante l'addestramento Auror e l'aveva sin da subito considerata la sua protetta. Era raro che una persona entrasse nelle grazie dell'uomo ma lei lo aveva in qualche modo affascinato, aveva capito che dietro alla sua solarità non si nascondeva superficialità ma del potenziale. Così l'aveva seguita per tutto il periodo accademico e le aveva insegnato tutto ciò che sapeva. 
La ragazza lo invitò a sedersi:

«Che cosa ci fai qui? Ti annoi troppo in pensione?»  

Malocchio ignorò la frecciatina di Tonks e le disse:

«Immagino che tu sappia le novità.»

«Ti riferisci al ritorno di Voldemort o alle direttive di Caramell? In tutta sincerità non ho mai creduto che avesse il coraggio di un leone, quindi mi aspettavo che avrebbe smentito la notizia.»

«Brava ragazza, sapevo che non saresti stata d'accordo con il suo atteggiamento e infatti sono qui proprio per questo.»

«Che vuoi dire?"

Alastor lanciò un incantesimo insonorizzante verso la porta e rispose:

«Credo che i tuoi genitori ti abbiano parlato della Prima Guerra e di come spesso abbiano aiutato l'Ordine della Fenice....»

Lo interruppe ed esclamò:

«Sì certo! Silente lo ha formato di nuovo?»

«Esatto e sta cercando nuove reclute. Stasera ci sarà la prima riunione e vorrei sapere se sei interessata a venire.»

Ninfadora si alzò in piedi eccitata e rispose:

«Andiamo Malocchio per chi mi hai preso?! Certo che lo sono! Se c'è anche solo una remota possibilità di poter fare qualcosa contro Voldemort, voglio partecipare!»

«D'accordo, ti aspetto fuori dal Ministero alla fine del tuo turno.»

«Oh dai! Non mi dirai altro fino a stasera?»

«E' troppo rischioso farlo qui, avrai tutte le risposte più tardi.»

Alastor si alzò dalla sedia pronto ad andarsene, ma si fermò di colpo, come se si fosse appena ricordato qualcosa.

«Prima che me ne dimentichi, preparati ad incontrare tuo cugino.»

Tonks rimase scioccata e chiese:

«Di quale dei tanti pazzi stai parlando?»

«Sirius Black.»

La ragazza non riuscì a trattenersi e urlò:

«Che cosa?!»

«Ecco te l'ho detto proprio per evitare che tu reagissi così dopo. È innocente, ma ci sarà tempo per le spiegazioni. Ci vediamo dopo.»

Ninfadora rimase da sola e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. Continuava a pensare alle parole del suo mentore e a ciò che le aveva rivelato di Sirius. Prima che venisse imprigionato ad Azkaban era stato spesso il suo babysitter dato che era molto legato a sua madre Andromeda. Tonks lo adorava, la faceva divertire e l'aveva sempre trattata come una piccola principessa. In tutti quegli anni non aveva mai creduto alle accuse contro di lui ed era stata contenta di sapere che fosse riuscito a fuggire, solo che lo credeva nascosto chissà dove, non si aspettava certo di poterlo rivedere. Quella riunione si prospettava molto interessante e la ragazza non vedeva l'ora di terminare il suo lavoro.

Quel pomeriggio sembrava interminabile, ma quando arrivò la fine del suo turno Ninfadora corse fuori. Notò subito Alastor e lo raggiunse. Lui la condusse in una stradina poco trafficata in modo da potersi smaterializzare senza essere notati e le fece leggere un pezzetto di pergamena che recitava: GrimmauldPlace n°12.

«Imparalo a memoria e distruggilo», le disse con il suo solito tono autoritario.

«D'accordo», Tonks chiuse gli occhi per pensare e quando li riaprì diede fuoco al foglietto.

