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Autore: Alaska_1925    18/07/2020    0 recensioni
Da quando quel branco di lupi ha attaccato la città di Nome per Jenna è iniziato un vero e proprio incubo che giorno dopo giorno l' ha trascinata in un baratro di disperazione e sensi di colpa. Leggendo la storia, suddivisa in capitoli, capirete come Jenna ha affrontato la sua situazione a contatto con la sua famiglia e alcuni nuovi amici fino a quando Balto non ha deciso di fare qualcosa per lei, qualcosa che non immaginava mai potesse fare...
AVVERTENZE: La prima parte della storia comincerà con contenuti forti, che potrebbero turbare il lettore. Da metà in poi invece mi concentrerò di più sull' angoscia mentale. In ogni capitolo è presente un riassunto del capitolo precedente, ma leggendo completamente la storia capirete meglio la tematica che sto trattando...
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aleu, Balto, Jenna, Kodi, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 2: UN' AIUTO INASPETTATO

 

NOTA: Sono passati circa due mesi da quando quella brutta avventura era finita, Jenna sapeva che non sarebbe stata più la stessa da allora, ma doveva ancora affrontare una prova che periodicamente colpiva tutte le femmine della città...

 

  1. ISTINTO

 

Poteva sentirlo, poteva sentire il suo corpo fremere completamente sotto quelle voglie e quegli istinti, era arrivato il periodo che la rendeva più eccitata e gioiosa, ma anche più triste e depressa.

Le prime volte, dopo aver dato alla vita Kody e Aleu. Jenna e Balto si erano detti che potevano resistere, che sarebbe stato solo per 20 giorni, potevano farcela, ma il patto che avevano fatto quando si erano dichiarati di non tradirsi mai cozzava contro il bisogno della loro natura, soprattutto della sua.

<< Devo resistere solo un altro po', soltanto un altro po' >>

Jenna guardò il cuscino su cui era sdraiata, a volte presa dalle voglie incontrollabili cercava di soddisfarsi con quello, anche se non riusciva a calmarle più che qualche ora. Cercava di dormire il più possibile, pensava alla sua amica Janae, era ripartita con i suoi cuccioli, promettendogli che sarebbe tornata a trovarla.

Un' idea gli esplose in testa, fare ancora come aveva provato solo qualche giorno prima. Certo, aveva pensato anche di accogliere il suo compagno sotto la sua coda invece che tra le sue zampe, ma sapeva che non poteva funzionare, o per lo meno durare. Balto non si sarebbe controllato, l' istinto di lupo in lui gli avrebbe fatto cambiare obbiettivo, puntando in mezzo alle sue zampe.

<< So che stai soffrendo come me Balto, non avere un altra femmina accanto a te deve essere molto dura >>

Ripensò a ciò che gli aveva detto Aleu, ormai sapeva come funzionavano queste cose, era stata quasi 8 giorni con lei in quel branco, costantemente violentate, Jenna aveva ringraziato solamente di non essere entrambe in calore, avevano evitato, soprattutto per sua figlia, un altro, tremendo dolore.

Si era offerta di essere con loro nel momento in cui avessero deciso di incontrarsi e parlare, abbracciarsi, solo questo, erano adulti infondo, anche se guidati dall' istinto nella loro testa e tra le loro zampe.

Aleu aveva detto che poteva stare con loro ed osservarli, pronta ad allontanare uno dei due nel caso avessero perso il controllo. Nei giorni precedenti avevano provato varie volte, Aleu stava loro accanto e li osservava mentre si abbracciavano, sempre pronta a scattare su suo padre per allontanarlo da sua madre.

Ed era l' ultima volta che si erano incontrati che le cose non erano andate per il verso giusto.

 

- 3 giorni prima -

 

<< Sai che dovremmo incontrarci il meno possibile, Jenna >>

<< E' solo per provare, Balto, le ultime volte sono andate bene >>

Avevano cominciato a strofinare i loro musi, a baciarsi piano, senza entrare nell' eccitazione, anche se in quel contesto di calore erano già ad un buon punto.

Aleu era accanto a loro, pronta a cogliere ogni segnale, ogni possibile movimento anomalo di suo padre o sua madre che gli avrebbe detto dentro di se di agire immediatamente.

Balto aveva cominciato a percorrere il pelo della sua amata con il naso, annusando ogni suo odore, stava lentamente scendendo verso la sua coda.

<< Papà, ti stai spingendo troppo oltre >>

Balto non aveva sentito, o più semplicemente non aveva voluto ascoltare continuando a seguire il pelo della sua amata, più giù verso la coda. Aleù aveva cominciato a dare piccole spinte al padre, quando era stata distratta da alcuni ululati di giovani cani che giocavano, fuori dal vecchio peschereccio.

In un istante Jenna aveva sollevato la sua parte posteriore da terra, permettendo a Balto di assaggiare i suoi umori. Era fatta, non si poteva più tornare indietro, il sapore di una sola femmina avrebbe potuto far impazzire ogni maschio che lo avesse assaggiato.

