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Autore: Kimly    20/07/2020    2 recensioni
Gli anni ad Hogwarts di Fred, George ed Angelina.
Gli anni in cui hanno affrontato battaglie e prove difficili, riuscendo a superarle.
Ma anche gli anni dei cambiamenti e della nascita di sentimenti dapprima sconosciuti.
Questa è la loro storia, la storia del gruppo "F.A.G" e dei loro amici.
[Personaggi principali: Fred e George Weasley, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Oliver Baston e Katie Bell]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 53
 
 
Katie Bell stringeva la bacchetta con forza, come se quel bastoncino di legno fosse l’unica cosa davvero importante in quel momento.
Ma si sbagliava.
La cosa davvero importante in quel momento era sapere che Angelina stava bene, che era sopravvissuta al crollo delle scale che per poco non aveva ucciso anche Katie.
“No, non anche.” Pensò la ragazza, con un groppo in gola. “Angie sta bene!”
Katie vide Anthony Goldstein e Terry Steeval affrontare tre Mangiamorte e corse a dar loro una mano.
«Katie!» trillò Terry appena la vide «Sei Katie Bell, vero?»
Katie, per tutta risposta, schiantò un Mangiamorte, mentre Anthony metteva fuori gioco gli altri due.
«Avete visto qualcuno delle vecchia squadra di Grifondoro?» domandò la ragazza, agitata «I gemelli Weasley, Angelina Johnson o Alicia Spinnet?»
Entrambi fecero no con la testa e Katie fece uno sbuffo.
«Pulce!»
La ragazza si voltò con una velocità tale che credette di aver sentito il collo scricchiolare.
Lee Jordan stava correndo verso di lei e i due Corvonero li lasciarono soli, correndo chissà dove. Sicuramente Katie non era la sola preoccupata per i propri amici.
Lee la ispezionò con cura prima di abbracciarla stretta.
«Fortuna che stai bene. Stai bene, vero?»
«Bene, sì. Ma ho perso Angie» spiegò Katie, trattenendo a stento le lacrime, «Stavamo combattendo, quando le scale hanno ceduto e io non so… non so se Angelina ce l’abbia fatta».
Lee le accarezzò la testa, mal celando la sua preoccupazione.
«Vedrai che se l’è cavata».
«Lee! Katie!»
Le voci di Alicia e Oliver li colpirono come pioggia fresca e Katie e Lee furono sollevati nel vedere che almeno loro erano illesi. Katie pregò ardentemente che anche i gemelli e Angelina stessero bene.
«Katie, sei ferita?» chiese Oliver, prendendole le mani sbucciate, «Perdi sangue».
«Sono solo dei graffi, non è niente».
«Non dire che non è niente, se perdi sangue!»
Oliver le fece un incantesimo, ma le ferite rimasero lì. Alicia gli fece segno di spostarsi e agitò la sua bacchetta. Questa volta le ferite si rimarginarono del tutto.
«Ora calmati, Ollie, sta bene» gli disse Alicia, facendo suo malgrado un sorriso.
Lee continuava a guardarla come se avesse paura di vederla sparire da un momento all’altro e Alicia gli fece cenno di seguirla. La ragazza fece capire a Oliver e a Katie di aspettarli lì.
«Non credo che sia il momento, ragazzi» borbottò Oliver, spaventato, «Potrete parlare dopo».
«Potrebbe non esserci un dopo, Capitano» replicò Alicia.
«E dicono che io sia il pessimista del gruppo!»
Lontani da Katie e Oliver, Alicia e Lee si guardarono per pochi secondi prima che la ragazza parlò.
«Ho lasciato Jared» dichiarò Alicia, torturandosi le mani «O meglio, lui ha lasciato me perché ha capito che non è con lui che voglio stare».
«Forse Oliver ha ragione, Alicia, non dovremmo stare qui a parlare di queste cose proprio adesso» disse Lee, nervoso. Preferiva rimandare un discorso simile.
«Ci metto due secondi, Jordan».
«D’accordo».
«Ho paura».
Lee le si avvicinò per prenderle una mano e provare a calmarla.
«Andrà bene».
«Ho paura» ripeté lei, avvicinandosi a sua volta «Ma, nonostante tutto, sono qui a rischiare ogni cosa. E voglio fare lo stesso con te. Voglio rischiare, Jordan».
Lee le diede un bacio veloce sulle labbra, ma Alicia lo attirò di nuovo a sé per dargli un bacio più profondo.
«Va bene, adesso basta, ragazzi» Oliver li interruppe, rosso in viso. Katie, mano nella mano con lui, sorrideva felice «Non c’è proprio tempo per questo».
Mentre Katie si allontanava da Oliver per congratularsi con Alicia, Oliver si allungò verso Lee per bisbigliargli qualcosa all’orecchio e Lee, dopo aver ascoltato, sembrò rifletterci su.
«Dobbiamo trovare gli altri» disse Alicia, tenendo per mano Katie «Voglio assicurarmi che stiano tutti bene».
«Lo faremo noi» ribatté Lee, facendo un cenno di assenso verso Oliver e le due ragazze non capirono.
«Voi rimarrete qui. Al sicuro» continuò Oliver, sfilandosi dalla tasca un oggetto metallico, simile a una bussola.
«Al sicuro? Siamo in un castello pieno di nemici! Nessun posto è al sicuro!» sbottò Katie, incapace di comprendere. Alicia, invece, che aveva già visto quell’oggetto, passò lo sguardo da Oliver e Lee. Prima che potesse aprire bocca, però, Oliver azionò la bussola e Alicia e Katie vennero sbalzate all’indietro.
«Merlino! Cos’è successo?» domandò Katie, che era caduta a terra. Si rialzò, tastandosi la testa.
Alicia si diede un’occhiata intorno. Dei raggi luminosi le tenevano prigioniere. 
«Ci hanno messo in gabbia».
 