In un attimo si ritrovarono in una via di Londra che Ninfadora non conosceva, ma non aveva un grande senso dell'orientamento, sarebbe stata capace di dimenticarla dopo esserci passata più volte. Rimase a guardare il palazzo davanti a sé che stonava con tutti gli altri accanto. Era un vecchio e scuro edificio che non aveva niente a che fare con quelli intorno bianchi e ben più moderni. Malocchio le diede una pacca sulla spalla e la invitò a seguirlo. L'ambiente interno non era migliore di quello esterno: una carta da parati consumata, damascata e dalle sfumature verdi tendenti al nero riempiva tutto il corridoio mentre il pavimento era ricoperto da tappeti rosso Borgogna. Quadri che ritraevano probabili antenati della famiglia erano appesi uno dietro l'altro, separati solo da pochi centimetri. Ninfadora girava la testa a destra e a sinistra disgustata, l'odore di muffa le impregnava le narici  impedendola di respirare. Non sapeva a chi appartenesse quella casa ma di sicuro i proprietari avevano il gusto dell'orrido. Con la testa all'insù e lo sguardo perso inciampò in un qualcosa di duro e indefinito.

«Ahi! Cosa accidenti era?!», urlò cercando di intercettare in quell'oscurità l'oggetto che le aveva causato tanto dolore. Dietro di sé c'era un grande porta ombrelli grigio a forma di gamba di troll.

«Non avevano proprio altro posto dove metterlo?», esordì irritata più per la propria goffaggine che per l'oggetto posizionato in mezzo al corridoio.

«Traditori nella mia casa! Sporchi mutaforma! Cacciate i sanguemarci da qui!!!!»

Una voce squillante iniziò ad urlare talmente forte che Ninfadora dovette tapparsi le orecchie, mentre Alastor non sembrava neanche più farci caso.

«Ma chi è?», chiese la ragazza nel rendersi conto che il suono proveniva da uno dei ritratti.

«Oh! Vedo che hai conosciuto la mia simpatica madre.» Tonks, che nel frattempo aveva abbassato le mani, si girò e riconobbe subito la persona che aveva parlato. Non lo vedeva da dodici anni ma non avrebbe mai potuto dimenticare il suo viso.

«Sirius», sussurrò. I due cugini rimasero a guardarsi per un tempo indefinito. Entrambi con gli occhi che brillavano, lucidi di lacrime pronte a scendere da un momento all'altro. I cuori che battevano all'impazzata come se risuonassero un ritmo già conosciuto. Poi, in un attimo, Ninfadora corse e si tuffò tra le braccia di Sirius. Lui la strinse forte, la sollevò e la fece volteggiare proprio come faceva quando era ancora piccola. Lei iniziò a ridere tra le lacrime e quasi gli urlò:

«Quanto mi sei mancato!

«Oh sicuramente tu di più principessa!» Le rispose felice di averla ritrovata.

La rimise giù, la scostò un po' da sé per guardarla e le disse:

«Devo dire che sei cresciuta bene! Sei bellissima!»

«Oh smettila!» Rispose lei imbarazzata, assestandogli una pacca sulla spalla. Poi guardò oltre e si accorse che dietro c'era un grande tavolo attorno al quale erano sedute un sacco di persone con gli occhi puntati su di loro. Sirius si rese conto di quanto a tutti dovesse sembrare strano un benvenuto del genere, così le prese la mano e la condusse all'interno della stanza. Tonks diventò tutta rossa, non solo aveva dato spettacolo appena entrata con l'incidente con la gamba di troll e il quadro della zia, aveva pure frignato davanti a tutti. Di sicuro non era il comportamento che si sarebbero aspettati da un Auror.

Silente, che si trovava alla sua sinistra, si alzò per toglierla da quella situazione d'imbarazzo.

«Eccola qua la nostra nuova recluta, Ninfadora Tonks!»

La ragazza storse il naso nell'udire il suo nome che tanto odiava, ma cercò di trattenersi nel correggere subito il suo vecchio insegnante.

«Alastor ci ha detto grandi cose su di te, sono molto contento che tu abbia accettato di venire. So che conosci già alcuni membri, ma preferirei che rimandaste i saluti e le presentazioni a dopo la riunione, purtroppo non ho molto tempo.» Silente le sorrise e la invitò con un gesto a prendere posto.

«Solo un'ultima cosa Ninfadora», proseguì.

«Sì?»

«Benvenuta nell'Ordine!»

 

   
 
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