In meno di un secondo Jenna si era sollevata completamente da terra, alzando la coda e mostrando a Balto il suo posteriore. Lui non aveva perso tempo a montarla.

Aleu si era immediatamente voltata verso di loro. << Papà, no! >>

Con uno scatto che solo un lupo sapeva fare aveva spinto suo padre a terra, lui si era rialzato subito e aveva cominciato a ringhiare verso sua figlia. << Lasciami fare, Aleu! >>

Jenna si era rinsavita, aveva indietreggiato, poi aveva cominciato a correre verso la sua casa, lasciando Balto e sua figlia nel vecchio peschereccio.

 

- -

 

Si rannicchiò nella sua cuccia, il tempo fuori era veramente molto brutto, il vento ululava per le strade deserte di Nome. Proprio quel vento gelido gli fece correre alla testa quei pensieri che cercava ogni giorno di cacciare, il ricordo di quando la città aveva subito il primo attacco di quel branco di lupi venuti dal folto della foresta, circa 1 anno prima.

Cercavano cibo e femmine in calore, avevano puntato sua figlia Aleu, ma lei era riuscita a farsi prendere al suo posto. Era stata portata in una grotta molto distante dalla sua città ed aveva dovuto subire indicibili violenze da quel branco per quasi 20 giorni.

In quel tempo era in calore e dopo poco che era prigioniera aveva già notato che qualcosa in lei era cambiato, che il suo ventre stava piano piano crescendo.

Tra le lacrime era stata salvata dal suo compagno e da un branco di lupi rivale con cui Balto si era accordato per aiutarla ed era stata portata nel loro territorio assieme a Janae, sua compagna di prigionia in quei terribili giorni.

Poco dopo aveva dato alla luce 5 cuccioli, ma il branco aveva ordinato che 4 di loro rimanessero nella foresta per sopperire alle perdite che il branco aveva subito nello scontro. La cara dolce Janae aveva promesso a Jenna che se ne sarebbe presa cura.

Axel, il figlio che aveva scelto di portare con se a Nome aveva saputo molto tempo dopo di questa brutta storia, ma l' aveva accettata quando per una seconda volta il branco di lupi si era presentato in città rapendo lei e questa volta anche sua figlia Aleu.

Erano stati nuovamente giorni terribili, aveva cercato di proteggere e tranquillizzare sua figlia durante le violenze, come aveva fatto la prima volta con Janae. Aggrapparsi disperatamente a qualcosa, a qualcuno che amava, e proteggere la sua mente per proteggere chi era più in difficoltà in quei frangenti, solo questo.

Alla fine Balto li aveva ritrovati, questa volta con Kody e Steele che guidavano due delle numerose slitte partite da Nome per dare la caccia a quel branco. I lupi erano stati uccisi quasi tutti, solo alcuni erano riusciti a fuggire, Jenna sperava in cuor suo che questa volta fosse veramente finita.

 

<< Dannazione, mi sto deprimendo troppo >> Decise di alzarsi per andare a lappare nella ciotola, prendere un po' d' acqua fresca poteva schiarirgli le idee. In quegli ultimi giorni aveva deciso di cercare di comportarsi normalmente, girando per la casa e salendo sul letto della sua padroncina Rosy, senza però ancora uscire in strada. Questo comportamento l' avrebbe aiutata a sopportare gli ultimi giorni di calore.

Non sapeva l' errore che stava commettendo, gli umani non percepiscono gli odori come i cani e i lupi, ai loro occhi Jenna aveva solo finito il suo periodo di fertilità, quando in realtà mancavano ancora alcuni giorni.

 

 

  1. IN TRAPPOLA

 

Jenna aveva cominciato a sbadigliare ed era tornata di nuovo nella sua cuccia. Quei pensieri che aveva fatto poco prima l' avevano un po' impaurita ed eccitata, ma sapeva di non essere più una cucciola. Chiuse gli occhi per cercare di addormentarsi quando la porta principale si aprì.

 

Era il padre di Rosy che la chiamava << Jenna! Ho una sorpresa per te! >>

Jenna aprì i suoi occhi, un husky fece capolino da fuori scrutando l' interno. Jenna inizialmente non capì chi fosse, poi i suoi occhi si illuminarono.

<< Oh dio. Kael!! >>

Si alzò immediatamente e si precipitò verso di lui, abbracciandolo. Erano passati anni da quando i suoi padroni si erano trasferiti con lui a Fairbanks, e da quel giorno non l' aveva più rivisto.

L' husky la guardò sorridendo, non era cambiato, aveva ancora il controllo sui suoi sentimenti che un tempo provava per lei.

<< Jenna, quanto tempo è passato, eravamo poco più che dei cuccioli >>

Jenna sorrise << Non barare Kael, ti sei sempre considerato un cucciolo, anche se avevamo già 2 anni >>

Guardò i suoi occhi verdi, poi continuò << Vieni, entra, spostiamoci da qui >> Il vento gelido entrava all' interno della casa attraverso la porta aperta, gli fece segno di seguirlo nella sua stanza accanto alla sua cuccia, poi continuò.