 
 
 
 
 
 
 
Angelina aveva provato a seguire Fred, ma poi l’aveva perso. Aveva visto il ragazzo correre dietro Rookwood, il Mangiamorte che l’aveva quasi uccisa, e poi aveva notato Percy Weasley raggiungerlo, pronto ad aiutarlo.
Decisa a ritrovare gli altri suoi amici, Angelina aveva preso un’altra strada. Era certa che Fred stesse bene, ma non aveva alcuna notizia di Alicia, Lee, Oliver, Katie o George.
Il pensiero di George le diede la forza di non cedere, nonostante le braccia le facessero ancora male.
Angelina vide Luna Lovegood e Ginny Weasley emettere i loro Patronus contro i Dissennatori e la ragazza cambiò di nuovo corridoio. Non aveva pensieri felici in quel momento, non avrebbe avuto la forza di fare quell’incantesimo.
Hannah Abbott stava avendo la peggio contro un ragno gigante e Angelina corse ad aiutarla.
Hannah si teneva una gamba insanguinata, ma la ringraziò con un sorriso, nonostante il dolore.
«Non credo di potertela mettere a posto» ammise Angelina, dispiaciuta. La gamba era messa davvero male e solo qualcuno esperto, come Alicia o Jared, sarebbe riuscito a guarirla «Riesci a metterti in piedi?»
«Ci provo».
Hannah, aiutata da Angelina, tentò di tirarsi su, ma fece una smorfia di dolore e cadde di nuovo a terra.
«Non ce la faccio».
Neville Paciock e Seamus Finnigan corsero verso di loro.
«Scappate! I giganti stanno arrivando!»
Neville ci mise meno di un secondo per capire che Hannah non poteva muoversi. La prese fra le braccia velocemente e corse via, mentre Seamus faceva cenno ad Angelina di seguirli.
La ragazza sentì un boato e il pavimento cedette sotto i suoi piedi. Si aggrappò più che poté, mentre udiva le voci di Seamus e Neville sempre più ovattate.
Lo scoppio le aveva quasi tappato le orecchie e il fumo le impediva di vedere e parlare. Le braccia avrebbero ceduto presto, ancora provate dall’ultima caduta.
Angelina guardò sotto di sé: la voragine era troppo profonda, ma questa volta la bacchetta era a qualche metro da lei, nonostante stesse per precipitare nella voragine. Angelina provò a farsi forza con le braccia per raggiungerla.
Allungò una mano per prenderla, quando un’altra mano strinse la sua.
Il volto di George Weasley sbucò dal buco del pavimento e le fece un sorriso.
«Vai da qualche parte, signorina Johnson?»
George la tirò su con facilità e le passò la bacchetta. Angelina gli passò le mani attorno al collo e lo abbracciò stretto.
«Grazie al cielo sei vivo» sussurrò lei, mentre George ricambiava l’abbraccio.
«Grazie al cielo sono arrivato in tempo» ribatté lui, sorridendo ancora «Per quanto ti ami, ti preferirei intera. Non mi piacerebbe il paté di Angelina Johnson!»
Angelina rise e George sciolse l’abbraccio.
«Devi essere davvero sotto shock per ridere di una battuta così pessima».
«Ho visto Fred» disse lei, sapendo quanto George fosse in pensiero per il fratello «Mi ha salvata ed è corso via. Ma c’è Percy con lui».
«Adesso sì che mi sento meglio» ironizzò George, ma le diede un bacio sulla testa per farle capire che la ringraziava di quella notizia «Certo che oggi ti diverti proprio a fare la donzella in difficoltà».
«Con i Weasley pronti a salvarmi, potresti biasimarmi?» scherzò Angelina e George le prese una mano, scuotendo la testa.
«Rimaniamo insieme, prima che ti venga in mente un altro modo per farti uccidere».
«Cerchiamo il gruppo» disse Angelina, intrecciando le dite a quelle di George.
«Affare fatto».
 
