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Autore: jarmione    20/07/2020    1 recensioni
[Lazy Town]
Il tubo postale partì a tutta velocità verso l’alto e sparì fra le nuvole.
“Speriamo sia stata una buona idea” pensò Stephanie e si allontanò dalla cassetta, andando a sedersi sul muretto del campo da gioco.
“Perché Sportacus mi ha fatto questo?”
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stephanie restò chiusa nella sua stanza per tutto il pomeriggio e ne uscì solo verso sera, quando il calore estivo era decisamente calato.
Aveva passato tutto il tempo a scrivere una lettera che, alla fine dei conti, si era rivelata più corta del previsto.
 
Ho un problema “particolare”.
Avrei bisogno di parlarti
Stephanie
 
Si vergognava profondamente, ma doveva farlo.
Uscì di casa con la scusa di voler prendere un po’ d’aria e si recò verso la cassetta postale di Sportacus.
Stava facendo la cosa giusta? Sportacus avrebbe riso di lei?
Erano domande che si poneva da tutto il pomeriggio.
Viveva a Lazy Town da così tanto tempo che tutti gli adulti la consideravano ancora una bambina e Sportacus era sicuramente fra quelli.
È vero, amava correre, saltare, giocare e vivere avventure di fantasia e con Robbie in circolazione non ci si poteva di certo annoiare, ma le sue idee erano variate già da tempo ed era ora di mettere le carte in tavola.
Aprì il tubo che mandava la posta al dirigibile di Sportacus, mise la sua lettera all’interno e tirò la leva.
Il tubo postale partì a tutta velocità verso l’alto e sparì fra le nuvole.
“Speriamo sia stata una buona idea” pensò Stephanie e si allontanò dalla cassetta, andando a sedersi sul muretto del campo da gioco.
“Perché Sportacus mi ha fatto questo?”
Attese circa due minuti, alla fine si alzò con l’intenzione di andarsene; era tardi e, probabilmente, Sportacus si stava preparando per andare a letto.
Fece due passi, ma venne fermata dalla voce del supereroe “Ehi Stephanie!” salutò Sportacus con il suo solito sorriso.
“Oh, ciao Sportacus” rispose lei, abbassando lo sguardo verso i suoi piedi.
“Ho ricevuto il tuo messaggio” si sedette sul muretto e attese che lei facesse lo stesso “Che succede?” domandò preoccupato.
“Ecco…è difficile da spiegare”
“A me puoi dire tutto, lo sai” sorrise lui, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Lei, di conseguenza fremette.
“Hai presente quello che è successo a Pixel e Trixy alla festa di primavera?” Sportacus annuì e lei proseguì “Io…credo che…”
“Che…?” incalzò lui
“Che mi sia successa la stessa cosa” disse “Credo di essermi innamorata”
Sportacus sorrise “Ma è fantastico!” esclamò “E’ meraviglioso, Stephanie!”
“Tu credi?”
“Certamente” rispose “E, credimi, chiunque sia il fortunato digli che dovrà vedersela con me se ti succede qualcosa”
A Stephanie venne da ridere, ma si trattenne. Il peggio doveva ancora arrivare.
Doveva confessare che era lui la persona di cui era innamorata e non il primo che capita.
“Approposito!” Sportacus interruppe i suoi pensieri “Chi è il fortunato?”
“E’ questo il problema, Sportacus, lui neanche lo sa e credo che, se dovessi dirglielo, mi rifiuterebbe”
Sportacus scoppiò a ridere “Non credo proprio che ti rifiuterebbe” le disse, sicuro di se “Sarebbe stupido”
“Dici davvero?”
Lui annuì “Devi dirglielo, Stephanie” disse “E se ti rifiuta ci penso io”
“Ok…” disse lei, deglutendo “Lo faccio!”
Sportacus si aspettò di vederla scattare in piedi e correre verso l’abitazione del misterioso ragazzo; invece lei rimase lì, immobile, a fissarlo.
“Sportacus, io…mi sono innamorata di te” era un pessimo modo per dirglielo, ma almeno adesso l’aveva fatto e si era tolta un gran peso.
Al diavolo la risposta.
Non gli diede il tempo di replicare; si alzò e fece per correre via, ma non aveva fatto i conti con la super velocità di Sportacus.
Le fu vicino in men che non si dica e la bloccò per le spalle.
La presa era salda ma allo stesso tempo delicata.
“Stephanie…”
“Ho sbagliato, Sportacus, fammi tornare a casa”
“E’ per questo che oggi non sei venuta alla manifestazione?” Domandò “E che mi eviti ogni volta che arrivo in città?"
“Sono solo una bambina, Sportacus” si giustificò la rosa “Come vedi non ho le idee chiare” abbassò lo sguardo, ma Sportacus la obbligò a rialzarlo.
“Non sei una bambina, Stephanie, non più” disse il supereroe “In effetti, anche io provo qualcosa nei tuoi confronti”
“V-veramente?” Stephanie rimase sbalordita da quella risposta.
“Mettiamola così, sarà una nuova avventura” le baciò la fronte “E non sarai sola”
Stephanie arrossì, mentre nel suo stomaco avvertì le farfalle muoversi all’impazzata.
Sportacus ricambiava e per lei era più che sufficiente per sentirsi al settimo cielo.
C’era solo una cosa che nessuno dei due aveva previsto; due occhi li stava osservando e due orecchie li stavano ascoltando.
  
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