<< Allora Kael, che mi racconti, cosa fai di bello >>

L' husky si schiari la voce con orgoglio, gonfiando il petto << Ricordi quando ti parlavo che avrei voluto diventare un cane da slitta >> Jenna annuì << Beh, sono il capo di una muta molto numerosa >>

<< Ma è fantastico Kael, hai realizzato il tuo sogno >>

Kael annuì. << Sei qui per consegnare la posta? >> Proseguì Jenna.

<< In realtà consegno medicine, è un lavoro molto delicato ed importante, sono il migliore >>

Jenna decise di stuzzicarlo << Non esaltarti Kael, è il mio compagno il migliore >>

Rise dolcemente osservando la sua faccia stupita, poteva sentire l' odore di bagnato che emanava la sua pelliccia color crema.

<< Come, hai un compagno? >> disse entusiasta << Ti sei sistemata alla fine, non posso crederci, dicevi sempre che volevi aspettare, fosse anche per tutta la vita >>

Jenna rise << Oh ehi, vacci piano, temevi che non mi sarei mai accoppiata con qualcuno? >>

<< Beh, io non lo m' hai fatto >> Jenna lo guardò incredula, Kael aggiustò il tiro << Non fraintendermi, ho avuto alcune compagne, ma non mi sono mai sistemato, il lavoro prima di tutto. >>

<< Come dice mio figlio Kody, lavora nel settore delle poste da più di un anno, è molto bravo, ma so già che ha una cotta per una femmina della sua muta, non resisterà >>

Per un attimo rimasero in silenzio, sorridendo, Jenna si era quasi scordata del suo calore ma sapeva che Kael l' aveva percepito fin da subito, era un maschio dopotutto.

<< Allora Jenna chi è il compagno che ti ha reso tanto felice? >> Jenna sorrise << Balto, il migliore compagno che abbia mai incontrato >>

Kael rimase incredulo, quel Balto, il cane lupo che aveva salvato la città di Nome durante l' epidemia di Difterite, non poteva crederci, non sapeva ma doveva chiedere.

<< Quel cane lupo, quello che stava sempre tutto solo nel vecchio peschereccio poco fuori città? >>

Jenna sapeva che nonostante lei andasse regolarmente a trovarlo per stargli accanto, i padroni di Kael non volevano che la seguisse, avevano paura del cane lupo, come molti prima dello scoppio dell' epidemia.

<< Lui. Non farti ingannare dal sua aspetto, è molto dolce e premuroso, soprattutto con i suoi figli >>

Kael si sdraiò sul pavimento, in quel momento un odore pungente gli colpì il naso, ma resistette. Era il migliore cane nell' autocontrollo, l' aveva imparato durante il suo addestramento per diventare capo muta.

<< Dai Jenna, raccontami >> disse Kael annuendo alla sua impresa.

Jenna cominciò a raccontare la sua eroica impresa, di come aveva cercato di raggiungere la slitta in difficoltà sfidando la tempesta, di come aveva avuto l' astuzia di segnare il sentiero per il ritorno su ogni albero, di come era stato accolto da una folla festante, una volta tornato a Nome.

Kael ascoltava in silenzio guardandola, era sempre innamorato di lei e sapeva che lei ne era al corrente, ma aveva deciso fin da subito di seguire il suo sogno. Tempo prima si erano scambiati dei baci e delle effusioni, ma niente di più.

Presa dal suo racconto Jenna non si era accorta che i suoi padroni stavano preparando accanto alla sua cuccia alcune ciotole abbondanti di acqua e cibo, si stavano preparando ad uscire.

<< E' veramente un' eroe >> Esclamò Kael

<< E' il mio eroe >> concluse Jenna

Dopo un momento di silenzio Jenna decise di chiedere a Kael informazioni più approfondite sulla sua vita.

<< Quindi Kael, mi hai detto che consegni medicine, hai appena effettuato una consegna qui a Nome? >>

Kael annuì << Si Jenna, siamo arrivati questa mattina e non ce ne andremo prima di due settimane >> Kael continuò << Poche ore fa i tuoi padroni hanno incontrato i miei, sappiamo entrambi che erano molto amici e che sapevano che eravamo molto legati, così gli hanno chiesto se potevo tenerti compagnia per qualche giorno mentre loro erano via >>

Jenna tornò alla realtà in un secondo, cosa voleva dire Kael con la frase << ...per qualche giorno mentre loro erano via... >>

Voltò lo sguardo verso la porta, i suoi padroni stavano uscendo, notò alcune valige accanto alla parete della casa, fuori.

<< Ciao Jenna >> salutò Rosy << Divertiti con il tuo nuovo amico >>

Jenna scattò verso la porta, solo per vederla chiudere e sentire la serratura girare, si alzò su di essa e cominciò a graffiare << No! Aspettate! Sono in calore! Aprite! >>

Sentì il padre di Rosy urlare con la tempesta che copriva in parte la sua voce di non preoccuparsi, che sarebbero tornati presto.