 
 
 
 
 
 
«Alicia mi ucciderà quando troverà il modo di uscire da lì» disse Lee, preoccupato «Forse non è stato un buon modo per ricominciare la nostra storia».
«Hai visto com’erano ridotte! Ci siamo solo assicurati che fossero al sicuro».
«Non abbiamo rispettato le loro scelte» perdurò Lee, a disagio «Alicia mi ucciderà».
«Anche Katie» ammise Oliver, la bacchetta puntata di fronte a sé, pronto a cogliere il minimo movimento «Ma se ci uccideranno, vorrà dire che saranno sopravvissute alla guerra. E questo mi basta».
«Sei sicuro che quel coso funzionerà?»
«Fred mi ha assicurato di sì» rispose Oliver, ma c’era una nota dubbiosa nella sua voce «È come se fossero in un’altra dimensione, o qualcosa del genere, dove nessuno le può sentire né vedere».
«Ma loro vedranno e sentiranno tutto».
«Esatto» Oliver si voltò verso Lee e fece una risatina «Se sopravviviamo a tutto questo, ci converrà cambiare paese, vero?»
«Bingo!»
Si ritrovarono in un corridoio ancora perfettamente integro, ma videro Leanne, Jared e Nolwenn accucciati attorno a qualcosa.
O meglio, qualcuno, dato che intravidero Christopher appena si avvicinarono.
«Che è successo?» soffiò Lee, facendo tanto d’occhi alla vista di Nolwenn. Un lungo taglio le divideva il volto in due metà irregolari.
«È brutta, vero?» disse lei, toccandosi la ferita «E tanti saluti al mondo della moda».
«Sei stata una stupida! Potevi evitare di metterti in mezzo» sbottò Jared, furioso.
«Stavo cercando di salvarti la vita». Nolwenn si strinse nelle spalle, colpita da quel tono arrabbiato.
Oliver li ignorò e si piegò sulle ginocchia. Leanne si fece da parte, il volto una maschera di orrore. Il ragazzo provò a non mostrare alcuna espressione quando notò che a Christopher mancava una gamba.
«Cavolo» sussurrò invece Lee e Oliver gli lanciò un’occhiataccia.
«Non perde più sangue, ma ha bisogno di riposo» disse Jared e solo in quel momento Lee si accorse di come anche lui fosse ricoperto di sangue.
«Non è suo» sussurrò Leanne, notando lo sguardo del ragazzo «Jared ha detto che Chris si rimetterà, ma non è più in grado di combattere e non sappiamo…» 
Non terminò la frase, scossa da un singhiozzo. 
Lee le strinse una spalla e si avvicinò a Chris, che fortunatamente era svenuto, per prenderlo sulla schiena.
«Troviamo un posto più riparato» disse lui, guardando poi Oliver «Tu rimani con loro e cerca gli altri. A Leanne e a Chris ci penso io».
Oliver annuì e i due gruppi si separarono.
 
 
 
 
 