<< Maledizione >> pensò Jenna << Perchè gli umani non riescono a sentire gli odori come li sentiamo noi >>

Si voltò indietro per guardare Kael che si era avvicinato. << Mi dispiace, Jenna, pensavo che sapessero >>

<< Quanto tempo dovrebbero restare via >> Chiese Jenna. Sapeva che non importava, sapeva che le cose potevano cambiare nel giro di qualche minuto, i maschi non resistono ad una femmina in calore.

<< Quattro giorni, penso >>

Jenna abbassò lo sguardo, sperava che Kael non cominciasse ad eccitarsi, sapeva che poteva accadere in qualunque momento, l' odore che proveniva da sotto la sua coda era molto forte e pungente, non sapeva per quanto tempo il suo amico poteva resistere, se voleva resistere.

 

 

  1. COMPLICITA'

 

In quel momento Jenna ringraziò che non fosse stato scelto Kody per tenerle compagnia in quei giorni, ricordava ancora di quanto aveva rischiato quando il suo calore era iniziato da poco, aveva rischiato molto solo per una notte, figurarsi se avesse dovuto passare 4 giorni assieme a lui in quelle condizioni.

Kody l' aveva raggiunta nella stanza della caldaia, sapeva che sua madre era in calore ma voleva parlare con lei di Aleu e sincerarsi delle sue condizioni dopo l' orrore che avevano dovuto sopportare a contatto con quel branco di lupi.

Un po' riluttante Jenna aveva acconsentito a stargli vicino per parlarne, quando improvvisamente la porta si era chiusa sbattendo per un colpo di vento, bloccandosi.

Entrambi avevano cominciato ad abbaiare e ululare per interminabili minuti, ma nessuno era riusciti a sentirli, era notte fonda. Si erano guardati, ricordava di aver deglutito forte.

Poco dopo si era rannicchiata in un angolo, mentre Kody aveva cominciato ad andare su e giù per la stanza, sempre più nervoso, sentiva il suo odore pungente, ne era sicura, ma stava cercando di resistere.

Ad un certo punto suo figlio aveva cominciato a leccarsi le labbra molto velocemente, non riusciva a smettere di recepire quei segnali che provenivano dal mezzo delle sue zampe.

Aveva cominciato a sdraiarsi e rotolarsi, la sue erezione cresceva sempre di più, ma Jenna sapeva che stava cercando di controllarsi. Lei non lo perdeva mai di vista, era stata costretta molte volte a scoprire i denti e ringhiare al suo indirizzo izzando il pelo per cercare di allontanarlo da lei, quando si avvicinava troppo. Voleva cercare di allontanarlo il più possibile.

Alla fine, dopo alcune ore, un uomo aveva aperto la porta e lei era schizzata fuori correndo.

Giorni dopo Kody gli aveva detto con orgoglio che aveva resistito grazie al suo addestramento come cane da slitta.

 

Ora sperava che Kael facesse lo stesso, era più maturo e più esperto in queste cose di suo figlio, ma sapeva anche che era molto difficile andare contro ciò che madre natura aveva programmato.

<< Jenna, ascolta... >> Kael si mosse più vicino mentre lei indietreggiava << Rilassati, so controllare i miei istinti, sono capo muta anche per questo sai. >>

Kael continuò << Mi dispiace che siamo finiti in questa situazione, non pensavo che il nostro primo incontro dopo tanto tempo andasse in questo modo >>

Jenna lo guardò intensamente, non era cambiato da quando avevano iniziato a parlare circa un' ora prima, era sempre lo stesso, nessun segno di eccitazione in lui, ma sapeva comunque che stava combattendo.

<< Cercherò di uscire, di cercare un posto da cui poter lasciare questa casa, prima me ne vado, meglio sarà per te >> Jenna sapeva che non l' avrebbe trovato ma se non altro lo avrebbe tenuto impegnato per un po' di tempo.

 

Infatti poco dopo si arrese e si sdraiò sul divano del salotto, Jenna era nella sua cuccia, sentiva il bisogno impellente di strusciarsi sul suo cuscino, fuori la tempesta che imbiancava la città prendeva intensità, stava calando la notte. Cominciò a strofinarsi piano, cercando di controllare i suoni che uscivano dalla sua bocca. Con un maschio a pochi metri da lei era più facile eccitarsi, ma poteva anche farsi scoprire più facilmente e anche se lo negava a se stessa, sapeva che Kael l' aveva già sentita.

Il primo giorno passò calmo senza incidenti, quando avevano bisogno di mangiare o bere si davano il cambio tenendosi a distanza, Jenna andava molte volte in camera della sua padroncina a sdraiarsi sul suo letto, cercando di riposare la mente e gli istinti.

Si era strusciata sul suo cuscino altre volte durante la notte, ormai era primo pomeriggio, e lei dormiva sul letto. Pensava di trovare il seme di Kael in qualche parte della casa, pensava che non poteva resistere, poteva masturbarsi se avesse voluto, ma vedeva che il suo amico in qualche modo resisteva, come non lo sapeva proprio.

Poco dopo Kael si era svegliato e sincerandosi che non ci fosse Jenna si era avvicinato alla ciotola per mangiare. Improvvisamente sentì il suo odore, era molto più forte e più vicino, si guardò attorno pensando che entrando non l' avesse notata, poi si accorse del cuscino.

Si avvicinò lentamente, era bagnato in più punti, lo aveva usato molto quella notte, l' aveva sentita agitarsi e gemere soffocata per cercare di nascondere ciò che stava facendo.

Appoggiò il muso sul punto bagnato ed ispirò profondamente, sentì la testa cominciare a roteare, aveva veramente un buon odore. Si staccò e cominciò a pensare al suo lavoro, ai chilometri che aveva fatto per arrivare fino a lì, cercando di calmare l' improvviso istinto che per una frazione di secondo aveva preso piede in lui. Rimase con gli occhi chiusi per un paio di minuti e riuscì a ricacciarlo giù, ma era chiaro che Jenna stava soffrendo molto questa sua condizione. Doveva fare qualcosa per aiutarla.

Cominciò a salire piano le scale entrando nella stanza della sua padroncina. Jenna stava dormendo sul letto, si avvicinò e si strofinò al suo muso. L' husky si svegliò di soprassalto e quasi cadde dal bordo.

<< Kael, cosa ci fai qui >> Era calmo nonostante l' estrema vicinanza, Kael aveva potuto sentire il suo calore aumentare sempre di più ad ogni passo nella sua direzione.

<< Ascolta Jenna >> Kael parlava con calma << Capisco che stai passando un brutto momento, non parlo della tua eccitazione. Beh, si, anche di quella. Volevo dire che so cosa ti è successo solo due mesi fa, in città tutti ne parlano, non poteva non arrivare alle mie orecchie >>

Jenna ascoltava tremando, Kael sapeva.

<< Ascoltami Jenna, posso aiutarti a superare almeno il tuo calore, so come fare, ma devi fidarti di me. Siamo stati insieme da quando siamo nati ed anche se per un po' di tempo ci siamo persi di vista so che non mi hai mai dimenticato, come io non ho mai dimenticato te >>

Jenna non capiva cosa volesse dire, cosa volesse fare. Inconsciamente annuì.

<< Bene, resta sul letto e girati sulla schiena, la testa verso il muro ed apri le zampe, io resterò sul pavimento in modo che tu sarai sicura che anche se volessi montarti non potrei arrivare a te >>

Jenna si mise comoda, adesso aveva intuito cosa volesse fare Kael, si sentì afferrare per le zampe e trascinare verso il bordo del letto, la sua coda penzolava oltre il bordo verso il pavimento.

Jenna cominciò a sentire il suo fiato caldo tra le sue zampe, cercò di rilassarsi ancora di più, poco dopo la prima leccata sulla sua vulva gonfia le fece fare un piccolo sussulto.

<< Kael... >>

<< Puoi dire anche il nome del tuo compagno, se ti va. Stai tranquilla, non mi offendo >>

Jenna alzò la testa e gli sorrise, Kael gli diede una seconda leccata, questa volta più piano.

Poteva sentire il suo sapore sulla sua lingua, poteva sentirla inumidirsi piano piano, cominciò a leccargli le labbra, spostandosi lentamente verso il clitoride.

<< Kael, non fermarti, ti prego >>

La sua testa roteava e si sentiva leggera, il calore che sentiva tra le sue zampe si stava diffondendo in tutto il corpo, Kael stava massaggiando il suo clitoride, sempre piano.

Non poteva credere a ciò che stava accadendo, non avrebbe mai immaginato di arrivare a quel punto, non aveva fatto niente quando si erano salutati l' ultima volta molti anni prima, ma adesso...

Jenna perse il senso del tempo, non riuscì a capire quanto era passato quando Kael infilò per la prima volta la lingua all' interno cercando di andare più in profondità, cercando il punto di piacere dentro di lei.

Strinse i denti, sapeva che non sarebbe durata ancora a lungo, la lingua di Kael roteava a contatto con il suo piacere, il suo fiato caldo le faceva provare ancora più sensazioni estenuanti, cominciò a tremare e in poco tempo ebbe un orgasmo, il primo dopo più di due mesi. Gridò al vertice dei suoi polmoni, quel tremito continuava incessantemente in lei, Kael cercava di prendere in bocca tutto il suo nettare, di pulirla il meglio che poteva.

Dopo venti secondi Jenna respirava ancora affannosamente, non ebbe tempo di riprendersi che Kael spostò la lingua sul suo ano, facendogli provare un altro brivido di piacere.

Massaggiò per interminabili minuti la sua zona più sensibile, spostandosi agevolmente sulla vulva per qualche secondo per poi tornare giù, senza staccare la lingua dal suo corpo.

Jenna sapeva che quella era la sua zona più sensibile, la sua e di molte femmine e maschi. Molto spesso la usava per far eccitare di più il suo compagno Balto.