 
«Giuro che appena esco di qui, Lee Jordan è un uomo morto!» urlò Alicia, tentando di forzare quella specie di gabbia. Tutte le fatture le rimbalzavano contro e una per poco non le colpì un braccio.
Katie, seduta a terra, stava giocando con la sua bacchetta e aveva messo su il muso.
Alicia si voltò verso l’amica, si sistemò i capelli e provò a pulirsi i vestiti, sotto l’occhio attento di Katie, sconvolta di quanto Alicia fosse se stessa sempre e comunque.
«In due potremmo farcela» disse la più grande, allusiva.
«Quell’idiota di Oliver non crede che io possa farcela» Katie saltò su, arrabbiata «Non sono più la piccola del gruppo. Io posso combattere!»
«Certo che puoi» sbuffò Alicia, un ciuffo biondo le copriva un occhio. Lei se lo spostò e continuò «Ollie è solo un gran fifone. Vuole proteggerti. In una maniera sbagliata e contorta, ma lo fa per proteggerti. Lee è uguale a lui».
«È una cosa stupida. E medioevale» perdurò Katie, infastidita «Loro non possono decidere per noi solo perché sono i nostri ragazzi».
«Lo sanno anche loro, Katie, ma la paura ha avuto il sopravvento».
«Non ti ho mai vista così tranquilla».
«Non lo sono» ammise Alicia, dandole una spallata affettuosa «Ma devo mantenere il controllo per poter uscire da qui e uccidere Lee. Quindi, mi darai una mano?»
Katie rise e annuì.
«Idee?»
«Una» rispose Alicia, preoccupata «Ma è molto, molto stupida».
«E sarebbe?»
«Quell’oggetto che Oliver ha usato contro di noi, l’avevo già visto nel negozio dei gemelli» disse Alicia «In realtà, George mi aveva detto che ci stavano ancora lavorando. Quindi era in fase di collaudo».
«Aha» trillò Katie, capendo «Deve esserci un punto debole!»
«Già»
Alicia puntò la bacchetta per terra.
«Se facessi saltare in aria il pavimento, credo che la gabbia potrebbe cedere» spiegò la ragazza, soppesando anche lei stessa le sue parole «Ma non so com’è ridotto il piano inferiore, quindi è un salto nel buio».
Katie le prese una mano e puntò anche lei la bacchetta a terra.
«Tu lo fai saltare in aria, io mi preoccupo di non farci precipitare».
«Al mio tre».
Katie annuì, concentrandosi.
«Uno, due… Tre!» 
 
 
 
 
 
«Perché ti sei rimesso il cappuccio, Rookwood?» chiese Fred, fra un colpo e un altro «Sei ancora convinto ti poter continuare a fare il doppiogioco?»
«Stupidaggini!» continuò Percy, mentre duellava con un altro uomo «Il doppiogioco di Rookwood è stato scoperto secoli fa. Nemmeno uno come lui, per quanto stupido, potrebbe mai pensare che non tornerà ad Azkaban dopo stasera».
«Se sopravvivrà a questa sera» gli fece eco Fred, notando a malapena Ron, Hermione e Harry che si avvicinavano con le bacchette alzate.
Il cappuccio di O’Tusoe gli cadde dalla testa e Fred sentì distintamente la frase di Percy circa le sue dimissioni.
«Hai fatto una battuta, Perce!» rise il ragazzo, come ringalluzzito. Era davvero la fine del mondo se Percy Weasley si lasciava andare a dell’umorismo «Hai davvero fatto una battuta, Perce… L’ultima che ti avevo sentito fare era…»
E poi udì un’esplosione, qualcosa colpì Fred in pieno petto, ma non sentì dolore. Non sentì nulla.
Era leggero, come se fosse improvvisamente fatto d’aria. La preoccupazione, il dolore, l’ansia non c’erano più. Era una sensazione bellissima e, prima di lasciarsi andare completamente, Fred ebbe giusto il pensiero fugace dei suoi amici.
Oliver, Katie, Alicia, Lee, Angelina.
E George.
 
 
 
 
Angolo Kimly
 
Eccoci arrivati ad un capitolo che non avrei mai voluto scrivere.
Quando ho iniziato la storia, sapevo che Fred sarebbe morto e sapevo che sarebbe stato difficile descrivere quel momento; però, dopo 54 capitoli di risate, litigi ed abbracci dei magnifici sette, arrivare alla morte di Fred è stata dura.
Avrei voluto non descrivere la sua morte – ci aveva già pensato la Rowling, in fondo – però volevo, seppur in una scena molto breve, scrivere le ultime sensazioni di Fred.
Spero di non aver esagerato.
Per il resto, ora sappiamo cos’è successo anche ad altri personaggi: Christopher e Nolwenn sono feriti, mentre Jared e Leanne al momento stanno bene.
Mancano all’appello ancora Paul, Daphne e Finn, ma si vedranno le loro sorti nel prossimo capitolo.
Tra l’altro non credevo che la guerra avrebbe occupato più di due capitoli, ma non avevo fatto i conti con tutti i personaggi che ho introdotto e con tutte le scene che avevo in mente. Mea culpa.
Il prossimo dovrebbe essere l’ultimo prima dell’epilogo, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Forse l’avevo scritto anche l’altra volta, quindi non saprei con certezza.
Grazie a tutti, come sempre <3
Alla prossima :3
   
 
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