<< Kael... è... è fantastico... io... >>

Kael si staccò un attimo, il ventre di Jenna si abbassava e si alzava sempre più velocemente, sentiva che si stava eccitando sempre di più ma pensò a concentrarsi sul benessere della sua amica.

Agevolmente infilò la lingua all' interno, oltre lo sfintere. Jenna fece un sussulto, i muscoli all' interno di lei si dilatavano e contraevano, rendendo più piacevole il processo che Kael aveva iniziato.

<< Kael... Kael... montami ti prego >>

L' husky si bloccò e la guardò. << Sei sicura, Jenna? Non pensi che sia il tuo calore a parlare? >>

<< S...si... no... io... ti prego >>

<< Scendi dal letto, Jenna, a terra avremo più presa >>

Jenna scese dal letto continuando a tremare, mettendosi davanti a Kael e alzando la coda. Non aveva più il controllo sul suo corpo, sui suoi pensieri, cosa le stava accadendo.

Con un balzo Kael montò agevolmente sulla sua schiena, fermandosi a contatto con la sua vulva ancora bagnata, senza entrare.

<< K...kael... n...no, io... >>

<< Ehi, rilassati, ho detto che volevo aiutarti, non ferirti, questo è il tuo momento, non il mio >>

Kael cominciò ad andare su è giù con le zampe, stimolando ancora una volta il clitoride, poteva sentire il calore della femmina sulla punta del suo membro, doveva concentrarsi, non voleva perdere il controllo e ferirla. Continuò mentre Jenna aveva ricominciato ad ansimare sempre di più, Kael si assicurava di tenerla ben stretta per evitare che si tirasse indietro per farlo entrare tra le sue zampe, non voleva questo, sapeva comunque di avere adesso il pieno controllo su di lei.

Jenna poteva sentire il suo calore ricominciare a crescere, senza rendersene conto stava seguendo i movimenti del suo compagno, aveva chiuso gli occhi.

Kael iniziò a leccargli il pelo sopra la schiena, sapeva che questa era la parte più pericolosa per una femmina in calore che non voleva farsi penetrare tra le zampe.

Dopo alcuni minuti, che a Jenna erano sembrate ore, fece pressione con il suo corpo sul suo posteriore, Jenna si abbassò un' po' di più verso il pavimeto e sentì il membro all' entrata del suo ano.

A questo punto Kael cominciò ad inserire il suo membro all' interno di Jenna, sempre piano, facendolo scorrere per tutta la sua lunghezza fino alla base del nodo. Jenna lo sentì scorrere senza dolore, nonostante fosse lubrificato solo sulla punta, dio se aveva fatto un buon lavoro con quella lingua. Kael cominciò a zompare, dapprima piano, poi sempre più velocemente, Jenna poteva sentire il suo corpo andare avanti e indietro, non riusciva a seguire i suoi movimenti, non aveva più alcun controllo su se stessa. Ad un certo punto si sentì uno schiocco, Jenna venne spinta in avanti, ma si resse sulle zampe che avrebbe giurato non sarebbero riuscite a trattenerla.

Adesso Kael era legato a lei, non c' era più pericolo che potesse uscire, poteva liberare i suoi istinti.

Cominciò a ringhiare e zompare la sua compagna sempre più forte, Jenna sentiva il calore del suo pelo sopra di lei, il suo fiato caldo sulla sua bocca.

<< Kael, Kael... io... tu...>>

L' ano di Jenna si contraeva e dilatava sempre più, stringendo il membro di Kael mentre sentiva la sua testa continuare a roteare sempre più forte, sapeva di essere vicina. Il maschio sopra cercava di andare più a fondo possibile dentro di lei, per un attimo ebbe l' impulso di morderla marchiandola, ma riuscì a trattenersi. Andarono avanti così per un paio di minuti, Kael sapeva che Jenna non sarebbe durata a lungo.

L' orgasmo la colpì all' improvviso, facendola urlare di piacere e cadere a terra con le zampe anteriori, dio, era l' orgasmo più intenso che avesse mai provato, i suoi umori uscirono e caddero abbondanti sul pavimento. Kael continuò a zompare per altri due minuti buoni, prima di cominciare anch' egli a tremare spargendo il suo seme all' interno del suo retto. Poi, lentamente abbassò il ritmo fino a fermarsi.

Rimasero così per alcuni minuti, Jenna aveva chiuso gli occhi, rinunciando a parlare.

Dopo essersi girato Kael cominciò a massaggiare la sua schiena con la sua coda, Jenna lo seguì nel movimento. Poteva fare altro per farla godere ancora di più, ma decise che aveva raggiunto il suo obbiettivo. Lo avrebbe fatto un' altra volta, era sicuro che Jenna glielo avrebbe chiesto.

Il nodo calò di dimensione e Jenna si potette liberare, Kael cominciò a ripulirla.

<< Kael... come hai fatto, io non ho mai provato una cosa del genere >>

Kael la guardò oltre la sua coda << Ti ho detto che ho avuto poche compagne, non ti ho detto che non ho avuto esperienze >>

Si sedette davanti a lei e le accarezzò teneramente il muso.

<< Come ti senti, Jenna >>

<< Io, mi sento diversa, più libera >>

Era proprio quello che voleva sentire.

<< Ascolta le mie parole, Jenna. Con quello che abbiamo fatto poco fa pensi di avere tradito il tuo compagno? >>

Il suo compagno, Balto, non ci aveva neanche pensato.

<< Io, non so... >>

<< Perchè mi hai chiesto di farlo, Jenna >>

Jenna lo guardò negli occhi. Era sicuro di se, cosa voleva fargli capire.

<< Io stavo male, l' ho fatto perchè ne avevo bisogno, tu mi hai aiutata, è stato un aiuto, io non l' ho tradito, ma mi sento in colpa... >>

<< Per cosa, Jenna >> Cercava di indirizzarla << Cosa è accaduto qualche mese fa >>

<< Io sono stata violentata, non potevo fare niente, dovevo proteggere mia figlia, non volevo che le accadesse qualcosa di ancora più terribile >>

Jenna cominciò a piangere, aveva improvvisamente capito... il suo trauma, la sua colpa, credeva di non avere fatto abbastanza per uscire da quella situazione, temeva di avere perso tempo prezioso prolungando le sofferenze sue e di sua figlia, non riusciva più a guardare Balto senza provare inconsciamente un grande senso di colpa.

Kael l' abbracciò, premendo il suo muso sulla sua spalla.

<< Piangi per tutto il tempo che ti serve, Jenna, io sono qui con te >>

 

 

  1. UN GIUSTO RINGRAZIAMENTO

 

Dopo l' esperienza di quel pomeriggio con Kael, Jenna si sentiva più libera di muoversi per casa, non aveva più problemi a cercare di evitarlo, sapeva che non doveva, in quanto il suo amico sarebbe riuscito a controllarsi. Adesso poteva stargli vicino, parlare e scambiarsi effusioni con lui nonostante il calore che ancora la invadeva.

Per questo gli chiedeva, ogni volta che si sentiva eccitata, di fare l' amore con lui. Dolcemente Kael gli rispondeva che non voleva approfittare di quella situazione, ma che se fosse servito per farla stare meglio avrebbe accettato.

Non ricordava più quante volte l' aveva fatto con quell' husky, non aveva paura di tradire Balto, ciò che stava facendo era solo per calmare le sue eccitazioni e con i suoi ricordi e le sue colpe rimesse finalmente al loro posto, sentiva di amare ancora di più il suo compagno. Balto, non vedeva l' ora di passare un' altra intera notte con lui.

Kael non si sarebbe mai approfittato della sua situazione, per questo Jenna cercava di farci l' amore il più possibile, per ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto, per tutto ciò che gli aveva dato, una tranquillità ed una calma che aveva perso da troppo tempo.

Pensava che il senso di colpa che l' aveva accompagnata per quel periodo fosse cominciato quando era stata rapita con sua figlia, pochi mesi prima. In realtà aveva capito che era una cosa che la seguiva fin dalla sua prima violenza, circa 1 anno prima quando il branco aveva attaccato per la prima volta la città, e lei lo aveva seguito, finendo in quell' inferno.

Ma doveva ancora fare qualcosa, qualcosa per ringraziare definitivamente il suo più caro amico di una vita.

 

Kael era seduto davanti la finestra della camera di Rosy, guardava la tempesta che si stava pian piano attenuando. Jenna aveva cominciato a salire le scale, giungendo poco dopo alle sua spalle.

<< Dimmi, Jenna >> Sorrise continuando a guardare fuori.

<< Kael, ascolta, volevo chiederti una cosa >> Kael drizzò le orecchie continuando ad osservare la tempesta, Jenna abbassò lo sguardo sorridendo.

Continuò << Mi ha fatto veramente piacere che tu mi abbia aiutata a superare i miei problemi ed io... io volevo ringraziarti per esserti trattenuto così a lungo >>

Kael si voltò verso di lei, non capiva cosa voleva dirgli.

<< Uscirò dal calore tra pochi giorni ed io... volevo dirti che da allora potrai essere libero di fare con me ciò che desideri >>

Kael scosse la testa << Jenna, a me interessa solo che tu stia bene, non voglio che tu faccia ciò che non ti senti di fare >>

Lo guardò con aria calma << E' il giusto ringraziamento per avermi aiutata in questo periodo così difficile per me, che ti piaccia o no, tra 3 giorni verrò a cercarti... e non è detto che sia la sola volta, puoi starne certo >>

<< Tra 3 giorni verrai a cercarmi... >> disse Kael sorridendo << Caspita, suona come una minaccia >>

Jenna sorrise a sua volta e si avvicinò di più a lui << Oh... è molto più che una minaccia >>

 

Dopo alcune ore i padroni di Jenna erano tornati e lei aveva salutato Kael, ricordandogli ancora la sua promessa. Adesso c' era una cosa però che doveva assolutamente fare.

Corse verso la dimora del suo compagno, passando per i vicoli per cercare di non incontrare nessun maschio. Arrivata nei pressi della barca arenata aveva cominciato ad annusare l' aria, non riuscendo a percepire l' odore di Balto.

Dopo essere entrata nella cabina notò Aleu tutta sola, rannicchiata sotto la sua coperta.

<< Aleu... >> Jenna si avvicinò e tirò via la coperta da sopra di lei, sua figlia aveva gli occhi lucidi e guardava verso la parete della cabina, senza dire niente.

Jenna si mosse verso di lei e gli diede dei piccoli colpetti con il muso, ma Aleu restava immobile, decise di sdraiarsi accanto.

<< Aleu, cosa c' è >>

Cominciò a parlare con la voce rotta dall' emozione << Io... io... ho avuto tanta paura, mamma >>

Jenna la leccò sotto gli occhi << A cosa ti riferisci amore mio >>

Aveva lo sguardo fisso nel vuoto << Quando avete provato a stare insieme l' ultima volta nonostante la tua condizione, quando... quando sei scappata sono rimasta sola con lui, mi ha ringhiato contro e mi è saltato addosso... io temevo, temevo che avesse voluto ...>>

Jenna si sentì in colpa per averla coinvolta nei loro incontri, Aleu continuò << Mi è rimasto addosso per alcuni interminabili minuti, continuava a ringhiarmi contro, io cercavo di proteggermi tra le zampe e la gola, ho usato la coda, abbassato il muso, ho provato a girarmi ma lui mi teneva bloccata, non sapevo cosa avesse voluto fare >>

Jenna aveva capito, ricordava quando durante le sue prigionie aveva visto dei padri vendere a quel branco senza scrupoli le loro figlie per dei miseri pezzi di carne, alla stessa Janae era accaduta una cosa simile. Aleu era così giovane, non avrebbe mai immaginato che un padre potesse fare una cosa del genere. Jenna si maledì per non avere capito subito ciò che stava passando. Cercò di tranquillizzarla.

<< Ma alla fine non ha fatto niente, vero? >> Chiese.

<< N...no... >>

Si strusciò contro il suo muso << Vedi, Aleu... tuo padre non ti farebbe mai del male, e tu lo sai bene, in questo momento è solo molto nervoso, soprattutto per colpa mia >>

Aleu guardò la madre, Jenna continuò. << Quando sono stata salvata dalla mia prigionia la prima volta la mia mente era a pezzi ma nonostante tutto ero riuscita a confidarmi e parlare con tuo padre, mi importava solo di averti salvata Aleu. Ma quando siamo state prese entrambi la mia mente ha definitivamente ceduto, avevo paura, tremavo per te, Balto aveva capito che c' era qualcosa che non andava ma io avevo bisogno di restare da sola, sono arrivata anche a cacciarlo in malo modo un paio di volte. Lui non capiva come potesse aiutarmi ma provava a starmi accanto, poi il mio periodo di calore ha peggiorato le cose >>

<< Allora perchè hai deciso di cercare di incontrarlo prorio in quel periodo, mamma >>

<< Perchè pensavo erroneamente che il mio periodo di eccitazione mi aiutasse a parlare con lui con più libertà, ma sapevi che eludevo le sue domande con un semplice “va tutto bene”, non avevo ancora metabolizzato appieno il mio trauma, così come te non avevi capito il tuo, cercavo di proteggerti rispondendo alle domande che Balto ti faceva, quando dovevo solo spronarti a parlare. Inoltre, avevo veramente bisogno di fare l' amore con lui >>

Aleu si asciugò le lacrime << Mamma, puoi restare con me per questa sera? >> chiese.

<< Certo piccola, fino a quando vuoi, sentiti libera di chiedermi e parlare di qualunque cosa >>

La sera diventò notte e poi mattino, Jenna e Aleu parlarono incessantemente per molto tempo, concedendosi solo qualche ora di riposo. Sua figlia era ancora un po' impaurita da ciò che aveva passato, ma stava pian piano capendo. Jenna pensò che se non fosse riuscita a starle accanto per il periodo della sua prigionia, come invece era riuscita a fare, le cose per sua figlia sarebbero state ben più dolorose.

Quando il sole aveva cominciato a sorgere Jenna si era alzata salutando la figlia dicendo che sarebbe andata dalla sua padroncina e che poi sarebbe tornata. Aveva saputo da Aleu che Balto era uscito con suo figlio Axel per una lunga passeggiata e che non sarebbe tornato prima di alcuni giorni. Pensò che probabilmente stava cercando di calmarsi.

Jennà si fermò sul ponte assaporando i tiepidi raggi di sole poi si voltò verso sua figlia << Devo chiederti una cosa, Aleu. Quando Balto tornerà dalla sua passeggiata vieni ad avvisarmi, ma ti prego di dirgli di prepararsi per me >> Jenna alzò la coda << Questa volta non gli lascerò un attimo di respiro >>

 

   
 
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